Terapia sintomatica degli stati febbrili e delle sindromi influenzali e da raffreddamento. Mal di testa e di denti, nevralgie, dolori mestruali, dolori reumatici e muscolari.
IpersensibilitĂ al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Pazienti che hanno manifestato broncospasmo, asma riniti od orticaria conseguenti all’impiego di acido acetilsalicilico, salicilati o di altri prodotti antinfiammatori non steroidei.
Malattia ulcerosa gastro-duodenale.
Storia di emorragia gastrointestinale o perforazione relativa a precedenti trattamenti attivi o storia di emorragia/ulcera peptica ricorrente (due o piĂ¹ episodi distinti di dimostrata ulcerazione o sanguinamento).
Questo medicinale non deve essere utilizzato nei bambini e nei ragazzi di etĂ inferiore a 16 anni, per il rischio di insorgenza di sindrome di Reye (vedere paragrafo 4.3). I soggetti
di etĂ superiore ai 70 anni di etĂ , soprattutto in presenza di terapie concomitanti, devono usare questo medicinale solo dopo aver consultato un medico. Dopo tre giorni di impiego alla dose massima o dopo 5-7 giorni di impiego continuativo consultare il medico. Particolare cautela deve essere adottata nel trattamento dei pazienti con deficit di glucosio-6-fosfato-deidrogenasi, disturbi gastrici ed intestinali cronici o ricorrenti o compromessa funzionalitĂ renale.
Cautela deve essere presentata nei pazienti con asma bronchiale o malattie allergiche in atto o pregresse in quanto puĂ² insorgere broncospasmo.
Usare con cautela nei pazienti con asma bronchiale o malattie allergiche in atto o pregresse in quanto puĂ² insorgere broncospasmo
Utilizzare con prudenza nei casi di gotta.
Questo medicinale contiene circa 485 mg di sodio per compressa. Da tenere in considerazione in persone con ridotta funzionalitĂ renale o che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
La somministrazione di acido acetilsalicilico, soprattutto in caso di terapia protratta, puĂ² potenziare l’attivitĂ dei farmacianticoagulanti (ad esempio derivati cumarinici ed eparina), gli effetti indesiderati del metotrexate, il rischio di emorragia gastro – intestinale in caso di contemporaneo trattamento con corticosteroidi, gli effetti e le manifestazioni secondarie di tutti gli antinfiammatori non steroidei, l’effetto dei farmaci riducenti la glicemia (sulfaniluree).
L’inibizione della sintesi delle prostaglandine puĂ² interessare negativamente la gravidanza e/o lo svluppo embrio/fetale. Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto, malformazione cardiaca e gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi di prostaglandine durante il primo periodo di gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1% fino a circa l’1,5%. E’ stato stimato che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalitĂ embrione –fetale. Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.
Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’acido acetilsalicilico non deve essere somministrato se non in casi stortamente necessari. Se usato da donne in procinto di concepimento o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere rispettivamente la piĂ¹ bassa e il piĂ¹ breve possibile.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:
TossicitĂ cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e
Disfunzione renale che puĂ² progredire a insufficienza renale con oligoidramnios;
la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:
Possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che puĂ² verificarsi anche a dosi molto basse;
Inibizione delle contrazioni uterine risultante in travaglio ritardato o
prolungato.
Conseguentemente l’acido acetilsalicilico è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.
Allattamento
L’acido acetilsalicilico puĂ² passare nel latte materno in piccole quantitĂ ; per il possibile rischio di insorgenza di effetti indesiderati nel neonato, occorre decidere se continuare/interrompere l’allattamento o continuare/interrompere la terapia in considerazione del beneficio che trae il neonato dall’allattamento e il beneficio che trae la madre dalla terapia.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Le reazioni avverse piĂ¹ comunemente osservate sono di natura gastrointestinale.
Possono verificarsi disordini gastrointestinali quali dispepsia, dolori addominali, nausea e vomito.
PiĂ¹ raramente sono state riportate gastriti, erosioni, ulcerazioni o emorragia gastrointestinale.
Alterazioni del sangue e sistema linfatico:
Disturbi amatopoietici (anemia, trombocitopenia, pan citopenia, agranulocitosi).
Alterazioni dell’apparato uditivo e vestibolare:
Disturbi oto-vestibolari (ronzii)
Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione:
Reazioni di ipersensibilitĂ con orticaria e prurito, e piĂ¹ raramente broncospasmo, esacerbazione dell’asma, angioedema e , in casi estremamente rari, shock anafilattico.
I sintomi da sovradosaggio sono rappresentati da senso di vertigine e tinnito (ronzii nelle orecchie) che possono essere accompagnati da nausea, vomito e disturbi gastrici. Nei casi piĂ¹ gravi, si osservano stati confusionali, torpore, collasso, convulsioni, disturbi respiratori, renali e talvolta anche emorragie. In caso di sovradosaggio acuto provvedere allo svuotamento dello stomaco mediante emetici, o aspirazione o lavanda gastrica. Per intossicazioni piĂ¹ lievi far bere abbondante quantitĂ di liquidi. In caso di intossicazione grave (concentrazioni plasmatiche di salicilato superiori a 500 mcg/ml nell’adulto ed a
Categoria farmaco terapeutica: analgesici ed antipiretici: acido salicilico e derivati ATC: N02BA51.
Acido acetilsalicilico e acido ascorbico Coop è un preparato per uso orale contente in associazione stabile effervescente acido acetilsalicilico e acido ascorbico; sono pertanto in esso compendiate le proprietà terapeutiche proprie dell’acido acetilsalicilico (antiinfiammatoria, antipiretica ed antidolorifica) e quelle della vitamina C.
L’assorbimento dopo somministrazione orale è generalmente rapido e completo.
L’acido acetilsalicilico è rapidamente idrolizzato a livello del tratto gastrointestinale, del fegato e del sangue a salicilato che è metabolizzato principalmente a livello epatico.
Non ci sono informazioni, derivanti dai dati reclini, di rilevante importanza per il medico, rispetto a quelle giĂ riportate nelle altre sezioni del RCP.