Pentaglobin: effetti collaterali e controindicazioni

Pentaglobin: effetti collaterali e controindicazioni

Pentaglobin 50 mg/ml soluzione per infusione (Immunoglobulina Umana Normale) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Terapia di supporto di gravi infezioni batteriche in aggiunta alla terapia antibiotica.

Terapia sostitutiva con immunoglobuline in pazienti immunosoppressi e con grave sindrome da carenza di anticorpi secondaria

Pentaglobin 50 mg/ml soluzione per infusione: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Pentaglobin 50 mg/ml soluzione per infusione ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Pentaglobin 50 mg/ml soluzione per infusione, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Pentaglobin 50 mg/ml soluzione per infusione: controindicazioni

IpersensibilitĂ  ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

IpersensibilitĂ  alle immunoglobuline umane, in particolare nei pazienti con anticorpi anti- IgA.

Pentaglobin 50 mg/ml soluzione per infusione: effetti collaterali

Sommario del profilo di sicurezza

A seguito della somministrazione di immunoglobulina umana normale sono state osservate le seguenti reazioni avverse

In generale, le frequenze riportate in basso sono state calcolate in base al numero di pazienti trattati salvo diversamente specificato, ad es. in base al numero di infusioni.

Occasionalmente possono verificarsi reazioni avverse quali brividi, cefalea, capogiri, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, ipotensione arteriosa e moderato dolore lombare.

Raramente le immunoglobuline umane normali possono provocare una improvvisa riduzione della pressione sanguigna e, in casi isolati, shock anafilattico, anche in pazienti che non avevano mostrato segni di ipersensibilitĂ  a precedenti somministrazioni.

Dopo la somministrazione di immunoglobulina umana normale sono stati osservati casi di meningite asettica reversibile e rari casi di reazioni cutanee transitorie (compreso il lupus eritematoso cutaneo – frequenza non nota). Reazioni emolitiche reversibili sono state osservate soprattutto nei pazienti con gruppi sanguigni A, B e AB. Raramente, un’anemia emolitica che richiede una trasfusione puĂ² comparire dopo trattamento con IVIg a dosi elevate (vedere anche paragrafo 4.4).

Sono stati osservati aumenti della creatinina sierica e/o casi di insufficienza renale acuta.

Molto raramente: reazioni tromboemboliche come infarto del miocardio, ictus, embolia polmonare, trombosi venose profonde.

Per le informazioni di sicurezza riguardanti gli agenti trasmissibili, vedere paragrafo 4.4.

Elenco tabulare delle reazioni avverse Le due tabelle di seguito elencano le reazioni avverse identificate nel corso dell’uso di Pentaglobin ordinate in base alla fonte.

La Tabella 1 mostra le reazioni avverse a Pentaglobin segnalate nel corso di studi clinici e la tabella 2 mostra le reazioni avverse a Pentaglobin osservate dopo la commercializzazione.

Le frequenze sono state valutate secondo la convenzione seguente: molto comune (?1/10); comune (?1/100, <1/10); non comune (?1/1.000, <1/100); raro (?1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non puĂ² essere definita sulla base dei dati disponibili).

Tabella 1:Reazioni avverse al farmaco segnalate negli studi controllati

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA (SOC) Reazione avversa Frequenza
Disturbi del sistema immunitario Reazioni allergiche non comune
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA (SOC) Reazione avversa Frequenza
Patologie vascolari Bassa pressione sanguigna/ipotensione comune
Patologie gastrointestinali Nausea, vomito comune
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Reazione cutanea/dermatite allergica non comune
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo Dolori alla schiena non comune

Tabella 2: Reazioni avverse segnalate nell’esperienza post-marketing (frequenza non nota (la frequenza non puĂ² essere definita sulla base dei dati disponibili))

Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA (SOC) Reazione avversa
Infezioni ed infestazioni Meningite asettica
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia emolitica/emolisi
Disturbi del sistema immunitario IpersensibilitĂ , shock anafilattico
Patologie del sistema nervoso Cefalea, capogiro
Patologie renali e urinarie Aumento della creatinina sierica e/o insufficienza renale acuta
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Brividi, piressia

Popolazione pediatrica

Si prevede che la frequenza, il tipo e la severitĂ  delle reazioni avverse nella popolazione pediatrica non differiscano da quelli osservati negli adulti.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo :

http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa

Pentaglobin 50 mg/ml soluzione per infusione: avvertenze per l’uso

Determinati effetti indesiderati gravi possono essere correlati alla velocità di infusione. Le velocità di infusione raccomandate e riportate al paragrafo 4.2 devono essere rispettate scrupolosamente e i pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione per tutta la durata dell’infusione al fine di accertare eventuali sintomi di effetti indesiderati.

Determinati effetti indesiderati possono verificarsi piĂ¹ frequentemente

in caso di elevata velocitĂ  di infusione,

in pazienti trattati per la prima volta con immunoglobuline umane oppure, in rari casi, quando si cambia il preparato immunoglobulinico oppure quando è trascorso molto tempo da una precedente infusione.

Spesso, possono essere evitate possibili complicanze verificando che i pazienti:

non siano ipersensibili alle immunoglobuline umane; a tal fine, somministrare inizialmente il prodotto a bassa velocitĂ  di infusione (0,4 ml/kg di peso corporeo/ora).

vengano tenuti sotto osservazione per tutta la durata dell’infusione al fine di accertare eventuali

sintomi di effetti indesiderati. In particolare i pazienti trattati per la prima volta con immunoglobuline umane, quelli trattati in precedenza con un preparato immunoglobulinico diverso o quelli per i quali è trascorso molto tempo dalla precedente infusione devono essere tenuti sotto osservazione per tutta la durata della prima infusione e per un’ora dopo l’infusione, al fine di accertare eventuali effetti indesiderati. Tutti gli altri pazienti devono essere tenuti sotto osservazione per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.

Se si verifica un effetto indesiderato occorre ridurre la velocità di infusione oppure sospendere l’infusione. La terapia necessaria è commisurata al tipo e alla gravità dell’effetto indesiderato.

In caso di shock devono essere applicate le misure mediche standard attualmente vigenti per la terapia dello shock.

La terapia con immunoglobuline richiede in tutti i pazienti

un’adeguata idratazione prima dell’inizio dell’infusione,

il monitoraggio della diuresi,

il monitoraggio dei valori di creatinina sierica,

evitare la somministrazione concomitante di diuretici dell’ansa.

IpersensibilitĂ 

Le reazioni di ipersensibilitĂ  vere e proprie sono rare. Possono manifestarsi nei pazienti con anticorpi anti-IgA.

Le immunoglobuline non devono essere somministrate nei pazienti con carenza selettiva di IgA, laddove la carenza di IgA sia l’unica anomalia problematica.

Raramente la somministrazione di immunoglobuline puĂ² causare una caduta della pressione arteriosa con reazione anafilattica, perfino nei pazienti che hanno ben tollerato precedenti trattamenti con immunoglobuline.

Tromboembolia

Esistono indicazioni cliniche di una correlazione fra la somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa (intravenous immunoglobulin, IVIg) ed eventi tromboembolici, quali infarto miocardico, accidente cerebrovascolare (ictus), embolia polmonare e trombosi venose profonde che si ritiene siano correlati ad un aumento relativo della viscosità ematica dovuto ad un’elevata somministrazione di immunoglobuline nei pazienti a rischio. Si richiede prudenza nella prescrizione e infusione di immunoglobuline endovena alle seguenti categorie di pazienti: pazienti obesi e pazienti con fattori di rischio pre-esistenti per eventi trombotici (per esempio età avanzata, ipertensione, diabete mellito, malattia vascolare nota o episodi trombotici, pazienti con disturbi trombofilici acquisiti o ereditari, pazienti con prolungata immobilizzazione, pazienti con grave ipovolemia, nonché pazienti con malattie che aumentano la viscosità ematica).

Nei pazienti a rischio di effetti indesiderati tromboembolici, le IVIg devono essere somministrate alla minima velocitĂ  di infusione e dose praticabili.

Insufficienza renale acuta

Sono stati descritti casi di insufficienza renale acuta nei pazienti trattati con immunoglobuline per via endovenosa (IVIg). Nella maggior parte dei casi sono stati individuati fattori di rischio, quali insufficienza renale pre-esistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, uso concomitante di farmaci nefrotossici o etĂ  superiore ai 65 anni.

In caso di compromissione della funzione renale, si deve prendere in considerazione la sospensione del preparato immunoglobulinico.

Esistono casi di disfunzione renale e insufficienza renale acuta associati all’uso di numerosi preparati di IVIg autorizzati contenenti vari eccipienti, quali saccarosio, glucosio e maltosio, tuttavia i preparati coinvolti per i quali è stato segnalato un numero maggiore di casi sono quelli contenenti saccarosio come stabilizzante. Nei pazienti a rischio puĂ² essere considerato l’uso di preparati immunoglobulinici che non contengono questi eccipienti.

Pentaglobin non contiene saccarosio ma contiene glucosio (vedì sezìone dì questo rìassunto delle caratterìstìche del prodotto rìferìto al contenuto dì glucosìo).

Nei pazienti a rischio di insufficienza renale acuta, si raccomanda di somministrare i preparati di IVIg alla minima velocitĂ  di infusione e dose praticabili

Sindrome da meningite asettica (AMS)

Sono stati riportati casi di meningite asettica (aseptic meningitis syndrome, AMS) correlati al trattamento con immunoglobuline per via endovenosa (preparati di IVIg). L’interruzione del trattamento con IVIg ha prodotto una remissione dell’AMS entro pochi giorni, senza danni conseguenti. La sindrome si manifesta normalmente entro un periodo compreso fra qualche ora e 2 giorni dopo l’inizio del trattamento con IVIg. Le analisi del liquor cerebrospinale risultano per lo piĂ¹ positive, con pleocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm3, prevalentemente della serie granulocitica, ed elevati livelli di proteine, fino a diverse centinaia di mg/dl. L’AMS puĂ² verificarsi con maggiore frequenza in associazione a un trattamento con IVIg a dose elevata (2 g/kg).

Anemia emolitica

Le immunoglobuline somministrate per via endovenosa (preparati di IVIg) possono contenere anticorpi anti-gruppi sanguigni, che possono fungere da emolisine e indurre in vivo il rivestimento degli eritrociti con immunoglobuline, determinando una reazione positiva all’antiglobulina in modalitĂ  diretta (test di Coombs) e, raramente, un’emolisi. A seguito di una terapia con IVIg puĂ² svilupparsi anemia emolitica a causa dell’intensificazione del sequestro degli eritrociti. I pazienti trattati con immunoglobuline per via endovenosa devono essere tenuti sotto osservazione per individuare la comparsa di segni e sintomi di emolisi (vedere paragrafo 4.8.).

Interferenza con le analisi sierologiche

Dopo l’iniezione di immunoglobuline, l’aumento temporaneo dei vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente puĂ² dare luogo a risultati falsi positivi nelle analisi sierologiche.

La trasmissione passiva di anticorpi anti-antigeni eritrocitici, per esempio A, B e D, puĂ² falsare alcune analisi sierologiche per gli anticorpi anti-eritrociti, per esempio il test dell’antiglobulina diretto (direct antiglobulin test, DAT, test di Coombs diretto).

Agenti patogeni trasmissibili

Le comuni misure di prevenzione delle infezioni conseguenti alla somministrazione di medicinali prodotti da sangue o plasma umano includono la selezione dei donatori, il controllo delle singole donazioni e dei pool di plasma per specifici marcatori di infezione e l’adozione di procedure di produzione efficaci per l’inattivazione/eliminazione dei virus. CiĂ² nonostante, quando vengono somministrati medicinali prodotti da sangue o plasma umano, non puĂ² essere totalmente esclusa la possibilitĂ  di trasmissione di agenti patogeni. CiĂ² si applica anche a virus sconosciuti o emergenti e ad altri patogeni.

Le misure adottate sono considerate efficaci per i virus capsulati, quali il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), il virus dell’epatite B (HBV) e il virus dell’epatite C (HCV).

Le misure intraprese possono avere efficacia limitata per i virus non capsulati, quali il virus dell’epatite A (HAV) e il parvovirus B19.

L’esperienza clinica rassicura circa l’assenza di trasmissione del virus dell’epatite A o del parvovirus B19 con le immunoglobuline; si ritiene, inoltre, che il contenuto anticorpale costituisca un contributo importante alla sicurezza virale.

Si raccomanda vivamente, ogni volta che Pentaglobin viene somministrato ad un paziente, di registrare il nome e il numero di lotto del preparato al fine di mantenere un collegamento tra il paziente e il numero di lotto del prodotto.

Pentaglobin contiene glucosio:

ml di soluzione per infusione contiene 25 mg di glucosio (circa 0,0021 unitĂ  pane). Una dose giornaliera per gli adulti di circa 350 ml contiene circa 8,75 g di glucosio pari a circa 0,735 unitĂ  pane Occorre tenerne conto nei pazienti con diabete mellito.

Pentaglobin contiene sodio:

Pentaglobin contiene 0,078 mmol/ml (1,79 mg/ml) di sodio (componente principale del sale da cucina). Una dose giornaliera per gli adulti di circa 350 ml contiene 27,3 mmol (627,6 mg) di sodio. Questo equivale al 31% circa dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde per un adulto a 2 g di sodio.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco