Serobif – Antivirali: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Serobif

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Serobif: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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SEROBIF polvere e solvente per soluzione iniettabile

SEROBIF collirio

SEROBIF unguento

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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1 flaconcino di polvere per soluzione iniettabile contiene rispettivamente 1.000.000 UI o 3.000.000 UI di interferone beta ricombinante umano.

1 flaconcino di collirio, polvere per soluzione, contiene 600.000 UI di interferone beta ricombinante umano.

Una siringa di unguento da 5 gr contiene 100.000 UI/gr di interferone beta ricombinante umano.

Per gli eccipienti vedere 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Polvere e solvente perù soluzione iniettabile.

Collirio, polvere e solvente per soluzione.

Unguento.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Infezioni virali acute recidivanti e croniche

Oftalmologia: cheratocongiuntiviti da adenovirus, compresa la forma epidemica da tipo 8; cheratocongiuntiviti da herpes virus.

Ginecologia /Urologia: Herpes genitalis; lesioni da virus del papilloma (HPV): condilomi piani ed acuminati.

Dermatologia: Herpes labialis; Herpes genitalis; Herpes zoster (localizzato o generalizzato); Lesioni da virus del papilloma (HPV): condilomi piani ed acuminati.

Epatologia: epatite cronica da virus B in pazienti adulti con positività dei marcatori della replicazione virale; epatite cronica da virus C; riduzione a breve termine della attività della malattia in pazienti adulti affetti da epatite cronica attiva C con elevati livelli enzimatici e senza scompenso epatico.Non esiste evidenza, su basi cliniche ed istologiche, di un beneficio a lungo termine.

Oncologia

neoplasia intraepiteliale della cervice uterina (CIN); versamenti pleurici neoplastici; tricoleucemia (leucemia a cellule capellute); induzione dei recettori steroidei nel carcinoma mammario avanzato e nel carcinoma endometriale in pazienti in post-menopausa da sottoporre, successivamente, ad endocrinoterapia.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Cheratocongiuntiviti da Adenovirus

Instillare nel sacco congiuntivale una goccia di collirio ogni 2 ore per 8 volte nel corso della giornata (dose giornaliera 200.000 UI). Continuare il trattamento per 7-10 giorni.

Cheratocongiuntiviti Erpetiche

Instillare nel sacco congiuntivale 2 gocce di collirio ogni 2 ore per 6 volte nel corso della giornata (dose giornaliera 300.000 UI). Continuare il trattamento per 7 giorni.

È consigliabile iniziare la terapia molto precocemente in coincidenza con la comparsa dei primi sintomi. Le gocce non sono irritanti nè provocano effetti indesiderati degni di menzione.

Herper Labialis, Herpes Genitalis, Herper Zoster

Applicare l’unguento in modo da ricoprire l’intera superficie della lesione con un leggero velo. Devono essere effettuate 4-6 applicazioni al giorno (sino ad 8-10 nei casi di lesioni ai genitali esterni), ed ogni applicazione deve essere seguita da un leggero massaggio. Può essere necessario, in base alla severità o alla localizzazione della/e lesioni (per es. lesioni degli organi sessuali interni), che le medicazioni vengano effettuate inizialmente dal medico al fine di garantire la correttezza dell’applicazione.

In lesioni erpetiche diffuse o a più lenta responsività è consigliabile procedere al trattamento sistemico per via intramuscolare alla dose indicativa di 2.000.000 UI/die per 10 giorni consecutivi.

Condilomi Virali piani ed acuminati

Applicare l’unguento secondo le modalità descritte precedentemente per 14-21 giorni consecutivi.

L’uso di Serobif iniettabile, somministrato per via intra e peri-lesionale o per via intramuscolare, è consigliabile nei casi di condilomatosi di maggiore gravità o di più lenta responsività. In particolare la via intramuscolare è da preferire nelle forme a localizzazione multipla e/o di difficile accesso all’iniezione intra e peri-lesionale.

Gli schemi posologici consigliati sono: 1.000.000 UI/die- 3.000.000 UI/die per 1-3 cicli settimanali di 5 giorni consecutivi ciascuno mediante la somministrazione intra e peri-lesionale; 2.000.000 UI/die per 10 giorni consecutivi con la somministrazione intramuscolare.

Epatiti croniche

Virus B: non è stato ancora stabilito lo schema di trattamento ottimale. Si consigliano: 5.000.000 UI/m 2 per via intramuscolare 3 volte a settimana per 6 mesi. La dose può essere aumentata se i marcatori della replicazione virale o l’HBeAg non si riducono dopo un mese di terapia. Il dosaggio può essere ulteriormente modificato in rapporto alla tollerabilità che il paziente dimostra verso la cura. Dovrebbe essere presa in esame un’interruzione della terapia nei casi in cui non si osservi alcun miglioramento dopo 3-4 mesi di trattamento.

Virus C: non è stato ancora stabilito lo schema di trattamento ottimale. Si consigliano: 6.000.000 UI per via intramuscolare 3 volte alla settimana per i primi 2 mesi, quindi 3.000.000 UI per via intramuscolare 3 volte alla settimana per 3-6 mesi secondo parere medico. La maggior parte dei pazienti che risponde al trattamento evidenzia un miglioramento del livello delle transaminasi entro 16 settimane.

Per quanto riguarda i pazienti non responsivi dopo 16 settimane di trattamento deve essere presa in esame l’interruzione della terapia. L’esperienza in materia di ripetizione del trattamento è limitata.

Neoplasia intraepiteliale della cervice uterina

3.000.000 UI/die iniettati per via intralesionale per 5 giorni consecutivi; quindi 3.000.000 UI a giorni alterni per altre 2 settimane.

Versamenti pleurici neoplastici

Previa toracentesi, introdurre nel cavo pleurico 5.000.000 UI diluiti in 50 cc di soluzione fisiologica.

In caso di recidiva del versamento, dopo 7-15 giorni effettuare una nuova toracentesi ed iniettare nel cavo pleurico 10.000.000 UI con la stessa quantità di soluzione fisiologica.

Nel caso di ulteriore recidiva del versamento dopo altri 15 giorni, somministrare 20.000.000 UI 20 sempre con la stessa quantità di solvente.

Tricoleucemia

Terapia di induzione: 6.000.000 UI/m 2/die per infusione endovenosa lenta per 7 giorni, per 3 cicli con intervalli settimanali tra un ciclo e l’altro.

Terapia di consolidamento-mantenimento: 6.000.000 UI/m 2 per infusione endovenosa lenta bisettimanalmente per 24 settimane.

Induzione dei recettori steroidei nel carcinoma mammario e nel carcinoma endometriale

2.000.000 UI- 6.000.000 UI iniettati per via intramuscolare a giorni alterni per 2 settimane.

Tale posologia può essere ciclicamente ripetuta in corso di endocrinoterapia ad intervalli di 4 settimane.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo (interferone beta) o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Gravidanza, poichè gli effetti dell’interferone sul feto non sono ancora ben conosciuti.

Grave patologia cardiaca preesistente; grave disfunzione renale od epatica; epilessia e/o compromessa funzionalità del sistema nervoso centrale; epatite cronica con cirrosi epatica scompensata in fase avanzata; epatite cronica in pazienti in corso di trattamento o sottoposti recentemente a terapia con agenti immunosoppressivi con l’esclusione di una recente interruzione di un trattamento a breve termine con corticosteroidi; epatite autoimmune; patologia tiroidea preesistente, salvo che possa essere controllata con trattamento convenzionale.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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L’uso di Serobif deve essere limitato ai casi di effettiva necessità, sotto diretto controllo del medico.

Particolare attenzione deve essere prestata all’impiego di interferone per via parenterale in pazienti cardiopatici e sottoposti a trattamenti cardiolesivi.

Anche se non segnalati con interferone beta, si tenga presente che, nel corso di sperimentazioni cliniche effettuate con interferone alfa ricombinante in pazienti affetti da epatite cronica C, sono stati riportati rari casi (meno dell’1%) di disfunzione tiroidea. Non è stata dimostrata l’efficacia del trattamento in pazienti affetti da epatite cronica B e concomitante infezione da virus HIV.

Al trattamento con Serobif si possono associare, in caso di necessità, altre terapie quali termocauterizzazione e crioterapia; farmaci antivirali quali iododesossiuridina e acicloguanosina.

Dosaggi particolarmente elevati di Serobif potrebbero ritardare la riepitelizzazione delle lesioni oculari. Nell’impiego oftalmologico particolare attenzione va posta nella diagnosi differenziale atta ad escludere la presenza di lesioni corneali provocate da agenti chimico-fisici o, comunque, di origine non virale.

La somministrazione parenterale in associazione con farmaci caratterizzati da cardiotossicità o in pazienti cardiopatici richiede uno stretto controllo medico. L’uso specie prolungato dei preparati per uso topico può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione; in tal caso interrompere il trattamento ed adottare idonee misure terapeutiche.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Nelle indicazioni di cui ai rispettivi paragrafi è sconsigliata l’associazione con i cortisonici. È anche sconsigliata l’associazione con acido acetilsalicilico, indometacina ed, in genere, con farmaci che interferiscono nel metabolismo delle prostaglandine poichè ne può derivare una riduzione dell’azione biologica dell’interferone. Dovendosi ricorrere ad antinevralgici la preferenza sarà eventualmente riservata ad altri prodotti, come ad esempio il paracetamolo.

Si tenga presente che in analogia con quanto osservato con prodotti a base di interferone alfa anche Serobif potrebbe determinare una ridotta clearance ed un allungamento dell’emivita plasmatica della teofillina.

04.6 Gravidanza e allattamento

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È controindicato l’uso in gravidanza poichè gli effetti dell’interferone sul feto non sono ancora ben conosciuti.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Serobif non influisce sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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Durante il trattamento devono essere attentamente controllati il bilancio elettrolitico ed il quadro ematico. In presenza di valori limite di leucociti, delle piastrine e dell’emoglobina è opportuno procedere a controlli del quadro ematico 1-2 volte alla settimana. Se si verifica un prolungamento del tempo di protrombina lo stesso deve essere controllato giornalmente.

Nei casi di somministrazione parenterale possono manifestarsi effetti indesiderati anche a carico del Sistema Nervoso Centrale e cardiocircolatorio.

La somministrazione parenterale di interferone beta impiegato per via sistemica, specie a dosi giornaliere elevate, può determinare aumento della temperatura corporea, astenia, mialgia, cefalea transitoria, nausea, vomito.

In particolare, durante trattamenti protratti sono stati segnalati leucopenia, trombocitopenia, eritrocitopenia, allungamento del tempo di protrombina, transitorio aumento delle transaminasi,tachicardia, inappetenza, dimagramento, dolori osteoarticolari, sonnolenza, insonnia, diarrea, ipotensione, dispnea, perdita di capelli.

Questi effetti indesiderati sono reversibili anche dopo trattamenti prolungati.

In casi di iperpiressia (oltre 40 °C) con prolungati brividi, vomito, variazioni della pressione arteriosa, la terapia dovrebbe essere sospesa o dovrebbe essere diminuita la posologia a giudizio del medico.

04.9 Sovradosaggio

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Non sono stati riportati casi di sovradosaggio

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Polvere e unguento: immunostimolanti, interferoni- Codice ATC: L03AB

Collirio: oftalmologici, antivirali- codice ATC: S01AD

Gli interferoni sono proteine prodotte nelle cellule di vertebrati a seguito di induzione. Gli induttori classici sono i virus ma lo possono essere anche altri agenti microbici, sostanze naturali di diversa natura e composti sintetici. Alcuni interferoni (alfa e beta) sono acido resistenti, altri (gamma) acido-sensibili.

Tutti gli interferoni, dopo il legame con un recettore specifico di membrana, promuovono la sintesi di proteine o di enzimi responsabili delle loro diverse attività biologiche (antivirale, antiproliferativa, immunomodulante).

Negli studi di farmacologia generale dosi di interferone fino a 5.000.000 UI/Kg non hanno modificato nel ratto nè l’attività cardiocircolatoria nè la funzione respiratoria. Sono state anche escluse interferenze significative a livello di attività dei muscoli lisci.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Dopo somministrazione endovenosa nell’uomo di 6.000.000 UI la farmacocinetica dell’interferone beta segue un modello bicompartimentale con una breve emivita di distribuzione (circa 5 minuti) ed una emivita di eliminazione di circa 5 ore. Questo profilo farmacocinetico è molto simile a quello osservato nei ratti e nelle scimmie.

Dopo somministrazione intramuscolare e sottocutanea non si osservano livelli apprezzabili di interferone beta circolante, si rileva tuttavia un aumento significativo della concentrazione intracellulare della 2′-5′ OAS (oligo-adenilato sintetasi), enzima prodotto specificatamente dopo contatto delle cellule con l’interferone. Tale aumento è identico a quello osservato dopo somministrazione endovenosa e persiste fino a 72 ore dopo il trattamento.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Nel topo, nel ratto e nella scimmia la tossicità acuta per via endovenosa ed intramuscolare è stata valutata iniettando fino a 20.000.000 UI di sostanza/Kg.

La tossicità subacuta è stata valutata nel ratto e nella scimmia con dosi fino a 1.000.000 UI/Kg/die per 13 settimane somministrate per via endovenosa ed intramuscolare. Nel coniglio l’interferone è stato iniettato sia per via intramuscolare che per via endovenosa fino a 500.000 UI/Kg per 4 settimane.

Studi di tollerabilità sui conigli per instillazione endocongiuntivale non hanno rivelato effetti di intolleranza o tossicità.

Nella cavia è stato riscontrato lo scarso potere sensibilizzante dopo applicazione topica.

L’interferone beta non ha mostrato attività mutagena o clastogenica.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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SEROBIF 1.000.000 UI e 3.000.000 UI polvere e solvente per soluzione iniettabile

Un flaconcino di polvere per soluzione iniettabile contiene: albumina umana, mannite, sodio acetato .

1 fiala di solvente contiene: soluzione fisiologica.

SEROBIF 600.000 UI collirio, polvere e solvente per soluzione

1 flaconcino di collirio, polvere per soluzione, contiene: albumina umana, mannite, sodio acetato

1 siringa preriempita di solvente contiene: mannite, metile p-idrossibenzoato, propile p-idrossibenzoato, acqua per preparazioni iniettabili.

SEROBIF 100.000 UI/gr unguento

Una siringa di unguento contiene: polietilenglicole 4000, propilenglicole, cetomacrogol 1000, carbossimetilcellulosa, albumina umana, metile p-idrossibenzoato, propile p-idrossibenzoato, butilidrossianisolo, tampone acetato.

06.2 Incompatibilità

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Dalla letteratura non risultano dati di incompatibilità con altri farmaci.

06.3 Periodo di validità

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SEROBIF polvere e solvente per soluzione iniettabile: 2 anni.

SEROBIF collirio, polvere e solvente per soluzione: 2 anni. La soluzione ricostituita è stabile 3 giorni a temperatura ambiente.

SEROBIF unguento: 1 anno.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare a temperatura compresa tra 2°C e °C. (in frigorifero)

06.5 Natura e contenuto della confezione

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SEROBIF polvere e solvente per soluzione iniettabile

Flaconcino in vetro neutro bianco classe I, chiuso ermeticamente con tappo ” tipo lio ” in elastomero e sigillato con apposita ghiera in alluminio.

Fiala solvente: vetro neutro bianco classe I

SEROBIF collirio, polvere e solvente per soluzione

Flaconcino in vetro neutro bianco classe I, chiuso ermeticamente con tappo ” tipo lio ” in elastomero e sigillato con apposita ghiera in alluminio.

Siringa preriempita solvente in vetro borosilicato classe I; tappo-pistone in gomma butilica; ago in acciaio inox; cappuccio per ago in gomma butilica.

Contagocce in polietilene, sterilizzato con raggi gamma, adattabile sul flaconcino del prodotto ricostituito dopo rimozione del tappo di gomma.

SEROBIF unguento

Siringa per unguento in vetro borosilicato classe I; tappo-pistone in gomma butilica; cappuccio in gomma butilica.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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SEROBIF polvere e solvente per soluzione iniettabile

SEROBIF collirio, polvere e solvente per soluzione

Dopo la ricostituzione con il solvente attendere la completa dissoluzione della polvere che può richiedere anche diversi minuti.

SEROBIF unguento

Erogare la quantità di unguento necessaria premendo opportunamente il pistone della siringa.

Prima dell’uso riscaldare il contenitore dell’unguento mantenendolo qualche minuto nel palmo della mano.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Industria Farmaceutica Serono SpA – Via Casilina 125 ROMA

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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SEROBIF 1.000.000 UI polvere e solvente per soluzione iniettabile – 3 flaconcinii polvere + 3 fiale solvente 1 ml Codice 028698064

SEROBIF 3.000.000 UI polvere e solvente per soluzione iniettabile – 1 flaconcino polvere + 1 fiala solvente 2 ml

SEROBIF 3.000.000 UI polvere e solvente per soluzione iniettabile – 3 flaconcini polvere + 3 fiale solvente 2 ml Codice 028698088

SEROBIF 600.000 UI collirio, polvere e solvente per soluzione -3 flaconcini polvere + 3 siringhe preriempite solvente 1.2 ml + 3 contagocce Codice 028698090

SEROBIF 100.000 UI/gr unguento – 1 siringa da 5 gr

Codice 028698102

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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19 Maggio 1993/19 Maggio 2003

10.0 Data di revisione del testo

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Marzo 2004

FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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