Epoprostenolo Sun
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Epoprostenolo Sun: ultimo aggiornamento pagina: 06/03/2020 (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
Epoprostenolo SUN 0,5 mg polvere per soluzione per infusione Epoprostenolo SUN 1,5 mg polvere per soluzione per infusione
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
Epoprostenolo SUN 0,5 mg:
Ogni flaconcino contiene 0,531 mg di epoprostenolo sodico equivalente a 0,5 mg di epoprostenolo. Un ml di soluzione ricostituita contiene 0,1 mg di epoprostenolo (come epoprostenolo sodico).
Epoprostenolo SUN 1,5 mg:
Ogni flaconcino contiene 1,593 mg di epoprostenolo sodico equivalente a 1,5 mg di epoprostenolo. Un ml di soluzione ricostituita contiene 0,3 mg di epoprostenolo (come epoprostenolo sodico).
Eccipiente(i) con effetti noti: sodio.
Ogni flaconcino da 0,5 mg contiene 17,20 mg di sodio. Ogni flaconcino da 1,5 mg contiene 17,26 mg di sodio.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
03.0 Forma farmaceutica
Polvere per soluzione per infusione Polvere da bianca a biancastra
Per il pH della soluzione diluita, vedere paragrafo 4.4. L’osmolalità della soluzione diluita è compresa tra 150 e 350 mOsm/kg.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Epoprostenolo è indicato per:
Ipertensione arteriosa polmonare
Epoprostenolo è indicato per il trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare (PAH) (idiopatica o PAH ereditaria e PAH associata a malattie del tessuto connettivo) in pazienti con sintomi riferibili alle classi funzionali III-IV secondo la classificazione dell’OMS, per migliorare la capacità di esercizio (vedere paragrafo 5.1).
Dialisi renale
Epoprostenolo è indicato per l’uso in emodialisi nelle situazioni di emergenza quando l’utilizzo di eparina comporti un elevato rischio di provocare o esacerbare sanguinamento o in presenza di altre controindicazioni all’uso dell’eparina (vedere paragrafo 5.1).
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
Ipertensione arteriosa polmonare
Epoprostenolo è indicato solo per infusione continua per via endovenosa.
Il trattamento deve essere iniziato e monitorato solo da un medico esperto nella terapia dell’ipertensione arteriosa polmonare.
Titolazione della dose a breve termine (acuta)
Questa procedura deve essere eseguita in un ospedale con adeguato equipaggiamento di rianimazione.
Per determinare la velocità di infusione nel trattamento a lungo termine è richiesta una procedura a breve termine di titolazione della dose con somministrazione attraverso un catetere venoso periferico o centrale. La velocità di infusione iniziale è di 2 nanogrammi/kg/min e deve essere aumentata con incrementi pari a 2 nanogrammig/kg/min ogni 15 minuti o più fino a quando non sia raggiunto il massimo beneficio emodinamico o non vengano indotti effetti farmacologici dose-limitanti.
Se la velocità iniziale di infusione di 2 nanogrammi/kg/min non è tollerata, si deve identificare una dose inferiore che sia tollerata dal paziente.
Infusione continua a lungo termine
L’infusione continua a lungo termine di epoprostenolo deve essere effettuata attraverso un catetere venoso centrale. Le infusioni endovenose periferiche temporanee possono essere usate fino a impianto dell’accesso centrale. Le infusioni a lungo termine devono essere iniziate ad una velocità inferiore di 4 nanogrammi/kg/min rispetto alla velocità di infusione massima tollerata che era stata definita durante la titolazione della dose a breve termine. Se la velocità di infusione massima tollerata è pari o inferiore a 5 nanogrammi/kg/min, l’infusione a lungo termine deve essere iniziata a 1 nanogrammo/kg/min.
Modifica della posologia
Modifiche della velocità di infusione a lungo termine devono essere basate sulla persistenza, ricorrenza o peggioramento nel paziente dei sintomi relativi all’ipertensione arteriosa polmonare o alla comparsa di eventi avversi dovuti a dosi eccessive di epoprostenolo.
In generale, col passare del tempo, ci si deve attendere la necessità di aumentare la dose rispetto a quella iniziale a lungo termine. Incrementi della dose devono essere presi in considerazione se i sintomi di ipertensione arteriosa polmonare persistono o ricorrono dopo un miglioramento. La velocità di infusione deve essere aumentata con incrementi da 1 a 2 nanogrammi/kg/min ad intervalli sufficienti a permettere la valutazione della risposta clinica; tali intervalli devono essere di almeno 15 minuti. Dopo che una nuova velocità di infusione è stata stabilizzata, il paziente deve essere tenuto sotto osservazione e devono essere monitorate la pressione arteriosa in orto e clinostatismo e la frequenza cardiaca per diverse ore al fine di assicurarsi che la nuova dose sia tollerata.
Durante l’infusione a lungo termine, la comparsa di eventi farmacologici dose-correlati, simili a quelli osservati durante il periodo di titolazione della dose, può necessitare di una riduzione della velocità infusionale, tuttavia gli eventi avversi possono occasionalmente risolversi senza alcuna regolazione della dose. Le riduzioni della dose devono essere eseguite gradualmente con decrementi di 2 nanogrammi/kg/min ogni 15 minuti o più fino alla risoluzione degli effetti dose-limitanti.
L’interruzione brusca di epoprostenolo o riduzioni marcate ed improvvise della velocità infusionale devono essere evitate per il rischio di potenziali effetti rebound ad esito fatale (vedere paragrafo 4.4). Tranne che nelle situazioni di pericolo di vita (ad esempio perdita di conoscenza, collasso, ecc.) la velocità infusionale di epoprostenolo deve essere modificata solo sotto controllo medico.
Dialisi renale
Epoprostenolo è somministrabile solo per infusione continua, sia intravascolare che nel sangue che affluisce al dializzatore.
Il seguente schema di infusione è risultato efficace negli adulti:
Prima della dialisi: 4 nanogrammi/kg/min per via endovenosa per 15 minuti. Durante la dialisi: 4 nanogrammi/kg/min nell’accesso arterioso del dializzatore.
L’infusione deve essere sospesa al termine della dialisi.
Le dosi consigliate per la dialisi renale devono essere superate solo con uno stretto monitoraggio della pressione arteriosa del paziente.
Anziani
Non sono disponibili informazioni specifiche sull’uso di epoprostenolo in pazienti di età superiore ai 65 anni per l’ipertensione arteriosa polmonare o per la dialisi renale. In generale, l’identificazione della dose in un paziente anziano deve essere condotta con attenzione, tenendo conto della maggiore frequenza di insufficienza della funzionalità epatica, renale (in caso di ipertensione arteriosa polmonare) o cardiaca, di malattie concomitanti o di altre terapie farmacologiche.
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di epoprostenolo nei bambini di età inferiore a 18 anni non sono state ancore stabilite.
Modo di somministrazione
La somministrazione a lungo termine di epoprostenolo avviene per via endovenosa attraverso un catetere venoso centrale utilizzando una pompa infusionale ambulatoriale. Il paziente deve essere adeguatamente addestrato a tutti gli aspetti della cura del catetere venoso centrale, alla preparazione asettica della soluzione endovenosa iniettabile di epoprostenolo e alla preparazione e sostituzione del serbatoio per l’erogazione del farmaco della pompa infusionale e del set di estensione.
Le pompe ambulatoriali idonee alla somministrazione di Epoprostenolo SUN sono riportate al paragrafo 6.6.
Riduzione del rischio di infezione ematica correlata al catetere
Per contribuire a ridurre il rischio di infezioni ematiche correlate al catetere è necessario prestare particolare attenzione alle raccomandazioni riportate al paragrafo 4.4 e di seguito.
Per la cura del catetere venoso centrale e della sede di uscita del catetere è necessario attenersi ad alcuni principi medici stabiliti.
Devono essere utilizzati solo set di estensione con un filtro in linea da 0,22 micron posizionato tra la pompa infusionale e il catetere venoso centrale. Si raccomanda di utilizzare filtri con una membrana idrofila in polietersulfone. Il set di estensione e il filtro in linea devono essere sostituiti almeno ogni 48 ore (vedere paragrafo 6.6).
Preparazione della soluzione endovenosa iniettabile di epoprostenolo:
La soluzione ricostituita deve essere esaminata prima dell’ulteriore diluizione. Non usare in presenza di alterazione del colore o di particelle. La soluzione ricostituita deve essere ulteriormente diluita fino alla concentrazione finale entro un’ora dalla ricostituzione.
Per ulteriori istruzioni sulla ricostituzione e la diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Epoprostenolo non deve essere somministrato tramite bolo iniettabile.
04.3 Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Insufficienza cardiaca congestizia dovuta a disfunzione ventricolare sinistra grave.
Epoprostenolo non deve essere usato in modo cronico in pazienti che sviluppino edema polmonare durante la titolazione della dose.
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Il pH della “soluzione pronta all’uso” diluita diminuisce con la diluizione e varia da 12,0 per una concentrazione di 90.000 ng/ml e 11,7 per una concentrazione di 45.000 ng/ml a 11,0 per una concentrazione di 3.000 ng/ml. Pertanto, l’uso endovenoso periferico deve essere limitato esclusivamente alla breve durata e a basse concentrazioni.
A causa dell’elevato pH delle soluzioni finali per infusione, si deve porre attenzione nell’evitare lo stravaso durante la somministrazione e il conseguente rischio di danno tissutale.
Epoprostenolo è un potente vasodilatatore polmonare e sistemico. Gli effetti cardiovascolari che si manifestano durante l’infusione regrediscono entro 30 minuti dalla fine della somministrazione.
Epoprostenolo è un potente inibitore dell’aggregazione piastrinica, di conseguenza, si deve tener conto di un aumento del rischio di complicanze emorragiche, in particolare per pazienti che presentano anche altri fattori di rischio per il sanguinamento (vedere paragrafo 4.5).
Se si verifica un’ipotensione eccessiva durante la somministrazione di epoprostenolo, si deve ridurre la dose o interrompere l’infusione. L’ipotensione da sovradosaggio può essere importante e può causare perdita di coscienza (vedere paragrafo 4.9).
La frequenza cardiaca e la pressione arteriosa devono essere monitorate durante l’infusione di epoprostenolo.
Epoprostenolo può ridurre o aumentare la frequenza cardiaca. Tale variazione può dipendere sia dalla frequenza cardiaca basale che dalla concentrazione di epoprostenolo somministrata.
Gli effetti di epoprostenolo sulla frequenza cardiaca possono essere mascherati dall’uso concomitante di farmaci che agiscono sui riflessi cardiovascolari.
Si consiglia estrema attenzione nei pazienti con malattia coronarica.
Sono stati riportati elevati livelli sierici di glucosio (vedere paragrafo 4.8).
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per dose massima giornaliera, cioè essenzialmente “senza sodio”.
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Ipertensione arteriosa polmonare
Alcuni pazienti con ipertensione arteriosa polmonare hanno sviluppato edema polmonare durante la titolazione della dose, che può essere associato a malattia polmonare veno-occlusiva. Epoprostenolo non deve essere usato in modo cronico in pazienti che sviluppano edema polmonare durante l’inizio della dose (vedere paragrafo 4.3).
Occorre evitare brusche sospensioni o interruzioni dell’infusione, ad eccezione delle situazioni con pericolo di vita. Una brusca interruzione del trattamento può portare a rebound dell’ipertensione arteriosa polmonare, che provoca capogiro, astenia, aumento della dispnea e potrebbe causare la morte (vedere paragrafo 4.2).
Epoprostenolo è infuso in modo continuo attraverso un catetere venoso centrale permanente per mezzo di una piccola pompa infusionale portatile. Pertanto la terapia con epoprostenolo richiede da parte del paziente attenzione nella ricostituzione sterile del farmaco, nella sua somministrazione, nella cura del catetere venoso centrale permanente, e disponibilità ad una continua ed attenta educazione a questa pratica.
Nella preparazione del farmaco e nella cura del catetere deve essere applicata una tecnica sterile. Anche brevi interruzioni nella somministrazione di epoprostenolo possono dar luogo ad un rapido aggravamento sintomatico. La decisione di somministrare epoprostenolo per l’ipertensione arteriosa polmonare, deve essere basata sulla consapevolezza da parte del paziente che esiste un’elevata probabilità che la terapia con epoprostenolo sarà necessaria per periodi prolungati, anche per anni; deve essere quindi attentamente considerata la capacità del paziente di accettare sia la corretta gestione del catetere endovenoso permanente che della pompa infusionale.
Dialisi renale
L’effetto ipotensivo di epoprostenolo può essere accentuato dall’uso di tampone acetato nella soluzione dialitica durante la dialisi renale.
Durante la dialisi renale con epoprostenolo ci si deve assicurare che la gittata cardiaca aumenti in maniera consistente in modo che il rilascio di ossigeno ai tessuti periferici non diminuisca.
Epoprostenolo non è un anticoagulante convenzionale. Epoprostenolo è stato usato con successo in sostituzione dell’eparina, nella dialisi renale, ma in una piccola percentuale di casi si è avuta la formazione di coaguli nel circuito dialitico, tali da richiedere la sospensione della dialisi. Quando epoprostenolo è usato da solo, misure come quelle del tempo di coagulazione del sangue intero attivato possono non essere attendibili.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
Quando si somministra epoprostenolo a pazienti che ricevono contemporaneamente anticoagulanti si consiglia il monitoraggio standard dei parametri della coagulazione.
L’effetto vasodilatatore di epoprostenolo può aumentare o essere aumentato dall’uso concomitante di altri vasodilatatori.
Come riportato con altri analoghi delle prostaglandine, epoprostenolo può ridurre l’efficacia trombolitica dell’attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA) aumentandone la clearance epatica.
Quando vengono utilizzati contemporaneamente FANS o altri farmaci che influenzano l’aggregazione piastrinica, è possibile che epoprostenolo aumenti il rischio di sanguinamento.
Dopo l’inizio della terapia con epoprostenolo, i pazienti in trattamento con digossina possono manifestare un aumento delle concentrazioni di digossina che, per quanto transitorio, può rivelarsi significativo dal punto di vista clinico in pazienti predisposti ad intossicazione da digossina.
04.6 Gravidanza e allattamento
I dati relativi all’uso di epoprostenolo in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato.
Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Data l’assenza di alternative terapeutiche, epoprostenolo può essere utilizzato in quelle donne che decidano di continuare la gravidanza, nonostante il rischio noto di ipertensione arteriosa polmonare durante la gravidanza.
Allattamento
Non è noto se epoprostenolo o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso. L’allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con epoprostenolo.
Fertilità
I dati relativi agli effetti di epoprostenolo sulla fertilità nel genere umano non esistono o sono in numero limitato. Gli studi sulla riproduzione non hanno mostrato effetti sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3).
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
L’ipertensione arteriosa polmonare ed il suo trattamento terapeutico possono compromettere la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.
Non sono disponibili dati relativi all’effetto di epoprostenolo utilizzato in dialisi renale sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
04.8 Effetti indesiderati
Gli eventi avversi sono elencati nella seguente tabella secondo la classificazione per sistemi e organi e in base alla frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100,
<1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Infezioni ed infestazioni | |
Comune |
Sepsi, setticemia (per lo più correlate al sistema di somministrazione di epoprostenolo)1 |
Patologie del sistema emolinfopoietico | |
Comune |
Conta delle piastrine diminuita, sanguinamento in diverse sedi (ad esempio polmonare, gastrointestinale, epistassi, intracranico, post- chirurgico, retroperitoneale) |
Non nota | Splenomegalia, ipersplenismo |
Patologie endocrine | |
Molto raro | Ipertiroidismo |
Disturbi psichiatrici | |
Comune | Ansia, nervosismo |
Molto raro | Agitazione |
Patologie del sistema nervoso | |
Molto comune | Cefalea |
Patologie cardiache | |
Comune | Tachicardia2, bradicardia3 |
Patologie vascolari | ||
Molto comune | Arrossamento del viso (osservate anche in pazienti anestetizzati) | |
Comune | Ipotensione | |
Molto raro | Pallore | |
Non nota | Ascite | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | ||
Non nota | Edema polmonare | |
Patologie gastrointestinali | ||
Molto comune | Nausea, vomito, diarrea | |
Comune | Coliche addominali, talvolta riferite come sensazione di fastidio a livello addominale | |
Non comune | Secchezza delle fauci | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | ||
Comune | Eruzione cutanea | |
Non comune | Sudorazione | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | ||
Molto comune | Dolore alla mascella | |
Comune | Artralgia | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | ||
Molto comune | Dolore (non specificato) | |
Comune | Dolore nella sede di iniezione*, dolore toracico | |
Raro | Infezione locale* | |
Molto raro |
Eritema al sito di infusione*, occlusione del lungo catetere endovenoso, fiacchezza, costrizione toracica |
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Esami diagnostici | ||
Non nota | Incremento dei valori di glucosio ematico | |
* Associato al sistema di somministrazione di epoprostenolo | ||
1 Sono state riportate infezioni correlate all’uso del catetere causate da organismi non sempre considerati patogeni (incluso il micrococco). | ||
2 È stata riportata tachicardia in risposta a epoprostenolo a dosi di 5 nanogrammi/kg/min e inferiori. | ||
3 In volontari sani si è verificata bradicardia, talvolta accompagnata da ipotensione ortostatica, a dosi di epoprostenolo superiori a 5 nanogrammi/kg/min. In volontari sani coscienti è stata riportata bradicardia associata ad una notevole diminuzione della pressione arteriosa sistolica e diastolica dopo la somministrazione endovenosa di una dose di epoprostenolo equivalente a 30 nanogrammi/kg/min. |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto
beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite https://www.aifa.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta- reazione-avversa
04.9 Sovradosaggio
Il principale sintomo da sovradosaggio è verosimilmente l’ipotensione.
In generale, gli eventi osservati in seguito a sovradosaggio di epoprostenolo rappresentano effetti farmacologici esagerati del farmaco (ad esempio ipotensione e complicanze dell’ipotensione).
In caso di sovradosaggio, ridurre la dose o interrompere l’infusione ed avviare appropriate misure terapeutiche; ad esempio espandere il volume plasmatico e/o adeguare il flusso della pompa.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Categoria farmacoterapeutica: Agenti antitrombotici; Antiaggreganti piastrinici, esclusa l’eparina, codice ATC: B01AC09
Meccanismo d’azione
Epoprostenolo sodico, il sale monosodico di epoprostenolo, è una prostaglandina normalmente prodotta dalla tunica intima dei vasi sanguigni. Epoprostenolo è il più efficace inibitore dell’aggregazione piastrinica che si conosca. È anche un potente vasodilatatore.
Molte delle azioni di epoprostenolo avvengono tramite stimolazione dell’adenilato ciclasi con conseguente aumento dei livelli intracellulari di 3′-5′ adenosina monofosfato ciclico (cAMP). Nelle piastrine umane è stata descritta una stimolazione sequenziale di adenilato ciclasi, seguita da attivazione della fosfodiesterasi. Elevati livelli di cAMP regolano le concentrazioni di calcio intracellulare, stimolando la rimozione del calcio e pertanto l’aggregazione piastrinica viene alla fine inibita dalla riduzione del calcio citoplasmatico, dal quale dipendono i cambiamenti di forma delle piastrine, la loro aggregazione e la reazione di rilascio.
Effetti farmacodinamici
Infusioni di 4 nanogrammi/kg/min per 30 minuti hanno dimostrato di non avere effetto significativo sulla frequenza cardiaca o sulla pressione arteriosa, sebbene a questi dosaggi possa verificarsi arrossamento facciale.
Ipertensione arteriosa polmonare
Infusioni endovenose di epoprostenolo fino a 15 minuti hanno dimostrato di produrre aumenti dose- dipendenti dell’indice cardiaco (CI) e della gittata sistolica (SV) e riduzioni dose-correlate della resistenza vascolare polmonare (PVR), della resistenza polmonare totale (TPR) e della pressione arteriosa sistemica media (SAPm). Gli effetti di epoprostenolo sulla pressione arteriosa polmonare media (PAPm) nei pazienti con ipertensione polmonare primaria (PPH) sono stati variabili e di scarsa entità.
Dialisi renale
L’effetto di epoprostenolo sull’aggregazione piastrinica è dose-dipendente quando viene somministrata per via endovenosa una dose compresa tra 2 e 16 nanogrammi/kg/min; a dosi pari o superiori a 4 nanogrammi/kg/min si è osservata un’inibizione significativa dell’aggregazione indotta dall’adenosina difosfato.
Si è osservato che gli effetti sulle piastrine scompaiono entro 2 ore dall’interruzione dell’infusione e
che le variazioni emodinamiche dovute a epoprostenolo ritornano alla situazione basale entro 10 minuti dal termine di una seduta infusionale di 60 minuti effettuata ad una dose di 1-16 nanogrammi/kg/min.
Dosi circolanti più elevate di epoprostenolo (20 nanogrammi/kg/min) disperdono gli aggregati piastrinici circolanti ed aumentano fino a due volte il tempo di sanguinamento cutaneo.
Epoprostenolo potenzia l’attività anticoagulante dell’eparina di circa il 50%, probabilmente per riduzione del rilascio del fattore neutralizzante l’eparina.
Efficacia e sicurezza clinica
Ipertensione arteriosa polmonare
Le infusioni continue croniche di epoprostenolo in pazienti con PAH idiopatica o ereditaria sono state studiate in due studi prospettici, in aperto, randomizzati, della durata di 8 e 12 settimane (rispettivamente N=25 e N=81) confrontando epoprostenolo più terapia convenzionale con la sola terapia convenzionale. La terapia convenzionale, variabile tra i pazienti, includeva alcuni o tutti tra i seguenti: anticoagulanti praticamente in tutti i pazienti; vasodilatatori per via orale, diuretici, e digossina da metà a due terzi dei pazienti; ossigeno supplementare in circa la metà dei pazienti. Ad eccezione di 2 pazienti in classe funzionale II della New York Heart Association (NYHA), tutti i pazienti erano in classe funzionale III o IV. Poiché i risultati erano simili in entrambi gli studi, vengono descritti i risultati della loro analisi combinata. I valori mediani basali combinati del 6-minute walk test (6MWT, test del cammino in 6 minuti) per il gruppo in terapia convenzionale e per il gruppo in trattamento con epoprostenolo più terapia convenzionale sono stati pari rispettivamente a 266 metri e a 301 metri.
I miglioramenti rispetto al basale dell’indice cardiaco (0,33 vs – 0,12 l/min/m2), della gittata sistolica (6,01 vs -1,32 ml/battito), della saturazione arteriosa di ossigeno (1,62 vs -0,85%), della pressione arteriosa polmonare media (-5,39 vs 1,45 mmHg), della pressione atriale destra media (-2,26 vs 0,59 mmHg), della resistenza polmonare totale (-4,52 vs 1,41 U Wood), della resistenza polmonare vascolare (-3,60 vs 1,27 U Wood) e della resistenza vascolare sistemica (-4,31 vs 0,18 U Wood) erano statisticamente differenti tra i pazienti trattati con epoprostenolo in modo cronico e quelli non trattati in modo cronico. La pressione arteriosa sistemica media non era diversa in modo statisticamente significativo tra i due gruppi (-4,33 vs -3,05 mmHg). Questi miglioramenti emodinamici sembravano essere persistenti quando epoprostenolo è stato somministrato per almeno 36 mesi in uno studio in aperto, non randomizzato.
Un miglioramento statisticamente significativo è stato osservato nella capacità di esercizio (p=0,001), misurata con il 6MWT in pazienti trattati con epoprostenolo per via endovenosa in maniera continuativa più terapia convenzionale (N=52) per 8 o 12 settimane, rispetto a pazienti trattati con la sola terapia convenzionale (N=54) (variazione combinata alle settimane 8 e 12 rispetto al basale – mediana: 49 vs -4 metri; media: 55 vs -4 metri). I miglioramenti erano evidenti sin dalla prima settimana di terapia. Alla fine del periodo di trattamento nello studio a 12 settimane, la sopravvivenza era migliorata nei pazienti delle classi funzionali III e IV della NYHA.
Otto pazienti su 40 (20%) trattati con la sola terapia convenzionale sono deceduti, mentre non è morto nessuno dei 41 pazienti trattati con epoprostenolo (p=0,003).
Le infusioni croniche continue di epoprostenolo nei pazienti con PAH/SSD sono state studiate in uno studio prospettico, in aperto, randomizzato della durata di 12 settimane, confrontando epoprostenolo più terapia convenzionale (N=56) con la sola terapia convenzionale (N=55). Ad eccezione di 5 pazienti in classe funzionale II della NYHA, tutti i pazienti erano in classe funzionale III o IV. La terapia convenzionale era variabile tra i pazienti ed includeva alcuni o tutti tra i seguenti: anticoagulanti praticamente in tutti i pazienti, ossigeno supplementare e diuretici in due terzi dei pazienti, vasodilatatori per via orale nel 40% dei pazienti e digossina in un terzo dei pazienti.
L’endpoint primario di efficacia per lo studio era un miglioramento nel 6MWT. Il valore mediano
basale per il gruppo in terapia convenzionale e per quello in terapia convenzionale più epoprostenolo è stato rispettivamente di 240 metri e di 270 metri. Sono stati osservati un incremento statisticamente significativo del CI e diminuzioni statisticamente significative di PAPm, RAPm, PVR e SAPm dopo 12 settimane di trattamento nei pazienti trattati con epoprostenolo in modo cronico rispetto a quelli non trattati in modo cronico.
Dopo 12 settimane, è stata osservata una differenza statistica (p<0,001) nella variazione dal basale per il 6MWT nel gruppo trattato con epoprostenolo e terapia convenzionale rispetto al gruppo trattato con la sola terapia convenzionale (mediana: 63,5 vs -36,0 metri; media: 42,9 vs -40,7 metri).
I miglioramenti erano evidenti in alcuni pazienti alla fine della prima settimana di terapia. L’aumento della capacità di esercizio era accompagnato da miglioramenti statisticamente significativi della dispnea, misurata con il Borg Dyspnea Index. Alla settimana 12, la classe funzionale della NYHA era migliorata in 21 dei 51 (41%) pazienti trattati con epoprostenolo rispetto a nessuno dei 48 pazienti trattati con la sola terapia convenzionale. Tuttavia, un numero maggiore di pazienti in entrambi i gruppi di trattamento (28/51 [55%] con epoprostenolo e 35/48 [73%] trattati con la sola terapia convenzionale) non ha mostrato alcuna variazione nella classe funzionale, e 2/51 (4%) trattati con epoprostenolo e 13/48 (27%) trattati con la sola terapia convenzionale sono peggiorati.
Non è stata osservata alcuna differenza statistica di sopravvivenza a 12 settimane nei pazienti con PAH/SSD trattati con epoprostenolo rispetto a quelli trattati con la sola terapia convenzionale. Alla fine del periodo di trattamento, 4 dei 56 pazienti (7%) trattati con epoprostenolo erano deceduti, contro i 5 dei 55 (9%) pazienti trattati con la sola terapia convenzionale.
Dialisi renale
Sei studi controllati con eparina e cinque studi di emergenza hanno indagato il ruolo di epoprostenolo nella gestione generale della dialisi renale, utilizzando tecniche diverse. Misurazioni primarie dell’efficacia includevano rimozione intradialitica del BUN e della creatinina, la rimozione intradialitica dei fluidi (ultrafiltrazione) e la coagulazione all’interno del circuito dialitico.
Coaguli importanti (dialisi definitivamente sospesa o che hanno portato alla necessità di sostituzione del rene artificiale) si sono verificati in circa il 9% (n=56) di tutte le dialisi con epoprostenolo e in
<1% (n=1) delle dialisi con eparina nei principali studi controllati e studi di emergenza. La maggior parte delle dialisi con epoprostenolo (67%) che ha richiesto la sostituzione del rene artificiale è stata successivamente completata con epoprostenolo senza formazione di coaguli. Tuttavia, 9 delle 27 dialisi con epoprostenolo sono fallite dopo vari tentativi.
Indipendentemente dalle difficoltà tecniche che si sono verificate raramente con entrambi i trattamenti, non si sono formati coaguli importanti al punto da limitare la dialisi nel 93% di tutte le dialisi con epoprostenolo e nel 99% di tutte le dialisi con eparina.
Coaguli minori (sufficienti per portare alla necessità di un intervento, ma non alla sospensione definitiva della dialisi o che hanno portato alla necessità della sostituzione del rene artificiale) sono stati segnalati più frequentemente durante la dialisi con epoprostenolo che durante la dialisi con eparina. Nessuna delle dialisi che hanno utilizzato eparina e il 5% (n=32) delle dialisi che hanno utilizzato epoprostenolo hanno causato coaguli minori.
Coaguli visibili (che non hanno portato alla necessità di un intervento) sono stati segnalati in un altro 31% delle dialisi con epoprostenolo e nel 5% delle dialisi con eparina.
Per stabilire che i pazienti in dialisi renale ad aumentato rischio di emorragia sanguinano meno frequentemente con epoprostenolo rispetto all’eparina, sono stati condotti 2 studi principali controllati prospetticamente. Ogni paziente è stato assegnato per randomizzazione a una sequenza di dialisi con eparina o epoprostenolo e ha ricevuto fino a 6 dialisi per tipo in uno studio e fino a 3 dialisi per tipo nell’altro studio.
Il rischio di sanguinamento è stato definito come:
Rischio molto elevato – presenza di sanguinamento attivo al momento dell’inizio della dialisi
Ad alto rischio – sanguinamento attivo nei 3 giorni precedenti alla dialisi, che si è interrotto nella fase di predialisi, oppure ferite chirurgiche o traumatiche nei 3 giorni precedenti alla dialisi.
Nei principali studi controllati, dodici i pazienti a rischio molto elevato di emorragia hanno ricevuto 35 dialisi con epoprostenolo e 11 pazienti hanno ricevuto 28 dialisi con eparina. Negli studi di emergenza, sedici pazienti hanno ricevuto 24 dialisi con epoprostenolo.
Nei principali studi controllati, quando tutte le dialisi sono state combinate per ogni trattamento (eparina o epoprostenolo), un numero maggiore di pazienti trattati con eparina ha sanguinato durante il giorno prima della dialisi (N=13/17 vs 8/23), il giorno di dialisi (N=25/28 vs 16/35) e il giorno dopo la dialisi (N=16/24 vs 5/24) rispetto ai pazienti trattati con epoprostenolo durante gli stessi periodi di tempo.
I pazienti che hanno continuato a sanguinare sono stati valutati per le variazioni della gravità del sanguinamento. La gravità del sanguinamento in questi pazienti è migliorata più frequentemente con epoprostenolo il giorno prima della dialisi e il giorno della dialisi (predialisi: N=4/8; dialisi: N=6/16) che con eparina (predialisi: N=4/13; dialisi: N=4/25). Tuttavia, il contrario è stato osservato per giorni postdialisi con epoprostenolo (N=1/5) rispetto all’eparina (N=8/16). La gravità del sanguinamento è peggiorata durante solo un giorno di dialisi con epoprostenolo (N=1/16) mentre è peggiorata durante 5 giorni di dialisi (N=5/25) e 2 giorni predialisi (N=2/13) con eparina.
I pazienti che non mostravano segni evidenti di sanguinamento appena prima della prima dialisi nello studio, ma che avevano sanguinato nei 3 giorni precedenti, sono stati classificati come ad alto rischio di emorragia. Diciannove pazienti hanno ricevuto 51 dialisi con eparina e 19 hanno ricevuto 44 dialisi con epoprostenolo nei principali studi controllati.
Quando tutte le dialisi sono state combinate, un numero leggermente superiore di pazienti trattati con epoprostenolo ha sanguinato durante i giorni di dialisi (N=12/25 vs 8/32), predialisi (23/44 vs 14/51) e postdialisi (8/34 vs 5/44) rispetto ai pazienti trattati con eparina durante gli stessi periodi.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
Data l’instabilità chimica, l’elevata potenza e la breve emivita di epoprostenolo, nessun saggio preciso e accurato è stato identificato come appropriato per quantificare l’epoprostenolo nei liquidi biologici.
Epoprostenolo somministrato per via endovenosa viene distribuito rapidamente dal sangue ai tessuti.
A pH fisiologico e temperatura normali, epoprostenolo si dissocia spontaneamente in 6-oxo- prostaglandina F1 alfa, anche se se c’è qualche degradazione enzimatica in altri prodotti.
Dopo la somministrazione di epoprostenolo radiomarcato all’uomo, sono stati trovati almeno 16 metaboliti, 10 dei quali sono stati strutturalmente identificati.
A differenza di molte altre prostaglandine, epoprostenolo non viene metabolizzato durante il passaggio nel circolo polmonare.
L’emivita per la dissociazione spontanea in 6-oxo-prostaglandina F1 alfa nell’uomo dovrebbe essere non più di 6 minuti, e può essere più breve tipo 2-3 minuti, come valutato dai tassi di degradazione in vitro dell’epoprostenolo nel sangue umano.
Dopo la somministrazione di epoprostenolo radiomarcato nell’uomo, i recuperi di radioattività nelle
feci e nelle urine sono stati pari rispettivamente al 82% e al 4%.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità e tossicità della riproduzione e dello sviluppo. Non sono stati condotti studi a lungo termine sugli animali per determinare il potenziale cancerogeno di epoprostenolo.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Glicina Saccarosio
Sodio idrossido (per aggiustare il pH)
06.2 Incompatibilità
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
La soluzione diluita di Epoprostenolo SUN (pH 12) non deve essere usata con materiali di somministrazione contenenti polietilene tereftalato (PET) o polietilene tereftalato glicole (PETG).
Questo prodotto è compatibile con un serbatoio in polivinilcloruro.
06.3 Periodo di validità
2 anni
Periodo di validità in uso della soluzione per infusione ricostituita/diluita
La soluzione ricostituita deve essere ulteriormente diluita fino alla concentrazione finale entro un’ora dalla ricostituzione.
La soluzione diluita deve essere conservata nel serbatoio per l’erogazione del farmaco per proteggere il medicinale dalla luce e può essere conservata per un massimo di 8 giorni a 2 – 8°C.
Stabilità durante la somministrazione:
Per soluzioni ≥3.000 ng/ml e <15.000 ng/ml:
La soluzione per infusione appena preparata può essere somministrata immediatamente oppure può essere conservata nel serbatoio della pompa ambulatoriale per un massimo di 8 giorni a 2°C – 8°C prima della somministrazione.
La soluzione appena preparata può essere somministrata per un massimo di 48 ore a
temperatura ambiente (25°C).
La soluzione che è stata conservata nel serbatoio della pompa ambulatoriale a 2°C – 8°C per un massimo di 8 giorni può essere somministrata per un massimo di 24 ore a temperatura ambiente (25°C).
Dopo questo tempo eliminare l’eventuale soluzione non utilizzata.
Per soluzioni ≥15.000 ng/ml
La soluzione per infusione appena preparata può essere somministrata immediatamente oppure può essere conservata nel serbatoio della pompa ambulatoriale per un massimo di 8 giorni a 2°C – 8°C prima della somministrazione.
La soluzione appena preparata può essere somministrata per un massimo di 48 ore a
temperatura ambiente (25°C).
La soluzione che è stata conservata nel serbatoio della pompa ambulatoriale a 2°C – 8°C per un massimo di 8 giorni può essere somministrata per un massimo di 48 ore a temperatura ambiente (25°C).
Eliminare l’eventuale soluzione non utilizzata dopo questo tempo.
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Non congelare.
Conservare il flaconcino nell’astuccio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
La soluzione ricostituita deve essere ulteriormente diluita fino alla concentrazione finale entro un’ora dalla ricostituzione (vedere paragrafi 6.3 e 6.6).
Epoprostenolo SUN diluito secondo le istruzioni alla concentrazione finale nel serbatoio per l’erogazione del farmaco, può essere somministrato a temperatura ambiente (25ºC) immediatamente dopo la diluizione oppure dopo la conservazione per un massimo di 8 giorni a 2 – 8ºC, secondo le condizioni di utilizzo riportate nella Tabella 2 al paragrafo 6.6. Non esporre la soluzione completamente diluita alla luce solare diretta.
06.5 Natura e contenuto della confezione
Epoprostenolo SUN è contenuto in un flaconcino di vetro di tipo I trasparente da 10 ml, chiuso con un tappo in gomma e una capsula a strappo in alluminio.
Confezioni:
Ipertensione arteriosa polmonare
Sono disponibili due confezioni per l’utilizzo nel trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare:
Un flaconcino di polvere da 0,5 mg.
Un flaconcino di polvere da 1,5 mg.
Dialisi renale
Solo la confezione da 0,5 mg è disponibile per l’uso nella dialisi renale. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Le seguenti pompe infusionali portatili hanno mostrato di essere idonee per Epoprostenolo SUN:
CADD-Legacy 1
CADD-Legacy PLUS Prodotte da Smiths Medical.
Gli accessori delle pompe compatibili con la somministrazione di Epoprostenolo SUN comprendono:
Serbatoio a cassetta per farmaco CADD monouso da 50 ml e da 100 ml di Smiths Medical.
Set di estensione CADD con filtro in linea da 0,2 micron (set di estensione CADD con luer maschio, filtro di eliminazione dell’aria da 0,2 micron, morsetto e valvola anti-sifone integrata con luer maschio) di Smiths Medical.
Si raccomanda di non tenere la pompa infusionale a contatto permanente con la pelle onde evitare escursioni di temperatura della cassetta.
Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
La stabilità delle soluzioni di epoprostenolo è dipendente dal pH.
La polvere per soluzione per infusione deve essere ricostituita utilizzando acqua sterile per preparazioni iniettabili o una soluzione per preparazioni iniettabili di sodio cloruro allo 0,9%. L’ulteriore diluizione deve essere eseguita con lo stesso diluente utilizzato per la ricostituzione della polvere sterile liofilizzata.
Ricostituzione, diluizione e calcolo della velocità di infusione
Deve essere prestata particolare attenzione nella preparazione dell’infusione e nel calcolo della velocità di infusione. Deve essere seguita attentamente la procedura descritta di seguito.
La ricostituzione e la diluizione di epoprostenolo devono essere effettuate in condizioni asettiche.
Dialisi renale
È disponibile una confezione per l’utilizzo nel trattamento associato alla dialisi renale:
Un flaconcino contenente epoprostenolo sterile liofilizzato, equivalente a 0,5 mg di epoprostenolo.
Ricostituzione
Aspirare in una siringa sterile 5 ml di acqua sterile per preparazioni iniettabili o soluzione per preparazioni iniettabili di sodio cloruro allo 0,9%, immettere il contenuto della siringa nel flaconcino contenente epoprostenolo ed agitare delicatamente fino a completa dissoluzione della polvere. La soluzione ricostituita deve essere esaminata prima dell’ulteriore diluizione. Non usare in presenza di decolorazione o di particelle. La soluzione ricostituita non utilizzata deve essere smaltita in conformità alla normativa locale vigente.
Diluizione
La soluzione ricostituita deve essere ulteriormente diluita fino alla concentrazione finale entro un’ora dalla ricostituzione. L’ulteriore diluizione deve essere eseguita con lo stesso diluente utilizzato per la ricostituzione della polvere sterile liofilizzata.
Calcolo della velocità di infusione
La velocità di infusione può essere calcolata con la seguente formula: Velocità di infusione (ml/min) = Dose (ng/kg/min) x peso corporeo (kg)
Concentrazione della soluzione (ng/ml) Velocità di infusione (ml/h) = velocità di infusione (ml/min) × 60
Una diluizione usata comunemente è 2.000 ng/ml di epoprostenolo:
Dosaggio (ng/kg/min) | Peso corporeo (kg) | |||||||
30 | 40 | 50 | 60 | 70 | 80 | 90 | 100 | |
1 | 0,90 | 1,20 | 1,50 | 1,80 | 2,10 | 2,40 | 2,70 | 3,00 |
2 | 1,80 | 2,40 | 3,00 | 3,60 | 4,20 | 4,80 | 5,40 | 6,00 |
3 | 2,70 | 3,60 | 4,50 | 5,40 | 6,30 | 7,20 | 8,10 | 9,00 |
4 | 3,60 | 4,80 | 6,00 | 7,20 | 8,40 | 9,60 | 10,80 | 12,00 |
5 | 4,50 | 6,00 | 7,50 | 9,00 | 10,50 | 12,00 | 13,50 | 15,00 |
Velocità di flusso in ml/ora |
Ipertensione arteriosa polmonare
Sono disponibili due confezioni per l’utilizzo nel trattamento dell’ipertensione arteriosa polmonare:
Un flaconcino contenente epoprostenolo sterile liofilizzato, equivalente a 0,5 mg di epoprostenolo.
Un flaconcino contenente epoprostenolo sterile liofilizzato, equivalente a 1,5 mg di epoprostenolo.
Ricostituzione
Aspirare in una siringa sterile 5 ml di acqua sterile per preparazioni iniettabili o soluzione per preparazioni iniettabili di sodio cloruro allo 0,9%, immettere il contenuto della siringa nel flaconcino contenente la polvere di Epoprostenolo SUN ed agitare delicatamente fino a completa dissoluzione. La soluzione ricostituita deve essere esaminata prima dell’ulteriore diluizione. Non usare in presenza di decolorazione o di particelle. La soluzione ricostituita non utilizzata deve essere smaltita in conformità alla normativa locale vigente.
Diluizione
La soluzione ricostituita deve essere ulteriormente diluita fino alla concentrazione finale entro un’ora dalla ricostituzione. L’ulteriore diluizione deve essere eseguita con lo stesso diluente utilizzato per la ricostituzione della polvere sterile liofilizzata.
Epoprostenolo SUN, quando somministrato cronicamente, deve essere preparato in un serbatoio per l’erogazione del farmaco appropriato per la pompa infusionale. Devono essere utilizzati solo set di estensione con un filtro in linea da 0,22 micron posizionato tra la pompa infusionale e il catetere. Si raccomanda di utilizzare filtri con una membrana idrofila in polietersulfone. Il set di estensione ed il filtro in linea devono essere sostituiti almeno ogni 48 ore (vedere paragrafo 4.4).
Per la preparazione di soluzioni con concentrazioni finali inferiori a 15.000 ng/ml si deve utilizzare il flaconcino contenente 0,5 mg di epoprostenolo.
La Tabella 1 riporta alcuni esempi per la preparazione di concentrazioni usate frequentemente di soluzioni di epoprostenolo. Ogni flaconcino è esclusivamente monouso.
Tabella 1: Concentrazioni usate frequentemente – esempi di ricostituzione e diluizione
Concentrazione finale (ng/ml) | Istruzioni: |
3.000 ng/ml |
Sciogliere il contenuto di un flaconcino da 0,5 mg con 5 ml di acqua sterile per preparazioni iniettabili o di sodio cloruro iniettabile allo 0,9%. Aspirare 3 ml del contenuto del flaconcino e aggiungere a un volume sufficiente dello stesso diluente fino a raggiungere un totale di 100 ml. |
5.000 ng/ml |
Sciogliere il contenuto di un flaconcino da 0,5 mg con 5 ml di acqua sterile per preparazioni iniettabili o di sodio cloruro iniettabile allo 0,9%. Aspirare l’intero contenuto del flaconcino e aggiungere a un volume sufficiente dello stesso diluente fino a raggiungere un totale di 100 ml. |
10.000 ng/ml |
Sciogliere il contenuto di due flaconcini da 0,5 mg con 5 ml di acqua sterile per preparazioni iniettabili o di sodio cloruro iniettabile allo 0,9%. Aspirare l’intero contenuto dei flaconcini e aggiungerlo a un volume sufficiente dello stesso diluente fino a raggiungere un totale di 100 ml. |
15.000 ng/ml* |
Sciogliere il contenuto di un flaconcino da 1,5 mg con 5 ml di acqua sterile per preparazioni iniettabili o di sodio cloruro iniettabile allo 0,9%. Aspirare l’intero contenuto del flaconcino e aggiungere a un volume sufficiente dello stesso diluente fino a raggiungere un totale di 100 ml. |
30.000 ng/ml* |
Sciogliere il contenuto di due flaconcini da 1,5 mg con 5 ml di acqua sterile per preparazioni iniettabili o di sodio cloruro iniettabile allo 0,9%. Aspirare l’intero contenuto dei flaconcini e aggiungere a un volume sufficiente dello stesso diluente fino a raggiungere un totale di 100 ml. |
30.000 ng/ml* |
Sciogliere il contenuto di un flaconcino da 1,5 mg con 5 ml di acqua sterile per preparazioni iniettabili o di sodio cloruro iniettabile allo 0,9%. Aspirare l’intero contenuto del flaconcino e aggiungerlo a un volume sufficiente dello stesso diluente fino a raggiungere un totale di 50 ml. |
*Potrebbero essere necessarie soluzioni con concentrazioni finali più elevate per i pazienti trattati con Epoprostenolo SUN a lungo termine. |
Epoprostenolo SUN diluito alla concentrazione finale nel serbatoio per l’erogazione del farmaco secondo le istruzioni può essere somministrato immediatamente a temperatura ambiente (25ºC) oppure, se conservato per un massimo di 8 giorni a 2 – 8ºC, secondo le condizioni di utilizzo riportate nella Tabella 2.
Tabella 2: Durata massima della somministrazione (ore) a temperatura ambiente (25ºC) di soluzioni completamente diluite conservate nel serbatoio per l’erogazione del farmaco
Intervallo di concentrazione finale | Somministrazione immediata* |
Se conservate per un massimo di 8 giorni a 2 – 8ºC* |
≥3.000 ng/ml e <15.000 ng/ml | 48 ore | 24 ore |
≥15.000 ng/ml | 48 ore | 48 ore |
Non esporre la soluzione completamente diluita alla luce solare diretta.
Calcolo della velocità di infusione
Le velocità di infusione possono essere calcolate con la seguente formula:
Velocità di infusione (ml/min) = Dose (ng/kg/min) x peso corporeo (kg)
Concentrazione della soluzione (ng/ml)
Velocità di infusione (ml/ora) = velocità di infusione (ml/min) × 60
Di seguito sono riportati esempi di alcune concentrazioni comunemente usate nella ipertensione arteriosa polmonare.
Tabella 3: Velocità di infusione di epoprostenolo a una concentrazione di 5.000 ng/ml
Esempio di dosaggio utilizzando una concentrazione di 5.000 ng/ml | ||||||||||
Dosaggio (ng/kg/min) | Peso corporeo (kg) | |||||||||
10 | 20 | 30 | 40 | 50 | 60 | 70 | 80 | 90 | 100 | |
2 | 1,0 | 1,2 | 1,4 | 1,7 | 1,9 | 2,2 | 2,4 | |||
4 | 1,0 | 1,4 | 1,9 | 2,4 | 2,9 | 3,4 | 3,8 | 4,3 | 4,8 | |
6 | 1,4 | 2,2 | 2,9 | 3,6 | 4,3 | 5,0 | 5,8 | 6,5 | 7,2 | |
8 | 1,0 | 1,9 | 2,9 | 3,8 | 4,8 | 5,8 | 6,7 | 7,7 | 8,6 | 9,6 |
10 | 1,2 | 2,4 | 3,6 | 4,8 | 6,0 | 7,2 | 8,4 | 9,6 | 10,8 | 12,0 |
12 | 1,4 | 2,9 | 4,3 | 5,8 | 7,2 | 8,6 | 10,1 | 11,5 | 13,0 | 14,4 |
14 | 1,7 | 3,4 | 5,0 | 6,7 | 8,4 | 10,1 | 11,8 | 13,4 | 15,1 | 16,8 |
16 | 1,9 | 3,8 | 5,8 | 7,7 | 9,6 | 11,5 | 13,4 | 15,4 | 17,3 | 19,2 |
Velocità di flusso in ml/ora |
Tabella 4: Velocità di infusione di epoprostenolo a una concentrazione di 15.000 ng/ml
Esempio di dosaggio utilizzando una concentrazione di 15.000 ng/ml | ||||||||
Dosaggio (ng/kg/min) |
Peso corporeo (kg) | |||||||
30 | 40 | 50 | 60 | 70 | 80 | 90 | 100 | |
4 | 1,0 | 1,1 | 1,3 | 1,4 | 1,6 | |||
6 | 1,0 | 1,2 | 1,4 | 1,7 | 1,9 | 2,2 | 2,4 | |
8 | 1,0 | 1,3 | 1,6 | 1,9 | 2,2 | 2,6 | 2,9 | 3,2 |
10 | 1,2 | 1,6 | 2,0 | 2,4 | 2,8 | 3,2 | 3,6 | 4,0 |
12 | 1,4 | 1,9 | 2,4 | 2,9 | 3,4 | 3,8 | 4,3 | 4,8 |
14 | 1,7 | 2,2 | 2,8 | 3,4 | 3,9 | 4,5 | 5,0 | 5,6 |
16 | 1,9 | 2,6 | 3,2 | 3,8 | 4,5 | 5,1 | 5,8 | 6,4 |
Velocità di flusso in ml/ora |
Tabella 5: Velocità di infusione di epoprostenolo a una concentrazione di 30.000 ng/ml
Esempio di dosaggio utilizzando una concentrazione di 30.000 ng/ml | ||||||||||
Dosaggio (ng/kg/min) |
Peso corporeo (kg) | |||||||||
30 | 40 | 50 | 60 | 70 | 80 | 90 | 100 | |||
6 | 1,0 | 1,1 | 1,2 | |||||||
8 | 1,0 | 1,1 | 1,3 | 1,4 | 1,6 | |||||
10 | 1,0 | 1,2 | 1,4 | 1,6 | 1,8 | 2,0 | ||||
12 | 1,0 | 1,2 | 1,4 | 1,7 | 1,9 | 2,2 | 2,4 | |||
14 | 1,1 | 1,4 | 1,7 | 2,0 | 2,2 | 2,5 | 2,8 | |||
16 | 1,0 | 1,3 | 1,6 | 1,9 | 2,2 | 2,6 | 2,9 | 3,2 | ||
Velocità di flusso in ml/ora |
La somministrazione di epoprostenolo a lungo termine può richiedere dosaggi più elevati e, quindi, soluzioni più concentrate.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Sun Pharmaceutical Industries Europe B.V. Polarisavenue 87
2132 JH Hoofddorp Paesi Bassi
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
AIC N.
045956012 – "0,5 mg Polvere Per Soluzione Per Infusione" 1 Flaconcino In Vetro 045956024 – "1,5 mg Polvere Per Soluzione Per Infusione" 1 Flaconcino In Vetro
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data della prima autorizzazione:
10.0 Data di revisione del testo
Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 21/07/2019
Ultimo aggiornamento A.I.FA.: 02/03/2020