Suboxone: effetti collaterali e controindicazioni

Suboxone: effetti collaterali e controindicazioni

Suboxone 2 mg/0,5 mg (Buprenorfina Cloridrato + Naloxone Cloridrato Diidrato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Trattamento sostitutivo per la dipendenza da oppioidi, nell’ambito di un trattamento medico, sociale e psicologico. L’obiettivo del componente naloxone è di scoraggiarne l’ uso improprio per via endovenosa. Il trattamento è destinato all’uso su adulti e adolescenti di etĂ  superiore ai 15 anni che abbiano dato il proprio consenso al trattamento della dipendenza.

Suboxone 2 mg/0,5 mg: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Suboxone 2 mg/0,5 mg ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Suboxone 2 mg/0,5 mg, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Suboxone 2 mg/0,5 mg: controindicazioni

IpersensibilitĂ  ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Grave insufficienza respiratoria.

Grave compromissione epatica. Alcolismo acuto o delirium tremens.

Somministrazione concomitante di antagonisti degli oppioidi (naltrexone, nalmefene) per il trattamento della dipendenza da alcol o da oppioidi.

Suboxone 2 mg/0,5 mg: effetti collaterali

Sintesi del profilo di sicurezza

Le reazioni avverse correlate al trattamento riportate piĂ¹ frequentemente durante le sperimentazioni cliniche cardine erano stipsi e sintomi comunemente associati all’astinenza da sostanze (ad es. insonnia, cefalea, nausea, iperidrosi e dolore). Alcune segnalazioni di crisi convulsive, vomito, diarrea e prove di funzionalitĂ  epatica con valori elevati, sono state considerate gravi.

Elenco tabulato delle reazioni avverse

La Tabella 1 riassume le reazioni avverse segnalate nelle sperimentazioni cliniche cardine, nelle quali 342 pazienti su 472 (72,5 %) hanno riferito reazioni avverse e le reazioni avverse riportate durante la sorveglianza post-marketing.

La frequenza dei possibili effetti indesiderati elencati di seguito viene definita usando la seguente convenzione:

Molto comune (?1/10), Comune (?1/100, <1/10), Non comune (?1/1.000, <1/100), Non nota (non puĂ² essere stimata sulla base dei dati disponibili)

Tabella 1: Reazioni avverse correlate al trattamento riportate nelle sperimentazioni cliniche e sorveglianza post-marketing su buprenorfina/naloxone

Classificazione per si
stemi e organi
Molto comune Comune Non comune Non nota
Infezioni ed infestazioni Influenza Infezione
Faringite Rinite
Infezione delle vie urinarie
Infezione della vagina
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia Leucocitosi Leucopenia Linfoadenopatia
Trombocitopenia
Disturbi del sistema
immunitario
IpersensibilitĂ  Shock anafilattico
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Appetito ridotto Iperglicemia
Iperlipidemia Ipoglicemia
Disturbi psichiatrici Insonnia Ansia Depressione Libido diminuita Nervosismo Pensiero anormale Sogni anormali Agitazione Apatia
Depersonalizzazione Dipendenza da droghe
Umore euforico OstilitĂ 
Allucinazioni
Patologie del sistema
nervoso
Cefalea Emicrania
Capogiri Ipertonia Parestesia
Sonnolenza
Amnesia
Ipercinesia Convulsioni
Disturbo del linguaggio Tremore
Encefalopatia
epatica Sincope
Patologie dell’orecchio e del
labirinto
Vertigini
Patologie dell’occhio Ambliopia
Affezione lacrimale
Congiuntivite Miosi
Patologie cardiache Angina pectoris Bradicardia Infarto miocardico Palpitazioni
Tachicardia
Patologie vascolari Ipertensione
Vasodilatazione
Ipotensione Ipotensione
ortostatica
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse Asma Dispnea Sbadigli Broncospasmo Depressione respiratoria
Patologie gastrointestinali Stipsi Nausea Dolore addominale Diarrea Dispepsia Flatulenza
Vomito
Ulcerazione della bocca Alterazione del colore della lingua
Patologie epatobiliari Epatite Epatite acuta Ittero
Necrosi epatica
Sindrome epatorenale
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Iperidrosi Prurito
Eruzione cutanea Orticaria
Acne Alopecia
Dermatite esfoliativa Cute secca
Massa cutanea
Angioedema
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolore dorsale Artralgia
Spasmi muscolari Mialgia
Artrite
Patologie renali e urinarie Alterazione dell’urina Albuminuria Disuria Ematuria Nefrolitiasi
Ritenzione di urina
Patologie dell’apparato
riproduttivo e della mammella
Disfunzione erettile Amenorrea
Disturbo dell’eiaculazione Menorragia
Metrorragia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Sindrome da astinenza da droghe Astenia
Dolore toracico Brividi
Piressia Malessere Dolore
Edema periferico
Ipotermia Sindrome neonatale da astinenza
da farmaco (vedere paragrafo 4.6)
Esami diagnostici Test di funzionalitĂ  epatica anormale
Calo ponderale
Creatinina ematica aumentata Aumento delle transaminasi
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Lesione Colpo di calore

Descrizione di altre reazioni avverse

In caso di uso improprio per via endovenosa del farmaco, alcune esperienze avverse attribuite all’uso improprio piuttosto che al farmaco stesso hanno incluso reazioni locali, talvolta settiche (ascesso, cellulite), epatite acuta potenzialmente grave e altre infezioni acute, come polmonite ed endocardite (vedere paragrafo 4.4).

Nei pazienti che presentano una spiccata dipendenza da sostanze, l’iniziale somministrazione di buprenorfina puĂ² produrre una sindrome da astinenza da sostanze simile a quella associata al naloxone (vedere paragrafì 4.2 e 4.4).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta attraverso il sistema di monitoraggio nazionale indicatodall’ Agenzia Italiana del Farmaco. Sito web: http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa

Suboxone 2 mg/0,5 mg: avvertenze per l’uso

Uso improprio, abuso e diversione

Così come accade per altri oppioidi, legali o illeciti, la buprenorfina puĂ² essere oggetto di uso improprio o di abuso. Alcuni dei rischi di uso improprio e abuso includono overdose, diffusione di infezioni virali di origine ematogena o infezioni localizzate e sistemiche, depressione respiratoria e danni epatici. L’uso improprio di buprenorfina da parte di qualcuno che non sia il paziente indicato pone il rischio aggiuntivo di nuovi soggetti con dipendenza da sostanze che usano la buprenorfina come sostanza d’abuso principale; ciĂ² potrebbe verificarsi se il medicinale viene distribuito per uso illecito direttamente dal paziente a cui il farmaco è destinato, oppure se il medicinale non viene salvaguardato dal furto.

Il trattamento subottimale con buprenorfina/naloxone potrebbe indurre l’uso improprio del medicinale da parte del paziente, portando all’overdose o all’abbandono del trattamento. Un paziente sottoposto a sotto-dosaggio con buprenorfina/naloxone potrebbe continuare a rispondere ai sintomi di astinenza non controllati ricorrendo ad automedicazioni con oppioidi, alcol o altri sedativi ipnotici, come le benzodiazepine.

Per ridurre al minimo il rischio di uso improprio, abuso e diversione, i medici devono adottare le precauzioni appropriate nel prescrivere e distribuire la buprenorfina, ad esempio evitare di prescrivere piĂ¹ rinnovi in una fase precoce del trattamento, e svolgere visite di follow-up del paziente con un monitoraggio clinico adeguato alle esigenze del paziente.

La combinazione di buprenorfina e naloxone nel Suboxone mira a scoraggiare l’uso improprio e l’abuso della buprenorfina. Si ritiene che iluso improprioendovenoso o intranasale di Suboxone sia meno probabile rispetto alla sola buprenorfina, dal momento che il naloxone contenuto nel Suboxone puĂ² causare la precipitazione dei sintomi di astinenza in individui dipendenti da eroina, metadone, o altri agonisti degli oppioidi.

Depressione respiratoria

Sono stati riportati alcuni casi di decesso dovuti a depressione respiratoria, in particolare quando la buprenorfina veniva utilizzata in combinazione con benzodiazepine (vedere paragrafo 4.5) oppure quando la buprenorfina non veniva utilizzata secondo quanto riportato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto. Sono stati segnalati decessi anche in associazione alla somministrazione concomitante di buprenorfina e altri depressori come alcol o altri oppioidi. Se la buprenorfina viene somministrata ad alcuni individui non dipendenti da oppioidi, che non tollerano gli effetti degli oppioidi, si puĂ² verificare una depressione respiratoria potenzialmente fatale.

Questo prodotto deve essere utilizzato con cautela in pazienti affetti da asma o insufficienza respiratoria (per es., malattia polmonare ostruttiva cronica, cor polmonare, riserva respiratoria ridotta, ipossia, ipercapnia, depressione respiratoria preesistente o cifoscoliosi (deviazione della colonna vertebrale che puĂ² portare a dispnea)).

Buprenorfina/naloxone puĂ² causare depressione respiratoria grave, potenzialmente fatale in bambini e in persone non dipendenti in caso di ingestione accidentale o deliberata. Si devono avvisare i pazienti di conservare il blister in sicurezza, di non aprirlo mai in anticipo, di tenerlo fuori dalla portata dei bambini e di altri familiari e di non assumere questo medicinale in presenza di bambini. In caso di ingestione accidentale o sospetta ingestione chiamare immediatamente il pronto soccorso.

Depressione del sistema nervoso centrale

L’associazione buprenorfina/naloxone puĂ² causare sonnolenza, in particolare con l’assunzione concomitante di alcol o altri depressori del sistema nervoso centrale (come tranquillanti, sedativi o ipnotici) (vedere paragrafo 4.5).

Dipendenza

La buprenorfina è un agonista parziale che si lega ai recettori µ (mu)-oppioidi e la somministrazione cronica produce dipendenza del tipo oppioide. Studi sugli animali, nonchĂ© l’esperienza clinica, hanno dimostrato che la buprenorfina puĂ² produrre dipendenza, ma ad un livello inferiore rispetto a un agonista pieno, ad es. la morfina.

Non è raccomandata la brusca interruzione del trattamento, dal momento che potrebbe causare una sindrome da astinenza la cui insorgenza potrebbe essere ritardata.

Epatite ed eventi epatici

Sono stati riportati casi di danni epatici acuti in soggetti dipendenti da oppioidi, tanto nelle sperimentazioni cliniche quanto nelle segnalazioni post-marketing relative alle reazioni avverse. Lo spettro delle anomalie varia dall’aumento transitorio asintomatico delle transaminasi epatiche all’insufficienza epatica, alla necrosi epatica, alla sindrome epatorenale, all’encefalopatia epatica e al decesso. In molti casi la presenza di un preesistente danno mitocondriale (malattia genetica, anomalie degli enzimi epatici, infezioni da virus dell’epatite B o C, abuso di alcol, anoressia, uso concomitante di altri farmaci potenzialmente epatotossici) e l’uso di sostanze per via iniettiva possono avere un ruolo causale o aggiuntivo. Ăˆ opportuno tener conto di questi importanti fattori prima di prescrivere buprenorfina/naloxone e durante il trattamento. Laddove si sospetti un evento epatico, è necessario condurre un’ulteriore valutazione biologica ed eziologica. In base ai risultati, il medicinale puĂ² essere sospeso con cautela, al fine di prevenire i sintomi di astinenza e il nuovo ricorso all’uso di sostanze illecite. Qualora si decida di continuare il trattamento, è necessario monitorare attentamente la funzionalitĂ  epatica.

Precipitazione della sindrome da astinenza da oppioidi

Nell’iniziare il trattamento con buprenorfina/naloxone, il medico deve essere consapevole del profilo di agonista parziale della buprenorfina e come questa possa precipitare i sintomi di astinenza nei pazienti dipendenti da oppioidi, in modo particolare nel caso in cui la somministrazione avvenga a meno di 6 ore dall’assunzione dell’ultima dose di eroina o di altro oppioide a breve durata d’azione, oppure nel caso in cui la somministrazione avvenga a meno di 24 ore dall’assunzione dell’ultima dose di metadone. PoichĂ© sono stati segnalati sintomi di astinenza, è necessario monitorare attentamente i pazienti durante il periodo di passaggio da buprenorfina o metadone a buprenorfina/naloxone. Al fine di evitare la precipitazione dei sintomi di astinenza, l’induzione con buprenorfina/naloxone deve essere intrapresa in presenza di sintomi oggettivi di astinenza (vedere paragrafo 4.2).

I sintomi di astinenza possono essere anche associati a dosaggio subottimale. Compromissione epatica

Gli effetti della compromissione epatica sulla farmacocinetica della buprenorfina e del naloxone sono

stati valutati in uno studio di post-marketing. Poichè sia la buprenorfina sia il naloxone sono ampiamente metabolizzati, entrambi i loro livelli plasmatici sono risultati piĂ¹ elevati nei pazienti con insufficienza epatica moderata e grave dopo la somministrazione di una dose singola. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di astinenza precipitata da oppiodi, da tossicitĂ  o da sovradosaggio causata dai livelli aumentati di naloxone e/o di buprenorfina. Suboxone compresse sublinguali deve essere utilizzato con cautela in pazienti con danno epatico moderato (vedere paragrafì

4.3 e 5.2). In pazienti con insufficienza epatica grave l’uso di buprenorfina/naloxone è controindicato

Insufficienza renale

L’eliminazione per via renale puĂ² essere prolungata, dal momento che il 30 % della dose somministrata viene eliminato per via renale. I metaboliti della buprenorfina si accumulano nei pazienti con insufficienza renale. Pertanto si raccomanda cautela nel dosaggio in pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafì 4.2 e 5.2).

Uso negli adolescenti (etĂ  15-<18)

Data la mancanza di dati relativi agli adolescenti (etĂ  15-<18), i pazienti in questo gruppo d’etĂ  devono essere monitorati ancora piĂ¹ attentamente durante il trattamento.

Inibitori del CYP 3A

Avvertenze generali riguardanti la somministrazione di oppioidi

Gli oppioidi possono indurre ipotensione ortostatica nei pazienti deambulanti.

Gli oppioidi possono aumentare la pressione del liquido cerebrospinale provocando crisi convulsive, pertanto devono essere usati con cautela in pazienti con trauma cranico, lesioni intracraniche o in altre condizioni in cui la pressione del liquido cerebrospinale puĂ² essere aumentata o in caso di anamnesi di crisi convulsive.

Gli oppioidi devono essere usati con cautela in pazienti che soffrono di ipotensione, ipertrofia della prostata o stenosi uretrale.

La miosi indotta da oppioidi, i cambiamenti del livello di coscienza o della percezione del dolore come sintomo della patologia possono interferire con la valutazione del paziente, confondere la diagnosi o nascondere il decorso clinico di patologie concomitanti.

Gli oppioidi devono essere usati con cautela in pazienti che soffrono di mixedema, ipotiroidismo o insufficienza corticosurrenale (per es., malattia di Addison).

Ăˆ stato riscontrato che gli oppioidi aumentano la pressione intracoledocale; pertanto devono essere usati con cautela in pazienti che soffrono di disfunzione del tratto biliare.

Gli oppioidi devono essere somministrati con cautela a pazienti anziani o debilitati.

In base all’esperienza con la morfina, l’uso concomitante degli inibitori della monoamino ossidasi (IMAO) puĂ² esacerbare gli effetti degli oppioidi (vedere paragrafo 4.5).

Suboxone contiene lattosio. Questo medicinale non va somministrato a pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco