Reopro: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Reopro (Abciximab): sicurezza e modo d’azione

Reopro (Abciximab) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Il ReoPro è indicato negli adulti, in associazione con eparina ed acido acetilsalicilico, per:

Intervento sull’albero coronarico per via percutanea

Per la prevenzione delle complicanze cardiache di tipo ischemico in pazienti sottoposti ad intervento sull’albero coronarico per via percutanea (angioplastica con palloncino, aterectomia e stent) (vedere paragrafo 5.1).

Angina instabile

Per la riduzione del rischio a breve termine (1 mese) di infarto del miocardio, in pazienti con angina instabile che non rispondono alla terapia medica convenzionale completa e che sono candidati a un intervento sull’albero coronarico per via percutanea.

Reopro: come funziona?

Ma come funziona Reopro? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Reopro

Categoria farmacoterapeutica: agenti antitrombotici, antiaggreganti piastrinici esclusa l’eparina, codice ATC: B01A C13.

Meccanismo d’azione

ReoPro è il frammento Fab dell’anticorpo monoclonale chimerico 7E3. E’ diretto contro il recettore glicoproteico (GP) IIb/IIIa (?IIb?3

) situato sulla superficie delle piastrine umane. ReoPro inibisce l’aggregazione piastrinica prevenendo il legame del fibrinogeno, del fattore di von Willebrand e di altre molecole adesive con i siti recettoriali GPIIb/IIIa presenti sulle piastrine attivate. Inoltre ReoPro si lega al recettore della vitronectina (?V?3

) presente sulle piastrine e sulle cellule endoteliali.

Il recettore della vitronectina è responsabile delle proprietà pro-coagulanti delle piastrine e delle proprietà proliferative delle cellule endoteliali e muscolari lisce della parete vasale. A causa della sua duplice specificità, ReoPro blocca più efficacemente il meccanismo di amplificazione della generazione di trombina conseguente all’attivazione piastrinica rispetto ad altri composti che inibiscono solamente il recettore GPIIb/IIIa.

Efficacia clinica

In uno studio clinico di Fase I, la somministrazione nell’uomo per via endovenosa di un singolo bolo di ReoPro a dosaggi compresi tra 0,15 e 0,30 mg/Kg, determinò una rapida inibizione dose- dipendente della funzione piastrinica, documentata dal grado di aggregazione delle piastrine ex vivo in risposta all’adenosindifosfato (ADP) o dal prolungamento del tempo di sanguinamento. A due ore dalla somministrazione dei due dosaggi più elevati (0,25 e 0,30 mg/Kg), più dell’80% dei recettori GPIIb/IIIa risultarono bloccati e l’aggregazione piastrinica, in risposta a 20 ?M di ADP, risultò pressochè abolita. Dati pubblicati hanno dimostrato che questo livello di inibizione piastrinica veniva accertato entro 10 minuti dalla somministrazione. In uno studio di Fase I, il tempo medio di sanguinamento aumentò oltre i 30 minuti con entrambi i dosaggi, rispetto al valore iniziale di circa 5 minuti. Il livello di blocco dell’80% dei recettori fu scelto come obiettivo per la dimostrazione

dimostrato che l’inibizione piastrinica associata a questo livello di blocco recettoriale previene la formazione del trombo piastrinico.

Nella maggior parte dei pazienti, si è dimostrato che la somministrazione endovenosa di ReoPro in bolo unico di 0,25 mg/Kg seguita da un’infusione continua di 10 ?g/min per un periodo di 12-96 ore, ha prodotto un blocco sostenuto e di grado elevato dei recettori GPIIb/IIIa ( > 80%) e un’inibizione della funzione piastrinica (aggregazione piastrinica ex vivo in risposta a 20 ?M di ADP inferiore al 20% del valore iniziale e tempo di sanguinamento superiore a 30 minuti) per tutta la durata dell’infusione. Risultati equivalenti sono stati ottenuti quando, in pazienti di peso fino ad 80 kg, è stata utilizzata una dose di infusione aggiustata sulla base del peso corporeo (0,125 ?g/kg/min fino ad un massimo di 10 ?g/min). Pazienti che hanno ricevuto un bolo di 0,25 mg/Kg, seguito dall’infusione di 5 ?g/min per 24 ore hanno presentato, inizialmente, un analogo blocco dei recettori e un’analoga inibizione dell’aggregazione piastrinica, ma tale risposta non è stata mantenuta per tutto il periodo dell’infusione. Sebbene un basso livello di blocco dei recettori GPIIb/IIIa sia stato osservato per più di 10 giorni dopo l’interruzione dell’infusione, la funzione piastrinica è ritornata tipicamente alla normalità entro un periodo di 24-48 ore.

In studi clinici, ReoPro ha dimostrato notevoli capacità nel ridurre le complicanze trombotiche conseguenti ad interventi sull’albero coronarico, come l’angioplastica con palloncino, l’aterectomia e l’impianto di stent. Tali effetti sono stati osservati nelle ore immediatamente successive all’intervento e sono perdurati per 30 giorni negli studi clinici EPIC, EPILOG, EPISTENT e CAPTURE. Nello studio EPIC, in cui furono arruolati pazienti ad alto rischio di complicanze ischemiche durante o dopo intervento di angioplastica, e nei due studi interventistici in cui furono arruolati principalmente pazienti ad alto rischio di complicanze ischemiche durante o dopo intervento di angioplastica, EPILOG (36% a basso rischio e 64% ad alto rischio) e EPISTENT (27% a basso rischio e 73% ad alto rischio), la dose di infusione fu continuata per 12 ore dopo l’intervento e la riduzione dell’obiettivo combinato di morte, infarto del miocardio o di ripetizione dell’intervento di angioplastica fu mantenuta durante il periodo di follow-up: 3 anni (EPIC), 1 anno (EPILOG) e 1 anno (EPISTENT), rispettivamente. Nello studio EPIC la riduzione dell’obiettivo combinato è derivata, principalmente, dall’effetto sull’infarto del miocardio e sugli interventi di rivascolarizzazione, sia urgenti che non urgenti. Negli studi EPILOG e EPISTENT, la riduzione dell’obiettivo combinato è derivata, principalmente, dall’effetto sull’infarto miocardico non-Q (identificato dagli aumenti degli enzimi cardiaci) e sugli interventi di rivascolarizzazione urgenti. Nello studio CAPTURE, effettuato in pazienti con angina instabile non rispondenti alla terapia medica, ReoPro è stato somministrato come bolo seguito da infusione per 24 ore prima della procedura di angioplastica fino ad un’ora dopo il completamento della procedura. Questo regime si è dimostrato in grado di stabilizzare i pazienti prima dell’angioplastica, come risulta per esempio dalla riduzione del numero degli infarti del miocardio, e di ridurre le complicanze trombotiche fino al 30° giorno ma non a 6 mesi.


Reopro: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Reopro, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Reopro

Distribuzione/Eliminazione

Dopo la somministrazione di un bolo di ReoPro per via endovenosa, le concentrazioni plasmatiche di farmaco libero diminuiscono molto rapidamente, con un’emivita iniziale inferiore ai 10 minuti ed un’emivita di seconda fase di 30 minuti circa, probabilmente per il rapido instaurarsi del legame con i recettori GPIIb/IIIa piastrinici. La funzione piastrinica viene ripristinata generalmente entro 48 ore, anche se il ReoPro rimane in circolo per 15 giorni o più legato alle piastrine. La somministrazione per via endovenosa di 0,25 mg/Kg di ReoPro in bolo seguita da un’infusione continua di 10 ?g/min (o un’infusione aggiustata sul peso di 0,125 ?g/kg/min fino ad un massimo di 10 ?g/min), determina concentrazioni plasmatiche di farmaco libero relativamente costanti durante tutto il periodo di infusione. Al termine del periodo di infusione, le concentrazioni plasmatiche di farmaco libero si riducono rapidamente nelle prime 6 ore e, successivamente, diminuiscono con un ritmo più lento.


Reopro: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Reopro agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Reopro è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Reopro: dati sulla sicurezza

I dati preclinici disponibili non rivelano rischi particolari per l’uomo.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Reopro: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Reopro

Reopro: interazioni

Il ReoPro è stato specificamente studiato in associazione con eparina ed acido acetilsalicilico. In presenza di ReoPro, l’infusione di eparina si accompagna ad un aumento dell’incidenza di emorragia. L’esperienza limitata con ReoPro in pazienti che sono stati trattati con agenti trombolitici suggerisce un aumento del rischio di emorragia. Anche se non sono stati effettuati studi specifici, l’associazione di ReoPro con altri farmaci cardiovascolari d’uso comune per la terapia dell’angina, dell’infarto miocardico o dell’ipertensione non ha provocato reazioni avverse. Reazioni avverse non si sono verificate neppure con l’impiego dei comuni liquidi per infusione endovenosa. I farmaci cardiovascolari ai quali si fa riferimento comprendono la warfarina (prima e dopo, ma non durante la PTCA), i bloccanti dei recettori beta-adrenergici, i calcio-antagonisti, gli ACE-inibitori ed i nitrati sia per via orale che endovenosa.


Reopro: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Reopro: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non pertinente.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco