Grastofil: effetti collaterali e controindicazioni

Grastofil: effetti collaterali e controindicazioni

Grastofil 30 mu/0,5 ml soluzione iniettabile o per infusione (Filgrastim) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Grastofil è indicato per la riduzione della durata della neutropenia e dell’incidenza di neutropenia febbrile in pazienti trattati con chemioterapia citotossica standard per patologie maligne (con l’ eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche) e per la riduzione della durata della neutropenia in pazienti sottoposti a terapia mieloablativa seguita da trapianto di midollo osseo e considerati ad alto rischio di neutropenia grave prolungata.

La sicurezza e l’efficacia di Grastofil sono simili negli adulti, nei bambini e negli adolescenti trattati con chemioterapia citotossica.

Grastofil è indicato per la mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico (PBPC).

Nei pazienti, bambini o adulti, con grave neutropenia congenita, ciclica o idiopatica, conta assoluta di neutrofili (ANC) di ? 0,5 x 109/l e anamnesi di infezioni gravi o ricorrenti, la somministrazione a lungo termine di Grastofil è indicata per incrementare la conta di neutrofili e ridurre l’incidenza e la durata degli eventi correlati alle infezioni.

Grastofil è indicato per il trattamento della neutropenia persistente (ANC inferiore o uguale a

1,0 x 109/l) in pazienti con infezione avanzata da HIV, per ridurre il rischio di infezioni batteriche quando altre opzioni per la gestione della neutropenia siano inadeguate.

Grastofil 30 mu/0,5 ml soluzione iniettabile o per infusione: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Grastofil 30 mu/0,5 ml soluzione iniettabile o per infusione ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Grastofil 30 mu/0,5 ml soluzione iniettabile o per infusione, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Grastofil 30 mu/0,5 ml soluzione iniettabile o per infusione: controindicazioni

IpersensibilitĂ  al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Grastofil 30 mu/0,5 ml soluzione iniettabile o per infusione: effetti collaterali

Riassunto del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse piĂ¹ gravi che possono manifestarsi durante il trattamento con filgrastim comprendono: reazione anafilattica, gravi eventi avversi polmonari (tra cui polmonite interstiziale e ARDS), sindrome da aumentata permeabilitĂ  capillare, severa splenomegalia/rottura di milza, trasformazione in sindrome mielodisplastica o leucemia nei pazienti con NCG, GvHD nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di midollo osseo o trapianto di cellule progenitrici delle cellule del sangue periferico e crisi falcemica nei pazienti con anemia falciforme.

Le reazioni avverse segnalate piĂ¹ comunemente sono piressia, dolore muscoloscheletrico (comprendente dolore osseo, mal di schiena, artralgia, mialgia, dolore alle estremitĂ , dolore muscoloscheletrico, dolore muscoloscheletrico toracico, dolore cervicale), anemia, vomito e nausea. Negli studi clinici su pazienti oncologici, il dolore muscoloscheletrico è stato lieve o moderato nel 10% dei pazienti e severo nel 3%.

Tabella delle reazioni avverse

I dati riportati nelle tabelle seguenti descrivono le reazioni avverse riportate negli studi clinici e segnalazioni spontanee. All’interno di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravitĂ .

Classificazione per Reazioni avverse
sistemi e organi Molto comune Comune Non comune Raro
secondo MedDRA (?1/10) (?1/100, <1/10) (?1/1.000, (?1/10.000,
<1/100) <1/1.000)
Infezioni ed infestazioni Sepsi
Bronchite
Infezione delle vie respiratorie superiori
Classificazione per Reazioni avverse
sistemi e organi
secondo MedDRA
Molto comune (?1/10) Comune (?1/100, <1/10) Non comune (?1/1.000,
<1/100)
Raro (?1/10.000,
<1/1.000)
Infezione delle
vie urinarie
Patologie del sistema emolinfopoietico Trombocitopenia Anemiae Splenomegaliaa
Riduzione dell’emoglobinae
Leucocitosia Rottura di milzaa
Anemia
falciforme con crisi falcemica
Disturbi del sistema immunitario IpersensibilitĂ 
IpersensibilitĂ  a farmacia
Malattia del trapianto verso
l’ospiteb
Reazione
anafilattica
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Riduzione
dell’appetitoa
Aumento della lattato deidrogenasi nel sangue
Iperuricemia
Aumento dell’acido urico nel sangue
Riduzione della
glicemia
Pseudogottaa (Condrocalcinosi da pirofosfato)
Disturbi del volume idrico
Disturbi
psichiatrici
Insonnia
Patologie del sistema nervoso Cefaleaa Capogiro
Ipoestesia Parestesia
Patologie vascolari Ipertensione
Ipotensione
Malattia veno-
occlusivad
Sindrome da
aumentata permeabilitĂ  capillarea
Aortite
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Emottisi
Dispnea
Tossea
Dolore orofaringeoa, e
Epistassi
Sindrome da
distress respiratorio acutoa
Insufficienza respiratoriaa
Edema polmonarea
Emorragia polmonare
Pneumopatia interstizialea
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Reazioni avverse
Molto comune (?1/10) Comune (?1/100, <1/10) Non comune (?1/1.000,
<1/100)
Raro (?1/10.000,
<1/1.000)
Infiltrazione polmonarea
Ipossia
Patologie gastrointestinali Diarreaa, e
Vomitoa, e
Nauseaa
Dolore orale
Stitichezzae
Patologie epatobiliari Epatomegalia
Aumento della fosfatasi alcalina nel sangue
Aumento
dell’aspartato aminotransferasi
Aumento della gammaglutamil transferasi
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopeciaa Eruzione cutaneaa
Eritema
Eruzione
maculo- papulare
Vasculite
cutaneaa
Sindrome di Sweet (dermatosi
febbrile acuta neutrofila)
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolore
muscoloscheletricoc
Spasmi muscolari Osteoporosi Riduzione della
densitĂ  ossea
Peggioramento dell’artrite
reumatoide
Patologie renali e urinarie Disuria
Ematuria
Proteinuria Glomerulonefrite
Anomalia delle urine
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Affaticamentoa
Infiammazione della mucosaa
Piressia
Dolore toracicoa
Dolorea Asteniaa Malesseree
Edema perifericoe
Reazione nella
sede di iniezione
Traumatismo, avvelenamento e
complicazioni da procedura
Reazione da
trasfusionee

aVedere paragrafo Descrizione delle reazioni avverse selezionate

bNei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di midollo osseo sono stati descritti casi di GvHD e decessi (vedere paragrafo Descrìzìone delle reazìonì avverse selezìonate)

cComprende dolore osseo, dorsalgia, artralgia, mialgia, dolore alle estremitĂ , dolore muscoloscheletrico, dolore muscoloscheletrico toracico, cervicalgia

dSono stati osservati casi nell’esperienza post-marketing in pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo o mobilizzazione delle PBPC

eEventi avversi con maggiore incidenza nei pazienti trattati con filgrastim in confronto al placebo e associati alle sequele della neoplasia maligna di base o della chemioterapia citotossica

Descrizione delle reazioni avverse selezionate

IpersensibilitĂ 

Reazioni di ipersensibilitĂ  comprese anafilassi, rash, orticaria, angioedema, dispnea e ipotensione, che si sono verificate nel trattamento iniziale o successivo, sono state segnalate in studi clinici e nell’esperienza post-marketing. Nel complesso, le segnalazioni sono state piĂ¹ comuni dopo somministrazione endovenosa. In alcuni casi, i sintomi si sono ripresentati alla ripresa del trattamento, il che suggerisce una relazione causale. Filgrastim deve essere interrotto definitivamente nei pazienti che manifestano una grave reazione allergica.

Reazioni avverse polmonari

Negli studi clinici e nell’esperienza post-marketing sono state segnalate reazioni avverse polmonari tra cui la malattia polmonare interstiziale, edema polmonare e l’infiltrazione polmonare, in alcuni casi, con esiti di insufficienza respiratoria o sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4).

Splenomegalia e rottura di milza

In seguito alla somministrazione di filgrastim sono stati segnalati casi di splenomegalia e rottura di milza. Alcuni casi di rottura di milza hanno avuto esito letale (vedere paragrafo 4.4).

Sindrome da aumentata permeabilitĂ  capillare

Sono stati riscontrati casi di sindrome da aumentata permeabilitĂ  capillare associati all’uso del fattore stimolante le colonie granulocitarie. Tali casi si sono verificati generalmente in pazienti affetti da patologie maligne avanzate, sepsi, trattati con piĂ¹ medicinali chemioterapici oppure sottoposti ad aferesi (vedere paragrafo 4.4).

Vasculite cutanea

Ăˆ stata riportata vasculite cutanea in pazienti trattati con filgrastim. Il meccanismo della vasculite nei pazienti trattati con filgrastim è sconosciuto. Durante l’uso a lungo termine, nel 2% dei pazienti con NCG è stata segnalata vasculite cutanea.

Leucocitosi

Nel 41% dei donatori sani sono state osservate leucocitosi (leucociti > 50 x 109/L) e trombocitopenia transitoria (piastrine < 100 x 109/L) dopo trattamento con filgrastim e leucaferesi è stata segnalata nel 35% dei donatori (vedere paragrafo 4.4).

Sindrome di Sweet

Casi di sindrome di Sweet (dermatosi febbrile acuta neutrofila) sono stati riportati in pazienti trattati con filgrastim.

Pseudogotta (condrocalcinosi da pirofosfato)

Pseudogotta (condrocalcinosi da pirofosfato) è stata segnalata in pazienti con tumore trattati con filgrastim.

GvHD

Nei pazienti trattati con G-CSF dopo trapianto allogenico di midollo osseo sono stati descritti casi di GvHD) e decessi (vedere paragrafo 4.4 e 5.1).

Popolazione pediatrica

I dati provenienti da studi clinici condotti su pazienti pediatrici indicano che la sicurezza e l’efficacia di filgrastim sono simili sia negli adulti che nei bambini e negli adolescenti trattati con chemioterapia citotossica suggerendo che non vi siano differenze di farmacocinetica di filgrastim correlate all’etĂ .

L’unica reazione avversa costantemente segnalata è stata il dolore muscolo-scheletrico, che non è diverso dall’esperienza nella popolazione adulta.

Non ci sono dati sufficienti per valutare ulteriormente l’uso di filgrastim in soggetti pediatrici. Altre popolazioni speciali

Anziani

Non sono state osservate differenze di sicurezza o di efficacia tra i soggetti di oltre 65 anni di etĂ  rispetto ai giovani adulti (> 18 anni) sottoposti a chemioterapia citotossica e l’esperienza clinica non ha identificato differenze nelle risposte tra pazienti adulti anziani e giovani. Non ci sono dati sufficienti per valutare l’uso di filgrastim in soggetti anziani per altre indicazioni approvate di Grastofil.

Pazienti pediatrici con NCG

Casi di diminuzione della densitĂ  ossea e osteoporosi sono stati segnalati in pazienti pediatrici con neutropenia cronica grave in trattamento cronico con filgrastim.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V

Grastofil 30 mu/0,5 ml soluzione iniettabile o per infusione: avvertenze per l’uso

TracciabilitĂ 

Per migliorare la tracciabilitĂ  dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere chiaramente registrati.

Avvertenze speciali e precauzioni per tutte le indicazioni

IpersensibilitĂ 

Reazioni di ipersensibilitĂ , comprese le reazioni anafilattiche, sono state segnalate in pazienti trattati con filgrastim in occasione del trattamento iniziale o di trattamenti successivi. Interrompere definitivamente il trattamento con filgrastim nei pazienti con ipersensibilitĂ  clinicamente significativa. Non somministrare filgrastim ai pazienti con precedenti di ipersensibilitĂ  a filgrastim o a pegfilgrastim.

Reazioni avverse polmonari

In seguito alla somministrazione di G-CSF sono state descritte reazioni avverse polmonari, in particolare pneumopatia interstiziale. I pazienti con anamnesi recente di infiltrati polmonari o polmonite possono essere maggiormente a rischio. La comparsa di segni polmonari come tosse, febbre e dispnea in associazione a segni radiologici di infiltrati polmonari e deterioramento della funzionalitĂ  polmonare possono essere segni preliminari della sindrome da distress respiratorio acuto (acute respiratory distress syndrome, ARDS). La somministrazione di filgrastim deve essere interrotta e deve essere avviato un trattamento adeguato.

Glomerulonefrite

Nei pazienti che ricevevano filgrastim e pegfilgrastim sono stati segnalati casi di glomerulonefrite. In genere, gli eventi glomerulonefritici si sono risolti dopo la riduzione della dose o la sospensione di filgrastim e pegfilgrastim. Si raccomanda il monitoraggio tramite analisi delle urine.

Sindrome da aumentata permeabilitĂ  capillare

Dopo somministrazione del fattore stimolante le colonie granulocitarie è stata riscontrata sindrome da aumentata permeabilitĂ  capillare (CLS), che puĂ² essere pericolosa per la vita in caso di trattamento ritardato, caratterizzata da ipotensione, ipoalbuminemia, edema e emoconcentrazione. I pazienti che sviluppano i sintomi della sindrome da aumentata permeabilitĂ  capillare devono essere strettamente monitorati e ricevere il trattamento sintomatico standard, che puĂ² comprendere la necessitĂ  di terapia intensiva (vedere paragrafo 4.8).

Splenomegalia e rottura di milza

In seguito alla somministrazione di filgrastim, nei pazienti e nei donatori sani sono stati segnalati casi di splenomegalia generalmente asintomatica e casi di rottura di milza. Alcuni casi di rottura di milza hanno avuto esito letale. Pertanto, il volume della milza deve essere controllato con attenzione (ad es. mediante esame clinico, ecografia). La diagnosi di rottura di milza deve essere presa in considerazione nei donatori e/o nei pazienti che presentano dolore al quadrante addominale superiore sinistro o all’apice della spalla. Ăˆ stato osservato che le riduzioni della dose di filgrastim hanno rallentato o arrestato la progressione della splenomegalia nei pazienti con severa neutropenia cronica, e nel 3% dei pazienti è stata necessaria una splenectomia.

Proliferazione di cellule maligne

Il fattore stimolante le colonie granulocitiche puĂ² favorire la proliferazione di cellule mieloidi

in vitro, ed effetti simili possono essere osservati su alcune cellule non mieloidi in vitro.

Sindrome mielodisplastica o leucemia mieloide acuta

La sicurezza e l’efficacia della somministrazione di filgrastim in pazienti con sindrome mielodisplastica o leucemia mielogena cronica non sono state stabilite. L’uso di filgrastim non è indicato in tali situazioni. Particolare attenzione deve essere posta nella diagnosi differenziale tra trasformazione blastica nella leucemia mieloide cronica e leucemia mieloide acuta.

Leucemia mieloide acuta

A causa dei dati limitati di sicurezza ed efficacia nei pazienti con LMA secondaria, filgrastim deve essere somministrato con cautela. La sicurezza e l’efficacia della somministrazione di filgrastim in pazienti di età < 55 anni con LMA primaria e citogenetica favorevole [t(8; 21), t(15; 17) e inv(16)] non sono state stabilite.

Trombocitopenia

Nei pazienti trattati con filgrastim è stata segnalata trombocitopenia. La conta piastrinica deve essere controllata frequentemente, in particolare nelle prime settimane di terapia con filgrastim. Prendere in considerazione l’interruzione temporanea o una riduzione della dose di filgrastim nei pazienti con severa neutropenia cronica che manifestano trombocitopenia (conta piastrinica < 100 x 109/l).

Leucocitosi

In meno del 5% dei pazienti oncologici trattati con filgrastim a dosi superiori a 0,3 MU/kg/die (3 microgrammi/kg/die) è stata osservata una conta leucocitaria pari o superiore a 100 x 109/L. Non sono stati segnalati effetti indesiderati direttamente attribuibili a tale grado di leucocitosi. Tuttavia, in considerazione dei potenziali rischi associati a una leucocitosi grave, la conta leucocitaria deve essere determinata durante la terapia con filgrastim a intervalli regolari. Il trattamento con filgrastim deve essere interrotto immediatamente se la conta leucocitaria supera 50 x 109/L dopo il nadir atteso. Quando è somministrato per la mobilizzazione delle PBPC, il trattamento deve essere interrotto o la dose deve essere ridotta se la conta leucocitaria supera 70 x 109/L.

ImmunogenicitĂ 

Come con tutte le proteine terapeutiche esiste un rischio di immunogenicitĂ . La percentuale di produzione di anticorpi nei confronti di filgrastim è generalmente bassa. Come previsto con tutti i medicinali biologici si osserva la formazione di anticorpi leganti, che tuttavia al momento non sono stati associati a un’attivitĂ  neutralizzante.

Aortite

Ăˆ stata segnalata aortite in seguito a somministrazione di G-CSF in soggetti sani e in pazienti oncologici. Tra i sintomi vi sono febbre, dolore addominale, malessere, dolore dorsale e aumento dei marcatori dell’infiammazione (per es., proteina C-reattiva e conta dei leucociti). Nella maggior parte dei casi, l’aortite è stata diagnosticata con tomografia computerizzata (TC) e si è generalmente risolta dopo l’interruzione del G-CSF. Vedere anche il paragrafo 4.8.

Avvertenze speciali e precauzioni associate a comorbilitĂ 

Precauzioni speciali nel trait falcemico e nell’anemia falciforme

Nei pazienti con trait falcemico o anemia falciforme trattati con filgrastim sono state descritte crisi falcemiche, in alcuni casi fatali. I medici devono essere cauti nella prescrizione di filgrastim nei pazienti con trait falcemico o anemia falciforme.

Osteoporosi

Il monitoraggio della densitĂ  ossea puĂ² essere indicato nei pazienti con sottostante malattia osteoporotica sottoposti a terapia continua con filgrastim per piĂ¹ di 6 mesi.

Precauzioni speciali nei pazienti oncologici

Filgrastim non deve essere utilizzato per aumentare la dose della chemioterapia citotossica oltre i regimi posologici standard.

Rischi associati alla chemioterapia ad alte dosi

Occorre prestare particolare attenzione nel trattamento dei pazienti con chemioterapia ad alte dosi perchĂ© un miglioramento della risposta tumorale non è stato dimostrato e perchĂ© la somministrazione di medicinali chemioterapici ad alte dosi puĂ² aumentare gli effetti tossici, comprendenti effetti cardiaci, polmonari, neurologici e dermatologici (fare riferimento alle informazioni prescrittive dei medicinali chemioterapici specifici utilizzati).

Effetto della chemioterapia su eritrociti e trombociti

Il trattamento con solo filgrastim non impedisce la comparsa di trombocitopenia e anemia dovute alla chemioterapia mielosoppressiva. A causa della possibilitĂ  di ricevere dosi piĂ¹ alte di chemioterapia (ad es. dosi piene secondo lo schema posologico previsto), il paziente puĂ² essere esposto a un rischio maggiore di trombocitopenia e anemia. Si raccomandano pertanto controlli regolari della conta piastrinica e dell’ematocrito. Occorre prestare particolare attenzione durante la somministrazione, sia in monoterapia sia in associazione, di medicinali chemioterapici che notoriamente inducono trombocitopenia grave.

Ăˆ stato dimostrato che l’impiego delle PBPC mobilizzate con filgrastim riduce la gravitĂ  e la durata della trombocitopenia in seguito a chemioterapia mielosoppressiva o mieloablativa.

Altre precauzioni speciali

Gli effetti di filgrastim in pazienti con riduzione significativa dei progenitori mieloidi non sono stati studiati. Filgrastim aumenta la conta dei neutrofili agendo principalmente sui precursori neutrofili. Pertanto, nei pazienti con numero ridotto di precursori (come i pazienti sottoposti a radioterapia o chemioterapia estensive o quelli con infiltrazione tumorale del midollo osseo), la risposta dei neutrofili puĂ² essere ridotta.

Nei pazienti trattati con dosi elevate di chemioterapia seguita da trapianto sono stati osservati disturbi vascolari, comprendenti la malattia veno-occlusiva e disturbi del volume idrico.

Nei pazienti trattati con G-CSF dopo trapianto allogenico di midollo osseo sono stati descritti casi di malattia del trapianto verso l’ospite (graft versus host disease, GvHD) e decessi (vedere paragrafì 4.8 e 5.1). L’aumento dell’attività emopoietica del midollo osseo in risposta alla terapia con fattore di crescita è stato associato ad anomalie transitorie nelle scansioni ossee. Tale circostanza deve essere tenuta in considerazione nell’interpretazione delle immagini ossee.

Precauzioni speciali nei pazienti sottoposti a mobilizzazione delle PBPC

Mobilizzazione

Non vi sono analisi comparative prospettiche randomizzate riguardo ai due metodi di mobilizzazione raccomandati (filgrastim da solo o associato a chemioterapia mielosoppressiva) nella stessa popolazione di pazienti. Il grado di variabilitĂ  tra i singoli pazienti e tra le analisi di laboratorio delle

cellule CD34+ rende difficile il confronto diretto tra studi differenti. Ăˆ quindi difficile consigliare un metodo ottimale. La scelta del metodo di mobilizzazione deve tener conto degli obiettivi generali del trattamento per ogni singolo paziente.

Esposizione pregressa a medicinali citotossici

Nei pazienti estensivamente pretrattati con terapia mielosoppressiva è possibile che la mobilizzazione di PBPC non sia sufficiente a ottenere il numero minimo raccomandato di cellule (2,0 x 106 cellule CD34+/kg) o che l’accelerazione del recupero piastrinico sia meno marcata.

Alcuni medicinali citotossici mostrano una tossicità particolare nei confronti delle cellule progenitrici emopoietiche e possono contrastarne la mobilizzazione. Medicinali quali melfalan, carmustina (BCNU) e carboplatino, se somministrati per un periodo prolungato prima della mobilizzazione di cellule progenitrici, possono ridurre il numero di cellule raccolte. Al contrario, la somministrazione di melfalan, carboplatino o carmustina (BCNU) in associazione a filgrastim si è dimostrata efficace nella mobilizzazione delle cellule progenitrici. Qualora sia previsto un trapianto di cellule progenitrici del sangue periferico, è opportuno programmare la mobilizzazione delle cellule staminali nella fase iniziale del trattamento previsto per il paziente. Occorre prestare particolare attenzione al numero di cellule progenitrici mobilizzate in tali pazienti prima della somministrazione della chemioterapia ad alte dosi. Se la raccolta cellulare è inadeguata secondo i criteri di valutazione precedentemente indicati, devono essere presi in considerazione trattamenti alternativi che non richiedono l’impiego di cellule progenitrici.

Valutazione della raccolta di cellule progenitrici

Nella valutazione quantitativa delle cellule progenitrici ottenute nei pazienti trattati con filgrastim deve essere prestata particolare attenzione al metodo di conta. I risultati dell’ analisi delle cellule CD34+ mediante citometria a flusso variano a seconda della metodologia utilizzata; pertanto, i consigli basati sui numeri ottenuti in studi condotti in altri laboratori devono essere interpretati con cautela.

L’analisi statistica del rapporto tra il numero di cellule CD34+ reinfuse e la velocitĂ  di recupero delle piastrine dopo chemioterapia ad alte dosi indica una relazione complessa, ma costante.

La raccomandazione di raccogliere un numero minimo di ? 2,0 x 106 di cellule CD34+/kg si basa sulle esperienze pubblicate, che indicano che in tal modo il recupero ematologico è adeguato.

QuantitĂ  superiori al numero minimo indicato appaiono correlate a un recupero piĂ¹ rapido, quantitĂ  inferiori a un recupero piĂ¹ lento.

Precauzioni speciali in donatori sani sottoposti a mobilizzazione delle cellule progenitrici del sangue periferico

La mobilizzazione delle PBPC non apporta un beneficio clinico diretto ai donatori sani e deve essere presa in considerazione soltanto con l’obiettivo di un trapianto di cellule staminali allogeniche.

La mobilizzazione delle PBPC deve essere presa in considerazione esclusivamente nei donatori che soddisfano gli abituali criteri di eleggibilitĂ , clinici e di laboratorio, alla donazione di cellule staminali, prestando particolare attenzione ai valori ematologici e alla presenza di malattie infettive.

La sicurezza e l’efficacia di filgrastim non sono state determinate in donatori sani di età inferiore a 16 anni o superiore a 60 anni.

Nel 35% dei soggetti studiati è stata riscontrata una trombocitopenia transitoria (piastrine < 100 x 109/L) dopo somministrazione di filgrastim e leucaferesi. Tra questi, sono stati descritti due casi con piastrine < 50 x 109/L, attribuiti alla procedura di leucaferesi.

Se fosse necessaria piĂ¹ di una leucaferesi, i donatori con piastrine < 100 x 109/L prima della leucaferesi devono essere controllati con particolare attenzione; in generale, l’aferesi non deve essere effettuata se il numero di piastrine è < 75 x 109/L.

La leucaferesi non deve essere effettuata nei donatori in terapia con anticoagulanti o che presentano difetti emostatici noti.

I donatori che ricevono G-CSF per la mobilizzazione delle PBPC devono essere controllati fino alla normalizzazione dei parametri ematologici.

Nei donatori sani, dopo somministrazione di G-CSF sono state riscontrate anomalie citogenetiche transitorie. Il significato di tali alterazioni non è noto. Tuttavia, il rischio che un clone di cellule mieloidi maligne venga stimolato non puĂ² essere escluso. Si raccomanda al centro di aferesi di creare e archiviare una documentazione sistematica dei donatori di cellule staminali per almeno 10 anni, per garantire il monitoraggio della sicurezza a lungo termine.

Precauzioni speciali nei riceventi di PBPC allogeniche mobilizzate con filgrastim

I dati attuali indicano che le interazioni immunologiche tra le PBPC allogeniche e il ricevente possono essere associate a un aumento del rischio di GvHD acuta e cronica in confronto al trapianto di midollo osseo.

Precauzioni speciali nei pazienti con NCG

Filgrastim non deve essere somministrato a pazienti affetti da neutropenia congenita grave che sviluppano leucemia o che presentano evidenza di evoluzione leucemica.

Emocromo

Possono verificarsi altre alterazioni del quadro ematologico, tra cui anemia e incrementi transitori dei progenitori mieloidi, che richiedono un attento monitoraggio dell’emocromo.

Trasformazione in leucemia o sindrome mielodisplastica

Particolare attenzione deve essere prestata alla diagnosi differenziale tra NCG e altre emopatie quali anemia aplastica, mielodisplasia e leucemia mieloide. Prima dell’inizio del trattamento devono essere effettuati un emocromo completo con conta differenziale e conta piastrinica, nonchĂ© una valutazione della morfologia del midollo osseo e un cariotipo.

In un numero esiguo (circa 3%) di pazienti con NCG trattati con filgrastim in studi clinici sono state osservate sindromi mielodisplastiche (SMD) o leucemia. CiĂ² è stato osservato solo nei pazienti con neutropenia congenita. Le SMD e le leucemie sono complicanze naturali della malattia e non sono da porsi con certezza in relazione al trattamento con filgrastim. In circa il 12% dei pazienti con citogenetica nella norma al basale sono state successivamente riscontrate anomalie, compresa la monosomia 7, nel corso di ripetute analisi di routine. Attualmente non è noto se il trattamento a lungo termine dei pazienti con NCG possa predisporre i pazienti ad anomalie citogenetiche, SMD o trasformazione leucemica. Si raccomandano analisi morfologiche e citogenetiche del midollo osseo a intervalli regolari (approssimativamente ogni 12 mesi).

Altre precauzioni speciali

Devono essere escluse le cause di neutropenia transitoria, come le infezioni virali.

L’ematuria era comune e in un numero esiguo di pazienti si è verificata proteinuria. L’esame delle urine deve essere effettuato a intervalli regolari allo scopo di rilevare tali eventi.

La sicurezza e l’efficacia nei neonati e nei pazienti con neutropenia autoimmune non sono state stabilite.

Precauzioni speciali nei pazienti con infezione da HIV

Emocromo

L’ANC deve essere controllata frequentemente, in particolare nelle prime settimane di terapia con filgrastim. Alcuni pazienti possono rispondere molto rapidamente e con un considerevole incremento della conta dei neutrofili alla dose iniziale di filgrastim. Si raccomanda di determinare

quotidianamente l’ANC nei primi 2-3 giorni di somministrazione di filgrastim. Successivamente, si raccomanda di determinare l’ANC almeno due volte alla settimana nelle prime due settimane e, successivamente, una volta alla settimana o a settimane alterne durante la terapia di mantenimento. In caso di somministrazione intermittente di 30 MU (300 microgrammi)/die di filgrastim si possono verificare ampie fluttuazioni nel tempo dell’ANC. Per determinare il valore minimo o nadir dell’ANC di un paziente, si raccomanda di prelevare i campioni di sangue destinati alla determinazione dell’ANC immediatamente prima della somministrazione prevista di filgrastim.

Rischi associati ad alte dosi di medicinali mielosoppressivi

Il trattamento con solo filgrastim non impedisce la comparsa di trombocitopenia e anemia dovuta alla somministrazione di medicinali mielosoppressivi. PoichĂ©, con l’impiego di filgrastim, è possibile somministrare dosi maggiori o un numero maggiore di questi medicinali, il paziente puĂ² andare incontro a un rischio aumentato di trombocitopenia o anemia. Si raccomanda il monitoraggio regolare dell’emocromo (vedere sopra).

Infezioni e neoplasie maligne che inducono mielosoppressione

La neutropenia puĂ² essere dovuta all’infiltrazione midollare dovuta a infezioni opportunistiche, come Mycobacterium avium complex, o a neoplasie maligne, come i linfomi. Nei pazienti con infezioni o neoplasie maligne note infiltranti il midollo osseo occorre prendere in considerazione un adeguato trattamento della malattia di base in aggiunta alla somministrazione di filgrastim per il trattamento della neutropenia. Gli effetti di filgrastim sulla neutropenia dovuta a infezioni o neoplasie maligne infiltranti il midollo osseo non sono ben stabiliti.

Tutti i pazienti

Questo medicinale contiene 50 mg di sorbitolo. I pazienti affetti da intolleranza ereditaria al fruttosio (IEF) non devono assumere questo medicinale se non strettamente necessario.

Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè è essenzialmente ‘senza sodio’.

Il cappuccio dell’ago della siringa preriempita contiene gomma naturale secca (un derivato del lattice), che puĂ² causare reazioni allergiche.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco