Aggrenox: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato (Dipiridamolo + Acido Acetilsalicilico): sicurezza e modo d’azione

Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato (Dipiridamolo + Acido Acetilsalicilico) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

AGGRENOX è indicato nella prevenzione dell’ictus in pazienti con precedenti attacchi ischemici transitori o ictus ischemico completo dovuto a trombosi (prevenzione secondaria).

Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato: come funziona?

Ma come funziona Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato

Categoria farmacoterapeutica: antitrombotici, antiaggreganti piastrinici; codice ATC: B01AC.

L’azione antitrombotica dell’associazione acido acetilsalicilico/dipiridamolo si basa sui diversi meccanismi biochimici coinvolti.

L’acido acetilsalicilico inattiva in modo irreversibile l’enzima ciclo-ossigenasi nelle piastrine, impedendo in tal modo la produzione di trombossano A2, un potente induttore della aggregazione piastrinica e della vasocostrizione.

Il dipiridamolo inibisce la captazione di adenosina negli eritrociti, nelle piastrine e nelle cellule endoteliali in vitro e in vivo; l’inibizione ammonta a circa l’80% come massimo e si verifica in dipendenza della dose a concentrazioni terapeutiche (0,5 – 2 mcg/ml). Di conseguenza, vi è un aumento della concentrazione di adenosina a livello locale che agisce sul recettore A2 delle piastrine, stimolando l’adenilciclasi piastrinica e quindi aumentando i livelli di adenosin monofosfato ciclico (AMPc) nelle piastrine.

Pertanto, viene inibita l’aggregazione piastrinica in risposta a vari stimoli quali il fattore di attivazione piastrinica (PAF), collagene e adenosina difosfato (ADP). La ridotta aggregazione piastrinica riduce il consumo delle piastrine verso livelli normali. Inoltre, l’adenosina ha un effetto vasodilatatore e questo è uno dei meccanismi mediante i quali il dipiridamolo produce vasodilatazione.

Nei pazienti con ictus il dipiridamolo ha dimostrato di ridurre la densità delle proteine protrombotiche di superficie (PAR-1: Recettore della trombina) presenti sulle piastrine come anche di ridurre i livelli di proteina c-reattiva (CRP) e il Fattore von Willebrand (vWF). Ricerche in-vitro hanno mostrato che dipiridamolo inibisce selettivamente le citochine infiammatorie (MCP-1 e MMP-9) che derivano dall’interazione piastrina- monocita.

Farmacodinamica

Il dipiridamolo inibisce la fosfodiesterasi (PDE) in vari tessuti.

Mentre l’inibizione di AMPc-PDE è debole, i livelli terapeutici di dipiridamolo inibiscono la guanosina monofosfato ciclico-PDE (GMPc-PDE), incrementando in tal modo l’aumento di GMPc prodotta dall’EDRF (fattore rilassante derivato dall’endotelio, identificato come ossido nitrico (NO)).

Il dipiridamolo aumenta il rilascio dell’Attivatore del Plasminogeno Tissutale dalle cellule endoteliali microvascolari ed è stato dimostrato aumentare le proprietà antitrombotiche delle cellule endoteliali sulla formazione di trombi sull’adiacente matrice subendoteliale in modo dose dipendente. Il dipiridamolo è un potente ripulitore degli oxi- e peroxi-radicali.

Il dipiridamolo stimola anche la biosintesi e il rilascio di prostaciclina da parte dell’endotelio e riduce la trombogenicità delle strutture subendoteliali aumentando la concentrazione del mediatore protettivo 13-HODE (acido 13-idrossiottadecadienoico).

Mentre l’acido acetilsalicilico inibisce soltanto l’aggregazione piastrinica, il dipiridamolo inibisce inoltre l’attivazione e l’adesione piastriniche. Pertanto, gli effetti antitrombotici dell’acido acetilsalicilico e del dipiridamolo sono additivi.

Studi clinici

AGGRENOX è stato studiato in uno studio in doppio-cieco, controllato verso placebo, della durata di 24 mesi (European Stroke Prevention Study 2, ESPS2) nel quale 6602 pazienti avevano avuto un ictus ischemico o un attacco ischemico transitorio (TIA) entro tre mesi precedenti l’arruolamento.

I pazienti sono stati randomizzati ad uno dei quattro gruppi di trattamento: AGGRENOX (ASA/dipiridamolo a rilascio-prolungato) 25 mg/200 mg; dipiridamolo a rilascio- prolungato (ER-DP) 200 mg da solo; ASA 25 mg da solo o placebo. I pazienti hanno ricevuto una capsula due volte al giorno (mattina e sera).

Le valutazioni dell’efficacia includevano le analisi dell’ictus (fatale o non fatale) e morte (per qualsiasi causa) da parte di un gruppo che analizzava in cieco la morbilità e mortalità. AGGRENOX nell’ESPS-2 ha ridotto il rischio di ictus del 23,1% paragonato all’ASA 50 mg/die da solo (p=0,006) e ha ridotto il rischio di ictus del 24,7% paragonato al dipiridamolo a rilascio-prolungato 400 mg/die da solo (p=0,002).

AGGRENOX ha ridotto il rischio di ictus del 37% paragonato al placebo (p <0,001).

I risultati dello studio ESPS-2 sono sostenuti dallo studio dell’European/Australasian Stroke Prevention in Reversibile Ischaemia Trial (ESPRIT) che ha studiato un trattamento di associazione di dipiridamolo 400 mg al giorno (l’83% dei pazienti trattati con una formulazione di dipiridamolo a rilascio-prolungato) e ASA 30-325 mg al giorno. In totale sono stati arruolati 2739 pazienti che avevano avuto un ictus ischemico di origine arteriosa, 1376 nel braccio di trattamento con ASA da solo e 1363 nel braccio di trattamento con ASA più dipiridamolo. Il principale outcome è stato l’insieme di morte per tutte le cause vascolari, ictus non fatale, infarto del miocardio non fatale, o complicazioni da sanguinamento maggiore. I pazienti nel gruppo ASA più dipiridamolo hanno mostrato una riduzione del rischio del 20% (p< 0,05) per l’endpoint principale composito rispetto a quelli nel gruppo ASA da solo (12,7% verso 15,7%; rapporto di rischio [HR] 0,80, 95% CI 0,66-0,98).

PRoFESS (PRevention Regimen For Effectively avoiding Second Strokes) è uno studio a gruppi paralleli, randomizzato, internazionale, in doppio cieco e double-dummy, controllato verso farmaco attivo e placebo, a disegno fattoriale 2×2 che paragona AGGRENOX a clopidogrel, e telmisartan al placebo nella prevenzione dell’ictus in pazienti che avevano precedentemente manifestato un ictus ischemico di origine non cardioembolica.

Un totale di 20332 pazienti sono stati randomizzati al trattamento con AGGRENOX (n

= 10181) o con clopidogrel (n = 10151). L’endpoint primario è stato il tempo di comparsa della prima recidiva di ictus di qualsiasi tipo.

L’incidenza dell’endpoint primario è stata simile in entrambi i gruppi di trattamento (9,0% per AGGRENOX verso 8,8% per clopidogrel; HR 1,01, 95% IC 0,92 – 1,11).

Nessuna differenza significativa tra i gruppi in trattamento con AGGRENOX e clopidogrel è stata riscontrata per numerosi altri importanti endpoints pre-specificati, includendo l’end-point composito di ictus ricorrente, infarto del miocardio, o morte dovuta a cause vascolari (13,1% in entrambi i gruppi di trattamento; HR 0,99, 95% IC

0,92 – 1,07) e l’end-point composito di ictus ricorrente o evento emorragico maggiore (11,7% per AGGRENOX verso 11,4% per clopidogrel; HR 1,03, 95% IC 0,95 – 1,11).

Il risultato funzionale neurologico 3 mesi dopo l’ictus ricorrente è stato valutato tramite la Scala di Rankin modificata (mRS) e non è stata osservata nessuna differenza significativa nella distribuzione del mRS tra Aggrenox e clopidogrel (p = 0,3073 dal test Cochran-Armitage per tendenza lineare).

Dati sperimentali indicano che l’ibuprofene può inibire gli effetti dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull’aggregazione piastrinica quando i farmaci sono somministrati in concomitanza. In uno studio, dopo la somministrazione di una singola dose di 400 mg di ibuprofene, assunto entro 8 ore prima o dopo 30 minuti dalla somministrazione di acido acetilsalicilico (81 mg), si è verificata una diminuzione dell’effetto dell’acido acetilsalicilico sulla formazione di trombossano e sull’aggregazione piastrinica. Tuttavia, l’esiguità dei dati e le incertezze relative alla loro applicazione alla situazione clinica non permettono di trarre delle conclusioni definitive per l’uso continuativo di ibuprofene; sembra che non vi siano effetti clinicamente rilevanti dall’uso occasionale dell’ibuprofene.


Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato

Non c’è interazione significativa tra i pellet a rilascio prolungato di dipiridamolo e l’acido acetilsalicilico. Pertanto la farmacocinetica di AGGRENOX è legata alla farmacocinetica individuale dei due componenti.

Dipiridamolo

(La maggior parte dei dati si riferisce a volontari sani).

Con dipiridamolo è stata osservata dose – linearità a tutti i dosaggi utilizzati in terapia.

Per il trattamento a lungo termine sono state sviluppate capsule a rilascio modificato, contenenti dipiridamolo formulato in pellet. La solubilità di dipiridamolo, dipendente dal pH, che impedisce la dissoluzione nel tratto inferiore dell’apparato gastrointestinale (dove le formulazioni a rilascio prolungato devono ancora rilasciare il principio attivo) è stata superata mediante l’associazione con acido tartarico; l’effetto ritardo viene ottenuto con una membrana a diffusione che viene spruzzata sui pellet.

Diversi studi di cinetica allo steady state dimostrano che tutti i parametri di farmacocinetica appropriati per caratterizzare le proprietà della preparazione a rilascio modificato sono equivalenti o in qualche modo migliorati con le capsule di dipiridamolo a rilascio modificato somministrate due volte al giorno rispetto alle compresse di dipiridamolo tre/quattro volte al giorno. La biodisponibilità è lievemente maggiore, le concentrazioni al picco sono simili, le concentrazioni a valle sono considerevolmente più alte e la fluttuazione picco/valle è ridotta.

Assorbimento

La biodisponibilità assoluta è di circa il 70%. Poiché l’effetto di primo passaggio rimuove circa 1/3 della dose somministrata, si può assumere che l’assorbimento di dipiridamolo sia pressoché completo dopo la somministrazione di AGGRENOX.

Le concentrazioni plasmatiche di picco vengono raggiunte circa 2 – 3 ore dopo la somministrazione di 400 mg di AGGRENOX (200 mg due volte al giorno). Le concentrazioni medie di picco allo steady state sono 1,98 mcg/ml (intervallo 1,01 – 3,99 mcg/ml) e le concentrazioni di valle sono 0,53 mcg/ml (intervallo 0,18 – 1,01 mcg/ml).

Il cibo non ha effetti rilevanti sulla farmacocinetica di dipiridamolo in AGGRENOX.

Distribuzione

A causa della sua elevata lipofilia, log P 3,92 (n-ottanolo/0,1 n, NaOH), il dipiridamolo si distribuisce in molti organi. Negli animali, il dipiridamolo si distribuisce preferibilmente nel fegato, poi nei polmoni, nei reni, nella milza e nel cuore.

La rapida fase di distribuzione osservata con la somministrazione endovenosa, non può essere riscontrata a seguito della somministrazione orale.

Il volume apparente di distribuzione del compartimento centrale (Vc) è circa 5 l (simile al volume plasmatico). Il volume apparente di distribuzione allo steady state è di circa 100 l e riflette la distribuzione ai vari compartimenti.

Il farmaco non attraversa la barriera ematoencefalica in misura significativa.

Il trasferimento placentare di dipiridamolo è molto basso. In una donna, circa un diciassettesimo della concentrazione plasmatica è risultato rilevabile nel latte materno.

Il legame del dipiridamolo con le proteine è di circa il 97 – 99% e avviene principalmente con la glicoproteina alfa 1-acido e con l’albumina.

Biotrasformazione

Il metabolismo del dipiridamolo avviene a livello epatico. Il dipiridamolo viene metabolizzato primariamente per coniugazione con l’acido glicuronico a formare soprattutto un monoglicuronide e soltanto piccole quantità di diglicuronide. Nel plasma, circa l’80% della quantità totale è costituito dal composto originale e il 20% della quantità totale è costituito da monoglicuronide.

L’attività farmacodinamica dei glicuronidi del dipiridamolo è considerevolmente inferiore rispetto a quella del dipiridamolo.

Eliminazione

L’emivita dominante a seguito di somministrazione orale è di circa 40 minuti, così come a seguito di somministrazione endovenosa.

L’escrezione renale del composto originale è trascurabile (< 0,5%). L’escrezione urinaria del metabolita glicuronide è bassa (5%), i metaboliti sono escreti in massima parte (circa 95%) nelle feci attraverso la bile, con qualche traccia di ricircolo enteroepatico.

La clearance totale è circa 250 ml/min ed il tempo medio di permanenza è circa 11 ore (che risulta da un tempo medio di permanenza intrinseco di circa 6,4 ore ed un tempo medio di assorbimento di 4,6 ore).

Come con la somministrazione endovenosa è stata osservata un’emivita di eliminazione terminale prolungata di circa 13 ore.

Questa fase terminale di eliminazione è di importanza relativamente minore in quanto rappresenta una piccola proporzione dell’AUC totale, come dimostrato dal fatto che lo steady state è raggiunto entro due giorni con un regime di due somministrazioni giornaliere di capsule a rilascio modificato.

Non si è verificato un accumulo significativo di farmaco a seguito di somministrazioni ripetute.

Cinetica negli anziani

Le concentrazioni plasmatiche (determinate come AUC) negli anziani (> 65 anni) sono risultate superiori di circa il 50% a seguito di trattamento con compresse e di circa il 30% a seguito di trattamento con AGGRENOX rispetto ai soggetti più giovani (< 55 anni). La differenza è dovuta principalmente alla clearance ridotta; l’assorbimento sembra essere simile.

Simili aumenti delle concentrazioni plasmatiche nei pazienti anziani erano stati osservati nello studio ESPS-2 per Persantin, capsule a rilascio modificato, così come anche per Aggrenox.

Cinetica in pazienti con compromissione renale

Dato che l’escrezione renale è molto bassa (5%), non si prevede alcuna variazione della farmacocinetica nei casi di insufficienza renale. Nello studio ESPS-2, nei pazienti con clearance della creatinina compresa tra 15 ml/min fino a >100 ml/min, non sono state riscontrate alterazioni nella farmacocinetica di dipiridamolo o del suo metabolica glucoronide se i dati erano corretti per le differenze di età.

Cinetica in pazienti con compromissione epatica

I pazienti affetti da insufficienza epatica non mostrano alcuna variazione delle concentrazioni plasmatiche di dipiridamolo, ma un aumento dei glicuronidi (farmacodinamicamente poco attivi). Si suggerisce di dosare il dipiridamolo senza restrizioni, fintanto che non vi siano prove cliniche di insufficienza epatica.

Acido acetilsalicilico

Assorbimento

Dopo la somministrazione orale l’acido acetilsalicilico viene assorbito rapidamente e completamente nello stomaco e nell’intestino. Approssimativamente il 30% della dose dell’acido acetilsalicilico è idrolizzata presistematicamente in acido salicilico.

Le concentrazioni plasmatiche massime dopo una dose di 50 mg di acido acetilsalicilico contenuto in AGGRENOX (25 mg somministrati due volte al giorno) si raggiungono dopo 30 minuti di ogni dose, e le concentrazioni di picco allo steady state sono pari a circa 360 ng/ml per l’acido acetilsalicilico. Le concentrazioni plasmatiche massime di acido salicilico sono raggiunte dopo 60-90 minuti e ammontano a circa 1100 ng/ml.

Il cibo non esercita un effetto significativo sulla farmacodinamica dell’acido acetilsalicilico contenuto in AGGRENOX.

Distribuzione

L’acido acetilsalicilico è rapidamente trasformato in salicilato ma è la forma predominante del medicinale nel plasma durante i primi 20 minuti dopo la somministrazione orale.

Le concentrazioni di acido acetilsalicilico nel plasma diminuiscono rapidamente con un’emivita di 15 minuti circa. Il suo maggiore metabolita, l’acido salicilico, è altamente legato alle proteine plasmatiche, e il suo legame è dipendente dalla concentrazione (non lineare). A basse concentrazioni (<100 mcg/ml) circa il 90% dell’acido salicilico è legato all’albumina. I salicilati sono ampiamente distribuiti a tutti i tessuti e fluidi corporei, inclusi il sistema nervoso centrale, il latte materno ed i tessuti del feto.

Biotrasformazione

L’acido acetilsalicilico viene metabolizzato rapidamente da esterasi non specifiche in acido salicilico.

L’acido salicilico è metabolizzato in acido salicilurico, glucuronide salicil-fenolico, glucuronide acil-salicilica, e in minore quantità in acido gentisico e in acido gentisurico. La formazione dei maggiori metaboliti acido salicilurico e glucuronide salicil-fenolica è facilmente saturata e segue la cinetica di Michaelis-Menten; le altre vie metaboliche sono processi di primo ordine.

Eliminazione

L’acido acetilsalicilico ha un’emivita di eliminazione di 15-20 minuti nel plasma; il maggiore metabolita, l’acido salicilico, ha un’emivita di eliminazione di 2-3 ore a basse dosi (es. 325 mg), che può aumentare a 30 ore a dosi più elevate a causa della non linearità nel metabolismo e del legame alle proteine plasmatiche.

Più del 90% dell’acido acetilsalicilico viene eliminato sotto forma di metaboliti per via renale.

La parte di acido salicilico eliminato immodificato nell’urina aumenta con l’aumento della dose e la clearance renale del salicilato totale aumenta anche con l’aumento del pH dell’urina.

Cinetica in pazienti con compromissione renale

La somministrazione di acido acetilsalicilico deve essere evitata in pazienti con grave insufficienza renale (velocità di filtrazione glomerulare inferiore a 10 ml/min).

È stato riportato un aumento delle concentrazioni totali nel plasma e della frazione non legata di acido salicilico.

Cinetica in pazienti con compromissione epatica

La somministrazione di acido acetilsalicilico deve essere evitata in pazienti con grave insufficienza epatica. È stato riportato un aumento nella frazione non legata di acido salicilico.


Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato: dati sulla sicurezza

In studi di tossicità per dose singola dopo somministrazione orale dell’associazione di dipiridamolo ed acido acetilsalicilico, la tossicità acuta era associata a parecchi grammi per kg nei roditori e a 900 mg/kg nel cane.

Questo corrispondeva alla quantità di acido acetilsalicilico contenuta nella miscela. Non si è riscontrato che la quantità di dipiridamolo avesse qualche effetto aggiuntivo o sinergico, indipendentemente dall’effettivo rapporto (dipiridamolo:acido acetilsalicilico

= 1:0,125 o da 1:4 a 1:6). Non è stato determinato alcun organo bersaglio e si è considerata causa di morte l’insufficienza cardiovascolare.

In studi di tossicità per dosi ripetute con un rapporto dipiridamolo:acido acetilsalicilico da 1:4 a 1:5 per un massimo di 6 mesi, sono stati somministrati fino a 400 mg/kg a ratti e cani. I ratti hanno tollerato queste dosi senza segni evidenti di intossicazione.

Dosi di 200 mg/kg e oltre si sono rivelate tossiche per i cani, provocando modificazioni gastrointestinali causate da una quota di 320 mg/kg di acido acetilsalicilico e disturbi miocardici ed endocardici e nefrite causati da una quota di 40 mg/kg di dipiridamolo. Sono state riscontrate modificazioni comparabili anche con i singoli componenti a dosi analoghe. Si può pertanto affermare che l’associazione non ha prodotto alcun segno che indichi effetti tossici aggiuntivi o potenziati.

Sono stati condotti studi di teratogenicità su ratti e conigli con dosi fino alla maternotossicità con un rapporto dipiridamolo:acido acetilsalicilico di 1:5,4. Parallelamente al gruppo trattato con la dose massima, un altro gruppo è stato trattato soltanto con aspirina, alla dose corrispondente. Secondariamente alla maternotossicità a dosi associate elevate (405 mg/kg nei ratti, 135 mg/kg nei conigli), sono stati determinati un tasso di riassorbimento più elevato, che ha raggiunto il 100% nei ratti, e una riduzione del peso della prole. Sono state osservate malformazioni esclusivamente nei gruppi trattati soltanto con acido acetilsalicilico, ma non nei gruppi trattati con dipiridamolo/acido acetilsalicilico.

Sono stati condotti studi di fertilità e studi sul periodo perinatale soltanto con i singoli componenti. Non è stata riscontrata alcuna compromissione della fertilità. Per i noti effetti dell’acido acetilsalicilico nello stato di gravidanza avanzata, il trattamento con un’associazione di dipiridamolo e acido acetilsalicilico è raccomandato soltanto quando vi sia una reale priorità.

Il trattamento con tale associazione è controindicato in particolare durante l’ultimo trimestre di gravidanza. Dato che entrambi i componenti dell’associazione passano nel latte materno, si sconsiglia il trattamento durante l’allattamento al seno, nonostante le concentrazioni nel latte siano basse.

Un approfondito screening sulla mutagenicità in studi in vitro e in vivo non ha rivelato segni che indichino rischio di mutagenicità.

Il potenziale cancerogeno è stato studiato nei ratti e nei topi alle dosi massime di 450 mg/kg, corrispondenti a una quota di 75 mg/kg di dipiridamolo e 375 mg/kg di acido acetilsalicilico. Non vi è stata alcuna indicazione di potenziale cancerogeno.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato

Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato: interazioni

infiammatori non steroidei (FANS)/Corticosteroidi/Alcol


Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Aggrenox 200 mg + 25 mg capsule rigide a rilascio modificato: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Gravidanza

Anche se gli studi preclinici non hanno mostrato rischio per la salute (vedere paragrafo 5.3), non c’è sufficiente evidenza sulla sicurezza del dipiridamolo e dell’acido acetilsalicilico a basse dosi in gravidanza. Pertanto AGGRENOX deve essere somministrato nel primo e secondo trimestre di gravidanza solo se considerato essenziale dal medico in termini di benefici attesi rispetto ai potenziali rischi.

AGGRENOX, inoltre, è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.

Allattamento

Il dipiridamolo e i salicilati sono escreti nel latte materno (vedere paragrafì 5.2 e 5.3). Pertanto nelle donne che allattano AGGRENOX deve essere somministrato solo se strettamente necessario.

Fertilità

Non sono stati effettuati studi sugli effetti del medicinale sulla fertilità umana. Negli studi preclinici con dipiridamolo o acido acetilsalicilico, non è stata osservata alcuna compromissione della fertilità (vedere paragrafo 5.3).

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco