Scandine: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Scandine (Ibopamina Cloridrato): sicurezza e modo d’azione

Scandine (Ibopamina Cloridrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Trattamento della insufficienza cardiaca lieve (classe NYHA II) in associazione con i diuretici in pazienti nei quali gli ACE inibitori sono controindicati o non sono tollerati.

Scandine: come funziona?

Ma come funziona Scandine? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Scandine

La ibopamina è un agonista dopaminico orale.

La ibopamina è il pro-farmaco del metabolita epinina (N-metil-dopamina), che è responsabile dell’azione farmacologica. Nel sangue l’ibopamina è rapidamente idrolizzata e libera epinina.

A dosi terapeutiche la epinina esercita la sua azione principale sui recettori dopaminergici (DA1 e DA2). La stimolazione dei recettori DA1 provoca vasodilatazione periferica e renale.

La stimolazione dei recettori presinaptici DA2 inibisce la liberazione di noradrenalina e questo inoltre, indirettamente, contribuisce alla vasodilatazione.

Le modificazioni delle condizioni cardio-circolatorie che si osservano dopo la somministrazione di ibopamina sono spiegate principalmente con la vasodilatazione periferica.

A dosaggi superiori alle normali dosi terapeutiche (>600 mg) la ibopamina può determinare effetti stimolanti i recettori a e b.

In studi emodinamici condotti in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia trattati con una singola dose di ibopamina (100-600 mg) sono stati osservati: un aumento dell’indice cardiaco (15-28%) della gettata sistolica ventricolare (15-25%) insieme con una diminuzione delle resistenze vascolari periferiche (10-19%) senza modificazioni significative della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Le resistenze polmonari diminuiscono del 6-15%. Dopo somministrazione acuta il precarico rimane invariato o presenta una modesta riduzione.

Non si verificano episodi di ipertensione o di ipotensione. A volte si osservano transitori aumenti della pressione atriale destra, della pressione capillare polmonare e della pressione arteriosa polmonare (15-60 minuti).

In studi condotti su pazienti con insufficienza cardiaca congestizia trattati con una dose singola di ibopamina è stato osservato un aumento della diuresi circa 2 ore dopo la somministrazione.

In qualche paziente sono stati osservati aumenti della clearance della creatinina e della eliminazione del sodio e del potassio.

Nel corso di trattamenti a lungo termine con ibopamina non sono stati osservati effetti clinici significativi sulla frequenza cardiaca e sulla pressione arteriosa.

L’indice del doppio prodotto (pressione sistolica X frequenza cardiaca) rimane invariato sia a riposo che dopo sforzo.

Dopo somministrazione di ibopamina i livelli di noradrenalina che sono solitamente aumentati nei pazienti scompensati, tendono a diminuire. Gli edemi periferici spesso si riducono in seguito a trattamento con ibopamina.

In seguito alla riduzione degli edemi, è stata osservata anche una diminuzione del peso corporeo. La ibopamina riduce la sensazione di dispnea e migliora la tolleranza allo sforzo.


Scandine: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Scandine, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Scandine

Nell’intestino, nel fegato e nel plasma la ibopamina viene rapidamente idrolizzata dalle esterasi e forma il metabolita attivo epinina (N-metil-dopamina). La epinina è responsabile dell’intero effetto farmacologico.

Dopo la somministrazione orale la ibopamina appare nel plasma nel giro di 15 minuti, sotto forma di epinina libera e di epinina coniugata.

Le concentrazioni plasmatiche massime di epinina libera vengono raggiunte dopo circa 30 minuti, e le concentrazioni massime plasmatiche della epinina totale dopo 1,5-2 ore.

Nel fegato la epinina è coniugata in forma di solfato inorganico o di acido glicuronico. Inoltre la epinina viene metabolizzata ad acido omovanillico (HVA) e ad acido diidrossifenilacetico (DOPAC) per azione degli enzimi mono-amino-ossidasi e catecol-o-metiltransferasi.

Della quantita’ totale somministrata il 75% può essere recuperato dalle urine sotto forma di metaboliti della epinina. La gravita’ della insufficienza cardiaca non influenza il profilo farmacocinetico della epinina libera. Nei pazienti con insufficienza epatica si ottengono risultati farmacocinetici simili.

Nei pazienti con insufficienza renale non sono state trovate variazioni dei livelli plasmatici di epinina libera. Nell’insufficienza renale progressiva, tuttavia, Cmax e AUC dimostrano un aumento non significativo e la semivita di eliminazione si allunga. La somministrazione di ibopamina insieme al cibo riduce i livelli plasmatici di epinina.


Scandine: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Scandine agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Scandine è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Scandine: dati sulla sicurezza

La tossicità acuta di SCANDINE è molto bassa nell’animale da esperimento.

La DL 50 nel topo è risultata di 2056 mg/kg dopo somministra­zione orale, e di 131,6 mg/kg dopo iniezione endovenosa.

La DL 50 nel ratto, è risultata di 4930 mg/kg per os e di 11,3 mg/kg per via endovenosa.

La DL 50 nella cavia, è risultata superiore a 1786 mg/kg per os, e di 97 mg/kg dopo somministrazione endovenosa.

Nelle prove di tossicità a medio e lungo termine, effettuate su ratti Sprague-Dawley e cani Beagle, SCANDINE è stato ben tollerato e non ci sono state modificazioni dei parametri ematochimici e del comportamento.

Il farmaco non è risultato mutageno nè teratogeno e nemmeno ha determinato alterazioni del decorso della gravidanza o variazioni del numero dei feti. Il ritmo di crescita dei neonati da madri trattate è risultato uguale a quello dei controlli.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Scandine: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Scandine

Scandine: interazioni

La somministrazione di ibopamina in associazione con inibitori delle monoaminoossidasi (IMAO) può produrre un potenziamento degli effetti. La somministrazione congiunta di ibopamina ed antagonisti della dopamina o b-bloccanti può ridurne l’efficacia.

La somministrazione di ibopamina insieme con inibitori delle fosfodiesterasi non è raccomandata perchè questa associazione può risultare aritmogena.

È probabile la esistenza di una interazione tra ibopamina e amiodarone.


Scandine: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Scandine: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non ci sono presupposti ne’ evidenze che il farmaco possa modificare le capacità attentive ed i tempi di reazione.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco