Niflam: a cosa serve e come si usa

Niflam (Acido Niflumico): indicazioni e modo d’uso

Niflam (Acido Niflumico) è un farmaco che serve per curare le seguenti condizioni patologiche:

Niflam è indicato per attenuare l’infiammazione, il dolore e l’edema che accompagnano gli stati flogistici acuti e cronici legati ad affezioni diverse, e in particolare:

Affezioni articolari: artrite reumatoide, coxartrosi, osteoartriti, spondilite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica, artrite gottosa acuta.

Affezioni non articolari: borsiti, tenositi, sinoviti, epicondiliti.

Condizioni traumatiche: fratture, distorsioni, contusioni dei tessuti molli

In medicina sportiva: dolori articolari, periostite tibiale, lesioni dei tessuti molli, ecc.

Stati infiammatori post-operatori: estrazioni dentarie ed altri procedimenti operatori odontoiatrici, interventi ostetrico-ginecologici, interventi chirurgici al naso e alla gola.

Affezioni ORL acute e subacute.

Affezioni broncopolmonari: broncopneumopatie, pleuriti.

Altre condizioni morbose: tromboflebite acuta superficiale.

Nei bambini NIFLAM è indicato nel trattamento sintomatico del dolore in corso di manifestazioni infiammatorie a carico dell’apparato ORL e stomatologiche.

Niflam: come si usa?

farmaco: indicazioni e modo d'uso

Come per tutti i farmaci, anche per Niflam è molto importante rispettare e seguire i dosaggi consigliati dal medico al momento della prescrizione.

Se perĂ² non ricordate come prendere Niflam ed a quali dosaggi (la posologia indicata dal medico), è quanto meno necessario seguire le istruzioni presenti sul foglietto illustrativo. Vediamole insieme.

Posologia di Niflam

Capsule rigide

In genere, si somministra 1 capsula di NIFLAM tre volte al giorno, durante o immediatamente dopo i pasti. Negli stati infiammatori gravi, specie quelli di lunga durata o che presentano esacerbazioni acute, si puĂ² somministrare una dose giornaliera massima di 4 capsule di NIFLAM (1000 mg di acido niflumico). Col miglioramento della sintomatologia, la posologia dovrĂ  essere ridotta al livello di mantenimento che si dimostri efficace. Dosi superiori alle quattro capsule giornaliere (1000 mg) non aumentano in misura sensibile gli effetti terapeutici, ma possono causare la comparsa di effetti collaterali che raramente si verificano al regime posologico consigliato.

Nell’artrite gottosa acuta, dovrĂ  essere somministrata una dose iniziale di 2 capsule (500 mg di acido niflumico) seguita da una capsula (250 mg) a distanza di 2 o 4 ore dall’inizio della terapia. Dal giorno successivo in poi, si procede con il normale regime posologico di una capsula 3 o 4 volte al giorno.

Supposte

Adulti: due supposte adulti al giorno, una al mattino ed una alla sera. La combinazione capsule-supposte permette un trattamento adatto a ciascun caso; ovviamente la dose è in funzione del quadro clinico.

Bambini di etĂ  compresa tra 6 – 12 mesi: 1 supposta bambini al giorno.

Bambini di etĂ  superiore ai 12 mesi: da 1 ad un massimo di 3 supposte al giorno secondo l’etĂ  e il peso. Mediamente, in questi casi, la posologia giornaliera è di 1 supposta (285 mg) ogni 10 kg di peso per acido niflumico corrispondente a 400 mg/10 kg/die di morniflumato.

Non somministrare il prodotto al di sotto dei 6 mesi di etĂ .

Nelle affezioni ORL ed in stomatologia non superare i 4-5 giorni di terapia.

La formulazione in supposte, particolarmente studiata per l’impiego pediatrico, permette anche il trattamento di pazienti che non possono alimentarsi per via orale e che comunque hanno difficoltĂ  a deglutire e quindi ad assumere la preparazione in capsule. A causa della tossicitĂ  locale la somministrazione per via rettale deve essere la piĂ¹ breve possibile (vedere paragrafo 4.9).

Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrĂ  valutare una eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.

Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della piĂ¹ breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).

Ricordate in ogni caso che se non ricordate la posologia indicata dal medico e utilizzate Niflam seguendo le istruzioni del foglietto illustrativo, sarĂ  poi opportuno che contattiate il vostro medico e lo avvisiate del dosaggio che avete assunto, per avere conferma o ulteriori consigli!

Lo posso prendere se sono incinta?

Un’altra domanda che spesso ci poniamo prima di prendere una medicina è se è possibile assumerla in gravidanza

Tenendo presente che in gravidanza sarebbe opportuno evitare qualsiasi farmaco se non strettamente necessario e che prima di assumere qualsiasi farmaco in gravidanza va sentito il medico curante, vediamo insieme quali sono le istruzioni sulla scheda tecnica di Niflam per quanto riguarda la gravidanza:

Niflam: si puĂ² prendere in gravidanza?

FertilitĂ 

L’uso di inibitori della sintesi di prostaglandine, incluso NIFLAM, puĂ² causare problemi alla fertilitĂ  femminile e non è raccomandato nelle donne che tentano un concepimento.

Nelle donne che assumono NIFLAM che hanno difficoltà di concepimento o sottoposte ad accertamenti per l’infertilità, deve essere considerata la sospensione di NIFLAM.

Gravidanza

L’inibizione della sintesi di prostaglandine puĂ² interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di anomalie congenite, inclusi difetti del setto cardiaco, difetti genito-urinari e gastroschisi, dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5 %. E’ stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalitĂ  embrione-fetale.

Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.

Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, NIFLAM non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari per il minor tempo possibile e dopo aver considerato con attenzione i potenziali rischi e benefici.

Se NIFLAM è usato da una donna in attesa di concepimento, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le piĂ¹ basse possibili.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a:

tossicitĂ  cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);

emorragia e disfunzione renale, che puĂ² progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios.

Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre la madre, alla fine della gravidanza, a:

effetto antiaggregante che puĂ² verificarsi anche a dosi molto basse, possibile prolungamento del tempo di sanguinamento ed anemia;

inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio. Conseguentemente, NIFLAM è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza. Allattamento

La concentrazione di acido niflumico/morniflumato nel latte è scarsa. Tuttavia, a scopo precauzionale, l’allattamento al seno deve essere sospeso.

Ne ho preso troppo! Cosa fare?

Può anche capitare che per errore o distrazione assumiate una quantitĂ  di farmaco superiore a quella prescritta dal vostro medico.

Talvolta capita che bambini piccoli per gioco ingeriscano dei farmaci lasciati a portata di mano: raccomandiamo sempre di tenere i farmaci lontano dalla portata dei bambini, in luoghi chiusi e custoditi.

Cosa devo fare se per sbaglio ho preso un dosaggio eccessivo di Niflam?

Qualunque sia la causa dell’ingestione di una quantitĂ  eccessiva di farmaco, ecco cosa riporta la Scheda Tecnica di Niflam in caso di sovradosaggio.

Niflam: sovradosaggio

Le manifestazioni cliniche da sovradosaggio con i FANS, incluso NIFLAM, sono dose-dipendenti, per la maggior parte dei casi caratterizzati come asintomatici o lievi. Sintomi da sovradosaggio di formulazioni a rilascio standard di solito si verificano entro 4 ore dall’ingestione.

I sintomi prevedibili di tossicitĂ  lieve da sovradosaggio con NIFLAM sono: irritazione gastrointestinale (nausea, vomito, diarrea, dolore addominale), lieve depressione del SNC che si manifesta come sonnolenza (5%) e cefalea.

In casi di tossicitĂ  piĂ¹ avanzata puĂ² verificarsi aumento dell’azotemia, della creatinina e dei test di funzionalitĂ  epatica, aumento del tempo di protrombina, trombicitopenia, bradicardia o ipotensione. Una sonnolenza pronunciata è di solito associata ad acidosi metabolica.

Tossicità grave da ingestione massiva è caratterizzata da insufficienza renale, acidosi metabolica e sintomi neurologici, incluse crisi convulsive, sonnolenza che progredisce fino al coma e disturbi della vista e dell’udito. L’emorragia gastrointestinale è raramente associata al sovradosaggio acuto.

Un soggetto che ha ingerito 7,5 g di acido niflumico ha mostrato glomerulonefrite, risolta peraltro senza sequele.

I sintomi lievi associati a sovradosaggio di FANS sono di solito auto-limitanti.

Nei pazienti sintomatici o in quelli che hanno ingerito quantitĂ  elevate dovrebbero essere monitorati: emocrono completo, elettroliti sierici, funzionalitĂ  epatica e renale e tempi di coagulazione. In pazienti con sintomi neurologici o in quelli che hanno assunto quantitĂ  elevate dovrebbe essere effettuato un’emogasanalisi, per il rischio di acidosi metabolica. C’è scarsa correlazione tra i livelli plasmatici di FANS ed i segni clinici di tossicitĂ . Se non si puĂ² escludere la contemporanea assunzione di altre sostanze, dovrebbero essere monitorati i livelli di acetaminofene, salicilati o oppioidi.

In caso di sovradosaggio è indicato un trattamento sintomatico, come ad esempio infusione endovenosa di bicarbonato di sodio per acidosi metabolica persistente, anticonvulsivi, ventilazione di supporto, sostegno cardiovascolare, antiemetici e antiacidi, oltre a lavanda gastrica e alla somministrazione di carbone attivo (solo capsule) entro 1 ora dall’ingestione, ed una terapia con fluidi per ripristinare lo stato di idratazione ed elettrolitico.

Oltre gli effetti sistemici da sovradosaggio di FANS descritti sopra, le supposte di NIFLAM presentano un rischio di tossicità locale dovuta alla via di somministrazione rettale, inclusi eritema, prurito e rash (vedere paragrafo 4.4). Un trattamento sintomatico è raccomandato.

Niflam: istruzioni particolari

Nessuna istruzione particolare per lo smaltimento.


Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco