Venbig: effetti collaterali e controindicazioni

Venbig: effetti collaterali e controindicazioni

Venbig (Immunoglobulina Umana Antiepatite B) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Profilassi delle recidive del virus dell’epatite B dopo trapianto di fegato nell’insufficienza epatica indotta da virus dell’epatite B, in combinazione con terapia antivirale.

Immunoprofilassi dell’epatite B:

In caso di esposizione accidentale in soggetti non immunizzati (incluse le persone che non sono completamente vaccinate o il cui ciclo di vaccinazione non è conosciuto).

In pazienti in emodialisi, finché la vaccinazione non è diventata efficace.

Nel neonato con madre portatrice del virus dell’epatite B.

In soggetti che non hanno mostrato una risposta immunitaria dopo la vaccinazione (anticorpi anti- epatite B non misurabili) e per i quali è necessaria una prevenzione continua per il rischio persistente di contrarre l’epatite B.

Devono essere prese in considerazione altre linee guida ufficiali sull’uso appropriato delle immunoglobuline umane anti-epatite B per uso endovenoso.

Venbig: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Venbig ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Venbig, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Venbig: controindicazioni

IpersensibilitĂ  al principio attivo (immunoglobuline umane) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Pazienti con deficienza selettiva di IgA che hanno sviluppato anticorpi anti-IgA, in quanto la somministrazione di un prodotto contenente IgA puĂ² provocare anafilassi.

Venbig: effetti collaterali

Riassunto del profilo di sicurezza

Effetti indesiderati clinicamente significativi riscontrati con l’utilizzo di immunoglobuline umane anti-epatite B per uso endovenoso possono includere ipersensibilità, shock anafilattico e insufficienza renale acuta.

Altri possibili effetti indesiderati che possono verificarsi con l’utilizzo di immunoglobuline umane anti- epatite B per uso endovenoso sono: cefalea, tachicardia, ipotensione, nausea, vomito, reazioni cutanee, eritema, pizzicore, prurito, artralgia, febbre, malessere e brividi.

Le reazioni avverse causate dalle immunoglobuline umane normali per uso endovenoso (in frequenza decrescente) comprendono (vedere anche ìl paragrafo 4.4):

brividi, cefalea, capogiro, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia, calo della pressione

del sangue e dolore lombare di moderata intensitĂ 

reazioni emolitiche reversibili; specialmente in quei pazienti con gruppi sanguigni A, B e AB e (raramente) anemia emolitica che richiede trasfusione

(raramente) un improvviso calo della pressione sanguigna e, in casi isolati, shock anafilattico, anche

quando il paziente non ha mostrato ipersensibilitĂ  alla precedente somministrazione

(raramente) reazioni cutanee transitorie (incluso lupus eritematoso cutaneo – frequenza non nota)

(molto raramente) reazioni tromboemboliche come infarto miocardico, ictus, embolia polmonare, trombosi venosa profonda

casi di meningite asettica reversibile

casi di aumento del livello di creatinina sierica e/o insorgenza di insufficienza renale acuta

casi di danno polmonare acuto associato a trasfusione (TRALI)

Elenco delle reazioni avverse

La tabella riportata sotto è stata compilata in accordo alla classificazione per sistemi e organi (SOC) e livello di termine preferito (PT) secondo MedDRA ed include le reazioni avverse che si verificano con le immunoglobuline umane anti-epatite B per uso endovenoso.

La frequenza è stata valutata sulla base dei seguenti criteri: molto comune (?1/10); comune (?1/100, <1/10); non comune (?1/1,000, <1/100); raro (?1/10,000, <1/1,000); molto raro (<1/10,000); non nota (la frequenza non puĂ² essere definita sulla base dei dati disponibili).

Non ci sono dati consistenti sulla frequenza delle reazioni avverse ricavate da studi clinici.

I dati seguenti sono in linea con il profilo di sicurezza delle immunoglobuline umane anti-epatite B per uso endovenoso e confermati dall’esperienza acquisita a seguito dell’immissione in commercio: dal momento che la segnalazione di reazioni avverse nel post-marketing è volontaria e proviene da una popolazione di dimensioni non note, non è possibile fare una stima affidabile della frequenza di queste reazioni.

Classificazione per sistemi ed organi secondo MedDRA (SOC) Reazione Avversa Frequenza
Disturbi del sistema immunitario IpersensibilitĂ ,
shock anafilattico
Non nota
Patologie del sistema nervoso Cefalea Non nota
Patologie cardiache Tachicardia Non nota
Patologie vascolari Ipotensione Non nota
Patologie gastrointestinali Nausea, vomito Non nota
Patologie della cute e del tessuto
sottocutaneo
Reazioni cutanee,
eritema, prurito
Non nota
Patologie del sistema
muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Artralgia Non nota
Patologie renali e urinarie Insufficienza renale
acuta
Non nota
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Febbre, malessere, brividi Non nota

Durante il trattamento profilattico della re-infezione d’organo, casi molto rari di reazioni di intolleranza possono essere legati ad un aumento dell’intervallo di tempo tra due somministrazioni.

Per le informazioni relative alla sicurezza nei confronti di agenti trasmissibili, vedere il paragrafo 4.4.

Popolazione pediatrica

Sebbene non siano disponibili dati specifici sulla popolazione pediatrica, ci si attende che la frequenza, il tipo e la gravitĂ  delle reazioni avverse nei bambini non siano diverse rispetto a quelle della popolazione adulta.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni- reazioni-avverse

Venbig: avvertenze per l’uso

I pazienti devono essere regolarmente monitorati per i livelli sierici degli anticorpi anti-HBs.

TracciabilitĂ 

Al fine di migliorare la tracciabilitĂ  dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del prodotto somministrato devono essere chiaramente registrati.

Precauzioni per l’uso

Potenziali complicazioni possono essere spesso evitate assicurandosi che i pazienti:

non siano sensibili all’immunoglobulina umana normale somministrando all’inizio il prodotto lentamente (velocità di infusione 0,46 – 0,92 ml/kg/h);

siano controllati attentamente per qualunque sintomo durante l’intero periodo di infusione. In

particolare, i pazienti che ricevono per la prima volta immunoglobulina umana normale, i pazienti che hanno cambiato tipo di prodotto a base di IVIg o i pazienti per i quali è trascorso un lungo intervallo di tempo dalla precedente infusione, devono essere controllati in ospedale durante la prima infusione e per la prima ora dopo la prima infusione, per individuare potenziali segnali di reazioni avverse. Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.

In tutti i pazienti, la somministrazione di IVIg richiede:

una adeguata idratazione prima dell’inizio dell’infusione di IVIg

il controllo del volume urinario

il controllo del livello di creatinina sierica

di evitare l’uso concomitante di diuretici dell’ansa.

In caso di reazione avversa, la velocità di somministrazione deve essere ridotta o l’infusione deve essere interrotta. Il trattamento richiesto dipende dalla natura e dalla gravità della reazione avversa.

Reazione all’infusione

Alcune reazioni avverse (ad esempio cefalea, vampate di calore, brividi, mialgia, respiro sibilante, tachicardia, dolore lombare, nausea e ipotensione) possono essere correlate alla velocitĂ  di infusione. La velocitĂ  di somministrazione, raccomandata nel paragrafo 4.2 "Modo di somministrazione", deve essere strettamente seguita. I pazienti devono essere rigorosamente controllati ed attentamente osservati per evidenziare la comparsa di qualsiasi sintomo durante l’intero periodo dell’infusione.

Le reazioni avverse possono manifestarsi piĂ¹ frequentemente:

in caso di alta velocitĂ  di infusione;

in pazienti con ipo- o agammaglobulinemia con o senza deficit di IgA.

IpersensibilitĂ 

Vere reazioni di ipersensibilitĂ  sono rare.

VENBIG contiene piccole quantitĂ  di IgA. Individui che hanno un deficit di IgA possono potenzialmente sviluppare anticorpi contro le IgA e possono avere reazioni anafilattiche dopo somministrazione di componenti del sangue che contengono IgA. Il medico deve quindi valutare il beneficio del trattamento con VENBIG rispetto al potenziale rischio di reazioni di ipersensibilitĂ .

Raramente, le immunoglobuline umane anti-epatite B possono indurre una caduta della pressione del sangue con reazione anafilattica, anche nei pazienti che hanno tollerato precedenti trattamenti con le immunoglobuline.

I pazienti devono essere informati sui primi segni delle reazioni d’ipersensibilità, quali orticaria, orticaria diffusa, senso di costrizione al torace, sibilo, ipotensione e anafilassi. Il trattamento richiesto dipende dalla natura e gravità della reazione avversa.

Il sospetto di reazioni di tipo allergico o anafilattico richiede l’immediata interruzione dell’iniezione. In caso di shock, deve essere eseguito il trattamento medico standard per lo shock.

Interferenza con i test sierologici

Dopo l’iniezione di immunoglobuline, l’aumento transitorio dei vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente puĂ² dare risultati falsamente positivi nei test sierologici.

La trasmissione passiva di anticorpi contro gli antigeni eritrocitari, es. A, B, D, puĂ² interferire con alcune analisi sierologiche per gli anticorpi dei globuli rossi, per esempio il test dell’antiglobulina (test di Coombs).

Agenti trasmissibili

Misure standard per prevenire le infezioni conseguenti all’uso di medicinali preparati a partire da sangue o plasma umano comprendono la selezione dei donatori, lo screening delle donazioni individuali e dei pool plasmatici per specifici marcatori di infezione e l’inclusione di step di produzione efficaci per l’inattivazione/rimozione dei virus.

CiĂ² nonostante, quando si somministrano medicinali preparati a partire da sangue o plasma umano, non puĂ² essere totalmente esclusa la possibilitĂ  di trasmissione di agenti infettivi. CiĂ² si applica anche a virus e altri patogeni emergenti o sconosciuti.

Le misure adottate sono considerate efficaci per i virus con involucro lipidico come il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), il virus dell’epatite B (HBV) e il virus dell’epatite C (HCV) e per il virus senza involucro dell’epatite A (HAV).

Le misure adottate possono avere un valore limitato contro i virus senza involucro lipidico come il parvovirus B19.

C’è una esperienza clinica rassicurante in merito all’assenza di trasmissione dell’epatite A o del parvovirus B19 con le immunoglobuline e si puĂ² presumere che il contenuto di anticorpi apporti un importante contributo alla sicurezza virale.

Si raccomanda fortemente che ogni volta che si somministra VENBIG ad un paziente, siano registrati il nome ed il numero di lotto, in modo tale da mantenere la tracciabilitĂ  tra il paziente ed il lotto del prodotto.

Informazioni importanti sugli ingredienti di VENBIG

Questo medicinale contiene fino ad un massimo di 39 mg di sodio per il flaconcino da 10 ml e 175,5 mg di sodio per il flaconcino da 45 ml, equivalenti rispettivamente al 1,9 % e al 8,7 % dell’assunzione massima giornaliera raccomandata dall’OMS che corrisponde a 2 g di sodio per un adulto.

Questo medicinale contiene fino a 92 mg di saccarosio per ml (91,9 mg/ml). Da tenere in considerazione in pazienti a rischio di insufficienza renale acuta.

Le seguenti reazioni avverse sono state associate all’uso di immunoglobuline umane normali per uso endovenoso (IVIg):

Tromboembolismo

Esistono evidenze cliniche che dimostrano una relazione tra la somministrazione di IVIg ed eventi tromboembolici come infarto miocardico, accidente cerebrovascolare (incluso l’ictus), embolia polmonare e trombosi venosa profonda che si presume siano correlati ad un aumento relativo della viscosità del sangue dovuto ad un elevato afflusso di immunoglobulina in pazienti a rischio. Bisogna essere cauti nella prescrizione e nell’infusione di IVIg in pazienti obesi ed in pazienti con fattori di rischio pre-esistenti per eventi trombotici (come età avanzata, ipertensione, diabete mellito e anamnesi di malattie vascolari o episodi trombotici, pazienti con disordini trombofilici acquisiti o congeniti, pazienti immobilizzati per un periodo prolungato, pazienti gravemente ipovolemici, pazienti con malattie che aumentano la viscosità del sangue).

In pazienti a rischio per reazioni avverse tromboemboliche, i prodotti a base di IVIg devono essere somministrati alla minima velocitĂ  di infusione e dose praticabili.

Insufficienza renale acuta

Sono stati segnalati casi di insufficienza renale acuta in pazienti sottoposti a terapia con IVIg. Nella maggior parte dei casi sono stati identificati fattori di rischio, come insufficienza renale pre-esistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, assunzione concomitante di medicinali nefrotossici o etĂ  superiore ai 65 anni.

La funzionalità renale deve essere controllata prima di somministrare IVIg, in particolare in pazienti con un rischio potenzialmente aumentato di sviluppare insufficienza renale acuta, e ad intervalli adeguati dopo la somministrazione. In pazienti a rischio di insufficienza renale acuta, prodotti a base di IVIg devono essere somministrati alla minima velocità di infusione e dose praticabili. In caso di danno renale, deve essere presa in considerazione l’interruzione delle IVIg.

Anche se casi di disfunzione renale e di insufficienza renale acuta sono stati messi in relazione con l’uso di molti prodotti medicinali autorizzati a base di IVIg contenenti vari eccipienti come il saccarosio, il glucosio e il maltosio, quelli contenenti saccarosio come stabilizzante rappresentano un’altissima percentuale del numero complessivo.

Nei pazienti a rischio, deve essere preso in considerazione l’uso di altri prodotti a base di IVIg che non contengano questi eccipienti. VENBIG contiene saccarosio (vedere paragrafo 2).

Sindrome da meningite asettica (AMS)

La sindrome da meningite asettica puĂ² manifestarsi in combinazione con il trattamento con IVIg. Generalmente la sindrome inizia dopo un periodo che varia da diverse ore a 2 giorni dal trattamento con IVIg. Gli studi sul liquido cerebrospinale spesso sono positivi per pleiocitosi fino a diverse migliaia di cellule per mm3, soprattutto granulociti, e livelli di proteine elevati, fino a diverse centinaia di mg/dl.

I pazienti che presentano tali segni e sintomi devono ricevere un esame neurologico completo, compresi gli studi del CSF, per escludere altre cause di meningite.

L’interruzione del trattamento con IVIg ha portato alla remissione dell’AMS entro diversi giorni senza conseguenze.

Anemia emolitica

I prodotti medicinali a base di IVIg possono contenere anticorpi gruppo sanguigno-specifici che possono agire come emolisine e indurre, in vivo, il legame dei globuli rossi con immunoglobuline, causando una reazione positiva diretta contro l’antiglobulina (test di Coombs) e raramente, emolisi. In seguito a terapia con IVIg, puĂ² svilupparsi anemia emolitica dovuta all’aumento della captazione di globuli rossi. I soggetti che ricevono le IVIg devono essere monitorati per segni clinici e sintomi di emolisi.

Neutropenia/Leucopenia

Una diminuzione transitoria della conta dei neutrofili e/o episodi di neutropenia, a volte gravi, sono stati riportati dopo il trattamento con IVIg. Questo si verifica in genere entro poche ore o giorni dopo la somministrazione di IVIg e si risolve spontaneamente entro 7-14 giorni.

Danno polmonare acuto associato a trasfusione (TRALI)

Nei pazienti che ricevono IVIg sono stati riportati alcuni casi di edema polmonare acuto non cardiogeno TRALI. Il TRALI è caratterizzato da ipossia severa, dispnea, tachipnea, cianosi, febbre ed ipotensione. I sintomi associati al TRALI tipicamente compaiono durante la trasfusione o entro 6 ore dalla trasfusione, spesso entro 1-2 ore. Pertanto, i pazienti che ricevono IVIg devono essere monitorati e l’infusione con il prodotto deve essere immediatamente interrotta in caso di comparsa di reazioni avverse polmonari. Il TRALI è una condizione che puĂ² mettere il paziente in pericolo di vita richiedendo l’immediato ricovero in reparto di terapia intensiva.

Popolazione pediatrica

Non sono richieste misure o monitoraggi specifici.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco