Betaferon: effetti collaterali e controindicazioni

Betaferon: effetti collaterali e controindicazioni

Betaferon 250 mcg /ml polvere e solvente per soluzione iniettabi (Interferone Beta 1B) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Betaferon è indicato per il trattamento di

pazienti che abbiano manifestato un singolo evento demielinizzante con un processo infiammatorio attivo abbastanza grave da giustificare il trattamento con corticosteroidi per via endovenosa, per i quali siano state escluse altre diagnosi, e che siano considerati ad alto rischio per lo sviluppo di una sclerosi multipla clinicamente definita (vedere paragrafo 5.1).

pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente caratterizzata da due o piĂ¹ recidive nell’arco degli ultimi due anni.

pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva con malattia in fase attiva, evidenziata da recidive.

Betaferon 250 mcg /ml polvere e solvente per soluzione iniettabi: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Betaferon 250 mcg /ml polvere e solvente per soluzione iniettabi ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Betaferon 250 mcg /ml polvere e solvente per soluzione iniettabi, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Betaferon 250 mcg /ml polvere e solvente per soluzione iniettabi: controindicazioni

Inizio del trattamento in gravidanza (vedere paragrafo 4.6).

Pazienti con pregressa storia di ipersensibilità all’interferone beta naturale o ricombinante, all’albumina umana o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Pazienti che presentano una grave depressione e/o ideazione suicida (vedere paragrafì 4.4 e 4.8).

Pazienti con scompenso epatico (vedere paragrafì 4.4, 4.5 e 4.8).

Betaferon 250 mcg /ml polvere e solvente per soluzione iniettabi: effetti collaterali

Riassunto del profilo di sicurezza

All’inizio del trattamento le reazioni avverse sono comuni, ma generalmente queste diminuiscono con la prosecuzione del trattamento. Le reazioni avverse osservate con maggiore frequenza comprendono un complesso sintomatologico simil-influenzale (febbre, brividi, artralgia, malessere generale, sudorazione, cefalea o mialgia) e reazioni a livello della sede d’iniezione, principalmente dovuti agli effetti farmacologici del medicinale. Dopo somministrazione di Betaferon si sono verificate frequentemente reazioni nella sede di iniezione. Eritema, gonfiore, alterazioni del colorito della cute, infiammazione, dolore, ipersensibilità, necrosi e reazioni aspecifiche sono state associate significativamente al trattamento con 250 mcg (8,0 milioni di UI) di Betaferon.

In linea generale, si raccomanda una titolazione della dose all’inizio del trattamento al fine di aumentare la tollerabilità del Betaferon (vedere paragrafo 4.2). I sintomi simil-influenzali possono essere ridotti anche con la somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei. L’incidenza delle reazioni nel sito d’iniezione può essere ridotta con l’uso di un autoiniettore.

Tabella riassuntiva delle reazioni avverse

Il seguente elenco di eventi avversi si basa sui risultati degli studi clinici (Tabella leventi avversi e anomalie degli esami di laboratorio) e sull’osservazione post-marketing (Tabella 2frequenze, ove note, basate su studi clinici congiunti (molto comune ≥ 1/10, comune ≥ 1/100, < 1/10, non comune ≥ 1/1.000, < 1/100, raro ≥ 1/10.000, < 1/1.000, molto raro < 1/10.000) dell’uso di BetaferonL’esperienza con Betaferon in pazienti con SM è limitata, quindi gli eventi avversi che si verificano molto raramente possono non essere stati ancora osservati.

Tabella 1: Eventi avversi e anomalie degli esami di laboratorio con valori di frequenza 10% e le rispettive percentuali inferiori al placebo; effetti indesiderati associati in maniera significativa < 10% basati sui risultati degli studi clinici

Classificazione per sistemi e organiEvento avverso eanomalie degli esami di laboratorio Singolo evento indicativo di sclerosi multipla (BENEFIT) # Sclerosi Multipla Secondariame nte Progressiva (Studio Europeo) Sclerosi Multipla Secondariame nte Progressiva (Studio Nord Americano) Sclerosi Multipla Recidivante- Remittente
Betaferon250 mcg (Placebo)n=292 (n=176) Betaferon250 mcg (Placebo)n=360 (n=358) Betaferon250 mcg (Placebo)n=317(n=308) Betaferon250 mcg (Placebo)n=124 (n=123)
Infezioni ed infestazioni
Infezione 6% (3%) 13% (11%) 11% (10%) 14% (13%)
Ascesso 0% (1%) 4% (2%) 4% (5%) 1% (6%)
Patologie del sistema emolinfopoietico
Diminuzione conta linfocitaria (<1.500/mm³)x Λ° 79% (45%) 53% (28%) 88% (68%) 82% (67%)
Diminuzione conta assoluta neutrofili. (<1.500/mm³) x Λ * ° 11% (2%) 18% (5%) 4% (10%) 18% (5%)
Diminuzione conta leucocitaria (<3.000/mm³) xΛ * ° 11% (2%) 13% (4%) 13% (4%) 16% (4%)
Linfoadenopatia 1% (1%) 3% (1%) 11% (5%) 14% (11%)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Glicemia ridotta (< 55 mg/dl)x 3% (5%) 27% (27%) 5% (3%) 15% (13%)
Disturbi psichiatrici
Depressione 10% (11%) 24% (31%) 44% (41%) 25% (24%)
Ansia 3% (5%) 6% (5%) 10% (11%) 15% (13%)
Patologie del sistema nervoso
Cefalea Λ 27% (17%) 47% (41%) 55% (46%) 84% (77%)
Vertigini 3% (4%) 14% (14%) 28% (26%) 35% (28%)
Insonnia 8% (4%) 12% (8%) 26% (25%) 31% (33%)
Emicrania 2% (2%) 4% (3%) 5% (4%) 12% (7%)
Parestesia 16% (17%) 35% (39%) 40% (43%) 19% (21%)
Patologie dell’occhio
Congiuntivite 1% (1%) 2% (3%) 6% (6%) 12% (10%)
Anomalie della visione ^ 3% (1%) 11% (15%) 11% (11%) 7% (4%)
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Otalgia 0% (1%) <1% (1%) 6% (8%) 16% (15%)
Patologie cardiache
Palpitazioni * 1% (1%) 2% (3%) 5% (2%) 8% (2%)
Patologie vascolari
Vasodilatazione 0% (0%) 6% (4%) 13% (8%) 18% (17%)
Ipertensione ° 2% (0%) 4% (2%) 9% (8%) 7% (2%)
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Infezione delle vie respiratorie superiori 18% (19%) 3% (2%)
Sinusite 4% (6%) 6% (6%) 16% (18%) 36% (26%)
Aumento della tosse 2% (2%) 5% (10%) 11% (15%) 31% (23%)
Dispnea * 0% (0%) 3% (2%) 8% (6%) 8% (2%)
Patologie gastrointestinali
Diarrea 4% (2%) 7% (10%) 21% (19%) 35% (29%)
Costipazione 1% (1%) 12% (12%) 22% (24%) 24% (18%)
Nausea 3% (4%) 13% (13%) 32% (30%) 48% (49%)
Vomito Λ 5% (1%) 4% (6%) 10% (12%) 21% (19%)
Dolore addominale ° 5% (3%) 11% (6%) 18% (16%) 32% (24%)
Patologie epatobiliari
Aumento dell’alanina aminotransferasi (SGPT > 5 volte il basale) x Λ* ° 18% (5%) 14% (5%) 4% (2%) 19% (6%)
Aumento dell’aspartato aminotransferasi (SGOT > 5 volte il basale) Ãù Λ * ° 6% (1%) 4% (1%) 2% (1%) 4% (0%)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Disturbi della pelle 1% (0%) 4% (4%) 19% (17%) 6% (8%)
Rash Λ° 11% (3%) 20% (12%) 26% (20%) 27% (32%)
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Ipertonia ° 2% (1%) 41% (31%) 57% (57%) 26% (24%)
Mialgia * ° 8% (8%) 23% (9%) 19% (29%) 44% (28%)
Miastenia 2% (2%) 39% (40%) 57% (60%) 13% (10%)
Dolore alla schiena 10% (7%) 26% (24%) 31% (32%) 36% (37%)
Dolori alle estremità 6% (3%) 14% (12%) 0% (0%)
Patologie renali e urinarie
Ritenzione urinaria 1% (1%) 4% (6%) 15% (13%)
Presenza di proteine nelle urine (> 1+)Ãù 25% (26%) 14% (11%) 5% (5%) 5% (3%)
Frequenza della minzione 1% (1%) 6% (5%) 12% (11%) 3% (5%)
Incontinenza urinaria 1% (1%) 8% (15%) 20% (19%) 2% (1%)
Urgenza di minzione 1% (1%) 8% (7%) 21% (17%) 4% (2%)
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Dismenorrea 2% (0%) <1% (<1%) 6% (5%) 18% (11%)
Disturbi mestruali * 1% (2%) 9% (13%) 10% (8%) 17% (8%)
Metrorragie 2% (0%) 12% (6%) 10% (10%) 15% (8%)
Impotenza 1% (0%) 7% (4%) 10% (11%) 2% (1%)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Reazione nella sede d’iniezione (di vario tipo) Λ * ° § 52% (11%) 78% (20%) 89% (37%) 85% (37%)
Necrosi nella sede d’iniezione ° 1% (0%) 5% (0%) 6% (0%) 5% (0%)
Sintomi simil-influenzali& Λ * ° 44% (18%) 61% (40%) 43% (33%) 52% (48%)
Febbr
e ^*°
13% (5%) 40% (13%) 29% (24%) 59% (41%)
Dolore 4% (4%) 31% (25%) 59% (59%) 52% (48%)
Dolore toracico ° 1% (0%) 5% (4%) 15% (8%) 15% (15%)
Edema periferico 0% (0%) 7% (7%) 21% (18%) 7% (8%)
Astenia* 22% (17%) 63% (58%) 64% (58%) 49% (35%)
Brividi Λ * ° 5% (1%) 23% (7%) 22% (12%) 46% (19%)
Sudorazione * 2% (1%) 6% (6%) 10% (10%) 23% (11%)
Malessere * 0% (1%) 8% (5%) 6% (2%) 15% (3%)

x Anomalia esame di laboratorio

Λ Associato in misura significativa al trattamento con Betaferon in pazienti che abbiano manifestato un primo evento indicativo di SM, p < 0,05

* Associato in misura significativa al trattamento con Betaferon per RRMS, p < 0.05

° Associato in misura significativa al trattamento con Betaferon per SPMS, p < 0.05

§ Le reazioni del sito d’iniezione (diverse varianti) comprendono tutte le reazioni avverse a livello del sito d’iniezione, vale a dire: emorragie nel sito d’iniezione, ipersensibilità nel sito d’iniezione, infiammazione nel sito d’iniezione, ascesso a livello del sito d’iniezione, necrosi nel sito d’iniezione, dolore nel sito d’iniezione, reazioni nel sito d’iniezione, edema nel sito d’iniezione e atrofia nel sito d’iniezione

& Il complesso di sintomi similinfluenzali comprende una sindrome influenzale e/o una combinazione di almeno due reazioni avverse tra le seguenti: febbre, brividi, mialgia, malessere, sudorazione.

# Durante lo studio BENEFIT follow-up non sono state osservate variazioni del profilo di rischio noto per Betaferon.

Viene usato il termine MedDRA più adatto per descrivere una determinata reazione, i suoi sinonimi e le patologie correlate.

Tabella 2: Reazioni avverse a farmaci (ADR) identificate durante l’osservazione post-marketing frequenze, ove note, calcolate sulla base dei dati congiunti degli studi clinici, N= 1.093)

Classificazioneper sistemi e organi Moltocomune (≥ 1/10)1 Comune (≥ 1/100,< 1/10) 1 Non comune (≥ 1/1.000,< 1/100) 1 Raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) 1 Frequenzanon nota
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia Trombocitopeni a Microangiopatia trombotica, comprendente porpora trombotica trombocitopenica/sindro me emolitico uremica.3
Disturbi delsistema immunitario Reazioni anafilattiche Sindrome da aumentata permeabilità capillare in presenza di gammopatia monoclonale preesistente2
Patologie endocrine Ipotiroidism o Ipertiroidismo, disturbi della tiroide
Disturbi del metabolismo edella nutrizione Aumento del peso corporeo, diminuzione del peso corporeo Aumento dei trigliceridi nel sangue Anoressia2
Disturbipsichiatrici Stato confusionale Tentato suicidio (vedere anche paragrafo 4.4), instabilità emotiva
Patologie del sistema nervoso Convulsione
Patologie cardiache Tachicardia Cardiomiopatia2
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Broncospasmo2 Ipertensione arteriosa polmonare4
Patologiegastrointestinali Pancreatite
Patologieepatobiliari Aumento della bilirubinemia Aumento della gamma glutamil transferasi, Epatite Danno epatico (inclusa epatite), Insufficienza epatica2
Patologie dellacute e del tessuto sottocutaneo Orticaria, prurito, alopecia Alterazione del colore della cute
Patologie del sistema muscoloscheletric o e del tessuto connettivo Artralgi a Lupus eritematoso indotto da farmaco
Patologie renali e urinarie Sindrome nefrosica, glomerulosclero si (vedere paragrafo 4.4)2, 3
Patologie dell’apparatoriproduttivo e della mammella Menorragia
1 frequenze basate su studi clinici congiunti (molto comune ≥ 1/10, comune ≥ 1/100, < 1/10, non comune ≥ 1/1.000, < 1/100, raro ≥ 1/10.000, < 1/1.000, molto raro < 1/10.000).
2 ADR osservate solo in fase post-marketing.
3 Effetto di classe per i prodotti a base di interferone-beta (vedere paragrafo 4.4).
4 Effetto di classe per i medicinali contenenti interferone, vedere di seguito ipertensione arteriosa polmonare.

Viene usato il termine MedDRA più adatto per descrivere una determinata reazione, i suoi sinonimi e le patologie correlate.

Ipertensione arteriosa polmonare

Casi di ipertensione arteriosa polmonare (IAP) sono stati segnalati con i medicinali contenenti interferone beta. Gli eventi sono stati segnalati in tempi diversi, anche diversi anni dopo l’inizio del trattamento con interferone beta.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione.

Betaferon 250 mcg /ml polvere e solvente per soluzione iniettabi: avvertenze per l’uso

Disturbi del sistema immunitario

La somministrazione di citochine a pazienti con preesistente gammopatia monoclonale è stata associata con lo sviluppo della sindrome da alterata permeabilità capillare sistemica, con sintomatologia shock-simile ed esito fatale.

Patologie gastrointestinali

In rari casi è stata osservata pancreatite durante l’uso di Betaferon, spesso associata a ipertrigliceridemia.

Patologie del sistema nervoso

Betaferon deve essere somministrato con prudenza nei pazienti che presentano o che hanno presentato disturbi depressivi, in particolare in quelli con precedenti di ideazione suicida (vedere paragrafo 4.3). E’ noto che la depressione e l’ideazione suicida si manifestano piĂ¹ frequentemente nei pazienti affetti da sclerosi multipla e in associazione all’uso di interferone. I pazienti in trattamento con Betaferon devono segnalare immediatamente qualsiasi sintomo di depressione e/o ideazione suicida al medico. I pazienti che manifestino depressione devono essere strettamente monitorati durante la terapia con Betaferon e trattati adeguatamente. Deve essere considerata la sospensione del trattamento con Betaferon (vedere anche paragrafì 4.3 e 4.8).

Betaferon deve essere somministrato con cautela nei pazienti con pregressa storia di convulsioni e in quelli trattati con anti-epilettici, in modo particolare se l’epilessia non è adeguatamente controllata con anti-epilettici (vedere paragrafì 4.5 e 4.8).

PoichĂ© questo medicinale contiene albumina umana puĂ² comportare un rischio potenziale di trasmissione di malattie virali. Il rischio di trasmissione della malattia di Creutzfeld-Jacob (CJD) non puĂ² essere escluso.

Test di laboratorio

Nei pazienti con pregressa storia di disfunzione tiroidea sono raccomandati test di funzionalitĂ  tiroidea da eseguirsi regolarmente o secondo indicazione clinica.

Prima di iniziare il trattamento con Betaferon e ad intervalli regolari in corso di terapia, oltre ai test di laboratorio normalmente richiesti per il monitoraggio di pazienti con sclerosi multipla devono essere effettuati una conta completa delle cellule ematiche ed una conta leucocitaria differenziale, una conta delle piastrine ed esami chimici del sangue, tra cui i test di funzionalitĂ  epatica (ad es. AST (SGOT), ALT (SGPT) e g-GT), da ripetere poi periodicamente in assenza di sintomi clinici.

I pazienti con anemia, trombocitopenia o leucopenia (da sole o in qualsiasi combinazione) possono richiedere un monitoraggio piĂ¹ accurato della conta completa delle cellule ematiche, associata a conta differenziale e piastrinica. I soggetti che vanno incontro a neutropenia dovranno essere accuratamente monitorati per la possibile insorgenza di febbre o di infezioni. Si sono avute segnalazioni di trombocitopenia con notevole diminuzione della conta piastrinica.

Patologie epatobiliari

Aumenti asintomatici delle transaminasi sieriche, nella maggior parte dei casi leggere e transitorie, si sono verificati comunemente in pazienti trattati con Betaferon durante gli studi clinici. Come per gli altri interferoni beta, lesioni epatiche gravi, inclusi i casi di insufficienza epatica, sono stati riportati raramente nei pazienti trattati con Betaferon. Gli eventi piĂ¹ gravi si sono presentati spesso in pazienti esposti ad altri medicinali o sostanze note per essere associate con epatotossicitĂ  o in presenza di condizione medica di comorbiditĂ  (per esempio malattia maligna metastatica, infezione grave e sepsi, abuso di alcol).

I pazienti devono essere controllati per i sintomi di lesione epatica. Il riscontro di un innalzamento delle transaminasi sieriche richiede attenta sorveglianza ed analisi. Si raccomanda di prendere in considerazione la sospensione del trattamento con Betaferon in caso di incremento significativo dei

livelli o di presenza contemporanea di sintomi clinici, come ad esempio l’ittero. In assenza di evidenza clinica di un danno epatico e dopo normalizzazione dei livelli degli enzimi epatici, si puĂ² considerare di riprendere il trattamento effettuando un appropriato monitoraggio delle funzioni epatiche.

Patologie renali e urinarie

Si raccomanda di usare cautela e di monitorare attentamente i pazienti con grave insufficienza renale qualora venga loro somministrato interferone beta.

Sindrome nefrosica

Durante il trattamento con prodotti a base di interferone beta sono stati segnalati, casi di sindrome nefrosica con diverse nefropatie sottostanti tra cui la glomerulosclerosi focale segmentaria collassante (collapsing focal segmental glomerulosclerosis, FSGS), la malattia a lesioni minime (minimal change disease, MCD), la glomerulonefrite membrano-proliferativa (membranoproliferative glomerulonephritis, MPGN) e la glomerulopatia membranosa (membranous glomerulopathy, MGN). Gli eventi sono stati segnalati in tempi diversi nel corso del trattamento e possono manifestarsi dopo diversi anni di trattamento con interferone beta. Si raccomanda il monitoraggio periodico dei segni o sintomi precoci, quali ad esempio edema, proteinuria e compromissione della funzione renale in particolare nei pazienti a maggiore rischio di malattia renale. La sindrome nefrosica deve essere trattata tempestivamente e deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento con Betaferon.

Patologie cardiache

Betaferon deve essere somministrato con cautela nei pazienti affetti da preesistenti alterazioni cardiache.

I pazienti con significativi disturbi cardiaci preesistenti, ad esempio insufficienza cardiaca congestizia, malattia coronarica o aritmia, devono essere monitorati per il possibile peggioramento delle condizioni cardiache, in particolare all’inizio del trattamento con Betaferon.

Mentre Betaferon non presenta nessuna tossicità cardiaca nota ad azione diretta, i sintomi della sindrome simil-influenzale associati agli interferoni beta possono rivelarsi stressanti per pazienti affetti da significativa malattia cardiaca preesistente. Durante il periodo successivo all’immissione in commercio molto raramente è stato riferito un peggioramento delle condizioni cardiache in soggetti con significativa malattia cardiaca preesistente, temporaneamente associato all’inizio della terapia con Betaferon.

Sono stati riferiti rari casi di cardiomiopatia. Se ciĂ² dovesse verificarsi e fosse sospettata una correlazione con Betaferon, il trattamento deve essere interrotto.

Microangiopatia trombotica (TMA)

Sono stati segnalati casi di TMA, che si manifesta come porpora trombotica trombocitopenica (TTP) o sindrome emolitico uremica (HUS), compresi casi fatali con prodotti a base di interferone-beta. Gli eventi sono stati segnalati in tempi diversi nel corso del trattamento e possono manifestarsi da diverse settimane a diversi anni dopo l’inizio del trattamento con interferone-beta. Le caratteristiche cliniche iniziali comprendono trombocitopenia, ipertensione di nuova insorgenza febbre, sintomi a carico del sistema nervoso centrale (ad es. confusione, paresi) e funzione renale compromessa. I risultati di laboratorio che suggeriscono la presenza di TMA comprendono la riduzione delle conte piastriniche, l’aumento della lattato-deidrogenasi (LDH) nel siero dovuto a emolisi e la presenza di schistociti (frammentazione degli eritrociti) su uno striscio ematico. Di conseguenza, se si osservano le caratteristiche cliniche della TMA, si raccomanda l’effettuazione di ulteriori esami dei livelli delle piastrine nel sangue, della LDH nel siero, degli strisci ematici e della funzione renale. Nel caso di diagnosi di TMA, è necessario il trattamento tempestivo (considerando lo scambio plasmatico) ed è raccomandata l’interruzione immediata di Betaferon.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Si possono riscontrare gravi reazioni di ipersensibilitĂ  (rare reazioni acute gravi come broncospasmo, anafilassi e orticaria). In presenza di reazioni gravi, Betaferon deve essere sospeso e va istituito un intervento medico appropriato.

Nei pazienti in trattamento con Betaferon (vedere paragrafo 4.8), è stata riferita la comparsa di necrosi nella sede di iniezione. Questa puĂ² essere estesa e puĂ² interessare lo strato muscolare così come lo strato adiposo causando quindi la formazione di cicatrici. Occasionalmente è necessario lo sbrigliamento e, meno frequentemente, un innesto cutaneo e la guarigione puĂ² richiedere fino a 6 mesi.

Si debbono avvertire i pazienti di consultare il proprio medico prima di continuare il trattamento con Betaferon qualora notino fissurazioni cutanee che possono essere associate con gonfiore o fuoriuscita di liquido dalla sede di iniezione.

Nei pazienti con lesioni multiple, Betaferon deve essere interrotto fino a guarigione avvenuta. I pazienti con lesioni singole possono continuare il trattamento con Betaferon a condizione che la necrosi non sia troppo estesa, poiché alcuni pazienti hanno riscontrato la guarigione delle lesioni cutanee necrotiche mentre erano ancora in trattamento con Betaferon.

Per ridurre al minimo il rischio di necrosi nella sede di iniezione è necessario informare il paziente di:

adottare tecniche di iniezione in asepsi

alternare le sedi di iniezione ad ogni somministrazione.

L’incidenza delle reazioni nella sede d’iniezione puĂ² essere ridotta con un autoiniettore. Nello studio pivotal con pazienti che abbiano manifestato un singolo evento clinico indicativo di sclerosi multipla, è stato usato un autoiniettore nella maggior parte dei casi. Le reazioni e le necrosi nel sito d’iniezione sono state osservate con minore frequenza in questo studio che negli altri studi pivotal.

Le procedure di autoiniezione devono essere riverificate periodicamente specialmente nel caso in cui si siano verificate reazioni nella sede d’iniezione.

ImmunogenicitĂ 

Come per tutte le proteine per uso terapeutico, è presente un potenziale di immunogenicità. In studi clinici controllati, sono stati raccolti campioni di siero ogni tre mesi per monitorare lo sviluppo di anticorpi al Betaferon.

Nei differenti studi clinici controllati riguardanti la sclerosi multipla recidivante-remittente e la sclerosi multipla secondariamente progressiva, il 23% – 41% dei pazienti ha sviluppato un’attivitĂ  sierica neutralizzante per l’interferone beta-1b confermata da almeno due titolazioni positive consecutive; di tali pazienti il 43% – 55% è passato a uno stato negativo stabile degli anticorpi (basato su due titolazioni negative consecutive) durante il successivo periodo di osservazione del rispettivo studio.

In questi studi, lo sviluppo di attività neutralizzante è associato ad una riduzione dell’efficacia clinica solo per quanto riguarda l’insorgenza di recidive. Alcune analisi suggeriscono che questa riduzione di efficacia possa essere maggiore nei pazienti con alti livelli di attività neutralizzante.

Nello studio condotto con pazienti che hanno manifestato un singolo evento clinico indicativo di una sclerosi multipla, l’attività neutralizzante misurata ogni 6 mesi è stata osservata almeno una volta nel 32% (89) dei pazienti trattati immediatamente con Betaferon; di questi, il 60% (53) è risultato negativo entro 5 anni in base all’ultima valutazione disponibile. Nel corso di questi anni, lo sviluppo di un’attività neutralizzante era associato ad un significativo aumento di nuove lesioni attive e del volume delle lesioni T2 alla risonanza magnetica. Tuttavia, questo non sembrava essere associato alla riduzione dell’efficacia clinica (riguardo al tempo di sviluppo di sclerosi multipla clinicamente definita (CDMS), di progressione confermata sulla scala EDSS e del tasso di recidive).

Nuovi eventi avversi non sono stati associati allo sviluppo dell’attività neutralizzante.

E’ stato dimostrato in vitro che Betaferon ha una reazione crociata con l’interferone beta naturale. Tuttavia, ciĂ² non è stato indagato in vivo e il suo significato clinico è incerto.

Ci sono pochi e incoerenti dati su pazienti che hanno sviluppato attivitĂ  neutralizzante e che hanno completato il trattamento con Betaferon.

La decisione se proseguire o meno il trattamento deve essere basata su tutti gli aspetti correlati alla malattia piuttosto che sulla sola positivitĂ  agli anticorpi neutralizzanti.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco