Xolair – Omalizumab: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Xolair

Xolair

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Xolair: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

Se sei un paziente, consulta anche il Foglietto Illustrativo (Bugiardino) di Xolair 150 mg polvere e solvente per soluzione iniettabile

01.0 Denominazione del medicinale

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Xolair 150 mg polvere e solvente per soluzione iniettabile

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Un flaconcino contiene 150 mg di omalizumab*.

Dopo ricostituzione un flaconcino contiene 125 mg/mL di omalizumab (150 mg in 1,2 mL).

*Omalizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato prodotto in una linea cellulare ovarica di criceto cinese (CHO) con la tecnologia DNA ricombinante.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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Polvere e solvente per soluzione iniettabile Polvere: liofilizzato di colore da bianco a biancastro Solvente: soluzione limpida e incolore

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Asma allergico

Xolair è indicato negli adulti, negli adolescenti e nei bambini di età compresa tra 6 e <12 anni.

Il trattamento con Xolair deve essere considerato solo per i pazienti con asma di accertata natura IgE (immunoglobulina E) mediata (vedere paragrafo 4.2).

Adulti e adolescenti (di età pari o superiore a 12 anni)

Xolair è indicato, come terapia aggiuntiva, per migliorare il controllo dell’asma in pazienti con asma allergico severo persistente che al test cutaneo o di reattività in vitro sono risultati positivi ad un aeroallergene perenne e hanno ridotta funzionalità polmonare (FEV1 <80%) nonché frequenti sintomi diurni o risvegli notturni e in pazienti con documentate esacerbazioni asmatiche severe ripetute, nonostante l’assunzione quotidiana di alte dosi di corticosteroidi per via inalatoria, più un beta2- agonista a lunga durata d’azione per via inalatoria.

Bambini (da 6 a <12 anni di età)

Xolair è indicato, come terapia aggiuntiva, per migliorare il controllo dell’asma in pazienti con asma allergico severo persistente che al test cutaneo o di reattività in vitro sono risultati positivi ad un aeroallergene perenne e hanno frequenti sintomi diurni o risvegli notturni e in pazienti con documentate esacerbazioni asmatiche severe ripetute, nonostante l’assunzione quotidiana di alte dosi di corticosteroidi per via inalatoria, più un beta2-agonista a lunga durata d’azione per via inalatoria.

Rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP)

Xolair è indicato come terapia aggiuntiva ai corticosteroidi intranasali per il trattamento di adulti (età pari o superiore a 18 anni) con CRSwNP severa per i quali la terapia con i cortidosterodi intranasali non fornisce un controllo adeguato della malattia.

Orticaria cronica spontanea (CSU)

Xolair è indicato, come terapia aggiuntiva, per il trattamento dell’orticaria cronica spontanea in pazienti adulti e adolescenti (età pari o superiore a 12 anni) con risposta inadeguata al trattamento con antistaminici H1.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Il trattamento deve essere iniziato da medici esperti nella diagnosi e nel trattamento di asma persistente severo, rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP) o orticaria cronica spontanea.

Posologia

Asma allergico e rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSNwNP)

Il dosaggio per asma allergico e CRSwNP segue gli stessi principi di dosaggio. La dose appropriata e la frequenza di somministrazione di omalizumab per queste condizioni sono determinate dai livelli di IgE basali (UI/mL), rilevati prima di iniziare il trattamento, e dal peso corporeo (kg). Prima della somministrazione della dose iniziale, i pazienti devono determinare i propri livelli di IgE mediante qualsiasi test disponibile in commercio per le IgE sieriche totali al fine della definizione della loro dose. Sulla base di queste determinazioni possono essere necessari per ciascuna somministrazione da 75 a 600 mg di omalizumab in 1-4 iniezioni.

Nei pazienti con asma allergico e livelli di IgE al basale inferiori a 76 UI/mL è meno probabile osservare dei benefici (vedere paragrafo 5.1). Prima di iniziare la terapia il medico deve accertarsi che i pazienti adulti ed adolescenti con livelli di IgE inferiori a 76 UI/mL ed i bambini (da 6 a <12 anni) con livelli di IgE inferiori a 200 UI/mL abbiano inequivocabile reattività in vitro (RAST) ad un allergene perenne.

Vedere la Tabella 1 per la conversione e le Tabelle 2 e 3 per la determinazione della dose.

Ai pazienti i cui livelli di IgE basali o peso corporeo in chilogrammi non rientrano nei limiti della tabella dei dosaggi, omalizumab non deve essere somministrato.

La dose massima raccomandata è di 600 mg di omalizumab ogni due settimane.

Tabella 1 Conversione dalla dose a numero di flaconcini, numero di iniezioni e volume totale iniettato con ciascuna somministrazione

Dose (mg) Numero 75 mg a di flaconcini 150 mg b Numero di iniezioni Volume totale iniettato (mL)
75 1c 0 1 0,6
150 0 1 1 1,2
225 1c 1 2 1,8
300 0 2 2 2,4
375 1c 2 3 3,0
450 0 3 3 3,6
525 1c 3 4 4,2
600 0 4 4 4,8

a 0,6 mL = massimo volume estraibile per flaconcino (Xolair 75 mg). b 1,2 mL = massimo volume estraibile per flaconcino (Xolair 150 mg). c oppure utilizzare 0,6 mL da un flaconcino da 150 mg.

Tabella 2 SOMMINISTRAZIONE OGNI 4 SETTIMANE. Dosi di omalizumab (milligrammi per dose) somministrate mediante iniezione sottocutanea ogni 4 settimane Peso corporeo (kg)

Valori basali di
IgE 20- >25- >30- >40- >50- >60- >70- >80- >90- >125-
(UI/mL) 25* 30* 40 50 60 70 80 90 125 150
30-100 75 75 75 150 150 150 150 150 300 300
>100-200 150 150 150 300 300 300 300 300 450 600
>200-300 150 150 225 300 300 450 450 450 600
>300-400 225 225 300 450 450 450 600 600
>400-500 225 300 450 450 600 600
>500-600 300 300 450 600 600
>600-700 300 450 600
>700-800

>800-900

>900-

1 000

>1 000-

1 100

SOMMINISTRAZIONE OGNI 2 SETTIMANE

VEDERE TABELLA 3

*Pesi corporei inferiori a 30 kg non sono stati studiati negli studi clinici principali per CRSwNP.

Tabella 3 SOMMINISTRAZIONE OGNI 2 SETTIMANE. Dosi di omalizumab (milligrammi per dose) somministrate mediante iniezione sottocutanea ogni 2 settimane

>100-200
>200-300 375
>300-400 450 525
>400-500 375 375 525 600
>500-600 375 450 450 600
>600-700 225 375 450 450 525
>700-800 225 225 300 375 450 450 525 600
>800-900 225 225 300 375 450 525 600
>900-
1 000
225 300 375 450 525 600
>1 000-
1 100
225 300 375 450 600
>1 100-
1 200
300 300 450 525 600 Dati insufficienti a raccomandare una dose
>1 200-
1 300
300 375 450 525
>1 300-
1 500
300 375 525 600

Peso corporeo (kg)

Valori basali di IgE (UI/mL)

30-100

20-

25* >25- >30- >40- >50- >60- >70- >80- >90- >125-

30* 40 50 60 70 80 90 125 150

SOMMINISTRAZIONE OGNI 4 SETTIMANE

VEDERE TABELLA 2

*Pesi corporei inferiori a 30 kg non sono stati studiati negli studi clinici principali per CRSwNP.

Durata del trattamento, monitoraggio e aggiustamento della dose Asma allergico

Xolair è destinato ad un trattamento a lungo termine. Gli studi clinici hanno dimostrato che devono trascorrere almeno 12-16 settimane prima che il trattamento mostri efficacia. Dopo 16 settimane dall’inizio della terapia i pazienti devono essere valutati dal proprio medico per verificare l’efficacia del trattamento prima che vengano effettuate ulteriori iniezioni. La decisione di continuare la terapia con Xolair allo scadere della 16a°settimana, o in occasioni successive, deve basarsi sull’osservazione di un marcato miglioramento del controllo complessivo dell’asma (vedere paragrafo 5.1. Valutazione complessiva dell’efficacia del trattamento da parte del medico).

Rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP)

Negli studi clinici per la CRSwNP, sono state osservate modifiche del punteggio dei polipi nasali (NPS) e del punteggio di congestione nasale (NCS) a 4 settimane. La necessità di una terapia continuativa deve essere periodicamente rivalutata sulla base della gravità della malattia del paziente e del livello di controllo dei sintomi.

Asma allergico e rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP)

La sospensione del trattamento provoca in genere un ritorno a livelli elevati di IgE libere ed ai sintomi a questo associati. I livelli di IgE totali sono elevati durante il trattamento e restano elevati fino ad un anno dopo la sospensione del trattamento. Pertanto, una nuova misurazione dei livelli di IgE durante il trattamento non può essere usata come guida per la determinazione della dose. La determinazione della dose dopo un’interruzione del trattamento di durata inferiore ad un anno deve basarsi sui livelli sierici di IgE ottenuti al momento della determinazione iniziale della dose. I livelli di IgE sieriche totali possono essere rimisurati per la determinazione della dose se il trattamento è stato interrotto per un anno o più.

Le dosi devono essere aggiustate in caso di modifiche significative del peso corporeo (vedere Tabelle 2 e 3).

Orticaria cronica spontanea (CSU)

La dose raccomandata è 300 mg per iniezione sottocutanea ogni quattro settimane.

Si consiglia ai prescrittori di rivalutare periodicamente la necessità di continuare la terapia.

L’esperienza da studi clinici di trattamento a lungo termine in questa indicazione è descritta nel paragrafo 5.1.

Popolazioni speciali

Anziani (dai 65 anni di età in poi)

Sono disponibili dati limitati sull’utilizzo di omalizumab in pazienti oltre i 65 anni di età ma non vi è prova che i pazienti anziani necessitino di una dose diversa da quella usata nei pazienti adulti più giovani.

Compromissione della funzionalità renale o epatica

Non sono stati effettuati studi sull’effetto della compromissione della funzionalità renale o epatica sulla farmacocinetica di omalizumab. Poiché alle dosi cliniche la clearance di omalizumab è dominata dal sistema reticolo-endoteliale (RES), è improbabile che venga alterata dalla compromissione renale o epatica. Pur non essendo raccomandato un particolare aggiustamento della dose, omalizumab deve essere somministrato con cautela in questi pazienti (vedere paragrafo 4.4).

Popolazione pediatrica

Nell’asma allergico, la sicurezza e l’efficacia di omalizumab in pazienti di età inferiore a 6 anni non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili.

Nella CRSwNP, la sicurezza e l’efficacia di omalizumab in pazienti di età inferiore a 18 anni non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili.

Nella CSU, la sicurezza e l’efficacia di omalizumab in pazienti di età inferiore a 12 anni non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili.

Modo di somministrazione

Solo per somministrazione sottocutanea. Omalizumab non deve essere somministrato per via endovenosa o intramuscolare.

Dosi superiori a 150 mg (Tabella 1) devono essere ripartite attraverso due o più siti di iniezione.

Xolair polvere e solvente per soluzione iniettabile deve essere somministrato esclusivamente da un operatore sanitario.

Per le istruzioni sulla ricostituzione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6 e il paragrafo con le informazioni per gli operatori sanitari nel foglio illustrativo.

 

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Tracciabilità

Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.

Generale

Omalizumab non è indicato per il trattamento delle esacerbazioni asmatiche acute, broncospasmo acuto o stato asmatico.

Omalizumab non è stato studiato in pazienti con sindrome da iperimmunoglobulina E o aspergillosi broncopolmonare allergica nè per la prevenzione di reazioni anafilattiche, incluse quelle provocate da allergia alimentare, dermatite atopica o rinite allergica. Omalizumab non è indicato nel trattamento di queste condizioni.

La terapia con omalizumabnon è stata studiata in pazienti con malattie autoimmuni, condizioni mediate da immunocomplessi, o compromissione renale o epatica preesistente (vedere paragrafo 4.2). Occorre prestare cautela nel somministrare omalizumab a queste popolazioni di pazienti.

Dopo aver iniziato la terapia con omalizumab in asma allergico o CRSwNP non è raccomandato interrompere bruscamente il trattamento con corticosteroidi per uso sistemico o inalatorio.

Diminuzioni delle dosi di corticosteroidi devono essere effettuate sotto diretta supervisione di un medico e può rendersi necessario effettuarle gradualmente.

Disturbi del sistema immunitario

Reazioni allergiche di tipo I

Con l’assunzione di omalizumab possono verificarsi reazioni allergiche locali o sistemiche di tipo I, comprese anafilassi e shock anafilattico, anche dopo un lungo periodo di trattamento. Tuttavia, la maggior parte di tali reazioni si verifica entro 2 ore dalla prima e successiva iniezione di omalizumab, ma alcune sono insorte oltre le 2 ore e persino oltre le 24 ore dall’iniezione. La maggior parte delle reazioni anafilattiche si è verificata entro le prime 3 dosi di omalizumab. Una storia di anafilassi non correlata a omalizumab può essere un fattore di rischio di anafilassi a seguito della somministrazione di omalizumab. Pertanto devono essere sempre disponibili medicinali per il trattamento delle reazioni anafilattiche per l’uso immediato dopo la somministrazione di omalizumab. Se si verificano anafilassi o altre reazioni allergiche gravi, la somministrazione di omalizumab deve essere interrotta immediatamente e deve essere iniziata una terapia appropriata.I pazienti devono essere informati del fatto che tali reazioni sono possibili e che qualora si verificassero deve essere richiesto immediatamente l’intervento di un medico.

Negli studi clinici, in un piccolo numero di pazienti sono stati individuati anticorpi verso omalizumab (vedere paragrafo 4.8). La rilevanza clinica degli anticorpi anti-omalizumab non è bene conosciuta.

Malattia da siero

La malattia da siero e le reazioni simili a quelle della malattia da siero, che sono reazioni allergiche di tipo III ritardate, sono state osservate in pazienti trattati con anticorpi monoclonali umanizzati, compreso l’omalizumab. Il meccanismo fisiopatologico suggerito comprende la formazione e il deposito di immunocomplessi in seguito alla formazione di anticorpi diretti contro omalizumab.

Questa evenienza si verifica solitamente dopo 1-5 giorni dalla somministrazione della prima iniezione o di quelle successive, anche dopo una lunga durata del trattamento. I sintomi suggestivi per una malattia da siero comprendono artrite / artralgia, rash (orticaria o altre forme), febbre e linfadenopatia. Antistaminici e cortisonici possono essere utili nel prevenire o trattare questi disturbi ed i pazienti devono essere avvisati di segnalare qualsiasi sintomo sospetto.

Sindrome di Churg-Strauss e sindrome ipereosinofila

I pazienti con asma severo possono raramente presentare una sindrome ipereosinofila sistemica o una vasculite eosinofila granulomatosa allergica (sindrome di Churg-Strauss), che vengono entrambe generalmente trattate con corticosteroidi sistemici.

In rari casi, pazienti in terapia con medicinali anti-asma, compreso omalizumab, possono presentare o sviluppare eosinofilia e vasculite sistemiche. Tali eventi sono comunemente associati alla riduzione della terapia orale con corticosteroidi.

I medici devono prestare particolare attenzione a questi pazienti in quanto si possono sviluppare marcata eosinofilia, rash vascolitico, peggioramento dei sintomi polmonari, anormalità dei seni paranasali, complicanze cardiache, e/o neuropatia.

La sospensione di omalizumab deve essere considerata in tutti i casi severi con i suddetti disturbi del sistema immunitario.

Infezioni parassitarie (elminti)

Le IgE possono essere coinvolte nella risposta immunologica ad alcune infezioni da elminti. Nei pazienti con rischio cronico elevato di infezione da elminti, uno studio controllato verso placebo in pazienti allergici ha dimostrato un leggero aumento del tasso di infezione con omalizumab, sebbene il decorso, la gravità, e la risposta al trattamento dell’infezione fossero inalterati. Il tasso di infezione da elminti nel programma clinico complessivo, che non era stato disegnato per evidenziare tali infezioni, è stato inferiore a 1 su 1 000 pazienti. Tuttavia, può essere giustificato l’impiego di cautela nei pazienti a rischio elevato di infezioni da elminti, in particolare quando viaggiano in aree in cui le infezioni da elminti sono endemiche. Qualora i pazienti non rispondessero al trattamento anti-elminti raccomandato, deve essere considerata la possibilità di sospendere la terapia con omalizumab.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Poiché le IgE possono essere coinvolte nella risposta immunologica ad alcune infezioni da elminti, omalizumab può indirettamente diminuire l’efficacia dei medicinali per il trattamento delle infezioni elmintiche o delle infezioni sostenute da altri parassiti (vedere paragrafo 4.4).

Gli enzimi del citocromo P450, le pompe di efflusso ed i meccanismi di legame alle proteine non sono coinvolti nella clearance dell’omalizumab; pertanto, il potenziale di interazione è limitato. Non sono stati eseguiti studi di interazione tra medicinali o vaccini e omalizumab. Non esistono ragioni farmacologiche tali da aspettarsi che i medicinali comunemente prescritti nel trattamentodi asma, CRSwNP o CSU possano interagire con omalizumab.

Asma allergico

Negli studi clinici omalizumab è stato usato comunemente in associazione a corticosteroidi per via inalatoria e orale, beta agonisti per via inalatoria a breve e lunga durata d’azione, antagonisti dei leucotrieni, teofilline e antistaminici orali. Non vi è stata alcuna indicazione riguardo l’alterazione della sicurezza di omalizumab con questi altri medicinali antiasmatici di uso comune. Sono disponibili dati limitati circa l’utilizzo di omalizumab in associazione a immunoterapia specifica (terapia iposensibilizzante). In uno studio clinico durante il quale omalizumab è stato somministrato in concomitanza ad una immunoterapia, la sicurezza e l’efficacia di omalizumab associato all’immunoterapia specifica non sono risultate diverse da quelle di omalizumab in monoterapia.

Rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP)

Negli studi clinici omalizumab è stato usato in concomitanza con mometasone spray intranasale, come da protocollo. Altri medicinali comunemente usati in concomitanza includono altri corticosteroidi intranasali, broncodilatatori, antistaminici, antagonisti del recettore dei leucotrieni, adrenergici/simpaticomimetici e anestetici nasali locali. Non ci sono state indicazioni che la sicurezza di omalizumab sia stata alterata dall’uso concomitante con questi altri medicinali comunemente usati.

Orticaria cronica spontanea (CSU)

In studi clinici nella CSU, omalizumab è stato utilizzato in associazione con antistaminici (anti-H1, anti-H2) e antagonisti dei recettori leucotrienici (LTRA). Non vi è stata alcuna evidenza di alterazione della sicurezza di omalizumab quando utilizzato con questi medicinali rispetto al suo noto profilo di sicurezza nell’asma allergico. Inoltre un’analisi farmacocinetica di popolazione non ha mostrato effetti rilevanti degli antistaminici H2 e dei LTRA sulla farmacocinetica di omalizumab (vedere paragrafo 5.2). Popolazione pediatrica Studi clinici nella CSU hanno incluso alcuni pazienti di età compresa tra 12 e 17 anni che assumevano omalizumab in associazione con antistaminici (anti-H1, anti-H2) e LTRA. Non sono stati condotti studi in bambini al di sotto dei 12 anni.

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

Una moderata quantità di dati su donne in gravidanza (300-1 000 esiti di gravidanza), basati sul registro delle gravidanze e su segnalazioni spontanee post-marketing, indica nessuna tossicità malformativa o feto/neonatale. Uno studio prospettico di registro delle gravidanze (EXPECT) in 250 donne in gravidanza con asma esposte a omalizumab ha evidenziato che la prevalenza di anomalie congenite maggiori è stata simile (8,1 % vs. 8,9%) tra le pazienti dello studio EXPECT e le pazienti con la stessa patologia (asma moderato e severo). L’interpretazione dei dati può essere influenzata dai limiti metodologici dello studio, compresi il campione ridotto e il disegno non randomizzato.

Omalizumab attraversa la barriera placentare. Gli studi sugli animali non indicano tuttavia effetti dannosi diretti o indiretti riguardo alla tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).

Nei primati non umani omalizumab è stato associato a riduzione delle piastrine dipendente dall’età, con una sensibilità relativamente maggiore negli animali giovani (vedere paragrafo 5.3).

Se clinicamente necessario, si può considerare l’uso di omalizumab durante la gravidanza. Allattamento Le immunoglobuline G (IgG) sono presenti nel latte materno e si può pertanto assumere che omalizumab sia presente nel latte materno. Dati disponibili in primati non umani hanno mostrato l’escrezione di omalizumab nel latte (vedere paragrafo 5.3).

Lo studio EXPECT, con 154 neonati esposti a omalizumab durante la gravidanza e nel corso dell’allattamento non ha evidenziato effetti avversi nei neonati allattati al seno. L’interpretazione dei dati può essere influenzata dai limiti metodologici dello studio, compresi il campione ridotto e il disegno non randomizzato.

Somministrate oralmente, le proteine dell’immunoglobulina G sono soggette a proteolisi intestinale e hanno scarsa biodisponibilità. Non si prevedono effetti su neonati/lattanti allattati con latte materno. Se clinicamente necessario, si può quindi considerare l’uso di omalizumab durante l’allattamento con latte materno.

Fertilità

Non ci sono dati disponibili sulla fertilità nell’uomo per omalizumab. In studi non-clinici in primati non umani specificamente disegnati per valutare l’effetto sulla fertilità, comprensivi di studi sull’accoppiamento, non sono stati osservati effetti sulla fertilità maschile o femminile in seguito a somministrazioni ripetute di omalizumab fino a dosi di 75 mg/kg. Inoltre, in uno studio non-clinico separato sulla genotossicità, non sono stati osservati effetti genotossici.

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Omalizumab non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

 

04.8 Effetti indesiderati

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Asma allergico e rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP)

Riassunto del profilo di sicurezza

Durante gli studi clinici su asma allergico in pazienti adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni, le reazioni avverse più comunemente segnalate sono state cefalea e reazioni nel sito di iniezione, comprendenti dolore, gonfiore, eritema, prurito. Negli studi clinici condotti in bambini da 6 a <12 anni di età, le reazioni avverse segnalate più comunemente sono mal di testa, piressia e dolore addominale superiore. La maggior parte delle reazioni è stata di lieve o moderata gravità. Negli studi clinici su CRSwNP in pazienti di età ≥18 anni, le reazioni avverse più comunemente segnalate sono state mal di testa, capogiri, artralgia, dolore addominale superiore e reazioni nel sito di iniezione.

Tabella delle reazioni avverse

La Tabella 4 elenca le reazioni avverse registrate negli studi clinici nella popolazione con asma allergico e CRSwNP totale esaminata per la sicurezza trattata con Xolair, secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi e per frequenza. All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10), comune (1/100; <1/10), non comune (1/1 000; <1/100), raro (1/10 000, <1/1 000) e molto raro (<1/10 000). Le reazioni osservate durante l’esperienza post-marketing sono elencate con frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Tabella 4 Reazioni avverse in asma allergico e CRSwNP

Infezioni ed infestazioni
Non comune Raro Faringite
Infezione parassitaria
Patologie del sistema emolinfopoietico
Non nota Trombocitopenia idiopatica, inclusi casi severi
Disturbi del sistema immunitario
Raro
Non nota
Reazioni anafilattiche, altre condizioni allergiche gravi, sviluppo di anticorpi anti-omalizumab
Malattia da siero, può comprendere febbre e linfadenopatia
Patologie del sistema nervoso
Comune Non comune Cefalea*
Sincope, parestesia, sonnolenza, capogiri4
Patologie vascolari
Non comune Ipotensione posturale, rossore
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comune Raro
Non nota
Broncospasmo allergico, tosse Edema della laringe
Vasculite granulomatosa allergica (i.e. Sindrome di Churg- Strauss)
Patologie gastrointestinali
Comune Non comune Dolore addominale superiore**,#
Segni e sintomi dispeptici, diarrea, nausea
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comune Raro
Non nota
Fotosensibilità, orticaria, eruzione cutanea, prurito Angioedema
Alopecia
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Comune Artralgia†
Raro Lupus eritematoso sistemico (LES)
Non nota Mialgia, gonfiore alle articolazioni
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune Comune
Non comune
Piressia**
Reazioni al sito di iniezione quali gonfiore, eritema, dolore, prurito
Malessere di tipo influenzale, gonfiore alle braccia, peso aumentato, stanchezza

*: molto comune nei bambini da 6 a <12 anni di età

**: nei bambini da 6 a <12 anni di età

#: Comune negli studi sui polipi nasali

†: Non nota negli studi su asma allergico

Orticaria cronica spontanea (CSU)

Riassunto del profilo di sicurezza

La sicurezza e la tollerabilità di omalizumab sono state studiate con dosi di 75 mg, 150 mg e 300 mg ogni quattro settimane in 975 pazienti con CSU, 242 dei quali trattati con placebo. Complessivamente, 733 pazienti sono stati trattati con omalizumab fino a 12 settimane e 490 pazienti fino a 24 settimane. Di questi, 412 pazienti sono stati trattati fino a 12 settimane e 333 pazienti sono stati trattati fino a 24 settimane alla dose di 300 mg.

Tabella delle reazioni avverse

Una tabella separata (Tabella 5) mostra le reazioni avverse per l’indicazione CSU derivanti da differenze di dose e di popolazioni trattate (con fattori di rischio, comorbidità, trattamenti concomitanti e età significativamente differenti [es. studi nell’asma includevano bambini di età compresa tra 6-12 anni]).

La tabella 5 elenca le reazioni avverse (eventi verificatisi in ≥1% di pazienti in ogni gruppo di trattamento e ≥2% più frequentemente in ogni gruppo di trattamento con omalizumab rispetto al placebo (dopo revisione medica)) riportate con 300 mg nei tre studi aggregati di fase III. Le reazioni avverse presentate sono divise in due gruppi: quelle individuate nei periodi di trattamento a12 settimane e a 24 settimane.

Le reazioni avverse sono elencate secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi. All’interno di ciascuna classe per sistemi e organi, le reazioni avverse sono elencate sulla base della frequenza, riportando per prime le reazioni più frequenti. La corrispondente classe di frequenza per ciascuna reazione avversa si basa sulla seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100; <1/10); non comune (≥1/1 000;<1/100); raro (≥1/10 000; <1/1 000); molto raro (<1/10 000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Tabella 5 Reazioni avverse da dati di sicurezza aggregati per CSU (da giorno 1 a settimana 24) con 300 mg di omalizumab Studi 1, 2 e 3 aggregati con omalizumab Categoria di frequenza

Settimana 12 Placebo N=242 300 mg N=412
Infezioni ed infestazioni
Sinusite 5 (2,1%) 20 (4,9%) Comune
Patologie del sistema nervoso
Cefalea
7 (2,9%) 25 (6,1%) Comune

Patologie del sistema muscoloscheletrico e connettivale

Artralgia 1 (0,4%) 12 (2,9%) Comune

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Reazione a livello del sito di iniezione*

Settimana 24

Infezioni ed infestazioni

Infezione delle vie respiratorie superiori

2 (0,8%) 11 (2,7%) Comune

Studi 1 e 3 aggregati con omalizumab Categoria di frequenza

Placebo N=163 300 mg N=333

5 (3,1%) 19 (5,7%) Comune

* pur non mostrando una differenza rispetto al placebo del 2%, le reazioni a livello del sito di iniezione sono state incluse in quanto tutti i casi sono stati valutati come causalmente correlati al trattamento in studio In uno studio di 48 settimane, 81 pazienti con CSU hanno ricevuto 300 mg di omalizumab ogni 4 settimane (vedere paragrafo 5.1). Il profilo di sicurezza dell’uso a lungo termine è risultato simile al profilo di sicurezza osservato negli studi di 24 settimane nella CSU.

Descrizione di reazioni avverse selezionate

Disturbi del sistema immunitario

Per ulteriori informazioni, vedere il paragrafo 4.4.

Anafilassi

Negli studi clinici le reazioni anafilattiche sono state rare. Tuttavia, i dati raccolti dopo l’autorizzazione del medicinale in seguito ad una ricerca cumulativa nella banca dati sulla sicurezza hanno individuato 898 casi di anafilassi. Sulla base di una esposizione stimata di 566 923 anni paziente, ne risulta una frequenza di segnalazione di circa 0,2%.

Eventi tromboembolici arteriosi (ATE)

In studi clinici controllati e durante analisi ad interim di uno studio osservazionale, è stato osservato uno squilibrio numerico di eventi tromboembolici arteriosi. La definizione dell’endpoint composito ATE comprendeva ictus, attacco ischemico transitorio, infarto miocardico, angina instabile e morte cardiovascolare (compresa la morte per causa sconosciuta). Nell’analisi finale dello studio osservazionale, il tasso di ATE per 1 000 anni paziente è stato 7,52 (115/15 286 anni paziente) per i pazienti trattati con Xolair e 5,12 (51/9 963 anni paziente) per i pazienti di controllo. In un’analisi multivariata di controllo dei fattori basali di rischio cardiovascolare, il rapporto di rischio è stato 1,32 (intervallo di confidenza al 95% 0,91-1,91). In un’analisi separata di studi clinici aggregati, che comprendeva tutti gli studi randomizzati in doppio cieco, controllati verso placebo della durata di 8 settimane o più, il tasso di ATE per 1 000 anni paziente è stato 2,69 (5/1 856 anni paziente) per i pazienti trattati con Xolair e 2,38 (4/1 680 anni paziente) per il gruppo in placebo (rapporto dei tassi 1,13, intervallo di confidenza al 95% 0,24-5,71).

Piastrine

Negli studi clinici, pochi pazienti presentavano una conta piastrinica al di sotto del limite inferiore del normale intervallo di laboratorio. Nell’ esperienza post-marketing sono stati riportati casi isolati di trombocitopenia idiopatica, inclusi casi severi.

Infezioni parassitarie

Nei pazienti allergici con rischio cronico elevato di infezioni da elminti, uno studio controllato verso placebo ha evidenziato un leggero aumento numerico del tasso di infezione nel gruppo di pazienti trattati con omalizumab che non era statisticamente significativo. Il decorso, la gravità e la risposta al trattamento delle infezioni sono rimasti inalterati (vedere paragrafo 4.4).

Lupus eritematoso sistemico

Nel corso della sperimentazione clinica e dopo l’autorizzazione del medicinale sono stati riportati casi di lupus eritematoso sistemico (LES) in pazienti con asma da moderato a severo e con orticaria cronica spontanea (Chronic spontaneous orticaria, CSU). La patogenesi del LES non è ancora ben chiara.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V.

 

04.9 Sovradosaggio

Indice

La dose massima tollerata di Xolair non è stata determinata. Dosi singole per via endovenosa fino a 4 000 mg sono state somministrate a pazienti senza evidenza di tossicità dose-limitante. Il più alto dosaggio cumulativo somministrato ai pazienti è stato di 44 000 mg in un periodo di 20 settimane e questo dosaggio non ha provocato alcun effetto acuto inatteso.

In caso di sospetto sovradosaggio, il paziente deve essere mantenuto in osservazione per qualsiasi segno o sintomo anormale. Si deve cercare di istituire un trattamento medico appropriato.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

Indice

Categoria farmacoterapeutica: altri farmaci per le sindromi ostruttive delle vie respiratorie per uso sistemico, codice ATC: R03DX05 Asma allergico e rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP)

Meccanismo d’azione

Omalizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato prodotto con la tecnologia del DNA ricombinante che si lega in maniera selettiva all’immunoglobulina E (IgE) umana e previene il legame delle IgE al FcRI (recettore ad alta affinità) su basofili e mastociti, riducendo in tal modo la quantità di IgE libera che può innescare la cascata allergica. L’anticorpo è una IgG1 kappa contenente regioni framework umane insieme a regioni ipervariabli (Complementarity Determining Regions – CDR) di un anticorpo murino che si lega alle IgE.

Nei soggetti atopici il trattamento con omalizumab riduce anche il numero dei recettori FcRI situati sui basofili. Omalizumab inibisce l’infiammazione IgE mediata, come evidenziato dalla riduzione degli eosinofili nel sangue e nei tessuti e dalla riduzione dei mediatori dell’infiammazione, compresi IL-4, IL-5 e IL-13, da parte di cellule immunitarie innate, adattative e cellule non immunitarie.

Effetti farmacodinamici Asma allergico

Il rilascio in vitro di istamina dai basofili isolati dai soggetti trattati con omalizumab si è ridotto di circa il 90% a seguito di stimolazione con un allergene rispetto ai valori precedenti al trattamento.

Negli studi clinici in pazienti con asma allergico, i livelli sierici di IgE libere si sono abbassati in maniera dipendente dalla dose entro un’ora dalla prima somministrazione e si sono mantenuti stabili tra una dose e l’altra. Un anno dopo la sospensione della somministrazione di omalizumab, i livelli di IgE sono tornati ai livelli pre-trattamento e non è stato osservato alcun effetto rebound sui livelli di IgE dopo il periodo di eliminazione del medicinale.

Rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP)

Negli studi clinici in pazienti con CRSwNP, il trattamento con omalizumab ha portato a una riduzione dei livelli serici di IgE libere (circa 95%) e un aumento dei livelli serici di IgE totali, in misura simile a quanto osservato nei pazienti con asma allergico. L’aumento dei livelli serici di IgE totali è dovuto alla formazione di complessi omalizumab-IgE che hanno una velocità di eliminazione più lenta rispetto alle IgE libere.

Orticaria cronica spontanea (CSU)

Meccanismo d’azione

Omalizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato prodotto con la tecnologia del DNA ricombinante che si lega in maniera selettiva all’immunoglobulina E (IgE) umana e riduce i livelli di IgE libere . L’anticorpo è una IgG1 kappa contenente regioni framework umane insieme a regioni ipervariabili (Complementarity Determining Regions – CDR) di un anticorpo murino che si lega alle IgE. Di conseguenza, l’espressione dei recettori cellulari delle IgE (FcεRI) diminuisce. Non è del tutto chiaro come ciò si traduca in un miglioramento dei sintomi della CSU.

Effetti farmacodinamici

Negli studi clinici in pazienti con CSU, la massima soppressione di IgE libere è stata osservata dopo 3 giorni dalla somministrazione della prima dose sottocutanea. Dopo somministrazioni ripetute una volta ogni 4 settimane, i livelli sierici di IgE prima della somministrazione sono rimasti stabili tra 12 – 24 settimane di trattamento. Dopo l’interruzione di omalizumab, i livelli di IgE libere hanno raggiunto i livelli precedenti il trattamento nell’arco di un periodo di follow-up senza trattamento di 16 settimane.

Efficacia e sicurezza clinica

Asma allergico

Adulti e adolescenti di età ≥12 anni

L’efficacia e la sicurezza di omalizumab sono state dimostrate in uno studio in doppio cieco controllato verso placebo della durata di 28 settimane (studio 1) che ha coinvolto 419 pazienti con asma allergico severo di età compresa tra 12 e 79 anni, che presentavano ridotta funzionalità polmonare (prevista FEV1 40-80%) e scarso controllo della sintomatologia asmatica nonostante il trattamento con corticosteroidi ad alto dosaggio per via inalatoria e un beta2-agonista a lunga durata d’azione. I pazienti eligibili avevano avuto esacerbazioni asmatiche multiple che richiedevano un trattamento con corticosteroidi sistemici oppure erano stati ricoverati in ospedale o erano ricorsi al pronto soccorso a causa di una severa esacerbazione asmatica nel corso dell’anno precedente, nonostante il trattamento continuo con corticosteroidi ad alto dosaggio per via inalatoria e con un beta2-agonista a lunga durata d’azione. omalizumabr per via sottocutanea o il placebo sono stati somministrati come terapia aggiuntiva a >1 000 microgrammi di beclometasone dipropionato (o equivalente) oltre ad un beta2-agonista a lunga durata d’azione. Erano consentite terapie di mantenimento con corticosteroidi orali, teofillina e antagonisti dei leucotrieni (rispettivamente 22%, 27%, e 35% dei pazienti).

La frequenza di esacerbazioni asmatiche che richiedevano un trattamento con dosi relativamente alte di corticosteroidi sistemici rappresentava l’obiettivo primario. Omalizumab ha ridotto la frequenza di esacerbazioni asmatiche del 19% (p = 0,153). Ulteriori valutazioni che hanno dimostrato significatività statistica (p<0,05) a favore di omalizumab comprendevano riduzioni delle esacerbazioni severe (dove la funzionalità polmonare del paziente era ridotta al di sotto del 60% del valore migliore personale e richiedeva il trattamento con corticosteroidi sistemici) e visite d’emergenza collegate all’asma (comprendenti ricoveri ospedalieri, pronto soccorso, e visite mediche non programmate), e miglioramenti evidenziati nella valutazione complessiva del medico dell’efficacia del trattamento, Qualità della Vita correlata all’Asma (AQL), sintomatologia asmatica e funzionalità polmonare.

Nell’analisi di un sottogruppo, i pazienti con IgE totali pre-trattamento ≥76 UI/mL avevano una maggior probabilità di ottenere un beneficio clinicamente significativo con omalizumab. In questi pazienti dello studio 1 omalizumab ha ridotto la frequenza di esacerbazioni asmatiche del 40% (p = 0,002). Inoltre ulteriori pazienti della popolazione con IgE totali ≥76 UI/mL nel programma di omalizumabnell’asma severo avevano avuto risposte clinicamente significative. La Tabella 6 comprende i risultati sull’intera popolazione dello studio 1.

Tabella 6 Risultati dello studio 1

Intera popolazione dello studio 1

Omalizumab
N=209
Placebo
N=210
Esacerbazioni asmatiche
Frequenza per periodo di 28 settimane
0,74 0,92

Riduzione %, valore di p per rapporto tra tassi

Esacerbazioni asmatiche severe

19,4%, p = 0,153

Frequenza per periodo di 28 settimane 0,24 0,48

Riduzione %, valore di p per rapporto tra tassi

Visite d’emergenza

50,1%, p = 0,002

Frequenza per periodo di 28 settimane 0,24 0,43

Riduzione %, valore di p per rapporto tra tassi

43,9%, p = 0,038

Valutazione complessiva del medico
% dei pazienti che rispondono*
60,5% 42,8%
Valore di p** <0,001
Miglioramento della AQL
% di pazienti con miglioramento ≥0,5
60,8% 47,8%
Valore di p 0,008

* marcato miglioramento o controllo completo

** valore di p per la distribuzione generale della valutazione

Lo studio 2 ha valutato l’efficacia e la sicurezza di omalizumab in una popolazione di 312 pazienti con asma allergico severo che combaciava con la popolazione dello studio 1. Il trattamento con omalizumab in questo studio in aperto ha portato ad una riduzione del 61% della frequenza di esacerbazioni asmatiche clinicamente significative rispetto alla sola terapia antiasmatica in corso.

Quattro ulteriori ampi studi supportivi controllati verso placebo della durata da 28 a 52 settimane condotti su 1.722 adulti ed adolescenti (studi 3, 4, 5, 6) hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di omalizumab in pazienti con asma persistente severo. La maggior parte dei pazienti non era adeguatamente controllata, tuttavia riceveva una terapia antiasmatica concomitante ridotta rispetto ai pazienti degli studi 1 o 2. Gli studi 3-5 usavano l’esacerbazione come obiettivo primario, mentre lo studio 6 valutava principalmente la riduzione dei corticosteroidi per via inalatoria.

Negli studi 3, 4 e 5 i pazienti trattati con omalizumab presentavano una riduzione della frequenza di esacerbazioni asmatiche rispettivamente del 37,5% (p=0,027), 40,3% (p<0,001) e 57,6% (p<0,001) rispetto al placebo.

Nello studio 6, i pazienti con asma allergico significativamente più severo trattati con omalizumab sono riusciti a ridurre la dose di fluticasone a 500 microgrammi/giorno senza deterioramento del controllo dell’asma (60,3%) rispetto al gruppo placebo (45,8%, p<0,05).

La qualità della vita è stata misurata usando il Questionario Juniper Asthma-related Quality of Life. Per tutti i sei studi vi è stato un miglioramento statisticamente significativo rispetto al basale dei punteggi della qualità della vita per i pazienti omalizumab rispetto al gruppo placebo o al controllo.

Valutazione complessiva dell’efficacia del trattamento da parte del medico:

La valutazione complessiva del medico è stata effettuata in cinque studi sopracitati, come misura generale del controllo dell’asma espresso dal medico. Il medico ha potuto tener conto del picco di flusso espiratorio (PEF), dei sintomi diurni e notturni, dell’utilizzo dei medicinali di salvataggio, spirometria ed esacerbazioni. In tutti e cinque gli studi, una percentuale significativamente superiore di pazienti trattati con omalizumab è stata ritenuta avere raggiunto un marcato miglioramento o un controllo completo dell’asma rispetto ai pazienti trattati con placebo.

Bambini da 6 a <12 anni di età

I dati principali a supporto della sicurezza ed efficacia di omalizumab nel gruppo di pazienti da 6 a <12 anni di età provengono da uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo (Studio 7).

Lo Studio 7 è uno studio controllato verso placebo che ha incluso uno specifico sottogruppo (N=235) di pazienti come definiti nella presente indicazione, trattati con dosi elevate di corticosteroidi inalatori (≥500 µg/die di fluticasone o equivalente) in aggiunta ad un beta-agonista a lunga durata d’azione.

Una esacerbazione clinicamente significativa è stata definita come un peggioramento dei sintomi dell’asma a giudizio clinico dell’investigatore e comportava il raddoppio rispetto al basale della dose di corticosteroide inalatorio per almeno 3 giorni e/o il trattamento al bisogno con corticosteroidi sistemici (orali o per via endovenosa) per almeno 3 giorni.

Nel sottogruppo specifico di pazienti che hanno ricevuto dosi elevate di corticosteroidi inalatori, il tasso di esacerbazioni dell’asma è risultato significativamente inferiore nel gruppo trattato con omalizumab rispetto al gruppo trattato con placebo. Alla settimana 24, la differenza tra i tassi di esacerbazione nei due gruppi di trattamento è risultata pari ad una riduzione del 34% per i pazienti trattati con omalizumab rispetto al placebo (rapporto tra le percentuali 0,662, p=0,047). Nel secondo periodo di 28 settimane di trattamento in doppio cieco, la differenza tra i tassi di esacerbazione nei due gruppi di trattamento è risultata pari ad una riduzione del 63% per i pazienti trattati con omalizumab rispetto al placebo (rapporto tra le percentuali 0,37, p<0,001).

Nel corso della settimana 52 del periodo di trattamento in doppio cieco (comprendente 24 settimane di trattamento con una dose fissa di steroidi e 28 settimane di trattamento con una dose variabile di steroidi) la differenza nelle percentuali tra i gruppi di trattamento è stata pari ad una riduzione relativa del 50% (rapporto tra le percentuali 0,504, p<0,001) delle esacerbazioni per i pazienti trattati con omalizumab.

Al termine delle 52 settimane di trattamento, il gruppo trattato con omalizumab ha mostrato una maggiore riduzione dell’uso di beta-agonisti al bisogno rispetto al gruppo trattato con placebo, sebbene la differenza tra i due gruppi di trattamento non sia risultata statisticamente significativa. Relativamente alla valutazione globale dell’efficacia del trattamento alla fine del periodo di 52 settimane di trattamento in doppio cieco, nel sottogruppo di pazienti severi con alte dosi di corticosteroidi inalatori in associazione a beta-agonisti a lunga durata d’azione la percentuale di pazienti con efficacia di trattamento valutata “eccellente” è risultata maggiore mentre la percentuale di pazienti con efficacia di trattamento valutata “moderata “ o “scarsa” è risultata minore nel gruppo trattato con omalizumab rispetto al gruppo trattato con placebo; la differenza tra i due gruppi è risultata statisticamente significativa (p<0,001), mentre non è risultata alcuna differenza nella valutazione soggettiva sulla qualità della vita dei pazienti tra il gruppo trattato con omalizumab e il gruppo trattato con placebo.

Rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP)

La sicurezza e l’efficacia di omalizumab sono state valutate in due studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati verso placebo in pazienti con CRSwNP (Tabella 8). I pazienti hanno ricevuto omalizumab o placebo per via sottocutanea ogni 2 o 4 settimane (vedere paragrafo 4.2). Tutti i pazienti hanno ricevuto una terapia di fondo di mometasone intranasale per l’intera durata dello studio.

Chirurgia nasale precedente o uso precedente di corticosteroidi sistemici non erano richiesti per l’inclusione negli studi. I pazienti hanno ricevuto omalizumab o placebo per 24 settimane, seguite da un periodo di follow-up di 4 settimane. Le caratteristiche demografiche e al basale, comprese le comorbidità allergiche, sono descritte in Tabella 7.

Tabella 7 Caratteristiche demografiche e al basale degli studi clinici sui polipi nasali

Parametro Polipi nasali – Studio 1 N=138 Polipi nasali – Studio 2 N=127
Età media (anni) (DS) 51,0 (13,2) 50,1 (11,9)
% maschile 63,8 65,4
Pazienti con uso di corticosteroide sistemico
nell’anno precedente (%)
18,8 26,0
Punteggio endoscopico bilaterale dei polipi nasali
(NPS): media (DS), scala 0-8
6,2 (1,0) 6,3 (0,9)
Punteggio di congestione
nasale (NCS): media (DS), scala 0-3
2,4 (0,6) 2,3 (0,7)
Punteggio del senso dell’olfatto: media (DS), scala
0-3
2,7 (0,7) 2,7 (0,7)
Punteggio totale SNOT-22: media (DS) scala 0-110 60,1 (17,7) 59,5 (19,3)
Conta eosinofila (cellule/µL):
media (DS)
346,1 (284,1) 334,6 (187,6)
IgE totali UI/mL: media (DS) 160,9 (139,6) 190,2 (200,5)
Asma (%) 53,6 60,6
Lieve (%) 37,8 32,5
Moderato (%) 58,1 58,4
Severo (%) 4,1 9,1
Patologia respiratoria esacerbata da aspirina (%) 19,6 35,4
Rinite allergica 43,5 42,5

DS = deviazione standard; SNOT-22 = questionario del Sino-Nasal Outcome Test 22; IgE = immunoglobulina E; UI = unità internazionali. Per NPS, NCS, e SNOT-22 punteggi elevati indicano una maggiore gravità della malattia.

Gli obiettivi co-primari erano il punteggio bilaterale dei polipi nasali (NPS) e il punteggio medio di congestione nasale giornaliera (NCS) alla settimana 24. In entambi gli studi clinici 1 e 2 sui polipi nasali, nei pazienti che hanno ricevuto omalizumab sono stati osservati miglioramenti maggiori rispetto al basale del NPS e della media settimanale del NCS alla settimana 24 rispetto ai pazienti che hanno ricevuto placebo. I risultati degli studi 1 e 2 sui polipi nasali sono riportati in Tabella 8.

Tabella 8 Cambiamento alla settimana 24 rispetto al basale dei punteggi clinici negli studi polipi nasali 1, polipi nasali 2, e dati aggregati

Polipi nasali
studio 1
Polipi nasali
studio 2
Polipi nasali
risultati aggregati
Placebo Omalizumab Placebo Omalizumab Placebo Omalizumab
N 66 72 65 62 131 134
Punteggio dei polipi
nasali
Media al basale 6,32 6,19 6,09 6.44 6.21 6.31
Variazione media dei LS alla settimana 24 0,06 -1,08 -0,31 -0.90 -0.13 -0.99
Differenza (95% IC) -1,14 (-1,59, -0,69) -0,59 (-1,05, -0,12) -0,86 (-1,18, -0,54)
Valore p <0,0001 0,0140 <0,0001
Media settimanale del punteggio di congestione nasale
giornaliera
Media al basale
Variazione media dei LS alla settimana 24
2,46
-0,35
2,40
-0,89
2,29
-0,20
2.26
-0.70
2.38
-0.28
2.34
-0.80
Differenza (95% IC) -0,55 (-0,84, -0,25) -0,50 (-0,80, -0,19) -0,52 (-0,73, -0,31)
Valore p 0,0004 0,0017 <0,0001
TNSS
Media al basale 9,33 8,56 8,73 8.37 9.03 8.47
Variazione media dei LS alla settimana 24 -1,06 -2,97 -0,44 -2.53 -0.77 -2.75
Differenza (95% IC) -1,91 (-2,85, -0,96) -2,09 (-3,00, -1,18) -1,98 (-2,63, -1,33)
Valore p 0,0001 <0,0001 <0,0001
SNOT-22
Media al basale 60,26 59,82 59,80 59.21 60.03 59.54
Variazione media dei LS alla settimana 24 -8,58 -24,70 -6,55 -21.59 -7.73 -23.10
Differenza (95% IC) -16,12 (-21,86, -10,38) -15,04 (-21,26, -8,82) -15,36 (-19,57, -11,16)
Valore p <0,0001 <0,0001 <0,0001
(DMI = 8.9)
UPSIT
Media al basale 13,56 12,78 13,27 12.87 13.41 12.82
Variazione media dei LS alla settimana 24 0,63 4,44 0,44 4.31 0.54 4.38
Differenza (95% IC) 3,81 (1,38, 6,24) 3,86 (1,57, 6,15) 3,84 (2,17, 5,51)
Valore p 0,0024 0,0011 <0,0001

LS=minimi quadrati; CI = intervallo di confidenza; TNSS = punteggio totale dei sintomi nasali; SNOT-22 = questionario del Sino-Nasal Outcome Test 22; UPSIT = University of Pennsylvania Smell Identification Test; DMI = differenza minima importante.

Figura 1 Variazione media rispetto al basale del punteggio di congestione nasale e variazione media rispetto al basale del punteggio dei polipi nasali per gruppo di trattamento nello studio 1 e nello studio 2 sui polipi nasali <.. image removed ..> 0,25

Studio 1 / Placebo (N=66) Studio 1 / Omalizumab (N=72)

Studio 2 / Placebo (N=65) Studio 2 / Omalizumab (N=62)

0,25

Studio 1 / Placebo (N=66) Studio 1 / Omalizumab (N=72)

Studio 2 / Placebo (N=65) Studio 2 / Omalizumab (N=62)

Variazione media rispetto al basale del punteggio dei polipi nasali

Variazione media rispetto al basale del punteggio di congestione nasale

0,00 0,00

-0,25 -0,25

-0,50 -0,50

-0,75 -0,75

-1,00 -1,00

-1,25

Analisi di efficacia Analisi di efficacia

-1,25

Analisi di efficacia

Analisi di efficacia

secondaria

primaria

secondaria

primaria

Basale 4 8 12 16 20 24 Basale 4 8 12 16 20 24
Settimana Settimana

In un’analisi aggregata pre-specificata del farmaco al bisogno (corticosteroidi sistemici per 3 giorni consecutivi o polipectomia nasale) durante il periodo di trattamento di 24 settimane, la proporzione di pazienti che hanno richiesto il farmaco al bisogno è stata inferiore per omalizumab rispetto a placebo (2,3% verso 6,2%, rispettivamente). Il rapporto di probabilità di avere ricevuto il trattamento di soccorso per omalizumab rispetto a placebo è stato 0,38 (95% CI: 0,10, 1,49). In entrambi gli studi non sono stati segnalati casi di chirurgia sino nasale.

L’efficacia e la sicurezza a lungo termine di omalizumab nei pazienti con CRSwNP che hanno partecipato agli studi 1 e 2 sui polipi nasali sono state valutate in uno studio di estensione in aperto. I dati di efficacia di questo studio suggeriscono che il beneficio clinico fornito alla settimana 24 è stato sostenuto fino alla settimana 52. I dati di sicurezza sono stati complessivamente coerenti con il noto profilo di sicurezza di omalizumab.

Orticaria cronica spontanea (CSU)

L’efficacia e la sicurezza di omalizumab sono state dimostrate in due studi randomizzati, controllati verso placebo, di fase III (studio 1 e 2) in pazienti con CSU che rimanevano sintomatici nonostante la terapia con antistaminici H1 a dosaggio approvato. Un terzo studio (studio 3) ha valutato principalmente la sicurezza di omalizumab in pazienti con CSU che rimanevano sintomatici nonostante il trattamento con antistaminici H1 a dosi fino a quattro volte quella approvata e il trattamento con antistaminici H2 e/o LTRA. I tre studi hanno arruolato 975 pazienti di età compresa tra 12 e 75 anni (età media 42,3 anni; 39 pazienti 12-17 anni, 54 pazienti ≥65 anni; 259 maschi e 716 femmine). Per tutti i pazienti era richiesto un controllo inadeguato dei sintomi, definito da un punteggio dell’attività urticante settimanale (UAS7, intervallo 0-42) ≥16 e da un punteggio della gravità del prurito settimanale (che è un componente della UAS7; intervallo 0-21) ≥8 durante i 7 giorni precedenti la randomizzazione, nonostante l’uso di un antistaminico per almeno 2 settimane prima.

Negli studi 1 e 2, i pazienti hanno avuto un punteggio medio della gravità del prurito settimanale compreso tra 13,7 e 14,5 al basale e un punteggio medio UAS7 di 29,5 e 31,7 rispettivamente. I pazienti nello studio 3 di sicurezza hanno avuto un punteggio medio della gravità del prurito settimanale di 13,8 e un punteggio medio UAS7 di 31,2 al basale. In tutti e tre gli studi, i pazienti hanno riferito di ricevere in media da 4 a 6 medicinali (antistaminici H1 inclusi) per i sintomi della CSU, prima dell’arruolamento nello studio. I pazienti sono stati trattati con omalizumab 75 mg, 150 mg o 300 mg o placebo per iniezione sottocutanea ogni 4 settimane per 24 e 12 settimane negli studi 1 e 2, rispettivamente, e 300 mg o placebo per iniezione sottocutanea ogni 4 settimane per 24 settimane nello studio 3. Tutti gli studi hanno avuto un periodo di follow-up senza trattamento di 16 settimane.

L’obiettivo primario era la variazione dal basale alla settimana 12 del punteggio della gravità del prurito settimanale. Omalizumab alla dose di 300 mg ha ridotto il punteggio della gravità del prurito da 8,55 a 9,77 (p <0,0001) rispetto a una riduzione da 3,63 a 5,14 per il placebo (vedere Tabella 9). Risultati statisticamente significativi sono stati ulteriormente osservati nelle percentuali di risposta per UAS7 ≤6 (alla settimana 12) che sono state maggiori per i gruppi di trattamento con 300 mg, variando da 52-66% (p<0,0001) rispetto a 11-19% per i gruppi placebo, e risposta completa (UAS7=0) è stata raggiunta dal 33-44% (p<0,0001) dei pazienti trattati con 300 mg rispetto al 5-9% dei pazienti nei gruppi placebo. Nei gruppi di trattamento con 300 mg i pazienti hanno raggiunto la maggior proporzione media di giorni liberi da angioedema dalla settimana 4 alla settimana 12, (91,0-96,1%; p<0,001) rispetto ai gruppi in placebo (88,1-89,2%). La variazione media dal basale alla settimana 12 del DLQI globale per i gruppi di trattamento con 300 mg è stata maggiore (p<0,001) rispetto al placebo mostrando un miglioramento che variava da 9,7-10,3 punti rispetto a 5,1-6,1 punti per i corrispondenti gruppi placebo.

Tabella 9 Variazione dal basale alla settimana 12 del punteggio della gravità del prurito settimanale, studi 1, 2 e 3 (popolazione mITT*)

Placebo Omalizumab 300 mg
Studio 1
N 80 81
Media (SD) −3,63 (5,22) −9,40 (5,73)
Differenza dei LS medi vs. placebo1 −5,80
95% CI per differenza −7,49,−4,10
Valore-P vs. placebo2 <0,0001
Studio 2
N 79 79
Media (SD) −5,14 (5,58) −9,77 (5,95)
Differenza dei LS medi vs. placebo1 −4,81
95% CI per differenza −6,49,−3,13
Valore-P vs. placebo2 <0,0001
Studio 3
N 83 252
Media (SD) −4,01 (5,87) −8,55 (6,01)
Differenza dei LS medi vs. placebo1 -4,52
95% CI per differenza −5,97, −3,08
Valore-P vs. placebo2 <0,0001

*Popolazione intent-to-treat modificata (mITT): ha incluso tutti i pazienti che erano stati randomizzati e che avevano ricevuto almeno una dose del medicinale in studio.

BOCF (Baseline Observation Carried Forward, riporto dell’osservazione al basale) è stata utilizzata per l’imputazione dei dati mancanti.

1 LS medio è stato stimato usando un modello ANCOVA. Le stratificazioni sono basate sul punteggio della gravità del prurito settimanale al basale (<13 vs. ≥13) e sul peso al basale (<80 kg vs. ≥80 kg).

2 valore-p deriva dal t-test ANCOVA.

La figura 2 mostra il punteggio medio della gravità del prurito settimanale nel tempo nello studio 1. I punteggi medi della gravità del prurito settimanale sono diminuiti significativamente con un effetto massimo intorno alla settimana 12 che si è mantenuto per il periodo di trattamento di 24 settimane.

Nello studio 3 i risultati sono stati simili.

In tutti i tre studi il punteggio medio della gravità del prurito settimanale è aumentato gradualmente durante il periodo di follow-up libero da trattamento della durata di 16 settimane, coerentemente con la ricomparsa dei sintomi. I valori medi alla fine del periodo di follow-up sono stati simili a quelli del gruppo placebo ma inferiori ai rispettivi valori medi al basale.

Figura 2 Punteggio medio della gravità del prurito settimananle nel tempo, studio 1 (popolazione mITT) Settimana 12 Obiettivo primario

Placebo

Omalizumab 300 mg

<.. image removed ..><.. image removed ..><.. image removed ..> Punteggio medio della gravità del prurito settimanale

15 10 5 0 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40

Settimana

Somministrazione di Omalizumab o di placebo

BOCF= riporto dell’osservazione al basale; mITT=popolazione intention-to-treat modificata

L’entità dei risultati di efficacia osservati alla settimana 24 di trattamento è stata paragonabile a quanto osservato alla settimana 12: Per il dosaggio di 300 mg, negli studi 1 e 3, la diminuzione media rispetto al basale del punteggio di gravità del prurito settimanale è stata 9,8 e 8,6, la proporzione di pazienti con UAS7≤6 è stata 61,7% e 55,6%, e la proporzione di pazienti con risposta completa (UAS7=0) è stata 48,1% e 42,5%, rispettivamente (tutti p<0,0001, quando confrontati al placebo).

I dati di studi clinici sugli adolescenti (da 12 a 17 anni) hanno incluso un totale di 39 pazienti, di cui 11 avevano ricevuto il dosaggio di 300 mg. I risultati per il dosaggio di 300 mg sono disponibili per 9 pazienti alla settimana 12 e 6 pazienti alla settimana 24 e mostrano una entità simile di risposta al trattamento con omalizumab rispetto alla popolazione adulta. La variazione media dal basale del punteggio di gravità del prurito settimanale ha mostrato una riduzione di 8,25 alla settimana 12 e di 8,95 alla settimana 24. Le percentuali di risposta sono state: 33% alla settimana 12 e 67% alla settimana 24 per UAS7=0, e 56% alla settimana 12 e 67% alla settimana 24 per UAS7≤6.

In uno studio di 48 settimane, 206 pazienti di età compresa tra 12 e 75 anni sono stati arruolati per un periodo di trattamento in aperto di 24 settimane con 300 mg di omalizumab ogni 4 settimane. I pazienti che hanno risposto al trattamento in questo periodo in aperto sono stati successivamente randomizzati a ricevere 300 mg di omalizumab (81 pazienti) o placebo (53 pazienti) ogni 4 settimane per ulteriori 24 settimane.

Il 21% dei pazienti rimasti in trattamento con omalizumab per 48 settimane ha mostrato segni di peggioramento clinico (punteggio UAS7 12 per almeno 2 settimane consecutive dopo la randomizzazione tra le settimane 24 e 48), contro il 60,4% dei pazienti trattati con placebo alla settimana 48 (differenza del ˗39,4%, p<0,0001, 95% CI: 54,5%, 22,5%).

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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La farmacocinetica di omalizumab è stata studiata in pazienti adulti e adolescenti con asma allergico cosi come in pazientiadulti e adolescenti con CSU. Le caratteristiche farmacocinetiche generali di omalizumab sono simili in queste popolazioni di pazienti.

Assorbimento

Dopo somministrazione sottocutanea, omalizumab viene assorbito con una biodisponibilità assoluta media del 62%. In seguito alla somministrazione di una dose singola per via sottocutanea in pazienti adulti ed adolescenti con asma o CSU, omalizumab è stato assorbito lentamente, raggiungendo il picco di concentrazione sierica dopo una media di 6-8 giorni. Nei pazienti asmatici, dopo la somministrazione di dosi multiple di omalizumab, le aree sotto la curva concentrazione sierica-tempo dal Giorno 0 al Giorno 14 allo stato stazionario sono state fino a 6 volte quelle registrate dopo la prima dose.

La farmacocinetica di omalizumab è lineare a dosi superiori a 0,5 mg/kg. Dopo la somministrazione di dosi di 75 mg, 150 mg o 300 mg ogni 4 settimane nei pazienti con CSU, le concentrazioni sieriche minime di omalizumab aumentano proporzionalmente con il livello di dose.

La somministrazione di Xolair sia in formulazione liquida che liofilizzata ha portato a un simile profilo di concentrazione-tempo di omalizumab nel siero.

Distribuzione

In vitro, omalizumab forma complessi di dimensioni limitate con le IgE. Complessi di precipitazione e complessi di peso molecolare superiore a un milione di dalton non sono stati osservati in vitro o in vivo. Sulla base della farmacocinetica di popolazione, la distribuzione di omalizumab è stata simile nei pazienti asmatici e in quelli con CSU. Il volume apparente di distribuzione nei pazienti con asma dopo somministrazione sottocutanea è stato di 78 ± 32 mL/kg.

Eliminazione

La clearance dell’omalizumab coinvolge i processi di clearance delle IgG nonchè la clearance tramite legami specifici e formazione di complessi con il suo ligando bersaglio, IgE. L’eliminazione per via epatica delle IgG comprende la degradazione nel sistema reticoloendoteliale e nelle cellule endoteliali. Le IgG immodificate vengono inoltre escrete nella bile. Nei pazienti asmatici l’emivita di eliminazione sierica dell’omalizumab è in media di 26 giorni, con clearance apparente media di 2,4  1,1 mL/kg/giorno. Il raddoppio del peso corporeo ha approssimativamente raddoppiato la clearance apparente. Sulla base di simulazioni di farmacocinetica di popolazione, nei pazienti con CSU l’emivita di eliminazione sierica di omalizumab allo steady-state è stata in media di 24 giorni e la clearance apparente allo steady-state per un paziente di 80 kg è stata 3,0 mL/kg/die.

Caratteristiche in popolazioni di pazienti

Età, Razza/etnia, Sesso, Indice di massa corporea

Pazienti con asma allergico e rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP)

La farmacocinetica di popolazione di omalizumab è stata analizzata al fine di valutare gli effetti delle caratteristiche demografiche. Le analisi di questi dati limitati indicano che non è necessario un aggiustamento della dose in base ad età (6-76 anni per i pazienti con asma allergico; 18-75 anni per i pazienti con CRSwNP), razza/etnia, sesso o indice di massa corporea (vedere paragrafo 4.2).

Pazienti con CSU

Sulla base di farmacocinetica di popolazione, sono stati valutati gli effetti delle caratteristiche demografiche e di altri fattori sull’esposizione a omalizumab. Inoltre sono stati valutati effetti covariati mediante l’analisi della relazione tra le concentrazioni di omalizumab e le risposte cliniche. Queste analisi indicano che nei pazienti con CSU non è necessario un aggiustamento della dose in base all’età (12-75 anni), razza/etnicità, sesso, peso corporeo, indice di massa corporea, IgE basali, autoanticorpi anti-FcRI o uso concomitante di antistaminici H2 o LTRA.

Compromissione renale ed epatica

Non esistono dati di farmacocinetica o farmacodinamica in pazienti con asma allergico o con CSU affetti da compromissione renale o epatica (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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La sicurezza di omalizumab è stata studiata nelle scimmie cynomolgus, dato che omalizumab si lega alle IgE delle scimmie cynomolgus ed umane con simile affinità. Anticorpi all’omalizumab sono stati ritrovati in alcune scimmie in seguito a somministrazione sottocutanea o endovenosa ripetuta.

Tuttavia, non è stata osservata tossicità apparente, quale malattia mediata da immunocomplessi o citotossicità complemento-dipendente. Non è stata osservata una risposta anafilattica dovuta alla degranulazione dei mastociti nelle scimmie cynomolgus.

La somministrazione cronica di omalizumab fino a dosi di 250 mg/kg (almeno 14 volte la massima dose clinica raccomandata in mg/kg secondo la tabella sulle dosi raccomandate) è stata ben tollerata nei primati non umani (animali sia adulti che giovani), con eccezione di una diminuzione della conta piastrinica legata alla dose e dipendente dall’età, con maggior sensibilità negli animali giovani. La concentrazione sierica necessaria per ottenere una riduzione del 50% delle piastrine rispetto al basale nelle scimmie cynomolgus adulte era approssimativamente da 4 a 20 volte più elevata rispetto alle concentrazioni sieriche cliniche massime previste. Inoltre sono state osservate emorragie acute ed infiammazioni ai siti di iniezione nelle scimmie cynomolgus.

Non sono stati condotti studi formali di cancerogenesi con omalizumab.

Negli studi di riproduzione nelle scimmie cynomolgus, dosi sottocutanee fino a 75 mg/kg per settimana (almeno 8 volte la massima dose clinica raccomandata in mg/kg per un periodo di 4 settimane) non hanno provocato tossicità materna, embriotossicità o teratogenicità, se somministrate durante tutto il periodo di organogenesi e non hanno provocato effetti avversi sulla crescita fetale o neonatale, se somministrate durante la tarda gestazione, il parto e l’allattamento.

Omalizumab è escreto nel latte materno delle scimmie cynomolgus. I livelli di omalizumab rilevati nel latte erano pari allo 0,1,5% della concentrazione sierica materna.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Polvere Saccarosio Istidina Istidina cloridrato monoidrato Polisorbato 20 Solvente Acqua per preparazioni iniettabili

 

06.2 Incompatibilità

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Questo medicinale non deve essere miscelato con altri medicinali ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.

 

06.3 Periodo di validità

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4 anni.

Dopo ricostituzione

La stabilità chimica e fisica del medicinale ricostituito è stata dimostrata per 8 ore a una temperatura da 2°C a 8°C e per 4 ore a 30°C.

Da un punto di vista microbiologico, il medicinale deve essere utilizzato immediatamente dopo la ricostituzione. Se non utilizzato immediatamente, i tempi di conservazione in uso e le condizioni di conservazione prima dell’uso rientrano nella responsabilità dell’utilizzatore e di norma non dovrebbero superare le 8 ore a 2°C – 8°C o le 2 ore a 25°C.

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare in frigorifero (2C – 8C). Non congelare.

Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione, vedere paragrafo 6.3.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Flaconcino di polvere: flaconcino di vetro trasparente, incolore, di tipo I con tappo in gomma e con ghiera flip-off blu.

Fiala solvente: fiala di vetro trasparente, incolore, di tipo I contenente 2 mL di acqua per preparazioni iniettabili.

Confezione contenente 1 flaconcino di polvere e 1 fiala di acqua per preparazioni iniettabili, e confezioni multiple contenenti 4 (4 x 1) flaconcini di polvere e 4 (4 x 1) fiale di acqua per preparazioni iniettabili o 10 (10 x 1) flaconcini di polvere e 10 (10 x 1) fiale di acqua per preparazioni iniettabili.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Xolair 150 mg polvere per soluzione iniettabile è fornito in un flaconcino monodose.

Da un punto di vista microbiologico, il medicinale deve essere usato immediatamente dopo la ricostituzione (vedere paragrafo 6.3).

Il medicinale liofilizzato richiede 15-20 minuti per la dissoluzione, anche se talvolta può essere necessario un tempo più lungo. Il medicinale completamente ricostituito appare limpido o leggermente opalescente, da incolore a giallo-brunastro pallido e può presentare piccole bolle o schiuma intorno al bordo del flaconcino. A causa della viscosità del medicinale ricostituito, occorre fare attenzione ad aspirare tutto il prodotto dal flaconcino prima di espellere l’eventuale aria o soluzione in eccesso dalla siringa, al fine di ottenere 1,2 mL.

Il medicinale non utilizzato e i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Novartis Europharm Limited Vista Building Elm Park, Merrion Road Dublin 4 Irlanda

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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EU/1/05/319/002 EU/1/05/319/003 EU/1/05/319/004

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: 25 ottobre 2005 Data del rinnovo più recente: 22 giugno 2015

 

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 25/01/2024

 


FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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