Insulina Degludec: ipoglicemie e sicurezza cardiovascolare

L’insulina Degludec è la nuova arrivata nel mondo delle insuline a lunga durata d’azione e si va ad aggiungere alle insuline Glargine e Detemir.

La sicurezza ed efficacia dell’insulina Degludec è stata valutata in 8 trial randomizzati controllati in aperto di non inferiorità verso comparator attivo, di cui 3 studi in pazienti affetti da diabete di tipo I (1578 pazienti) ed i restanti 5 in pazienti affetti da diabete di tipo II (4076 pazienti).

Si fa notare come in tutti gli studi siano stati esclusi pazienti con storia di malattia cardiovascolare (ictus, scompenso cardiaco di grado III o IV NYHA), infarto del miocardio, angina instabile, portatori di bypass aorto-coronarico o sottoposti ad angioplastica.

L’end-point primario, comune a tutti i trial, era la variazione dell’emoglobina glicata, end point surrogato e purtroppo di validità limitata se si tiene conto che la riduzione di un punto percentuale dell’HbA1c corrisponde ad una riduzione di solo del 10-15% del rischio ischemico.

L’insulina Degludec è risultata non inferiore al comparator attivo (Insulina Glargine in 7 studi e Insulina Levemir in uno studio).

Particolarmente interessanti risultano essere i risultati relativi alle ipoglicemie totali e ipoglicemie notturne (end-point secondari) e quindi meritevoli di approfondimento anche in virtù delle seguenti considerazioni:

  • tutti gli studi sono stati condotti in aperto e quindi i possibili eventi avversi (es ipoglicemie) hanno potuto subire delle distorsioni;
  • sono stati esclusi i pazienti con ipoglicemie severe ricorrenti;
  • le ipoglicemie sia notturne che totali comprendevano anche le ipoglicemie asintomatiche, rilevate con la misurazione ematica di glucosio, dal dubbio significato clinico.

Il tasso di ipoglicemie confermate totali, intese come la somma di ipoglicemie severe e non, è risultato sovrapponibile e quindi non si sono riscontrare differenze tra Insulina Degludec ed i comparator.

Relativamente alle ipoglicemie notturne (tra mezzanotte e le 6 del mattino), degludec è stata associata a un minor rischio relativo rispetto alle insuline comparator solo nei pazienti con diabete di tipo 1 mentre i risultati non sono concordanti nei pazienti con diabete di tipo 2; inoltre va sottolineato come il vantaggio nella riduzione delle frequenze di ipoglicemia notturna nel diabete di tipo I viene perso se si allunga di 2 ore il periodo notturno.

La percentuale di ipoglicemie severe nei pazienti diabetici di tipo I trattati con Degludec è risultate essere maggiore rispetto ai trattati con Glargine anche se tale differenza non è risultata statisticamente significativa. Nei pazienti affetti da diabete di tipo II le ipoglicemie severe sono risultate essere sovrapponibili in tre studi su 5 e comunque sono risultate sempre inferiori al 5 %.

La sicurezza cardiovascolare di Degludec risulta essere piuttosto controversa e vede in disaccordo EMA ed FDA, infatti quest’ultima ha negato l’autorizzazione all’immissione in commercio sulla base dei dati di una metanalisi che ha rilevato un rischio cardiovascolare più elevato con insulina Degludec rispetto alle altre insuline comparator (RR=1.61 IC (95%) tra 1.00 e 2.61). L’ulteriore analisi richiesta dall’FDA ha considerato gli eventi avversi cardiovascolari maggiori quali morte cardiovascolare, infarto miocardico, ictus con tempi di follow-up a 30 giorni dopo la fine del trattamento ed ha escluso tra gli eventi l’angina instabile che se inclusa nell’analisi dei dati avrebbe dato origine ad un risultato neutro.

Recente è la notizia che l’FDA ha accettato di riesaminare la domanda di registrazione dell’insulina Degludec e valuterà la sicurezza cardiovascolare della nuova insulina avvalendosi dei dati ad interim dello studio DEVOTE (NCT01959529) pianificato dalla stessa azienda produttrice del farmaco al fine di soddisfare le richieste dell’ente regolatorio statunitense.

In conclusione, alla luce delle evidenze basate su end-point surrogati, sugli studi in popolazione altamente selezionata e dalla durata massima di 52 settimane, sul profilo di sicurezza cardiovascolare almeno controverso e non ancora conclusivo, l’insulina degludec non può al momento rappresentare una valida alternativa alle insulina glargine e detemir che dispongono di migliori prove d’efficacia documentate.

 

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