Rifapiam: effetti collaterali e controindicazioni

Rifapiam: effetti collaterali e controindicazioni

Rifapiam (Rifampicina) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Infezioni da microrganismi sensibili alla rifampicina ed in particolare da micobatterio tubercolare e da altri micobatteri.

Infezioni gravi da altri microrganismi sensibili, non trattabili con altri antibiotici; polmonite da Legionella (in associazione con eritromicina), infezioni da Staph. aureus resistente alla penicillina.

Rifapiam: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Rifapiam ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Rifapiam, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Rifapiam: controindicazioni

Rifapiam non va somministrato a pazienti con ipersensibilità alla rifampicina e in caso di ittero.

Rifapiam: effetti collaterali

Raramente, con l’uso della rifampicina sono stati riferiti disturbi gastrointestinali quali dolori epigastrici, anoressia, nausea, vomito, meteorismo, crampi e diarrea.

In altri casi sono stati segnalati cefalea, sonnolenza, astenia, vertigini, diminuzione del potere di concentrazione, disturbi della vista, debolezza muscolare, dolori alle estremità, disturbi mestruali.

Reazioni secondarie di ipersensibilità sono state descritte con eruzioni cutanee, orticaria, prurito, eosinofilia, stomatiti e glossiti ulcerative.

In casi isolati: trombocitopenia, leucopenia, anemia emolitica, epatite con ittero, insufficienza renale, ematuria, emoglobinuria, variazione dei tassi della bilirubina, della fosfatasi alcalina e delle transaminasi, nonchè delle prove con BSF.

Rifapiam: avvertenze per l’uso

La sensibilità dei germi patogeni o la loro possibile resistenza primaria o acquisita dovrebbe essere determinata per mezzo di antibiogramma, analogamente a quanto è previsto in generale per un corretto uso degli antibiotici.

La somministrazione di rifampicina può accompagnarsi ad induzione dei sistemi enzimatici farmaco-metabolizzanti del fegato (vedi "Interazioni").

Alle donne in trattamento con contraccettivi orali, durante la terapia con Rifapiam si suggerisce l’uso di mezzi anticoncezionali di tipo non ormonale in quanto nel corso di trattamento combinato può essere compromesso, sia pure in rari casi, l’effetto dei preparati ormonici ovariostatici.

La somministrazione del prodotto deve essere contenuta in periodi limitati di tempo e, tutte le volte che risulti possibile, deve essere effettuata a bassi dosaggi e con somministrazione alterna di altri sussidi terapeutici.

Agli epatopatici, particolarmente nei casi di alcolismo cronico e di cirrosi epatica, Rifapiam dovrà essere somministrato solamente in caso di effettiva necessità e sotto controllo medico. In tali casi si raccomanda inoltre di impiegare una posologia ridotta dell’antibiotico e di ridurre al minimo l’uso e il dosaggio di altri eventuali farmaci somministrati, specie se potenzialmente epatotossici e di controllare la funzionalità epatica.

In questi pazienti, nonché in soggetti anziani in cattivo stato di nutrizione e nella prima infanzia, si deve usare cautela particolare, specialmente in caso di simultanea somministrazione di isoniazide.

La frequenza e la gravità delle reazioni secondarie di tipo ematologico possono essere aumentate dall’uso contemporaneo di isoniazide.

Nei pazienti sottoposti a trattamento cronico con rifampicina sono consigliabili controlli periodici del quadro ematico e della funzionalità epatica.

Per quest’ultima non si deve praticare il test della bromosulfonftaleina in quanto la rifampicina ha un’azione competitiva rispetto all’eliminazione della bromosulfonftaleina stessa e potrebbe dare l’impressione di un’alterazione funzionale del fegato.

Nel trattamento di infezioni non tubercolari, se si sospetta una forma tubercolare associata, Rifapiam non deve essere usato prima che sia chiarita la diagnosi per non mascherare il processo tubercolare e non provocare l’insorgere di una resistenza micobatterica.

La somministrazione di Rifapiam può causare un colore rossastro più o meno marcato delle urine, della secrezione lacrimale, dell’espettorato. Tali fenomeni non devono destare preoccupazione.

Il granulato per sospensione estemporanea contiene sodio metabisolfito; tale sostanza può provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici, reazioni di tipo allergico ed attacchi asmatici gravi.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco