Cafergot: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Cafergot (Ergotamina + Caffeina): sicurezza e modo d’azione

Cafergot (Ergotamina + Caffeina) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Trattamento dell’attacco acuto di emicrania con o senza aura. Cefalea di tipo emicranico (es. cefalea istaminica). Cefalea vasomotoria.

Cefalea da tensione nervosa: in caso di tensione emotiva ("tension headache").

Cafergot: come funziona?

Ma come funziona Cafergot? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Cafergot

Categoria farmacoterapeutica: Antiemicranico. Codice ATC: N02CA52

CAFERGOT contiene ergotamina e caffeina.

L’ergotamina, alcaloide della segale cornuta, agisce mediante un’azione vasotonica sulle arterie extracraniche dilatate. L’ergotamina può causare vasocostrizione stimolando i recettori alfa-adrenergici e 5-HT. Mostra da moderata ad alta affinità per i vari sottotipi di recettori della serotonina, tuttavia il suo effetto sull’emicrania è principalmente legato alle proprietà agoniste sui recettori 5-HT1B e 5-HTID.

La caffeina accelera e aumenta l’assorbimento enterale dell’ergotamina. Anche la caffeina esercita la sua attività analgesica attraverso il blocco delle azioni pronocicettive periferiche dell’adenosina e l’attivazione delle vie centrali noradrenergiche che costituiscono un sistema endogeno di soppressione del dolore.

Numerosi studi effettuati nell’animale e nell’uomo hanno ampiamente evidenziato che l’azione vasocostrittrice della ergotamina si manifesta selettivamente a livello della carotide e delle arterie extracraniche ed è dovuta principalmente a stimolazione dei recettori serotoninergici e ?-adrenergici.

Per quanto riguarda eventuali variazioni pressorie, è stato verificato che esse dipendono principalmente dai livelli di pressione preesistenti: con CAFERGOT si manifesta un leggero e transitorio aumento di pressione nei soggetti normotesi e ipotensione nei soggetti ipertesi.


Cafergot: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Cafergot, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Cafergot

Ergotamina

Assorbimento

Studi condotti utilizzando ergotamina marcata hanno dimostrato che il 62% di una dose orale è assorbita dal tratto gastrointestinale. I picchi plasmatici sono raggiunti circa 2 ore dopo l’assunzione.

Distribuzione

La biodisponibilità assoluta del farmaco immodificato è di circa il 2% se il farmaco è assunto oralmente e di circa il 5% se la somministrazione è rettale. Probabilmente gli effetti terapeutici del farmaco sono parzialmente dovuti anche ai metaboliti attivi.

Il legame alle proteine plasmatiche è del 98%.

Biotrasformazione

Eliminazione

Il farmaco immodificato e i suoi metaboliti sono escreti principalmente per via biliare. La loro eliminazione dal plasma è bifasica con una emivita di 2,7 ore e di 21 ore rispettivamente.

Caffeina

Assorbimento

Dopo somministrazione orale la caffeina è rapidamente e quasi completamente assorbita dal tratto gastrointestinale. Le concentrazioni plasmatiche massime vengono raggiunte entro 15-120 minuti.

Distribuzione

Il legame della caffeina alle proteine plasmatiche è del 35%. La caffeina è distribuita in modo relativamente uniforme in tutti i tessuti del corpo e compartimenti, compreso il liquido cerebrospinale, il latte materno, la saliva e lo sperma. Il volume di distribuzione è di circa 0,7 l/kg. La caffeina attraversa la barriera placentare.

Biotrasformazione

Eliminazione

La caffeina è ampiamente metabolizzata. I suoi metaboliti sono escreti principalmente con le urine. La clearance della caffeina è aumentata dal fumo di sigaretta.


Cafergot: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Cafergot agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Cafergot è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Cafergot: dati sulla sicurezza

Tossicità acuta

Studi di tossicità acuta effettuati con l’associazione ergotamina e caffeina nelle stesse proporzioni delle due forme farmaceutiche hanno mostrato risultati sovrapponibili in tutte le specie animali e per le vie di somministrazione saggiate.

Nel topo la DL50 è risultata rispettivamente pari a:

os: 502 mg/kg (compresse) – 474 mg/kg (supposte)

iv: 104 mg/kg (compresse) – 111 mg/kg (supposte)

Tossicità cronica e subcronica

In un studio di 26 settimane con somministrazione orale in cani di razza beagle, ergotamina ha indotto vomito, salivazione e diminuzione della frequenza cardiaca. Inoltre, sono state osservate necrosi superficiali al margine delle orecchie, situazione comune in cani con orecchie pendenti ed è dovuto agli effetti di vasocostrizione marcata del farmaco.

Tossicità riproduttiva

In uno studio sulla capacità riproduttiva in seguito alla somministrazione orale di ergotamina/caffeina (1:100), nei ratti maschi la fertilità non è stata danneggiata; nei ratti femmine è stato osservato un aumento del numero di nati morti e/o di mortalità peri-/post- natale.

L’associazione di ergotamina e caffeina per via orale (1:100) non ha rivelato alcun potenziale teratogeno in ratti e conigli gravidi. A dosi elevate di ergotamina per via orale è stata osservata una tossicità per lo sviluppo (per esempio, riduzione del peso corporeo del feto, ritardata ossificazione dello scheletro o aumento della mortalità prenatale) negli animali dello studio. Questa osservazione è stata attribuita alla riduzione del flusso sanguigno uteroplacentale, derivante dalla prolungata vasocostrizione dei vasi uterini e/o dall’aumento del tono miometriale indotto da ergotamina, con conseguente ipossia.

Ad alte dosi orali, l’ergotamina ha indotto un ritardo fetale nelle cavie animali. L’osservazione è stata attribuita a una riduzione del flusso sanguigno utero-placentare.

In studi su animali, la caffeina è risultata essere teratogena solo a dosi molto elevate. Mutagenicità

Nessuno studio sulla mutagenicità è stato eseguito con l’associazione

ergotamina/caffeina. Studi di mutagenesi in vitro hanno evidenziato un potenziale clastogenico dell’ergotamina in colture di linfociti umani di sangue periferico.

In studi sull’animale, che hanno valutato l’effetto della caffeina da sola o in combinazione con altri agenti fisici e chimici su divisione cellulare, stabilità cromosomica, tossicità e mutagenuicità, hanno mostrato alcuni effetti ma solo ad alti dosaggi, molto più elevati da quelli assunti dall’uomo.

Carcinogenesi

Non ci sono dati sui potenziali effetti carcinogeni dell’ergotamina e di combinazioni di ergotamina/caffeina.

Studi nei roditori non hanno mostrato attività cancerogena da parte della caffeina.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Cafergot: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Cafergot

Cafergot: interazioni

CAFERGOT è indicato solo per il trattamento dell’attacco acuto emicranico e non per la prevenzione.

Date le sue proprietà vasocostrittrici, l’ergotamina può causare un’ischemia miocardica o, in rari casi, infarto anche in pazienti con una storia non nota di cardiopatia coronarica.

Si consiglia cautela nei pazienti con anemia.

I pazienti con compromissione epatica di grado da lieve a moderato, soprattutto di tipo colestatico, devono essere opportunamente monitorati (vedere paragrafo 4.2).

L’utilizzo quotidiano prolungato di CAFERGOT o l’utilizzo di dosi superiori a quelle raccomandate deve essere evitato poiché può causare vasospasmo (vedere paragrafo 4.2).

Se si osservano segni di spasmi vascolari, CAFERGOT deve essere interrotto e iniziato il trattamento specifico (vedere paragrafo 4.8).

I pazienti in trattamento con CAFERGOT devono essere informati delle dosi massime e dei primi sintomi da sovradosaggio (vedere paragrafì 4.8 e 4.9) tra i quali: ipoestesia, parestesia, (es.: intorpidimento, formicolio) alle dita delle mani e dei piedi, vomito e nausea non legate all’emicrania, sintomi di ischemia miocardica (es.: dolore precordiale). In questi casi il trattamento deve essere sospeso immediatamente.

L’uso a lungo termine di ergotamina può determinare gravi effetti collaterali quali l’insorgenza di fibrosi retroperitoneale, cardiaca, polmonare e pleurica e di ergotismo, con possibile esito fatale. Sono stati riportati rari casi di alterazioni fibrotiche delle valvole cardiache (vedere paragrafo 4.8).

Con l’uso frequente di medicinali contenenti ergotamina è stata osservata l’insorgenza di dipendenza fisica e psicologica. Durante trattamento prolungato ed ininterrotto con CAFERGOT è stata riportata la comparsa di mal di testa farmaco-indotto (vedere paragrafo 4.8).

In seguito ad abuso di supposte contenenti ergotamina, solitamente con dosi superiori a quelle raccomandate o con dosi raccomandate somministrate continuativamente per molti anni, sono stati riportati rari casi di ulcere rettali o anali (vedere paragrafo 4.8).


Cafergot: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Cafergot: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Pazienti con storia di vertigini, altri disturbi del sistema nervoso centrale o disturbi della vista non devono guidare veicoli o utilizzare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco