Rimactazid: effetti collaterali e controindicazioni

Rimactazid: effetti collaterali e controindicazioni

Rimactazid 150 mg/75 mg, compressa rivestita con film (Rifampicina + Isoniazide) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Per la fase di mantenimento del trattamento della tubercolosi, secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Devono essere tenute in considerazione anche le altre linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antitubercolari.

Rimactazid 150 mg/75 mg, compressa rivestita con film: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, però, anche Rimactazid 150 mg/75 mg, compressa rivestita con film ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Rimactazid 150 mg/75 mg, compressa rivestita con film, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Rimactazid 150 mg/75 mg, compressa rivestita con film: controindicazioni

Ipersensibilità nota o sospetta alle rifamicine, all’isoniazide e/o a uno qualsiasi degli eccipienti, elencati al paragrafo 6.1.

Anamnesi di epatite indotta da farmaco e patologie epatiche acute, indipendentemente dall’origine. Porfiria.

Insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 25 ml/min) (vedere paragrafo 4.4).

Uso concomitante di voriconazolo e inibitori delle proteasi, eccetto ritonavir, se somministrato al dosaggio pieno o 600 mg due volte al giorno (vedere paragrafo 4.5).

Rimactazid 150 mg/75 mg, compressa rivestita con film: effetti collaterali

Stime della frequenza: Comune: > 1/100
Non comune ≥ 1/1.000 e ≤ 1/100
Raro: ≥ 1/10.000 e ≤ 1/1.000
Molto raro: < 1/10.000

Effetti indesiderati della rifampicina che potrebbero verificarsi durante la terapia quotidiana continua o intermittente

Patologie del sistema emolinfopoietico Raro: Leucopenia transitoria, eosinofilia, agranulocitosi. Trombocitopenia e porpora trombocitopenica si evidenziano più frequentemente con la terapia intermittente che non con il trattamento quotidiano continuo, durante il quale si verificano solo in casi molto rari. Quando la somministrazione di rifampicina è proseguita dopo la comparsa di porpora, sono stati riportati casi di emorragia cerebrale e letali. (vedere paragrafo 4.4). Emolisi, anemia emolitica. È stata anche riportata coagulazione intravascolare disseminata.
Patologie endocrine Raro: Disturbi mestruali (in casi estremi amenorrea); induzione di crisi in pazienti affetti da morbo di Addison (vedere paragrafo 4.5)
Disturbi psichiatrici Raro: Confusione mentale, psicosi.
Patologie del sistema nervoso Comune: Stanchezza, sonnolenza, mal di testa, sensazione di testa vuota, capogiri
Raro: Atassia, debolezza muscolare, miopatia.
Patologie dell’occhio Comune: Arrossamento degli occhi, alterazione permanente del colore delle lenti a contatto morbide
Raro: Disturbi visivi, segnali e sintomi gravi, quali, ad es., congiuntivite essudativa
Patologie gastrointestinali Comune: Anoressia, nausea, dolori addominali, gonfiore
Raro: Vomito o diarrea, episodi isolati di gastrite erosiva e colite pseudomembranosa, pancreatiti
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune: Vampate, prurito con o senza rash cutaneo, orticaria
Raro: Reazioni cutanee gravi, quali sindrome di Stevens-Johnson e reazioni di ipersensibilità generalizzata, ad es. dermatite esfoliativa, sindrome di Lyell e reazioni pemfigoidi
Patologie epatobiliari Comune: Aumento asintomatico degli enzimi epatici (vedere paragrafo 4.4).
Raro: Epatite o ittero, induzione di porfiria (vedere paragrafo 4.3)
Patologie renali e urinarie Raro: Sono stati segnalati aumenti dell’azoto ureico nel sangue (BUN) e dell’acido urico nel siero. È stata segnalata insufficienza renale acuta dovuta a emoglobinuria, ematuria, nefrite interstiziale, glomerulonefrite e necrosi tubulare.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: Colorazione rossastra dei liquidi e delle secrezioni corporee, quali urina, espettorato, liquido lacrimale, feci, saliva e sudore.
Raro: Collasso, shock, edema

Effetti indesiderati della rifampicina che si verificano principalmente durante la terapia intermittente o alla ripresa del trattamento dopo un’interruzione temporanea

Nei pazienti che assumono rifampicina con schemi di dosaggio diversi da quelli giornalieri o in pazienti che riprendono il trattamento dopo un’interruzione temporanea, si può sviluppare una sindrome simile a quella influenzale, molto probabilmente di origine immunopatologica. Tale sindrome è caratterizzata da febbre, brividi e, spesso, mal di testa, vertigini e dolori muscolo-scheletrici. In rari casi questa “sindrome simil-influenzale” può essere seguita da trombocitopenia, porpora, dispnea, attacchi di tipo asmatico, anemia emolitica, shock e insufficienza renale acuta. Tali gravi complicanze possono, comunque, presentarsi improvvisamente, senza essere precedute dalla “sindrome simil-influenzale”, in particolare alla ripresa del trattamento dopo interruzione temporanea o quando la rifampicina è somministrata una volta alla settimana ad alte dosi (≥ 25 mg/kg) (vedere paragrafo 4.4). Quando rifampicina è somministrata a basse dosi (600 mg) 2-3 volte a settimana, la sindrome si verifica meno frequentemente, la sua incidenza quindi può essere paragonabile a quella osservata durante la quotidiana somministrazione (vedere paragrafo 4.4).

Effetti indesiderati dell’isoniazide

Patologie emolinfopoietiche Raro: Eosinofilia, trombocitopenia, anemia (emolitica, sideroblastica)
Molto raro: Agranulocitosi
Patologie endocrine Raro: Isoniazide può interferire con il metabolismo epatico di diversi ormoni, cosa che può portare a disturbi mestruali, ginecomastia, sindrome di Cushing, pubertà precoce, iperglicemia e diabete difficilmente controllabile, acidosi metabolica (vedere paragrafo 4.4)
Disturbi psichiatrici Raro: Psicosi, iperattività, euforia, insonnia
Patologie del sistema nervoso Comune: Neuropatia periferica (dipendente dalla dose e più comune in pazienti denutriti, alcolisti, acetilatori lenti e diabetici), di solito preceduta da parestesia ai piedi e alle mani (vedere paragrafo 4.4)
Raro: Danno al nervo ottico (vedere paragrafo 4.4), convulsioni, capogiri, stordimento, mal di testa, encefalopatia tossica. Dosaggi elevati possono aumentare la frequenza delle crisi nei soggetti epilettici (vedere paragrafo 4.4).
Patologie gastrointestinali ComuneMolto raro: Nausea, vomito, sofferenza epigastrica Pancreatiti
Patologie epatobiliari Comune: Disturbi della funzionalità epatica (di solito aumento lieve e transitorio delle transaminasi sieriche). I sintomi prodromici più comuni sono anoressia, nausea, vomito, affaticamento, malessere e debolezza (vedere paragrafo 4.4).
RaroMolto raro: Epatite, epatite grave Epatite fulminante
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: Reazioni allergiche e altre reazioni, quali esantema da farmaco e febbre
Raro: Reazioni allergiche e altre reazioni, quali secchezza delle fauci, pirosi gastrica, disturbi della minzione, sindrome reumatica, segni e sintomi simili al lupus eritematoso, pellagra, vascolite, linfoadenopatia, acne.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/responsabili-farmacovigilanza

Rimactazid 150 mg/75 mg, compressa rivestita con film: avvertenze per l’uso

Avvertenze

Quando è noto il fenotipo di acetilazione ,i pazienti con acetilazione estremamente veloce o estremamente lenta devono assumere i due principi attivi separatamente, al fine di facilitare l’aggiustamento della dose di isoniazide.

Rimactazid deve essere sospeso immediatamente se si verificano reazioni di ipersensibilità acuta grave, quali trombocitopenia, porpora, anemia emolitica, dispnea e attacchi di tipo asmatico, shock o insufficienza renale, in quanto questi sono effetti collaterali che la rifampicina può provocare in casi eccezionali. I pazienti che sviluppano tali reazioni non devono essere mai più trattati con rifampicina.

Rimactazid deve essere sospeso se compaiono altri segni di ipersensibilità, quali febbre o reazioni cutanee. Per ragioni di sicurezza, il trattamento non deve essere continuato o ripreso con rifampicina.

Rimactazid non va somministrato nei bambini di età inferiore a 6 anni, per via del rischio di aspirazione. Rimactazid non ha un dosaggio adatto al trattamento di pazienti con peso corporeo inferiore a 30 kg.

Precauzioni

Le precauzioni per l’uso di Rimactazid sono le stesse valide per la somministrazione di rifampicina e isoniazide come singoli principi attivi.

Ai pazienti va fornita l’informazione di evitare l’interruzione del trattamento. Grave insufficienza epatica, denutrizione, alcolismo

Rifampicina e isoniazide sono metabolizzate nel fegato. Livelli di transaminasi elevati, sopra il limite superiore alla norma (ULN), si riscontrano comunemente. La disfunzione epatica, che può evidenziarsi nelle prime settimane di trattamento, ritorna solitamente entro i valori normali spontaneamente, senza interruzione del trattamento, e di solito entro il terzo mese di trattamento.

Con rifampicina, sebbene si verifichino comunemente lievi aumenti degli enzimi epatici, ittero clinico o evidenze di epatite sono rari. Nei pazienti che assumono sia isoniazide che rifampicina, un modello colestatico con fosfatasi alcalina elevata suggerisce che la rifampicina è l’agente causale, mentre un aumento delle transaminasi potrebbe essere causato da isoniazide o rifampicina, o dalla combinazione di entrambi i farmaci.

I pazienti con funzionalità epatica compromessa devono essere trattati con cautela e tenuti sotto stretto controllo medico.

In questi pazienti, occorre effettuare un attento controllo della funzionalità epatica, soprattutto della transaminasi glutammico-piruvica (SGPT/ALAT) e della transaminasi glutammico ossalacetica sieriche (SGOT/ASAT), prima della terapia e ripetere tale controllo a intervalli settimanali o quindicinali durante la terapia. Rimactazid deve essere sospeso se compaiono segnali di danno epatocellulare.

Un moderato aumento della bilirubina e/o dei livelli di transaminasi non è in sé un indicatore sufficiente per interrompere il trattamento; piuttosto la decisione deve essere presa dopo ripetizione dei tests di funzionalità epatica, osservato l’andamento dei valori e considerato gli stessi in relazione alle condizioni cliniche del paziente.

Si raccomanda l’interruzione del trattamento con isoniazide in presenza di ittero clinico o di livelli di transaminasi superiori a 3 volte il limite ULN (limite superiore della norma). L’associazione a dosi fisse di farmaci, Rimactazid, deve essere sostituita da formulazioni contenenti i componenti singoli di rifampicina e isoniazide, al fine di facilitare il trattamento in queste condizioni cliniche.

E’ raccomandata l’interruzione del trattamento con rifampicina è se la funzionalità epatica non ritorna normale o se le transaminasi superano di 5 volte il limite superiore della norma (ULN). L’associazione a dosi fisse di farmaci, Rimactazid, deve essere sostituita da formulazioni contenenti i componenti singoli, al fine di facilitare il trattamento in queste condizioni cliniche.

L’uso di isoniazide nei pazienti affetti da patologie croniche del fegato deve essere attentamente monitorato. Gravi epatiti, talvolta letali, causate da isoniazide, possono insorgere anche dopo molti mesi di trattamento. Epatotossicità associata alla terapia con isoniazide (che si ritiene dovuta al metabolita diacetilidrazina) è rara nei pazienti fino a 20 anni di età, ma diventa più comune con l’aumentare dell’età fino a raggiungere una incidenza fino al 3% nei pazienti che superano i 50 anni. L’incidenza di epatotossicità grave può essere minimizzata attraverso un attento monitoraggio della funzionalità epatica. I pazienti devono essere monitorati in relazione alla comparsa di sintomi prodromici di epatite, quali senso di affaticamento, debolezza, malessere, anoressia, nausea o vomito. Se compaiono questi sintomi o se vengono rilevati segni di danno epatico, il trattamento deve essere immediatamente interrotto. Continuare ad assumere Rimactazid in questi casi può portare a forme più gravi di danno epatico.

Nei pazienti con patologia epatica cronica, così come negli alcolisti cronici e nei pazienti denutriti, i benefici terapeutici del trattamento con Rimactazid devono essere valutati rispetto ai possibili rischi.

Qualora si consideri necessario il trattamento antitubercolare, può risultare importante modificare il dosaggio di rifampicina e isoniazide. e Rimactazid non deve essere utilizzato in tali pazienti perché l’aggiustamento della dose può essere realizzato solo somministrando rifampicina e isoniazide separatamente.

Per pazienti denutriti o anziani, può essere utile un’integrazione di piridossina (vitamina B6), perché l’isoniazide ad alti dosaggi può provocare una carenza di piridossina (vitamina B6).

Insufficienza renale grave

Nell’insufficienza renale grave, l’eliminazione dell’isoniazide può essere rallentata con conseguente esposizione sistemica più elevata, cosa che può provocare un aumento degli eventi avversi. Rimactazid deve essere usato con cautela in pazienti con insufficienza renale moderata (clearance della creatinina 25- 60 ml/min).

Ematologia

Deve essere controllata la conta ematica completa durante un trattamento prolungato e in pazienti con disturbi epatici. La rifampicina deve essere definitivamente interrotta se si evidenziano trombocitopenia o porpora.

Diabete mellito

È stata evidenziata una maggiore difficoltà nel controllo del diabete mellito quando a questi pazienti si somministra isoniazide.

Epilessia

I pazienti affetti da disturbi convulsivi devono essere tenuti sotto stretta osservazione durante il trattamento con Rimactazid, per via degli effetti neurotossici dell’isoniazide.

Neuropatia

Occorre osservare cautela nei soggetti affetti da nevrite periferica. È necessario prevedere esami neurologici regolari, con particolare attenzione ai pazienti con anamnesi di abuso di alcool. L’uso di piridossina (vitamina B6) può prevenire o ridurre la neuropatia dovuta al trattamento con isoniazide, soprattutto negli anziani e in pazienti denutriti. La piridossina deve essere somministrata in accordo con le linee guida ufficiali.

Contraccezione

Devono essere utilizzati sistemi contraccettivi supplementari non ormonali per impedire la possibilità di una gravidanza durante il trattamento con rifampicina (vedere paragrafo 4.5).

Alcool

I pazienti devono astenersi dal consumo di alcool durante il trattamento con Rimactazid.

Analisi di laboratorio

La conta ematica completa e i tests di funzionalità epatica (SGPT/ALAT, SGOT/ASAT), devono essere effettuati prima del trattamento e a intervalli regolari durante il trattamento.

Contemporanea somministrazione di altri farmaci

Deve essere evitata la contemporanea somministrazione dei seguenti prodotti medicinali con Rimactazid: nevirapina, simvastatina, contraccettivi orali e ritonavir (se somministrato a bassi dosaggi come “rinforzo” potrebbe verificarsi una marcata riduzione della concentrazione plasmatica) (vedere paragrafo 4.5).

Rifampicina presenta proprietà di induzione enzimatica che possono potenziare il metabolismo dei substrati endogeni, inclusi gli ormoni surrenalici, gli ormoni tiroidei e la vitamina D. Segnalazioni isolate sono state associate all’esacerbazione di porfiria con la somministrazione di rifampicina.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco