Champix: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Champix compresse rivestite con film (Vareniclina Tartrato): sicurezza e modo d’azione

Champix compresse rivestite con film (Vareniclina Tartrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

CHAMPIX è indicato per la cessazione dell’abitudine al fumo negli adulti.

Champix compresse rivestite con film: come funziona?

Ma come funziona Champix compresse rivestite con film? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Champix compresse rivestite con film

Categoria farmacoterapeutica: Altri farmaci del sistema nervoso; Farmaci usati nei disturbi da dipendenza; Farmaci usati nella dipendenza da nicotina, codice ATC: NO7BA03

Meccanismo d’azione

Vareniclina si lega con elevata affinità e selettività ai recettori nicotinici neuronali dell’acetilcolina a4?2, dove agisce come un agonista parziale, composto che possiede sia attività agonista, con un’efficacia intrinseca inferiore a quella della nicotina, che attività antagonista in presenza di nicotina.

Gli studi di elettrofisiologia in vitro e gli studi neurochimici in vivo hanno dimostrato che vareniclina si lega ai recettori nicotinici neuronali dell’acetilcolina a4?2 e stimola l’attività mediata dai recettori, ma in misura significativamente inferiore rispetto alla nicotina. La nicotina compete per lo stesso sito di legame a4?2 nAChR per il quale vareniclina possiede una maggiore affinità. Pertanto, vareniclina può bloccare in modo efficace la capacità della nicotina di attivare appieno i recettori a4?2 ed il sistema dopaminergico mesolimbico, il meccanismo neuronale alla base del rinforzo e della gratificazione sperimentati con l’abitudine al fumo. La vareniclina è altamente selettiva e si lega al sottotipo del recettore a4?2 (Ki=0,15 nM) in misura più potente rispetto agli altri recettori nicotinici comuni (a3?4 Ki=84 nM, a7 Ki= 620 nM, a1?y? Ki= 3.400 nM), o ai recettori e trasportatori non nicotinici (Ki > 1µM, ad eccezione dei recettori 5-HT3: Ki=350 nM).

Effetti farmacodinamici

L’efficacia di CHAMPIX nella cessazione dell’abitudine al fumo è il risultato dell’attività agonista parziale della vareniclina a livello del recettore nicotinico a4?2 dove il suo legame produce un effetto sufficiente ad alleviare i sintomi del desiderio compulsivo e dell’astinenza (attività agonista), determinando contemporaneamente una riduzione degli effetti della gratificazione e del rinforzo dell’abitudine al fumo, impedendo il legame nicotinico ai recettori a4?2 (attività antagonista).

Efficacia e sicurezza clinica

Le terapie per la cessazione dell’abitudine al fumo hanno maggiore probabilità di successo in pazienti motivati a smettere di fumare e che ricevono consigli e supporto aggiuntivi.

L’efficacia di CHAMPIX nella cessazione dell’abitudine al fumo è stata dimostrata in 3 studi clinici che hanno coinvolto fumatori cronici (?10 sigarette al giorno). Duemilaseicentodiciannove (2.619) pazienti sono stati trattati con CHAMPIX 1 mg BID (aumento graduale della dose durante la prima settimana), 669 pazienti hanno ricevuto bupropione 150mg BID (anch’esso aumentato gradualmente) e 684 pazienti hanno ricevuto placebo.

Studi clinici di confronto

Due identici studi clinici prospettici in doppio cieco hanno confrontato l’efficacia di CHAMPIX (1 mg due volte al giorno), bupropione a rilascio prolungato (150 mg due volte al giorno) e placebo nella cessazione dell’abitudine al fumo. In questi studi della durata di 52 settimane, i pazienti hanno ricevuto il trattamento per 12 settimane, seguite da una fase di 40 settimane senza trattamento.

L’endpoint primario dei due studi era costituito dalla Percentuale di Cessazione Continua di 4 settimane (4 week Continuous Quit Rate – 4W-CQR) dalla 9a alla 12 a settimana, confermata dal livello di monossido di carbonio (CO). L’endpoint primario per CHAMPIX ha dimostrato una superiorità statistica rispetto a bupropione e placebo.

Dopo la fase di 40 settimane senza trattamento, un endpoint secondario chiave per entrambi gli studi è stato la Percentuale di Astinenza Continua (Continuous Abstinence Rate – CA) alla 52a settimana. La CA è stata definita come la proporzione di tutti i soggetti trattati che non hanno fumato (neanche una tirata di sigaretta) dalla 9a alla 52 a settimana e che non hanno presentato una misurazione di CO espirato > 10 ppm.

La 4W-CQR (dalla 9a alla 12 a settimana) e la percentuale di CA (dalla 9a alla 52 a settimana) relative agli studi 1 e 2 sono incluse nella seguente tabella:

Studio 1 (n=1.022) Studio 2 (n=1.023)
4W CQR CA sett.
9-52
4W CQR CA sett.
9-52
CHAMPIX 44,4% 22,1% 44,0% 23,0%
Bupropione 29,5% 16,4% 30,0% 15,0%
Placebo 17,7% 8,4% 17,7% 10,3%
Odds ratio
CHAMPIX versus placebo
3,91
p < 0,0001
3,13
p < 0,0001
3,85
p < 0,0001
2,66
p < 0,0001
Odds ratio
CHAMPIX versus bupropione
1,96
p < 0,0001
1,45
p = 0,0640
1,89
p < 0,0001
1,72
p = 0,0062

Pazienti che hanno riportato effetti su desiderio compulsivo, astinenza e rinforzo dell’abitudine al fumo

Attraverso gli Studi 1 e 2 durante il trattamento attivo, il desiderio compulsivo e l’astinenza dall’abitudine al fumo si sono ridotti significativamente nei pazienti randomizzati al trattamento con CHAMPIX rispetto al placebo. CHAMPIX ha inoltre ridotto significativamente rispetto al placebo gli effetti di rinforzo dell’abitudine al fumo che possono perpetuare il comportamento di abitudine al fumo in pazienti che fumano durante il trattamento. L’effetto di vareniclina su desiderio compulsivo, astinenza e rinforzo dell’abitudine al fumo non sono stati misurati durante la fase di follow-up a lungo termine senza trattamento.

Studio sul mantenimento dell’astinenza

Il terzo studio ha valutato il beneficio di un ulteriore periodo di trattamento di 12 settimane con CHAMPIX sul mantenimento dell’astinenza. I pazienti in questo studio (n=1.927) hanno ricevuto CHAMPIX in aperto alla dose di 1 mg due volte al giorno per 12 settimane. I pazienti che hanno smesso di fumare entro la 12a settimana sono stati poi randomizzati al trattamento con CHAMPIX

(1 mg due volte al giorno) o con placebo per ulteriori 12 settimane per una durata totale dello studio di 52 settimane.

L’endpoint principale dello studio era la percentuale di astinenza continua confermata dal livello di CO dalla 13a alla 24a settimana nella fase di trattamento in doppio cieco. Un endpoint secondario chiave è stato la percentuale di astinenza continua (CA) dalla 13a alla 52a settimana.

Questo studio ha dimostrato il beneficio di un ulteriore periodo di trattamento di 12 settimane con CHAMPIX 1 mg due volte al giorno rispetto al placebo per il mantenimento della cessazione dell’abitudine al fumo;. la superiorità rispetto al placebo per la CA si è mantenuta fino alla 52a settimana. I risultati chiave sono riassunti nella seguente tabella:

Percentuali di astinenza continua in soggetti trattati con Champix rispetto al placebo

CHAMPIX
n=602
Placebo
n=604
Differenza
(95% IC)
Odds ratio
(95% IC)
CA* sett.
13-
70,6% 49,8% 20,8% 2,47
24 (15,4% – (1,95 – 3,15)
26.2%)
CA* sett.
13-
44,0% 37,1% 6,9% (1,4%- 1,35
52 12,5%) (1,07- 1,70)

*CA: percentuale di astinenza continua

L’esperienza con CHAMPIX nella popolazione di etnia afro-americana è attualmente limitata per poterne determinare l’efficacia clinica.

Data di cessazione flessibile tra la 1a e la 5a settimana

L’efficacia e la sicurezza di vareniclina sono state valutate nei fumatori ai quali era stata accordata la flessibilità di cessare il trattamento tra la 1a e la 5a settimana di trattamento. In questo studio di 24 settimane, c’è stato un periodo di trattamento sui pazienti di 12 settimane, seguito da una fase di follow-up di 12 settimane senza trattamento. La percentuale di cessazione continua di 4 settimane (4W-CQR) alla settimana 9-12 per vareniclina e placebo è stata rispettivamente del 53,9% e del 19,4% (differenza = 34,5%, IC a 95%: 27,0% – 42,0%) e la percentuale di astinenza continua (CA) alla settimana 9-24 è stata del 35,2% (vareniclina) vs. 12,7% (placebo) (differenza = 22,5%, IC a 95%: 15,8% – 29,1%). Ai pazienti che non vogliono o non riescono a fissare la data di cessazione entro le settimane 1-2, può essere proposto di iniziare il trattamento e quindi scegliere la propria data di cessazione individuale entro la 5a settimana.

Studio in soggetti ri-trattati con CHAMPIX:

CHAMPIX è stato valutato in uno studio controllato con placebo, in doppio cieco, su 494 pazienti che avevano precedentemente tentato di smettere di fumare con CHAMPIX, ma che non erano riusciti a smettere o hanno ripreso a fumare dopo il trattamento. Sono stati esclusi i soggetti che hanno presentato un evento avverso preoccupante durante il precedente trattamento. I soggetti sono stati randomizzati con rapporto 1:1 per ricevere CHAMPIX 1 mg 2 volte al giorno (N=249) o placebo (N=245) per un trattamento della durata di 12 settimane e successivamente seguiti per 40 settimane dopo il trattamento. I pazienti inclusi in questo studio avevano assunto CHAMPIX in passato per tentare di smettere di fumare (per un trattamento della durata totale di almeno due settimane), almeno tre mesi prima dell’ingresso nello studio e avevano fumato per almeno quattro settimane.

I pazienti trattati con CHAMPIX hanno mostrato un tasso maggiore di astinenza confermata dal livello di CO dalla settimana 9 alla 12 e dalla settimana 9 alla 52 rispetto ai soggetti trattati con placebo .

I risultati chiave sono riassunti nella tabella seguente:

Percentuali di astinenza continua in soggetti trattati con Champix rispetto al placebo

CHAMPIX
n=249
Placebo
n=245
Odds ratio (IC 95%),
valore p
CA* sett.
9-12
45,0% 11,8% 7,08 (4,34-11,55),
p<0,0001
CA* sett.
9-52
20,1% 3,3% 9,00 (3,97-20,41),
p<0,0001

*CA: percentuale di astinenza continua

Approccio graduale alla cessazione dell’abitudine al fumo

CHAMPIX è stato valutato in uno studio in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 52 settimane, su 1.510 soggetti che non erano in grado di o non erano disposti a smettere di fumare entro quattro settimane, ma erano disposti a ridurre gradualmente l’abitudine al fumo in un periodo di 12 settimane prima di smettere. I soggetti sono stati randomizzati a CHAMPIX 1 mg due volte al giorno (n=760) o a placebo (n=750) per 24 settimane e sono stati sottoposti a follow-up successivo al trattamento fino alla settimana 52. Ai soggetti è stato richiesto di ridurre il numero di sigarette fumate

di almeno il 50% entro la fine delle prime quattro settimane di trattamento, con una ulteriore riduzione del 50% dalla settimana quattro alla settimana otto di trattamento, con l’obiettivo di raggiungere l’astinenza completa entro le prime 12 settimane. Dopo la fase iniziale di riduzione di 12 settimane, i soggetti hanno continuato il trattamento per altre 12 settimane. I soggetti trattati con CHAMPIX hanno mostrato una percentuale significativamente maggiore di astinenza continua rispetto al placebo; i risultati chiave sono riassunti nella tabella seguente:

Percentuali di astinenza continua in soggetti trattati con Champix rispetto al placebo

CHAMPIX
n=760
Placebo
n=750
Odds ratio (IC 95%),
valore p
CA* sett.
15-24
32,1% 6,9% 8,74 (6,09-12,53)
p<0,0001
CA* sett.
21-52
27,0% 9,9% 4,02 (2,94-5,50)
p<0,0001

*CA: percentuale di astinenza continua

Il profilo di sicurezza di CHAMPIX in questo studio è risultato essere coerente con quello degli studi pre-marketing.

Soggetti con malattia cardiovascolare

CHAMPIX è stato valutato in uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, in pazienti con malattia cardiovascolare stabile (diversa dall’ipertensione o in aggiunta all’ipertensione), che avevano ricevuto una diagnosi da più di 2 mesi. I pazienti sono stati randomizzati al trattamento con CHAMPIX 1 mg due volte al giorno (n=353) o con placebo (n=350) per 12 settimane, e sono stati seguiti successivamente per 40 settimane dopo il trattamento. La percentuale di cessazione continua di 4 settimane (4W-CQR) per vareniclina e placebo è stata rispettivamente del 47,3% e 14,3%, e la percentuale di astinenza continua (CA) alla settimana 9-52 è stata del 19,8% per vareniclina vs il 7,4% per il placebo.

I decessi e gli eventi cardiovascolari gravi sono stati assegnati da un comitato in cieco. I seguenti eventi assegnati si sono verificati con una frequenza ? 1% in entrambi i gruppi di trattamento durante il trattamento (o nei 30 giorni successivi al trattamento): infarto del miocardio non fatale (1,1% vs.

0,3% rispettivamente per CHAMPIX e placebo) e ospedalizzazione per angina pectoris (0,6% vs. 1,1%). Durante il periodo di follow-up successivo al trattamento fino a 52 settimane, gli eventi assegnati includevano necessità di rivascolarizzazione coronarica (2,0% vs. 0,6%), ospedalizzazione per angina pectoris (1,7% vs. 1,1%) e nuova diagnosi di malattia vascolare periferica (PVD) o ricovero per una procedura di PVD (1,4% vs. 0,6%). Alcuni pazienti che hanno richiesto una rivascolarizzazione coronarica sono stati sottoposti alla procedura nell’ambito della gestione dell’infarto del miocardio non fatale e dell’ospedalizzazione per angina. Nel corso dello studio di 52 settimane, la morte cardiovascolare si è verificata nello 0,3% dei pazienti nel braccio con CHAMPIX e nello 0,6% dei pazienti nel braccio con placebo.

È stata condotta una metanalisi di 15 studi clinici, con durata di trattamento ? 12 settimane, su 7.002 pazienti (4.190 con CHAMPIX, 2.812 con placebo), per determinare sistematicamente la sicurezza cardiovascolare di CHAMPIX. La metanalisi include anche lo studio sopra descritto, condotto su pazienti con malattia cardiovascolare stabile.

L’analisi chiave sulla sicurezza cardiovascolare include la determinazione della manifestazione e del momento di insorgenza di un endpoint composito rappresentato da eventi avversi cardiovascolari gravi (MACE – Major Adverse Cardiovascular Events), definiti come morte cardiovascolare, infarto del miocardio non fatale e ictus non fatale. Questi eventi compresi nell’endpoint sono stati assegnati da un comitato indipendente in cieco. In complesso, si è rilevata l’insorgenza di un numero limitato di MACE durante il trattamento negli studi clinici oggetto della metanalisi (CHAMPIX 7 [0,17%]; placebo 2 [0,07%]). Si è inoltre rilevata l’insorgenza di un numero limitato di MACE nei 30 giorni successivi alla conclusione del trattamento (CHAMPIX 13 [0,31%]; placebo 6 [0,21%]).

La metanalisi ha dimostrato che l’esposizione a CHAMPIX ha portato a un rapporto di rischio di MACE del 2,83 (95% intervallo di confidenza, da 0,76 a 10,55, p=0,12) per i pazienti in corso di trattamento e dell’1,95 (95% intervallo di confidenza, da 0,79 a 4,82, p=0,15) per i pazienti nei 30 giorni successivi alla conclusione del trattamento. Questi risultati rappresentano rispettivamente un aumento dell’esposizione di 6,5 eventi MACE e di 6,3 eventi MACE per 1.000 pazienti-anno. Il rapporto di rischio di MACE è risultato maggiore nei pazienti con altri fattori di rischio cardiovascolare oltre al fumo rispetto a quello riscontrato nei pazienti senza altri fattori di rischio cardiovascolare oltre al fumo. Nella metanalisi, i tassi di mortalità per tutte le cause (CHAMPIX 6 [0,14%]; placebo 7 [0,25%]) e di mortalità cardiovascolare (CHAMPIX 2 [0,05%]; placebo 2 [0,07%]) sono risultati simili nei gruppi con CHAMPIX rispetto ai gruppi con placebo.

Studio di valutazione sulla sicurezza cardiovascolare in soggetti con e senza una storia di disturbo psichiatrico

La sicurezza cardiovascolare (CV) di CHAMPIX è stata valutata nello Studio in soggetti con e senza una storia di disturbo psichiatrico (studio principale; vedere il paragrafo 5.1 – Sicurezza neuropsichiatrica) e nella sua estensione senza trattamento, nello Studio di valutazione della sicurezza cardiovascolare, nel quale sono stati arruolati 4595 dei 6293 soggetti che hanno completato lo studio principale (N=8058) e che sono stati seguiti fino alla settimana 52. Di tutti i soggetti trattati nello studio principale, 1749 (21,7%) avevano un rischio cardiovascolare medio e 644 (8,0%) avevano un rischio cardiovascolare elevato, come definito dal punteggio Framingham.

L’endpoint cardiovascolare primario era di stabilire gli eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE), definiti come morte cardiovascolare, infarto del miocardio non fatale o ictus non fatale durante il trattamento. I decessi e gli eventi cardiovascolari sono stati valutati in cieco da un comitato indipendente.

La tabella seguente mostra l’incidenza di MACE e i rapporti di rischio vs. placebo per tutti i gruppi di trattamento nel corso del trattamento, e cumulativi per il trattamento per più di 30 giorni e fino al termine dello studio.

CHAMPIX N=2016 Bupropione N=2006 NRT N=2022 Placebo N=2014
Durante il trattamento
MACE, n (%) 1 (0,05) 2 (0,10) 1 (0,05) 4 (0,20)
Hazard Ratio (95%
IC) vs.
placebo
0,29 (0,05 – 1,68) 0,50 (0,10 – 2,50) 0,29 (0,05 – 1,70)
Durante il trattamento per più 30 giorni
MACE, n (%) 1 (0,05) 2 (0,10) 2 (0,10) 4 (0,20)
Hazard Ratio (95%
IC) vs.
placebo
0,29 (0,05 – 1,70) 0,51 (0,10 – 2,51) 0,50 (0,10 – 2,48)
Fino al termine dello Studio
MACE, n (%) 3 (0,15) 9 (0,45) 6 (0,30) 8 (0,40)
Hazard Ratio (95%
IC) vs.
placebo
0,39 (0,12 – 1,27) 1,09 (0,42 – 2,83) 0,75 (0,26 – 2,13)

L’uso di CHAMPIX, bupropione e NRT non è stato associato a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari nei fumatori trattati fino a 12 settimane e seguiti fino a 1 anno rispetto al placebo, sebbene a causa del numero relativamente basso di eventi complessivi, non possa essere completamente esclusa un’associazione.

Soggetti con malattia polmonare cronica ostruttiva lieve o moderata BPCO

La sicurezza e l’efficacia di CHAMPIX (1 mg due volte al giorno) per la cessazione dell’abitudine al fumo nei soggetti con BPCO da lieve a moderata sono state dimostrate con uno studio clinico in doppio cieco randomizzato, controllato con placebo. In questo studio della durata di 52 settimane, i pazienti hanno ricevuto un trattamento per 12 settimane, seguito da una fase di follow-up senza trattamento di 40 settimane. L’endpoint primario dello studio era costituito dalla Percentuale di

Cessazione Continua di 4 settimane (4W-CQR) dalla 9a alla 12 a settimana, e un endpoint secondario era la Percentuale di Astinenza Continua (CA) dalla 9a alla 52a settimana. Il profilo di sicurezza della vareniclina era paragonabile a quanto riscontrato in altri studi clinici nella popolazione generale, compresa la sicurezza polmonare. I risultati per la 4W-CQR (dalla 9a alla 12a settimana) e la percentuale di CA (dalla 9a alla 52 a settimana) sono evidenziati nella tabella seguente:

4W CQR CA sett.
9-52
CHAMPIX (n = 248) 42,3% 18,5%
Placebo (n = 251) 8,8% 5,6%
Odds ratio
(CHAMPIX vs Placebo)
8,40
p < 0,0001
4,04
p < 0,0001

Studio in soggetti con una storia di depressione maggiore

L’efficacia di vareniclina è stata confermata da uno studio randomizzato, controllato con placebo su 525 soggetti con una storia di depressione maggiore nei due anni precedenti o in trattamento stabile. La percentuale di questi pazienti che ha cessato di fumare è risultata simile a quella riportata per la popolazione generale. La percentuale di astinenza continua è stata del 35,9% nel gruppo di pazienti trattati con vareniclina versus il 15,6% nel gruppo di pazienti trattati con placebo tra la 9a e la 12a settimana (OR 3.35 (95% CI 2.16-5.21)) e tra la 9a e la 52a settimana è stata di 20,3% versus il 10,4% rispettivamente (OR 2.36 (95% CI 1.40-3.98)).

Gli eventi avversi più comuni (? 10%) nei soggetti che assumevano vareniclina sono stati nausea (27,0% vs 10,4% con placebo), cefalea (16,8% vs 11,2%), sogni anormali (11,3% vs 8,2%), insonnia (10,9% vs 4,8%) e irritabilità (10,9% vs 8,2%). Le scale di valutazione psichiatrica non hanno evidenziato nessuna differenza tra il gruppo di pazienti trattati con vareniclina e il gruppo di pazienti trattati con placebo e nessun peggioramento globale della depressione durante lo studio in nessuno dei due gruppi di pazienti.

Studio su pazienti con schizofrenia stabile o disturbo schizoaffettivo

La sicurezza e la tollerabilità di vareniclina sono state valutate in uno studio in doppio cieco condotto su 128 fumatori con schizofrenia stabile o disturbo schizoaffettivo, in trattamento con antipsicotici, randomizzati in rapporto di 2:1 al trattamento con vareniclina (1 mg due volte al giorno) o con placebo per 12 settimane, con 12 settimane di follow-up senza farmaco.

Nei pazienti che assumevano vareniclina gli eventi avversi più comuni sono stati nausea (23,8% vs. 14,0% con placebo), mal di testa (10,7% vs. 18,6% con placebo) e vomito (10,7% vs. 9,3% con placebo). Tra gli eventi avversi neuropsichiatrici segnalati, l’insonnia è stato l’unico evento segnalato in entrambi i gruppi di trattamento in un numero di pazienti ? 5%, ad un tasso più elevato nel gruppo con vareniclina rispetto al placebo (9,5% vs. 4,7%).

In generale, in entrambi i gruppi di trattamento non si è verificato un peggioramento della schizofrenia, misurato in base alle scale psichiatriche, e non si sono manifestati cambiamenti generali dei segni extrapiramidali.

Nel gruppo con vareniclina rispetto al placebo una percentuale maggiore di pazienti ha riportato ideazione o comportamento suicidari prima dell’arruolamento (anamnesi remota) e dopo la conclusione del periodo di trattamento attivo (nei giorni dal 33 all’85 dopo l’ultima dose di trattamento). Durante il periodo di trattamento attivo, l’incidenza di eventi correlati al suicidio è stata simile tra i pazienti trattati con vareniclina e quelli trattati con placebo (11 vs. 9,3% rispettivamente). La percentuale di pazienti con eventi correlati al suicidio nella fase di trattamento attivo rispetto alla fase successiva al trattamento è rimasta invariata nel gruppo con vareniclina; nel gruppo con placebo questa percentuale è risultata inferiore nella fase successiva al trattamento. Anche se non ci sono stati dei suicidi portati a termine, si è verificato un tentativo di suicidio in un paziente in trattamento con vareniclina la cui anamnesi remota includeva svariati tentativi analoghi. I dati limitati disponibili a

seguito di questo singolo studio sulla cessazione dell’abitudine al fumo non consentono di trarre conclusioni definitive sulla sicurezza nei pazienti con schizofrenia o disturbo schizoaffetivo.

Sicurezza neuropsichiatirca Studio sulla sicurezza neuropsichiatrica in soggetti con e senza una storia di disturbo psichiatrico

Vareniclina è stata valutata in uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con farmaco attivo e con placebo in soggetti con una storia di disturbo psichiatrico (coorte psichiatrica, N=4074) e senza anamnesi psichiatrica (coorte non psichiatrica, N=3984). I soggetti, di età compresa tra 18 e

75 anni, che fumavano almeno 10 sigarette al giorno, sono stati randomizzati con un rapporto 1:1:1:1 per ricevere vareniclina 1 mg 2 volte al giorno, bupropione SR 150 mg 2 volte al giorno, terapia sostitutiva a base di nicotina (NRT, Nicotine Replacement Therapy) in cerotto 21 mg/die con riduzione graduale della dose o placebo per un periodo di trattamento di 12 settimane; successivamente, sono stati seguiti per altre 12 settimane dopo il trattamento.

L’endpoint primario di sicurezza era un composito dei seguenti eventi avversi neuropsichiatrici (NPS): eventi severi di ansia, depressione, sentirsi strano, o ostilità e/o eventi avversi moderati o severi di agitazione, aggressività, deliri, allucinazioni, ideazione omicida, mania, panico, paranoia, psicosi, ideazione suicidaria, comportamento suicidario o suicidio portato a termine.

La tabella seguente mostra le percentuali dell’endpoint primario composito degli eventi avversi NPS per gruppo di trattamento e le differenze nel rischio (DR) (95% IC) rispetto al placebo nella coorte non psichiatrica.

La tabella mostra, inoltre, l’endpoint composito degli eventi avversi (EA) NPS di intensità severa:

Coorte non psichiatrica N=3984
Vareniclina Bupropione NRT Placebo
Numero di pazienti trattati 990 989 1006 999
Endpoint primario composito degli EA NPS,
n (%)
13 (1,3) 22 (2,2) 25 (2,5) 24 (2,4)
DR (95% IC) vs placebo -1,28
(-2,40 -0,15)
-0,08
(-1,37- 1,21)
-0,21
(-1,54- 1,12)
Endpoint composito degli EA NPS di intensità severa, n (%) 1 (0,1) 4 (0,4) 3 (0,3) 5 (0,5)

EA, evento avverso; NRT = terapia sostitutiva a base di nicotina in cerotto

Le percentuali di eventi nell’endpoint composito erano basse in tutti i gruppi di trattamento ed erano simili o inferiori per ognuno dei trattamenti attivi rispetto al placebo. L’uso di vareniclina, bupropione e NRT nella coorte non psichiatrica non era associato ad un incremento significativo del rischio di eventi avversi NPS dell’endpoint primario composito rispetto a placebo (gli IC al 95% erano inferiori a zero o comprendevano lo zero).

Nella coorte non psichiatrica, la percentuale di soggetti con ideazione e/o comportamento suicidario in base alla Columbia-Suicide Severity Rating Scale (C-SSRS) era simile tra il gruppo vareniclina e il gruppo placebo durante il trattamento e il follow-up senza trattamento, come mostrato nella tabella seguente:

Coorte non psichiatrica
N=3984
Vareniclina
N=990 n (%)
Bupropione
N=989 n (%)
NRT
N=1006 n (%)
Placebo
N=999 n (%)
Durante il trattamento
Numero valutato 988 983 996 995
Comportamento e/o ideazione
suicidaria
7 (0,7) 4 (0,4) 3 (0,3) 7 (0,7)
Comportamento
suicidario
0 0 1 (0,1) 1 (0,1)
Ideazione
suicidaria
7 (0,7) 4 (0,4) 3 (0,3) 6 (0,6)
Durante il follow-up
Numero valutato 807 816 800 805
Comportamento
e/o ideazione suicidaria
3 (0,4) 2 (0,2) 3 (0,4) 4 (0,5)
Comportamento
suicidario
0 1 (0,1) 0 0
Ideazione
suicidaria
3 (0,4) 2 (0,2) 3 (0,4) 4 (0,5)

NRT = terapia sostitutiva a base di nicotina in cerotto

Si è verificato un caso di suicidio portato a termine durante il trattamento in un soggetto del gruppo placebo nella coorte non psichiatrica.

La tabella seguente mostra le percentuali dell’endpoint primario composito degli eventi avversi NPS per gruppo di trattamento e le DR (95% IC) rispetto al placebo nella coorte psichiatrica. Sono anche indicate le singole componenti dell’endpoint.

La tabella mostra, inoltre, l’endpoint composito degli EA NPS di intensità severa:

Coorte psichiatrica N=4074
Vareniclina Bupropione NRT Placebo
Numero di pazienti trattati 1026 1017 1016 1015
Endpoint primario
composito degli EA NPS, n (%)
67 (6,5) 68 (6,7) 53 (5,2) 50 (4,9)
DR (95% IC) vs placebo 1,59 1,78 0,37
(-0,42- 3,59) (-0,24- 3,81) (-1,53- 2,26)
Componenti dell’endpoint
primario degli EA NPS, n
(%):
Ansiaa
5 (0,5) 4 (0,4) 6 (0,6) 2 (0,2)
Depressionea 6 (0,6) 4 (0,4) 7 (0,7) 6 (0,6)
Senso di stranezzaa 0 1 (0,1) 0 0
Ostilità 0 0 0 0
Agitazioneb 25 (2,4) 29 (2,9) 21 (2,1) 22 (2,2)
Aggressivitàb 14 (1,4) 9 (0,9) 7 (0,7) 8 (0,8)
Delirib 1 (0,1) 1 (0,1) 1 (0,1) 0
Allucinazionib 5 (0,5) 4 (0,4) 2 (0,2) 2 (0,2)
Ideazione omicidab 0 0 0 0
Maniab 7 (0,7) 9 (0,9) 3 (0,3) 6 (0,6)
Panicob 7 (0,7) 16 (1,6) 13 (1,3) 7 (0,7)
Paranoiab 1 (0,1) 0 0 2 (0,2)
Psicosib 4 (0,4) 2 (0,2) 3 (0,3) 1 (0,1)
Comportamento suicidariob 1 (0,1) 1 (0,1) 0 1 (0,1)
Ideazione suicidariab 5 (0,5) 2 (0,2) 3 (0,3) 2 (0,2)
Suicidio portato a termineb 0 0 0 0
Endpoint composito degli EA NPS di intensità severa,
n (%)
14 (1,4) 14 (1,4) 14 (1,4) 13 (1,3)

EA, evento avverso; aGrado = EA di intensità severa; bGrado = EA di intensità moderata e severa; NRT = terapia sostitutiva a base di nicotina in cerotto

Un maggior numero di eventi è stato segnalato nei pazienti di ciascun gruppo di trattamento della coorte psichiatrica rispetto alla coorte non psichiatrica e l’incidenza di eventi nell’endpoint composito era più alta per ciascuno dei trattamenti attivi rispetto al placebo. Tuttavia, l’uso di vareniclina, bupropione e NRT nella coorte psichiatrica non era associato ad un incremento significativo del rischio di eventi avversi NPS dell’endpoint primario composito rispetto al placebo (gli IC al 95% includevano il valore zero).

Nella coorte psichiatrica, la percentuale di soggetti con ideazione e/o comportamento suicidario in base alla Columbia-Suicide Severity Rating Scale (C-SSRS) era simile tra il gruppo vareniclina e il gruppo placebo durante il trattamento e il follow-up senza trattamento, come mostrato nella tabella seguente:

Coorte psichiatrica
N=4074
Vareniclina
N=1026 n (%)
Bupropione
N=1017 n (%)
NRT
N=1016 n (%)
Placebo
N=1015 n (%)
Durante il trattamento
Numero valutato 1017 1012 1006 1006
Comportamento e/o ideazione
suicidaria
27 (2,7) 15 (1,5) 20 (2,0) 25 (2,5)
Comportamento
suicidario
0 1 (0,1) 0 2 (0,2)
Ideazione
suicidaria
27 (2,7) 15 (1,5) 20 (2,0) 25 (2,5)
Durante il follow-up
Numero valutato 833 836 824 791
Comportamento
e/o ideazione suicidaria
14 (1,7) 4 (0,5) 9 (1,1) 11 (1,4)
Comportamento
suicidario
1 (0,1) 0 1 (0,1) 1 (0,1)
Ideazione
suicidaria
14 (1,7) 4 (0,5) 9 (1,1) 11 (1,4)

NRT = terapia sostitutiva a base di nicotina in cerotto

Non sono stati riferiti suicidi portati a termine nella coorte psichiatrica.

Gli eventi avversi più comunemente segnalati nei soggetti trattati con vareniclina in questo studio erano analoghi a quelli osservati negli studi pre-marketing.

In entrambe le coorti, il trattamento con vareniclina ha dimostrato superiorità statistica per l’astinenza confermata dal livello di CO dalla settimana 9 alla settimana 12 e dalla settimana 9 alla settimana 24 rispetto a bupropione, cerotto alla nicotina e placebo (vedere la tabella sottostante).

I risultati principali di efficacia sono riassunti nella tabella seguente:

Coorte non psichiatrica Coorte psichiatrica
CA 9-12 n/N (%)
Vareniclina 382/1005 (38,0%) 301/1032 (29,2%)
Bupropione 261/1001 (26,1%) 199/1033 (19,3%)
NRT 267/1013 (26,4%) 209/1025 (20,4%)
Placebo 138/1009 (13,7%) 117/1026 (11,4%)
Confronto tra i trattamenti: odds ratio (95% IC), valore p
Vareniclina vs placebo 4,00 (3,20- 5,00), P<0,0001 3,24 (2,56- 4,11) , P<0,0001
Bupropione vs placebo 2,26 (1,80- 2,85) , P<0,0001 1,87 (1,46- 2,39) , P<0,0001
NRT vs placebo 2,30 (1,83- 2,90) , P<0,0001 2,00 (1,56- 2,55) , P<0,0001
Vareniclina vs bupropione 1,77 (1,46- 2,14) , P<0,0001 1,74 (1,41- 2,14) , P<0,0001
Vareniclina vs NRT 1,74 (1,43- 2,10) , P<0,0001 1,62 (1,32- 1,99) , P<0,0001
CA 9-24 n/N (%)
Vareniclina 256/1005 (25,5%) 189/1032 (18,3%)
Bupropione 188/1001 (18,8%) 142/1033 (13,7%)
NRT 187/1013 (18,5%) 133/1025 (13,0%)
Placebo 106/1009 (10,5%) 85/1026 (8,3%)

Coorte non psichiatrica Coorte psichiatrica Confronto tra i trattamenti: odds ratio (95% IC), valore p

Vareniclina vs placebo
Bupropione vs placebo
2,99 (2,33- 3,83), P<0,0001
2,00 (1,54- 2,59), P<0,0001
2,50 (1,90- 3,29) , P<0,0001
1,77 (1,33- 2,36) , P<0,0001
NRT vs Placebo 1,96 (1,51- 2,54), P<0,0001 1,65 (1,24- 2,20), P=0,0007
Vareniclina vs bupropione 1,49 (1,20- 1,85) P=0,0003 1,41 (1,11- 1,79), P=0,0047
Vareniclina vs NRT 1,52 (1,23- 1,89), P=0,0001 1,51 (1,19- 1,93), P=0,0008

CA = percentuale di astinenza continua; IC = intervallo di confidenza; NRT= terapia sostitutiva a base di nicotina in cerotto

Sicurezza neuropsichiatrica Meta-analisi e studi osservazionali sulla sicurezza neuropsichiatric

Le analisi dei dati degli studi clinici non hanno evidenziato un aumento di rischio di eventi neuropsichiatrici gravi con vareniclina rispetto al placebo. Inoltre, studi osservazionali indipendenti non hanno supportato un aumento di rischio di eventi neuropsichiatrici gravi nei pazienti trattati con vareniclina rispetto ai pazienti ai quali era stata prescritta terapia sostitutiva a base di nicotina (NRT) o bupropione.

Interruzione del trattamento

La percentuale di interruzione del trattamento a causa di reazioni avverse è stata dell’11,4% per vareniclina rispetto al 9,7% per il placebo. In questo gruppo, le percentuali di interruzione a causa delle reazioni avverse più comuni nei pazienti in trattamento con vareniclina sono state le seguenti: nausea (2,7% versus 0,6% per il placebo), cefalea (0,6% versus 1,0% per il placebo), insonnia (1,3% versus 1,2% per il placebo) e sogni anormali (0,2% versus 0,2% per il placebo).

Analisi delle sperimentazioni cliniche:

Una metanalisi di 5 studi clinici randomizzati, in doppio-cieco, controllati verso placebo, che includeva 1907 pazienti (1130 vareniclina, 777 placebo), è stata condotta per valutare l’ideazione e il comportamento suicida in base alla Columbia-Suicide Severity Rating Scale (C-SSRS). Questa metanalisi includeva uno studio (N=127) di pazienti con storia di schizofrenia o disturbo schizoaffettivo e un’altra sperimentazione (N=525) in pazienti con storia di depressione. I risultati non hanno evidenziato un aumento dell’incidenza dell’ideazione e/o del comportamento suicida in pazienti trattati con vareniclina rispetto ai pazienti trattati con placebo, come mostrato nella tabella sottostante. Dei 55 pazienti che hanno riferito ideazione o comportamento suicida, 48 (24 vareniclina, 24 placebo) provenivano dai due studi che avevano arruolato pazienti con storia di schizofrenia/disturbo schizoaffettivo o depressione. Pochi pazienti hanno riferito questi eventi negli altre tre studi clinici (4 vareniclina, 3 placebo).

Numero di pazienti e rischio relativo (RR) per l’ideazione e/o il comportamento suicida riferiti in base alla C-SSRS da una metanalisi di 5 sperimentazioni cliniche che confrontavano vareniclina verso placebo:

Vareniclina
(N=1130)
Placebo
(N=777)
Pazienti con ideazione e/o comportamento suicida* [n (%)]** 28 (2,5) 27 (3,5)
Anni-paziente di esposizione 325 217
Rischio Relativo# (RR; 95% IC) 0,79 (0,46- 1,36)

* Di questi, un paziente in ciascun braccio di trattamento ha riportato comportamento suicida

** Pazienti con eventi fino a 30 giorni dopo il trattamento; % non ponderate per studio # RR dei tassi di incidenza per 100 anni paziente

È stata condotta una metanalisi di 18 studi clinici in doppio cieco, randomizzati, controllati verso placebo per valutare la sicurezza neuropsichiatrica di vareniclina. Queste sperimentazioni includevano i 5 studi clinici sopra descritti che utilizzavano la C-SSRS e un totale di 8521 pazienti (5072 vareniclina, 3449 placebo), alcuni dei quali avevano patologie psichiatriche. I risultati hanno mostrato un’incidenza simile di eventi avversi neuropsichiatrici combinati, diversi dai disturbi del sonno, in pazienti trattati con vareniclina rispetto ai pazienti trattati con placebo, con un rischio relativo (RR) di

1,01 (95% IC: 0,89-1,15). I dati aggregati di questi 18 trial clinici hanno evidenziato un tasso di incidenza simile nelle singole categorie di eventi psichiatrici nei pazienti trattati con vareniclina rispetto ai pazienti trattati con placebo. La tabella seguente descrive le categorie di eventi avversi più frequentemente (? 1%) riportati in relazione alla sicurezza psichiatrica, esclusi disturbi e disordini del sonno.

Eventi avversi psichiatrici che si verificano in ? 1% dei pazienti dai dati aggregati di 18 sperimentazioni cliniche:

Vareniclina
(N=5072)
Placebo
(N=3449)
Disturbi e sintomi ansiosi 253 (5,0) 206 (6,0)
Alterazioni e disturbi da depressione 179 (3,5) 108 (3,1)
Disordini e disturbi dell’umore NCA* 116 (2,3) 53 (1,5)

* NCA = Non Classificati Altrove

I numeri in tabella, tra parentesi le percentuali, corrispondono al numero di pazienti che hanno riportato l’evento

Studi osservazionali

Quattro studi osservazionali, ciascuno comprendente da 10.000 a 30.000 utilizzatori di vareniclina nell’analisi aggiustata, hanno confrontato il rischio di eventi neuropsichiatrici gravi, comprese le ospedalizzazioni neuropsichiatriche e l’autolesionismo fatale e non fatale, in pazienti trattati con vareniclina rispetto ai pazienti ai quali era stata prescritta NRT o bupropione. Tutti gli studi erano studi di coorte retrospettivi e includevano pazienti con e senza anamnesi psichiatrica. Tutti gli studi hanno utilizzato metodi statistici per controllare i fattori di confondimento (bias), compresa la prescrizione preferenziale di vareniclina ai pazienti più sani, nonostante ci sia la possibilità di fattori di confondimento residui.

Due degli studi non hanno trovato alcuna differenza nel rischio di ospedalizzazioni neuropsichiatriche tra gli utilizzatori di vareniclina e gli utilizzatori dei cerotti alla nicotina (Hazard Ratio [HR] 1,14; 95% Intervallo di confidenza [IC]: 0,56-2,34 nel primo studio e 0,76; 95% IC: 0,40-1,46 nel secondo studio). La potenza statistica per rilevare differenze in questi due studi era limitata. Il terzo studio non ha riportato alcuna differenza nel rischio di eventi avversi psichiatrici diagnosticati durante visita in pronto soccorso o ricovero ospedaliero tra gli utilizzatori di vareniclina e gli utilizzatori di bupropione (HR 0,85; 95% IC: 0,55-1,30). In base alle segnalazioni post-marketing, il bupropione potrebbe essere associato ad eventi avversi neuropsichiatrici.

Il quarto studio non ha evidenziato un rischio più elevato di autolesionismo fatale e non fatale (HR di 0,88; 95% IC: 0,52-1,49) in pazienti cui era stata prescritta vareniclina rispetto ai pazienti ai quali era stata prescritta NRT. L’ occorrenza di suicidio accertato è stata rara durante i tre mesi seguenti l’inizio di qualsiasi trattamento farmacologico (due casi in 31.260 utilizzatori di vareniclina e sei casi in

81.545 utilizzatori di NRT).

Studio di coorte in gravidanza

Uno studio di coorte basato sulla popolazione ha messo a confronto neonati esposti a CHAMPIX in utero (N=335) con neonati nati da madri fumatrici durante la gravidanza (N=78.412) e neonati nati da madri non fumatrici (N=806.438). In questo studio, i neonati esposti a CHAMPIX in utero, rispetto ai neonati nati da madri fumatrici durante la gravidanza, hanno mostrato percentuali inferiori di malformazioni congenite (3,6% vs. 4,3%), di mortalità fetale (0,3% vs. 0,5%), di nascita pretermine (7,5% vs. 7,9%), crescita non al passo con l’età gestazionale (12,5% vs. 17,1%) e rottura prematura della membrana (3,6% vs. 5,4%).

Popolazione pediatrica

L’efficacia e la sicurezza di vareniclina sono state valutate in uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo su 312 pazienti di età compresa tra 12 e 19 anni, che avevano fumato in

media almeno 5 sigarette al giorno durante i 30 giorni precedenti il reclutamento, e avevano un punteggio di almeno 4 nel test di Fagerström per lla dipendenza da nicotina. I pazienti sono stati stratificati per età (12-16 anni e 17-19 anni) e per peso corporeo (? 55 kg e > 55 kg). Dopo due settimane di aumenti della dose, i pazienti randomizzati a ricevere vareniclina con un peso corporeo

> 55 kg hanno ricevuto 1 mg due volte al giorno (gruppo trattato con alte dosi) o 0,5 mg due volte al giorno (gruppo trattato con basse dosi), mentre i pazienti con peso corporeo ? 55 kg hanno ricevuto 0,5 mg due volte al giorno (gruppo trattato con alte dosi) o 0,5 mg una volta al giorno (gruppo trattato con basse dosi). I pazienti hanno ricevuto il trattamento per 12 settimane, seguito da un periodo di non trattamento della durata di 40 settimane, unitamente a counseling adeguato all’età per tutta la durata dello studio.

La seguente tabella dello studio pediatrico sopra riportato mostra un confronto tra le percentuali di astinenza continua (CA) relativa alle settimane 9-12, confermata dal test della cotinina urinaria, per l’intera popolazione dello studio (full analysis set, FAS) e per la popolazione di 12-17 anni.

CA 9-12 (%) Complessiva
n/N (%)
Da 12 a 17 anni
n/N (%)
Vareniclina ad alto dosaggio 22/109 (20,2%) 15/80 (18,8%)
Vareniclina a basso dosaggio 28/103 (27,2%) 25/78 (32,1%)
Placebo 18/100 (18,0%) 13/76 (17,1%)

Confronti dei trattamenti Odds ratio in CA 9-12 (IC 95%) [valore p]

Vareniclina ad alto dosaggio vs 1,18 (0,59- 2,37) [0,6337] 1,13 (0,50- 2,56) [0,7753]
placebo
Vareniclina a basso dosaggio vs 1,73 (0,88- 3,39) [0,1114] 2,28 (1,06- 4,89)
placebo [0,0347]*

* Questo valore p non è considerato statisticamente significativo. I test previsti dalle procedure statistiche sono stati interrotti dopo che il confronto tra il trattamento con vareniclina ad alto dosaggio e quello con placebo nello studio complessivo non ha raggiunto significatività statistica.

IC = intervallo di confidenza; N = numero di soggetti randomizzati; n = numero di soggetti che, ad ogni visita dalla settimana 9 alla settimana 12 (incluse), ha riferito di non aver fumato e di non aver utilizzato altri prodotti contenenti nicotina dall’ultima visita dello studio/dall’ultimo contatto (sul Nicotine Use Inventory) e le cui dichiarazioni sono state confermate in una qualsiasi di queste visite da un test della cotinina urinaria.


Champix compresse rivestite con film: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Champix compresse rivestite con film, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Champix compresse rivestite con film

Assorbimento

Le concentrazioni plasmatiche massime di vareniclina vengono raggiunte generalmente entro 3-4 ore dalla somministrazione orale. A seguito di somministrazione orale di dosi multiple in volontari sani, le condizioni steady-state si raggiungono entro 4 giorni. L’assorbimento dopo somministrazione orale è virtualmente completo e la disponibilità sistemica è elevata. La biodisponibilità orale di vareniclina non è modificata dal cibo o dal momento della somministrazione.

Distribuzione

Vareniclina si distribuisce nei tessuti, incluso il cervello. Il volume apparente di distribuzione è stato in media di 415 litri (%CV=50) allo steady-state. Il legame di vareniclina con le proteine plasmatiche è basso (? 20%) ed è indipendente sia dall’età sia dalla funzionalità renale. Nei roditori, vareniclina viene trasferita attraverso la placenta e viene escreta nel latte materno.

Biotrasformazione

Vareniclina viene sottoposta ad un metabolismo minimo con il 92% della dose escreta immodificata nelle urine e meno del 10% eliminato sotto forma di metaboliti. I metaboliti minori nelle urine includono vareniclina N-carbamoil-glucuronide e idrossi-vareniclina. Vareniclina in circolo rappresenta il 91% del materiale farmaco-correlato. I metaboliti minori in circolo includono vareniclina N-carbamoil-glucuronide e N-glucosilvareniclina.

Eliminazione

L’emivita di eliminazione di vareniclina è di circa 24 ore. L’eliminazione renale di vareniclina avviene principalmente attraverso la filtrazione glomerulare insieme alla secrezione tubulare attiva mediante il trasportatore cationico organico OCT2 (vedere paragrafo 4.5).

Linearità/non linearità

Vareniclina presenta una cinetica lineare quando somministrata in dose singola (da 0,1 a 3 mg) o in dosi ripetute (da 1 a 3 mg/die).

Farmacocinetica in particolari popolazioni di pazienti

Non vi sono differenze clinicamente significative nella farmacocinetica di vareniclina in relazione ad età, razza, sesso di appartenenza, abitudine al fumo o uso di medicinali concomitanti, come dimostrato dagli studi specifici di farmacocinetica e dalle analisi di farmacocinetica di popolazione.

Compromissione epatica

A causa dell’assenza di un metabolismo epatico significativo, la farmacocinetica di vareniclina non deve essere modificata in pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafo 4.2).

Compromissione renale

La farmacocinetica di vareniclina è risultata immodificata in soggetti con compromissione renale lieve (clearance della creatinina > 50 ml/min e ? 80 ml/min). In pazienti con compromissione renale moderata (clearance della creatinina ? 30 ml/min e ? 50 ml/min), l’esposizione a vareniclina è aumentata di 1,5 volte rispetto ai soggetti con normale funzionalità renale (clearance della creatinina > 80 ml/min). In soggetti con severa compromissione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min), l’esposizione a vareniclina è aumentata di 2,1 volte. In soggetti che si trovano nella fase terminale della malattia renale (ESRD), vareniclina è stata eliminata in modo efficace mediante emodialisi (vedere paragrafo 4.2)

Anziani

La farmacocinetica di vareniclina in pazienti anziani con normale funzionalità renale (età 65-75 anni) è simile a quella dei soggetti adulti più giovani (vedere paragrafo 4.2). Per i pazienti anziani con funzionalità renale ridotta si rimanda al paragrafo 4.2.

Popolazione pediatrica

La farmacocinetica di vareniclina in dose singola e in dosi multiple è stata studiata in pazienti pediatrici di età compresa tra 12 e 17 anni (inclusi) ed è risultata quasi proporzionale alla dose, per quanto riguarda l’intervallo di dose giornaliero studiato da 0,5 mg a 2 mg. L’esposizione sistemica allo steady state nei pazienti adolescenti di peso >55 kg, valutata in base alla AUC (0-24), è risultata

paragonabile a quella osservata alle stesse dosi nella popolazione adulta. Dopo somministrazione di 0,5 mg due volte al giorno, l’esposizione giornaliera allo steady state di vareniclina era, in media, più elevata (di circa il 40%) nei pazienti adolescenti con peso corporeo ? 55 kg rispetto a quella riscontrata nella popolazione adulta. Non è raccomandato l’uso di CHAMPIX nei pazienti pediatrici, poiché la sua efficacia in questa popolazione non è stata dimostrata (vedere paragrafì 4.2 e 5.1).


Champix compresse rivestite con film: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Champix compresse rivestite con film agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Champix compresse rivestite con film è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Champix compresse rivestite con film: dati sulla sicurezza

I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, fertilità e sviluppo embrio-fetale. Nei ratti maschi trattati per 2 anni con vareniclina, è stato osservato un aumento dose-correlato nell’incidenza di ibernoma (tumore del grasso bruno). Nella prole di ratte gravide trattate con vareniclina sono state osservate riduzioni della fertilità ed incrementi nella risposta di soprassalto allo stimolo acustico (vedere paragrafo 4.6). Questi effetti sono stati osservati solo con esposizioni ritenute sufficientemente al di sopra della massima esposizione nell’uomo e ciò ne indica la scarsa rilevanza per l’uso clinico. I dati non-clinici indicano che vareniclina possiede proprietà di rinforzo nonostante abbia una potenza inferiore a quella della nicotina. Negli studi clinici condotti sull’uomo, vareniclina ha evidenziato un basso potenziale di abuso.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Champix compresse rivestite con film: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Champix compresse rivestite con film

Champix compresse rivestite con film: interazioni

Sulla base delle caratteristiche di vareniclina e dell’esperienza clinica ad oggi disponibile, CHAMPIX non presenta interazioni clinicamente significative con altri medicinali. Non è raccomandato un aggiustamento del dosaggio di CHAMPIX o dei medicinali co-somministrati di seguito elencati.

Gli studi in vitro dimostrano che vareniclina alle concentrazioni terapeutiche non inibisce nell’uomo le proteine renali di trasporto. Pertanto, è improbabile che la vareniclina alteri l’effetto dei farmaci eliminati attraverso la secrezione renale (ad esempio metformina – vedere di seguito).

Metformina

Vareniclina non ha alterato la farmacocinetica di metformina. Metformina non ha avuto effetti sulla farmacocinetica di vareniclina.

Cimetidina

La co-somministrazione di cimetidina e vareniclina ha aumentato l’esposizione sistemica di vareniclina del 29% a causa di una riduzione della clearance renale di vareniclina. Non si raccomanda un aggiustamento di dosaggio in caso di co-somministrazione di cimetidina in soggetti con funzionalità renale normale o in pazienti con compromissione renale da lieve a moderata. In pazienti con compromissione renale severa , l’uso concomitante di cimetidina evareniclina deve essere evitato.

Digossina

Vareniclina non ha alterato la farmacocinetica di digossina allo steady-state.

Warfarin

Vareniclina non ha alterato la farmacocinetica di warfarin. Il tempo di protrombina (INR) non è stato alterato dalla vareniclina. La stessa cessazione dell’abitudine al fumo può determinare alterazioni della farmacocinetica di warfarin (vedere paragrafo 4.4).

Alcolici

I dati clinici su una potenziale interazione tra alcool e vareniclina sono limitati. Ci sono state segnalazioni post-marketing di aumento degli effetti tossici dell’alcool in pazienti trattati con vareniclina. Una relazione causale tra questi eventi e vareniclina non è stata stabilita.

Uso con altre terapie per la cessazione dell’abitudine al fumo

Bupropione

Vareniclina non ha alterato la farmacocinetica di bupropione allo steady-state.

Terapia sostitutiva a base di nicotina (NRT)

Quando vareniclina e la NRT per via transdermica sono state somministrate insieme a soggetti fumatori per 12 giorni, è stata osservata una riduzione statisticamente significativa della pressione media sistolica (media 2,6 mmHg) misurata l’ultimo giorno dello studio. In questo studio, l’incidenza di nausea, cefalea, vomito, capogiro, dispepsia e stanchezza è stata superiore per la combinazione vareniclina ed NRT rispetto alla sola NRT.

La sicurezza e l’efficacia di CHAMPIX in combinazione con altre terapie per la cessazione dell’abitudine al fumo non è stata studiata.


Champix compresse rivestite con film: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Champix compresse rivestite con film: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

CHAMPIX può alterare in modo trascurabile o lieve la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. CHAMPIX può causare capogiri, sonnolenza e perdita di coscienza transitoria, e pertanto può alterare la capacità di guidare veicoli e utilizzare macchinari. Si consiglia ai pazienti di non guidare, utilizzare macchinari complessi o intraprendere attività potenzialmente pericolose fino a quando non sia noto se questo medicinale altera la capacità di svolgere queste attività.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco