Loss: effetti collaterali e controindicazioni

Loss: effetti collaterali e controindicazioni

Loss 70 mg compresse rivestite con film (Acido Alendronico Sale Sodico Triidrato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Trattamento dell’osteoporosi postmenopausale. LOSS riduce il rischio di fratture vertebrali e dell’anca.

Loss 70 mg compresse rivestite con film: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Loss 70 mg compresse rivestite con film ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Loss 70 mg compresse rivestite con film, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Loss 70 mg compresse rivestite con film: controindicazioni

Anomalie dell’esofago e altri fattori che ritardano lo svuotamento esofageo, come stenosi e acalasia.

IncapacitĂ  a stare in piedi o seduti con il busto eretto per almeno 30 minuti. IpersensibilitĂ  all’alendronato o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Ipocalcemia.

Vedere anche paragrafo 4.4.

Loss 70 mg compresse rivestite con film: effetti collaterali

In uno studio clinico della durata di un anno, nelle donne in post-menopausa con osteoporosi, i profili globali di sicurezza di Alendronato 70 mg in monosomministrazione settimanale (n=519) e alendronato 10 mg/die (n=370), sono risultati simili.

In due studi della durata di tre anni di disegno sostanzialmente identico, nelle donne in post-menopausa (alendronato 10 mg: n=196, placebo: n=397) i profili globali di sicurezza di alendronato 10 mg/die e placebo sono risultati simili.

Gli eventi indesiderati segnalati dagli investigatori come possibilmente, probabilmente o sicuramente correlati al farmaco sono presentati nella tabella che segue se si sono verificati in ≥ 1% per ciascun gruppo di trattamento nello studio ad un anno, oppure se si sono verificati in ≥ 1% dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/die e ad un’incidenza superiore al placebo negli studi a tre anni:

Studio ad un anno Studi a tre anni
Alendronato 70 mg (n = 519) % Alendronato 10 mg/die (n = 370) % Alendronato 10 mg/die (n = 196) % Placebo (n = 397) %
Gastro-intestinali
Dolore addominale 3,7 3,0 6,6 4,8
Dispepsia 2,7 2,2 3,6 3,5
Rigurgito acido 1,9 2,4 2,0 4,3
Nausea 1,9 2,4 3,6 4,0
Distensione addominale 1,0 1,4 1,0 0,8
Stipsi 0,8 1,6 3,1 1,8
Diarrea 0,6 0,5 3,1 1,8
Disfagia 0,4 0,5 1,0 0,0
Flatulenza 0,4 1,6 2,6 0,5
Gastrite 0,2 1,1 0,5 1,3
Ulcera gastrica 0,0 1,1 0,0 0,0
Ulcera esofagea 0,0 0,0 1,5 0,0
Muscoloscheletrici
Dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare) 2,9 3,2 4,1 2,5
Crampi muscolari 0,2 1,1 0,0 1,0
Neurologici
Cefalea 0,4 0,3 2,6 1,5

Negli studi clinici e/o durante l’esperienza post-marketing sono state riportate anche le seguenti reazioni:

Comuni (≥1/100, <1/10), Non comuni (≥;1/1.000, <1/100), Rare (≥1/10.000, <1/1.000), Molto rare (<1/10.000 inclusi casi isolati)

Disturbi del sistema immunitario

Rare: reazioni di ipersensibilità inclusi orticaria e angioedema.

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Rare: ipocalcemia sintomatica, spesso in associazione con condizioni predisponesti (vedere paragrafo 4.4).

Disturbi del sistema nervoso

Comuni: cefalea.

Patologie dell’occhio

Rare: uveite, sclerite, episclerite.

Patologie gastrointestinali

Comuni: dolore addominale, dispepsia, stipsi, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido.

Non comuni: nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*, melena.

Rare: restringimento del lume esofageo*, ulcera orofaringea*, SUP del tratto gastrointestinale superiore (perforazione, ulcere, sanguinamento) (vedere sezione 4.4).

* vedere paragrafi 4.2 e 4.4.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Non comuni: eruzione cutanea, prurito, eritema.

Rare: eruzione cutanea con fotosensibilità.

Molto rare e casi isolati: casi isolati di reazioni cutanee gravi incluse sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e tessuto connettivo

Comuni: dolore muscoloscheletrico (ossa, muscoli o articolazioni).

Frequenza rara: osteonecrosi della mandibola e/o mascella è stata segnalata in pazienti trattati con bifosfonati. La maggioranza delle segnalazioni riguarda pazienti con cancro, ma alcuni casi sono stati riportati anche in pazienti trattati per osteoporosi. L’osteonecrosi della mandibola e/o mascella è generalmente associata ad estrazione dentaria e/o infezione locale (osteomielite inclusa). Diagnosi di cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi e scarsa igiene orale sono anche ritenuti come fattore di rischio; dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare) grave (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).

Fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore (reazione avversa di classe dei bisfosfonati).

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Rare: sintomi transitori come da risposta della fase acuta (mialgia, malessere e raramente, febbre), tipicamente in associazione con l’inizio del trattamento.

Con l’uso commerciale del farmaco sono state riportate le seguenti reazioni (incidenza sconosciuta):

Patologie del sistema nervoso: capogiro.

Patologie dell’orecchio e del labirinto: vertigini.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: gonfiore delle articolazioni.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede somministrazione: astenia, edema periferico.

Esami diagnostici

Negli studi clinici, sono state riportate riduzioni asintomatiche, lievi e transitorie del calcio e del fosfato sierici rispettivamente nel 18% e nel 10% circa dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/die rispetto a 12% e 3% circa di quelli trattati con placebo. Tuttavia, le incidenze delle riduzioni del calcio sierico fino a valori <8,0 mg/dl (2,0 mmol/l) e del fosfato sierico fino a valori di ≤ 2,0 mg/dl (0,65 mmol/l) rilevate nei due gruppi di trattamento sono risultate simili.

Loss 70 mg compresse rivestite con film: avvertenze per l’uso

L’alendronato puĂ² causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore. A causa del potenziale peggioramento della patologia di base, si deve agire con cautela nel somministrare l’alendronato a pazienti con patologie attive a livello del tratto gastro-intestinale superiore, quali disfagia, patologie esofagee, gastrite, duodenite, ulcere o con storia recente (entro l’anno precedente) di patologie gastrointestinali importanti quali ulcera peptica o sanguinamento gastrointestinale attivo o chirurgia del tratto gastrointestinale superiore esclusa la piloroplastica (vedere paragrafo 4.3 "Controìndìcazìonì"). In pazienti con accertato esofago di Barrett, il medico deve valutare i benefici e i rischi potenziali dell’alendronato nei singoli pazienti.

In pazienti in trattamento con alendronato sono stati riportati reazioni indesiderate (alcune gravi e con necessitĂ  di ospedalizzazione) a carico dell’esofago quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, raramente seguite da stenosi esofagee. Il medico deve, pertanto, fare attenzione alla comparsa di qualsiasi segno o sintomo che indichi una possibile reazione esofagea ed avvisare il paziente di interrompere l’alendronato e rivolgersi ad un medico nel caso si verifichino sintomi di irritazione esofagea quali disfagia, odinofagia, dolore retrosternale, insorgenza o peggioramento di pirosi.

Il rischio di eventi indesiderati gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato in maniera appropriata e/o che continuano ad assumere l’alendronato dopo lo sviluppo di sintomi riferibili ad irritazione esofagea. Ăˆ molto importante che il paziente conosca e comprenda bene le modalitĂ  di assunzione del farmaco (vedere 4.2). Il paziente deve essere informato che se non vengono seguite queste precauzioni, puĂ² aumentare il rischio di problemi esofagei.

Mentre in ampi studi clinici non è stato osservato un aumento del rischio, sono stati segnalati (dopo l’entrata in commercio del farmaco) rari casi di ulcere gastriche e

duodenali, alcuni dei quali gravi ed associati a complicanze.

L’Osteonecrosi della mandibola e/o mascella, generalmente associata ad estrazione dentale e/o ad infezione locale (osteomielite inclusa), è stata riportata in pazienti con cancro in trattamento con regimi comprendenti i bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mandibola e/o mascella è stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con i bifosfonati orali.

Quando si valuta il rischio individuale di sviluppare osteonecrosi della mandibola e/o della mascella, devono essere presi in considerazione i seguenti fattori di rischio:

potenza del bifosfonato (maggiore per l’acido zoledronico), via di somministrazione (vedì sopra) e dose cumulativa

cancro chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, fumo

storia di patologie dentarie, scarsa igiene orale, patologie parodontali, procedure dentarie invasive e cattivo monitoraggio di protesi.

La necessitĂ  di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive deve essere presa in considerazione prima di iniziare un trattamento con bifosfonati orali in pazienti con uno scarso stato di salute dentale.

Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure dentarie invasive. Nei pazienti che hanno sviluppato osteonecrosi della mandibola e/o mascella durante la terapia con i bifosfonati, la chirurgia dentaria puĂ² esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentaria, non ci sono dati disponibili per suggerire che l’interruzione del trattamento con i bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola e/o mascella.

Il giudizio clinico del medico deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.

Durante il trattamento con bifosfanati, tutti i pazienti devono essere incoraggiati a mantenere un a buona igiene orale, sottoporsi a controlli dentali periodici e riferire di qualsiasi sintomo orale come mobilitĂ  dei denti, dolore o gonfiore.

Nei pazienti trattati con bifosfonati sono stati riportati dolori ossei, articolari e/o muscolari. Nell’esperienza post-marketing questi sintomi sono stati raramente gravi e/o hanno causato disabilità (vedere paragrafo 4.8). I tempi di esordio dei sintomi sono risultati variabili da un giorno a diversi mesi dall’inizio del trattamento. Nella maggior parte dei pazienti l’interruzione del trattamento ha dato luogo a un sollievo dai sintomi. A seguito di una nuova somministrazione dello stesso farmaco o di un altro bifosfonato, un sottogruppo di pazienti è andato incontro ad una ricaduta dei sintomi.

Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, primcipalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore o a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini a evidenze radiografiche di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito uno frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. E’ stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bifosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale.

Durante trattamento con bisfosfonoti i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti questi sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore.

Durante l’esperienza post-marketing, ci sono state rare segnalazioni di gravi reazioni cutanee incluse la sindrome di Stevens-Johnson e la necrolisi epidermico tossica.

I pazienti devono essere informati che in caso di mancata assunzione della dose settimanale di LOSS 70 mg, devono assumere una compressa al mattino successivo al giorno in cui se ne sono accorti. Non si devono prendere due compresse lo stesso giorno ma si deve ricominciare ad assumere una compressa una volta a settimana, nel giorno prescelto come stabilito in precedenza.

Non si raccomanda l’uso di alendronato in pazienti con compromissione della funzione renale quando la GFR è minore di 35 ml/min (vedere 4.2).

Si devono considerare con attenzione cause di osteoporosi diverse dalla carenza di estrogeni e dall’etĂ .

L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con alendronato (vedere paragrafo 4.3). Anche altri disordini riguardanti il metabolismo minerale (come una carenza di vitamina D e ipoparatiroidismo) devono essere trattati adeguatamente. In pazienti affetti da queste condizioni cliniche deve essere effettuato il monitoraggio dei livelli del calcio sierico e dell’ipocalcemia nel corso del trattamento con LOSS.

A causa dell’effetto positivo dell’alendronato sull’incremento della mineralizzazione dell’osso, possono verificarsi diminuzioni dei livelli sierici del calcio e dei fosfati. Tali diminuzioni sono usualmente limitate ed asintomatiche. Vi sono state tuttavia rare segnalazioni di ipocalcemia sintomatica, occasionalmente gravi e spesso a carico di pazienti con condizioni predisponenti (es.: ipoparatiroidismo, deficit di vitamina D e malassorbimento del calcio).

Ăˆ particolarmente importante assicurare un adeguato apporto di calcio e vitamina D in pazienti in terapia con glucocorticoidi.

Eccipienti

Il prodotto contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo farmaco.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco