Jemperli – Dostarlimab: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Jemperli

Jemperli

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Jemperli: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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JEMPERLI 500 mg concentrato per soluzione per infusione

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Un flaconcino da 10 mL di concentrato per soluzione per infusione contiene 500 mg di dostarlimab. Ogni mL di concentrato per soluzione per infusione contiene 50 mg di dostarlimab.

Dostarlimab è un anticorpo monoclonale (mAb) umanizzato anti-PD-1 (recettore di morte cellulare programmata 1, programmed death-1), della classe delle immunoglobuline G4 (IgG4), prodotto con tecnologia del DNA ricombinante in cellule ovariche di criceto cinese (CHO).

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Concentrato per soluzione per infusione (concentrato sterile).

Soluzione da limpida a leggermente opalescente, da incolore a gialla, essenzialmente priva di particelle visibili.

Il concentrato per soluzione per infusione ha un pH di circa 6,0 e un’osmolalità di circa 300 mOsm/kg.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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JEMPERLI è indicato in associazione a carboplatino e paclitaxel per il trattamento di pazienti adulte affette da cancro endometriale (CE) primario avanzato o ricorrente con deficit del sistema di mismatch repair (dMMR)/elevata instabilità dei microsatelliti (MSI-H) e che sono candidate per la terapia sistemica.

JEMPERLI è indicato come monoterapia per il trattamento di pazienti adulte affette da CE avanzato o ricorrente dMMR/MSI-H, progredito durante o dopo un precedente trattamento con un regime a base di platino.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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La terapia deve essere iniziata e monitorata da medici specialisti, esperti nel trattamento del cancro.

La determinazione dello stato dMMR/MSI-H del tumore deve essere effettuata utilizzando un test convalidato, quale IHC, PCR oppure NGS* (vedere paragrafo 5.1 per informazioni sui test utilizzati negli studi).

*IHC = immunoistochimica; PCR = reazione a catena della polimerasi; NGS = sequenziamento di nuova generazione.

Posologia

JEMPERLI in associazione a carboplatino e paclitaxel

Quando JEMPERLI è somministrato in associazione a carboplatino e paclitaxel, fare riferimento ai Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto completi dei medicinali usati in combinazione (vedere anche paragrafo 5.1).

La dose raccomandata è di 500 mg di dostarlimab in associazione a carboplatino e paclitaxel ogni 3 settimane per 6 cicli, seguita da 1 000 mg di dostarlimab in monoterapia ogni 6 settimane per tutti i cicli successivi.

Il regime posologico in associazione a carboplatino e paclitaxel è illustrato nella Tabella 1.

Tabella 1. Regime posologico per JEMPERLI in associazione a carboplatino e paclitaxel

500 mg una volta ogni 3 settimane
in associazione a carboplatino e paclitaxel a
(1 ciclo = 3 settimane)
1 000 mg una volta ogni 6 settimane in monoterapia fino a progressione di malattia o tossicità inaccettabile (1 Ciclo =
6 settimane)
Ciclo Ciclo 1 Ciclo 2 Ciclo 3 Ciclo 4 Ciclo 5 Ciclo 6 Ciclo 7 Ciclo 8 Ciclo 9 Proseguire la
somministrazione Q6W
Settimana 1 4 7 10 13 16 19 25 31

<.. image removed ..> 3 settimane fra il ciclo 6 e il ciclo 7

a Somministrare dostarlimab prima di carboplatino e paclitaxel nello stesso giorno.

La somministrazione di dostarlimab deve proseguire secondo lo schema raccomandato fino a progressione di malattia o tossicità inaccettabile o per una durata fino a 3 anni (vedere paragrafo 5.1).

JEMPERLI in monoterapia

La dose raccomandata in monoterapia è di 500 mg di dostarlimab ogni 3 settimane per 4 cicli, seguita da 1 000 mg ogni 6 settimane per tutti i cicli successivi.

Il regime posologico in monoterapia è illustrato nella Tabella 2.

Tabella 2. Regime posologico per JEMPERLI in monoterapia

500 mg una volta ogni 3 settimane (1 ciclo = 3 settimane) 1 000 mg una volta ogni 6 settimane fino al verificarsi di progressione di malattia o tossicità inaccettabile
(1 ciclo = 6 settimane)
Ciclo Ciclo 1 Ciclo 2 Ciclo 3 Ciclo 4 Ciclo 5 Ciclo 6 Ciclo 7 Proseguire la somministrazione Q6W
Settimana 1 4 7 10 13 19 25

3 settimane fra il ciclo 4 e il ciclo 5

La somministrazione di dostarlimab deve proseguire secondo lo schema raccomandato fino a progressione di malattia o tossicità inaccettabile (vedere paragrafo 5.1).

Modifiche della dose

Non è raccomandata una riduzione della dose. Può essere necessario posticipare la somministrazione o interrompere il trattamento in base alla sicurezza e alla tollerabilità individuali. Le modifiche raccomandate per la gestione delle reazioni avverse sono indicate nella Tabella 3.

Le linee guida dettagliate per il trattamento delle reazioni avverse immuno-correlate e delle reazioni correlate a infusione sono descritte nel paragrafo 4.4.

Tabella 3. Modifiche raccomandate della dose di JEMPERLI
Reazioni avverse immuno-correlate Grado di severitàa Modifica della dose
Colite
2 o 3 Sospendere la somministrazione. Riprendere la somministrazione in seguito a risoluzione della tossicità a grado 0 o 1.
4 Interrompere la somministrazione in modo permanente.
Epatite Grado 2 con ASTb o ALTc > 3 e fino a
5 × ULNd
oppure bilirubina totale > 1,5
e fino a 3 × ULN
Sospendere la somministrazione. Riprendere la somministrazione in seguito a risoluzione della tossicità a grado 0 o 1.
Grado ≥ 3 con AST o ALT > 5 × ULN
oppure bilirubina totale
> 3 × ULN
Interrompere la somministrazione in modo permanente (vedere l’eccezione indicata di seguito)e.
Diabete mellito di tipo 1 (DMT1) 3 o 4 (iperglicemia) Sospendere la somministrazione. Riprendere la somministrazione nelle pazienti stabili dal punto di vista clinico e metabolico, opportunamente gestite.
Ipofisite o insufficienza surrenalica 2, 3 o 4 Sospendere la somministrazione. Riprendere la somministrazione in seguito a risoluzione della tossicità a grado 0 o 1. Interrompere la somministrazione in modo permanente in caso di recidiva o peggioramento in corso di adeguata terapia ormonale.
Ipotiroidismo o ipertiroidismo 3 o 4 Sospendere la somministrazione. Riprendere la somministrazione in seguito a risoluzione della tossicità a
grado 0 o 1.
Polmonite 2 Sospendere la somministrazione. Riprendere la somministrazione in seguito a risoluzione della tossicità a grado 0 o 1. In caso di recidiva di grado 2, interrompere la
somministrazione in modo permanente.
3 o 4 Interrompere la somministrazione in modo permanente.
Nefrite 2 Sospendere la somministrazione. Riprendere la somministrazione in seguito a risoluzione della tossicità a
grado 0 o 1.
3 o 4 Interrompere la somministrazione in modo permanente.
Tabella 3. Modifiche raccomandate della dose di JEMPERLI
Reazioni avverse immuno-correlate Grado di severitàa Modifica della dose
Condizioni dermatologiche esfoliative (es. SJS, TEN, DRESS) Sospetto Sospendere la somministrazione qualsiasi sia il grado. Riprendere la somministrazione se non confermato e in seguito a risoluzione della tossicità a
grado 0 o 1.
Confermato Interrompere la somministrazione in
modo permanente.
Miocardite 2, 3 o 4 Interrompere la somministrazione in
modo permanente.
Tossicità neurologiche severe (sindrome miastenica/miastenia gravis, sindrome di Guillain-
Barré, encefalite, mielite trasversa)
2, 3 o 4 Interrompere la somministrazione in modo permanente.
Altre reazioni avverse immuno-correlate (incluse ma non limitate a miosite, sarcoidosi, anemia emolitica autoimmune, pancreatite,
iridociclite, uveite, chetoacidosi diabetica, artralgia, rigetto di trapianto di organo solido, malattia da trapianto contro
l’ospite)
3 Sospendere la somministrazione. Riprendere la somministrazione in seguito a risoluzione della tossicità a
grado 0 o 1.
4 Interrompere la somministrazione in modo permanente.
Recidiva di reazioni avverse immuno-correlate in seguito a risoluzione a ≤ grado 1 (ad eccezione della polmonite, vedere sopra) 3 o 4 Interrompere la somministrazione in modo permanente.
Altre reazioni avverse Grado di severitàa Modifica della dose
Reazioni da infusione 2 Sospendere la somministrazione. In caso di risoluzione entro un’ora dall’interruzione, è possibile riprendere la somministrazione al 50% della velocità di infusione originale, oppure riprendere in seguito a risoluzione dei sintomi con la premedicazione. In caso di recidiva di grado 2 nonostante un’adeguata premedicazione, interrompere la somministrazione in
modo permanente.
3 o 4 Interrompere la somministrazione in modo permanente.

a Tossicità classificata secondo i criteri terminologici comuni per gli eventi avversi (CTCAE, Common Terminology Criteria for Adverse Events) del National Cancer Institute, versione 5.0.

b AST = aspartato aminotransferasi

c ALT = alanina aminotransferasi

d ULN = limite superiore della norma

e Per le pazienti con metastasi epatiche che iniziano il trattamento con un aumento di AST o ALT di grado 2, il trattamento dovrà essere interrotto in caso di incremento di AST o ALT ≥ 50% rispetto al basale protratto per almeno 1 settimana.

Scheda paziente

Tutti i medici che prescrivono JEMPERLI devono informare le pazienti in merito alla Scheda paziente, spiegando loro come comportarsi qualora dovessero manifestare qualsiasi sintomo di reazioni avverse immuno-correlate. Il medico consegnerà una Scheda paziente a ciascuna paziente.

Popolazioni speciali

Anziani

Non sono raccomandati aggiustamenti della dose nei pazienti di età pari o superiore a 65 anni.

Vi sono dati clinici limitati relativi all’uso di dostarlimab in pazienti di età pari o superiore a 75 anni (vedere paragrafo 5.1).

Compromissione renale

Non sono raccomandati aggiustamenti della dose nelle pazienti con compromissione renale lieve o moderata. Vi sono dati limitati su pazienti con compromissione renale severa o patologia renale allo stadio terminale sottoposte a dialisi (vedere paragrafo 5.2).

Compromissione epatica

Non sono raccomandati aggiustamenti della dose nelle pazienti con compromissione epatica lieve. Vi sono dati limitati su pazienti con compromissione epatica moderata e non sono disponibili dati su pazienti con compromissione epatica severa (vedere paragrafo 5.2).

Popolazione pediatrica

La sicurezza e l’efficacia di JEMPERLI nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili.

Modo di somministrazione

JEMPERLI è destinato esclusivamente all’infusione endovenosa. JEMPERLI deve essere somministrato tramite infusione endovenosa della durata di 30 minuti utilizzando una pompa per infusione endovenosa.

JEMPERLI non deve essere somministrato per via endovenosa rapida o con somministrazione in bolo. Per le istruzioni sulla diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

 

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Tracciabilità

Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome commerciale e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.

Reazioni avverse immuno-correlate

Nei pazienti trattati con anticorpi che bloccano la via della proteina di morte cellulare programmata-1 / del ligando di morte cellulare programmata-1 (PD-1/PD-L1), incluso dostarlimab, è possibile che si verifichino reazioni avverse immuno-correlate, che possono essere severe o fatali. Benché, generalmente, le reazioni avverse immuno-correlate si presentino durante il trattamento con anticorpi anti-PD-1/PD-L1, i sintomi possono manifestarsi anche dopo l’interruzione del trattamento. Le reazioni avverse immuno-correlate possono interessare qualsiasi organo o tessuto e coinvolgere più di un apparato/sistema contemporaneamente. Le reazioni avverse immuno-correlate importanti elencate in questo paragrafo non comprendono tutte le possibili reazioni avverse immuno-correlate severe o fatali.

L’identificazione e la gestione tempestive delle reazioni avverse immuno-correlate sono fondamentali per garantire un utilizzo sicuro degli anticorpi anti-PD-1/PD-L1. I pazienti devono essere monitorati per l’eventuale presenza di segni e sintomi di reazioni avverse immuno-correlate. I parametri ematologici e chimico-clinici, inclusi i test di funzionalità epatica, renale e tiroidea, devono essere valutati al basale e periodicamente durante il trattamento. Per le sospette reazioni avverse immuno-correlate, si deve garantire un’adeguata valutazione, compreso un consulto specialistico.

In base alla severità della reazione avversa, il trattamento con dostarlimab deve essere sospeso o interrotto in modo permanente e si devono somministrare corticosteroidi (da 1 a 2 mg/kg/die di prednisone o equivalente) o altra terapia appropriata (vedere di seguito e paragrafo 4.2)Al miglioramento dei sintomi a Grado ≤ 1, iniziare una riduzione graduale dei corticosteroidi, continuandola per almeno 1 mese. In base a dati limitati emersi dagli studi clinici su pazienti nei quali non è stato possibile ottenere il controllo delle reazioni avverse immuno-correlate con l’uso di corticosteroidi, può essere valutata la somministrazione di altri immunosoppressori sistemici. Se necessario, istituire una terapia sostitutiva ormonale per le endocrinopatie.

Il trattamento con dostarlimab deve essere interrotto definitivamente in presenza di una qualsiasi reazione avversa immuno-correlata di Grado 3 recidivante e in presenza di una qualsiasi tossicità per reazioni avverse immuno-correlate di Grado 4, ad eccezione delle endocrinopatie controllate tramite terapia ormonale sostitutiva e salvo diversamente specificato nella Tabella 3.

Polmonite immuno-correlata

Nei pazienti in trattamento con dostarlimab è stata segnalata polmonite (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di polmonite. I casi di sospetta polmonite devono essere confermati tramite indagini radiologiche e devono essere escluse altre cause. I pazienti devono essere gestiti con modifiche del trattamento con dostarlimab e con somministrazione di corticosteroidi (vedere paragrafo 4.2).

Colite immuno-correlata

Dostarlimab può causare colite immuno-correlata (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di colite e devono essere gestiti con modifiche del trattamento con dostarlimab, con somministrazione di antidiarroici e con corticosteroidi (vedere paragrafo 4.2).

Epatite immuno-correlata

Dostarlimab può causare epatite immuno-correlata (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati periodicamente per rilevare alterazioni della funzionalità epatica secondo quanto indicato, sulla base della valutazione clinica, e devono essere gestiti con modifiche del trattamento con dostarlimab e con somministrazione di corticosteroidi (vedere paragrafo 4.2).

Endocrinopatie immuno-correlate

Nei pazienti in trattamento con dostarlimab sono state segnalate endocrinopatie immuno-correlate, tra cui ipotiroidismo, ipertiroidismo, tiroidite, ipofisite, diabete mellito di tipo 1, chetoacidosi diabetica e insufficienza surrenalica (vedere paragrafo 4.8).

Ipotiroidismo e ipertiroidismo

Nei pazienti in trattamento con dostarlimab si sono verificati ipotiroidismo e ipertiroidismo immuno-correlati (compresa tiroidite) e l’ipotiroidismo può presentarsi successivamente all’ipertiroidismo. I pazienti devono essere monitorati per rilevare risultati anomali dei test della funzionalità tiroidea prima di iniziare la terapia e periodicamente durante il trattamento, e come indicato in base alla valutazione clinica. L’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo immuno-correlati (compresa tiroidite) devono essere gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2.

Insufficienza surrenalica

Nei pazienti in trattamento con dostarlimab si è verificata insufficienza surrenalica immuno-correlata. I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni clinici e sintomi di insufficienza surrenalica. In caso di insufficienza surrenalica sintomatica, i pazienti devono essere gestiti come raccomandato nel paragrafo 4.2.

Nefrite immuno-correlata

Dostarlimab può causare nefrite immuno-correlata (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare alterazioni della funzionalità renale e gestiti con modifiche del trattamento con dostarlimab e con somministrazione di corticosteroidi (vedere paragrafo 4.2).

Eruzione cutanea immuno-correlata

Nei pazienti in trattamento con dostarlimab sono state segnalate eruzioni cutanee immuno-correlate, compreso pemfigoide (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di eruzione cutanea. Le condizioni dermatologiche esfoliative devono essere gestite come raccomandato nel paragrafo 4.2. In pazienti trattati con inibitori di PD-1 sono stati segnalati casi di Sindrome di Stevens-Johnson o necrolisi tossica epidermica.

Deve essere usata cautela nel valutare l’utilizzo di dostarlimab in un paziente che abbia in precedenza manifestato una reazione avversa cutanea severa o potenzialmente fatale durante un precedente trattamento con altri agenti antitumorali immunostimolanti.

Artralgia immuno-correlata

Nei pazienti in trattamento con dostarlimab è stata segnalata artralgia immuno-correlata (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare segni e sintomi di artralgia. Una sospetta artralgia immuno-correlata deve essere confermata e devono essere escluse altre cause. I pazienti devono essere gestiti con modifiche del trattamento con dostarlimab e con somministrazione di corticosteroidi (vedere paragrafo 4.2).

Altre reazioni avverse immuno-correlate

Considerato il meccanismo d’azione di dostarlimab, possono verificarsi altre potenziali reazioni avverse immuno-correlate, inclusi eventi potenzialmente gravi [ad es. miosite, miocardite, encefalite, neuropatia demielinizzante (inclusa sindrome di Guillain-Barré), sarcoidosi]. Le reazioni avverse immuno-correlate clinicamente significative segnalate in meno dell’1% dei pazienti in trattamento con dostarlimab in monoterapia negli studi clinici comprendono encefalite, anemia emolitica autoimmune, pancreatite, iridociclite e uveite. I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di reazioni avverse immuno-correlate e devono essere gestiti come descritto nel paragrafo 4.2. In pazienti in trattamento con inibitori di PD-1 sono stati segnalati casi di rigetto di trapianto di organo solido nella fase successiva all’immissione in commercio. Il trattamento con dostarlimab può aumentare il rischio di rigetto nei soggetti sottoposti a trapianto di organo solido. In questi pazienti deve essere valutato il beneficio del trattamento con dostarlimab rispetto al rischio di possibile rigetto di organo.

Altre complicanze gravi o fatali possono insorgere in pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) prima o dopo il trattamento con un anticorpo anti-PD-1/PD- L1. Le complicanze correlate al trapianto comprendono malattia del trapianto contro l’ospite (GvHD) iperacuta, GvHD acuta, GvHD cronica, patologia veno-occlusiva epatica in seguito a condizionamento a intensità ridotta, e sindrome febbrile con necessità di trattamento steroideo (senza una causa infettiva identificata). Tali complicanze possono insorgere nonostante terapia intermedia tra il blocco PD-1/PD- L1 e l’HSCT allogenico. I pazienti dovranno essere monitorati attentamente per rilevare evidenze di complicanze correlate al trapianto e istituire un intervento tempestivo. Valutare il beneficio rispetto ai rischi del trattamento con un anticorpo anti-PD-1/PD-L1 prima o dopo HSCT allogenico.

Reazioni correlate a infusione

Dostarlimab può causare reazioni da infusione, che possono essere severe (vedere paragrafo 4.8). In caso di reazioni da infusione severe (di grado 3) o potenzialmente fatali (di grado 4), sospendere l’infusione e interrompere definitivamente il trattamento (vedere paragrafo 4.2).

Pazienti esclusi dagli studi clinici

Sono stati esclusi dallo studio GARNET i pazienti che presentavano le seguenti condizioni: performance score (PS) secondo Eastern Cooperative Oncology Group (ECOG) al basale ≥ 2; metastasi non controllate del sistema nervoso centrale o meningite carcinomatosa; altre neoplasie maligne nel corso degli ultimi 2 anni; immunodeficienza o somministrazione di terapia immunosoppressiva nei 7 giorni precedenti; infezione attiva da HIV, epatite B o epatite C; patologia autoimmune attiva che abbia richiesto un trattamento sistemico negli ultimi 2 anni, a eccezione della terapia sostitutiva; anamnesi di pneumopatia interstiziale; o somministrazione di un vaccino vivo nei 14 giorni precedenti.

Contenuto di sodio

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose da 500 mg, cioè essenzialmente “senza sodio”.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Non sono stati effettuati studi d’interazione. Gli anticorpi monoclonali (mAb) quali dostarlimab non sono substrati del citocromo P450 o dei trasportatori dei principi attivi. Dostarlimab non è una citochina ed è improbabile che agisca come modulatore delle citochine. Inoltre, non sono attese interazioni farmacocinetiche (PK) tra dostarlimab e principi attivi di piccole dimensioni molecolari. Non vi sono evidenze di interazioni mediate da clearance non specifica della degradazione lisosomiale per gli anticorpi.

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Donne in età fertile/Contraccezione

Vi è un rischio associato alla somministrazione di dostarlimab per le donne potenzialmente fertili. Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con dostarlimab e fino a 4 mesi dopo l’ultima dose di dostarlimab.

Gravidanza

I dati relativi all’uso di dostarlimab in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato. Sulla base del meccanismo d’azione, dostarlimab può causare effetti farmacologici dannosi sul feto quando somministrato durante la gravidanza

Non sono stati condotti studi con dostarlimab sullo sviluppo o sulla riproduzione negli animali; tuttavia, l’inibizione della via PD-1/PD-L1 può aumentare il rischio di rigetto immuno-correlato del feto in via di sviluppo, con conseguente morte fetale (vedere paragrafo 5.3)Come noto, le immunoglobuline umane (IgG4) attraversano la barriera placentare. Pertanto, è possibile che dostarlimab, essendo una IgG4, venga trasmesso dalla madre al feto in via di sviluppo.

JEMPERLI non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure contraccettive efficaci.

Allattamento

Non è noto se dostarlimab/metaboliti siano escreti nel latte materno. Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.

JEMPERLI non deve essere utilizzato durante l’allattamento e l’allattamento deve essere evitato per almeno 4 mesi dopo l’ultima dose di dostarlimab.

Fertilità

Non sono stati condotti studi di fertilità con dostarlimab (vedere paragrafo 5.3).

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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JEMPERLI non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

 

04.8 Effetti indesiderati

Indice

Riassunto del profilo di sicurezza

Dostarlimab è generalmente associato a reazioni avverse immuno-correlate. La maggior parte di queste, comprese le reazioni severe, si è risolta con l’impiego di una terapia medica appropriata o la sospensione di dostarlimab (vedere di seguito “Descrizione di reazioni avverse selezionate”).

Dostarlimab in monoterapia

La sicurezza di dostarlimab è stata valutata in 605 pazienti con CE o altri tumori solidi in stadio avanzato trattati con dostarlimab in monoterapia nel corso dello studio GARNET, fra i quali 153 pazienti affette da CE dMMR/MSI-H avanzato o recidivante. I pazienti hanno ricevuto dosi da 500 mg ogni 3 settimane per 4 cicli, seguite da 1 000 mg ogni 6 settimane per tutti i cicli successivi.

Nei pazienti con tumori solidi avanzati o recidivanti (N = 605), le reazioni avverse più comuni (> 10%) sono state anemia (28,6%), diarrea (26,0%), nausea (25,8%), vomito (19,0%), artralgia (17,0%), prurito (14,2%), eruzione cutanea (13,2%), piressia (12,4%), aspartato aminotransferasi aumentata (11,2%) e ipotiroidismo (11,2%). Il trattamento con JEMPERLI è stato interrotto definitivamente a causa delle reazioni avverse in 38 pazienti (6,3%). Per la maggior parte, si è trattato di eventi immuno-correlati. Si sono verificate reazioni avverse gravi nell’11,2% delle pazienti; le reazioni avverse più gravi sono state reazioni avverse immuno-correlate (vedere paragrafo 4.4).

Il profilo di sicurezza per le pazienti con CE dMMR/MSI-H nello studio GARNET (N = 153) non è stato diverso da quello della popolazione complessiva in monoterapia presentato in Tabella 4.

Dostarlimab in associazione a carboplatino e paclitaxel

La sicurezza di dostarlimab è stata valutata in 241 pazienti con CE primario avanzato o ricorrente che hanno ricevuto dostarlimab in associazione a carboplatino e paclitaxel nello studio RUBY. Le pazienti hanno ricevuto dosi da 500 mg di dostarlimab ogni 3 settimane per 6 cicli, seguite da 1 000 mg ogni 6 settimane per tutti i cicli successivi.

Nelle pazienti con CE primario avanzato o ricorrente (N = 241), le reazioni avverse più comuni (> 10%) sono state eruzione cutanea (22,8%), eruzione cutanea maculopapulare (14,1%), ipotiroidismo (14,1%), alanina aminotransferasi aumentate (12,9 %), aspartato aminotransferasi aumentate (12,0%), piressia (12,0%) e cute secca (10,4%). Il trattamento con JEMPERLI è stato interrotto definitivamente a causa delle reazioni avverse in 12 (5%) pazienti, la maggior parte erano eventi immuno-correlati. Si sono verificate reazioni avverse gravi nel 5,8% delle pazienti; le reazioni avverse più gravi sono state reazioni avverse immuno-correlate (vedere paragrafo 4.4).

Nello studio RUBY il profilo di sicurezza per le pazienti con CE dMMR/MSI-H (N=52) non è stato diverso da quello della popolazione complessiva (N=241) presentato nella Tabella 4.

Tabella delle reazioni avverse

Le reazioni avverse segnalate nelle sperimentazioni cliniche di dostarlimab in monoterapia o in associazione a chemioterapia sono elencate nella Tabella 4 secondo la classificazione per sistemi e organi e per frequenza. Le frequenze delle reazioni avverse elencate nella colonna relativa a dostarlimab in monoterapia sono basate sulla frequenza degli eventi avversi da tutte le cause, identificati in 605 pazienti affetti da tumori solidi avanzati o recidivanti dello studio GARNET esposti a monoterapia con dostarlimab per una durata mediana di trattamento di 24 settimane (intervallo (range): da 1 settimana a 229 settimane). Se non diversamente indicato, le frequenze delle reazioni avverse elencate nella colonna relativa a dostarlimab in associazione a chemioterapia sono basate sulla frequenza degli eventi avversi da tutte le cause, identificati in 241 pazienti con CE primario avanzato o ricorrente dello studio RUBY esposte a dostarlimab in associazione a carboplatino e paclitaxel per una durata mediana di trattamento di 43 settimane (range: da 3 a 151 settimane). Per ulteriori informazioni di sicurezza nel caso di somministrazione di dostarlimab in associazione a carboplatino e paclitaxel, per i medicinali concomitanti fare riferimento al rispettivo Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto.

Le reazioni avverse che è noto potrebbero manifestarsi con dostarlimab in monoterapia o con carboplatino o paclitaxel somministrati singolarmente, potrebbero verificarsi durante il trattamento di combinazione dei tre farmaci, anche nel caso che queste reazioni avverse non risultino precedentemente segnalate negli studi clinici con dostarlimab in associazione a carboplatino e paclitaxel.

Queste reazioni sono elencate secondo la classificazione per sistemi e organi e in base alla frequenza. Le categorie di frequenza sono le seguenti: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1 000, < 1/100), raro (≥ 1/10 000, < 1/1 000), molto raro (< 1/10 000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Tabella 4: Reazioni avverse nelle pazienti trattate con dostarlimab

Dostarlimab in monotherapia Dostarlimab in associazione a chemioterapia
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto comune Anemiaa
Patologie endocrine
Molto comune Ipotiroidismo*b Ipotiroidismo e
Comune Ipertiroidismo*, insufficienza surrenalica * Ipertiroidismo, insufficienza
surrenalica
Non comune Tiroidite*c, ipofisited Tiroidite
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Non comune Diabete mellito di tipo 1, chetoacidosi diabetica Diabete mellito di tipo 1
Patologie del sistema nervoso
Non comune Encefalite, miastenia gravis Sindrome miastenica f
Patologie dell’occhio
Non comune Uveiteg Uveite
Patologie cardiache
Non comune Miocarditeh
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comune Polmonite*i Polmonite
Patologie gastrointestinali
Molto comune Diarrea, nausea, vomito
Comune Colite *j, pancreatitek, gastrite Colitel
Non comune Esofagite Pancreatite,
Dostarlimab in monotherapia Dostarlimab in associazione a
chemioterapia
gastrite immuno-mediataf,
vasculite gastrointestinalef
Patologie epatobiliari
Comune Epatite*m
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comune Eruzione cutanea*n, prurito Eruzione cutaneao, cute secca
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto comune Artralgia*
Comune Mialgia
Non comune Artrite immuno-mediata,
polimialgia reumatica, miosite immuno-mediata
Artrite immuno-mediata, miositep
Patologie renali e urinarie
Non comune Nefrite*q
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune Piressia Piressia
Comune Brividi
Non comune Sindrome da risposta
infiammatoria sistemicap
Esami diagnostici
Molto comune Transaminasi aumentater Alanina aminotransferasi aumentate,
aspartato aminotransferasi
aumentate
Traumatismi, intossicazioni e complicazioni da procedura
Comune Reazione da infusione*s

* Vedere paragrafo “Descrizione di reazioni avverse selezionate”

a Include anemia e anemia emolitica autoimmune

b Include ipotiroidismo e ipotiroidismo autoimmune

c Include tiroidite e tiroidite autoimmune

d Include ipofisite e ipofisite linfocitica

e Include ipotiroidismo e ipotiroidismo immuno-mediato

f Segnalato da studi clinici in corso in cieco di dostarlimab in combinazione; categoria di frequenza stimata gInclude uveite e iridociclite

h Include miocardite (combinazione con chemioterapia) e miocardite immuno-mediata da studi clinici in corso in cieco di dostarlimab in combinazione; categoria di frequenza stimata i Include polmonite, pneumopatia interstiziale e malattia polmonare immuno-mediata

j Include colite, enterocolite ed enterocolite immuno-mediata

k Include pancreatite e pancreatite acuta

l Include colite (combinazione con chemioterapia) ed enterite segnalate da studi clinici in corso di dostarlimab in combinazione m Include epatite, epatite autoimmune e citolisi epatica

n Include eruzione cutanea, eruzione cutanea maculo-papulare, eritema, eruzione cutanea maculare, eruzione cutanea pruriginosa, eruzione eritematosa, eruzione cutanea papulare, eritema multiforme, tossicità cutanea, eruzione da farmaco, eruzione cutanea tossica, eruzione esfoliativa e pemfigoide o Include eruzione cutanea ed eruzione cutanea maculo-papulare

p Segnalata in uno studio clinico in corso di dostarlimab in combinazione

q Include nefrite e nefrite tubulo-interstiziale

r Include transaminasi aumentate, alanina aminotransferasi aumentate, aspartato aminotransferasi aumentate e ipertransaminasemia s Include reazioni da infusione e ipersensibilità

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Le reazioni avverse selezionate descritte di seguito si basano sui dati di sicurezza di dostarlimab in monoterapia in pazienti affetti da CE o altri tumori solidi in fase avanzata, secondo un database combinato su una popolazione di 605 pazienti arruolati nello studio GARNET. Le reazioni avverse immuno-correlate erano definite come eventi di grado 2 e superiore; le frequenze riportate di seguito escludono gli eventi di grado 1. Le linee guida per la gestione di queste reazioni avverse sono illustrate nel paragrafo 4.2.

Reazioni avverse immuno-correlate (vedere paragrafo 4.4) Polmonite immuno-correlata

Si è verificata polmonite immuno-correlata in 14 pazienti (2,3%), compresi casi di polmonite di grado 2 (1,3%), di grado 3 (0,8%) e di grado 4 (0,2%). La polmonite ha portato all’interruzione di dostarlimab in 8 pazienti (1,3%).

L’uso di corticosteroidi sistemici (≥ 40 mg di prednisone/die o equivalente) si è reso necessario in 11 pazienti (78,6%) che avevano manifestato polmonite. La polmonite si è risolta in 11 pazienti (78,6%).

Colite immuno-correlata

Si è verificata colite in 8 pazienti (1,3%), compresi casi di colite di grado 2 (0,7%) e di grado 3 (0,7%). La colite non ha comportato l’interruzione di dostarlimab in alcuno dei pazienti.

L’uso di corticosteroidi sistemici (≥ 40 mg di prednisone/die o equivalente) si è reso necessario in 5 pazienti (62,5%). La colite si è risolta in 5 (62,5%) dei pazienti che avevano manifestato colite.

Epatite immuno-correlata

Si è verificata epatite in 3 pazienti (0,5%), in tutti i casi di grado 3. Sono stati necessari corticosteroidi sistemici (prednisone ≥ 40 mg/die o equivalente) in 2 pazienti (66,7%). L’epatite ha portato a interruzione di dostarlimab in 1 paziente (0,2%) e si è risolta in 2 su 3 pazienti.

Endocrinopatie immuno-correlate

Si è verificato ipotiroidismo in 46 pazienti (7,6%), tutti di grado 2. L’ipotiroidismo non ha portato a interruzione di dostarlimab e si è risolto in 17 pazienti (37,0%).

Si è verificato ipertiroidismo in 14 pazienti (2,3%), che ha incluso casi di grado 2 (2,1%) e di grado 3 (0,2%). L’ipertiroidismo non ha portato a interruzione di dostarlimab e si è risolto in 10 pazienti (71,4%).

Si è verificata tiroidite in 3 pazienti (0,5%), in tutti i casi di grado 2. Nessuno dei casi di tiroidite si è risolto; non vi sono state interruzioni di dostarlimab a causa della tiroidite.

Si è verificata insufficienza surrenalica in 7 pazienti (1,2%), compresi casi di grado 2 (0,5%) e di grado 3 (0,7%). L’insufficienza surrenalica ha portato all’interruzione di dostarlimab in 1 paziente (0,2%) e si è risolta in 4 pazienti (57,1%).

Nefrite immuno-correlata

Si è verificata nefrite, compresa nefrite tubulo-interstiziale, in 3 pazienti (0,5%), tutti di grado 2. Sono stati necessari corticosteroidi sistemici (prednisone ≥ 40 mg/die o equivalente) in 2 pazienti (66,7%) che avevano manifestato nefrite. La nefrite ha portato all’interruzione di dostarlimab in 1 paziente (0,2%) e si è risolta in tutti e 3 i pazienti.

Eruzione cutanea immuno-correlata

Nei pazienti in trattamento con dostarlimab, si è verificata eruzione cutanea immuno-correlata (eruzione cutanea, eruzione cutanea maculo-papulare, eruzione cutanea maculare, eruzione cutanea pruriginosa, pemfigoide, eruzione da farmaco, tossicità cutanea, eruzione cutanea tossica) in 31 pazienti (5,1%), di cui 9 casi (1,5%) di grado 3. Il tempo mediano all’insorgenza dell’eruzione cutanea è stato di 57 giorni (intervallo (range): da 2 giorni a 1 485 giorni). L’uso di corticosteroidi sistemici (prednisone ≥ 40 mg/die o equivalente) si è reso necessario in 9 pazienti (29,0%) che avevano manifestato eruzione cutanea. L’eruzione cutanea ha portato all’interruzione di dostarlimab in 1 paziente (0,2%) e si è risolta in 24 pazienti (77,4%).

Artralgia immuno-correlata

Si è verificata artralgia immuno-correlata in 34 pazienti (5,6%). Artralgia immuno-correlata di grado 3 è stata segnalata in 5 pazienti (0,8%) in trattamento con dostarlimab. Il tempo mediano all’insorgenza dell’artralgia è stato di 94,5 giorni (intervallo (range): da 1 giorno a 840 giorni). Sono stati necessari corticosteroidi sistemici (prednisone ≥ 40 mg/die o equivalente) in 3 pazienti (8,8%) che avevano manifestato artralgia. L’artralgia ha portato all’interruzione di dostarlimab in 1 paziente (0,2%) e si è risolta in 19 pazienti (55,9%) che avevano manifestato artralgia.

Reazioni da infusione

Si sono verificate reazioni da infusione, compresa ipersensibilità, in 6 pazienti (1,0%), comprese reazioni da infusione di grado 2 (0,3%) e di grado 3 (0,2%). Tutti i pazienti si sono ristabiliti dalle reazioni correlate a infusione.

Immunogenicità

Nello studio GARNET , la presenza di anticorpi anti-farmaco (Anti-Drug Antibodies, ADA) è stata valutata in 315 pazienti in trattamento con dostarlimab e l’incidenza di ADA diretti contro dostarlimab emersi durante il trattamento è risultata pari al 2,5%. Nell’1,3% dei pazienti sono stati rilevati anticorpi neutralizzanti. La co-somministrazione con carboplatino e paclitaxel non ha influenzato l’immunogenicità di dostarlimab. Nello studio RUBY, nelle 225 pazienti trattate con dostarlimab in associazione a carboplatino e paclitaxel e valutabili per presenza di ADA, non vi è stata incidenza di ADA emergenti dal trattamento con dostarlimab o di anticorpi neutralizzanti emergenti dal trattamento.

Nei pazienti che avevano sviluppato ADA non sono emerse evidenze di alterazioni dell’efficacia o della sicurezza di dostarlimab.

Popolazione anziana

Dei 605 pazienti trattati con dostarlimab in monoterapia, il 51,6% aveva un’età inferiore a 65 anni, il 36,9% un’età compresa fra 65 e meno di 75 anni e l’11,5% un’età pari o superiore a 75 anni.

Complessivamente non sono state riscontrate differenze nel profilo di sicurezza nei pazienti anziani (≥ 65 anni) rispetto ai soggetti più giovani (< 65 anni). Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V.

 

04.9 Sovradosaggio

Indice

Se si sospetta un sovradosaggio, la paziente deve essere sottoposta a monitoraggio per individuare segni o sintomi di reazioni o effetti avversi e deve essere istituito un appropriato trattamento sintomatico.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

Indice

Categoria farmacoterapeutica: farmaci antineoplastici, anticorpi monoclonali e coniugati farmaco- anticorpo, codice ATC: L01FF07 Meccanismo d’azione

Dostarlimab è un anticorpo monoclonale (mAB) umanizzato, della classe delle immunoglobuline G4 (IgG4), che si lega ai recettori PD-1 e ne blocca le interazioni di legame con i ligandi PD-L1 e PD-L2. L’inibizione della risposta immunitaria mediata dalla via di PD-1 determina l’inibizione delle funzioni dei linfociti T, quali proliferazione, produzione di citochine e attività citotossica. Dostarlimab potenzia le risposte dei linfociti T, comprese le risposte immunitarie antitumorali, impedendo il legame di PD-1 a PD-L1 e a PD-L2. In modelli tumorali murini singenici, il blocco dell’attività di PD-1 ha portato a riduzione della crescita tumorale.

Efficacia e sicurezza clinica

RUBY: Studio randomizzato controllato di dostarlimab in associazione a carboplatino e paclitaxel nel trattamento di pazienti adulte con CE primario avanzato o ricorrente L’efficacia e la sicurezza di dostarlimab in associazione a carboplatino-paclitaxel sono state indagate in uno studio di fase 3, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato rispetto a placebo condotto in pazienti con CE primario avanzato o ricorrente.

Le pazienti sono state randomizzate (1:1) a ricevere 500 mg di dostarlimab più carboplatino AUC 5 mg/mL/min e paclitaxel 175 mg/m2 ogni 3 settimane per 6 cicli seguiti da 1 000 mg di dostarlimab ogni 6 settimane (n = 245) o placebo più carboplatino AUC 5 mg/mL/min e paclitaxel 175 mg/m2 ogni 3 settimane per 6 cicli seguiti da placebo ogni 6 settimane (n = 249). Le pazienti sono state stratificate in base allo stato MMR/MSI, all’aver ricevuto precedente radioterapia pelvica esterna e allo stadio di malattia (malattia ricorrente, primaria di stadio III o primaria di stadio IV). Il trattamento è continuato fino a 3 anni o fino a tossicità inaccettabile, progressione di malattia o decisione dello sperimentatore. La valutazione dello stato del tumore è stata effettuata ogni 6 settimane fino alla settimana 25, ogni 9 settimane fino alla settimana 52 e, a seguire, ogni 12 settimane. Dopo un follow-up mediano di 30 mesi, 6 su 53 pazienti randomizzate a dostarlimab più carboplatino-paclitaxel sono state trattate per >3 anni (data cut-off 01 Mar 023) I criteri chiave di eleggibilità dello studio erano malattia primaria di stadio III o stadio IV secondo International Federation of Gynaecology and Obstetrics (FIGO), incluse malattia dallo stadio IIIA a IIIC1 con presenza di malattia valutabile o misurabile secondo i criteri RECIST v.1.1, pazienti in stadio IIIC1 con carcinosarcoma, istologia a cellule chiare, sierosa o mista (contentente carcinosarcoma, cellule chiare o istologia sierosa in misura ≥10%) indipendentemente dalla presenza di malattia valutabile o misurabile all’imaging, malattia in stadio IIIC2 o stadio IV indipendentemente dalla presenza di malattia valutabile o misurabile. Lo studio ha incluso anche pazienti con CE alla prima recidiva con basso potenziale di cura mediante radioterapia o chirurgia, da sole o in combinazione, tra le quali pazienti che avevano avuto la prima recidiva di malattia ed erano naïve alla terapia sistemica antitumorale o che avevano precedentemente ricevuto terapia antitumorale sistemica neo-adiuvante/adiuvante e presentavano una recidiva o progressione di malattia ≥6 mesi dopo il completamento del trattamento (prima recidiva). Non era permessa radioterapia nei 21 giorni precedenti al trattamento dello studio ad esclusione della radioterapia palliativa che era consentita fino al massimo 1 settimana dal trattamento in studio.

Gli endpoint primari di efficacia erano la sopravvivenza libera da progressione (PFS) valutata dallo sperimentatore in accordo ai criteri RECIST v1.1 nei soggetti con CE primario avanzato o ricorrente dMMR/MSI-H e in tutti i soggetti (popolazione complessiva, Intention To Treat, ITT) con CE primario avanzato o ricorrente e la sopravvivenza globale (OS) in tutti i soggetti (popolazione ITT) con CE primario avanzato o ricorrente.

Nello studio RUBY è stato valutato per l’efficacia un totale di 118 pazienti con CE dMMR/MSI-H. La demografia e le caratteristiche al basale erano: età mediana 64 anni (34% di età compresa tra 65 e 74 anni e 15% di età pari o superiore ai 75 anni); 85% Bianchi, 9% Neri, 2 % Asiatici; PS ECOG 0 (57%) o 1 (43%); stadio primario III 21%, stadio primario IV 30%, CE ricorrente 49%; carcinoma

endometrioide 85%, carcinoma misto 5%, carcinosarcoma 4%, carcinoma sieroso 2%, altri 4%; e precedente chirurgia 92%, precedente radioterapia (35%), precedente terapia antitumorale (14%).

L’identificazione dello stato dMMR/MSI-H del CE è stata determinata prospetticamente sulla base di test locali (IHC, PCR o NGS), o test centrali (IHC) quando non erano disponibili risultati locali.

I risultati di efficacia sono riportati nella Tabella 5 e nella Figura 1. Tutti gli endpoint sono presentati all’analisi primaria di PFS con un follow up mediano di 25 mesi. I risultati di OS sono basati sulla prima analisi interim di OS. Lo studio RUBY ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nella PFS da parte dello sperimentatore nelle pazienti randomizzate a dostarlimab più carboplatino-paclitaxel rispetto a placebo più carboplatino-paclitaxel.

Tabella 5: Risultati di efficacia in RUBY per pazienti con CE dMMR/MSI-H

Endpoint Dostarlimab + carboplatino- paclitaxel
(N=53)a
Placebo + carboplatino- paclitaxel
(N=65)a
Sopravvivenza libera da progressione
(PFS)
Mediana in mesi (95% IC)b Non raggiunta 7,7 (5,6 – 9,7)
Numero (%) di pazienti con evento 19 (35,8) 47 (72,3)
Hazard ratio (95% IC)c 0,28 (0,16 – 0,50)
Valore pb <0,0001
Sopravvivenza globale (OS)d
Mediana in mesi Non raggiunta Non raggiunta
Numero (%) di patienti con evento 7 (13,2) 24 (36,9)
Hazard ratio (95% IC)c 0,30 (0,13 – 0,70)

IC: intervallo di confidenza

a Dati di efficacia con un follow-up mediano di 25 mesi (data cut-off 28 Sett 2022).

b Valore p unilaterale basato su test log-rank stratificato.

c Basato su modello di regressione di Cox stratificato.

d Non statisticamente significativo in quanto non è stato eseguito il test di ipotesi per la sopravvivenza globale nella popolazione dMMR/MSI-H.

Figura 1: Curva di Kaplan-Meier di sopravvivenza libera da progressione secondo valutazione dello sperimentatore in pazienti con CE dMMR/MSI-H (studio RUBY) Dostarlimab + Carboplatin-Paclitaxel

Placebo + Carboplatin-Paclitaxel

1.0 Progression-free Survival probability

0.8 0.6 0.4 0.2 0.0

Time from Randomisation (Months)
Numbers at Risk (Number of events)
53(0) 48(3) 44(6) 39(10) 34(15)
31(17) 30(18) 29(19) 28(19) 27(19) 25(19) 19(19) 13(19) 9(19) 9(19) 4(19) 1(19) 0(19)
65(0) 57(4) 54(7) 34(24) 26(32) 14(41) 12(43) 12(43) 11(44) 8(46) 8(46) 7(47) 4(47) 3(47) 3(47) 2(47) 1(47) 0(47)

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34

Dostarlimab + Carboplatin-Paclitaxel

Placebo + Carboplatin-Paclitaxel

GARNET: pazienti adulte affette da CE ricorrente o avanzato dMMR/MSI-H che hanno avuto progressione di malattia durante o dopo trattamento con terapia contenente platino L’efficacia e la sicurezza di dostarlimab in monoterapia sono state valutate nello studio GARNET, uno studio multicentrico, non controllato, in aperto, a coorti multiple parallele. Lo studio GARNET comprendeva coorti di espansione in soggetti con tumori solidi avanzati o ricorrenti con limitate opzioni terapeutiche disponibili. Nella coorte A1 sono state arruolate pazienti affette da CE con dMMR/MSI-H, in progressione durante o dopo il trattamento con un regime a base di platino.

Le pazienti hanno ricevuto 500 mg di dostarlimab ogni 3 settimane per 4 cicli, seguiti da 1 000 mg di dostarlimab ogni 6 settimane. Il trattamento è proseguito fino al verificarsi di tossicità inaccettabile o fino a progressione di malattia, fino a due anni.

Le principali misure di efficacia erano il tasso di risposta obiettiva (ORR) e la durata della risposta (DOR), valutati secondo revisione radiologica centrale indipendente in cieco in base ai criteri RECIST (Response Evaluation Criteria In Solid Tumours), versione 1.1. La popolazione di efficacia era definita come pazienti che al basale presentavano malattia misurabile secondo BICR (Blinded Independent Central Review) e avevano un follow-up di almeno 24 settimane oppure avevano un follow-up inferiore alle 24 settimane e avevano interrotto il trattamento a causa di eventi avversi o progressione di malattia.

In totale, 143 pazienti affette da CE dMMR/MSI-H sono state valutate ai fini dell’efficacia nello studio GARNET. Le caratteristiche al basale delle 143 pazienti sono riassunte di seguito: età mediana di 65 anni (il 52% aveva un’età pari o superiore a 65 anni); il 77% erano bianche, il 3,5% asiatiche e l’2,8% nere; e il PS ECOG era pari a 0 (39%) oppure 1 (61%). Al momento della diagnosi, il 21% delle pazienti affette da CE dMMR/MSI-H erano allo stadio IV secondo i criteri FIGO. All’ingresso dello studio (lo stadio FIGO più recente), il 67% delle pazienti era allo stadio IV secondo la classificazione FIGO. Il numero mediano di linee di terapia precedenti era pari a uno: il 63% delle pazienti aveva ricevuto una linea precedente, il 37% aveva avuto due o più linee precedenti.

Quarantanove pazienti (34%) avevano ricevuto il trattamento solo nel setting neoadiuvante o adiuvante prima di partecipare allo studio.

L’identificazione dello stato dMMR/MSI-H del tumore è stata effettuata in via prospettica sulla base di test locali. Per determinare l’espressione di dMMR/MSI-H nel materiale tumorale sono stati utilizzati i test diagnostici (IHC, PCR o NGS) disponibili localmente presso i diversi centri. La maggior parte dei centri ha utilizzato IHC essendo questo il test più comunemente disponibile.

La Tabella 6 riporta i dati di efficacia relativi alle 143 pazienti. La durata complessiva mediana del trattamento, espressa in settimane, è stata 34 (intervallo da 2 a 220). Il 24% dei soggetti che hanno ricevuto dostarlimab a qualsiasi dose hanno ricevuto un trattamento > 102 settimane (2 anni)..

Tabella 6. Risultati di efficacia dello studio GARNET per le pazienti con CE dMMR/MSI-H
Endpoint Risultati
(N = 143)a
Tasso di risposta obiettiva (Objective response rate, ORR)
ORR n (%) (IC 95%) 65 (45,5)
(37,1; 54,0)
Tasso di risposta completa n (%) 23 (16,1)
Tasso di risposta parziale n (%) 42 (29,4)
Durata della risposta (Duration of response, DOR)b
Mediana in mesi (intervallo, (range)) Non raggiunta
Pazienti con durata ≥ 12 mesi, n (%) 52 (80,0)
Pazienti con durata ≥ 24 mesi, n (%) 29 (44,6)
Tasso di controllo della malattia (Disease control rate, DCR)c
DCR n (%) 86 (60,1)
(IC 95%) (51,6; 68,2)

IC: intervallo di confidenza

a Dati di efficacia con un follow-up mediano di 27,6 mesi (data di cut-off 01 Nov 2021) b Per pazienti con una risposta parziale o completa.

c Comprendente pazienti con risposta completa, risposta parziale e malattia stabile per almeno 12 settimane Efficacia e stato PD-L1

È stata osservata attività clinica all’IHC indipendentemente dal PD-L1 Combined Positive Score (CPS) del tumore. La relazione tra stato PD-L1 ed efficacia è stata valutata post-hoc (data cut-off 1 marzo 2020) nelle pazienti della popolazione di efficacia nella Coorte A1 dello studio GARNET per le quali erano disponibili campioni di tessuto (N = 81). Fra le 23 pazienti con PD-L1 CPS < 1%, l’ORR è risultato pari a 30,4% (7/23, IC 95%: 13,2; 52,9) e fra le 58 pazienti con PD-L1 CPS ≥ 1%, l’ORR è risultato pari a 55,2% (32/58, IC 95%: 41,5; 68,3).

Pazienti anziani

Delle 108 pazienti trattate con dostarlimab nella popolazione di efficacia dello studio GARNET, il 50,0% aveva un’età superiore a 65 anni.

I risultati osservati nella popolazione anziana sono stati coerenti, con ORR secondo BIRC (IC 95%) del 42,6% (29,2%; 56;8%) nelle pazienti di età ≥ 65 anni.

Popolazione pediatrica

L’Agenzia europea per i medicinali ha rinviato l’obbligo di presentare i risultati degli studi con dostarlimab in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica per il trattamento di tutte le patologie comprese nella categoria delle neoplasie maligne, ad eccezione delle neoplasie ematopoietiche e del tessuto linfoide (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

Indice

La farmacocinetica (PK) di dostarlimab è stata valutata in monoterapia e in somministrazione in associazione a carboplatino e paclitaxel.

Dostarlimab in monoterapia e in associazione a carboplatino e paclitaxel è stato caratterizzato utilizzando un’analisi farmacocinetica di popolazione in 869 pazienti che presentavano diversi tumori solidi, fra cui 546 pazienti affette da CE. Quando somministrato alla dose terapeutica raccomandata in monoterapia (500 mg somministrati per via endovenosa ogni 3 settimane per 4 somministrazioni, seguiti da 1 000 mg ogni 6 settimane) o alla dose terapeutica raccomandata per l’associazione a carboplatino e paclitaxel (500 mg somministrati per via endovenosa ogni 3 settimane per 6 somministrazioni, seguiti da 1 000 mg ogni 6 settimane), dostarlimab mostra un accumulo di circa 2 volte (Cmin) , coerente con il valore di emivita terminale (t1/2). L’esposizione a dostarlimab in monoterapia e/o in associazione a carboplatino e paclitaxel è stata simile.

Assorbimento

Dostarlimab viene somministrato per via endovenosa, pertanto le stime di assorbimento non sono pertinenti.

Distribuzione

Il volume di distribuzione medio di dostarlimab allo stato stazionario è circa di 5,8 L (CV%: 14,9%). Biotrasformazione Dostarlimab è un mAb terapeutico IgG4 che si ritiene venga catabolizzato in piccoli peptidi, aminoacidi e piccoli carboidrati da parte dei lisosomi tramite pinocitosi oppure endocitosi mediata da recettori. I prodotti di degradazione sono escreti per via renale oppure reimmessi nell’insieme delle sostanze nutritive senza produrre effetti biologici.

Eliminazione

La clearance media allo stato stazionario è pari a 0,007 L/h (CV%: 30,2%). Il valore di t1/2 allo stato stazionario è di 23,2 giorni (CV%: 20,8%).

La clearance di dostarlimab è stata stimata essere inferiore del 7,8% quando dostarlimab è stato somministrato in associazione a carboplatino e paclitaxel. Non vi sono stati impatti significativi sull’esposizione a dostarlimab.

Linearità/Non linearità

L’esposizione (sia in termini di concentrazione massima [Cmax] che di area sotto la curva di concentrazione-tempo, [AUC0-tau] e [AUC0-inf]) è risultata approssimativamente proporzionale alla dose.

Relazione farmacocinetica/farmacodinamica

Sulla base dell’efficacia e della sicurezza in rapporto all’esposizione, non risultano differenze clinicamente significative di efficacia e di sicurezza quando si raddoppia l’esposizione a dostarlimab. È stata mantenuta un’occupazione recettoriale completa, misurata sia tramite legame diretto a PD-1 che con test funzionale della produzione di interleuchina 2 (IL-2), per l’intero intervallo di somministrazione al regime posologico raccomandato.

Popolazioni speciali

Un’analisi farmacocinetica di popolazione dei dati dei pazienti indica che non vi sono effetti clinici importanti di età (intervallo (range): 24-86 anni), sesso, popolazione, etnia o tipo di tumore sulla clearance di dostarlimab.

Compromissione renale

La compromissione renale è stata valutata sulla base della clearance stimata della creatinina [CLCR mL/min] (normale: CLCR ≥ 90 mL/min, n = 305; lieve: CLCR = 60-89 mL/min, n = 397; moderata: CLCR = 30-59 mL/min, n = 164; severa: CLCR = 15-29 mL/min, n = 3; ESRD: CLCR < 15 mL/min, n = 1). L’effetto della compromissione renale sulla clearance di dostarlimab è stato valutato mediante analisi farmacocinetiche di popolazione in pazienti con compromissione renale lieve o moderata rispetto a pazienti con funzionalità renale normale. Non sono state riscontrate differenze clinicamente importanti in termini di clearance di dostarlimab tra pazienti con compromissione renale lieve o moderata e pazienti con funzionalità renale normale. I dati su pazienti con compromissione renale severa sono limitati.

Compromissione epatica

La compromissione epatica, definita secondo i criteri di disfunzione epatica del US National Cancer Institute, è stata valutata mediante bilirubina totale e AST (normale: bilirubina totale (TB) e AST ≤ limite superiore della norma (ULN), n = 772; lieve: TB > ULN fino a 1,5 ULN o AST > ULN, n = 92; moderata: TB > 1,5-3 ULN, qualsiasi valore di AST, n = 5). L’effetto della compromissione epatica sulla clearance di dostarlimab è stato valutato mediante analisi farmacocinetiche di popolazione in pazienti con compromissione epatica lieve rispetto a pazienti con funzionalità epatica normale. Non sono state riscontrate differenze clinicamente importanti in termini di clearance di dostarlimab tra pazienti con compromissione epatica lieve e con funzionalità epatica normale. I dati su pazienti con compromissione epatica moderata sono limitati e non sono disponibili dati su pazienti con compromissione epatica severa.

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

I dati preclinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi di tossicità a dosi ripetute di durata fino a 3 mesi in scimmie cynomolgus. Non sono stati condotti studi per determinare il potenziale cancerogeno o genotossico di dostarlimab. Non sono stati condotti studi sulla tossicità della riproduzione e dello sviluppo negli animali con dostarlimab. Il blocco della trasmissione dei segnali PD-L1 ha mostrato in modelli murini di gravidanza di compromettere la tolleranza nei confronti del feto e di portare a un aumento delle perdite fetali. Questi risultati indicano un rischio potenziale che la somministrazione di dostarlimab durante la gravidanza possa causare danni al feto, compreso un aumento della percentuale di aborti o feti nati morti.

In studi tossicologici a dosi ripetute a 1 mese e a 3 mesi condotti sulle scimmie, non sono stati riscontrati effetti evidenti sugli organi riproduttivi maschili e femminili. Tuttavia, questi risultati possono non essere rappresentativi del potenziale rischio clinico a causa dell’immaturità degli apparati riproduttivi degli animali utilizzati negli studi. La tossicità sulla fertilità, pertanto, è ancora sconosciuta.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

Indice

Trisodio citrato diidrato Acido citrico monoidrato L-arginina cloridrato Sodio cloruro Polisorbato 80 Acqua per preparazioni iniettabili

 

06.2 Incompatibilità

Indice

In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali.

 

06.3 Periodo di validità

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Flaconcino chiuso 3 anni.

Dopo diluizione Se il medicinale non viene utilizzato immediatamente, la stabilità chimica e fisica in uso è stata dimostrata per 24 ore a una temperatura compresa tra 2 °C e 8 °C e per 6 ore a temperatura ambiente (fino a 25 °C) dal momento della preparazione/diluizione fino al termine della somministrazione.

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare in frigorifero (2 °C – 8 °C). Non congelare.

Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce. Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione vedere paragrafo 6.3.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Flaconcino da 10 mL in vetro borosilicato trasparente di tipo I, con tappo in elastomero clorobutilico grigio laminato con fluoropolimero, sigillato da capsula in alluminio rimovibile, contenente 500 mg di dostarlimab.

Ogni scatola contiene un flaconcino.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Preparazione/diluizione

I medicinali per uso parenterale devono essere ispezionati visivamente prima della somministrazione per valutare la presenza di particelle e alterazioni di colore. JEMPERLI è una soluzione leggermente opalescente, da incolore a gialla. Eliminare il flaconcino se si osservano particelle visibili.

JEMPERLI è compatibile con sacche per infusione EV in polivinil cloruro (PVC) con o senza di(2- etilesil)ftalato (DEHP), etilen vinil acetato, polietilene (PE), polipropilene (PP) o miscela di poliolefine (PP+PE) e siringhe in PP.

Per la dose da 500 mg, prelevare 10 mL di JEMPERLI da un flaconcino e trasferirli in una sacca per infusione endovenosa contenente una soluzione iniettabile di sodio cloruro da 9 mg/mL (0,9%) o una soluzione iniettabile di glucosio da 50 mg/mL (5%). La concentrazione finale della soluzione diluita deve essere compresa tra 2 mg/mL e 10 mg/mL. Può essere necessario eliminare un determinato volume del diluente dalla sacca per infusione endovenosa prima di aggiungervi il corrispondente volume di JEMPERLI.

Ad esempio, nella preparazione di una dose da 500 mg in una sacca per infusione endovenosa di diluente da 250 mL, per ottenere una concentrazione di 2 mg/mL si dovrebbero eliminare 10 mL di diluente dalla sacca infusionale da 250 mL. Successivamente sarebbe necessario prelevare 10 mL di JEMPERLI dal flaconcino e trasferirli nella sacca infusionale Per la dose da 1 000 mg, prelevare 10 mL di JEMPERLI da due flaconcini (prelevare 20 mL in totale) e trasferirli in una sacca per infusione endovenosa contenente una soluzione iniettabile di sodio cloruro da 9 mg/mL (0,9%) o una soluzione iniettabile di glucosio da 50 mg/mL (5%). La concentrazione finale della soluzione diluita deve essere compresa tra 2 mg/mL e 10 mg/mL. Può essere necessario eliminare un determinato volume del diluente dalla sacca per infusione EV prima di aggiungervi il corrispondente volume di JEMPERLI.

Ad esempio, nella preparazione di una dose da 1 000 mg in una sacca per infusione endovenosa di diluente da 500 mL, per ottenere una concentrazione di 2 mg/mL si dovrebbero eliminare 20 mL di diluente dalla sacca infusionale da 500 mL. Successivamente sarebbe necessario prelevare da ciascuno dei due flaconcini 10 mL di JEMPERLI, per un totale di 20 mL, e transferirli nella sacca infusionale Mescolare la soluzione diluita capovolgendola delicatamente. Non agitare la sacca per infusione cosi ottenuta. Eliminare l’eventuale porzione non utilizzata rimasta nel flaconcino.

Conservazione

Conservare nella confezione originale fino al momento della preparazione per proteggere il medicinale dalla luce. La dose preparata può essere conservata: a temperatura ambiente fino a 25 °C per un massimo di 6 ore dal momento della diluizione fino al termine dell’infusione; in frigorifero a temperatura da 2 °C a 8 °C per un massimo di 24 ore dal momento della diluizione fino al termine dell’infusione. Se è stata conservata in frigorifero, attendere che la soluzione diluita raggiunga la temperatura ambiente prima della somministrazione.

Somministrazione

JEMPERLI deve essere somministrato da un operatore sanitario tramite infusione endovenosa della durata di 30 minuti utilizzando una pompa per infusione endovenosa. I tubi devono essere realizzati in PVC, silicone polimerizzato al platino o PP; i raccordi devono essere realizzati in PVC o policarbonato e gli aghi devono essere realizzati in acciaio inossidabile. Durante la somministrazione di JEMPERLI deve essere utilizzato un filtro in linea da 0,2 o 0,22 micron in polietersulfone (PES).

JEMPERLI non deve essere somministrato per via endovenosa rapida o con iniezione in bolo. Non somministrare altri medicinali in concomitanza attraverso la stessa linea di infusione.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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GlaxoSmithKline (Ireland) Limited 12 Riverwalk Citywest Business Campus Dublin 24 Irlanda

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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EU/1/21/1538/001

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 21 aprile 2021 Data del rinnovo più recente: 15 febbraio 2023

 

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 16/01/2024

 


 

PRESCRIVIBILITÀ ED INFORMAZIONI PARTICOLARI

Informazioni aggiornate al: 24/01/2024
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Jemperli – ev 1 flac 10 ml 50 mg/ml (Dostarlimab)
Classe H: Nota AIFA: Nessuna   Ricetta: Ospedaliero Tipo: Ospedaliero Info: Farmaco soggetto a monitoraggio addizionale. Segnalare eventi avversi (Art 23 Regolamento (CE) 726/2004), Obbligatoria la compilazione di scheda di monitoraggio AIFA per le prescrizioni SSN ATC: L01FF07 AIC: 049453018 Prezzo: 10352,01 Ditta: Glaxosmithkline Spa


 


FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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