Iverscab – Ivermectina: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Iverscab

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Iverscab: ultimo aggiornamento pagina: 13/06/2022 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Iverscab 3 mg, compresse.

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa contiene 3 mg di ivermectina.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse.

Compresse rotonde, bianche o quasi bianche, piatte smussate con diametro di 5,5 mm e spessore di 2,1 mm.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Trattamento della strongiloidiasi gastrointestinale (anguillulosi).

Trattamento di sospetta o diagnosticata microfilaremia in pazienti con filariasi linfatica causata da Wuchereria bancrofti.

Trattamento della scabbia sarcoptica umana. Il trattamento è giustificato quando la diagnosi di scabbia è stata stabilita clinicamente e/ o da un esame parassitologico. Senza diagnosi formale, in caso di prurito, il trattamento non è giustificato.

Le linee guida ufficiali devono essere prese in considerazione. Le linee guida ufficiali normalmente includeranno le linee guida dell’OMS e delle autorità sanitarie pubbliche.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Trattamento della strongiloidiasi gastrointestinale

La dose raccomandata è di una singola somministrazione orale da 200 microgrammi di ivermectina per kg di peso corporeo.

Come indicazione, la dose, in relazione al peso del paziente, è la seguente:

PESO CORPOREO (kg) DOSE (numero di compresse da 3 mg)
15 – 24 1
25 – 35 2
36 – 50 3
51 – 65 4
66 – 79 5
≥ 80 6

Trattamento della microfilaremia causata da Wuchereria bancrofti

La dose raccomandata per le campagne di trattamento di massa della microfilaremia causata da Wuchereria bancrofti è di una singola somministrazione orale una volta ogni 6 mesi, pari a circa 150- 200 μg / kg di peso corporeo.

Nelle zone endemiche in cui il trattamento può essere somministrato solo una volta ogni 12 mesi, per mantenere un’adeguata soppressione della microfilaremia nei pazienti trattati, la dose raccomandata è di 300 – 400 μg / kg di peso corporeo.

Come indicazione, la dose, in relazione al peso del paziente, è la seguente:

PESO CORPOREO (kg) DOSE quando assunta una volta ogni 6 mesi (numero di
compresse da 3 mg)
DOSE quando assunta una volta ogni 12 mesi (numero di
compresse da 3 mg)
15 – 25 1 2
26 – 44 2 4
45 – 64 3 6
65 – 84 4 8

In alternativa e se il peso non è disponibile, la dose di ivermectina da utilizzare nelle campagne di trattamento di massa può essere determinata dall’altezza del paziente come segue:

ALTEZZA
(cm)
DOSE quando assunta una volta ogni 6 mesi
(numero di compresse da 3 mg)
DOSE quando assunta una volta ogni 12 mesi (numero di
compresse da 3 mg)
90 – 119 1 2
120 – 140 2 4
141 – 158 3 6
> 158 4 8

Trattamento della scabbia sarcoptica umana

La dose raccomandata è pari a una singola somministrazione orale di ivermectina 200 μg/ kg di peso corporeo.

Scabbia comune:

Il recupero sarà considerato definitivo solo dopo 4 settimane di trattamento. La persistenza di prurito, o lesioni da sfregamento non giustifica un secondo trattamento prima di tale data.

La somministrazione di una seconda dose entro 2 settimane, dopo la dose iniziale, dovrebbe essere fatta soltanto: in caso di nuove lesioni specifiche,

quando l’esame parassitologico eseguito in tale data risulta positivo.

Scabbia abbondante e crostosa:

In queste forme fortemente infette, per ottenere il pieno recupero, una seconda dose entro 8-15 giorni di ivermectina e/ o concomitante terapia topica può rendersi necessaria.

Nota per i pazienti trattati per la scabbia

Le persone a contatto con i pazienti, in particolare i familiari e i partner, dovrebbero sottoporsi a una visita medica il più presto possibile e, se necessario, dovrebbero ricevere un immediato trattamento anti scabbia.

Dovrebbero essere prese in considerazione misure igieniche per prevenire la reinfezione (es mantenere le unghie corte e pulite) e dovrebbero essere seguite le opportune raccomandazioni sulla pulizia degli indumenti e della biancheria da letto.

Popolazione pediatrica

Per tutte le indicazioni terapeutiche non è stata stabilita la sicurezza di impiego di Iverscab nei pazienti pediatrici di peso corporeo inferiore a 15 kg.

Pazienti anziani

Gli studi clinici con ivermectina non hanno incluso un numero sufficiente di soggetti di età uguale o superiore ai 65 anni, per determinare se la risposta di pazienti anziani sia diversa rispetto ai pazienti più giovani. Altre esperienze cliniche riferite, non hanno identificato differenze nelle risposte tra gli anziani e i pazienti più giovani. In generale, il trattamento di un paziente anziano dovrebbe essere cauto, considerando la più alta frequenza della diminuzione della funzione epatica, renale o cardiaca e di patologia concomitante o ogni altra terapia farmacologica in atto.

Modo di somministrazione

Via orale.

Nei bambini di età inferiore ai 6 anni, le compresse devono essere frantumate prima di ingerirle. La singola dose orale deve essere assunta con acqua a stomaco vuoto.

La dose può essere presa in qualsiasi momento della giornata, ma nessun alimento deve essere assunto due ore prima o due ore dopo la somministrazione, in quanto non è conosciuta l’influenza del cibo sull’assorbimento.

 

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo ivermectina o ad uno degli eccipienti riportati al paragrafo 6.1.

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Avvertenze speciali

L’efficacia e il regime di dosaggio dell’ivermectina nei pazienti immunocompromessi trattati per la strongiloidiasi intestinale non sono stati stabiliti da studi clinici adeguati. Sono stati segnalati casi che mostrano la persistenza di infestazione dopo una singola dose di ivermectina, in particolare in questo tipo di pazienti.

L’ivermectina non è una terapia profilattica per l’infezione da filaria o anguillulosi; non sono disponibili dati che dimostrino l’efficacia dell’ivermectina nell’uccidere e nel prevenire la maturazione delle larve infettive nell’uomo.

L’ivermectina non ha dimostrato di avere alcuna attività contro il verme adulto di nessuna specie di filaria.

L’ivermectina non ha mostrato di avere alcun effetto benefico sulla sindrome da eosinofilia polmonare tropicale, sulla linfadenite o sulla linfangite osservata in caso di infezione da filaria.

Dopo la somministrazione di ivermectina, l’intensità e la gravità degli effetti indesiderati sono probabilmente legati alla densità microfilariale pretrattamento in particolare nel sangue. Nei pazienti co-infettati con Loa loa, la densità microfilariale, in particolare nel sangue, è molto spesso alta e ciò predispone i pazienti trattati ad un aumentato rischio nel verificarsi di gravi effetti indesiderati.

Effetti indesiderati al SNC (encefalopatie) sono stati raramente segnalati in pazienti trattati con ivermectina e co-infettati da un elevato numero di microfilarie di Loa loa. Di conseguenza, nelle zone endemiche di Loa loa, dovrebbero essere adottate misure speciali prima di ogni trattamento con ivermectina (vedere paragrafo 4.8).

Il trattamento concomitante con dietilcarbamazina citrato (DEC) e ivermectina in campagne di trattamento di massa per filariasi causata da Wuchereria Bancrofti in Africa non è raccomandato. La co-infezione con altre microfilarie, come Loa loa, può provocare un’elevata microfilaremia nei pazienti infetti.

L’esposizione sistemica alla DEC in tali pazienti può provocare il verificarsi di gravi effetti collaterali dovuti alla rapida e efficace azione microfilaricida di questo farmaco.

A seguito della somministrazione di farmaci con una rapida azione microfilaricida come la DEC in pazienti con oncocerchiasi sono state riportate reazioni cutanee e/o sistemiche di varia gravità (Reazione di Mazzotti) e reazioni oftalmologiche.

Queste reazioni sono probabilmente dovute alle risposte infiammatorie ai prodotti di degradazione rilasciati dopo la morte delle microfilarie.

I pazienti trattati con ivermectina per oncocerchiasi possono manifestare queste reazioni anche quando sono trattati per la prima volta. Dopo il trattamento con un farmaco ad azione microfilaricida, i pazienti con oncodermatite iperattiva o “Sowda” (osservata particolarmente nello Yemen) possono essere più soggetti di altri ad avvertire reazioni avverse cutanee gravi (edema e aggravamento di oncodermatiti).

Popolazione pediatrica

Non è stata stabilita la sicurezza di impiego di Iverscab nei pazienti pediatrici di peso corporeo inferiore a 15 kg.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Non sono stati eseguiti studi di interazione

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Durante il trattamento di massa per l’oncocerchiasi, i dati su un numero limitato (circa 300) di donne incinte, hanno mostrato effetti avversi come anomalie congenite, aborti spontanei, mortalità fetale e mortalità infantile che potrebbero essere associati al trattamento con ivermectina durante il primo trimestre di gravidanza.

Ad oggi, non sono disponibili altri dati epidemiologici.

Studi su animali hanno mostrato tossicità per la riproduzione (vedi paragrafo 5.3); tuttavia, il valore predittivo di queste osservazioni non è stato stabilito.

L’ivermectina dovrebbe essere utilizzata solo quando strettamente indicato.

Allattamento

Meno del 2% della dose somministrata di ivermectina è presente nel latte materno. La sicurezza d’impiego non è stata stabilita nei neonati. L’ivermectina può essere somministrata alle madri che allattano solo se il beneficio previsto per il neonato supera il potenziale rischio.

Fertilità

L’ivermectina non ha mostrato effetti avversi sulla fertilità dei ratti fino a 3 volte la dose massima raccomandata per l’uomo di 200 μg/kg (mg/m²/giorno).

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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L’effetto di Iverscab sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari non è stato studiato.

Non è possibile escludere la possibilità che alcuni pazienti possano manifestare reazioni avverse come vertigini, sonnolenza, capogiri e tremore che possono influenzare la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari (vedere paragrafo 4.8).

 

04.8 Effetti indesiderati

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Sono state segnalate ipereosinofilia transitoria, disfunzioni epatiche, tra cui epatite acuta, aumento degli enzimi epatici, iperbilirubinemia ed ematuria.

Molto raramente sono state riportate necrolisi epidermica tossica e sindrome di Stevens-Johnson.

Gli effetti indesiderati sono correlati alla densità del parassita e sono lievi e transitori nella maggior parte dei casi, ma la loro gravità può essere aumentata nei pazienti infettati con più di un parassita, in particolare nel caso di infestazione con Loa loa.

Raramente, gravi e potenzialmente fatali casi di encefalopatia sono stati descritti dopo la somministrazione di ivermectina, in particolare nei pazienti anche pesantemente infettati con Loa

loa. In questi pazienti sono state segnalate anche le seguenti reazioni avverse: dolore dorsale o al collo, iperemia oculare, emorragia sub-congiuntivale, dispnea, incontinenza urinaria e/o fecale, difficoltà di stare in piedi/ camminare, alterazioni dello stato mentale, confusione, letargia, stupor o coma (vedi paragrafo 4.4).

Nei pazienti che ricevono ivermectina per il trattamento di strongiloidiasi, sono state riportate le seguenti reazioni avverse: astenia, dolore addominale, anoressia, stipsi, diarrea, nausea, vomito, capogiro, sonnolenza, vertigini, tremore, ipereosinofilia transitoria, leucopenia/anemia e aumento della ALT/fosfatasi alcalina. Nel trattamento della filaria dovuta a Wuchereria bancrofti, l’intensità degli effetti indesiderati non sembra essere dose-dipendente, ma è legata alla densità microfilariale nel sangue. Sono stati descritti: febbre, cefalea, astenia, sensazione di debolezza, mialgia, artralgia, dolore diffuso, disturbi digestivi come anoressia, nausea, dolore addominale ed epigastrico, tosse, sensazione di difficoltà a respirare, mal di gola, ipotensione ortostatica, brividi, vertigini, sudorazione abbondante, dolore testicolare o sensazione di malessere.

A seguito della somministrazione di ivermectina in pazienti affetti da Onchocerca volvulus, le reazioni di ipersensibilità osservate derivanti dalla morte microfilarica riguardano reazioni di tipo Mazzotti: prurito, eruzione oriticarioide, congiuntivite, artralgia, mialgia (compresa la mialgia addominale), febbre, edema, linfadenite, adenopatie, nausea, vomito, diarrea, ipotensione ortostatica, vertigini, tachicardia, astenia, cefalea. Raramente, questi sintomi sono stati gravi. Sono stati descritti alcuni casi di aggravamento dell’asma. In questi pazienti sono state descritte anche sensazioni anomale negli occhi, edema palpebrale, uveite anteriore, congiuntivite, limbite, cheratite e corioretinite o coroidite. Queste manifestazioni, che possono essere dovute alla malattia stessa, sono state descritte anche occasionalmente dopo il trattamento. Sono raramente gravi e generalmente sono risolte senza trattamento corticosteroide.

L’insorgenza di emorragia congiuntivale è stata segnalata in pazienti con oncocerchiasi. Dopo assunzione di ivermectina, è stata osservata l’espulsione di adulti di Ascaris.

Nei pazienti con scabbia, l’esacerbazione transitoria di prurito può essere osservata all’inizio del trattamento.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni- avverse.

 

04.9 Sovradosaggio

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Sono stati segnalati casi di sovradosaggio accidentale con ivermectina, ma nessuno di essi ha determinato la morte del paziente. In caso di intossicazione accidentale con dosi sconosciute di prodotti destinati ad uso veterinario (uso orale, come iniezione, uso cutaneo), i sintomi descritti sono stati: eruzione cutanea, dermatite da contatto, edema, cefalea, vertigini, astenia, nausea, vomito, diarrea e dolore addominale. Sono stati osservati anche altri effetti, tra cui: convulsioni, atassia, dispnea, parestesia e orticaria.

Gestione in caso di intossicazione accidentale:

trattamento sintomatico e sorveglianza in ambiente medico con idratazione e trattamento dello stato ipertensivo, se necessario. Sebbene non siano disponibili studi specifici, è consigliabile evitare la combinazione di agonisti del GABA nel trattamento dell’intossicazione accidentale dovuta a ivermectina

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: Antielmintici, codice ATC: P02CF01

L’ivermectina è derivata dalle avermectine isolate da brodi di fermentazione di Streptomyces avermitilis. Ha alta affinità con i canali del cloruro controllati dal glutammato presenti nelle cellule nervose e muscolari degli invertebrati. Il suo legame con questi canali favorisce un aumento della permeabilità della membrana agli ioni cloruro, portando ad iperpolarizzazione della cellula neurale o muscolare. Questo provoca paralisi neuromuscolare e può portare alla morte di alcuni parassiti.

Ivermectina interagisce anche con altri canali di cloruro controllati dal ligando come quello che coinvolge il neurotrasmettitore GABA (acido gamma-aminobutirrico). I mammiferi non hanno canali cloruro controllati dal glutammato. Le avermectine hanno solo bassa affinità per altri canali cloruro controllati dal ligando. Non attraversano facilmente la barriera ematoencefalica.

Studi clinici condotti in Africa, Asia, Sud America, Caraibi e Polinesia rivelano una riduzione (minore dell’1%) della microfilaremia dovuta a Wuchereria bancrofti nella settimana successiva alla somministrazione di una dose orale di ivermectina di almeno 100 μg/kg. Questi studi hanno mostrato un effetto dose dipendente nel periodo durante il quale vengono mantenuti ridotti la presenza di microfilarie e il tasso di infestazione nelle popolazioni trattate.

Trattando la microfilaremia nell’uomo (l’unico serbatoio parassitario per la Wuchereria bancrofti), la somministrazione di un trattamento di massa sembra essere utile in termini di limitazione della trasmissione della Wuchereria bancrofti da parte di insetti vettori e di interruzione della catena epidemiologica.

Il trattamento con una singola dose di ivermectina di 200 microgrammi per kg di peso corporeo si è dimostrato efficace e ben tollerato in pazienti con immunità normale e in cui l’infestazione da Strongyloides stercoralis è limitata al tratto digestivo.

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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La concentrazione media di picco plasmatico del componente principale (H2B1a) osservata circa 4 ore dopo la somministrazione orale di una singola dose di 12 mg di ivermectina compresse è di 46,6 ( 21,9) ng/mL.

La concentrazione plasmatica aumenta con l’aumento delle dosi in modo generalmente proporzionale. L’ivermectina viene assorbita e metabolizzata nel corpo umano. L’ivermectina e/o i suoi metaboliti sono escreti quasi esclusivamente nelle feci, mentre meno dell’1% della dose somministrata viene escreto nelle urine. Uno studio in vitro condotto sui microsomi del fegato umano suggerisce che il citocromo P450 3A4 è la principale isoforma coinvolta nel metabolismo epatico dell’ivermectina. Negli esseri umani, l’emivita plasmatica dell’ivermectina è di circa 12 ore e quella dei metaboliti è di circa 3 giorni.

Studi preclinici suggeriscono che l’ivermectina usata a dosi terapeutiche orali non inibisce significativamente CYP3A4 (IC50 = 50 μM) o altri enzimi CYP (2D6, 2C9, IA2 and 2E1).

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Studi di tossicità a dose singola condotti su animali hanno mostrato tossicità al sistema nervoso centrale, manifestata dalla comparsa di miadriasi, tremori e atassia a dosi elevate in diverse specie (topi, ratti e cani), nonché vomito e miadriasi nelle scimmie. In seguito alla somministrazione di dosi ripetute di ivermectina vicine o uguali a dosi materno tossiche, sono state osservate anomalie fetali (palatoschisi) in diverse specie animali (topi, ratti, conigli). Da questi studi risulta difficile valutare il rischio associato alla somministrazione di un’unica dose bassa. Studi standard condotti in vitro (test di Ames, test di linfoma TK sui topi) non hanno mostrato alcuna genotossicità. Tuttavia, non sono stati condotti studi di genotossicità o cancerogenicità in vivo.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Cellulosa microcristallina (E460) Amido di mais pregelatinizzato Butilidrossianisolo (E320) Magnesio stearato (E470b)

 

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

 

06.3 Periodo di validità

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18 mesi.

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare a temperatura inferiore a 25°C Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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4, 8, 10, 12, 16 e 20 compresse in blister di Poliammide/Aluminium/PVC/Aluminium È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessun requisito particolare.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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SUBSTIPHARM 24 rue Erlanger 75016 PARIS Francia

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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048540013 – “3 mg Compresse” 4 Compresse In Blister PA/Al/PVC/Al
048540025 – “3 mg Compresse” 8 Compresse In Blister PA/Al/PVC/Al
048540037 – “3 mg Compresse” 10 Compresse In Blister PA/Al/PVC/Al
048540049 – “3 mg Compresse” 12 Compresse In Blister PA/Al/PVC/Al
048540052 – “3 mg Compresse” 16 Compresse In Blister PA/Al/PVC/Al
048540064 – “3 mg Compresse” 20 Compresse In Blister PA/Al/PVC/Al

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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21/05/2021

10.0 Data di revisione del testo

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05/2021