Reseril: effetti collaterali e controindicazioni

Reseril: effetti collaterali e controindicazioni

Reseril (Nefazodone Cloridrato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

RESERIL è indicato nel trattamento delle depressioni di varia natura, inclusa la depressione con componente ansiosa o con disturbi del sonno.

Reseril: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Reseril ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Reseril, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Reseril: controindicazioni

RESERIL è controindicato nei pazienti con ipersensibilità al principio attivo, ad uno qualsiasi degli eccipienti o ad altri antidepressivi fenilpiperazinici. Non somministrare nei soggetti al di sotto dei 18 anni di età.

RESERIL è controindicato nei pazienti che hanno interrotto il farmaco a causa di un danno epatico (vedi Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego).

RESERIL è controindicato in associazione con terfenadina, astemizolo, cisapride, pimozide, o carbamazepina.

Reseril: effetti collaterali

Gli effetti indesiderati che si sono verificati più comunemente (in più del 5% dei pazienti trattati con RESERIL) e con un’incidenza significativamente superiore nei pazienti trattati con nefazodone rispetto a quelli trattati con placebo sono stati secchezza della fauci, nausea, sonnolenza, vertigini, costipazione, astenia, sensazione di testa vuota e visione confusa.

Di seguito altri eventi verificatisi con incidenza significativamente superiore nei pazienti in trattamento con nefazodone rispetto a quelli trattati con placebo (p £ 0,05) e nell’1% o più dei pazienti trattati con RESERIL in studi clinici controllati della durata compresa tra 6 e 8 settimane:

generali: astenia, brividi, febbre;

sistema cardiovascolare: ipotensione posturale;

sistema gastrointestinale: nausea, secchezza delle fauci, costipazione;

sistema muscoloscheletrico: artralgia;

sistema nervoso: sonnolenza, vertigine, sensazione di testa vuota, parestesia, vasodilatazione, confusione, anomalie dell’attività onirica, disturbi della memoria, incoordinamento, ipoestesia, atassia;

sensorio: visione offuscata, disturbi del visus;

In studi clinici controllati con placebo, il nefazodone non è stato associato allo sviluppo di alterazioni elettrocardiografiche clinicamente importanti. Tuttavia, nell’1,5% dei pazienti trattati con nefazodone si è osservata bradicardia sinusale (£ 50 bpm e una diminuzione ³ 15 bpm) rispetto allo 0,4% dei pazienti trattati con placebo (p < 0,05).

Esperienza successiva alla commercializzazione

Sono stati riportati rari casi di insufficienza epatica/epatonecrosi che hanno portato al trapianto epatico o al decesso (vedi 4.4).

Eventi indesiderati temporalmente associati a RESERIL, non citati precedentemente e per cui non è stata stabilita una relazione causale includono:

Reazioni allergiche, orticaria, reazioni anafilattiche, angioedema;

Edema periferico;

Sudorazione eccessiva, rash, sindrome di Stevens-Johnson;

Prolattinemia;

Aumenti degli enzimi epatici, epatiti,

Alterazioni del gusto, anoressia, aumento dell’appetito, diarrea, vomito;

Leucopenia, trombocitopenia;

Ipoglicemia, iposodiemia;

Mialgia, rabdomiolisi in pazienti che ricevono simvastatin o lovastatin in combinazione con RESERIL (vedi 4.5)

Convulsioni (incluse attacchi di Gran Male); allucinazioni, insonnia, agitazione, cefalea, emicrania, pensieri suicidi, tremore, sindrome serotoninergica, sincope.

Dispnea

Orecchio – Tinnito;Occhio – disturbi del visus inclusi la diplopia, i diffetti del campo visivo, la visione offuscata, gli scotomi, la traccia visiva inclusa la palinopsia (vedi 4.4); midriasi e aumento della pressione intraoculare; secchezza/dolore oculare, fotofobia;

priapismo (vedi 4.4); ritenzione urinaria, pollachiuria, disuria, enuresi, galattorrea, ginecomastia (maschi), ingrandimento delle mammelle.

Il nefazodone, in uno studio clinico controllato, non ha mostrato di essere potenzialmente legato a fenomeni di abuso nell’uomo.

Tuttavia, quando si interrompe bruscamente il trattamento possono comparire sintomi di astinenza. Tali sintomi sono, in genere, lievi e di completa risoluzione e comprendono ad esempio: insonnia, vertigini, sudorazione, palpitazioni, nausea, ansia, irritabilità, parestesie e cefalea.

Quando si decide di interrompere il trattamento le dosi devono essere ridotte in modo graduale per minimizzare l’entità di tali sintomi. Poichè il nefazodone è solo un moderato inibitore della ricaptazione della serotonina, la comparsa di tali sintomi è rara.

Il medico deve valutare attentamente i pazienti con storia di abuso farmacologico per cogliere segni di uso eccessivo o incongruo.

Reseril: avvertenze per l’uso

Potenziale d’interazione con IMAO: in pazienti in trattamento con antidepressivi con proprietà farmacologiche simili ma non identiche a quelle del nefazodone (es. inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) somministrati in combinazione con un inibitore delle monoaminossidasi (IMAO) sono state segnalate reazioni gravi, talvolta fatali. Queste reazioni sono state riportate anche per pazienti che avevano recentemente interrotto questi farmaci e avevano iniziato un trattamento con IMAO. Dato che nefazodone è un inibitore della ricaptazione della serotonina si raccomanda di non usarlo in combinazione con un IMAO o entro 14 giorni dall’interruzione di una terapia con IMAO; la terapia con RESERIL dovrà essere iniziata con cautela, aumentando gradualmente i dosaggi fino a che non sia raggiunto il dosaggio ottimale; d’altro canto si deve attendere almeno una settimana dall’interruzione di RESERIL prima di iniziare una terapia con IMAO (vedi 4.2).

Potenziale d’interazione con terfenadina, astemizolo, pimozide e cisapride: l’uso contemporaneo di terfenadina, astemizolo, pimozide o cisapride con nefazodone deve essere evitato (vedi 4.3). Nefazodone ha dimostrato in vitro di essere un inibitore del citocromo P450IIIA4. Terfenadina, astemizolo, pimozide e cisapride sono metabolizzati dal citocromo IIIA4 ed è stato dimostrato che il ketoconazolo, l’eritromicina e altri inibitori del IIIA4 possono bloccare il metabolismo di questi farmaci, con l’incremento delle concentrazioni plasmatiche delle molecole immodificate di partenza. Livelli aumentati di terfenadina, astemizolo, pimozide e cisapride sono risultati associati al prolungamento del QT e a rari eventi cardiovascolari gravi come morte, principalmente per tachicardia ventricolare tipo torsione di punta.

Potenziale per gravi danni epatici: durante il trattamento con nefazodone sono stati riportati rari casi di epatonecrosi e insufficienza epatica. Il tempo occorso per il verificarsi del danno epatico nei casi di insufficienza epatica ad esito fatale o che hanno richiesto il trapianto è stato generalmente compreso tra due settimane e sei mesi di terapia. Non si conoscono fattori di rischio per questa condizione. Il danno epatico è generalmente reversibile con l’interruzione del trattamento con il nefazodone o degli altri farmaci eventualmente somministrati in concomitanza. In casi isolati, tuttavia, il danno epatico è stato fatale o ha richiesto il trapianto dell’organo. Pazienti che durante il trattamento con nefazodone sviluppino segni e sintomi indicativi di disfunzione epatica, come ittero, urine scure, anoressia, nausea, dolori addominali, evidenze di danno epatocellulare e aumento delle transaminasi (> 3 volte i limiti superiori della norma) devono essere valutati per la possibilità di un danno epatico (vedi 4.8) e devono interrompere la terapia. Questi pazienti dovrebbero inoltre essere considerati a rischio di danno epatico e perciò il trattamento con nefazodone non deve essere reintrodotto.

Ipotensione posturale: in associazione con l’uso di nefazodone si è verificata ipotensione posturale. L’incidenza di ipotensione posturale negli studi clinici con nefazodone è stata: nefazodone (3,0%), antidepressivi triciclici (10,9%), SSRI (2,2%) e placebo (1,0%). Perciò il nefazodone deve essere usato con cautela nei pazienti con malattia cerebro- o cardiovascolare accertata che potrebbe essere aggravata dall’ipotensione (storia di infarto del miocardio, angina, ictus ischemico) e nei pazienti con predisposizione all’ipotensione (disidratati, ipovolemici, trattati con antipertensivi).

Attivazione maniacale/ipomaniacale: come con altri antidepressivi, l’attivazione maniacale/ipomaniacale è un rischio conosciuto nei pazienti con disturbo affettivo maggiore trattati con antidepressivi. Tale evento si è notato durante trial clinici con nefazodone (0,3% dei pazienti con depressione unipolare e 1,6% nei pazienti con depressione bipolare). RESERIL dovrà essere somministrato con cautela nei pazienti con storia di mania.

Suicidio: la possibilità di un tentativo di suicidio in pazienti gravemente depressi è inerente alla malattia depressiva e può persistere anche durante un apparente miglioramento dei sintomi. In tal senso, un attento controllo dei pazienti ad alto rischio dovrà essere effettuato fin dall’inizio della terapia farmacologica. In questi casi la prescrizione dovrà prevedere una limitazione nel numero delle confezioni prescritte per evitare un sovradosaggio intenzionale.

Attacchi epilettici: come per altri prodotti antidepressivi, il nefazodone dovrà essere somministrato con cautela in pazienti con storia di convulsioni. Durante lo sviluppo precedente la commercializzazione non sono stati osservati attacchi di grande male o assenze focali. C’è stata una ricorrenza di attacco di piccolo male in un paziente. Sono state riportate rare evidenze di convulsioni (inclusi attacchi di grande male) a seguito della somministrazione di RESERIL, pur non essendo stata stabilita un relazione causale col farmaco.

Priapismo: mentre il priapismo non è stato documentato negli studi con nefazodone precedenti la commercializzazione, ne sono state documentate rare evenienze dal momento della sua commercializzazione; tuttavia non è stato possibile stabilire una relazione causale tra l’evento e il farmaco. Se il paziente presentasse un’erezione prolungata o inappropriata deve interrompere il trattamento e consultare il proprio medico.

Disturbi del visus: negli studi clinici controllati, la visione offuscata e i disturbi del visus inclusi scotomi e traccia visiva, si sono verificati in un numero significativamente maggiore di pazienti trattati con nefazodone che in quelli trattati con placebo. Negli studi clinici, per questi eventi, è stata osservata una correlazione con la dose, con assenza di scotomi e traccia visiva al di sotto di 300 mg/die. Tuttavia, sono stati riportati scotomi e traccia visiva a dosi al di sotto di 300 mg/die nell’esperienza successiva alla commercializzazione di RESERIL (vedi 4.8).

Terapia elettro-convulsiva (TEC): non sono state effettuate sperimentazioni cliniche sull’uso combinato di TEC e RESERIL.

Uso in pazienti con malattie concomitanti: si raccomanda cautela con nefazodone nel trattamento di pazienti con malattie o condizioni come insufficienza epatica o renale che potrebbero influenzare il metabolismo e l’escrezione del farmaco. In particolare, la terapia con nefazodone non deve essere iniziata nei pazienti con malattie epatiche in fase attiva o elevati valori delle transaminasi.

L’AUC di nefazodone e dell’idrossinefazodone nei pazienti con cirrosi epatica aumenta del 25% circa. Con la somministrazione cronica, si può verificare un ulteriore accumulo di nefazodone o dei suoi metaboliti, quando la funzione renale sia gravemente compromessa, e quindi si raccomanda l’uso di dosi più basse o meno frequenti. Non si è osservata relazione tra i parametri farmacocinetici e il grado di disfunzione renale.

Malattia cardiaca pregressa: i pazienti con una storia recente di infarto del miocardio o instabilità cardiaca sono stati esclusi dai trial clinici. La valutazione dell’ECG di pazienti in trattamento con nefazodone in studi clinici controllati con placebo ha dimostrato l’assenza di anomalie elettrocardiografiche clinicamente importanti associate all’uso di nefazodone. Tuttavia nell’1,5% dei pazienti trattati con nefazodone si è osservata bradicardia sinusale. Pazienti con storia recente di infarto miocardico o con instabilità cardiaca devono essere trattati con cautela.

Quando si interrompe bruscamente il trattamento con inibitori della ricaptazione della serotonina possono comparire: insonnia, vertigini, sudorazione, palpitazioni, nausea, ansia, irritabilità, parestesie e cefalea. Tuttavia, essendo il nefazodone principalmente un antagonista dei recettori 5HT2 con una moderata inibizione della ricaptazione della serotonina, la comparsa di tali fenomeni è rara e i sintomi eventualmente osservabili sono di lieve entità e transitori. Quando si decide di interrompere il trattamento con antidepressivi, una graduale riduzione delle dosi riduce al minimo il rischio di comparsa di tali sintomi. Porre attenzione a non interpretare tali sintomi attribuendoli ad un peggioramento della malattia psichiatrica trattata (vedi 4.8).

Uso pediatrico: non sono state valutate sicurezza ed efficacia nei pazienti al di sotto dei 18 anni di età. Tenere lontano dalla portata dei bambini.

Uso nei pazienti anziani: negli studi di valutazione sulla sicurezza di nefazodone nei pazienti anziani (> 65 anni) non sono stati riportati eventi clinici avversi diversi da quelli osservati nella popolazione adulta. Dato però l’aumento delle concentrazioni plasmatiche osservato negli studi a dose singola negli anziani, il trattamento in questi casi dovrebbe iniziare con metà del dosaggio usuale, con un graduale aumento dei dosaggi per raggiungere la risposta terapeutica con una tollerabilità ottimale.

Gli effetti indesiderati possono essere più frequenti durante l’uso contemporaneo di inibitori della ricaptazione della serotonina (SRIs), nefazodone, trazodone, triptani e preparazioni a base di Hypericum perforatum.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

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Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco