Tetrabenazina Sun: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Tetrabenazina Sun

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Tetrabenazina Sun: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Tetrabenazina SUN 12,5 mg compresse Tetrabenazina SUN 25 mg compresse

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa contiene 12,5 mg di tetrabenazina. Ogni compressa contiene 25 mg di tetrabenazina.

Eccipiente (i) con effetti noti:

12,5 mg: ogni compressa contiene 42,75 mg di lattosio. 25 mg: ogni compressa contiene 85,3 mg di lattosio.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse

Compressa da 12,5 mg: da bianca a biancastra, tonda, piatta e con bordo smussato, compressa non rivestita con inciso "1" su un lato e liscia sull’altro lato. La compressa ha un diametro di 5 mm e uno spessore da 2,3 mm a 2,7 mm.

Compressa da 25 mg: gialla, tonda, piatta e con bordo smussato, compressa non rivestita con inciso "179" su un lato e con linea d’incisione sull’altro lato. La compressa ha un diametro di 7 mm e uno spessore da 2,3 mm a 2,7 mm.

La compressa può essere divisa in due dosi uguali.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Tetrabenazina SUN è indicata per i disordini motori ipercinetici associati alla Corea di Huntington.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Adulti Corea di Huntington

Il dosaggio e la somministrazione sono individuali in ciascun paziente e pertanto lo schema da seguire deve essere considerato solo una guida.

È raccomandata una dose iniziale di 12,5 mg da una a tre volte al giorno. Questa può essere aumentata ogni tre o quattro giorni di 12,5 mg fino ad osservare l’effetto ottimale o fino al verificarsi di effetti di intolleranza (sedazione, Parkinsonismo, depressione).

La dose massima giornaliera è di 200 mg al giorno.

Se dopo sette giorni non vi è alcun miglioramento alla dose massima, è improbabile che il medicinale risulti efficace per il paziente, sia aumentando la dose che prolungando la durata del trattamento.

Anziani

Non sono stati condotti studi specifici negli anziani, ma tetrabenazina è stata somministrata a pazienti anziani nel dosaggio standard senza evidenti effetti negativi. In questi pazienti sono abbastanza comuni reazioni avverse Parkinson-simile e possono essere dose-limitanti.

Popolazione pediatrica

Non sono stati condotti studi adeguatamente controllati nei bambini. Il trattamento non è raccomandato nei bambini.

Insufficienza epatica

Nei pazienti con lieve e moderata insufficienza epatica è raccomandata metà dose iniziale ed una titolazione lenta della dose. I pazienti con insufficienza epatica grave non sono stati studiati, pertanto si consiglia ulteriore cautela in questi pazienti (vedere anche paragrafo 4.4 e 5.2).

Insufficenza renale

Non sono stati effettuati studi in pazienti con insufficienza renale. Si consiglia cautela nel trattamento di questi pazienti.

Modo di somministrazione

Le compresse sono per la somministrazione orale. La terapia deve essere supervisionata da un medico esperto nel trattamento dei disturbi ipercinetici.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Tetrabenazina può bloccare l’azione di reserpina. Quindi queste sostanze non devono essere assunte in concomitanza.

Uso degli inibitori delle monoamino-ossidasi.

Presenza di una patologia ipocinetico-rigida (Parkinsonismo).

Depressione non trattata o trattata in modo non adeguato. Pazienti con tendenza al suicidio. Allattamento al seno.

Feocromocitoma.

Tumori prolattina-dipendenti, come cancro al seno o dell’ipofisi.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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La dose di tetrabenazina deve essere titolata per individuare la dose più appropriata per ciascun paziente. Studi in vitro e in vivo indicano che i metaboliti della tetrabenazina, α-HTBZ e β-HTBZ, sono substrati del CYP2D6 (vedere paragrafo 5.2). Pertanto il dosaggio può essere influenzato dallo stato dell’enzima CYP2D6 del paziente e dall’utilizzo concomitante di farmaci che sono forti inibitori del CYP2D6 (vedere paragrafo 4.5). Alla prima prescrizione, la terapia di tetrabenazina deve essere aumentata lentamente nel giro di diverse settimane per consentire l’identificazione della dose meglio tollerata ed in grado di ridurre la corea. Se l’effetto avverso non si risolve né diminuisce, occorre tenere in considerazione l’interruzione di tetrabenazina.

Una volta raggiunta la dose ottimale, il trattamento deve essere rivalutato periodicamente in relazione alle condizioni generali del paziente e alle terapie concomitanti (vedere paragrafo 4.5).

È noto che sono possibili eventi avversi dose dipendenti come sedazione, depressione e il verificarsi di una sindrome ipocinetica rigida (Parkinsonismo). In tal caso, la dose deve essere ridotta e l’interruzione di tetrabenazina deve essere considerata se gli eventi non si risolvono.

Tetrabenazina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.2).

Depressione

Tetrabenazina può causare depressione o peggiorare la depressione preesistente. Casi di ideazione e comportamento suicidario sono stati riportati in pazienti trattati con il medicinale. Prestare particolare cautela nel trattamento dei pazienti con una storia di depressione, o precedenti tentativi o ideazione di suicidio.

Se si manifesta depressione o ideazione suicida queste possono essere controllate riducendo la dose di tetrabenazina e/o iniziando la terapia antidepressiva. Se la depressione e ideazione suicidaria è profonda, o persistente, deve essere considerata l’interruzione di tetrabenazina e l’inizio della terapia antidepressiva.

È controindicato il trattamento con gli antidepressivi IMAO e questo deve essere interrotto 14 giorni prima dell’inizio del trattamento con tetrabenazina e gli inibitori delle MAO non devono essere utilizzati fino a 14 giorni dopo la sospensione del trattamento con tetrabenazina per evitare un’interazione potenzialmente grave al farmaco (vedere 4.3, 4.5 e 4.8).

Sindrome Neurolettica Maligna

La Sindrome Neurolettica Maligna (SNM) è una rara complicanza della terapia con tetrabenazina.

La Sindrome Neurolettica Maligna si verifica spesso all’inizio del trattamento o in risposta alle variazioni di dose o dopo il trattamento prolungato, ed è stata anche descritta dopo una brusca sospensione del medicinale. I principali sintomi di questa patologia sono alterazioni dello stato mentale, rigidità, ipertermia, disfunzione autonomica (sudorazione e fluttuazioni della pressione sanguigna) ed elevati livelli di creatinina fosfochinasi. Se si sospetta una Sindrome Neurolettica Maligna si deve interrompere immediatamente il trattamento con tetrabenazina ed iniziare un trattamento appropriato.

QTc

Tetrabenazina causa un lieve incremento (circa 8 msec) nell’intervallo QT corretto.

Tetrabenazina deve essere usata con cautela se assunta in combinazione con altre sostanze che prolungano il tratto QTc e nei pazienti con sindrome congenita del QT lungo e storia di aritmie cardiache (vedere paragrafo 4.5).

Tetrabenazina SUN compresse contiene lattosio. Pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Tetrabenazina non deve essere usata in concomitanza con reserpina, inibitori delle MAO. Levodopa deve essere somministrata con cautela in presenza di tetrabenazina.

Non è raccomandato l’uso concomitante con antidepressivi triciclici, alcol, oppiacei, agenti beta-bloccanti, farmaci antipertensivi, ipnotici e neurolettici.

Non sono stati condotti studi di interazione con tetrabenazina in vivo, e sono parzialmente sconosciuti gli enzimi metabolizzanti. Studi in vitro indicano che la tetrabenazina può essere un inibitore del CYP2D6 e quindi causa un aumento delle concentrazioni plasmatiche dei farmaci metabolizzati dal CYP2D6.

Gli inibitori del CYP2D6 (ad esempio fluoxetina, paroxetina, terbinafina, moclobemide e chinidina) possono causare aumento delle concentrazioni plasmatiche del metabolita attivo diidrotetrabenazina, e quindi devono essere combinati con cautela. Può essere necessaria una riduzione della dose di tetrabenazina.

Tetrabenazina deve essere usata con cautela con i farmaci che prolungano il QTc compresi i farmaci antipsicotici (ad esempio clorpromazina, tioridazina), gli antibiotici (ad esempio gatifloxacina,

moxifloxacina) e farmaci antiaritmici Classe IA e III (ad esempio chinidina, procainamide, amiodarone, sotalolo).

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Non ci sono studi adeguati e ben controllati sull’uso di tetrabenazina nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Tetrabenazina non deve essere usata in gravidanza a meno che nessun altro trattamento è disponibile. Non è noto l’effetto di tetrabenazina sul travaglio e sul parto negli esseri umani.

Allattamento

Non è noto se la tetrabenazina o i suoi metaboliti vengano escreti nel latte umano. Non si può escludere un rischio per il lattante. Tetrabenazina è controindicata durante l’allattamento al seno (vedere paragrafo 4.3). Se il trattamento con tetrabenazina è necessario, l’allattamento al seno deve essere interrotto.

Fertilità

Studi condotti su animali con tetrabenazina non hanno evidenziato alcun effetto sulla gravidanza o nella sopravvivenza in utero. È stato osservato un aumento della lunghezza del ciclo femminile e un ritardo nella fertilità (vedere paragrafo 5.3).

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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I pazienti devono essere informati che tetrabenazina può provocare sonnolenza e, pertanto può alterare in misura diversa le loro capacità ad attività specifiche (abilità di guidare, utilizzo di macchinari, ecc.), a seconda della dose e della suscettibilità individuale.

04.8 Effetti indesiderati

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I seguenti effetti indesiderati sono classificati in accordo alla classificazione sistemica organica e alla loro frequenza:

Molto comune (≥1/10) Comune (≥1/100 e <1/10)

Non comune (≥1/1000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1000)

Molto raro (<1/10.000)

Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Categorie di sistema/organo Frequenza Evento
Disturbi psichiatrici Molto comune Depressione.
Comune Ansia, insonnia, confusione.
Non nota Disorientamento, nervosismo.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Non nota Aumento dell’appetito
Patologie del sistema nervoso Molto comune Sonnolenza (con dosi più elevate), sindrome Parkinson-
simile (con dosi più elevate).
Non comune Livelli alterati di coscienza.
Categorie di sistema/organo Frequenza Evento
Raro Sindrome Neurolettica Maligna (SNM) (vedere paragrafo 4.4).
Non nota Atassia, acatisia, distonia, vertigini, amnesia.
Patologie vascolari Comune Ipotensione.
Non nota Bradicardia, dolore epigastrico, bocca secca.
Patologie gastrointestinali Comune Disfagia, nausea, vomito, diarrea,
costipazione.
Patologie del tessuto muscoloscheletrico e del
connetivo
Non comune Sintomi extrapiramidali gravi tra cui rigidità muscolare,
disfunzione autonomica.
Molto raro Danno muscolo-scheletrico.
Patologie sistemiche e condizioni del sito di somministrazione Non comune Iperemia.
Esami diagnostici Non nota Aumento di peso

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

04.9 Sovradosaggio

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Segni e sintomi di sovradosaggio possono comprendere sonnolenza, sudorazione, ipotensione e ipotermia. Il trattamento è sintomatico.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: altri farmaci del sistema nervoso, codice ATC: N07XX06

Gli effetti centrali di tetrabenazina sono molto simili a quelli di reserpina, ma si differenziano da quest’ultima per la minor attività periferica e per una durata d’azione minore.

Meccanismo d’azione

Studi su animali hanno dimostrato che la tetrabenazina disturba il metabolismo delle amine biogene, per esempio quella di serotonina e noradrenalina, e che questa attività è limitata al cervello. Si suppone che questo effetto della tetrabenazina sulle amine nel cervello spieghi gli effetti clinici osservati nel cervello. Tetrabenazina inibisce la ricaptazione delle monoamine nel neuroterminale dei neuroni presinaptici del sistema nervoso centrale. Ciò provoca una deplezione di monoamine, compresa la dopamina. La deplezione di dopamina genera ipocinesi portando ad una riduzione della gravità della corea.

Tetrabenazina inibisce la ricaptazione delle monoamine nelle terminazioni nervose sinaptiche attraverso un legame reversibile e a breve-termine con il trasportatore vescicolare delle monoamine (VMAT). VMAT2 trasporta monoamine soprattutto nei neuroni periferici e centrali, mentre VMAT1 regola il trasporto nei tessuti periferici cromaffini. Tetrabenazina ha una maggiore affinità per VMAT2 che per VMAT1. Cosi, tetrabenazina ha un breve effetto, difficilmente periferico.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Tetrabenazina ha una bassa e irregolare biodisponibilità. Sembra essere ampiamente metabolizzata dal metabolismo del firstpass. Il principale metabolita, l’idrossitetrabenazina, si forma dalla riduzione. Una piccola quantità di tetrabenazina invariata può essere rilevata nelle urine. Poiché idrossitetrabenazina è risultata essere attiva, come la tetrabenazina, nella deplezione delle amine cerebrali, è probabile che questa sia il principale agente terapeutico.

Popolazioni speciali

Insufficienza epatica

L’insufficienza epatica lieve e moderata aumenta l’esposizione e prolunga l’emivita di tetrabenazina e di idrossitetrabenazina (4 pazienti con un punteggio di Child–Pugh di 5-6 e 1 paziente con un punteggio di Child-Pugh di 9). L’insufficienza epatica grave non è stata studiata.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Negli studi di tossicità a dosi ripetute, gli effetti osservati con tetrabenazina, somministrata per via orale, sono stati correlati alla deplezione delle monoamine dalle vescicole a livello centrale. I sintomi più comuni sono stati ipoattività, letargia, strabismo, o occhi chiusi. Soprattutto effetti farmacologici, come la sedazione, sono stati osservati e considerati dose-limitanti.

Il potenziale genotossico di tetrabenazina è stato studiato utilizzando una serie di test convenzionali. In vitro, tetrabenazina è negativa per mutazioni puntiformi e positiva per le aberrazioni cromosomiche nelle cellule ovariche di criceto cinese, alle sole concentrazioni citotossiche. Tetrabenazina non è risultata genotossica in un test in vivo di aberrazione cromosomica.

Tetrabenazina non ha rivelato alcun potenziale cancerogeno quando è somministrata per 26 settimane nel modello di topo eterozigote p53 transgenico fino alla dose di 30 mg/kg/die e non cancerogena in uno studio limitato nei ratti maschi quando tetrabenazina è stata somministrata per 94 settimane a dosi fino a 12 mg/kg/giorno.

In uno studio sulla fertilità e sullo sviluppo embrionale precoce ad esposizioni sistemiche inferiori a quelle osservate clinicamente non vi era alcuna evidenza di effetti sulla gravidanza o nella sopravvivenza in utero nei ratti. Nei ratti femmina è stata aumentata la durata del ciclo estrale ed è stato osservato un ritardo nella fertilità. La riproduzione non è stata influenzata nei ratti maschi.

In studi di tossicità sullo sviluppo embrio-fetale non vi era alcuna evidenza di embriotossicità o teratogenicità sia nei ratti che nei conigli. In uno studio perinatale e postnatale nei ratti, sono state osservate morti neonatali e ritardata maturazione dei cuccioli a livelli di esposizione sistemica inferiori a quelli osservati clinicamente. Questi effetti potrebbero essere effetti indiretti a causa di cure materne inadeguate o un effetto diretto di tetrabenazina sui cuccioli.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Lattosio anidro Amido di mais

Sodio amido glicolato Talco

Silice colloidale anidra Magnesio stearato

25 mg: Ferro ossido giallo (E172)

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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2 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Tetrabenazina SUN è confezionato in un contenitore per compresse rotondo, bianco in polietilene ad alta densità (HDPE) con chiusura a prova di bambino, anti-manomissione, in polipropilene (PP), con tappo a vite con essiccante, contenente 112 compresse.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Sun Pharmaceutical Industries Europe B. V. Polarisavenue 87

2132 JH – Hoofddorp Paesi Bassi

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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Tetrabenazina SUN 12,5 mg compresse” – 112 compresse in contenitore HDPE AIC: 044251027 – “Tetrabenazina SUN 25 mg compresse” – 112 compresse in contenitore HDPE

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 12 Luglio 2017 Data del rinnovo più recente: –

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 14/05/2020