Mancef: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Mancef (Cefamandolo): sicurezza e modo d’azione

Mancef (Cefamandolo) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Di uso selettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi “difficili” o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai più comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione nelle suddette infezioni, in pazienti defedati e/o immunodepressi.

Mancef: come funziona?

Ma come funziona Mancef? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Mancef

Categoria farmacoterapeutica: antibatterico beta-lattamico.

Codice ATC: J01DA07

MANCEF esercita l’azione battericida attraverso l’inibizione della sintesi della parete cellulare batterica. Il Cefamandolo è resistente a molte beta-lattamasi ed è dotato di attività antibatterica ad ampio spettro nei confronti di numerosi germi Gram-positivi, Gram-negativi, aerobi ed anaerobi.


Mancef: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Mancef, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Mancef

Il Cefamandolo non e’ apprezzabilmente assorbito dal tubo gastroenterico, per cui deve essere somministrato per via parenterale.

Dopo assorbimento esso è rapidamente idrolizzato a formiato e Cefamandolo libero il quale possiede una più elevata attività antibatterica rispetto al Cefamandolo nafato. Circa l’85-99% dell’attività antibatterica nel siero e’ dovuta al Cefamandolo libero.

I picchi ematici dell’uomo per somministrazione intramuscolare vengono raggiunti dopo 30-60 minuti e sono proporzionali alla dose iniettata.

L’emivita e’ di 35 minuti, per cui Mancef dopo somministrazioni ripetute non da luogo a fenomeni di accumulo.

Circa l’85% del farmaco è escreto attraverso i reni entro 8 ore; ne conseguono quindi tassi urinari particolarmente elevati.

Alla somministrazione di 500 mg e 1 g intramuscolo corrisponde rispettivamente concentrazioni urinarie di 254 mcg/ml e di 1357 mcg/ml, mentre alla somministrazione di dosi da 1 g e 2 g endovena si hanno concentrazioni urinarie di 750 e 1383 mcg/ml contro le concentrazioni di picco raggiunte nel siero di 139 e 240 mcg/ml.

Il Mancef raggiunge, oltre che nel sangue e nelle urine, concentrazioni terapeutiche anche nei liquidi pleurici e articolari, nella bile e nel tessuto osseo.


Mancef: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Mancef agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Mancef è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Mancef: dati sulla sicurezza

I dati clinici rivelano assenza di rischi per gli esseri umani sulla base di studi convenzionali di farmacologia di sicurezza, tossicità per somministrazioni ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità riproduttiva.

La DL 50 per via endovenosa nel topo risulta compresa tra 3,65 e 4,54 g/kg; nel ratto è pari a 3,34 g/kg mentre nel cane e nel gatto e’ superiore a 0,1 g/kg.

Dosi fino a 10 volte superiori a quelle impiegate nell’uomo non hanno evidenziato nel topo, ratto e scimmia, alcuna compromissione della fertilità ne’ attività teratogena.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Mancef: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Mancef

Mancef: interazioni

L’uso contemporaneo o ravvicinato di farmaci nefrotossici (kanamicina, streptomicina, colistina, viomicina, polimixina, neomicina, gentamicina) o diuretici potenti (ad es. furosemide) è sconsigliabile e comunque richiede assiduo controllo della funzionalità renale.

L’esperienza clinica ha dimostrato che e’ improbabile che il prodotto causi problemi di questo tipo se somministrato al livello di dosaggio raccomandato.

Esercitando il Cefamandolo effetto antabuse, esso non va somministrato insieme a bevande alcoliche potendosi verificare in caso contrario nausea, vomito, ipotensione con tachicardia di compensazione, rossore e vasodilatazione periferica

La somministrazione contemporanea di Probenedict e Cefamandolo rallenta la secrezione tubulare di quest’ultima determinando concentrazioni plasmatiche di Cefamandolo più alte e più prolungate.


Mancef: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Mancef: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Mancef non interferisce con la capacità di guida o l’uso di macchine.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco