Zenapax: effetti collaterali e controindicazioni

Zenapax: effetti collaterali e controindicazioni

Zenapax (Daclizumab) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Zenapax è indicato nella profilassi del rigetto acuto di organo nel trapianto renale allogenico de novo e in pazienti che non sono altamente immunizzati deve essere usato in associazione a un regime immunosoppressivo con ciclosporina e corticosteroidi.

Zenapax: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Zenapax ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Zenapax, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Zenapax: controindicazioni

Zenapax è controindicato in pazienti con nota ipersensibilità al daclizumab o ad uno qualsiasi degli eccipienti del prodotto (vedere sezione 6.1).

Zenapax è controindicato durante la gravidanza e l’allattamento.

Zenapax: effetti collaterali

La tollerabilità di Zenapax è stata studiata verso placebo in pazienti che ricevevano, in concomitanza, regimi di terapia immunosoppressiva con ciclosporina e corticosteroidi da soli, con l’associazione dell’azatioprina o con l’associazione del micofenolato mofetile. L’incidenza e il tipo di eventi avversi sono simili nei pazienti trattati con placebo e con Zenapax. Sono stati riportati eventi avversi dal 95% dei pazienti appartenenti al gruppo trattato con placebo e dal 96% dei pazienti appartenenti al gruppo trattato con daclizumab. Sono stati riportati eventi avversi gravi nel 44,4% dei pazienti appartenenti al gruppo trattato con placebo e nel 39,9% dei pazienti appartenenti al gruppo trattato con Zenapax.

Anti-Tac umanizzato (Ro 24-7375)

Prevenzione del rigetto di trapianto renale allogenico

Protocolli O14392, O14393, O14874 e O15301 riuniti

Tabella 1: percentuale di pazienti che hanno sperimentato eventi avversi durante i primi 3 mesi post-trapianto (sono compresi solo gli eventi avversi verificatesi nel 5% o più dei pazienti di ciascun gruppo)

Sistema corporeo e evento avverso Placebo(N = 293) HAT*(N = 336)
Disturbi dell’apparato gastroenterico 68 67
Costipazione 38 35
Nausea 26 27
Diarrea 16 15
Vomito 14 15
Dolore addominale 13 10
Pirosi 10 8
Dispepsia 5 7
Distensione addominale 4 6
Dolore epigastrico non correlato al cibo 4 5
Disturbi metabolici e nutrizionali 50 45
Edema alle estremità 30 28
Edema 18 16
Sovraccarico di fluidi 6 3
Disturbi del sistema nervoso centrale e periferico 41 46
Tremori 16 19
Cefalea 15 16
Vertigini 4 5
Disturbi dell’apparato urinario 45 39
Oliguria 11 10
Disuria 12 6
Necrosi del tubulo renale 7 7
Danno renale 8 5
Organismo in generale – Disturbi generali 40 37
Dolore post-traumatico 20 21
Dolore toracico 9 9
Febbre 10 5
Dolore 8 7
Tremori 5 3
Disturbi del sistema nervoso autonomo 36 38
Ipertensione 21 25
Ipotensione 10 9
Aggravamento dell’ipertensione 7 7
Disturbi dell’apparato respiratorio 37 35
Dispnea 15 12
Edema polmonare 4 6
Tosse 5 5
Disturbi della cute e delle appendici cutanee 28 32
Alterata cicatrizzazione delle ferite senza infezione 10 12
Acne 7 9
Prurito 6 4
Disturbi psichiatrici 29 25
Insonnia 14 13
Affaticamento 10 7
Ansietà 6 2
Disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico 26 26
Dolore muscoloscheletrico 12 13
Dolore alla schiena 8 7
Battito e ritmo cardiaco 12 11
Tachicardia 7 7
Apparato vascolare extracardiaco 10 12
Trombosi 4 5
Piastrine, emorragia e alterazioni della coagulazione 11 8
Emorragia 11 7
Sistema ematico e linfatico 8 8
Linfocele 7 7
Disturbi nel sito di somministrazione 5 5
Reazioni nel sito di somministrazione 5 5
* HAT = anti-Tac umanizzato

In un certo numero di sistemi corporei sono stati osservati altri eventi avversi meno frequenti (nel 2% o più e in meno del 5% dei pazienti) che includono flatulenza, gastrite, emorroidi, diabete mellito, disidratazione, idronefrosi, sanguinamento delle vie urinarie, disordini del tratto urinario, insufficienza renale, debolezza generalizzata, ritenzione urinaria, crampi alle gambe, sensazione di puntura, atelectasia, congestione, faringite, rinite, ipossia, rantoli, rumori respiratori anomali, versamento pleurico, ipertricosi, eruzione cutanea, sudori notturni, aumento della sudorazione, depressione, artralgia, mialgia e visione offuscata.

Incidenza di neoplasie: tre anni dopo il trattamento, l’incidenza dei tumori maligni era del 7,8% nel gruppo trattato con placebo in confronto al 6,4% nel gruppo trattato con Zenapax. L’aggiunta di Zenapax non ha aumentato il numero di linfomi post-trapianto, che si sono verificati con una frequenza pari a 1,5% nel gruppo trattato con placebo e a 0,7% nel gruppo trattato con Zenapax.

Iperglicemia: Non sono state osservate differenze nei risultati dei test di laboratorio ematologici o chimici tra i gruppi trattati con placebo e con Zenapax con l’eccezione della glicemia a digiuno. La glicemia a digiuno è stata misurata in un limitato numero di pazienti trattati con placebo e con Zenapax. Un totale pari al 16% (10 su 64 pazienti) di trattati con placebo e al 32% (28 su 88 pazienti) di trattati con Zenapax avevano elevati livelli di glicemia a digiuno. La maggior parte dei valori elevati è stata riscontrata il primo giomo post-trapianto quando i pazienti avevano ricevuto alte dosi di corticosteroidi o nei pazienti con diabete.

Nel corso dei primi 6 mesi successivi al trapianto si è verificato il decesso del 3,4% dei pazienti del gruppo trattato con placebo e dello 0,6% dei pazienti appartenenti al gruppo trattato con Zenapax. La mortalità a 12 mesi è stata del 4,4% nel gruppo trattato con placebo e dell’1,5% nel gruppo trattato con Zenapax.

Sono stati riportati episodi di infezioni, comprendenti infezioni virali, infezioni funginee, batteremia e setticemia, e polmonite, nel 72% dei pazienti trattati con placebo e nel 68% di quelli trattati con Zenapax. Il tipo di infezioni riportate è stato simile nei due gruppi di trattamento. Sono state riportate infezioni da citomegalovirus nel 16% dei pazienti del gruppo trattato con placebo e nel 13% dei pazienti del gruppo trattato con Zenapax.

Raramente sono state segnalate reazioni di ipersensibilità gravi a seguito della somministrazione di Zenapax (vedere sezione 4.4)

Pazienti pediatrici: la tollerabilità di Zenapax in pazienti pediatrici è risultata comparabile a quella nei pazienti adulti. Tuttavia, i seguenti eventi avversi si sono verificati con maggiore frequenza nei pazienti pediatrici: diarrea (41%), dolore post-operatorio (38%), febbre (33%), vomito (33%), ipertensione (28%), prurito (21%) e infezioni del tratto respiratorio superiore (20%) e del tratto urinario (18%).

Zenapax: avvertenze per l’uso

Non ci sono esperienze relative all’utilizzo di Zenapax in pazienti altamente immunizzati.

In seguito alla somministrazione di proteine si possono avere reazioni di tipo anafilattico. Sono state riportate raramente reazioni di ipersensibilità gravi ed acute (comparsa entro 24 ore) per esposizione iniziale o ripetuta a Zenapax. Le manifestazioni cliniche di queste reazioni comprendono ipotensione, tachicardia, ipossia, dispnea, respiro affannoso, edema della laringe, edema polmonare, vampate di calore, diaforesi, aumento della temperatura, eruzioni cutanee e prurito. Farmaci per il trattamento di reazioni di ipersensibilità gravi devono pertanto essere disponibili per un uso immediato.

I pazienti in terapia immunosoppressiva dopo il trapianto sono sottoposti a un maggior rischio di sviluppo di malattie linfoproliferative (MLP) e di infezioni opportunistiche. Nonostante Zenapax sia un farmaco immunosoppressivo, non è stato osservato ad oggi alcun aumento delle MLP o di infezioni opportunistiche nei pazienti trattati con Zenapax. Non vi è esperienza circa il trattamento di soggetti che hanno ricevuto un trapianto con un secondo o successivi cicli di Zenapax.

In un singolo studio clinico controllato randomizzato in soggetti con trapianto cardiaco, che ha confrontato Zenapax con placebo, ciascuno usato in combinazione con micofenolato mofetile (CellCept 1,5 g due volte al giomo), ciclosporina e corticosteroidi, si sono verificati più decessi correlati a infezioni tra i pazienti che avevano ricevuto Zenapax. Dopo 1 anno dal trapianto 14 dei 261 pazienti (6,5%) che avevano ricevuto Zenapax e 4 dei 207 pazienti (1,9%) che avevano ricevuto placebo sono morti per infezione; una differenza del 4,6% (95% IC: 0,3%, 8,8%). Di questi 14 pazienti che avevano ricevuto Zenapax, 4 sono morti più di 90 giorni dopo aver ricevuto la loro ultima dose di Zenapax; è quindi improbabile che Zenapax abbia avuto un ruolo nel decesso correlato a cause infettive. Complessivamente, l’impiego di terapia con anticorpi policlonali antilinfocitari (OKT3, ATG, ATGAM) è stato simile nei pazienti che avevano ricevuto Zenapax e nei pazienti che avevano ricevuto placebo, 18,5% e 17,9% rispettivamente. Tuttavia, dei 40 pazienti che avevano ricevuto Zenapax e terapia antilinfocitaria, ne sono morti 8 (20,0%), mentre dei 37 pazienti che avevano ricevuto placebo e terapia antilinfocitaria, ne sono morti 2 (5,4%). L’uso di Zenapax in contemporanea ad un’altra terapia con anticorpi antilinfocitari in un contesto di forte immunosoppressione con ciclosporina, micofenolato mofetile e corticosteroidi, può essere un fattore che favorisce un’infezione letale.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

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Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

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Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

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Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco