Sandrena: effetti collaterali e controindicazioni

Sandrena: effetti collaterali e controindicazioni

Sandrena 1 mg gel (Estradiolo) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) per i sintomi da carenza estrogenica nelle donne in post-menopausa.

L’esperienza di trattamento nelle donne di età superiore ai 65 anni è limitata.

Sandrena 1 mg gel: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Sandrena 1 mg gel ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Sandrena 1 mg gel, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Sandrena 1 mg gel: controindicazioni

Carcinoma mammario accertato, sospetto o pregresso

Tumori maligni estrogeno-dipendenti accertati o sospetti (p. es. carcinoma endometriale)

Emorragie genitali non diagnosticate

Iperplasia endometriale non trattata

Tromboembolia venosa in atto (trombosi venosa profonda, embolia polmonare) o pregressa

Malattie trombofiliche accertate (per es. carenza di proteina C, proteina S o antitrombina, vedere paragrafo 4.4)

Malattia tromboembolica arteriosa in atto o recente (p. es. angina, infarto del miocardio)

Malattia epatica acuta o esiti di malattia epatica fino a quando i test di funzionalità epatica non siano tornati alla normalità

Ipersensibilità nota alla sostanza attiva o a qualunque eccipiente elencato nel paragrafo 6.1

Porfiria

Sandrena 1 mg gel: effetti collaterali

Durante i primi mesi di trattamento si può verificare emorragia da sospensione, spotting e dolorabilità o ingrossamento del seno. Questi effetti sono di solito temporanei e normalmente scompaiono con la continuazione del trattamento. Le reazioni avverse sono state registrate ad esempio in 3 studi clinici di fase III (n = 611 donne a rischio) e sono stati inclusi nella tabella se considerate almeno probabilmente correlate al trattamento con 50 mcg/die di estradiolo o 100 mcg/die di estradiolo, rispettivamente, dopo applicazione transdermica.

La seguente tabella elenca le reazioni avverse registrate negli studi clinici e quelle riportate dopo la commercializzazione. La manifestazione di reazioni avverse al farmaco è attesa in totale nel 76% dei pazienti. Le reazioni avverse al farmaco che compaiono in percentuale maggiore del 10% nei pazienti degli studi clinici sono relative alla sede di somministrazione ed al dolore al seno.

Gli effetti indesiderati associati al trattamento con estradiolo transdermico, in accordo alla classificazione per sistemi e organi, sono riportati nella seguente tabella

Classificazione per sistemi e organi Comune(≥1/100, <1/10) Non comune(≥1/1.000, <1/100) Raro(≥1/10.000, <1/1000) Reazioni avverse post-marketing con frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Neoplasia benigna del seno, neoplasia benigna dell’endometrio Fibromi uterini
Disturbi del sistema immunitario Reazione di ipersensibilità Esacerbazione dell’angioedema ereditario
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Aumento di peso, diminuzione di peso Aumento di appetito, ipercolesterolemia¹
Disturbi psichiatrici Depressione, nervosismo, letargia Ansia, insonnia, apatia, labilità emotiva, difficoltà di concentrazione, variazioni della libido e dell’umore, euforia¹, agitazione¹
Patologie del sistema nervoso Mal di testa, capogiri Emicrania, parestesia,tremore¹
Patologie dell’occhio Compromissione della visione, occhio secco¹ Intolleranza alle lenti a contatto
Patologie cardiache Palpitazioni
Patologie vascolari Vampate di calore Ipertensione¹, flebiti superficiali¹, porpora Tromboembolia venosa (cioè trombosi venosa profonda degli arti inferiori e pelvica ed embolia polmonare Episodi di ischemia cerebrale
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea¹, rinite¹
Patologie gastrointestinali Nausea, vomito, crampi allo stomaco, flatulenza, dolore addominale Costipazione, dispepsia¹, diarrea¹, disturbi rettali¹ Gonfiore (distensione addominale)
Patologie epatobiliari Alterazioni della funzionalità epatica e del flusso biliare Ittero colestatico
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Eruzione cutanea, prurito Acne, alopecia, pelle secca, patologia delle unghie¹, nodulo della pelle¹, irsutismo¹, eritema nodoso, orticaria Dermatite da contatto, eczema
Patologiedel sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Patologie articolari, crampi muscolari
Patologie renali e urinarie Aumento della frequenza/urgenza della minzione, incontinenza urinaria¹, cistite¹, decolorazione delle urine¹, ematuria¹
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Sanguinamento vaginale inatteso o spotting, secrezione vaginale, disturbi della vulva/vagina, disturbi mestruali, dolore/tensione al seno Ingrossamento del seno, dolorabilità mammaria, iperplasia endometriale, patologia dell’utero¹ Dismenorrea, sindrome simil pre-mestruale
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Irritazione cutanea al sito di applicazione, dolore, aumento della sudorazione, edema Affaticamento, test di laboratorio alterati¹, astenia¹, febbre¹, sindrome para-influenzale¹, malessere¹

¹Sono stati segnalati come singoli casi negli studi clinici. Data la ridotta popolazione coinvolta nello studio (n = 611) non può essere determinatosulla base di questi risultati se gli eventi sono non comuni o rari.

²Vedere paragrafi 4.3 e 4.4.

Sono state riportate altre reazioni avverse in associazione al trattamento estroprogestinico:

• Neoplasie estrogeno-dipendenti benigne e maligne, per es. carcinoma endometriale.

Infarto miocardico ed ictus.

• Colecistopatie.

• Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: cloasma, eritema multiforme,porpora vascolare.

• Probabile demenza dopo i 65 anni di età (vedere paragrafo 4.4).

Rischio di carcinoma mammario

E’ stato riportato un aumento fino a 2 volte del rischio di avere una diagnosi di carcinoma mammario in donne trattate con terapia estroprogestinica combinata per più di 5 anni.

L’aumento del rischio nelle donne in trattamento con la sola terapia estrogenica è sostanzialmente inferiore a quello osservato nelle donne che assumono combinazioni estroprogestiniche.

• Il livello di rischio dipende dalla durata d’uso della TOS (vedere paragrafo 4.4).

Di seguito vengono presentati i risultati dei 2 più ampi studi: studio clinico randomizzato controllato con placebo (studio WHI) e studio epidemiologico (MWS).

Studio Million Women – Rischio aggiuntivo di carcinoma mammario stimato dopo 5 anni d’uso

Fascia di età (anni) Casi aggiuntivi per 1.000 non utilizzatrici di TOS nell’arco di 5 anni*2 Rapporto di rischio # Casi aggiuntivi per 1.000 utilizzatrici di TOS nell’arco di 5 anni (95% CI)
TOS a base di soli estrogeni
50-65 9-12 1,2 1-2 (0-3)
TOS a base di associazioni estroprogestiniche
50-65 9-12 1,7 6 (5-7)
*2 Tratti dalle percentuali di incidenza basali nei paesi sviluppati
#Rapporto di rischio globale. Il rapporto di rischio non è costante ma aumenta con l’aumentare della durata d’uso.
Nota: Poichè il quadro dell’incidenza di carcinoma mammario è diverso nei paesi europei, anche il numero di casi aggiuntivi di carcinoma mammario cambierà in maniera proporzionale.

Studi USA WHI – Rischio aggiuntivo di carcinoma mammario dopo 5 anni d’uso

Fascia di età (anni) Incidenza per 1.000 donne nel braccio placebo nell’arco di 5 anni Rapporto di rischio & 95% CI Casi aggiuntivi per 1.000 utilizzatrici di TOS nell’arco di 5 anni (95% CI)
CEE a base di soli estrogeni
50-79 21 0,8 (0,7-1,0) -4 (-6-0)*3
CEE+MPA estrogeni & progestinici*
50-79 17 1,2 (1,0-1,5) +4 (0-9)
*3 Studio WHI in donne senza utero, che non ha mostrato un aumento del rischio di carcinoma mammario
âE.?Restringendo l’analisi alle donne che non avevano utilizzato TOS prima dello studio, non si è osservato un aumento evidente del rischio durante i primi 5 anni di trattamento: dopo 5 anni il rischio è risultato superiore rispetto alle donne non utilizzatrici di TOS.

Rischio di carcinoma endometriale

Donne in post-menopausa con utero

Il rischio di carcinoma endometriale è di circa 5 casi ogni 1.000 donne con utero che non utilizzano TOS.

Nelle donne con utero, l’uso di TOS a base di soli estrogeni non è raccomandato a causa dell’aumento del rischio di carcinoma endometriale (vedere paragrafo 4.4).

L’aumento del rischio di carcinoma endometriale negli studi epidemiologici varia tra 5 e 55 casi aggiuntivi diagnosticati per ogni 1.000 donne di età compresa tra i 50 e i 65 anni, in funzione della durata e della dose della terapia con soli estrogeni.

L’aggiunta di un progestinico alla terapia con soli estrogeni per almeno 12 giorni per ciclo può prevenire questo aumento del rischio. Nello Studio Million Women, l’uso per cinque anni della TOS combinata (sequenziale o continuata) non ha prodotto un aumento del rischio di carcinoma endometriale (RR pari a 1,0 [0,8-1,2]).

Rischio di carcinoma ovarico

L’uso di una TOS a base di soli estrogeni o di associazioni estroprogestiniche è stato associato ad un leggero aumento del rischio di una diagnosi di carcinoma ovarico (vedere paragrafo 4.4).

Una meta-analisi di 52 studi epidemiologici ha riportato un aumento del rischio di cancro dell’ovaio nelle donne in trattamento con una TOS rispetto alle donne che non ne avevano mai fatto uso (RR 1,43, 95% CI 1,31-1,56). Per le donne di età compresa tra 50 e 54 anni che stavano seguendo una TOS da 5 anni, è stato registrato circa 1 caso aggiuntivo su 2.000 donne trattate. Nelle donne di età compresa tra 50 e 54 anni che non seguono una TOS, circa 2 donne su 2.000 riceveranno una diagnosi di cancro dell’ovaio nell’arco di 5 anni.

Rischio di tromboembolismo venoso

La TOS è associata ad un aumento di 1,3-3 volte del rischio relativo di sviluppare tromboembolismo venoso (TEV), cioè trombosi venosa profonda o embolia polmonare. Il verificarsi di tali eventi è più probabile nel primo anno d’utilizzo della terapia ormonale (vedere paragrafo 4.4). Di seguito vengono presentati i risultati degli studi WHI:

Studi WHI – Rischio aggiuntivo di TEV dopo 5 anni di utilizzo di TOS

Fascia di età (anni) Incidenza per 1.000 donne nel braccio placebo nell’arco di 5 anni Rapporto di rischio e 95% CI Casi aggiuntivi per 1.000 utilizzatrici di TOS
Soli estrogeni orali*4
50-59 7 1,2 (0,6-2,4) 1 (-3-10)
Associazioni estroprogestiniche orali
50-59 4 2,3 (1,2-4,3) 5 (1-13)
*4 Studio in donne senza utero

Rischio di coronaropatia

• Il rischio di coronaropatia aumenta leggermente nelle utilizzatrici di TOS a base di associazioni estroprogestiniche dopo i 60 anni di età (vedere paragrafo 4.4).

Rischio di ictus ischemico

• L’uso della terapia a base di soli estrogeni e di estrogeni + progestinici è associato ad un aumento fino a 1,5 volte del rischio relativo di ictus ischemico. Il rischio di ictus emorragico non aumenta durante l’uso di TOS.

Questo rischio relativo non dipende dall’età o dalla durata d’uso ma, poichè il rischio basale è fortemente dipendente dall’età, il rischio globale di ictus nelle donne che utilizzano TOS aumenterà con l’età; vedere paragrafo 4.4.

Studi WHI associati – Rischio aggiuntivo di ictus ischemico25 nel corso di 5 anni di utilizzo

Fascia di età (anni) Incidenza per 1.000 donne nel braccio placebo nell’arco di 5 anni Rapporto di rischio e 95% CI Casi addizionali per 1.000 utilizzatrici di TOS nell’arco di 5 anni
50-59 8 1,3 (1,1-1,6) 3 (1-5)
*5 Non è stata adottata una differenziazione tra ictus ischemico ed emorragico

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: https://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

Sandrena 1 mg gel: avvertenze per l’uso

Per il trattamento dei sintomi della postmenopausa, la TOS deve essere iniziata solo nel caso in cui i sintomi influenzano sfavorevolmente la qualità della vita. In ogni

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caso, un’accurata valutazione dei rischi e dei benefici deve essere effettuata almeno annualmente e la TOS deve essere continuata solo fino a quando il beneficio ottenuto è superiore al rischio.

I dati riguardanti il rischio associato alla TOS nel trattamento della menopausa precoce sono limitati. Tuttavia, in considerazione del basso livello di rischio assoluto nelle donne più giovani, il rapporto rischio/beneficio per queste donne può rivelarsi più favorevole rispetto alle donne più anziane.

Esame medico e follow-up

Prima di iniziare o reintrodurre una terapia ormonale sostitutiva (TOS), è necessario raccogliere un’accurata anamnesi medica personale e familiare della paziente. Deve inoltre essere eseguito un esame generale (incluso l’esame pelvico e del seno), guidato dall’anamnesi, dalle controindicazioni e dalle avvertenze per l’uso. Durante il trattamento si raccomandano controlli periodici, la cui frequenza e natura devono essere adattati a ciascuna donna. Alle donne deve essere consigliato di riferire al proprio medico o infermiere ogni cambiamento nel loro seno (vedere dì seguìto “Tumore al seno”).

Devono essere eseguiti esami di controllo incluso l’utilizzo di appropriata diagnostica per immagini, per es. la mammografia in accordo alle pratiche di screening correntemente accettate, adattate secondo le necessità cliniche individuali.

Condizioni che necessitano di supervisione medica

Se una delle seguenti condizioni è presente, si è verificata in precedenza e/o si è aggravata durante la gravidanza o un precedente trattamento ormonale, la paziente deve essere strettamente controllata. Deve essere preso in considerazione che tali condizioni possono riverificarsi o aggravarsi durante il trattamento con Sandrena. In particolare:

Leiomioma (fibroidi uterini) o endometriosi

Fattori di rischio per disordini tromboembolici (vedere sotto)

Fattori di rischio per tumori estrogeno-dipendenti, per es. ereditarietà di 1° grado per cancro mammario

Ipertensione

Disturbi epatici (per es. adenoma epatico)

Diabete mellito con o senza coinvolgimento vascolare

Colelitiasi

Emicrania o (grave) mal di testa

Lupus eritematoso sistemico

Storia di iperplasia endometriale (vedere sotto)

Epilessia

Asma

Otosclerosi

Angioedema ereditario

Indicazioni per un’immediata sospensione del trattamento

Il trattamento deve essere sospeso nel caso venga evidenziata una controindicazione e nei seguenti casi:

Ittero o deterioramento della funzione epatica;

Aumento significativo della pressione arteriosa;

Insorgenza di cefalea di tipo emicranico;

Gravidanza.

Iperplasia endometriale e carcinoma

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Nelle donne con utero intatto, il rischio di iperplasia e carcinoma endometriale aumenta in seguito alla somministrazione di soli estrogeni per periodi prolungati. L’aumento del rischio di cancro endometriale riportato nelle donne che fanno uso di soli estrogeni è di 2-12 volte maggiore rispetto a quello nelle donne che non ne fanno uso, ed è dipendente dalla durata del trattamento e dalla dose di estrogeni (vedere paragrafo 4.8).

Dopo l’interruzione del trattamento il rischio può rimanere elevato per almeno 10 anni.

L’aggiunta di un progestinico eseguita ciclicamente per almeno 12 giorni al mese/ciclo di 28 giorni o una terapia associata estroprogestinica continuativa in donne non isterectomizzate previene l’aumento del rischio associato alla TOS con soli estrogeni.

Sanguinamenti da sospensione e spotting possono verificarsi durante i primi mesi di trattamento. Se tali episodi compaiono dopo qualche tempo dall’inizio della terapia, o continuano dopo la sospensione del trattamento, le cause di tali fenomeni devono essere investigate, anche mediante biopsia endometriale per escludere un tumore maligno dell’endometrio.

Una stimolazione estrogenica non bilanciata può portare alla trasformazione premaligna o maligna di foci residui di endometriosi. Pertanto, l’aggiunta di progestinici alla TOS con soli estrogeni deve essere considerata nelle donne sottoposte ad isterectomia per endometriosi, specialmente in caso di endometriosi residua.

Tumore al seno

I dati globali disponibili evidenziano un aumentato rischio di tumore mammario in donne che hanno assunto una TOS a base di combinazioni estroprogestiniche e anche in quelle che hanno assunto soli estrogeni, questo dipende dalla durata dell’assunzione di TOS.

Terapia a base di combinazioni estroprogestiniche:

Lo studio clinico randomizzato e controllato con placebo “Women’s Health Initiative” (WHI) e gli studi epidemiologici sono concordi nell’individuare un aumento del rischio di tumore mammario nelle donne che hanno assunto una TOS a base di combinazioni estroprogestiniche che si manifesta dopo circa 3 anni (vedere paragrafo 4.8).

Terapia a base di soli estrogeni:

Lo studio WHI non ha evidenziato un aumento del rischio di tumore mammario in donne che avevano subito isterectomia trattate con TOS a base di soli estrogeni. Studi osservazionali hanno per la maggior parte riportato un piccolo aumento del rischio di diagnosi di tumore al seno che è sostanzialmente inferiore a quello rilevato nelle donne trattate con associazioni estroprogestiniche (vedere paragrafo 4.8).

L’aumento del rischio si manifesta entro pochi anni dall’inizio della terapia ma ritorna alla situazione basale dopo un numero limitato di anni (al massimo cinque) dalla sospensione del trattamento.

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La TOS, in particolare quella combinata estroprogestinica, aumenta la densità delle immagini mammografiche che può influenzare negativamente l’individuazione radiologica del tumore del seno.

Tumore ovarico

L’insorgenza di tumore ovarico è molto più rara del tumore mammario. L’utilizzo a lungo termine (almeno 5-10 anni) di TOS con soli estrogeni è stato associato ad un leggero aumento del rischio di tumore ovarico (vedere paragrafo 4.8).

Alcuni studi, compreso lo studio WHI, suggeriscono che l’uso prolungato di TOS con prodotti combinati può comportare un rischio simile o leggermente inferiore (vedere paragrafo 4.8).

Tromboembolismo venoso

La TOS è associata ad un rischio 1,3-3 volte maggiore di sviluppare tromboembolismo venoso (TEV), cioè trombosi venosa profonda od embolia polmonare. Il verificarsi di tali eventi è più probabile nel primo anno di TOS che successivamente (vedere paragrafo 4.8).

I pazienti con una storia di TEV o con stati trombofilici accertati hanno un rischio maggiore di sviluppare TEV, e la TOS può ulteriormente aggravare tale rischio. La TOS è quindi controindicata in questi pazienti (vedere paragrafo 4.3).

I fattori di rischio per TEV generalmente riconosciuti includono: uso di estrogeni, età avanzata, chirurgia maggiore, immobilizzazione prolungata, obesità (IMC > 30 kg/m2), gravidanza/periodo post-parto, lupus eritematoso sistemico (LES) e tumore. Non vi è consenso unanime sul possible ruolo delle vene varicose nel TEV.

Come avviene per tutti i pazienti operati, si devono prendere in considerazione misure profilattiche adeguate per prevenire l’insorgenza di TEV post-operatorio. Qualora sia prevista immobilizzazione prolungata a seguito di interventi di chirurgia elettiva, si raccomanda di sospendere temporaneamente la TOS 4 o 6 settimane prima dell’intervento. Il trattamento non deve essere ripreso prima della completa mobilizzazione della donna.

Alle donne senza anamnesi personale di TEV ma con un parente di primo grado con storia di trombosi in giovane età può essere proposto uno screening non senza prima averne discusso i limiti (solo una percentuale di problemi trombifilici viene identificata tramite screening). Nel caso in cui venga identificato un difetto trombofilico che evidenzi una predisposizione alla trombosi nei membri familiari, o se il difetto osservato è “grave” (per es. carenza di antitrombina, proteina S o proteina C o una combinazione di difetti), l’uso di TOS è controindicato.

Le donne già in trattamento cronico con anticoagulanti richiedono una valutazione accurata del rapporto rischio/beneficio della TOS.

Se dovesse manifestarsi tromboembolia venosa dopo l’inizio della terapia, il farmaco deve essere sospeso. Le pazienti devono essere avvisate di contattare il proprio medico immediatamente quando si accorgono di un sintomo potenziale di tromboembolia (p. es. gonfiore doloroso di una gamba, improvviso dolore al torace, dispnea).

Coronaropatia (CAD)

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Gli studi clinici randomizzati e controllati non evidenziano una protezione contro l’infarto miocardico in donne con o senza CAD trattate con TOS a base di estroprogestinici combinati o di soli estrogeni.

Terapia a base di combinazioni estroprogestiniche

Il rischio relativo di CAD durante l’assunzione di TOS a base di estrogeni+progesterone risulta leggermente aumentato. Poichè il rischio assoluto basale di CAD è fortemente dipendente dall’età, il numero aggiuntivo di casi di CAD dovuto alla terapia estroprogestinica è molto basso nelle donne sane vicine alla menopausa, ma è destinato ad aumentare con l’avanzare dell’età.

Terapia a base di soli estrogeni

Gli studi clinici randomizzati e controllati non hanno evidenziato un aumento del rischio di CAD in donne isterectomizzate in terapia con soli estrogeni.

Ictus ischemico

L’impiego della terapia a base di combinazioni estroprogestiniche e di soli estrogeni è associata ad un aumento di 1,5 volte del rischio di ictus ischemico. Il rischio relativo rimane invariato rispetto all’età e al tempo da quando è insorta la menopausa. Tuttavia, poichè il rischio basale di ictus è fortemente dipendente dall’età, il rischio globale di ictus in donne che ricevono TOS è destinato ad aumentare con l’età (vedere paragrafo 4.8).

Altre condizioni

Gli estrogeni possono causare ritenzione idrica, e pertanto, pazienti con disfunzione renale o cardiaca devono essere accuratamente valutate. Pazienti con insufficienza renale terminale devono essere tenute strettamente in osservazione.

Donne con preesistente ipertrigliceridemia devono essere strettamente seguite durante la terapia sostitutiva estrogenica o ormonale poiché con questo regime terapeutico sono stati riportati rari casi di notevoli aumenti di trigliceridi plasmatici con conseguente pancreatite.

Gli estrogeni aumentano i livelli di TBG, la globulina legante l’ormone tiroideo, con conseguente aumento dei livelli dell’ormone tiroideo totale circolante che viene misurato con la PBI (protein-bound iodine), con i livelli del T4 (metodo su colonna o RIA) o del T3 (metodo RIA). La captazione di T3 è ridotta a dimostrazione dell’aumento di TBG. Le frazioni libere di T4 e T3 non sono modificate. Altre proteine leganti come la corticoglobulina (CBG) e la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG) possono essere aumentate e portare ad un aumento rispettivamente dei livelli circolanti di corticosteroidi e steroidi sessuali. Le concentrazioni ormonali libere o biologicamente attive sono immodificate. Altre proteine plasmatiche possono essere aumentate (substrato angiotensinogeno/renina, alfa-l-antitripsina, ceruloplasmina).

Occasionalmente può comparire cloasma, soprattutto nelle donne con una storia di cloasma verificatosi in gravidanza. Le donne con tendenza al cloasma devono ridurre al minimo l’esposizione al sole o ai raggi ultravioletti durante la TOS.

L’uso della TOS non migliora la funzione cognitiva. E’ stato osservato un aumento del rischio di probabile demenza in donne che iniziano ad usare la TOS combinata continua o a base di soli estrogeni dopo i 65 anni di età.

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Questo medicinale contiene propilenglicole e, pertanto, può causare irritazione cutanea.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco