Tremfya – Guselkumab: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Tremfya

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Tremfya: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

Se sei un paziente, consulta anche il Foglietto Illustrativo (Bugiardino) di Tremfya

01.0 Denominazione del medicinale

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Tremfya 100 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita Tremfya 100 mg soluzione iniettabile in penna preriempita

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Tremfya 100 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita.

Ciascuna siringa preriempita contiene 100 mg di guselkumab in 1 ml di soluzione. Tremfya 100 mg soluzione iniettabile in penna preriempita.

Ciascuna penna preriempita contiene 100 mg di guselkumab in 1 ml di soluzione.

Guselkumab è un anticorpo monoclonale (mAb) interamente umano, costituito da una immunoglobulina lambda G1 (IgG1λ), prodotto nelle cellule ovariche di criceto cinese (Chinese Hamster Ovary, CHO) mediante la tecnologia del DNA ricombinante.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Soluzione iniettabile (iniettabile) La soluzione è chiara, da incolore a giallo chiaro.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Psoriasi a placche

Tremfya è indicato per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a severa in pazienti adulti che sono candidati ad una terapia sistemica.

Artrite psoriasica

Tremfya, da solo o in associazione a metotrexato (MTX), è indicato per il trattamento dell’artrite psoriasica attiva in pazienti adulti che hanno avuto una risposta inadeguata o che hanno mostrato intolleranza a una precedente terapia con farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD) (vedere paragrafo 5.1).

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Questo medicinale deve essere usato esclusivamente sotto la guida e la supervisione di un medico esperto nella diagnosi e nel trattamento delle condizioni per cui esso è indicato.

Posologia

Psoriasi a placche

La dose raccomandata è di 100 mg da somministrare mediante iniezione sottocutanea alla Settimana 0 e alla Settimana 4, seguita da una dose di mantenimento ogni 8 settimane (q8w).

È necessario valutare l’eventualità di interrompere il trattamento in pazienti che non hanno mostrato alcuna risposta dopo 16 settimane di trattamento.

Artrite psoriasica

La dose raccomandata è di 100 mg da somministrare mediante iniezione sottocutanea alla Settimana 0 e alla Settimana 4, seguita da una dose di mantenimento ogni 8 settimane. Per i pazienti ad alto rischio di danno articolare, secondo il giudizio clinico, si può prendere in considerazione la somministrazione di una dose di 100 mg ogni 4 settimane (q4w) (vedere paragrafo 5.1).

È necessario valutare l’eventualità di interrompere il trattamento in pazienti che non hanno mostrato alcuna risposta dopo 24 settimane di trattamento.

Popolazioni speciali

Anziani (≥ 65 anni)

Non è richiesto alcun adeguamento della dose (vedere paragrafo 5.2).

Ci sono informazioni limitate nei soggetti di età ≥ 65 anni e informazioni molto limitate nei soggetti di età ≥ 75 anni (vedere paragrafo 5.2).

Compromissione epatica o renale

Tremfya non è stato studiato in queste popolazioni di pazienti. Non è possibile effettuare alcuna raccomandazione sulla dose. Per ulteriori informazioni sull’eliminazione di guselkumab, vedere paragrafo 5.2.

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di Tremfya nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili.

Modo di somministrazione

Uso sottocutaneo. Se possibile, evitare le iniezioni nelle aree di cute che mostrano la psoriasi. Dopo una adeguata formazione sulla tecnica di iniezione sottocutanea, i pazienti possono iniettare Tremfya se il medico lo ritiene opportuno. Comunque, il medico deve garantire un appropriato follow- up dei pazienti. I pazienti devono essere istruiti a iniettare la quantità intera di soluzione in base alle “Istruzioni per l’uso” fornite separatamente nella scatola.

Per istruzioni sulla preparazione del medicinale prima della somministrazione, vedere il paragrafo 6.6.

 

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità grave al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Infezioni attive clinicamente importanti (ad es., tubercolosi attiva, vedere paragrafo 4.4).

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Tracciabilità

Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere chiaramente registrati.

Infezioni

Guselkumab può aumentare il rischio di infezione. Il trattamento non deve essere iniziato nei pazienti con qualsiasi tipo di infezione attiva, clinicamente importante, fino alla risoluzione dell’infezione o al suo adeguato trattamento.

I pazienti trattati con guselkumab devono essere istruiti a richiedere una consulenza medica in caso di segni o sintomi di infezione acuta o cronica clinicamente importanti. Se un paziente sviluppa una infezione clinicamente importante o grave oppure non sta rispondendo alla terapia standard, deve essere attentamente monitorato e il trattamento deve essere sospeso fino alla risoluzione dell’infezione.

Valutazione pre-trattamento per la tubercolosi

Prima di iniziare il trattamento, i pazienti devono essere valutati per la tubercolosi (TB). I pazienti che ricevono guselkumab devono essere monitorati per l’insorgenza di segni e sintomi di TB attiva durante e dopo il trattamento. Una terapia anti-TB deve essere presa in considerazione prima di iniziare il trattamento nei pazienti con una pregressa anamnesi di TB latente o attiva, nei quali non è possibile confermare un adeguato percorso terapeutico Ipersensibilità

Sono state riportate gravi reazioni di ipersensibilità, compresa l’anafilassi, nelle osservazioni post- marketing (vedere paragrafo 4.8). Alcune gravi reazioni di ipersensibilità si sono manifestate parecchi giorni dopo il trattamento con guselkumab, inclusi casi di orticaria e dispnea. Se si verifica una grave reazione di ipersensibilità, la somministrazione di guselkumab deve essere interrotta immediatamente e deve essere avviata una terapia appropriata.

Aumento delle transaminasi epatiche

Negli studi clinici sull’artrite psoriasica è stata osservata una maggiore incidenza di aumento degli enzimi epatici nei pazienti trattati con guselkumab ogni 4 settimane (q4w) rispetto ai pazienti trattati con guselkumab ogni 8 settimane (q8w) o placebo (vedere paragrafo 4.8).

Quando si prescrive guselkumab q4w nell’artrite psoriasica, si raccomanda di valutare gli enzimi epatici al basale e successivamente in base alla gestione di routine del paziente. Se si osserva un aumento dei valori di alanina aminotransferasi [ALT] o aspartato aminotransferasi [AST] e si sospetta una lesione epatica indotta dal farmaco, il trattamento deve essere temporaneamente sospeso fino all’esclusione di questa diagnosi.

Vaccinazioni

Prima di iniziare la terapia, deve essere considerato il completamento del programma di vaccinazioni secondo le attuali linee guida. I vaccini vivi non devono essere utilizzati in concomitanza al trattamento con guselkumab. Non ci sono dati disponibili sulla risposta ai vaccini vivi o inattivi.

Prima della vaccinazione con virus o batteri vivi, il trattamento deve essere stato interrotto da almeno 12 settimane dopo l’ultima dose e può essere ripreso almeno 2 settimane dopo la vaccinazione. I prescrittori devono consultare il Riassunto delle Caratteristiche di Prodotto del vaccino specifico per ulteriori informazioni e indicazioni sull’uso concomitante degli agenti immunosoppressori post- vaccinazione.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Interazioni con i substrati CYP450

In uno studio di Fase 1 in soggetti affetti da psoriasi a placche da moderata a grave, variazioni nelle esposizioni sistemiche (Cmax e AUCinf) di midazolam, S-warfarin, omeprazolo, destrometorfano, e caffeina dopo una singola dose di guselkumab non sono state clinicamente rilevanti, indicando che le interazioni tra guselkumab e substrati di vari enzimi CYP (CYP3A4, CYP2C9, CYP2C19, CYP2D6, e CYP1A2) sono improbabili. Non vi è alcuna necessità di un aggiustamento della dose in caso di co- somministrazione tra guselkumab e i substrati di CYP450.

Terapia immunosoppressiva concomitante o fototerapia

Negli studi sulla psoriasi, la sicurezza e l’efficacia di guselkumab in combinazione con immunosoppressori, inclusi farmaci biologici o fototerapia, non sono state valutate.

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Donne in età fertile

Le donne in età fertile devono utilizzare metodi di contraccezione efficaci durante il trattamento e per almeno 12 settimane dopo la sospensione del trattamento.

Gravidanza

Non ci sono dati disponibili sull’uso di guselkumab nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto o sviluppo postnatale (vedere paragrafo 5.3). Come misura precauzionale, è preferibile evitare l’uso di Tremfya durante la gravidanza.

Allattamento

Non è noto se guselkumab sia escreto nel latte umano. È noto che le immunoglobuline sono escrete nel latte materno durante i primi giorni a ridosso della nascita e che la loro concentrazione raggiunge bassi livelli subito dopo; di conseguenza, il rischio per il bambino allattato al seno in questo periodo non può essere escluso. È necessario decidere se interrompere l’allattamento o astenersi dalla terapia con Tremfya, tenendo conto del beneficio dell’allattamento per il bambino e dei benefici della terapia per la donna. Vedere paragrafo 5.3 per informazioni su sull’escrezione di guselkumab nel latte degli animali (scimmie cynomolgus).

Fertilità

L’effetto di guselkumab sulla fertilità umana non è stato valutato. Gli studi condotti sugli animali non indicano effetti nocivi diretti o indiretti sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3).

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Tremfya non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

 

04.8 Effetti indesiderati

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Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse più comuni sono state le infezioni delle vie respiratorie in circa il 14% dei pazienti negli studi clinici sulla psoriasi e sull’artrite psoriasica.

Tabella delle reazioni avverse

Nella Tabella 1 è riportato l’elenco delle reazioni avverse osservate negli studi clinici sulla psoriasi e sull’artrite psoriasica, cosi come quelle osservate nell’esperienza post-marketing. Le reazioni avverse sono riportate in base alla classificazione per sistemi e organi MedDRA e alla frequenza, utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10,000, < 1/1,000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Tabella 1. Elenco delle reazioni avverse

Classificazione per sistemi e organi Frequenza Reazioni avverse
Infezioni ed infestazioni Molto comune Infezioni del tratto respiratorio
Non comune Infezioni da Herpes Simplex
Non comune Infezioni da tinea
Non comune Gastroenterite
Disturbi del sistema immunitario Non comune Ipersensibilità
Non comune Anafilassi
Patologie del sistema nervoso Comune Cefalea
Patologie gastrointestinali Comune Diarrea
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune Orticaria
Non comune Eruzione cutanea
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune Artralgia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune Reazioni in sede di iniezione
Esami diagnostici Comune Transaminasi aumentate
Non comune Conta dei neutrofili diminuita

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Transaminasi aumentate

In due studi clinici di Fase III sull’artrite psoriasica, per tutto il periodo controllato con placebo, gli eventi avversi di aumento delle transaminasi (inclusi ALT aumentata, AST aumentata, enzimi epatici aumentati, transaminasi aumentate, prova di funzionalità epatica anormale, ipertransaminasemia) sono stati segnalati più frequentemente nei gruppi trattati con guselkumab (8,6% nel gruppo q4w e 8,3% nel gruppo q8w) rispetto al gruppo trattato con placebo (4,6%). Nel corso di un anno, gli eventi avversi di aumento delle transaminasi (come descritto sopra) sono stati segnalati nel 12,9% dei pazienti nel gruppo q4w e nell’11,7% dei pazienti nel gruppo q8w.

In base alle analisi di laboratorio, nella maggioranza dei casi gli aumenti delle transaminasi (ALT e AST) erano ≤ 3 volte il limite superiore della norma (ULN). Aumenti delle transaminasi da > 3 a ≤ 5 volte l’ULN e > 5 volte l’ULN si sono verificati con una frequenza ridotta e più spesso nel gruppo guselkumab q4w rispetto al gruppo guselkumab q8w (Tabella 2). Un simile andamento della frequenza per severità e gruppo di trattamento è stato osservato fino alla fine dello studio clinico di Fase III sull’artrite psoriasica della durata di 2 anni.

Tabella 2. Frequenza di pazienti con innalzamento delle transaminasi post-basale in due studi clinici di Fase III sull’artrite psoriasica

Fino alla Settimana 24a Fino a 1 annob
Placebo N=370c guselkumab 100 mg q8w N=373c guselkumab 100 mg q4w N=371c guselkumab 100 mg q8w N=373c guselkumab 100 mg q4w N=371c
ALT
Da > 1 a ≤ 3 volte l’ULN 30,0% 28,2% 35,0% 33,5% 41,2%
Da > 3 a ≤ 5 volte l’ULN 1,4% 1,1% 2,7% 1,6% 4,6%
> 5 volte l’ULN 0,8% 0,8% 1,1% 1,1% 1,1%
AST
Da > 1 a ≤ 3 volte l’ULN 20,0% 18,8% 21,6% 22,8% 27,8%
Da > 3 a ≤ 5 volte l’ULN 0,5% 1,6% 1,6% 2,9% 3,8%
> 5 volte l’ULN 1,1% 0,5% 1,6% 0,5% 1,6%

periodo controllato con placebo

non sono inclusi i pazienti randomizzati a ricevere placebo al basale e passati a guselkumab numero di pazienti con almeno una valutazione post-basale per il test di laboratorio specifico nel periodo di tempo Negli studi clinici sulla psoriasi, nel corso di un anno, la frequenza degli aumenti delle transaminasi (ALT e AST) per la dose di guselkumab q8w è stata simile a quella osservata per la dose di guselkumab q8w negli studi clinici sull’artrite psoriasica. Nel corso di 5 anni l’incidenza dell’innalzamento delle transaminasi non è aumentata per anno di trattamento con guselkumab. La maggior parte degli aumenti delle transaminasi è stata ≤ 3 volte l’ULN.

Nella maggioranza dei casi, l’innalzamento delle transaminasi è stato transitorio e non ha portato alla sospensione del trattamento.

Conta dei neutrofili diminuita

In due studi clinici di Fase III sull’artrite psoriasica, per tutto il periodo controllato con placebo, l’evento avverso di riduzione della conta dei neutrofili è stato segnalato più frequentemente nel gruppo trattato con guselkumab (0,9%) rispetto al gruppo trattato con placebo (0%). Nel corso di un anno, l’evento avverso di riduzione della conta dei neutrofili è stato segnalato nello 0,9% dei pazienti trattati con guselkumab. Nella maggioranza dei casi, la riduzione della conta ematica dei neutrofili è stata lieve, transitoria, non associata a infezioni e non ha portato alla sospensione del trattamento.

Gastroenterite

In due studi clinici di Fase III sulla psoriasi, per tutto il periodo controllato con placebo, la gastroenterite si è verificata più frequentemente nel gruppo trattato con guselkumab (1,1%) rispetto al gruppo trattato con placebo (0,7%). Alla Settimana 264, il 5,8% di tutti i pazienti trattati con guselkumab ha riportato gastroenterite. Le reazioni avverse di gastroenterite non sono state gravi e non hanno comportato l’interruzione di guselkumab fino alla Settimana 264.

Le percentuali dei casi di gastroenterite osservate negli studi clinici sull’artrite psoriasica, per tutto il periodo controllato con placebo, sono risultate simili a quelle osservate negli studi clinici sulla psoriasi.

Reazioni in sede di iniezione

In due studi clinici di Fase III sulla psoriasi fino alla Settimana 48, lo 0,7% delle iniezioni di guselkumab e lo 0,3% di iniezioni di placebo sono state associate a reazioni in sede di iniezione. Alla Settimana 264, lo 0,4% delle iniezioni di guselkumab sono state associate a reazioni in sede di iniezione. Le reazioni in sede di iniezione sono state generalmente di gravità da lieve a moderata; nessuna di queste è stata grave e una ha portato alla sospensione di guselkumab.

In due studi clinici di Fase III sull’artrite psoriasica, fino alla Settimana 24 il numero di soggetti che hanno riferito 1 o più reazioni in sede di iniezione è stato basso e leggermente superiore nei gruppi trattati con guselkumab rispetto al gruppo trattato con placebo; 5 soggetti (1,3%) nel gruppo guselkumab q8w, 4 soggetti (1,1%) nel gruppo guselkumab q4w e 1 soggetto (0,3%) nel gruppo placebo. Un soggetto ha interrotto la terapia con guselkumab a causa di una reazione in sede di iniezione durante il periodo controllato con placebo negli studi clinici sull’artrite psoriasica. Nel corso di un anno, la percentuale di pazienti che hanno riferito 1 o più reazioni in sede di iniezione è stata, rispettivamente, dell’1,6% e del 2,4% nei gruppi guselkumab q8w e q4w. Complessivamente, la percentuale di iniezioni associata a reazioni in sede di iniezione osservata negli studi clinici sull’artrite psoriasica per tutto il periodo controllato con placebo è risultata simile alle percentuali osservate negli studi clinici sulla psoriasi.

Immunogenicità

L’immunogenicità di guselkumab è stata valutata mediante un dosaggio immunologico sensibile e farmaco-tollerante.

Nelle analisi combinate degli studi di Fase II e di Fase III in pazienti con psoriasi e artrite psoriasica, il 5% (n=145) dei pazienti trattati con guselkumab ha sviluppato anticorpi anti-farmaco in un periodo massimo di 52 settimane di trattamento. Tra i pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-farmaco, circa l’8% (n=12) ha prodotto anticorpi che sono stati classificati come neutralizzanti, il che equivale allo 0,4% di tutti i pazienti trattati con guselkumab. Nelle analisi congiunte degli studi di Fase III in pazienti con psoriasi, circa il 15% dei pazienti trattati con guselkumab ha sviluppato anticorpi anti- farmaco in un periodo massimo di 264 settimane di trattamento. Tra i pazienti che hanno sviluppato anticorpi anti-farmaco, circa il 5% ha prodotto anticorpi che sono stati classificati come neutralizzanti, il che equivale allo 0,76% di tutti i pazienti trattati con guselkumab. Gli anticorpi anti-farmaco non erano associati a un’efficacia inferiore del farmaco o allo sviluppo di reazioni in sede di iniezione.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V.

 

04.9 Sovradosaggio

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Dosi endovenose singole di guselkumab fino a un massimo di 987 mg (10 mg/kg) sono state somministrate in volontari sani e singole dosi sottocutanee di guselkumab fino a 300 mg sono state somministrate in pazienti affetti da psoriasi a placche in studi clinici, senza tossicità limitante la dose. In caso di sovradosaggio, il paziente deve essere monitorato per la presenza di eventuali segni o sintomi di reazioni avverse e un trattamento sintomatico adeguato deve essere somministrato immediatamente.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Immunosoppressori, inibitori dell’interleuchina, codice ATC: L04AC16 .

Meccanismo d’azione

Guselkumab è un anticorpo monoclonale (mAb) umano IgG1λ che si lega selettivamente all’interleuchina 23 (IL-23) con alta affinità e specificità.

IL-23 è una citochina coinvolta nelle risposte infiammatorie e immunitarie. Bloccando il legame di IL- 23 al suo recettore, guselkumab inibisce la segnalazione cellulare IL-23-dipendente e il rilascio di citochine proinfiammatorie.

I livelli di IL-23 sono elevati nella cute dei pazienti affetti da psoriasi a placche. Nei modelli in vitro, è stato dimostrato come guselkumab inibisca la bioattività dell’IL-23 bloccando l’interazione con il suo recettore sulla superficie cellulare, interrompendo il segnale, l’attivazione e la cascata di citochine mediata dall’IL-23. Guselkumab esercita effetti clinici sulla psoriasi a placche e sull’artrite psoriasica attraverso l’inibizione della via della citochina IL-23.

Effetti farmacodinamici

In uno studio di Fase I, il trattamento con guselkumab ha comportato una ridotta espressione dei geni della via di IL-23/ Th17 e dei profili di espressione genica associati alla psoriasi, come dimostrato dalle analisi dell’mRNA ottenuto dalle biopsie cutanee dei pazienti affetti da psoriasi a placche alla Settimana 12 a confronto con il basale. Nello stesso studio di Fase I, il trattamento con guselkumab ha comportato il miglioramento dei parametri istologici della psoriasi alla Settimana 12, tra cui la riduzione dello spessore dell’epidermide e della densità delle cellule T. Inoltre, sono stati osservati ridotti livelli di IL-17A, IL-17F e IL-22 nel siero dei pazienti trattati con guselkumab rispetto al placebo in studi di Fase II e Fase III sulla psoriasi a placche. Questi risultati sono coerenti con il beneficio clinico osservato con guselkumab nel trattamento della psoriasi a placche.

In studi di Fase III, i pazienti con artrite psoriasica presentavano livelli sierici elevati al basale delle proteine di fase acuta proteina C reattiva, amiloide sierica A e IL-6, e delle citochine Th17 effettrici IL-17A, IL-17F e IL-22. Guselkumab ha ridotto i livelli di queste proteine entro 4 settimane dall’inizio del trattamento. Guselkumab ha ridotto ulteriormente, rispetto al basale e anche al placebo, i livelli di queste proteine entro la Settimana 24.

Efficacia e sicurezza clinica

Psoriasi a placche

L’efficacia e la sicurezza di guselkumab sono state valutate in tre studi di Fase III, randomizzati, in doppio cieco, controllati con farmaco attivo, condotti su pazienti adulti affetti da psoriasi a placche da moderata a grave, che erano candidati per la fototerapia o la terapia sistemica.

VOYAGE 1 e VOYAGE 2

Due studi (VOYAGE 1 e VOYAGE 2) hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di guselkumab rispetto al placebo e ad adalimumab in 1.829 pazienti adulti. I pazienti randomizzati a guselkumab (N = 825) hanno ricevuto 100 mg alle Settimane 0 e 4, e poi ogni 8 settimane (q8s), fino alla Settimana 48 (VOYAGE 1) e alla Settimana 20 (VOYAGE 2). I pazienti randomizzati ad adalimumab (N = 582) hanno ricevuto 80 mg alla Settimana 0 e 40 mg alla Settimana 1, seguiti da 40 mg ogni due settimane (q2s) fino alla Settimana 48 (VOYAGE 1) e alla Settimana 23 (VOYAGE 2). In entrambi gli studi, i pazienti randomizzati al placebo (N = 422) ricevevano guselkumab 100 mg alle Settimane 16, 20 e in seguito q8s. Nello studio VOYAGE 1, tutti i pazienti, compresi quelli randomizzati ad adalimumab alla Settimana 0, hanno iniziato a ricevere guselkumab in aperto q8s dalla Settimana 52. Nello studio VOYAGE 2, i pazienti randomizzati a guselkumab alla Settimana 0, che risultavano responder al PASI 90 (Psoriasis Area and Severity Index) alla Settimana 28, sono stati nuovamente randomizzati per continuare il trattamento con guselkumab q8s (trattamento di mantenimento) o per ricevere il placebo (sospensione del trattamento). I pazienti che erano stati sospesi dal trattamento hanno re- iniziato guselkumab (somministrato al momento del ritrattamento, 4 settimane dopo e successivamente q8s) quando hanno avuto una perdita di almeno il 50% del miglioramento del PASI alla Settimana 28. I pazienti randomizzati ad adalimumab alla Settimana 0 che erano PASI 90 non responder hanno ricevuto guselkumab alle Settimane 28, 32 e in seguito q8s. In VOYAGE 2, tutti i pazienti hanno iniziato a ricevere guselkumab in aperto q8s dalla Settimana 76.

Negli studi VOYAGE 1 e 2, le caratteristiche al basale della malattia sono state compatibili per tutte le popolazioni in studio, con, rispettivamente, un’area di superficie corporea (BSA) mediana del 22% e del 24%, un punteggio PASI mediano al basale di 19 per entrambi gli studi, un punteggio del dermatology quality of life index (DLQI) mediano al basale di 14 e 14,5, un punteggio dell’ investigator global assessment (IGA) grave al basale nel 25% e nel 23% dei pazienti e un’anamnesi di artrite psoriasica nel 19% e nel 18% dei pazienti.

Di tutti i pazienti inclusi negli studi VOYAGE 1 e 2, rispettivamente, il 32% e il 29% erano naïve sia al trattamento con le terapie sistemiche tradizionali sia al trattamento con terapie biologiche, il 54% e il 57% avevano ricevuto una precedente fototerapia e il 62% e il 64% avevano effettuato una precedente terapia sistemica convenzionale. In entrambi gli studi, il 21% della popolazione aveva effettuato una precedente terapia biologica, di cui l’11% aveva ricevuto almeno un anti- TNFα e circa il 10% aveva ricevuto un farmaco anti-IL-12/ IL-23.

L’efficacia di guselkumab è stata valutata in relazione alla malattia cutanea complessiva, alla malattia regionale (cuoio capelluto e unghie delle mani e dei piedi), alla qualità della vita e agli esiti riferiti dal paziente. Gli endpoint co-primari negli studi VOYAGE 1 e 2 erano la percentuale di pazienti trattati con guselkumab che avevano ottenuto un punteggio IGA di 0 o minimo (IGA 0/1) e una risposta PASI 90 alla Settimana 16 rispetto al placebo (vedere Tabella 3).

Malattia complessiva della pelle

Il trattamento con guselkumab ha portato a miglioramenti significativi nei valori dell’attività della malattia, rispetto al placebo e ad adalimumab alla Settimana 16 e rispetto ad adalimumab nelle Settimane 24 e 48. I risultati di efficacia chiave per gli endpoint primari e i principali endpoint secondari dello studio sono mostrati nella Tabella 3 riportata di seguito.

Tabella 3. Riepilogo delle risposte cliniche negli studi VOYAGE 1 e VOYAGE 2

Numero di pazienti (%)
VOYAGE 1 VOYAGE 2
Placebo
(N = 174)
guselkumab
(N = 329)
adalimumab
(N = 334)
Placebo
(N = 248)
guselkumab
(N = 496)
adalimumab
(N = 248)
Settimana 16
PASI 75 10 (5,7) 300 (91,2)a 244 (73,1)b 20 (8,1) 428 (86,3)a 170 (68,5)b
PASI 90 5 (2,9) 241 (73,3)c 166 (49,7)b 6 (2,4) 347 (70,0)c 116 (46,8)b
PASI 100 1 (0,6) 123 (37,4)a 57 (17,1)d 2 (0,8) 169 (34,1)a 51 (20,6)d
IGA 0/1 12 (6,9) 280 (85,1)c 220 (65,9)b 21 (8,5) 417 (84,1)c 168 (67,7)b
IGA 0 2 (1,1) 157 (47,7)a 88 (26,3)d 2 (0,8) 215 (43,3)a 71 (28,6)d
Settimana 24
PASI 75 300 (91,2) 241 (72,2)e 442 (89,1) 176 (71,0)e
PASI 90 264 (80,2) 177 (53,0)b 373 (75,2) 136 (54,8)b
PASI 100 146 (44,4) 83 (24,9)e 219 (44,2) 66 (26,6)e
IGA 0/1 277 (84,2) 206 (61,7)b 414 (83,5) 161 (64,9)b
IGA 0 173 (52,6) 98 (29,3)b 257 (51,8) 78 (31,5)b
Settimana 48
PASI 75 289 (87,8) 209 (62,6)e
PASI 90 251 (76,3) 160 (47,9)b
PASI 100 156 (47,4) 78 (23,4)e
IGA 0/1 265 (80,5) 185 (55,4)b
IGA 0 166 (50,5) 86 (25,7)b

p < 0,001 per confronto tra guselkumab e placebo.

p < 0,001 per confronto tra guselkumab e adalimumab per i principali endpoint secondari.

p < 0,001 per confronto tra guselkumab e placebo per gli endpoint co-primari.

i confronti tra guselkumab e adalimumab non sono stati effettuati.

p < 0,001 per confronto tra guselkumab e adalimumab.

Risposta nel corso del tempo

Guselkumab ha dimostrato una rapida efficacia, con una percentuale di miglioramento nel PASI significativamente maggiore rispetto al placebo a partire dalla Settimana 2 (p < 0,001). La percentuale di pazienti che ottenevano una risposta PASI 90 era numericamente superiore per guselkumab rispetto ad adalimumab a partire dalla Settimana 8 con la differenza che ha raggiunto il massimo valore alla Settimana 20 (VOYAGE 1 e 2) mantenuto fino alla Settimana 48 (VOYAGE 1) (vedere Figura 1).

Settimana

Adalimumab

(N = 334)

Guselkumab

(N = 329)

Placebo

(N = 174)

<.. image removed ..> Percentuale di soggetti (%)

1168_v2

Figura 1. Percentuale di soggetti che hanno raggiunto una risposta PASI 90 fino alla Settimana 48 in base alla visita (soggetti randomizzati alla Settimana 0) nello studio VOYAGE 1 Nello studio VOYAGE 1, per i pazienti che hanno ricevuto un trattamento continuo con guselkumab, il tasso di risposta PASI 90 è stato mantenuto dalla Settimana 52 alla Settimana 252. Per i pazienti randomizzati ad adalimumab alla Settimana 0 che sono passati a guselkumab alla Settimana 52, il tasso di risposta PASI 90 è aumentato dalla Settimana 52 fino alla Settimana 76 ed è stato poi mantenuto fino alla Settimana 252 (vedere Figura 2).

Figura 2. Percentuale di soggetti che nello studio VOYAGE 1 hanno ottenuto una risposta PASI 90 per visita nella fase in aperto <.. image removed ..> L’efficacia e la sicurezza di guselkumab sono state dimostrate indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla razza, dal peso corporeo, dalle sede delle placche, dalla gravità del PASI al basale, dalla concomitante presenza di artrite psoriasica e dal precedente trattamento con una terapia biologica.

Guselkumab si è dimostrato efficace sia in pazienti naïve ai trattamenti sistemici convenzionali e ai farmaci biologici, che in pazienti già esposti a farmaci biologici.

Nello studio VOYAGE 2, alla Settimana 48, l’88,6% dei pazienti che stavano ricevendo il trattamento di mantenimento con guselkumab erano responder al PASI 90 rispetto al 36,8% dei pazienti che si erano ritirati dal trattamento alla Settimana 28 (p < 0,001). La perdita di risposta al PASI 90 è stata registrata già nelle prime 4 settimane dopo la sospensione del trattamento con guselkumab, con un tempo mediano di perdita di risposta al PASI 90 di circa 15 settimane. Tra i pazienti che erano stati sospesi dal trattamento e successivamente hanno re-iniziato guselkumab, l’80% ha recuperato una risposta PASI 90 quando valutato 20 settimane dopo l’inizio del ritrattamento.

Nello studio VOYAGE 2, tra i 112 pazienti randomizzati ad adalimumab che non avevano ottenuto una risposta PASI 90 alla Settimana 28, il 66% e il 76% hanno raggiunto una risposta PASI 90 rispettivamente dopo 20 e 44 settimane di trattamento con guselkumab. Inoltre, tra i 95 pazienti randomizzati a guselkumab che non sono riusciti a ottenere una risposta PASI 90 alla settimana 28, il 36% e il 41% hanno ottenuto una risposta PASI 90 rispettivamente con ulteriori 20 e 44 settimane di trattamento continuato con guselkumab. Nessun nuovo dato di sicurezza è stato osservato nei pazienti che sono passati da adalimumab a guselkumab.

Malattia regionale

Negli studi VOYAGE 1 e 2, alla Settimana 16 (p < 0,001, Tabella 4), sono stati osservati miglioramenti significativi nella psoriasi del cuoio capelluto, delle mani e dei piedi e delle unghie (misurati rispettivamente mediante lo Scalp-specific Investigator Global Assessment[Ss-IGA], il Physician’s Global Assessment of Hands and/or Feet [hf-PGA], il Fingernail Physician’s Global Assessment [f-PGA], il Nail Psoriasis Severity Index [NAPSI]) nei pazienti trattati con guselkumab rispetto ai pazienti trattati con placebo Guselkumab ha dimostrato superiorità rispetto ad adalimumab nella psoriasi del cuoio capelluto e delle mani e dei piedi, sia alla Settimana 24 (VOYAGE 1 e 2) che alla Settimana 48 (VOYAGE 1) (p ≤ 0,001, eccetto per la psoriasi delle mani e dei piedi alla Settimana 24 [VOYAGE 2] e alla Settimana 48 [VOYAGE 1], p < 0.05).

Tabella 4. Riepilogo delle risposte della malattia regionale negli studi VOYAGE 1 e VOYAGE 2

VOYAGE 1 VOYAGE 2
Placebo guselkumab adalimumab Placebo guselkumab adalimumab
ss-IGA (N)a 145 277 286 202 408 194
ss-IGA 0/1b, n (%)
Settimana 16 21 (14,5) 231 (83,4)c 201 (70,3)d 22 (10,9) 329 (80,6)c 130 (67,0)d
hf-PGA (N)a 43 90 95 63 114 56
hf-PGA 0/1b, n (%)
Settimana 16 6 (14,0) 66 (73,3)e 53 (55,8)d 9 (14,3) 88 (77,2)e 40 (71,4)d
f-PGA (N)a 88 174 173 123 246 124
f-PGA 0/1, n (%)
Settimana 16 14 (15,9) 68 (39,1)e 88 (50,9)d 18 (14,6) 128 (52,0)e 74 (59,7)d
NAPSI (N)a 99 194 191 140 280 140
Miglioramento perce Settimana 16 ntuale, medio
-0,9 (57,9)
(SD)
34,4 (42,4)e
38,0 (53,9)d 1,8 (53,8) 39,6 (45,6)e 46,9 (48,1)d

Include solo i soggetti con un punteggio di ss-IGA, f-PGA e hf-PGA ≥ 2 al basale o un punteggio NAPSI > 0 al basale Include solo i soggetti che hanno raggiunto un miglioramento di ≥ 2 gradi di miglioramento dal basale in ss-IGA e/o hf-PGA.

p < 0,001 per confronto tra guselkumab e placebo per il principale endpoint secondario.

i confronti tra guselkumab e adalimumab non sono stati eseguiti.

p < 0,001 per il confronto tra guselkumab e placebo.

Qualità della vita /Questionari dei pazienti

Negli studi VOYAGE 1 e 2, alla Settimana 16, sono stati ottenuti miglioramenti significativi della qualità della vita correlata alla salute, misurata tramite il Dermatology Life Quality Index (DLQI), dei sintomi legati alla psoriasi riferiti dal paziente (prurito, dolore, bruciore, dolore pungente e rigidità della pelle) e dei segni (secchezza cutanea, screpolature, desquamazione, sfaldamento, rossore e sanguinamento) misurati mediante lo Psoriasis Symptoms and Signs Diary (PSSD), nei pazienti trattati con guselkumab rispetto a ai pazienti trattati con placebo (Tabella 5). I Segni di miglioramento riportati nei questionari dei pazienti sono stati mantenuti fino alla Settimana 24 (VOYAGE 1 e 2) e alla Settimana 48 (VOYAGE 1). Nello studio VOYAGE 1, per i pazienti che ricevevano il trattamento con guselkumab in continuo, questi miglioramenti sono stati mantenuti nella fase in aperto fino alla Settimana 252 (Tabella 6).

Tabella 5. Riepilogo degli esiti riferiti dal paziente alla Settimana 16 negli studi VOYAGE 1 e VOYAGE 2

VOYAGE 1 VOYAGE 2
Placebo guselkumab adalimumab Placebo guselkumab adalimumab
DLQI, soggetti con punteggio al basale 170 322 328 248 495 247
Variazione rispetto al basale, media (deviazione standard)
Settimana 16 -0,6 (6,4) -11,2 (7,2)a -9,3 (7,8)b -2,6 (6,9) -11,3 (6,8)c -9,7 (6,8)b
PSSD Punteggio dei sintomi, soggetti con punteggio al basale
> 0
129 248 273 198 410 200
Punteggio sintomo = 0, n (%) Settimana 16 1 (0,8)
PSSD Punteggio
segni, soggetti con
129
punteggio al basale
> 0
Punteggio segni = 0, n (%)
67 (27,0)a
248
45 (16,5)b
274
0
198
112 (27,3)a
411
30 (15,0)b
201
Settimana 16 0 50 (20,2)a 32 (11,7)b 0 86 (20,9)a 21 (10,4)b

p < 0,001 per confronto tra guselkumab e placebo.

i confronti tra guselkumab e adalimumab non sono stati eseguiti.

p < 0,001 per confronto tra guselkumab e placebo per i principali endpoint secondari.

Tabella 6. Riepilogo degli esiti riferiti dal paziente nella fase in aperto nello studio VOYAGE 1

guselkumab adalimumab-guselkumab
Settimana 76 Settimana 156 Settimana 252 Settimana 76 Settimana 156 Settimana 252
Punteggio DLQI > 1 al basale, n
Soggetti con DLQI 0/1
445
337 (75,7%)
420
308 (73,3%)
374
272 (72,7%)
264
198 (75,0%)
255
190 (74,5%)
235
174 (74,0%)
PSSD Punteggio
Sintomi, soggetti con 347 327 297 227 218 200
punteggio basale > 0
Punteggio
sintomi = 0, n (%)
136 (39,2%) 130 (39,8%) 126 (42,4%) 99 (43,6%) 96 (44,0%) 96 (48,0%)
PSSD Punteggio
segni, soggetti con 347 327 297 228 219 201
punteggio basale 0
Punteggio segni = 0,
n (%)
102 (29,4%) 94 (28,7%) 98 (33,0%) 71 (31,1%) 69 (31,5%) 76 (37,8%)

Nello studio VOYAGE 2, i pazienti trattati con guselkumab avevano ottenuto un miglioramento significativamente maggiore dal basale rispetto al placebo nella misurazione della qualità di vita correlata alla salute, dell’ansia, della depressione e delle limitazioni dell’attività lavorativa alla Settimana 16, misurati, rispettivamente, con il 36-item Short Form (SF-36), con la Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS) e con il (Work Limitations Questionnaire (WLQ). I miglioramenti mostrati nel questionario SF-36, nella scala HADS e nel questionario WLQ sono stati tutti mantenuti fino alla Settimana 48 e nella fase in aperto fino alla Settimana 252 nei pazienti randomizzati alla terapia di mantenimento alla Settimana 28.

NAVIGATE

Lo studio NAVIGATE ha esaminato l’efficacia di guselkumab nei pazienti che non hanno risposto in modo adeguato (cioè che, non hanno ottenuto una risposta di ‘remissione completa della malattia’ o di ‘persistenza di malattia minima’ definita come IGA ≥ 2) a ustekinumab alla Settimana 16. Tutti i pazienti (N = 871) hanno ricevuto ustekinumab in aperto (45 mg ≤ 100 kg e 90 mg > 100 kg) alle Settimane 0 e 4. Alla Settimana 16, 268 pazienti con un punteggio IGA ≥ 2, sono stati randomizzati a continuare il trattamento con ustekinumab (N = 133) q12s, o ad iniziare il trattamento con guselkumab (N = 135) alle Settimane 16, 20 e in seguito q8s. Le caratteristiche al basale per i pazienti randomizzati sono state simili a quelle osservate negli studi VOYAGE 1 e 2.

Dopo la randomizzazione, l’endpoint primario era il numero di visite post-randomizzazione tra le Settimane 12 e 24 nelle quali i pazienti hanno ottenuto un punteggio IGA 0/1 e un miglioramento di grado ≥ 2. I pazienti sono stati esaminati con intervalli di quattro settimane, per un totale di quattro visite. Tra i pazienti che hanno risposto in maniera inadeguata a ustekinumab al momento della randomizzazione, è stato osservato un miglioramento significativamente maggiore dell’efficacia nei pazienti che sono passati al trattamento con guselkumab rispetto ai pazienti che hanno continuato il trattamento con ustekinumab. Tra le Settimane 12 e 24 dopo la randomizzazione, i pazienti trattati con guselkumab hanno ottenuto un punteggio IGA 0/1 con miglioramento ≥ 2, due volte più frequente rispetto ai pazienti trattati con ustekinumab (visite media 1,5 rispetto a 0,7, rispettivamente, p < 0,001). Inoltre, 12 settimane dopo la randomizzazione una percentuale più elevata di pazienti trattati con guselkumab rispetto a quelli trattati con ustekinumab ha ottenuto un punteggio IGA di 0/1, un miglioramento di grado ≥ 2 (31,1% vs 14,3%, rispettivamente; p = 0,001) e una risposta PASI 90 (48% vs 23%, rispettivamente, p < 0,001). Le differenze nei tassi di risposta tra i pazienti trattati con ustekinumab e guselkumab sono state rilevate già 4 settimane dopo la randomizzazione (11,1% e 9,0%, rispettivamente) e hanno raggiunto un massimo 24 settimane dopo la randomizzazione (vedere Figura 3). Nessun nuovo dato di sicurezza è stato osservato nei pazienti che sono passati da ustekinumab a guselkumab.

Settimana dopo la randomizzazione

Guselkumab (n = 135)

Ustekinumab (n = 133)

<.. image removed ..> Percentuale di soggetti (%)

Figura 3. Percentuale di soggetti che hanno raggiunto un punteggio IGA di remissione della malattia (0) o di persistenza della malattia minima (1) e un miglioramento di almeno a un grado 2 nell’IGA dalla Settimana 0 alla Settimana 24 in base alla visita dopo la randomizzazione nello studio NAVIGATE 1169_v5

ECLIPSE

L’efficacia e la sicurezza di guselkumab sono state anche investigate in uno studio in doppio cieco di confronto con secukinumab. I pazienti sono stati randomizzati a ricevere guselkumab (N = 534; 100 mg alla Settimana 0, 4 e ogni 8 settimane da allora in poi), o secukinumab (N = 514; 300 mg alla settimana 0, 1, 2, 3, 4 e ogni 4 settimane q4s da allora in poi). L’ultima dose è stata alla Settimana 44 per entrambi i gruppi di trattamento.

Le caratteristiche della malattia al basale erano coerenti con una popolazione affetta da psoriasi a placche da moderata a severa con un BSA mediano del 20%, un punteggio PASI mediano di 18 e un punteggio IGA severo per il 24% dei pazienti.

Guselkumab è risultato superiore a secukinumab come misurato dall’endpoint primario della risposta PASI 90 alla Settimana 48 (84,5% contro 70,0%, p < 0,001). I tassi comparativi di risposta PASI sono presentati nella Tabella 7.

Tabella 7. Tassi di risposta PASI nello studio ECLIPSE

Numero di pazienti (%)
guselkumab (N = 534) secukinumab (N = 514)
Endpoint Primario
Risposta PASI 90 alla Settimana 48 451 (84,5%) a 360 (70,0%)
Endpoints Secondari Maggiori
Risposta PASI 75 sia alla Settimana 12 sia alla Settimana 48 452 (84,6%) b 412 (80,2%)
Risposta PASI 75 alla Settimana 12 477 (89,3%) c 471 (91,6%)
Risposta PASI 90 alla Settimana 12 369 (69,1%) c 391 (76,1%)
Risposta PASI 100 alla Settimana 48 311 (58,2%) c 249 (48,4%)

p < 0,001 per superiorità

p < 0,001 per non-inferiorità, p = 0,062 per superiorità

test formale statistico non effettuato

I tassi di risposta PASI 90 fino alla Settimana 48 per guselkumab e secukinumab sono presentati nella Figura 4.

Figura 4. Percentuale di soggetti che hanno raggiunto una Risposta PASI 90 per visita fino alla Settimana 48 (Soggetti randomizzati alla Settimana 0) nello studio ECLIPSE.

<.. image removed ..> Artrite psoriasica (PsA)

Guselkumab ha dimostrato di migliorare segni e sintomi, funzionalità fisica e qualità della vita correlata alla salute e di ridurre il tasso di progressione del danno articolare periferico nei pazienti adulti con PsA attiva.

DISCOVER 1 e DISCOVER 2

L’efficacia e la sicurezza di guselkumab rispetto al placebo sono state valutate in due studi randomizzati di Fase III, in doppio cieco e controllati con placebo (DISCOVER 1 e DISCOVER 2) in pazienti adulti con PsA attiva (≥ 3 articolazioni tumefatte e ≥ 3 articolazioni dolenti e un livello di proteina C reattiva (CRP) ≥ 0,3 mg/dL in DISCOVER 1, e ≥ 5 articolazioni tumefatte e ≥ 5 articolazioni dolenti e un livello di CRP ≥ 0,6 mg/dL in DISCOVER 2), malgrado una terapia convenzionale con DMARD sintetici(csDMARD), apremilast o farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). La diagnosi di PsA nei pazienti di questi studi si basava sui Criteri di classificazione dell’artrite psoriasica (Classification criteria for Psoriatic Arthritis [CASPAR]) e la durata mediana della malattia era di 4 anni. In entrambi gli studi sono stati arruolati pazienti con diversi sottotipi di PsA, come artrite poliarticolare con assenza di noduli reumatoidi (40%), spondilite con artrite periferica (30%), artrite periferica asimmetrica (23%), coinvolgimento delle articolazioni interfalangee distali (7%) e artrite mutilante (1%). Al basale più del 65% e del 42% dei pazienti presentava rispettivamente entesite e dattilite, e oltre il 75% dei pazienti era affetto da psoriasi cutanea con interessamento della BSA ≥ 3%. Gli studi DISCOVER 1 e DISCOVER 2 hanno valutato rispettivamente 381 e 739 pazienti, sottoposti a terapia con guselkumab 100 mg somministrato alla Settimana 0 e alla Settimana 4, seguita da guselkumab 100 mg ogni 8 settimane (q8w) o guselkumab 100 mg q4w o placebo. Alla Settimana 24, i soggetti trattati con placebo in entrambi gli studi sono passati a ricevere guselkumab 100 mg q4w. Circa il 58% dei pazienti in entrambi gli studi ha proseguito la terapia con dosi stabili di MTX (≤ 25 mg/settimana).

In entrambi gli studi oltre il 90% dei pazienti aveva già fatto uso di csDMARD. In DISCOVER 1, il 31% dei pazienti aveva ricevuto in precedenza un trattamento con anti-TNFα. In DISCOVER 2, tutti i pazienti erano naïve alla terapia biologica.

Segni e sintomi

Alla Settimana 24, il trattamento con guselkumab ha portato a miglioramenti significativi rispetto al placebo dei valori che misurano l’attività della malattia. L’endpoint primario per entrambi gli studi era la percentuale di pazienti che raggiungeva una risposta del 20% secondo i criteri dell’American College of Rheumatology (ACR 20) alla Settimana 24. I risultati più importanti di efficacia sono mostrati nella Tabella 8.

Risposta ACR 50
Settimana 16 12,7% 22,8%d 26,6%c 9,3% 28,6%g 20,8%c
Differenza rispetto al
placebo (IC 95%)
10,2
(1,0; 19,3)
13,9
(4,4; 23,4)
19,3
(12,6; 25,9)
11,5
(5,2; 17,7)
Settimana 24 8,7% 29,9%b 35,9%b 14,2% 31,5%g 33,1%c
Differenza rispetto al
placebo (IC 95%)
21,4
(12,1; 30,7)
27,2
(17,6; 36,8)
17,2
(10,0; 24,4)
18,8
(11,5; 26,1)
Risposta PASI 90
Settimana 16 10,3% 45,1%e 52,8%e 8,2% 55,1%e 53,8%e
Differenza rispetto al 34,9 42,6 46,6 45,6
placebo (IC 95%) (22,2; 47,6) (30,5; 54,8) (38,4;54,8) (37,6, 53,6)
Settimana 24 11,5% 50,0%e 62,9%e 9,8% 68,8%e 60,9%e
Differenza rispetto al
placebo (IC 95%)
38,6
(25,8; 51,4)
51,7
(39,7; 63,7)
58,6
(50,6; 66,6)
51,3
(43.2, 59,3)

Tabella 8. Risposte cliniche negli studi DISCOVER 1 e DISCOVER 2

Placebo (N=126) DISCOVER 1
guselkumab 100 mg q8w
(N=127)
guselkumab 100 mg q4w
(N=128)
Placebo (N=246) DISCOVER 2
guselkumab 100 mg q8w
(N=248)
guselkumab 100 mg q4w
(N=245)
Risposta ACR 20
Settimana 16 25,4% 52,0%b 60,2%b 33,7% 55,2%g 55,9%c
Differenza rispetto al 26,7 34,8 21,5 22,2
placebo (IC 95%) (15,3, 38,1) (23,5; 46,0) (13,1; 30,0) (13,7; 30,7)
Settimana 24 22,2% 52,0%a 59,4%a 32,9% 64,1%a 63,7%a
Differenza rispetto al
placebo (IC 95%)
29,8
(18,6; 41,1)
37,1
(26,1; 48,2)
31,2
(22,9; 39,5)
30,8
(22,4; 39,1)
Risposta ACR 70
Settimana 24 5,6% 11,8%d 20,3%b 4,1% 18,5%g 13,1%c
Differenza rispetto al
placebo (IC 95%)
6,4
(-0,3; 13,1)
14,8
(6,9; 22,7)
14,5
(9,1; 19,9)
9,0
(4,1; 13,8)
DAS 28 (CRP), variaz Settimana 24c Differenza rispetto al placebo (IC 95%) Minima attività di ma Settimana 24 Differenza rispetto al placebo (IC 95%)
Pazienti con BSA ≥ 3%
ione media LS
-0,70

lattia (MDA)
11,1%

e IGA ≥ 2
i rispetto al ba
-1,43b
-0,73
(-0,98; -0,48)
22,8%f
11,9
(2,9; 20,9)
sale
-1,61b
-0,91
(-1,16; -0,66)
30,5%e
19,3
(9,7; 28,9)
-0,97

6,1%
-1,59b
-0,61
(-0,80; -0,43)
25,0%e
18,9
(12,8; 25,0)
-1,62b
-0,65
(-0,83; -0,47)
18,8%e
12,7
(7,0; 18,4)
n=78 n=82 n=89 n=183 n=176 n=184
Risposta IGAh
Settimana 24 15,4% 57,3%b 75,3%b 19,1% 70,5%b 68,5%b
Differenza rispetto al
placebo (IC 95%)
42,0
(28,9; 55,1)
60,0
(48,3; 71,8)
50,9
(42,2; 59,7)
49,8
(41,2; 58,4)

p < 0,001 (endpoint primario)

p < 0,001 (principale endpoint secondario)

p = 0,006 (principale endpoint secondario)

non statisticamente significativo p=0,086 (principale endpoint secondario)

p nominale < 0,001

p nominale = 0,012

p nominale < 0,001 non valutato formalmente durante la procedura di analisi gerarchica (principale endpoint secondario) definita come risposta IGA pari a 0 (cute pulita) o 1 (minima) e riduzione di ≥ 2 gradi rispetto al basale nel punteggio IGA per la psoriasi variazione media LS = variazione della media dei minimi quadrati

La risposta clinica è stata mantenuta fino alla Settimana 52 in base ai tassi di risposta ACR 20/50/70, DAS 28 (CRP), MDA, IGA e PASI 90 negli studi DISCOVER 1 e DISCOVER 2 (vedere Tabella 9).

Tabella 9. Risposte cliniche negli studi DISCOVER 1 e DISCOVER 2 alla Settimana 52a

DISCOVER 1 DISCOVER 2
guselkumab 100 mg q8w guselkumab 100 mg q4w guselkumab 100 mg q8w guselkumab 100 mg q4w
ACR 20
Nb
Risposta %
112
67,9%
124
75,8%
234
79,1%
228
75,9%
ACR 50
Nb
Risposta %
113
43,4%
124
55,6%
234
51,3%
228
49,1%
ACR 70
Nb
Risposta %
114
28,9%
124
29,8%
234
29,5%
228
28,1%
DAS 28 (CRP), variazione rispetto al basale
Nc
Media (SD)
112
-2,03 (1,250)
123
-1,99 (1,062)
234
-2,08 (1,121)
227
-2,11 (1,128)
MDA
Nb
Risposta %
112
33,9%
124
40,3%
234
32,9%
228
36,8%
Pazienti con BSA ≥ 3% e IGA ≥ 2 al basale
Risposta IGA
Nb
Risposta %
75
69,3%
88
83,0%
170
77,1%
173
84,4%
PASI 90
Nb
Risposta %
75
66,7%
88
76,1%
170
77,1%
173
81,5%

Assenza del braccio placebo dopo la Settimana 24.

Soggetti valutabili con uno status di risposta osservato.

I soggetti avevano una variazione osservata rispetto al basale.

La risposta clinica è stata mantenuta fino alla Settimana 100, in base ai tassi di risposta ACR 20/50/70, DAS 28 (CRP), MDA, IGA e PASI 90 nello studio DISCOVER 2 (vedere Tabella 10).

Tabella 10. Risposte cliniche nello studio DISCOVER 2 alla Settimana 100a

guselkumab 100 mg q8w guselkumab 100 mg q4w
ACR 20
Nb 223 219
Risposta % 82,1% 84,9%
ACR 50
Nb 224 220
Risposta % 60,7% 62,3%
ACR 70
Nb 224 220
Risposta % 39,3% 38,6%
DAS 28 (CRP), variazione rispetto al basale
Nc 223 219
Media (SD) -2,37 (1,215) -2,36 (1,120)
MDA
Nb 224 220
Risposta % 44,6% 42,7%
Pazienti con BSA ≥ 3% e IGA ≥ 2 al basale
Risposta IGA
Nb 165 170
Risposta % 76,4% 82,4%
PASI 90
Nb 164 170
Risposta % 75,0% 80,0%

Assenza del braccio placebo dopo la Settimana 24.

Soggetti valutabili con uno status di risposta osservato.

I soggetti avevano una variazione osservata rispetto al basale.

Risposta nel tempo

Nello studio DISCOVER 2 è stata osservata una risposta ACR 20 in entrambi i gruppi trattati con guselkumab superiore rispetto al placebo già dalla Settimana 4, e la differenza tra i trattamenti è stata sempre più netta col passare del tempo fino alla Settimana 24 (Figura 5).

Settimane

<.. image removed ..> Percentuale di soggetti (%)

Figura 5. Risposta ACR 20 ad ogni visita fino alla Settimana 24 nello studio DISCOVER 2 Nello studio DISCOVER 2, per i soggetti che hanno ricevuto il trattamento continuo con guselkumab alla Settimana 24, la risposta ACR 20 è stata mantenuta dalla Settimana 24 alla Settimana 52 (vedere Figura 6). Per i soggetti che hanno ricevuto il trattamento continuo con guselkumab alla Settimana 52, la risposta ACR 20 è stata mantenuta dalla Settimana 52 alla Settimana 100 (vedere Figura 7).

Figura 6: Risposta ACR 20 ad ogni visita dalla Settimana 24 alla Settimana 52 nello

studio DISCOVER 2

Figura 7: Risposta ACR 20 ad ogni visita dalla Settimana 52 alla Settimana 100 nello

studio DISCOVER 2

<.. image removed ..> <.. image removed ..> Le risposte osservate nei gruppi trattati con guselkumab erano simili indipendentemente dall’uso concomitante di csDMARD, incluso MTX (DISCOVER 1 e 2). Inoltre, non sono state individuate differenze nella risposta a guselkumab fra sottogruppi esaminati per età, sesso, razza, peso corporeo e uso precedente di csDMARD (DISCOVER 1 e 2) e di anti-TNFα (DISCOVER 1).

Negli studi DISCOVER 1 e 2 sono stati evidenziati miglioramenti in tutte le componenti dei punteggi ACR, inclusa la valutazione del dolore da parte dei pazienti. In entrambi gli studi, alla Settimana 24 la percentuale di pazienti che hanno ottenuto una risposta secondo i criteri di risposta modificati per la PsA (PsARC) è risultata più elevata nei gruppi trattati con guselkumab rispetto al placebo. Le risposte PsARC sono state mantenute dalla Settimana 24 alla Settimana 52 nello studio DISCOVER 1 ed alla Settimana 100 nello studio DISCOVER 2.

Dattilite ed entesite sono state valutate in base ai dati aggregati provenienti da DISCOVER 1 e 2. Alla Settimana 24, tra i pazienti con dattilite al basale la percentuale di soggetti con risoluzione della dattilite era maggiore nel gruppo guselkumab q8w (59,4%, p nominale < 0,001) e nel gruppo guselkumab q4w (63,5%, p = 0,006) rispetto al gruppo placebo (42,2%). Alla Settimana 24, tra i pazienti con entesite al basale, la percentuale di soggetti con risoluzione dell’entesite era maggiore nel gruppo guselkumab q8w (49,6%, p nominale < 0,001) e nel gruppo guselkumab q4w (44,9%, p = 0,006) rispetto al gruppo placebo (29,4%). Alla Settimana 52, le percentuali di soggetti con risoluzione della dattilite (81,2% nel gruppo q8w e 80,4% nel gruppo q4w) e con risoluzione dell’entesite (62,7% nel gruppo q8w e 60,9% nel gruppo q4w) sono state mantenute. Nello studio DISCOVER 2, fra i soggetti con dattilite ed entesite al basale, la percentuale di pazienti con risoluzione della dattilite (91,1% nel gruppo q8w e 82,9% nel gruppo q4w) e con risoluzione dell’entesite (77,5% nel gruppo q8w e 67,7% nel gruppo q4w) è stata mantenuta alla Settimana 100.

Negli studi DISCOVER 1 e 2, alla Settimana 24 i pazienti trattati con guselkumab, che avevano spondilite con artrite periferica come manifestazione primaria, hanno mostrato un maggior miglioramento dell’indice BASDAI (Bath Ankylosing Spondylitis Disease Activity Index) rispetto al basale,in confronto ai pazienti trattati con placebo. Il miglioramento del BASDAI è stato mantenuto dalla Settimana 24 alla Settimana 52 nello studio DISCOVER 1 ed alla Settimana 100 nello studio DISCOVER 2.

Risposta radiografica

Nello studio DISCOVER 2, l’inibizione della progressione del danno strutturale è stata misurata radiograficamente ed espressa come variazione media rispetto al basale nel punteggio totale di van der Heijde-Sharp (vdH-S) modificato. Alla Settimana 24 il gruppo guselkumab q4w ha mostrato una minor progressione radiografica, in modo statisticamente significativo, mentre il gruppo guselkumab q8w ha mostrato numericamente una minor progressione rispetto al gruppo placebo (Tabella 11). I benefici osservati con il regime di somministrazione di guselkumab q4w sull’inibizione della progressione radiografica (ad esempio, una variazione media inferiore del punteggio totale vdH-S modificato rispetto al basale nel gruppo q4w rispetto al gruppo placebo) erano più pronunciati fra i soggetti che presentavano al basale sia un valore elevato di proteina C reattiva sia un alto numero di articolazioni con erosioni.

Tabella 11. Variazione rispetto al basale del punteggio totale vdH-S modificato alla Settimana 24 nello studio DISCOVER 2

N Variazione media LSc (IC al 95%d) rispetto al basale del punteggio vdH-S modificato alla Settimana 24
Placebo 246 0,95 (0,61; 1,29)
guselkumab 100 mg q8w 248 0,52a (0,18; 0,86)
guselkumab 100 mg q4w 245 0,29b (-0,05; 0,63)

p = 0,068 non statisticamente significativo (principale endpoint secondario)

p = 0,006 (principale endpoint secondario)

variazione media LS = variazione quadratica minima media

IC = intervallo di confidenza

Alla Settimana 52 ed alla Settimana 100, la variazione media rispetto al basale del punteggio totale vdH-S modificato era simile nei gruppi guselkumab q8w e q4w (Tabella 12).

Tabella 12. Variazione rispetto al basale del punteggio totale vdH-S modificato alla Settimana 52 e alla Settimana 100 nello studio DISCOVER 2

Na Variazione media (SDb) rispetto al basale del punteggio totale vdH-S modificato
Settimana 52
guselkumab 100 mg q8w guselkumab 100 mg q4w 235
229
0,97 (3,623)
1,07 (3,843)
Settimana 100
guselkumab 100 mg q8w guselkumab 100 mg q4w 216
211
1,50 (4,393)
1,68 (7,018)

Soggetti valutabili che hanno una variazione osservata nel periodo di tempo indicato

SD = deviazione standard

Nota: nessun gruppo trattato con placebo dopo la Settimana 24

Funzionalità fisica e qualità della vita correlata alla salute

Negli studi DISCOVER 1 and 2, alla Settimana 24 i pazienti trattati con guselkumab hanno mostrato un miglioramento significativo (p < 0,001) della funzionalità fisica rispetto ai pazienti trattati con placebo, in base alle valutazioni ottenute con il questionario HAQ-DI (Health Assessment Questionnaire-Disability Index). I miglioramenti dell’HAQ-DI sono stati mantenuti dalla Settimana 24 alla Settimana 52 nello studio DISCOVER 1 ed alla Settimana 100 nello studio DISCOVER 2.

Alla Settimana 24 un miglioramento significativamente maggiore rispetto al basale del punteggio SF- 36 Physical Component Summary (PCS) è stato osservato tra i pazienti trattati con guselkumab rispetto ai pazienti trattati con placebo nello studio DISCOVER 1 (p < 0,001 per entrambi i gruppi di somministrazione) e nello studio DISCOVER 2 (p = 0,006 per il gruppo con somministrazione q4w). Alla Settimana 24, un aumento maggiore del punteggio nella scala FACIT-F (Functional Assessment of Chronic Illness Therapy-Fatigue) rispetto al basale è stato osservato tra i pazienti trattati con guselkumab rispetto ai pazienti trattati con placebo in entrambi gli studi. In DISCOVER 2, alla Settimana 24 miglioramenti più pronunciati della qualità della vita correlata alla salute, misurati dall’indice DLQI (Dermatology Life Quality Index), sono stati osservati tra i pazienti trattati con guselkumab rispetto ai pazienti trattati con placebo. I miglioramenti dei punteggi SF-36 PCS, FACIT- F e DLQI sono stati mantenuti dalla Settimana 24 alla Settimana 52 nello studio DISCOVER 1 ed alla Settimana 100 nello studio DISCOVER 2.

Popolazione pediatrica

L’Agenzia europea dei medicinali ha rinviato l’obbligo di presentare i risultati degli studi con guselkumab in uno o più sottogruppi della popolazione pediatrica per il trattamento della psoriasi a placche e dell’artrite psoriasica (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

In seguito a una singola iniezione sottocutanea di 100 mg in soggetti sani, guselkumab ha raggiunto una concentrazione massima media (± SD) nel siero (Cmax) di 8,09 ± 3,68 mcg/ml a partire da circa 5,5 giorni dopo la somministrazione della dose.

Le concentrazioni di guselkumab nel siero allo stato stazionario sono state raggiunte alla Settimana 20 dopo le somministrazioni per via sottocutanea di 100 mg di guselkumab alle Settimane 0 e 4, e successivamente ogni 8 settimane. Le concentrazioni medie all’equilibrio di guselkumab nel siero (± SD) in due studi di Fase III in pazienti con psoriasi a placche sono state di 1,15 ± 0,73 mcg/ml e 1,23 ± 0,84 mcg/ml.

La farmacocinetica di guselkumab nei soggetti con artrite psoriasica è stata simile a quella dei soggetti con psoriasi. Dopo la somministrazione per via sottocutanea di 100 mg di guselkumab alla Settimana 0, alla Settimana 4 e successivamente ogni 8 settimane, la concentrazione sierica media allo stato stazionario di guselkumab è stata di circa 1,2 mcg/ml. Dopo somministrazione per via sottocutanea di 100 mg di guselkumab ogni 4 settimane, la concentrazione sierica media allo stato stazionario di guselkumab era di circa 3,8 mcg/ml.

La biodisponibilità assoluta di guselkumab in seguito a una singola iniezione sottocutanea di 100 mg è stata stimata essere pari a circa 49% nei soggetti sani.

Distribuzione

Il volume di distribuzione medio durante la fase terminale (Vz) dopo una singola somministrazione per via endovenosa a soggetti sani, nei diversi studi, variava approssimativamente da 7 a 10 l.

Biotrasformazione

La via esatta attraverso la quale guselkumab viene metabolizzato non è stata caratterizzata. Come mAb IgG umano, si prevede che guselkumab venga scomposto in piccoli peptidi e amminoacidi tramite vie cataboliche allo stesso modo dell’IgG endogena.

Eliminazione

La clearance (CL) sistemica media dopo una singola somministrazione per via endovenosa in soggetti sani variava da 0,288 a 0,479 l/al giorno nei vari studi. L’emivita media (T1/2) di guselkumab è stata di circa 17 giorni nei soggetti sani e da circa 15 a 18 giorni nei pazienti affetti da psoriasi a placche nei vari studi.

Le analisi farmacocinetiche di popolazione hanno indicato che l’uso concomitante di FANS, corticosteroidi orali e csDMARD come metrotrexato non ha avuto effetti sulla clearance di guselkumab.

Linearità/Non linearità

L’esposizione sistemica di guselkumab (Cmax e AUC) è aumentata in modo quasi proporzionale alla dose in seguito a una singola iniezione sottocutanea per dosi comprese fra 10 e 300 mg in soggetti sani o in pazienti affetti da psoriasi a placche.

Pazienti anziani

Non sono stati condotti studi specifici in pazienti anziani. Dei 1384 pazienti affetti da psoriasi a placche esposti a guselkumab in studi clinici di Fase III e inclusi nell’analisi farmacocinetica della popolazione, 70 pazienti avevano un’età pari a 65 anni o superiore e comprendevano 4 pazienti con età pari a 75 anni o superiore. Dei 746 pazienti affetti da artrite psoriasica esposti a guselkumab in studi clinici di Fase III, 38 pazienti in totale avevano un’età pari o superiore a 65 anni, ma nessun paziente aveva un’età pari o superiore a 75 anni.

Le analisi farmacocinetiche di popolazione nei pazienti affetti da psoriasi a placche e artrite psoriasica non hanno indicato cambiamenti evidenti nella CL/F stimata in pazienti ≥ 65 anni di età rispetto ai pazienti < 65 anni di età, indicando che non era necessario alcun aggiustamento della dose per i pazienti più anziani.

Pazienti con compromissione renale o epatica

Nessun studio specifico è stato condotto per stabilire l’effetto di una compromissione renale o epatica sulla farmacocinetica di guselkumab. L’eliminazione renale di guselkumab intatto, un mAb IgG, è prevista essere di bassa e di minore importanza; analogamente, la compromissione epatica non sembra influenzare la clearance di guselkumab in quanto gli anticorpi monoclonali mAbs IgG vengono eliminati principalmente attraverso il catabolismo intracellulare.

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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I dati preclinici basati su studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità a dosi ripetute, tossicità della riproduzione e dello sviluppo pre e post-natale, non rivelano rischi particolari per l’uomo Negli studi di tossicità a dosi ripetute su scimmie cynomolgus, guselkumab è stato ben tollerato mediante la somministrazione per via endovenosa e sottocutanea. Una dose sottocutanea settimanale di 50 mg/kg a scimmie ha provocato valori di esposizione (AUC) e di Cmax che erano 49 e > 200 volte superiori, rispettivamente, rispetto a quelli misurati negli studi clinici di PK sull’uomo. Inoltre, non sono stati osservati eventi avversi di immunotossicità o effetti farmacologici sulla sicurezza cardiovascolare durante la conduzione degli studi di tossicità a dose ripetuta o in uno studio sulla sicurezza farmacologica cardiovascolare mirata nelle scimmie cynomolgus.

Non sono state osservate variazioni preneoplastiche nelle valutazioni istopatologiche degli animali trattati fino a un massimo di 24 settimane o dopo il periodo di recupero di 12 settimane durante il quale il principio attivo è stato rilevabile nel siero.

Nessuno studio è stato condotto con guselkumab sulla mutagenicità o sulla cancerogenicità.

Guselkumab può non essere rilevato nel latte materno delle scimmie cynomolgus, misurato al giorno 28 dopo la nascita.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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L-istidina L-istidina monocloridrato monoidrato Polisorbato 80 Saccarosio Acqua per preparazioni iniettabili

 

06.2 Incompatibilità

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In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali.

 

06.3 Periodo di validità

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2 anni.

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare in frigorifero (2 °C – 8 °C). Non congelare.

Conservare la siringa preriempita o la penna preriempita nella scatola esterna per proteggerla dalla luce.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Tremfya 100 mg soluzione iniettabile in siringa preriempita

1 ml di soluzione in una siringa di vetro preriempita con un ago fisso e un cappuccio copriago privo di lattice montati in una protezione automatica per l’ago.

Tremfya è disponibile in confezioni contenenti una siringa preriempita e in multipack contenenti 2 (2 confezioni da 1) siringhe preriempite.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. Tremfya 100 mg soluzione iniettabile in penna preriempita 1 ml di soluzione in una siringa di vetro preriempita montata in una penna preriempita con una protezione automatica per l’ago.

Tremfya è disponibile in una confezione contenente una penna preriempita e in un multipack che contiene 2 (2 confezione da 1) penne preriempite.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Dopo aver tolto la siringa preriempita o la penna preriempita dal frigorifero, tenere la siringa preriempita o la penna preriempita all’interno della scatola e lasciare che raggiunga la temperatura ambiente aspettando 30 minuti prima di iniettare Tremfya. La siringa preriempita o la penna preriempita non deve essere agitata.

Prima dell’uso, si consiglia un’ispezione visiva della siringa preriempita o della penna preriempita. La soluzione deve essere trasparente, da incolore a giallo chiaro, e può contenere qualche piccola particella bianca o trasparente. Tremfya non deve essere usato se la soluzione è torbida o ha cambiato colore o contiene particelle di grandi dimensioni.

Ogni confezione viene fornita con un opuscolo di “Istruzioni per l’uso” separato che descrive in modo completo la preparazione e la somministrazione della siringa preriempita o della penna preriempita.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Janssen-Cilag International NV Turnhoutseweg 30 B-2340 Beerse Belgio

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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EU/1/17/1234/001 1 siringa preriempita EU/1/17/1234/002 1 penna preriempita EU/1/17/1234/003 2 penne preriempite EU/1/17/1234/004 2 siringhe preriempite

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 10 Novembre 2017 Data dell’ultimo rinnovo:

 

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 03/08/2022