Erleada: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Erleada (Apalutamide): sicurezza e modo d’azione

Erleada (Apalutamide) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Erleada è indicato:

negli uomini adulti per il trattamento del carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico (nmCRPC) che sono ad alto rischio di sviluppare malattia metastatica (vedere paragrafo 5.1).

negli uomini adulti per il trattamento del carcinoma prostatico metastatico sensibile agli ormoni (mHSPC) in combinazione con terapia di deprivazione androgenica (ADT) (vedere

paragrafo 5.1).

Erleada: come funziona?

Ma come funziona Erleada? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Erleada

Categoria farmacoterapeutica: terapia endocrina, antiandrogeni, codice ATC: L02BB05 Meccanismo d’azione

Apalutamide è un inibitore selettivo orale del recettore androgenico (AR) che si lega direttamente al

dominio di legame del ligando dell’AR. Apalutamide previene la traslocazione nucleare dell’AR, inibisce il legame con il DNA, impedisce la trascrizione AR-mediata ed è privo di attività agonista nei confronti del recettore androgenico. Il trattamento con apalutamide riduce la proliferazione delle cellule tumorali e ne aumenta l’apoptosi, con conseguente potente attività antitumorale. Uno dei principali metaboliti, N-desmetil apalutamide, ha dimostrato un terzo dell’attività in vitro di apalutamide.

Elettrofisiologia cardiaca

L’effetto di apalutamide 240 mg una volta al giorno sull’intervallo QTc è stato valutato in uno studio in aperto, senza braccio di controllo, multicentrico, a braccio singolo dedicato al QT in 45 pazienti con CRPC. Allo stadio stazionario, la variazione di QTcF massima rispetto al basale è stata 12,4 ms (il limite superiore dell’intervallo di confidenza al 90% era pari a 16,0 ms – test a due code ). Un’analisi di esposizione QT ha suggerito un aumento concentrazione-dipendente nel QTcF per apalutamide ed il suo metabolita attivo.

Efficacia e sicurezza clinica

L’efficacia e la sicurezza di apalutamide è stata determinata in due studi randomizzati, controllati con placebo, di fase 3: Studio ARN-509-003 (nmCRPC) e 56021927PCR3002 (mHSPC).

TITAN: Carcinoma prostatico metastatico sensibile agli ormoni (mHSPC)

TITAN èuno studio clinico multicentrico e multinazionale, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, nel quale 1052 pazienti con mHSPC sono stati randomizzati in rapporto 1:1 per ricevere apalutamide per via orale a una dose di 240 mg una volta al giorno (N=525) o placebo una volta al giorno (N=527). Tutti i pazienti dovevano presentare almeno una metastasi ossea alla scintigrafia

ossea Technetium99m. I pazienti sono stati esclusi se il sito di metastasi era limitato ai linfonodi o ai visceri (ad es. fegato o polmone). Tutti i pazienti nello studio TITAN hanno ricevuto in concomitanza analoghi del GnRH o erano stati precedentemente sottoposti a castrazione chirurgica bilaterale. Circa l’11% dei pazienti aveva ricevuto precedente trattamento con docetaxel (massimo 6 cicli, ultima dose

I seguenti dati demografici dei pazienti e le seguenti caratteristiche patologiche basali erano bilanciati tra i bracci di trattamento. L’età mediana era di 68 anni (intervallo: 43-94) e il 23% dei pazienti aveva un’età ?75 anni. La distribuzione razziale era: 68% caucasici, 22% asiatici e 2% neri. Il sessantatre per cento (63%) dei pazienti presentava malattia ad alto volume e il 37% a basso volume. Il sedici per cento (16%) dei pazienti era stato precedentemente sottoposto a intervento chirurgico e/o radioterapia della prostata. La maggior parte dei pazienti (92%) presentava un Gleason score ?7. Il 68% dei pazienti aveva ricevuto un precedente trattamento con un antiandrogeno di prima generazione nella fase non metastatica. Sebbene i criteri per la resistenza alla castrazione non siano stati determinati al basale, il 94% dei pazienti ha dimostrato una riduzione dell’antigene prostatico specifico (PSA) dall’inizio della terapia di deprivazione androgenica (ADT) alla prima dose di apalutamide o placebo. Tutti i pazienti, eccetto uno nel gruppo placebo, avevano uno Eastern Cooperative Oncology Group Performance Status (ECOG-PS) score pari a 0 o 1 al momento dell’ingresso nello studio. Tra i pazienti che hanno sospeso il trattamento dello studio (N = 271 per il placebo e N = 170 per Erleada) la causa più frequente di sospensione in entrambi i bracci è stata la progressione della malattia. Una percentuale maggiore (73%) di pazienti trattati con placebo ha ricevuto successiva terapia antitumorale rispetto ai pazienti trattati con Erleada (54%).

