Pentacarinat: effetti collaterali e controindicazioni

Pentacarinat: effetti collaterali e controindicazioni

Pentacarinat (Pentamidina Isetionato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

carinii in pazienti debilitati o

Soluzione iniettabile Trattamento delle seguenti affezioni: – Polmonite da Pneumocystis

immunodepressi, come ad esempio in caso di AIDS. La pentamidina isetionato è in particolare utile nei pazienti allergici ai sulfamidici e nei casi di intolleranza o resistenza al co-trimoxazolo.

– Leishmaniosi (viscerale e cutanea) compresi i casi resistenti alla terapia con composti pentavalenti dell’antimonio.

– Tripanosomiasi africana: malattia del sonno da Trypanosoma gambiense nella fase precoce.

Soluzione da nebulizzare

Prevenzione della Polmonite da Pneumocystis carinii in pazienti debilitati o immunodepressi, quali ad esempio in caso di grave deficit immunitario conseguente alla infezione da virus HIV (virus dell’immunodeficienza umana).

Pentacarinat: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Pentacarinat ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Pentacarinat, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Pentacarinat: controindicazioni

IpersensibilitĂ  al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

EtĂ  pediatrica solo per la soluzione da nebulizzare. Gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).

Pentacarinat: effetti collaterali

La frequenza delle reazioni avverse è definita secondo la seguente convenzione:

molto comune (>1/10); comune (>1/100, <1/10); non comune (>1/1.000, <1/100); raro (>1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non puĂ² essere definita sulla base dei dati disponibili).

Uso parenterale

Patologie del sistema emolinfopoietico:

Comune: leucopenia, trombocitopenia, anemia.

Disturbi del sistema immunitario:

Frequenza non nota: reazioni di ipersensibilitĂ , incluse reazioni

anafilattiche e shock anafilattico, angioedema

Disturbi del metabolismo e della nutrizione:

Molto comune: iperazotemia

Comune: ipoglicemia, iperglicemia, iperkaliemia, ipocalcemia,

ipomagnesemia.

Patologie del sistema nervoso:

Comune: sincope, capogiri.

Patologie cardiache:

Raro: prolungamento dell’intervallo QT, aritmia cardiaca Frequenza non nota: torsioni di punta, bradicardia.

Patologie vascolari:

Comune: ipotensione, rossore

Patologie gastrointestinali:

Comune: nausea e vomito, alterazione del gusto Raro: pancreatite

Patologie epatobiliari:

Comune: alterazione dei test di funzionalitĂ  epatica

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

Comune: eruzione cutanea

Frequenza non nota: sindrome di Stevens-Johnson Patologie renali e urinarie:

Molto comune: insufficienza renale acuta, ematuria macroscopica.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Molto comune: reazioni locali con gravitĂ  variabile da fastidio e dolore a indurimento, formazione di ascessi e necrosi muscolare.

Frequenza non nota: in seguito a somministrazione intramuscolare è stata riportata rabdomiolisi.

Sono stati osservati anche aumenti della creatininfosfochinasi (CPK) e della lattico deidrogenasi (LDH) sieriche.

Uso inalatorio

Disturbi del sistema immunitario:

incluse reazioni

Frequenza non nota: reazioni di ipersensibilitĂ ,

anafilattiche e shock anafilattico, angioedema

Disturbi del metabolismo e della nutrizione:

Frequenza non nota: ipoglicemia

Patologie del sistema nervoso:

Frequenza non nota: lieve vertigine

Patologie cardiache:

Raro: prolungamento dell’intervallo QT, aritmia cardiaca Frequenza non nota: torsioni di punta, bradicardia

Patologie vascolari:

Frequenza non nota: ipotensione

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:

Comune: reazioni locali di gravitĂ  variabile da tosse, respiro corto, dispnea, broncospasmo, particolarmente in pazienti con anamnesi di asma o fumatori, che solitamente possono essere controllate da un pretrattamento con broncodilatatori Raro: polmonite eosinofila

Frequenza non nota: pneumotorace in pazienti con anamnesi di polmonite da Pneumocystis carinii.

Patologie gastrointestinali:

Comune: alterazione del gusto, nausea e vomito Frequenza non nota: pancreatite acuta.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

Frequenza non nota: eruzione cutanea

Patologie renali e urinarie:

Frequenza non nota: insufficienza renale.

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Frequenza non nota: febbre, riduzione dell’appetito, affaticamento.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/responsabili-farmacovigilanza.

Pentacarinat: avvertenze per l’uso

La pentamidina isetionato va usata con particolare cautela nei pazienti epatopatici e/o nefropatici, con ipertensione o ipotensione, con iperglicemia o ipoglicemia, leucopenia, trombocitopenia o anemia.

Sono stati riportati casi gravi, talora fatali, dovuti a grave ipotensione, ipoglicemia, pancreatite acuta e aritmia cardiaca in pazienti trattati con pentamidina isetionato sia per via intramuscolare che endovenosa.

I valori di pressione arteriosa devono essere determinati al basale e le iniezioni devono essere praticate a paziente in clinostatismo. La pressione arteriosa deve essere controllata attentamente e ad intervalli regolari nel corso della somministrazione, fino al termine del trattamento.

Pertanto anche i pazienti trattati con pentamidina per via inalatoria devono essere monitorati attentamente per lo sviluppo di gravi reazioni avverse.

Pentamidina isetionato puĂ² causare un prolungamento dell’intervallo QT. Con la somministrazione di pentamidina isetionato sono state riportate, in casi isolati, aritmie cardiache indicative dell’allungamento del QT quali torsioni di punta. Pertanto il farmaco deve essere usato con cautela nei pazienti affetti da cardiopatie coronariche, con storia di aritmie ventricolari, con ipokaliemia o ipomagnesemia non corrette, con bradicardia (<50 bpm) o durante la somministrazione concomitante di pentamidina con farmaci che allungano l’intervallo QT.

E’ necessaria particolare cautela se l’intervallo QTc supera i 500 msec nel corso della somministrazione di pentamidina isetionato, ed in questo caso si deve considerare il monitoraggio cardiaco continuo. Se il QTc dovesse superare i 550 msec si deve prendere in considerazione una terapia alternativa.

Controlli di laboratorio: i seguenti esami devono essere eseguiti prima, durante e dopo la terapia:

1) azotemia e creatininemia quotidianamente in corso di terapia;

2) emocromo e conta piastrinica quotidianamente in corso di terapia;

3) glicemia a digiuno quotidianamente in corso di terapia e a intervalli regolari dopo il termine del trattamento. Iperglicemia e diabete mellito, con o senza precedente ipoglicemia, sono comparsi anche parecchi mesi dopo la fine del trattamento;

4) test di funzionalitĂ  epatica comprendenti: bilirubina, fosfatasi alcalina, aspartato-amino transferasi (aSt/SGOT) e alanina amino transferasi (ALT/SGPT). Se i valori basali sono e permangono nella norma in corso di terapia, effettuare il test settimanalmente. Se i valori basali risultano elevati e/o aumentano in corso di terapia, proseguire il controllo settimanale, a meno che il paziente non sia contemporaneamente in trattamento con altri farmaci epatotossici, nel qual caso effettuare il controllo ogni 3-5 giorni;

5) calcemia ogni settimana; magnesemia due volte alla settimana;

6) analisi delle urine e degli elettroliti sierici quotidianamente in corso di terapia;

7) elettrocardiogramma a intervalli regolari.

Inoltre, in seguito a somministrazione di pentamidina isetionato sia nei bambini che negli adulti, sono stati riportati casi di parestesia alle estremitĂ  così come casi di ipoestesia facciale e periorale. Questi casi si sono verificati durante o subito dopo la somministrazione e si sono risolti dopo il completamento o l’interruzione della stessa.

Soluzione da nebulizzare

Il beneficio della terapia con pentamidina per via inalatoria nei pazienti ad elevato rischio di pneumotorace deve essere valutato considerando le conseguenze cliniche di tale evento.

I pazienti sottoposti a profilassi con Pentacarinat possono comunque sviluppare episodi acuti di Polmonite da P. carinii (PCP).

Pertanto pazienti che presentino sintomi di infezione polmonare come dispnea, febbre, tosse ed altri, dovrebbero essere sottoposti ad accurata visita medica ed a idonei test diagnostici per la conferma della possibile PCP in fase acuta o la presenza di altri agenti patogeni opportunisti e non. L’uso di Pentacarinat puĂ² alterare il quadro clinico e radiografico della PCP presentando un quadro atipico che puĂ² far pensare ad una malattia lieve o ad un’infezione focale.

Prima di iniziare la profilassi con Pentacarinat occorre accertare che i pazienti non siano affetti da PCP. Infatti la dose raccomandata di Pentacarinat per la prevenzione della PCP è insufficiente per il suo trattamento in fase acuta.

L’inalazione di pentamidina isetionato puĂ² provocare tosse e/o broncospasmo, soprattutto nei pazienti asmatici o fumatori. In questo caso Ă© necessario interrompere momentaneamente la aerosolizzazione e somministrare un broncodilatatore spray. Dopo 10 minuti l’inalazione puĂ² essere ripresa. E’ opportuno che in questi pazienti le successive sedute d’aerosolterapia vengano sistematicamente precedute, 10 minuti prima del loro inizio, dalla premedicazione con un broncodilatatore.

Non è ancora noto se vi siano, e quali possano essere le conseguenze di un accumulo di pentamidina a seguito di una prolungata somministrazione per via topica bronchiale.

Pertanto occorre usare cautela in pazienti con disfunzioni respiratorie, con tendenza alla broncocostrizione, ipo- o iperglicemia, disfunzioni renali o epatiche, leucopenia, trombocitopenia o anemia.

Tali pazienti in particolare, ed in genere tutti quelli in trattamento, andranno tenuti sotto stretto controllo medico al fine di rilevare tempestivamente un eventuale peggioramento delle suddette preesistenti patologie o l’insorgenza di altri rilevanti effetti collaterali segnalati a seguito della somministrazione parenterale di pentamidina.

Infezioni extrapolmonari da Pneumocystis carinii sono state segnalate raramente e quasi sempre riferite a pazienti che avevano una storia di PCP.

Quando si visitano pazienti che presentano segni e sintomi non spiegabili dovrebbe essere considerata la possibilitĂ  di pneumocistosi extrapolmonare.

Rischi ambientali ed occupazionali: occorre usare cautela per evitare la dispersione di pentamidina nell’ambiente.

Un’adeguata ventilazione ambientale puĂ² aiutare nel ridurre i rischi di sensibilizzazione da parte del personale sanitario.

Il nebulizzatore dovrebbe essere spento quando la mascherina viene allontanata dal viso durante il trattamento.

Inoltre è bene aerare abbondantemente l’ambiente di terapia per minimizzare il rischio di trasmissione di altri agenti patogeni respiratori, quali il Mycobacterium tubercolosis ed il Mycobacterium avium-intracellulare, che possono essere emessi da casuali colpi di tosse durante il trattamento.

La pentamidina isetionato puĂ² indurre il prolungamento dell’intervallo QT e sono stati osservati rari casi di prolungamento dell’intervallo QT e di aritmie cardiache comprendenti la torsione di punta. Quindi, la pentamidina isetionato deve essere usata con cautela in pazienti con cardiopatie coronariche, anamnesi di aritmie ventricolari, ipopotassiemia non trattata e/o ipomagnesemia, bradicardia (frequenza <50 bpm) e durante il trattamento concomitante con farmaci che possono aumentare l’intervallo QT.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco