Lasitone: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide (Furosemide + Spironolattone): sicurezza e modo d’azione

Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide (Furosemide + Spironolattone) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Stati edematosi da iperaldosteronismo secondario (scompenso cardiaco congestizio, cirrosi epatica in fase ascitica, sindrome nefrosica), laddove altre terapie non sono risultate sufficientemente efficaci o tollerate.

Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide: come funziona?

Ma come funziona Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide

Categoria farmacoterapeutica: diuretici e farmaci risparmiatori di potassio in associazione, codice ATC: C03EB01

L’associazione della furosemide, saluretico ad elevata efficacia, con lo spironolattone, antialdosteronico di sintesi esplicante azione diuretica-antikaliuretica, è caratterizzata dal sinergismo d’azione nei confronti dei singoli componenti in termini di azione saluretica e dalla capacità di rispettare il patrimonio organico di potassio.


Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide

I livelli sierici della furosemide e dello spironolattone nell’associazione, misurati come aree sottese alle rispettive curve, sono sovrapponibili a quelli ottenuti con i singoli componenti, dimostrando immutata biodisponibilità delle molecole, nonostante l’assorbimento sia più lento.

Spironolattone

L’effetto diuretico di spironolattone in genere si instaura gradualmente. Il picco dell’effetto si raggiunge circa 2 – 3 giorni dall’inizio della terapia e l’effetto persiste per circa lo stesso periodo dopo la sospensione del trattamento.

In seguito a somministrazione orale spironolattone viene assorbito rapidamente (tmax da 1 a 2 ore).

Dopo somministrazione orale spironolattone subisce un elevato metabolismo da primo passaggio con trasformazione a 7-alfa-tio-spironolattone, canrenone e canrenoato, 7-alfa-tiometil-spironolattone e 6-beta- idrossi-7-alfa-tiometil-spironolattone. Le concentrazioni massime di questi metaboliti si verificano dopo circa 2 – 4 ore. La biodisponibilità assoluta di canrenone dopo somministrazione orale di spironolattone è in media del 25% della dose assunta. Ciò si applica anche alla biodisponibilità dopo assunzione orale dell’associazione spironolattone-furosemide.

I primi tre dei metaboliti menzionati posseggono attività antimineralocorticoide corrispondente al 26%, 68% e 33% rispettivamente di quella di spironolattone.

A dosaggi compresi tra 25 mg e 200 mg di spironolattone, vi è una relazione all’incirca lineare tra una dose singola di spironolattone e le concentrazioni plasmatiche di canrenone, mentre dosaggi più elevati determinano concentrazioni relativamente più basse.

L’emivita plasmatica di spironolattone è di circa 1,5 ore e quella di canrenone è di 9 – 24 ore. Spironolattone viene eliminato rapidamente (emivita plasmatica circa 1,5 ore); i suoi metaboliti vengono eliminati più lentamente. L’eliminazione avviene principalmente nelle urine e in misura minore nella bile. Sia spironolattone che canrenone si legano alle proteine plasmatiche per oltre il 90% (90% e 98% rispettivamente, con la differenza determinata dal metodo utilizzato).

L’assorbimento di spironolattone aumenta se assunto con il cibo. Ciò determina un aumento nelle concentrazioni plasmatiche del farmaco e dei metaboliti dal 50% al 100%.

Spironolattone ed i suoi metaboliti passano la barriera placentare. Canrenone viene secreto nel latte materno.

Furosemide

L’inizio della diuresi in seguito a somministrazione orale di furosemide appare entro 1 ora. Il picco dell’effetto si verifica entro la prima o seconda ora. L’effetto diuretico perdura per circa 6 – 8 ore.

La curva dose-risposta è lineare attraverso un’ampia gamma di dosaggi.

La furosemide viene rapidamente assorbita dal tratto gastrointestinale. La biodisponibilità nel volontario sano è di circa 60% – 70% della dose somministrata. La biodisponibilità del farmaco nei pazienti è influenzata da vari fattori comprese le patologie sottostanti e può essere ridotta al 30% (ad es. nella sindrome nefrosica). Ciò è valido anche per la biodisponibilità di furosemide in seguito alla somministrazione dell’associazione spironolattone-furosemide. Il picco delle concentrazioni plasmatiche si registra dopo 1 ora dall’assunzione orale. Il volume di distribuzione relativo per i bambini e per gli adulti è di 0,2 l/kg peso corporeo.

Furosemide possiede un elevato legame alle proteine plasmatiche (più del 98%), principalmente all’albumina.

Furosemide viene eliminata principalmente in forma immodificata. Vi è un solo metabolita principale, l’estere glucuronizzato, che viene escreto nelle urine per circa il 10% (fino al 20%).

La clearance renale media del farmaco rappresenta i due terzi del totale nel soggetto sano, mentre un terzo della dose di furosemide viene escreta per via non renale. Per via dell’elevato legame alle proteine plasmatiche, l’escrezione renale avviene principalmente tramite secrezione attiva della furosemide nel lume tubulare attraverso il sistema prossimale di trasporto degli anioni. Nella maggioranza dei casi, la cinetica di eliminazione dal siero può essere descritta da un modello a due compartimenti.

L’emivita terminale della furosemide dopo somministrazione endovenosa è di circa 1 – 1,5 ore. Furosemide viene escreta nel latte materno.


Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide: dati sulla sicurezza

Tossicità cronica

Spironolattone:

La tossicità cronica e sub-cronica è stata studiata in varie specie animali. Solamente in uno studio nel ratto si sono rilevati segni di un aumento dell’incidenza di adenomi benigni tiroidei e testicolari ad alte dosi.

Furosemide:

Studi condotti in varie specie di roditori e nel cane somministrando furosemide per via orale ed endovenosa hanno rivelato una bassa tossicità acuta. La DL50 di furosemide per via orale nel topo e nel ratto è compresa tra 1050 mg/kg e 4600 mg/kg peso corporeo, mentre nella cavia è di 243 mg/kg. Nel cane la DL50 è di circa 2000 mg/kg per via orale ed è superiore a 400 mg/kg peso corporeo per via e.v.

Con la somministrazione di furosemide per 6 e 12 mesi nel ratto e nel cane si sono riscontrate alterazioni renali (compresa fibrosi focale, calcificazione) ai dosaggi più alti (da 10 a 20 volte la dose terapeutica nell’uomo).

Associazione furosemide-spironolattone:

Nel topo la DL50 è di 3028 mg/kg peso corporeo e nel ratto è di 3642 mg/kg.

In studi di tossicità sub-cronica effettuati con un rapporto di spironolattone 50 mg a furosemide 20 mg, i ratti hanno tollerato dosi giornaliere di circa 100 mg/kg peso corporeo senza sintomatologia. Con la somministrazione di dosi giornaliere di 300 mg/kg, si sono sviluppate calcificazioni renali che sono da attribuirsi alla furosemide. A dosaggi giornalieri di 17,5 mg/kg e oltre, i cani hanno sviluppato ipertrofia

prostatica (per via dell’effetto antiandrogeno di spironolattone) e atrofia tubulare renale (riconosciuto come effetto specie-specifico della furosemide).

Ototossicità

Furosemide può interferire con i meccanismi di trasporto nella stria vascolare dell’orecchio interno, con possibile risultato di disturbi uditivi che sono generalmente reversibili.

Mutagenesi e cancerogenesi

Spironolattone

Negli esperimenti condotti sugli animali non è stato rilevato alcun effetto mutageno o cancerogeno anche a dosaggi estremamente elevati di spironolattone. Tale rilevazione può trovare spiegazione nel diverso metabolismo del farmaco rispetto a quello del potassio canrenoato. Spironolattone ed i suoi metaboliti contenenti zolfo bloccano la trasformazione di canrenone negli epossidi intermedi che sono considerati la causa dell’effetto tumorigeno del potassio canrenoato.

Furosemide

Furosemide a dosaggi di circa 200 mg/kg/die peso corporeo (14.000 ppm) è stata somministrata con la dieta a topi e ratti femmine per un periodo di 2 anni. Nel topo, ma non nel ratto, è stata rilevata un’aumentata incidenza di adenocarcinomi mammari. Questa dose è notevolmente più alta della dose terapeutica somministrata all’essere umano. Inoltre queste neoplasie erano morfologicamente identiche ai tumori di natura spontanea osservati nel 2% – 8% dei controlli.

Pertanto appare poco probabile che l’incidenza di tumori sia rilevante nel trattamento dell’essere umano. Infatti non vi è alcuna evidenza di un aumento dell’incidenza di adenocarcinomi mammari in seguito all’utilizzo di furosemide. Sulla base di studi epidemiologici una classificazione per cancerogenesi di furosemide nell’uomo non appare possibile.

In uno studio sulla cancerogenesi nei ratti sono state somministrate dosi giornaliere di furosemide di 15 e 30 mg/kg peso corporeo. Nei ratti maschi alla dose di 15 mg/kg, ma non alla dose di 30 mg/kg, si è rilevato un aumento marginale dei tumori non comuni. Questi risultati sono considerati casuali.

Nel ratto, studi di cancerogenesi alla vescica indotta da nitrosoamine non hanno rivelato alcuna evidenza che furosemide possa agire da fattore di promozione.

In studi in vitro su cellule batteriche e di mammiferi, sono stati ottenuti risultati sia positivi che negativi. Tuttavia è stata osservata induzione di mutazioni genetiche e cromosomiali solamente quando furosemide ha raggiunto concentrazioni citotossiche.

Tossicologia riproduttiva

Spironolattone

Nel ratto spironolattone causa femminilizzazione dei feti maschi, rilevazione da attribuirsi all’effetto antiandrogeno di spironolattone. Studi nel topo e nel ratto non hanno rilevato alcun segno di teratogenesi.

Furosemide

Furosemide non ha compromesso la fertilità nel ratto femmina e maschio a dosi giornaliere di 90 mg/kg peso corporeo e nel topo maschio e femmina a dosi giornaliere di 200 mg/kg per via orale.

Non sono stati osservati effetti embriotossici o teratogeni rilevanti in varie specie di mammiferi compresi topi, ratti, gatti, conigli e cani in seguito a trattamento con furosemide. Un ritardo nella maturazione renale – riduzione del numero di glomeruli differenziati – è stato descritto nella prole di ratti trattati con dosi di 75 mg/kg di furosemide ai giorni 7 – 11 e 14 – 18 della gravidanza.

Furosemide attraversa la barriera placentare e nel cordone ombelicale raggiunge concentrazioni pari al 100% della concentrazione sierica nella madre. Ad oggi non sono state rilevate malformazioni nell’essere umano che possano essere collegate all’esposizione a furosemide. Tuttavia, non è stata ottenuta esperienza sufficiente a permettere la formulazione di una valutazione definitiva sui possibili effetti dannosi a carico dell’embrione/feto. La produzione urinaria nel feto può essere stimolata in utero.

Nei neonati prematuri trattati con furosemide è stata osservata nefrolitiasi e nefrocalcinosi.

Non sono stati condotti studi per valutare gli effetti sul lattante della furosemide ingerita con il latte materno.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide

Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide: interazioni

L’assorbimento di spironolattone aumenta marcatamente con l’assunzione di cibo (vedere paragrafo 5.2).

Associazioni sconsigliate

Se spironolattone viene somministrato in associazione con sali di potassio, farmaci che riducono l’escrezione di potassio, farmaci anti-infiammatori non steroidei o ACE-inibitori, si può verificare un aumento del potassio sierico che si manifesta con iperpotassiemia.

In aggiunta ad altri farmaci noti per causare iperkaliemia, l’uso concomitante di trimetoprim/sulfametossazolo (cotrimossazolo) con spironolattone può causare iperkaliemia clinicamente rilevante.

Furosemide può potenziare l’effetto otolesivo degli aminoglicosidi e di altri farmaci ototossici. Poiché tali disturbi possono essere irreversibili, questi farmaci devono essere utilizzati in associazione a Lasitone solo nel caso vi sia una assoluta necessità.

Sono stati descritti casi isolati in cui la somministrazione endovenosa di furosemide effettuata entro 24 ore dalla somministrazione di cloralio idrato è stata seguita da sensazione di calore, attacchi di sudorazione, agitazione, nausea, aumento della pressione arteriosa e tachicardia. Tali reazioni si possono verificare anche con Lasitone.

Precauzioni per l’uso

La contemporanea somministrazione di furosemide e cisplatino comporta il rischio di effetti ototossici. Inoltre, la nefrotossicità del cisplatino può risultare potenziata se la furosemide non viene somministrata a basse dosi (ad es. 40 mg a pazienti con funzionalità renale normale) ed in presenza di un bilancio idrico positivo, quando la furosemide viene impiegata per ottenere una diuresi forzata durante trattamento con cisplatino.

Furosemide riduce l’escrezione dei sali di litio. Ciò può portare ad aumento dei livelli sierici di litio aumentando il rischio di tossicità da litio, compreso aumento del rischio di effetti cardiotossici e neurotossici. Si raccomanda dunque di monitorare attentamente la litiemia nei pazienti che ricevono una terapia concomitante con sali di litio.

Poiché il sucralfato riduce l’assorbimento intestinale di furosemide, indebolendone l’effetto, Lasitone e sucralfato non vanno assunti contemporaneamente o a breve distanza l’uno dall’altro.

I pazienti in terapia diuretica possono presentare ipotensione grave e compromissione della funzionalità renale, compresi casi di insufficienza renale, particolarmente in concomitanza con la prima somministrazione di un ACE-inibitore o di un antagonista dei recettori dell’angiotensina II o la prima volta che se ne aumentano le dosi. Si deve prendere in considerazione l’opportunità di sospendere provvisoriamente la somministrazione di furosemide o, quanto meno, di ridurne la dose 3 giorni prima dell’inizio del trattamento con un ACE-inibitore o con un antagonista dei recettori dell’angiotensina II o prima di aumentarne le dosi.

Risperidone: Si deve esercitare cautela e devono essere presi in considerazione i rischi e i benefici della combinazione o co-trattamento con furosemide o con altri diuretici potenti, prima della decisione di utilizzare tale combinazione.

Vedere paragrafo 4.4 per l’aumento di mortalità in pazienti anziani con demenza co-trattati con risperidone

Levotiroxina: alte dosi di furosemide possono inibire il legame degli ormoni tiroidei alle proteine di trasporto. Ciò può determinare un aumento iniziale e transitorio di ormoni tiroidei liberi e una diminuzione complessiva totale dei livelli di ormone tiroideo. Il significato clinico di questa interazione non è noto. I livelli degli ormoni tiroidei devono essere monitorati.

Da considerare con attenzione

La somministrazione concomitante di farmaci anti-infiammatori non steroidei può ridurre l’effetto di Lasitone. Nei pazienti con disidratazione o ipovolemia pre-esistente, gli anti-infiammatori non steroidei possono causare insufficienza renale acuta.

Spironolattone e carbenoxolone possono compromettere reciprocamente la rispettiva attività farmacologica. La liquirizia in quantità elevate agisce nello stesso modo di carbenoxolone.

Corticosteroidi, carbenoxolone, liquirizia in quantità elevate e l’uso prolungato di lassativi possono facilitare lo sviluppo di ipopotassiemia.

Spironolattone può determinare aumento dei livelli sierici di digossina; inoltre l’attività e gli effetti indesiderati dei preparati digitalici e di farmaci che inducono la sindrome del QT lungo possono essere potenziati da alterazioni elettrolitiche (ad es. ipopotassiemia, ipomagnesiemia) causate da furosemide.

Fenitoina può ridurre l’effetto di Lasitone.

Con la somministrazione concomitante di altri antipertensivi, diuretici o farmaci ad effetto ipotensivo con Lasitone ci si attende un più pronunciato calo della pressione arteriosa.

Colestiramina: nei pazienti trattati con Lasitone in concomitanza con colestiramina è stata riportata iperpotassiemia nel contesto di acidosi metabolica ipercloremica.

Possono risultare indeboliti gli effetti di farmaci antidiabetici e dei simpaticomimetici che aumentano la pressione arteriosa, mentre possono essere potenziati gli effetti della teofillina o dei miorilassanti curarinici.

L’attività dei salicilati ad alte dosi ed i loro effetti indesiderati possono risultare aumentati da Lasitone.

Nei pazienti trattati contemporaneamente con furosemide e dosi elevate di talune cefalosporine si può sviluppare una compromissione della funzionalità renale.

Gli effetti dannosi sul rene dei farmaci nefrotossici possono essere potenziati dalla furosemide.

Probenecid, metotrexato e altri farmaci che, come la furosemide, sono escreti prevalentemente per via tubulare renale, possono ridurre l’effetto della furosemide. Al contrario, la furosemide può ridurre l’eliminazione renale di queste sostanze. In caso di trattamento con alte dosi (sia di furosemide che di altri farmaci) può verificarsi un aumento delle concentrazioni sieriche dell’una e degli altri. Di conseguenza aumenta il rischio di eventi avversi dovuti alla furosemide od alle altre terapie concomitanti.

L’utilizzo concomitante di ciclosporina A e furosemide è associata ad un aumentato rischio di artrite gottosa secondaria ad iperuricemia da furosemide e a riduzione dell’escrezione degli urati indotta da ciclosporina.

I pazienti ad elevato rischio di nefropatia da radiocontrasto trattati con furosemide hanno avuto una maggior incidenza di deterioramento della funzionalità renale in seguito alla somministrazione dei mezzi di contrasto, rispetto ai pazienti ad alto rischio che hanno ricevuto idratazione endovenosa solamente prima della somministrazione del mezzo di contrasto.


Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Lasitone 25 mg + 37 mg capsule rigide: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Lasitone può alterare la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.

Durante la terapia con Lasitone le capacità di concentrazione e reazione possono risultare alterate, modificando in tal modo la capacità del paziente di guidare veicoli e di usare macchinari. Ciò si verifica particolarmente nelle fasi iniziali della terapia o dopo il consumo di alcool.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco