Siloxezol: effetti collaterali e controindicazioni

Siloxezol: effetti collaterali e controindicazioni

Siloxezol 30 mg (Duloxetina Cloridrato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Trattamento del disturbo depressivo maggiore. Trattamento del dolore neuropatico diabetico periferico. Trattamento del disturbo d’ansia generalizzato.

Siloxezol è indicato negli adulti.

Per ulteriori informazioni vedere paragrafo 5.1.

Siloxezol 30 mg: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Siloxezol 30 mg ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Siloxezol 30 mg, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Siloxezol 30 mg: controindicazioni

IpersensibilitĂ  al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

L’uso contemporaneo di Siloxezol con gli inibitori della monoamino ossidasi (IMAO) non selettivi ed irreversibili è controindicato (vedere paragrafo 4.5).

Epatopatia con compromissione epatica (vedere paragrafo 5.2).

Grave danno renale (clearance della creatinina <30 ml/min) (vedere paragrafo 4.4).

L’inizio del trattamento con Siloxezol è controindicato nei pazienti con ipertensione non controllata, perchĂ© puĂ² esporre i pazienti ad un potenziale rischio di crisi ipertensiva (vedere paragrafì 4.4 e 4.8).

Siloxezol 30 mg: effetti collaterali

Sommario del profilo di sicurezza

Nei pazienti trattati con duloxetina le reazioni avverse piĂ¹ comunemente riportate sono state nausea, cefalea, secchezza della bocca, sonnolenza e capogiro. Tuttavia, la maggioranza delle reazioni avverse comuni si è presentata da lieve a moderata, generalmente esse sono iniziate precocemente durante la terapia e la maggior parte di esse tendeva a ridursi con il proseguimento della terapia.

Tabella riassuntiva delle reazioni avverse

La Tabella 1 mostra le reazioni avverse osservate in segnalazioni spontanee e in studi clinici controllati con placebo

Tabella 1: Reazioni avverse

Valutazione della frequenza: molto comune (?1/10), comune (?1/100, <1/10), non comune (?1/1.000,

<1/100), raro (?1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000).

Per ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravitĂ .

Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro
Infezioni ed infestazioni
Laringite
Disturbi del sistema immunitario
Reazione anafilattica
Disturbo di ipersensibilitĂ 
Patologie endocrine
Ipotiroidismo
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Appetito ridotto Iperglicemia
(riportata specialmente nei pazienti diabetici)
Disidratazione
Iponatriemia Sindrome da inappropriata secrezione di ormone
antidiuretico6
Disturbi psichiatrici
Insonnia
Agitazione Libido diminuita Ansia
Orgasmo alterato Sogni anormali
Ideazione
suicidaria5,7 Disturbo del sonno Bruxismo
Disorientamento Apatia
Comportamento
suicidario5,7 Mania Allucinazioni Aggressione e collera4
Patologie del sistema nervoso
Cefalea
Sonnolenza
Capogiro
Letargia Tremore Parestesia
Mioclono
Acatisia7 Nervosismo Disturbo dell’attenzione Disgeusia Discinesia Sindrome delle gambe senza riposo
Sonno di cattiva qualitĂ 
Sindrome
serotoninergica6 Convulsioni1 Irrequietezza psicomotoria6 Sintomi extrapiramidali6
Patologie dell’occhio
Visione offuscata Midriasi Compromissione
della visione
Glaucoma
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Tinnito1 Vertigini Otalgia
Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro
Patologie cardiache
Palpitazioni Tachicardia
Aritmia sopraventricolare, principalmente
fibrillazione atriale
Patologie vascolari
Aumento della
pressione sanguigna3 Rossore
Sincope2
Ipertensione3,7 Ipotensione ortostatica2 Sensazione di
freddo alle estremitĂ 
Crisi
ipertensive3,6
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Sbadiglio Tensione alla gola
Epistassi
Malattia
polmonare interstiziale10 Polmonite
eosinofila11
Patologie gastrointestinali
Nausea
Secchezza della bocca
Stipsi
Diarrea Dolore addominale Vomito
Dispepsia Flatulenza
Emorragia
gastrointestinale7 Gastroenterite Eruttazione Gastrite
Disfagia
Stomatite
Ematochezia Alitosi Colite
microscopica9
Patologie epatobiliari
Epatite3
Enzimi epatici elevati (ALT, AST, fosfatasi alcalina) Lesione epatica
acuta
Insufficienza
epatica6 Ittero6
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Sudorazione
aumentata Eruzione cutanea
Sudorazione
notturna Orticaria Dermatite da contatto Sudore freddo Reazioni di fotosensibilità Tendenza all’ecchimosi aumentata
Sindrome di
Stevens-Johnson6 Edema angioneurotico6
Vasculite
cutanea
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Dolore
muscoloscheletric o
Spasmo muscolare
RigiditĂ  muscolare
Contrazione muscolare
Trisma
Patologie renali e urinarie
Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro
Disuria
Pollachiuria
Ritenzione
urinaria DifficoltĂ  iniziale alla minzione Nicturia
Poliuria Flusso urinario
diminuito
Odore alterato
delle urine
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Disfunzione
erettile Disturbi
dell’eiaculazione Eiaculazione ritardata
Emorragia a
carico dell’apparato riproduttivo femminile Disturbo mestruale Disfunzioni di
natura sessuale Dolore testicolare
Sintomi della
menopausa Galattorrea Iperprolattinemia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Cadute8
Affaticamento
Dolore toracico7
Sentirsi strano Sentire freddo Sete
Brividi Malessere Sentire caldo
Disturbi dell’andatura
Esami diagnostici
Riduzione di peso Aumento di peso
Creatinfosfochinas i ematica aumentata Potassio ematico
aumentato
Colesterolo
ematico aumentato

1Casi di convulsione e casi di tinnito sono stati inoltre riportati dopo la sospensione del trattamento.

2Casi di ipotensione ortostatica e sincope sono stati riportati soprattutto all’inizio del trattamento.

3Vedere paragrafo 4.4.

4Casi di aggressione e collera sono stati riportati specialmente nelle fasi precoci del trattamento o dopo la sua sospensione.

5Casi di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari sono stati riportati durante terapia con duloxetina o nelle fasi precoci dopo la sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.4).

6Frequenza stimata delle reazioni avverse riportate durante il periodo di farmacovigilanza successivo alla commercializzazione; non osservate negli studi clinici controllati con placebo.

7Differenza non statisticamente significativa dal placebo.

8Le cadute sono state piĂ¹ comuni nei soggetti anziani (?65 anni di etĂ )

9 Frequenza stimata sulla base di tutti i dati degli studi clinici

10 Frequenza stimata in base a studi clinici controllati con placebo

11 Frequenza delle reazioni averse segnalate stimata in base alla sorveglianza dopo l’immissione in commercio, non osservate in studi clinici controllati con placebo

Descrizione di reazioni avverse selezionate

La sospensione della terapia con duloxetina (specialmente quando avviene in maniera brusca) porta comunemente alla comparsa di sintomi da sospensione. Le reazioni piĂ¹ comunemente riportate sono

capogiro, disturbi del sensorio (incluse parestesia o sensazioni tipo scossa elettrica, con particolare localizzazione cranica), disturbi del sonno (insonnia e sogni vividi), affaticamento, sonnolenza, agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, cefalea, mialgia, irritabilitĂ , diarrea, iperidrosi e vertigini.

Generalmente, per gli SSRI e gli SNRI, questi eventi sono di entitĂ  da lieve a moderata ed autolimitanti, tuttavia, in alcuni pazienti possono essere gravi e/o prolungati. Pertanto, quando il trattamento con duloxetina non è piĂ¹ necessario, si consiglia di effettuare una sospensione graduale della terapia mediante una progressiva riduzione della dose (vedere paragrafì 4.2 e 4.4).

In tre studi clinici di fase acuta della durata di 12 settimane con duloxetina, in pazienti con dolore neuropatico diabetico, è stato osservato un aumento della glicemia a digiuno di lieve entità ma statisticamente significativo nei pazienti trattati con duloxetina. Il valore di HbA1c è risultato stabile sia nei pazienti trattati con duloxetina che in quelli trattati con placebo. Nella fase di estensione di questi studi, durata fino a 52 settimane, c’è stato un aumento del valore di HbA1c in entrambi i gruppi di pazienti trattati con duloxetina e con trattamento di routine, ma l’aumento medio è stato maggiore dello 0,3 % nel gruppo trattato con duloxetina. C’è stato anche un lieve aumento della glicemia a digiuno e del colesterolo totale nei pazienti trattati con duloxetina mentre i test di laboratorio hanno mostrato una lieve diminuzione nel gruppo sottoposto a trattamento di routine.

Nei pazienti trattati con duloxetina l’intervallo QT corretto per la frequenza cardiaca non è risultato diverso da quello osservato nei pazienti trattati con placebo. Nei pazienti trattati con duloxetina e in quelli trattati con placebo non sono state osservate differenze clinicamente significative per le misurazioni del QT, PR, QRS, o QTcB.

Popolazione pediatrica

In studi clinici, 509 pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni con disturbo depressivo maggiore e 241 pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni con disturbo d’ansia generalizzato sono stati trattati con duloxetina. In generale, il profilo delle reazioni avverse con duloxetina in bambini e adolescenti è stato simile a quello osservato negli adulti.

Un totale di 467 pazienti pediatrici inizialmente randomizzati a duloxetina in studi clinici, hanno presentato una diminuzione media di peso di 0,1 kg alla decima settimana rispetto ad un aumento medio di 0,9 kg nei 353 pazienti trattati con placebo. Nella fase successiva, durante il periodo di 4-6 mesi di estensione dello studio, i pazienti hanno presentato mediamente la tendenza al recupero del percentile atteso per il loro peso basale previsto sulla base dei dati di popolazione di soggetti sani di pari etĂ  e sesso.

In studi della durata fino a 9 mesi nei pazienti pediatrici trattati con duloxetina (vedere paragrafo 4.4) è stata osservata una diminuzione media complessiva dell’1% del percentile altezza [una diminuzione del 2% nei ragazzi (di età compresa tra 7 e 11 anni) ed un aumento dello 0,3% negli adolescenti (di età compresa tra 12 e 17 anni)].

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-.

Siloxezol 30 mg: avvertenze per l’uso

Mania e convulsioni

Siloxezol deve essere usato con cautela nei pazienti con una storia di mania o una diagnosi di disturbo bipolare e/o convulsioni.

Midriasi

In associazione con duloxetina è stata riportata midriasi, perciĂ² deve essere usata cautela quando Siloxezol viene prescritto a pazienti con aumentata pressione intraoculare, o a rischio di glaucoma acuto ad angolo chiuso.

Pressione arteriosa e frequenza cardiaca

In alcuni pazienti duloxetina è stata associata ad un aumento della pressione arteriosa e ad ipertensione clinicamente significativa. Questo puĂ² essere dovuto all’effetto di duloxetina sul sistema

noradrenergico. Con duloxetina sono stati riportati casi di crisi ipertensive, soprattutto nei pazienti con ipertensione pre-esistente. Pertanto, nei pazienti con diagnosi di ipertensione e/o altra patologia cardiaca, si raccomanda un monitoraggio pressorio, soprattutto durante il primo mese di trattamento. Duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti le cui condizioni cliniche possono risultare compromesse da patologie che comportano un aumento della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa. Deve inoltre essere usata cautela quando duloxetina viene somministrata in concomitanza a medicinali che possono alterarne il metabolismo (vedere paragrafo 4.5). Pazienti che durante terapia con duloxetina presentano un aumento della pressione arteriosa persistente nel tempo, deve essere considerata una riduzione della dose, o una graduale sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.8). La terapia con duloxetina non deve essere iniziata nei pazienti con ipertensione arteriosa non controllata (vedere paragrafo 4.3).

Danno renale

Nei pazienti con grave danno renale in emodialisi (clearance della creatinina <30 ml/min) le concentrazioni plasmatiche di duloxetina risultano aumentate. Per i pazienti con grave danno renale, vedere paragrafo 4.3. Per informazioni sui pazienti con lieve o moderata disfunzione renale, vedere paragrafo 4.2.

Sindrome serotoninergica

Come con altri medicinali ad azione serotoninergica, la sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente pericolosa per la vita, puĂ² verificarsi durante il trattamento con duloxetina, in particolare con il contemporaneo uso di altri medicinali serotoninergici (inclusi gli SSRI, gli antidepressivi triciclici SNRI o i triptani), con medicinali che alterano il metabolismo della serotonina come gli IMAO, o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici (vedere paragrafì 4.3 e 4.5).

I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere alterazioni dello stato mentale (ad es. agitazione, allucinazioni, coma), instabilitĂ  del sistema nervoso autonomo (ad es. tachicardia, pressione arteriosa instabile, ipertermia), anomalie neuromuscolari (ad es, iperreflessia, incoordinazione), e/o sintomi gastrointestinali (ad es. nausea, vomito, diarrea).

Se un trattamento concomitante con duloxetina ed altri medicinali serotoninergici che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici e/o dopaminergici è clinicamente giustificato, si consiglia un’attenta osservazione del paziente, in particolare all’inizio del trattamento e durante gli aumenti della dose.

Erba di S. Giovanni

Le reazioni avverse possono essere piĂ¹ comuni durante l’uso di Siloxezol in associazione con preparazioni a base di piante medicinali contenenti Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum).

Suicidio

Disturbo depressivo maggiore e disturbo d’ansia generalizzato: La depressione si associa ad un aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Questo rischio persiste fino a che non si verifica una remissione significativa della malattia. PoichĂ© il miglioramento dei sintomi puĂ² non verificarsi sia durante le prime settimane di trattamento che nelle settimane successive, in tale periodo i pazienti devono essere strettamente monitorati. Ăˆ esperienza clinica generale che il rischio di suicidio puĂ² aumentare nelle prime fasi del processo di guarigione.

Altre condizioni psichiatriche per le quali viene prescritto Siloxezol possono essere associate anche con un aumentato rischio di eventi correlati al suicidio. Inoltre, queste condizioni possono coesistere con il disturbo depressivo maggiore. Pertanto le stesse precauzioni adottate durante il trattamento di pazienti con disturbo depressivo maggiore devono essere osservate durante il trattamento di pazienti con altri disturbi psichiatrici.

I pazienti con una storia di eventi correlati al suicidio o che presentano pensieri suicidari prima dell’inizio del trattamento sono noti per avere un rischio piĂ¹ elevato di sviluppare pensieri suicidari o tentativi di suicidio, e pertanto devono essere attentamente monitorati durante il trattamento. Una metanalisi degli studi clinici condotti con medicinali antidepressivi in confronto con placebo nella

terapia di disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nei pazienti di etĂ  inferiore ai 25 anni trattati con antidepressivi rispetto al placebo.

Durante la terapia con duloxetina od entro poco tempo dalla sospensione del trattamento sono stati riportati casi di pensieri suicidari e comportamenti suicidari (vedere paragrafo 4.8).

Una stretta sorveglianza dei pazienti, e in particolare di quelli ad alto rischio, deve accompagnare la terapia farmacologica specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. I pazienti (o chi si prende cura di loro) devono essere avvisati della necessità di controllare qualsiasi peggioramento del quadro clinico, l’insorgenza di comportamento o pensieri suicidari o di insoliti cambiamenti comportamentali, e di cercare immediata assistenza medica qualora questi sintomi si manifestino.

Dolore neuropatico diabetico periferico: Come con altri medicinali aventi simile azione farmacologica (antidepressivi), durante la terapia con duloxetina od entro poco tempo dalla sospensione del trattamento sono stati riportati casi isolati di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari.

Per quanto riguarda i fattori di rischio per il suicidio nella depressione, si rimanda a quanto detto in precedenza. I medici devono incoraggiare i pazienti a riferire qualsiasi pensiero o sensazione di angoscia in qualsiasi momento.

Popolazione pediatrica

Siloxezol non deve essere usato nel trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di etĂ . Comportamenti correlati al suicidio (tentativi di suicidio e pensieri suicidari) ed atteggiamento ostile (soprattutto comportamento aggressivo, oppositivo e ira) sono stati osservati piĂ¹ frequentemente in studi clinici su bambini ed adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Se, in base alla necessitĂ  clinica, il trattamento viene comunque iniziato, il paziente deve essere attentamente monitorato per la comparsa di sintomi suicidari (vedere paragrafo 5.1). Inoltre, nei bambini e negli adolescenti non esistono dati di sicurezza a lungo termine relativi alla crescita, alla maturitĂ  ed allo sviluppo cognitivo e comportamentale (vedere paragrafo 4.8).

Emorragie

Con l’assunzione di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e di inibitori della ricaptazione della serotonina/noradrenalina (SNRI), duloxetina inclusa, sono state segnalate manifestazioni emorragiche come ecchimosi, porpora ed emorragia gastrointestinale. Si consiglia cautela nei pazienti che stanno assumendo anticoagulanti e/o medicinali noti per avere effetti sulla funzionalità piastrinica [ad es. Farmaci anti-infiammatori Non Steroidei (FANS) o l’Acido Acetilsalicilico (ASA)], e nei pazienti con accertate tendenze al sanguinamento.

Iposodiemia

Durante la somministrazione di duloxetina è stata riportata iposodiemia, inclusi casi con sodiemia inferiore a 110 mml/l. L’iposodiemia puĂ² essere dovuta ad una sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH). La maggioranza dei casi di iposodiemia sono stati riportati negli anziani, soprattutto se collegati ad una storia recente di, o ad una condizione predisponente ad alterazioni dell’equilibrio elettrolitico. Si richiede cautela nei pazienti ad aumentato rischio di iposodiemia, così come nei pazienti anziani, cirrotici o disidratati, o nei pazienti in trattamento con farmaci diuretici.

Sospensione del trattamento

I sintomi da sospensione sono comuni dopo interruzione del trattamento soprattutto se ciĂ² avviene in modo brusco (vedere paragrafo 4.8). In studi clinici, eventi avversi osservati alla sospensione brusca del trattamento si sono verificati in circa il 45 % dei pazienti trattati con duloxetina e nel 23 % dei pazienti trattati con placebo. Il rischio di sintomi da sospensione osservati con gli SSRI e gli SNRI possono dipendere da molteplici fattori, inclusi la durata, la dose del trattamento e la velocitĂ  di riduzione della dose. Le reazioni piĂ¹ comunemente riportate sono elencate al paragrafo 4.8.

Generalmente questi sintomi sono di intensitĂ  variabile da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti possono essere di intensitĂ  grave. Abitualmente questi sintomi si manifestano entro i primi giorni dalla

sospensione del trattamento, ma ci sono state segnalazioni piuttosto rare di sintomi comparsi dopo mancata assunzione di una singola dose. Generalmente si tratta di sintomi auto-limitanti che abitualmente si risolvono entro 2 settimane, anche se talvolta possono essere prolungati (2-3 mesi o piĂ¹). Si consiglia pertanto che la duloxetina venga gradualmente ridotta in un periodo non inferiore alle 2 settimane prima della sospensione del trattamento, secondo le necessitĂ  del paziente (vedere paragrafo 4.2).

Pazienti anziani

Ci sono dati limitati sull’uso di duloxetina 120 mg nei pazienti anziani con disturbo depressivo maggiore e con disturbo d’ansia generalizzato. Pertanto, deve essere osservata cautela nel trattamento dei pazienti anziani con il massimo dosaggio (vedere paragrafì 4.2 e 5.2).

Acatisia/Irrequietezza psicomotoria

L’uso di duloxetina è stato associato con lo sviluppo di acatisia, caratterizzata da un’irrequietezza soggettivamente spiacevole o penosa e dal bisogno di muoversi spesso accompagnato da un’incapacitĂ  a stare seduto o immobile. Questo è piĂ¹ probabile che si verifichi entro le prime settimane di trattamento. Nei pazienti che sviluppano questi sintomi, l’aumento della dose puĂ² essere dannoso.

Medicinali contenenti duloxetina

Duloxetina viene usata con diversi nomi commerciali per differenti indicazioni (trattamento del dolore neuropatico diabetico, disturbo depressivo maggiore, disturbo d’ansia generalizzato e incontinenza urinaria da sforzo). L’uso contemporaneo di piĂ¹ di uno di questi prodotti deve essere evitato.

Epatite/aumentati valori degli enzimi epatici

Con duloxetina (vedere paragrafo 4.8) sono stati riportati casi di danno epatico, con marcati aumenti dei valori degli enzimi epatici (>10 volte il limite normale superiore), epatite ed ittero. La maggior parte dei casi si è verificata durante i primi mesi di trattamento. Il tipo di danno epatico è stato essenzialmente epatocellulare. Duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti in trattamento con altri medicinali che possono provocare un danno epatico.

Disfunzione sessuale

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e della serotonina-noradrenalina (SNRI) possono causare sintomi di disfunzione sessuale (vedere paragrafo 4.8). Sono stati segnalati casi di disfunzione sessuale a lungo termine con persistenza dei sintomi dopo l’interruzione dell’uso di SSRI/SNRI

Saccarosio

Le capsule rigide gastroresistenti di Siloxezol contengono saccarosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, da malassorbimento di glucosio-galattosio o da insufficienza di saccarosio-isomaltasi non devono assumere questo medicinale.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco