Velbe: a cosa serve e come si usa

Velbe (Vinblastina Solfato): indicazioni e modo d’uso

Velbe (Vinblastina Solfato) è un farmaco che serve per curare le seguenti condizioni patologiche:

Morbo di Hodgkin generalizzato (Stadio III-IV della modificazione Ann Arbor del Rye staging system). Linfoma linfocitico (nodulare, diffuso, scarsamente differenziato, ben differenziato).

Linfoma istiocitico.

Mycosis fungoides (stadi avanzati). Carcinoma del testicolo (fase avanzata). Sarcoma di Kaposi.

Morbo di Letterer-Siwe (Istiocitosi X).

Coriocarcinoma resistente ad altri agenti chemioterapici.

Carcinoma della mammella, resistente ad altre misure terapeutiche.

Il Velbe viene generalmente somministrato in combinazioni con altri agenti anti-neoplastici.

In caso di morbo di Hodgkin recidivante dopo regime MOPP o precedentemente trattato, è disponibile un protocollo che prevede la ciclofosfamide invece della mostarda azotata e Velbe invece di Vincristina.

Il Velbe somministrato da 6 a 8 ore prima della bleomicina puĂ² significativamente potenziare l’azione di quest’ultima.

Velbe: come si usa?

farmaco: indicazioni e modo d'uso

Come per tutti i farmaci, anche per Velbe è molto importante rispettare e seguire i dosaggi consigliati dal medico al momento della prescrizione.

Se perĂ² non ricordate come prendere Velbe ed a quali dosaggi (la posologia indicata dal medico), è quanto meno necessario seguire le istruzioni presenti sul foglietto illustrativo. Vediamole insieme.

Posologia di Velbe

La presente preparazione è da somministrare esclusivamente per via endovenosa e unicamente da personale esperto nella somministrazione di vinblastina.

Ăˆ FATALE SE SOMMINISTRATA PER ALTRE VIE. ESCLUSIVAMENTE PER USO ENDOVENOSO.

In caso di somministrazione intratecale accidentale, vedere il paragrafo 4.4.

La risposta leucopenica puĂ² variare di intensitĂ  in seguito a terapia con Velbe. Per questa ragione si raccomanda che il farmaco sia somministrato con una frequenza non superiore a una volta ogni sette giorni.

Si ritiene prudente iniziare la terapia negli adulti con la somministrazione di una singola dose endovenosa di 3,7 mg/m2 di superficie corporea; la dose iniziale per bambini deve corrispondere a 2,5 mg/m 2 di superficie corporea. Dopo di che si deve eseguire una conta leucocitaria per determinare la sensibilitĂ  del paziente al Velbe. Si consiglia una riduzione del 50% della dose di Velbe in pazienti che presentano un valore di bilirubinemia diretta superiore a 3 mg/100 ml.

Dato che il metabolismo e l’escrezione avvengono prevalentemente per via epatica, non si consigliano modificazioni della dose nei pazienti con funzione renale compromessa.

Un modo semplice per incrementare la dose a intervalli settimanali puĂ² corrispondere al seguente schema:

Adulti Bambini
Prima dose 3,7 mg/m2 superficie corporea 2,5 mg/m2 superficie corporea
Seconda dose 5,5 mg/m2 superficie corporea 3,75 mg/m2 superficie corporea
Terza dose 7,4 mg/m2 superficie corporea 5,0 mg/m2 superficie corporea
Quarta dose 9,25 mg/m2 superficie corporea 6,25 mg/m2 superficie corporea
Quinta dose 11,1 mg/m2 superficie corporea 7,5 mg/m2 superficie corporea

Gli incrementi sopra riportati si possono utilizzare fino a raggiungere la dose massima (non superiore a 18,5 mg/m2 di superficie corporea negli adulti e 12,5 mg/m 2 di superficie corporea nei bambini). Il dosaggio non deve essere aumentato oltre quella dose che abbia ridotto la conta leucocitaria a circa 3000 cellule/mm3. In alcuni adulti 3,7 mg/m2 possono indurre tale livello di leucopenia, mentre altri adulti possono richiedere piĂ¹ di 11,1 mg/m2 e, in casi rarissimi, anche 18,5 mg/m2 di superficie corporea.

Tuttavia, per la maggior parte dei pazienti adulti, il dosaggio settimanale è compreso tra 5,5 e 7,4 mg/m 2

di superficie corporea.

Stabilita la dose di Velbe capace di indurre il suddetto grado di leucopenia, si deve somministrare una dose di mantenimento di un incremento inferiore a questa. In tal modo il paziente riceverĂ  la dose massima che non induce leucopenia. Si deve sottolineare il fatto che, anche se sono trascorsi 7 giorni, la dose successiva di Velbe non deve essere somministrata fino a quando la conta leucocitaria non sia ritornata ad almeno 4000 cellule/mm3.

In alcuni casi l’attivitĂ  oncolitica puĂ² manifestarsi prima dell’effetto leucopenico. Quando ciĂ² avviene non c’è bisogno di aumentare il volume della dose successiva. La durata della terapia di mantenimento varia a seconda della malattia in trattamento e della combinazione con altri agenti antineoplastici in uso.

Somministrazione

La vinblastina deve essere somministrata soltanto per via endovenosa e non deve essere somministrata per via intramuscolare, sottocutanea o intratecale.

La somministrazione intratecale causa neurotossicità fatale ed è quindi controindicata.

Ricordate in ogni caso che se non ricordate la posologia indicata dal medico e utilizzate Velbe seguendo le istruzioni del foglietto illustrativo, sarĂ  poi opportuno che contattiate il vostro medico e lo avvisiate del dosaggio che avete assunto, per avere conferma o ulteriori consigli!

Lo posso prendere se sono incinta?

Un’altra domanda che spesso ci poniamo prima di prendere una medicina è se è possibile assumerla in gravidanza

Tenendo presente che in gravidanza sarebbe opportuno evitare qualsiasi farmaco se non strettamente necessario e che prima di assumere qualsiasi farmaco in gravidanza va sentito il medico curante, vediamo insieme quali sono le istruzioni sulla scheda tecnica di Velbe per quanto riguarda la gravidanza:

Velbe: si puĂ² prendere in gravidanza?

Gravidanza

Durante la gravidanza è necessario usare prudenza nella somministrazione di tutti i farmaci oncolitici.

Non sono disponibili dati sufficienti sull’uso di vinblastina durante la gravidanza. L’azione farmacologica indica tuttavia potenziali effetti nocivi durante la gravidanza. Gli studi preclinici hanno rivelato genotossicità, teratogenicità e altre tossicità riproduttive. VELBE non deve essere utilizzato durante la gravidanza se non ritenuto strettamente necessario.

Se si ritiene assolutamente necessario il trattamento con VELBE durante la gravidanza o se si instaura una gravidanza durante il trattamento, la paziente deve essere informata sui rischi per il feto e deve essere monitorata attentamente. Deve essere considerata la possibilitĂ  di consultazioni genetiche.

La vinblastina solfato puĂ² causare lesioni fetali quando è somministrata in donne gravide. Gli animali di laboratorio trattati con questo farmaco nelle fasi iniziali della gravidanza presentano riassorbimento del prodotto del concepimento; i feti sopravvissuti dimostrano deformitĂ  macroscopiche. Alle donne in etĂ  feconda si dovrĂ  consigliare di evitare una possibile gravidanza.

I pazienti di sesso maschile e femminile in etĂ  fertile devono adottare misure contraccettive efficaci durante e per almeno 3 mesi, preferibilmente 6 mesi, dopo il trattamento con vinblastina.

Allattamento

Non è noto se la vinblastina venga escreta nel latte materno umano. La vinblastina è controindicata durante l’allattamento. Durante il trattamento con vinblastina bisogna sospendere l’allattamento.

FertilitĂ 

La vinblastina puĂ² ridurre la fertilitĂ  sia dell’uomo sia della donna. Come per molti medicinali, non sono disponibili dati sugli effetti della vinblastina sulla spermatogenesi. Ăˆ stata osservata aspermia nell’uomo. Studi animali indicano un’interruzione della divisione nella metafase e alterazioni degenerative a carico delle cellule germinali.

L’infertilità reversibile o irreversibile sia nell’uomo sia nella donna è possibile dopo il trattamento con vinblastina.

Alcune pazienti trattate con vinblastina in associazione con altri farmaci hanno presentato amenorrea. Di frequente è stata riscontrata una ripresa delle mestruazioni.

I pazienti maschi devono informarsi sulla raccolta dello sperma prima di iniziare il trattamento con VELBE.

Ne ho preso troppo! Cosa fare?

Può anche capitare che per errore o distrazione assumiate una quantitĂ  di farmaco superiore a quella prescritta dal vostro medico.

Talvolta capita che bambini piccoli per gioco ingeriscano dei farmaci lasciati a portata di mano: raccomandiamo sempre di tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini, in luoghi chiusi e custoditi.

Cosa devo fare se per sbaglio ho preso un dosaggio eccessivo di Velbe?

Qualunque sia la causa dell’ingestione di una quantitĂ  eccessiva di farmaco, ecco cosa riporta la Scheda Tecnica di Velbe in caso di sovradosaggio.

Velbe: sovradosaggio

Gli effetti indesiderati conseguenti a sovradosaggio sono correlati alla dose.

Il sovradosaggio di vinblastina provoca un aggravamento degli effetti indesiderati (vedere paragrafo 4.8). La soppressione del midollo osseo, in particolare la leucopenia, puĂ² risultare piĂ¹ accentuata. Inoltre, potrebbe verificarsi una condizione di neurotossicitĂ  (parestesia, neuropatia periferica) analoga a quella osservata con vincristina solfato.

Trattamento

Non esiste un antidoto per la vinblastina. Il trattamento è sintomatico e di supporto.

Si consiglia l’interruzione della somministrazione di VELBE. Ove necessario, occorre adottare misure generali di supporto ed eseguire una trasfusione di sangue. In caso di sovradosaggio si raccomanda il seguente trattamento:

Prevenzione degli effetti della sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico, limitando l’introduzione di fluidi e somministrando un diuretico dell’ansa.

Somministrazione di un farmaco anticonvulsivante.

Dieta liquida per prevenire l’ileo, e talora ricorso alla decompressione del tratto gastrointestinale.

Monitoraggio del sistema cardiovascolare.

Valutazione ematologica quotidiana come guida all’eventuale impiego di trasfusioni di sangue e per accertare il rischio di infezione. L’effetto principale delle dosi eccessive di Velbe è rappresentato dalla mielosoppressione, che puĂ² minacciare la vita del paziente.

Mantenimento del regime seguente in quanto studi animali hanno indicato che l’acido folico potrebbe avere un effetto protettivo:

100 mg per e.v. ogni 3 ore per 48 ore e ogni 6 ore per le successive 48 ore. L’emodialisi non sembra eliminare il medicinale in modo efficace.

Sulla base del profilo farmacocinetico si puĂ² prevedere un livello elevato del farmaco per almeno 72 ore.

Velbe allo stato secco (polvere), viene assorbito in modo irregolare e non predeterminante da parte del tratto gastrointestinale dopo somministrazione orale. L’assorbimento della soluzione non è stato studiato. In caso di ingestione di vinblastina, occorre somministrare per via orale carbone attivo in una miscela con acqua e un agente catartico. In tale situazione non è stato riportato l’uso di colestiramina.

Velbe: istruzioni particolari

Per preparare una soluzione contenente 1 mg/ml di Velbe, si aggiungano 10 ml di soluzione di cloruro di sodio allo 0,9 % (con alcool benzilico come conservante) ai 10 mg di Velbe contenuti nel flaconcino sterile. Non usare altre soluzioni diluenti. Il farmaco si scioglie immediatamente, dando una soluzione limpida.

Prima della somministrazione, i farmaci iniettati per via parenterale devono essere controllati per riscontrare particolari problemi e/o variazioni di colore ogni qualvolta la soluzione stessa o il contenitore lo permetta.

Dopo aver preparato la soluzione ed aver aspirato la parte prestabilita, il resto del contenuto puĂ² essere conservato a temperatura tra +2°C e +8°C per altri 28 giorni senza che si verifichi una significativa perdita di attivitĂ .

Data la presenza di alcool benzilico come conservante per il diluente, la soluzione di Velbe così preparata non puĂ² essere somministrata ai bambini al di sotto dei due anni. In tal caso il prodotto puĂ² essere disciolto in soluzione fisiologica o acqua per preparazioni iniettabili nelle identiche quantitĂ ; le soluzioni preparate in questo modo devono essere conservate in frigorifero ed essere usate entro 24 ore dalla loro preparazione.

La dose di Velbe puĂ² essere iniettata nel tubo di un’infusione endovenosa continua oppure direttamente in vena. Quest’ultimo metodo si adatta meglio alla terapia ambulatoriale. E’ di estrema importanza che l’ago sia correttamente posizionato nella vena, prima di iniettare il prodotto.

Si inietta la dose in circa un minuto prendendo tutte le precauzioni perchĂ© l’ago sia ben situato in vena e perchĂ© non avvengano degli stravasi della soluzione di Velbe che possono produrre irritazioni del tessuto sottocutaneo e flebiti.

Per ridurre ulteriormente al minimo la possibilitĂ  dello stravaso, si suggerisce di lavare ripetutamente la siringa con sangue venoso prima di ritirare l’ago.

Si sconsiglia l’iniezione di Velbe in un’estremitĂ  il cui circolo sia giĂ  alterato o potenzialmente giĂ  danneggiato da compressioni od invasioni neoplastiche, da flebite o da varicositĂ  al fine di evitare tromboflebiti.

Attenzione: lo stravaso accidentale della soluzione di Velbe puĂ² causare irritazione grave. Bisogna subito interrompere l’iniezione e la rimanente quantitĂ  della soluzione deve essere iniettata in altra vena. La dispersione del farmaco stravasato viene facilitata dalla applicazione di impacchi caldi o di jaluronidasi. Queste misure servono a ridurre le manifestazioni dolorose e la possibilitĂ  delle manifestazioni locali.


Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco