Arkolamyl: effetti collaterali e controindicazioni

Arkolamyl: effetti collaterali e controindicazioni

Arkolamyl (Olanzapina) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Adulti

L’olanzapina è indicata per il trattamento della schizofrenia.

L’olanzapina è efficace nel mantenimento del miglioramento clinico durante il proseguimento della terapia nei pazienti che hanno dimostrato risposta positiva al trattamento iniziale.

Olanzapina è indicata per il trattamento dell’episodio di mania da moderato a grave.

Nei pazienti in cui l’episodio di mania ha risposto al trattamento con olanzapina, l’olanzapina è indicata per la prevenzione di recidive in pazienti con disturbi bipolari (vedere paragrafo 5.1).

Arkolamyl: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Arkolamyl ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Arkolamyl, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Arkolamyl: controindicazioni

IpersensibilitĂ  al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Pazienti a rischio noto di glaucoma ad angolo chiuso.

Arkolamyl: effetti collaterali

Adulti

Gli effetti indesiderati più frequenti (osservati ≥1% dei pazienti) associati all’uso di olanzapina durante gli studi clinici, sono stati sonnolenza, aumento ponderale, eosinofilia, aumento delle prolattina, colesterolo, livelli del glucosio e dei trigliceridi (vedere paragrafo 4.4), glicosuria, aumento dell’appetito, capogiri, acatisia, parkinsonismo (vedere paragrafo 4.4), discinesia, ipotensione ortostatica, effetti anticolinergici, aumenti transitori ed asintomatici delle aminotransferasi epatiche (vedere paragrafo 4.4), rash, astenia, stanchezza ed edema..

La tabella seguente elenca le reazioni avverse e le alterazioni degli esami di laboratorio osservati con la segnalazione spontanea e negli studi clinici. Entro ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine di gravità decrescente. I termini di frequenza riportati sono definiti come segue: molto comune (≥ 1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥ 1/1000, <1/100), rari (≥1/10.000, <1/1000), molto rari (<1/10.000), frequenza non nota (la frequenza non può definita sulla base dei dati disponibili)

Molto comune Comune Non comune Frequenza non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico
Eosinofilia Leucopenia. Neutropenia Trombocitopenia
Disturbi del sistema immunitario
Reazioni allergiche
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Aumento ponderale¹ Aumento dei livelli di colesterolo2,3. Aumento dei livelli di glucosio4. Aumento dei livelli di trigliceridi2,5. Glicosuria. Aumento dell’appetito Sviluppo o riacutizzazioni del diabete occasionalmente associato a chetoacidosi o coma inclusi alcuni casi fatali (vedere paragrafo 4.4). Ipotermia
Patologie del sistema nervoso
Sonnolenza Capogiri. Acatisia6 . Parkinsonismo6. Discinesia6 Convulsioni, nella maggior parte dei casi con anamnesi di convulsioni o con fattori di rischio Sindrome Maligna da Neurolettici (vedere paragrafo 4.4). Distonia (incluse crisi oculogire). Discinesia tardiva. Sintomi da sospensione7
Patologie cardiache
Bradicardia. Prolungamento del QTc (vedere paragrafo 4.4) Tachicardia ventricolare /fibrillazione, morte improvvisa (vedere paragrafo 4.4)
Patologie vascolari
Ipotensione ortostatica Casi di tromboembolismo venoso, compresi i casi di embolia polmonare e casi di trombosi venosa profonda sono stati segnalati con farmaci antipsicotici
Patologie gastrointestinali
Effetti anticolinergici lievi e transitori, incluse costipazione e bocca secca Pancreatite
Patologie epatobiliari
Aumenti transitori ed asintomatici delle aminotransferasi epatiche (ALT, AST) specialmente nelle fasi iniziali del trattamento (vedere paragrafo 4.4) Epatite (inclusi danni epatocellulari, colestatici o misti)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Eruzione cutanea Reazioni da fotosensibilità. Alopecia
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Rabdomiolisi
Patologie renali ed urinarie
Incontinenza urinaria Difficoltà iniziale alla minzione
Gravidanza, puerperio e condizioni perinatali
Sindrome neonatale da astinenza da farmaci (vedere 4.6)
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Priapismo
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Astenia. Affaticamento. Edema
Esami diagnostici
Aumento dei livelli plasmatici di prolattina8 Creatinfosfochinasi e bilirubina totale aumentate Fosfatasi alcalina aumentata

¹ Aumenti clinicamente significativi del peso sono stati osservati rispetto a tutti i valori basali dell’Indice di Massa Corporea (IMB). In seguito a trattamento a breve termine (durata media di 47 giorni) l’aumento di peso ≥ 7% rispetto al basale è stato molto comune (22.2%), ≥15% è stato comune (4.2%) e ≥ 25% è stato non comune (0.8%).

Pazienti con aumento di peso ≥ 7%, ≥ 15% and ≥ 25% dei valori di peso corporeo basali con un trattamento a lungo termine (almeno 48 settimane) sono molto comuni (rispettivamente 64.4%, 31.7% e 12.3%)

² Gli aumenti medi dei valori dei lipidi a digiuno (colesterolo totale, colesterolo-LDL e trigliceridi) sono stati maggiori nei pazienti senza evidenza di dislipidemia al basale.

³ Osservati per i valori a digiuno al basale che da normali (<5,17 mmol/l) sono aumentati ad elevati (≥ 6,2 mmol/l). Cambiamenti dei livelli di colesterolo totale a digiuno che da borderline al basale (≥5,17 – <6,2 mmol) sono aumentati ad elevati (≥6,2 mmol) sono stati molto comuni.

4 Osservati per i valori a digiuno al basale che da normali (< 5,56 mmol/l) sono aumentati ad elevati (≥ 7 mmol/l). Cambiamenti dei livelli di glucosio a digiuno che da borderline al basale (≥ 5,56 – <7 mmol/l) sono aumentati ad elevati (≥ 7 mmol/l) sono stato molto comuni.

5 Osservati per i valori a digiuno al basale che da normali (< 1,69 mmol/l) sono aumentati ad elevati (≥ 2,26 mmol/l). Cambiamenti dei livelli di trigliceridi a digiuno che da borderline al basale (≥ 1,69 mmol/l – < 2,26 mmol/l) sono aumentati ad elevati (≥ 2,26 mmol/l) sono stati molto comuni.

6 In studi clinici l’incidenza di parkinsonismo e di distonia nei pazienti trattati con olanzapina è stata numericamente maggiore ma non statisticamente significativa rispetto al placebo. I pazienti trattati con olanzapina hanno avuto una minor incidenza di parkinsonismo, acatisia e distonia rispetto a quelli trattati con dosi titolate aloperidolo. In assenza di informazioni dettagliate sull’anamnesi individuale di disturbi extrapiramidali acuti e tardivi dei movimenti, non si può, al momento, concludere che l’olanzapina produca minor discinesia tardiva e/o altre sindromi extrapiramidali tardive.

7sintomi acuti, come sudorazione, insonnia, tremore, ansia, nausea e vomito, sono stati segnalati quando l’olanzapina è stata sospesa improvvisamente.

8 In studi clinici fino a 12 settimane, le concentrazioni plasmatiche di prolattina hanno oltrepassato il limite superiore del range normale in circa il 30% dei pazienti trattati con olanzapina che presentavano valori normali di prolattina al basale. Nella maggior parte di questi pazienti gli aumenti sono stati generalmente lievi, e sono rimasti 2 volte al di sotto del limite superiore del range normale. In genere nei pazienti trattati con olanzapina, le manifestazioni cliniche potenzialmente associate e correlate alla mammella e al ciclo mestruale (per esempio amenorrea, ingrossamento della ghiandola mammaria, galattorrea nelle femmine, e ginecomastia/ingrossamento della ghiandola mammaria nei maschi) sono state non comuni. Le reazioni avverse potenzialmente associate e correlate alla funzione sessuale (per esempio la disfunzione erettile nei maschi e la diminuzione della libido in entrambi i sessi) sono state comunemente osservate.

Esposizione lungo termine (almeno 48 settimane)

Il rapporto di pazienti che ha avuto eventi avversi e clinicamente significanti nell’aumento di peso, glucosio, colesterolo totale/LDL/HDL o trigliceridi aumenta nel tempo. In pazienti adulti che hanno completato le 9-12 settimane di terapia, la velocità di crescita della concentrazione media di glucosio nel sangue rallenta dopo circa 6 mesi.

Informazioni addizionali su popolazioni particolari

In studi clinici in pazienti anziani con demenza, il trattamento con olanzapina è stato associato con un maggior incidenza di decessi e reazioni avverse cerebrovascolari rispetto al placebo (vedere anche paragrafo 4.4). Reazioni avverse molto comuni associate con l’uso di olanzapina in questi pazienti sono andatura anormale e cadute. Comunemente sono state osservate polmonite, aumento della temperatura corporea, letargia, eritema, allucinazioni visive ed incontinenza urinaria.

In studi clinici in pazienti con psicosi indotta da farmaci (agonisti della dopamina) associata alla Malattia di Parkinson, peggioramento della sintomatologia parkinsoniana ed allucinazioni sono stati segnalati molto comunemente e con maggior frequenza rispetto al placebo.

In uno studio clinico in pazienti con mania bipolare, l’associazione della terapia con valproato con olanzapina ha portato ad un’incidenza della neutropenia del 4,1%; un potenziale fattore contribuente potrebbe essere costituito da elevati livelli plasmatici di valproato.

L’olanzapina somministrata con litio o valproato ha portato ad un aumento (≥ 10%) di tremore, bocca secca, aumento dell’appetito e dell’aumento ponderale. Anche i disturbi della parola sono stati segnalati comunemente. Durante il trattamento con olanzapina in associazione con litio o divalproex, si è osservato un aumento ≥ 7% rispetto al basale, del peso corporeo nel 17,4% dei pazienti, durante il trattamento in acuto (fino a 6 settimane). Il trattamento a lungo termine con olanzapina (fino a 12 mesi) per la prevenzione delle recidive in pazienti con disturbi bipolari è stato associato con un aumento ≥ 7% rispetto al basale del peso corporeo nel 39,9% dei pazienti.

Popolazione pediatrica

L’olanzapina non è indicata per il trattamento di bambini ed adolescenti minori di 18 anni. Benché non siano stati condotti studi per confrontare adolescenti ed adulti, i dati degli studi sugli adolescenti sono stati confrontati con quelli negli adulti.

La tabelle seguente riassume le reazioni avverse segnalate con maggior frequenza negli adolescenti (13-17 anni) che negli adulti o le reazioni avverse identificate solo durante studi clinici a breve termine in pazienti adolescenti. Un aumento ponderale clinicamente significativo (≥ 7%) compare più frequentemente nella popolazione di adolescenti rispetto agli adulti con un’esposizione comparabile. L’entità dell’aumento di peso e la percentuale di pazienti adolescenti che hanno manifestato aumento di peso clinicamente significativo era maggiore nell’esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane) piuttosto che nell’esposizione a breve termine.

Entro ogni gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine di gravità decrescente. I termini di frequenza sono definiti come segue: molto comune (≥ 10%), comune (≥1% e <10%)

Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comune: aumento ponderale9, aumento dei livelli di trigliceridi10, aumento dell’appetito.
Comuni: aumento dei livelli di colesterolo11
Patologie del sistema nervoso
Molto comune: Sedazione (inclusi: ipersonnia, letargia, sonnolenza).
Patologie gastrointestinali
Comune: bocca secca
Patologie epatobiliari
Molto comune: Aumento delle aminotransferasi epatiche (ALT/AST; vedere paragrafo 4.4).
Esami diagnostici
Molto comune: diminuzione della bilirubina totale, aumento della GGT, aumento dei livelli plasmatici della prolattina12.

9in seguito a trattamento a breve termine (durata media 22 giorni) l’aumento di peso ≥ 7% rispetto al basale (kg) sono stati molto comuni (40.6%), ≥15% rispetto al basale sono stati comuni (7,1%) e ≥ 25% sono stati comuni (2.5%).

In seguito ad esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane), 89.4% con un aumento ≥ 7%, 55.3% con un aumento ≥ 15% e 29.1% con un aumento ≥ 25% del loro peso corporeo basale.

10 Osservati per valori normali a digiuno al basale (< 1,016 mmol/l) sono aumentati ad elevati (≥ 1,467 mmol/l) e cambiamenti dei livelli di trigliceridi a digiuno che da borderline al basale (≥ 1,016 mmol/l – < 1,467 mmol/l) sono aumentati ad elevati (≥ 1,467 mmol/l).

11 Cambiamenti dei livelli di colesterolo totale a digiuno che da normali al basale (< 4.39 mmol/l) sono aumentati ad elevati (≥ 5.17 mmol/l) sono stati osservati comunemente. Cambiamenti dei livelli di colesterolo totale a digiuno che da borderline al basale (≥ 4.39 – < 5.17 mmol/l) sono aumentati ad elevati (≥ 5.17 mmol/l) sono stati molto comuni.

12 Elevati livelli plasmatici di prolattina sono stati segnalati nel 47.4% dei pazienti adolescenti.

Arkolamyl: avvertenze per l’uso

Durante il trattamento antipsicotico, il miglioramento della condizione clinica del paziente si osserva dopo un periodo che puĂ² variare da parecchi giorni ad alcune settimane. Durante questo intervallo di tempo i pazienti devono essere attentamente monitorati.

Psicosi dipendente da demenza e/o disturbi comportamentali

L’olanzapina non è raccomandata per l’uso in pazienti con psicosi dipendente da demenza e/o dei disturbi comportamentali a causa di un aumento della mortalità e del rischio di accidenti cerebrovascolari.

In studi clinici controllati verso placebo (6-12 settimane di durata) in pazienti anziani (età media 78 anni) con psicosi dipendente da demenza e/o con disturbi comportamentali, vi è stato un aumento nell’incidenza di 2 volte dei decessi nei pazienti trattati con olanzapina rispetto ai pazienti trattatati con placebo (3,5% vs 1,5% rispettivamente). La maggior incidenza di decessi non era dipendente dalla dose di olanzapina (dose media giornaliera 4,4 mg) o dalla durata del trattamento. I fattori di rischio che possono predisporre questa popolazione di pazienti ad una maggior mortalità sono: età > 65 anni, disfagia, sedazione, malnutrizione e disidratazione, patologie polmonari (ad es. polmonite, con o senza aspirazione), o uso concomitante di benzodiazepine. Tuttavia, l’incidenza dei decessi è risultata maggiore nei pazienti trattati con olanzapina che in quelli trattati con placebo indipendentemente da questi fattori di rischio.

Negli stessi studi clinici sono stati segnalati eventi avversi di tipo cerebrovascolare (CVAE, ad es. ictus, attacco ischemico transitorio) inclusi casi fatali. Si è registrato un aumento di 3 volte dei CVAE nei pazienti trattati con olanzapina rispetto a quelli trattati con placebo (rispettivamente 1,3% e 0,4%). Tutti i pazienti trattati con olanzapina e placebo che hanno presentato un CVAE avevano fattori di rischio preesistenti. L’età > 75 anni e la demenza di tipo vascolare o misto sono stati identificati come fattori di rischio per i CVAE in associazione con il trattamento con olanzapina. L’efficacia dell’olanzapina non è stata stabilita in questi studi.

Malattia di Parkinson

Nei pazienti con malattia di Parkinson non è raccomandato l’uso di olanzapina nel trattamento della psicosi indotta da agonisti della dopamina. Durante gli studi clinici, il peggioramento della sintomatologia Parkinsoniana e le allucinazioni sono state riferite piĂ¹ comunemente e piĂ¹ frequentemente con olanzapina che con placebo (vedere paragrafo 4.8), ed olanzapina non è stata piĂ¹ efficace del placebo nel trattamento dei sintomi psicotici. In questi studi, era richiesto che in fase iniziale i pazienti fossero mantenuti stabili con la piĂ¹ bassa dose efficace di medicinali anti-Parkinson (agonisti della dopamina) e che questo trattamento anti-Parkinson rimanesse lo stesso per medicinali e dosaggi impiegati per tutta la durata dello studio. Olanzapina era somministrata inizialmente a dosi di 2,5 mg al

giorno e la dose modificata fino ad un massimo di 15 mg al giorno in base al giudizio dello sperimentatore.

Sindrome Neutrolettica Maligna (SNM):

La SMN è una condizione potenzialmente a rischio per la vita, associata al trattamento con antipsicotici. Rari casi, riferiti come SMN, sono stati segnalati anche con l’impiego di olanzapina. Le manifestazioni cliniche della SNM sono iperpiressia, rigidità muscolare, alterazione dello stato mentale e instabilità del sistema nervoso autonomo (irregolarità del polso o della pressione sanguigna, tachicardia, diaforesi ed aritmia cardiaca). Ulteriori manifestazioni possono comprendere un aumento della creatininfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) ed insufficienza renale acuta. Se un paziente presenta segni e sintomi indicativi di una SNM, o presenta una inspiegabile febbre elevata senza altre manifestazioni cliniche della SNM, tutti i medicinali antipsicotici, olanzapina inclusa, devono essere sospesi.

Iperglicemia e diabete

Non comunemente è stata segnalata iperglicemia e/o un aggravamento di un diabete preesistente occasionalmente associato a chetoacidosi o coma, inclusi alcuni casi ad esito fatale (vedere paragrafo 4.8). Sono stati descritti alcuni casi in cui un precedente aumento del peso corporeo poteva costituire un fattore predisponente. E’ consigliato un appropriato monitoraggio clinico in accordo alle linee guida per l’utilizzo degli antipsicotici, ad esempio misurazione della glicemia basale, 12 settimane dopo l’inizio del trattamento con olanzapina e successivamente ogni anno. I pazienti trattati con medicinali antipsicotici, inclusa l’olanzapina, devono essere monitorati per quanto riguarda i segni e sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza) e pazienti con diabete mellito o pazienti con fattori di rischio per il diabete mellito devono essere regolarmente monitorati per un peggioramento del controllo glicemico. Deve essere controllato regolarmente il peso corporeo, ad esempio quello basale, 4, 8 e 12 settimane dopo l’inizio del trattamento con olanzapina in seguito ogni tre mesi.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco