Bimatoprost Idifarma
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Bimatoprost Idifarma: ultimo aggiornamento pagina: 06/03/2020 (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
Bimatoprost Idifarma 0,3 mg/ml collirio, soluzione.
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Un ml di soluzione contiene 0,3 mg di bimatoprost.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Collirio, soluzione.
Soluzione limpida e incolore, praticamente priva di particelle.
La soluzione ha un pH di circa 7,3. L’osmolarità della soluzione è di circa 300 mOsml / kg.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Riduzione della pressione intraoculare elevata nel glaucoma cronico ad angolo aperto e nell’ipertensione oculare negli adulti (come monoterapia o come terapia aggiuntiva ai beta-bloccanti).
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
La dose consigliata è di una goccia nell’occhio(i) affetto(i), una volta al giorno, da somministrare alla sera. La dose non deve superare una applicazione quotidiana, in quanto somministrazioni più frequenti possono ridurre l’effetto ipotensivo sulla pressione oculare.
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di bimatoprost nei bambini di età compresa tra 0 e 18 anni non sono state ancora stabilite.
Posologia in pazienti con compromissione epatica e danno renale
Bimatoprost non è stato studiato in pazienti con danno renale, o compromissione epatica moderata o grave, pertanto è necessario utilizzarlo con cautela in questi pazienti. In pazienti con un’anamnesi di lieve epatopatia o valori alterati di alanina aminotransferasi (ALT), aspartato aminotransferasi (AST) e/o bilirubina all’inizio della terapia, bimatoprost 0,3 mg/ml collirio, soluzione (formulazione multidose), contenente benzalconio cloruro come conservante, non ha determinato effetti avversi sulla funzione epatica in 24 mesi di trattamento.
Modo di somministrazione
Nel caso in cui si stiano utilizzando più farmaci oftalmici per uso topico, ciascun farmaco deve essere somministrato a distanza di almeno 5 minuti l’uno dall’altro.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Oculari
Prima di iniziare il trattamento, i pazienti devono essere informati circa la possibilità di allungamento delle ciglia, imbrunimento delle palpebre e aumento della pigmentazione iridea, poiché tali reazioni sono state rilevate durante il trattamento con bimatoprost. Alcuni di questi cambiamenti possono essere permanenti e possono causare differenze di aspetto tra i due occhi quando è solo un occhio ad essere sottoposto a trattamento. È probabile che l’aumento della pigmentazione dell’iride sia permanente. Il cambiamento della pigmentazione è dovuto a un aumento del contenuto di melanina nei melanociti piuttosto che ad un aumento
del numero di melanociti. Gli effetti a lungo termine dell’aumento della pigmentazione dell’iride non sono noti. I cambiamenti di colore dell’iride osservati in seguito a somministrazione oftalmica di bimatoprost possono non essere visibili per diversi mesi o anni. Di solito la pigmentazione marrone intorno alla pupilla si diffonde in modo concentrico verso la zona periferica dell’iride e tutta l’iride o parte di essa prendono una colorazione tendente al marrone. Sembra che il trattamento non abbia alcun effetto né sui nevi né sulle areole dell’iride.
A 3 mesi di trattamento , con la formulazione di bimatoprost 0,3 mg/ml senza conservante,, l’incidenza dell’iperpigmentazione dell’iride è stata dello 0,3%. A 12 mesi, l’incidenza della pigmentazione dell’iride con bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante è stata dell’1,5% (vedere paragrafo 4.8) e non è aumentata nei 3 anni successivi di trattamento. In alcuni pazienti è stata segnalata la natura reversibile della pigmentazione del tessuto periorbitale.
L’edema maculare cistoide è stato riscontrato con frequenza non comune (≥1/1.000, <1/100) dopo il trattamento con bimatoprost 0,3 mg/ml collirio, soluzione (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante . Pertanto bimatoprost deve essere usato con cautela nei pazienti che presentano fattori di rischio conosciuti per l’edema maculare (ad es. pazienti afachici, pseudofachici con lacerazione della capsula posteriore del cristallino).
Sono state registrate rare segnalazioni spontanee di riattivazione di precedenti infiltrazioni corneali o infezioni oculari con bimatoprost 0,3 mg/ml collirio, soluzione, (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante. Bimatoprost va usato con cautela nei pazienti con precedenti infezioni oculari virali significative (ad es. herpes simplex) o uveite/irite.
Bimatoprost non è stato studiato in pazienti affetti da malattie infiammatorie oculari, glaucoma neovascolare, infiammatorio, glaucoma ad angolo chiuso, glaucoma congenito o glaucoma ad angolo stretto.
Cutanee
Esiste la possibilità che si verifichi crescita di peli nelle aree in cui la soluzione di bimatoprost è ripetutamente in contatto con la superficie cutanea. È pertanto importante applicare bimatoprost secondo le istruzioni ed evitare che scorra sulla guancia o su altre aree cutanee.
Respiratorie
Bimatoprost non è stato studiato in pazienti con funzionalità respiratoria compromessa. Sebbene siano disponibili informazioni limitate in merito a pazienti con anamnesi di asma o BPCO, nel periodo post- marketing sono state segnalate esacerbazioni di asma, dispnea e BPCO, nonché casi di asma. La frequenza di questi sintomi non è nota. È necessario trattare con cautela i pazienti affetti da BPCO, asma o funzionalità respiratoria compromessa a causa di altre patologie.
Bimatoprost non è stato studiato in pazienti con blocco cardiaco di grado superiore al primo o insufficienza cardiaca congestizia non controllata. È stato registrato un numero limitato di segnalazioni spontanee di bradicardia o ipotensione con bimatoprost 0,3 mg/ml collirio, soluzione, (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante. Bimatoprost va usato con cautela nei pazienti predisposti a bradicardia o ipotensione.
Altre informazioni
In studi in pazienti affetti da glaucoma o ipertensione oculare trattati con bimatoprost 0,3 mg/ml, è stato dimostrato che l’esposizione più frequente dell’occhio a più di una dose di bimatoprost al giorno può diminuire l’effetto di riduzione della PIO (vedere paragrafo 4.5). I pazienti che utilizzano bimatoprost congiuntamente ad altri analoghi delle prostaglandine devono essere monitorati per individuare eventuali variazioni della pressione intraoculare.
I pazienti con pregresse reazioni di ipersensibilità da contatto all’argento non devono utilizzare questo prodotto perché le gocce disperse possono contenere tracce di argento.
Bimatoprost non è stato studiato in pazienti che portano lenti a contatto. Prima dell’instillazione è necessario rimuovere le lenti a contatto, che possono essere riapplicate 15 minuti dopo la somministrazione.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Non sono stati effettuati studi d’interazione.
Non si prevedono interazioni nell’uomo, in quanto, dopo somministrazione oculare di bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose), contenente benzalconio cloruro come conservante, le concentrazioni sistemiche di bimatoprost sono estremamente basse (inferiori a 0,2 ng/ml). Il bimatoprost è biotrasformato attraverso diversi sistemi enzimatici. Negli studi preclinici effettuati, non sono stati riscontrati effetti sugli enzimi epatici deputati alla metabolizzazione dei farmaci.
Negli studi clinici, bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose), contenente benzalconio cloruro come conservante, è stato utilizzato in concomitanza con diversi medicinali oftalmici beta-bloccanti senza alcuna evidenza di interazione.
Durante la terapia adiuvante per il glaucoma, non è stato valutato l’uso concomitante di Bimatoprost, ae di farmaci antiglaucomatosi, diversi dai beta-bloccanti topici.
È possibile che l’effetto di riduzione della PIO degli analoghi delle prostaglandine (ad es. bimatoprost) sia
minore nei pazienti affetti da glaucoma o da ipertensione oculare se utilizzati congiuntamente ad altri analoghi delle prostaglandine (vedere paragrafo 4.4).
04.6 Gravidanza e allattamento
Non sono disponibili dati adeguati sull’uso del bimatoprost in donne in gravidanza. Studi sugli animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva a dosi elevate tossiche per la madre (vedere paragrafo 5.3).
Bimatoprost non deve essere utilizzato in gravidanza se non in casi di assoluta necessità.
Allattamento
Non è noto se bimatoprost sia escreto nel latte umano. Studi su animali hanno dimostrato che bimatoprost è escreto nel latte materno. Si deve decidere se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia con bimatoprost tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità
Non sono disponibili dati sugli effetti di bimatoprost sulla fertilità nell’uomo.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Bimatoprost altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e l’uso di macchinari. Come per altri trattamenti per uso oftalmico, se all’applicazione delle gocce si verifica un transitorio offuscamento della visione, il paziente prima di guidare veicoli o utilizzare macchinari deve aspettare che la visione torni nitida.
04.8 Effetti indesiderati
In uno studio clinico di 3 mesi, circa il 29% dei pazienti sottoposti a trattamento con una formulazione di bimatoprost 0,3 mg/ml senza conservante ha manifestato reazioni avverse. Le reazioni avverse segnalate più frequentemente sono state iperemia congiuntivale (per la maggior parte tracciate come lievi e di natura non infiammatoria) verificatasi nel 24% dei pazienti e prurito oculare verificatosi nel 4% dei pazienti. Circa lo 0,7% dei pazienti nel gruppo trattato con una formulazione di bimatoprost 0,3 mg/mL senza conservante ha sospeso la terapia a causa di un qualsiasi evento avverso verificatosi nei 3 mesi di studio.
Le seguenti reazioni avverse sono state riscontrate nel corso di studi clinici effettuati con una formulazione di bimatoprost 0,3 mg/mL senza conservante o nel periodo post-marketing. La maggior parte sono stati effetti oculari lievi, e nessuno di tipo grave:
Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000,
<1/1.000); molto raro (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) in base alla Classificazione per sistemi e organi. All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Tabella 1
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Reazione avversa |
Patologie del sistema nervoso | non comune | cefalea |
Patologie dell’occhio | molto comune | iperemia congiuntivale |
comune |
cheratite puntata, irritazione oculare, sensazione di corpo estraneo, secchezza oculare, dolore oculare, prurito oculare, crescita delle ciglia, eritema palpebrale |
|
non comune |
astenopia, edema congiuntivale, fotofobia, aumento della lacrimazione, iperpigmentazione dell’iride, visione offuscata, prurito palpebrale, edema palpebrale |
|
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | non nota | asma, esacerbazione dell’asma, esacerbazione di BPCO e dispnea |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | comune | iperpigmentazione della cute (perioculare) |
non comune | irsutismo | |
Disturbi del sistema immunitario | non nota |
reazione da ipersensibilità inclusi segni e sintomi di allergia oculare e dermatite allergica |
Negli studi clinici effettuati, oltre 1.800 pazienti sono stati sottoposti a trattamento con bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante. Associando i dati di fase III in monoterapia ed in terapia aggiuntiva con bimatoprost 0,3 mg/mL (formulazione multidose ) contenente benzalconio cloruro come conservante, più frequentemente sono segnalate le seguenti reazioni avverse:
crescita delle ciglia fino al 45% nel primo anno con una incidenza di nuovi casi che diminuisce al
7% a 2 anni e al 2% a 3 anni
iperemia congiuntivale (prevalentemente di grado da lievissimo a lieve e ritenuta essere di natura non-infiammatoria) fino a un’incidenza di nuovi casi del 44% nel primo anno che diminuisce al 13% a 2 anni e al 12% a 3 anni
prurito oculare fino al 14% dei pazienti nel primo anno con una incidenza che diminuisce al 3% a 2 anni e allo 0% a 3 anni.
Meno del 9% dei pazienti ha dovuto sospendere il trattamento a causa di reazioni avverse nel primo anno con un’ incidenza di nuovi pazienti che interrompevano il trattamento del 3% sia a 2 che a 3 anni.
La Tabella 2 elenca le reazioni avverse osservate in uno studio clinico della durata di 12 mesi con bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante, ma sono state riferite con una frequenza maggiore rispetto a bimatoprost 0,3 mg/ml senza conservante. La maggior parte era di tipo oculare, di grado da lieve a moderato e nessuna era grave.
Tabella 2
Classificazione per sistemi e organi |
Frequenza | Reazione avversa |
Patologie del sistema nervoso | comune | cefalea |
Patologie dell’occhio | molto comune | prurito oculare, crescita delle ciglia |
comune |
astenopia, edema congiuntivale, fotofobia, lacrimazione, incremento della pigmentazione iridea, visione offuscata |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
comune | prurito palpebrale |
Oltre alle reazioni avverse osservate con bimatoprost 0,3 mg/ml senza conservante, la Tabella 3 elenca ulteriori reazioni avverse osservate con bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante. La maggior parte era di natura oculare, di grado da lieve a moderato e nessuna era grave.
Tabella 3
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Reazione avversa |
Patologie del sistema nervoso | non comune | capogiro |
Patologie dell’occhio | comune |
Erosione corneale, bruciore aculare, congiuntivite allergica, blefarite, peggioramento dell’acuita visiva, secrezione aculare, disturbi visivi, imbrunimento delle ciglia. |
non comune |
Emorragia retinica, uveite, edema maculare cistoide, irite, blefarospasmo, ritrazione palpebrale. |
|
non nota |
alterazioni periorbitali e delle palpebre compreso l’infossamento del solco papebrale |
|
Patologie vascolari | comune | ipertensione |
Patologie gastrointestinali | non comune | nausea |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | non nota | eritema periorbitale |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
non comune | astenia |
Esami diagnostici | comune |
alterazioni nelle prove di funzionalità epatica |
Reazioni avverse segnalate con colliri contenenti fosfato: Molto raramente, in alcuni pazienti con cornea gravemente compromessa, sono stati riportati casi di calcificazione corneale associata all’utilizzo di colliri contenenti fosfato.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta- reazione-avversa.
04.9 Sovradosaggio
Non sono disponibili informazioni relative a sovradosaggio nell’uomo; è improbabile che si verifichi sovradosaggio con l’uso oftalmico.
In caso di sovradosaggio, il trattamento deve essere di tipo sintomatico e di supporto. Nel caso bimatoprost sia ingerito accidentalmente, potrebbe essere utile sapere che: in studi di breve durata effettuati su ratti e topi si è riscontrato che la somministrazione orale (mediante sonda gastrica) di dosi fino a 100 mg/kg/al giorno di
bimatoprost non ha determinato alcuna tossicità. Tale dose è almeno 22 volte superiore alla dose contenuta in 4 contenitori di Bimatoprost Idifarma 0,3 mg/ml accidentalmente somministrata a un bambino di 10 kg. .
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: oftalmologici, analoghi della prostaglandina, codice ATC: S01EE03 Meccanismo d’azione
Il meccanismo d’azione con il quale il bimatoprost riduce la pressione intraoculare nell’uomo avviene attraverso l’aumento del deflusso dell’umore acqueo sia trabecolare che uveo-sclerale. La riduzione della pressione intraoculare inizia all’incirca 4 ore dopo la prima somministrazione, l’effetto massimo si raggiunge all’incirca entro 8-12 ore. L’effetto dura almeno 24 ore.
Il bimatoprost è un potente agente ipotensivo oculare. Esso è una prostamide sintetica, strutturalmente correlata alla prostaglandina F2α (PGF2α), ma che non agisce attraverso nessuno dei recettori prostaglandinici conosciuti. Il bimatoprost imita selettivamente gli effetti delle sostanze biosintetiche recentemente scoperte, chiamate prostamidi. Il recettore prostamidico, comunque, non è stato ancora strutturalmente identificato.
Efficacia clinica
Uno studio (in doppio cieco, randomizzato, a gruppi paralleli) della durata di 12 settimane ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di bimatoprost 0,3 mg/ml senza conservante con bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante. Bimatoprost 0,3 mg/ml senza conservante ha mostrato un’efficacia nella riduzione della PIO non inferiore rispetto a bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante per una variazione della PIO dal basale nell’occhio peggiore in pazienti affetti da glaucoma o ipertensione oculare.
Bimatoprost 0,3 mg/ml senza conservante ha ottenuto inoltre un’efficacia nella riduzione della PIO equivalente rispetto a bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante ,nella PIO media dei due occhi a ciascuna rilevazione di follow-up alle settimane 2, 6 e 12.
Durante 12 mesi di trattamento in monoterapia con bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose), contenente benzalconio cloruro come conservante su pazienti adulti, versus timololo, la variazione media rispetto al valore basale della pressione intraoculare misurata al mattino (08:00) variava da –7,9 a –8,8 mmHg. Ad ogni visita, nel corso dei 12 mesi di studio, i valori medi della PIO diurna, mostravano oscillazioni non superiori ad 1,3 mmHg nell’arco della giornata e non superavano mai i 18,0 mmHg.
In uno studio clinico a 6 mesi con bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose), contenente benzalconio cloruro come conservante, verso latanaprost, è stata osservata una riduzione statisticamente superiore della PIO media al mattino (intervallo da -7,6 a -8,2 mmHg per il bimatoprost versus un intervallo da -6,0 a 7,2 mmHg per il latanaprost) in tutte le visite e per tutta la durata dello studio. L’iperemia congiuntivale, la crescita delle ciglia e il prurito oculare sono risultati più elevati in misura statisticamente significativa con il bimatroprost rispetto al latanoprost, tuttavia, la percentuale d’interruzione dello studio dovuta ad effetti indesiderati è stata bassa e priva di differenze statisticamente significative.
In confronto al trattamento con il beta-bloccante da solo, la terapia combinata di beta-bloccanti e bimatoprost 0,3 mg/ml (formulazione multidose) contenente benzalconio cloruro come conservante determinava una riduzione media della pressione intraoculare misurata al mattino (08:00) da –6,5 a –8,1 mmHg. Esperienza limitata si ha in pazienti affetti da glaucoma ad angolo-aperto pseudoesfoliativo e pigmentario, e glaucoma cronico ad angolo chiuso con iridotomia pervia.
Durante gli studi clinici non sono stati riscontrati effetti clinicamente rilevanti sulla frequenza cardiaca e sulla pressione sanguigna.
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di bimatoprost nei bambini di età compresa tra 0 e 18 anni non sono state stabilite.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
In vitro il bimatoprost penetra bene nella cornea e nella sclera umana. Dopo somministrazione oculare negli adulti, l’esposizione sistemica al bimatoprost è molto bassa senza fenomeni di accumulo nel tempo. Dopo
somministrazione giornaliera di una goccia di bimatoprost 0,3 mg/ml in entrambi gli occhi, per un periodo di due settimane, la concentrazione ematica raggiungeva il picco entro 10 minuti dopo l’instillazione e scendeva al di sotto del limite più basso di rilevazione (0,025 ng/ml) entro 1,5 ore dopo la somministrazione. I valori medi di Cmax e AUC 0-24hrs sono risultati simili al 7° e al 14° giorno, ed erano rispettivamente circa 0,08 ng/ml e 0,09 ngh/ml; questi valori indicano che si era raggiunta una concentrazione costante di bimatoprost durante la prima settimana di somministrazione oculare.
Distribuzione
Il bimatoprost è distribuito moderatamente nei tessuti corporei e il volume sistemico di distribuzione nell’uomo allo steady-state è di 0,67 l/kg. Nel sangue umano, il bimatoprost si trova principalmente nel plasma. Il legame alle proteine plasmatiche del bimatoprost è di circa l’88%.
Biotrasformazione
Dopo la somministrazione oculare il bimatoprost risulta il maggiore componente circolante nel sangue, una volta raggiunta la circolazione sistemica. Bimatoprost, sottoposto poi a ossidazione, N-deetilazione e glucuronidazione va a formare diversi metaboliti.
Eliminazione
Il bimatoprost è eliminato principalmente tramite escrezione renale, fino al 67% di una dose endovenosa somministrata in volontari sani adulti veniva escreta per via urinaria, il 25% della dose veniva escreta tramite le feci. L’emivita di eliminazione, determinata dopo somministrazione endovenosa, è stata di circa 45 minuti; la clearance totale del sangue è stata di 1,5 l/h/kg.
Caratteristiche nei pazienti anziani
Dopo due dosaggi giornalieri di Bimatoprost 0,3 mg/ml, il valore medio di AUC0-24hr pari a 0,0634 ng*h/ml di bimatoprost nei pazienti anziani (soggetti di 65 anni o oltre) era significativamente più alto rispetto al valore di 0,0218 ng*h/ml riscontrato in pazienti giovani sani. Questo risultato non è tuttavia importante dal punto di vista clinico in quanto l’esposizione sistemica sia nei soggetti anziani che nei giovani rimaneva, con somministrazioni oculari, molto bassa. Non è stato riscontrato accumulo di bimatoprost nel sangue con il passare del tempo, mentre il profilo di sicurezza era lo stesso sia in pazienti anziani che giovani.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
In studi non-clinici sono stati osservati effetti soltanto ad esposizioni considerate significativamente superiori all’esposizione umana massima, il che depone per una scarsa rilevanza clinica.
Nelle scimmie la somministrazione oculare giornaliera di bimatoprost a concentrazioni ≥ 0,3 mg/ml per un anno, ha causato un aumento della pigmentazione iridea ed effetti perioculari reversibili dose-dipendenti, caratterizzati da un prominente solco superiore e/o inferiore ed allargamento della fessura palpebrale. Il meccanismo di aumento della pigmentazione iridea sembrerebbe dovuto ad una aumentata stimolazione nella produzione di melanina nei melanociti e non all’aumento del numero di melanociti. Non sono state osservate modificazioni funzionali o microscopiche legate agli effetti perioculari, ed è sconosciuto il meccanismo d’azione relativo ai cambiamenti perioculari riscontrati.
In una serie di studi in vitro e in vivo il bimatoprost non si è rivelato mutageno o carcinogeno.
Bimatoprost non ha danneggiato la fertilità in ratti a dosi fino a 0,6 mg/kg/al giorno (almeno 103 volte la dose utilizzata per l’uomo). In studi sullo sviluppo dell’embrione/ feto sono stati osservati aborti, ma non effetti sullo sviluppo, in topi e ratti a dosi che erano, rispettivamente, almeno 860 o 1.700 volte più alte rispetto alle dosi umane. Queste dosi risultavano in esposizioni sistemiche di almeno, rispettivamente, 33 o 97 volte più alte di quelle indicate per l’uomo. In studi peri/post natali effettuati su ratti, la tossicità materna causava un periodo di gestazione ridotto, morte del feto e diminuzione del peso dei cuccioli, a dosi ≥ 0,3 mg/kg/al giorno (almeno 41 volte rispetto a quella indicata per l’uomo). Le funzioni neuro comportamentali della prole non erano coinvolte.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Cloruro di sodio
Sodio fosfato bibasico eptaidrato Acido citrico monoidrato
Acido cloridrico o sodio idrossido (per regolare il pH) Acqua depurata
06.2 Incompatibilità
Non pertinente.
06.3 Periodo di validità
2 anni
28 giorni dopo la prima apertura.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Non conservare a temperatura superiore a 25ºC. Conservare nella flacone originale e tenere il flacone nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Flacone Sistema Novelia® in polietilene a bassa densità chiuso con un sottosistema bianco costituito da ugello e cappuccio (polietilene ad alta densità e silicone). Anche il silicone viene a contatto con la soluzione in quanto parte dei componenti.
Ogni flacone contiene 3 millilitri di soluzione. Ogni confezione contiene 1 flacone.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Nessuna istruzione particolare per lo smaltimento.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Desarrollo Farmacéutico, S.L
Polígono Mocholí C/Noain 1
31110 Noáin Navarra. Spagna
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
“0,3 mg/ml collirio, soluzione” 1 flacone in LDPE da 3 ml AIC n. 045014014
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data della prima autorizzazione: Data del rinnovo più recente:
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 21/07/2019
Ultimo aggiornamento A.I.FA.: 02/03/2020