I principali indicatori dell’esito di efficacia dello studio erano la sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da progressione radiografica (rPFS). I risultati di efficacia di TITAN sono riepilogati nella tabella 2 e nelle figure 1 e 2.

Tabella 2: Riepilogo dei risultati di efficacia – Popolazione mHSPC intent-to-treat (TITAN)

Endpoint Erleada N=525 Placebo N=527
Sopravvivenza globale
Decessi (%) 83 (16%) 117 (22%)
Mediana, mesi (IC al 95%) NV (NV, NV) NV (NV, NV)
Hazard ratio (IC al 95%)a 0,671 (0,507, 0,890)
p-valueb 0,0053
Sopravvivenza libera da progressione radiografica
Progressione della malattia o decesso (%) 134 (26%) 231 (44%)
Mediana, mesi (IC al 95%) NV (NV, NV) 22,08 (18,46, 32,92)
Hazard ratio (IC al 95%)a 0,484 (0,391, 0,600)
p-valueb <.0001

L’Hazard ratio deriva dal modello dei rischi proporzionali stratificato. L’Hazard ratio <1 favorisce il trattamento attivo.

Il p-value deriva dal test dei log-rank stratificato tramite Gleason score alla diagnosi (?7 vs >7), regione (Nord America/UE vs altri Paesi) e precedente uso di docetaxel (Sì vs No).

NV=Non Valutabile

È stato dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nell’OS e nella rPFS nei pazienti randomizzati nel ricevere Erleada rispetto ai pazienti randomizzati nel ricevere placebo. Notevoli miglioramenti di rPFS sono stati osservati in sottogruppi di pazienti che includevano malattia ad alto o

basso volume, precedente uso di docetaxel (sì o no), età (< 65, ?65, o ?75 anni), PSA basale sopra la mediana (sì o no) e numero di lesioni ossee (?10 o >10).

Soggetti a rischio

Placebo Apalutamide

Mesi dalla randomizzazione

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n. di soggetti senza eventi

Figura 1: Curva di Kaplan-Meier della sopravvivenza globale (OS); popolazione mHSPC intent-to-treat (TITAN)

Soggetti a rischio

Placebo Apalutamide

Mesi dalla randomizzazione

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n. di soggetti senza eventi

Figura 2: Curva di Kaplan-Meier della sopravvivenza libera da progressione radiografica (rPFS); popolazione mHSPC intent-to-treat (TITAN)

Il trattamento con Erleada ritardava in modo statisticamente significativo l’inizio della chemioterapia citotossica (HR = 0,391, CI = 0,274, 0,558; p < 0,0001) con conseguente riduzione del rischio del 61% per i soggetti nel braccio del trattamento rispetto al braccio del placebo.

SPARTAN: Carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico (nmCRPC)

In uno studio multicentrico in doppio cieco (studio ARN-509-003), un totale di 1.207 soggetti con nmCRPC sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere apalutamide per via orale a una dose di 240 mg una volta al giorno in combinazione con terapia di deprivazione androgenica (ADT) (castrazione medica o precedente castrazione chirurgica) oppure placebo con ADT. I soggetti arruolati presentavano un tempo di raddoppiamento dell’antigene prostatico specifico (PSA; PSADT) ?10 mesi, considerato ad alto rischio di malattia metastatica imminente e decesso specifico per carcinoma prostatico. Tutti i soggetti che non si erano sottoposti a castrazione chirurgica hanno ricevuto ADT in maniera costante per tutto lo studio. I risultati del PSA erano in cieco e non sono stati usati per l’interruzione del trattamento. I soggetti randomizzati a entrambi i bracci dovevano continuare il trattamento fino a progressione della malattia, definita da revisione centrale con diagnostica per immagini in cieco (BICR), inizio di un nuovo trattamento, tossicità inaccettabile o ritiro dallo studio.

I seguenti dati demografici dei pazienti e le seguenti caratteristiche patologiche basali erano bilanciati tra i bracci di trattamento. L’età mediana era di 74 anni (intervallo: 48-97) e il 26% dei soggetti aveva un’età ?80 anni. La distribuzione razziale era: 66% caucasici, 5,6% neri, 12% asiatici e 0,2% altro. Il 77% dei soggetti in entrambi i bracci di trattamento si era precedentemente sottoposto a intervento chirurgico o radioterapia della prostata. La maggior parte dei soggetti (81%) presentava un punteggio di Gleason ?7. Il 15% dei soggetti presentava linfonodi pelvici <2 cm al momento dell’ingresso nello studio. Il 73% dei soggetti aveva ricevuto un precedente trattamento con un antiandrogeno di prima

generazione; il 69% dei soggetti aveva ricevuto bicalutamide e il 10% dei soggetti aveva ricevuto flutamide. Per tutti i soggetti arruolati è stata confermata l’assenza di metastasi in base a una revisione centrale con diagnostica per immagini in cieco; il punteggio dello stato di validità secondo l’Eastern Cooperative Oncology Group (ECOG-PS) era pari a 0 o 1 al momento dell’ingresso nello studio.

L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da metastasi (MFS), definita come il tempo compreso tra la randomizzazione e il momento della prima evidenza di metastasi a distanza del tessuto osseo o dei tessuti molli confermata dalla BICR o il decesso per qualsiasi causa, a seconda di quale evento si verificasse per primo. Il trattamento con Erleada ha migliorato significativamente la MFS. Erleada ha ridotto il rischio relativo di metastasi a distanza o decesso del 70% rispetto al placebo (HR = 0.30; 95% CI: 0.24, 0.36; p < 0.0001). La MFS mediana per Erleada è stata di 41 mesi, mentre per il placebo è stata di 16 mesi (vedere Fìgura 3. Un mìglìoramento consìstente nella MFS con Erleada è stato osservato per tuttì ì sottogruppì pre-specìfìcatì, ìnclusì età, razza, regìone del mondo, stato nodale, numero delle terapìe ormonalì precedentì, valore dì PSA basale, tempo dì raddoppìo del PSA, valore ECOG al basale ed uso dì agentì antì-rìassorbìmento osseo.

Soggettì a rìschìo Placebo

Apalutamìde

Placebo

Apalutamìde

Mesì dì randomìzzazìone

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% dì soggettì senza metastasì o decesso

Fìgura 3: Curva dì Kaplan-Meìer della sopravvìvenza lìbera da metastasì (MFS) nello studio ARN-509-003

I soggetti trattati con Erleada e ADT mostravano un significativo miglioramento rispetto a quelli trattati solo con ADT per i seguenti endpoint secondari di: tempo all’insorgenza di metastasi (HR = 0.28; 95% CI: 0.23, 0.34; p < 0.0001), sopravvivenza libera da progressione (PFS) (HR = 0,30; IC al

95%: 0,25-0,36; p < 0,0001); tempo alla progressione sintomatica (HR = 0,45; IC al 95%: 0,32-0,63; p < 0,0001); e tendenza per la sopravvivenza complessiva (OS) (HR = 0,70; IC al 95%: 0,47-1,04;

p = 0,0742).

Il tempo alla progressione sintomatica è stato definito come tempo dalla randomizzazione allo sviluppo di un evento scheletrico correlato, dolore/sintomi che necessitano di una nuova terapia sistemica antitumorale, o progressione del tumore loco-regionale che necessita di radioterapia/intervento chirurgico. Nonostante il numero totale degli eventi fosse piccolo, la differenza tra i due bracci era sufficientemente grande per raggiungere la significatività statistica.

Nel braccio apalutamide 64 (7,9%) pazienti hanno sviluppato progressione sintomatica verso 63 (16%) pazienti nel braccio placebo, con una hazard ratio di 0,447 (95% IC: 0,315-0,634), che ha soddisfatto

la soglia predefinita di significatività di O’ Brien Fleming, p< 0,00008. Il tempo mediano alla progressione sintomatica non è stato raggiunto nel gruppo di trattamento.

Nel braccio apalutamide, sono morti 62 (7,7%) soggetti rispetto a 42 (10,5%) soggetti nel braccio placebo. La sopravvivenza mediana per il braccio apalutamide non è stata raggiunta rispetto a 39,03 mesi con un 95% CI (39,03, NE) per il braccio placebo. La significatività statistica non è stata raggiunta nella sopravvivenza totale nell’analisi ad interim pre-specificata.

La sopravvivenza post-progressione (PFS-2, definita come il tempo alla progressione della malattia dopo la prima terapia successiva o al decesso) era più lunga nei soggetti trattati con Erleada rispetto a quelli trattati con placebo (HR = 0,489; IC al 95%: 0,361-0,662; p < 0,0001).

Non sono state osservate differenze statisticamente significative nella variazione della scala FACT-P (Functional Assessment of Cancer Therapy-Prostate) per il punteggio totale o ad una qualsiasi delle sottoscale tra i soggetti trattati con Erleada più ADT e quelli trattati con placebo più ADT rispetto al basale.

Popolazione pediatrica

L’Agenzia europea dei medicinali ha previsto l’esonero di presentare i risultati degli studi con Erleada in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica per il carcinoma prostatico in stadio avanzato.

Vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico.


Erleada: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Erleada, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Erleada

Dopo dosaggio ripetuto una volta al giorno, l’esposizione ad apalutamide (Cmax) e l’area sotto la curva della concentrazione [AUC]) è aumentata in maniera proporzionale alla dose nell’intervallo di dosaggio da 30 a 480 mg. In seguito alla somministrazione di 240 mg una volta al giorno, lo stato stazionario di apalutamide è stato raggiunto dopo 4 settimane e il rapporto di accumulo medio era di circa 5 volte rispetto a una dose singola. Allo stato stazionario, i valori medi (CV%) di Cmax e AUC per apalutamide erano rispettivamente 6 µg/mL (28%) e 100 µg.h/mL (32%). Le fluttuazioni giornaliere nelle concentrazioni plasmatiche di apalutamide erano basse, con un rapporto medio picco/valle di 1,63. Con la somministrazione ripetuta è stato osservato un aumento nella clearance apparente (CL/F), probabilmente dovuto all’induzione del metabolismo stesso di apalutamide.

Allo stato stazionario i valori medi (CV%) di Cmax e AUC per il metabolita attivo principale,

N-desmetil apalutamide, erano rispettivamente 5,9 µg/mL (18%) e 124 µg.h/mL (19%). N-desmetil apalutamide è caratterizzato da un profilo concentrazione-tempo stabile allo stato stazionario, con un rapporto picco/valle medio di 1,27. Il rapporto metabolita/farmaco originario medio (CV%) dell’AUC per N-desmetil apalutamide dopo somministrazione di dosi ripetute era pari a circa 1,3 (21%). In base all’esposizione sistemica, alla potenza relativa e alle proprietà farmacocinetiche, N-desmetil apalutamide ha probabilmente contribuito all’attività clinica di apalutamide.

Assorbimento

Dopo somministrazione orale, il tempo mediano al raggiungimento del picco di concentrazione plasmatica (tmax) era di 2 ore (intervallo: 1-5 ore). La biodisponibilità orale media assoluta è di circa il 100%, a indicare che apalutamide viene completamente assorbito dopo la somministrazione orale.

La somministrazione di apalutamide a soggetti sani in condizioni di digiuno e con un pasto ricco di grassi non ha comportato alcuna variazione clinicamente rilevante nella Cmax e nell’AUC. Il tempo mediano al raggiungimento del tmax era ritardato di circa 2 ore con il cibo (vedere paragrafo 4.2).

Apalutamide non è ionizzabile in condizioni di pH fisiologico rilevanti, pertanto gli agenti che riducono l’acidità (es. inibitori della pompa protonica, antagonisti del recettore H2, antiacidi) non dovrebbero influenzare la solubilità e la biodisponibilità di apalutamide.

In vitro, apalutamide e il suo metabolita N-desmetilico sono substrati di P-gp. Poiché apalutamide viene completamente assorbito dopo somministrazione orale, la P-gp non limita l’assorbimento di

apalutamide e, pertanto, l’inibizione o l’induzione di P-gp non dovrebbe influenzare la biodisponibilità di apalutamide.

Distribuzione

Il volume medio apparente di distribuzione allo stato stazionario di apalutamide è circa 276 L. Il volume di distribuzione di apalutamide è maggiore del volume di acqua corporea totale, il che suggerisce un’ampia distribuzione extravascolare.

Apalutamide e N-desmetil apalutamide sono legati, rispettivamente per il 96% e il 95%, a proteine plasmatiche e si legano principalmente all’albumina sierica senza alcuna dipendenza dalla concentrazione.

Biotrasformazione

In seguito a una singola somministrazione orale di apalutamide 240 mg marcato con 14C, apalutamide, il metabolita attivo N-desmetil apalutamide e un metabolita inattivo dell’acido carbossilico sono stati responsabili della maggior parte della radioattività da 14C nel plasma, rappresentando rispettivamente il 45%, 44% e 3% del 14C-AUC totale.

Eliminazione

Apalutamide, principalmente nella forma dei suoi metaboliti, viene eliminato prevalentemente attraverso le urine. In seguito a una singola somministrazione orale di apalutamide radiomarcato, l’89% della radioattività veniva rinvenuta fino a 70 giorni post-dose: il 65% veniva rinvenuto nelle urine (l’1,2% della dose come apalutamide non modificato e il 2,7% come N-desmetil apalutamide) e il 24% veniva rinvenuto nelle feci (l’1,5% della dose come apalutamide non modificato e il 2% come N-desmetil apalutamide).

La clearance orale apparente (CL/F) di apalutamide è 1,3 L/h dopo la somministrazione di una dose singola e aumenta a 2,0 L/h allo stato stazionario dopo la somministrazione monogiornaliera.

L’emivita effettiva media per apalutamide nei pazienti è pari a circa 3 giorni allo stato stazionario.

Popolazioni specifiche

Di seguito sono riassunti gli effetti dell’insufficienza renale, dell’insufficienza epatica, dell’età, della razza e di altri fattori estrinseci sulla farmacocinetica di apalutamide.

Insufficienza renale

Non è stato condotto uno studio con apalutamide specificamente rivolto all’insufficienza renale. In base all’analisi farmacocinetica di popolazione utilizzando dati di studi clinici condotti su soggetti con carcinoma prostatico resistente alla castrazione (CRPC) e su soggetti sani, non sono state osservate differenze significative nell’esposizione sistemica ad apalutamide in soggetti con insufficienza renale da lieve a moderata preesistente (velocità di filtrazione glomerulare stimata [eGFR] tra 30 e

;

89 mL/min/1,73 m2 N = 585) rispetto a soggetti con funzione renale normale al basale

;

(eGFR ?90 mL/min/1,73 m2 N = 372). Il potenziale effetto dovuto a insufficienza renale grave o dialisi (eGFR ?29 mL/min/1,73 m2) non è stato stabilito per carenza di dati.

Insufficienza epatica

Uno studio specifico sull’insufficienza epatica ha messo a confronto l’esposizione sistemica di apalutamide e N-desmetil apalutamide in soggetti con insufficienza epatica lieve al basale (N = 8, classe Child-Pugh A, punteggio medio = 5,3) o insufficienza epatica moderata (N = 8, classe Child-Pugh B, punteggio medio = 7,6) rispetto a controlli sani con funzione epatica normale (N = 8). Dopo una singola dose orale di apalutamide da 240 mg, il rapporto geometrico medio (GMR) per l’AUC e la Cmax di apalutamide nei soggetti con insufficienza lieve era del 95% e 102%, rispettivamente, mentre il GMR per l’AUC e la Cmax di apalutamide nei soggetti con insufficienza moderata era rispettivamente del 113% e del 104%, rispetto a soggetti di controllo sani. Non sono disponibili dati clinici e farmacocinetici su apalutamide per i pazienti con insufficienza epatica grave (classe Child-Pugh C).

Etnia e Razza

In base all’analisi farmacocinetica di popolazione, non sono state riscontrate differenze clinicamente rilevanti nella farmacocinetica di apalutamide tra bianchi (caucasici o ispanici o latini; N = 761), neri (di origini africane o afro-americane; N = 71), asiatici (non giapponesi; N = 58) e giapponesi (N = 58).

Età

Le analisi farmacocinetiche di popolazione hanno dimostrato che l’età (intervallo: 18-94 anni) non influenza in maniera clinicamente significativa la farmacocinetica di apalutamide.


Erleada: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Erleada agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Erleada è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Erleada: dati sulla sicurezza

Apalutamide non è risultato genotossico in una batteria standard di test in vitro e in vivo.

Non sono stati condotti studi a lungo termine sugli animali volti a valutare il potenziale cancerogeno di apalutamide.

È probabile che la fertilità maschile venga compromessa dal trattamento con apalutamide in base ai risultati ottenuti da studi di tossicologia con dosi ripetute che erano in linea con l’attività farmacologica di apalutamide. Negli studi di tossicità a dosi ripetute condotti su maschi di ratto e cane, sono stati osservati casi di atrofia, aspermia/ipospermia, degenerazione e/o iperplasia o ipertrofia del sistema riproduttivo a dosi corrispondenti a esposizioni pressoché equivalenti all’esposizione umana in base all’AUC.

In uno studio di fertilità condotto su maschi di ratto, è stata osservata una riduzione nella concentrazione e motilità degli spermatozoi, nei tassi di copulazione e fertilità (dopo accoppiamento con femmine non trattate) insieme a una riduzione del peso delle ghiandole sessuali secondarie e dell’epididimo dopo 4 settimane di trattamento a dosi corrispondenti a esposizioni pressoché equivalenti all’esposizione umana in base all’AUC. Gli effetti sui maschi di ratto erano reversibili dopo 8 settimane dall’ultima somministrazione di apalutamide.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Erleada: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Erleada

Erleada: interazioni

Potenziale influenza di altri medicinali sull’esposizione di apalutamide

Potenziale influenza di apalutamide sulle esposizioni ad altri medicinali

Apalutamide è un potente induttore enzimatico che aumenta la sintesi di molti enzimi e trasportatori; pertanto, si prevedono interazioni con molti medicinali di uso comune che sono substrati di enzimi o trasportatori. La riduzione nelle concentrazioni plasmatiche può essere significativa e determinare la perdita di effetto clinico o una riduzione dello stesso. Esiste anche il rischio che aumenti la formazione di metaboliti attivi.

Enzimi che metabolizzano farmaci

Trasportatori di farmaci

In base a dati in vitro, non si può escludere la possibilità che apalutamide e il suo metabolita

N-desmetilico inibiscano il trasportatore di cationi organici 2 (OCT2), il trasportatore di anioni organici 3 (OAT3) e le proteine di estrusione multifarmaco e di tossine (MATE). Non è stata osservata alcuna inibizione in vitro del trasportatore di anioni organici 1 (OAT1).

Analoghi del GnRH

Nei soggetti con mHSPC che ricevevano leuprolide acetato (un analogo del GnRH) la somministrazione concomitante di apalutamide non ha avuto effetti evidenti sull’esposizione allo stato stazionario di leuprolide.

Medicinali che prolungano l’intervallo QT

Poiché il trattamento di deprivazione androgenica potrebbe prolungare l’intervallo QT, l’uso concomitante di Erleada con medicinali noti per prolungare l’intervallo QT o medicinali in grado di indurre torsione di punta come i medicinali antiaritmici di classe IA (es. chinidina, disopiramide) o classe III (es. amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide), metadone, moxifloxacina, antipsicotici (ad esempio aloperidolo), ecc. deve essere valutato attentamente (vedere paragrafo 4.4).

Popolazione pediatrica

Sono stati effettuati studi d’interazione solo negli adulti.


Erleada: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Erleada: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Erleada non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Tuttavia, sono stati riportati casi di convulsioni in pazienti che assumono Erleada. I pazienti devono essere informati di questo rischio per la guida o per l’uso di macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco