Quando dare un antibiotico per la congiuntivite?

Indicazioni sull’antibiotico nella congiuntivite: tipi, criteri di necessità, effetti collaterali, uso corretto e prevenzione della resistenza

La congiuntivite è uno dei disturbi oculari più comuni: arrossamento, bruciore, lacrimazione e secrezioni possono comparire in qualunque età e spesso preoccupano per la rapidità con cui si diffondono da un occhio all’altro o tra i conviventi. Non tutte le congiuntiviti sono però uguali, e soprattutto non tutte richiedono un antibiotico: molte sono di origine virale o allergica e tendono a risolversi senza terapia antibatterica. Comprendere di che tipo di congiuntivite si tratti è il primo passo per scegliere un trattamento appropriato, riducendo inutili esposizioni ai farmaci e limitando il rischio di resistenze batteriche.

Questa guida spiega quando l’antibiotico è davvero indicato, partendo dal riconoscimento dei diversi quadri clinici e dai segnali che aiutano a distinguere un’origine batterica da una virale, allergica o irritativa. L’obiettivo è offrire indicazioni pratiche e basate sulle evidenze, utili sia per il clinico sia per chi cerca informazioni chiare. In presenza di dolore oculare intenso, sensibilità alla luce marcata o calo della vista è importante rivolgersi tempestivamente a un professionista, perché tali segni possono indicare un interessamento oltre la congiuntiva e richiedere una valutazione specialistica.

Tipi di congiuntivite

La congiuntivite virale è la forma più frequente negli adulti e spesso è causata da adenovirus. Si manifesta con arrossamento, bruciore, lacrimazione acquosa e una sensazione di “sabbia” negli occhi; può essere accompagnata da raffreddore, mal di gola o febbricola e, all’esame clinico, talvolta da una piccola ghiandola dolente davanti all’orecchio (linfonodo preauricolare). Di solito inizia in un occhio e si estende rapidamente all’altro, è altamente contagiosa nei primi giorni e tende a regredire in 1–3 settimane. Le secrezioni sono scarse e acquose, a differenza delle congiuntiviti batteriche; talvolta compaiono piccole opacità corneali transitorie che aumentano fotofobia e discomfort. In questa forma gli antibiotici non hanno efficacia, mentre sono utili l’igiene delle mani, l’uso individuale di asciugamani, le lacrime artificiali e impacchi freddi per alleviare i sintomi.

La congiuntivite batterica si caratterizza per secrezione mucopurulenta densa, palpebre incollate al risveglio e arrossamento più marcato del fornice congiuntivale. Può essere monolaterale all’esordio ma diventa spesso bilaterale in breve tempo. Nei bambini sono comuni Haemophilus influenzae e Streptococcus pneumoniae; negli adulti, Staphylococcus aureus è un patogeno frequente. La forma non complicata tende a risolversi spontaneamente in 7–10 giorni, ma un collirio antibiotico può abbreviare la durata dei sintomi e ridurre la trasmissione, soprattutto quando i disturbi sono intensi, in caso di asili/scuole o se il paziente necessita di un recupero rapido. L’uso di lenti a contatto, la presenza di secrezione verdastra e il dolore sotto la lente impongono attenzione al rischio di germi come Pseudomonas e valutazione specialistica. Tra gli antibiotici topici utilizzati rientrano aminoglicosidi (come la tobramicina), macrolidi e fluorochinoloni, scelti in base a età, gravità e fattori di rischio; un esempio è Tobral, collirio/unguento a base di tobramicina, indicato in alcune congiuntiviti batteriche non complicate. Tobral: antibiotico oculare indicato per la congiuntivite

La congiuntivite allergica è scatenata da un’ipersensibilità a pollini, acari, peli di animali o altri allergeni ambientali. Il sintomo cardine è il prurito intenso, spesso associato a lacrimazione, arrossamento diffuso e gonfiore (chemosi) della congiuntiva; molti pazienti riferiscono starnuti o rinite concomitante. Può essere stagionale (primavera-estate) o perenne (acari, muffe), e tende ad interessare entrambi gli occhi in modo simmetrico. Le secrezioni sono in genere chiare e filamentose. Le forme più severe come la cheratocongiuntivite primaverile o atopica possono coinvolgere la cornea e necessitano di gestione specialistica. La terapia si basa su antistaminici topici, stabilizzatori dei mastociti e misure di evitamento dell’allergene; gli antibiotici non sono indicati, salvo nel raro caso di sovrainfezione batterica documentata.

Uso degli antibiotici nella congiuntivite

Le congiuntiviti irritative o da contatto derivano dall’esposizione a sostanze che danneggiano o irritano la superficie oculare: fumo, cloro della piscina, inquinanti, polveri, cosmetici, detergenti, solventi. Anche l’uso improprio di lenti a contatto, compreso il superamento dei tempi di porto o una scarsa igiene, può generare un quadro irritativo o predisporre a infezioni più gravi. I sintomi sono bruciore, lacrimazione e talvolta fotofobia; la secrezione è scarsa e acquosa. La gestione prevede l’allontanamento dell’agente irritante, il lavaggio con soluzione fisiologica e l’uso di lacrime artificiali; gli antibiotici non hanno un ruolo in assenza di segni di infezione. Diverso è il caso delle vere ustioni chimiche (acidi o basi), che costituiscono un’urgenza oculistica e richiedono irrigazione copiosa immediata e valutazione specialistica.

Oltre a queste categorie principali, esistono quadri particolari che richiedono attenzione clinica. La congiuntivite nei neonati (oftalmia neonatale) può essere sostenuta da patogeni trasmessi perinatali e necessita di gestione mirata; nell’adulto, segni come dolore oculare intenso, calo visivo, fotofobia marcata, opacità corneale, pupilla irregolare, trauma o esposizione a corpo estraneo non sono tipici della semplice congiuntivite e impongono una valutazione urgente per escludere cheratite, uveite o glaucoma acuto. Anche i portatori di lenti a contatto con dolore e riduzione della vista vanno valutati rapidamente, dato il rischio di infezioni corneali. Infine, quadri persistenti oltre 2–3 settimane, recidive frequenti o secrezioni ematiche meritano approfondimento per cause meno comuni (blefariti, occhio secco severo, congiuntivite da Chlamydia), con eventuale prelievo per esame colturale orientato.

Quando è necessario l’antibiotico

L’antibiotico è indicato quando il quadro clinico è compatibile con una congiuntivite batterica: secrezione mucopurulenta densa, palpebre incollate al risveglio, arrossamento marcato del fornice e scarsa componente di prurito. In presenza di sintomi moderati-severi o di necessità di ridurre la contagiosità (ambienti scolastici o comunitari), una terapia topica può abbreviare la durata dei disturbi. Nei portatori di lenti a contatto con dolore, fotofobia o secrezione verdastra è opportuna una valutazione specialistica per escludere cheratite e impostare una copertura adeguata verso germi tipici dei portatori di lenti.

Nelle forme lievi in adulti collaboranti si può considerare un breve periodo di attesa vigile (48–72 ore) con misure igieniche e lubrificazione; l’avvio dell’antibiotico è raccomandato se i sintomi peggiorano o non migliorano, se la secrezione è francamente purulenta o quando è richiesto un rapido rientro a scuola/lavoro. L’antibiotico è inoltre appropriato in caso di immunodepressione, chirurgia oculare recente, trauma con materiale organico o presenza concomitante di blefarite moderata-grave.

Non è indicato l’uso di antibiotici nelle congiuntiviti virali, allergiche o irritative. Segni come lacrimazione acquosa, adenopatia preauricolare dolente e sintomi respiratori suggeriscono un’eziologia virale; prurito intenso, chemosi e secrezione filamentosa orientano per una forma allergica. L’impiego “preventivo” di antibiotici per evitare il contagio non è raccomandato. I corticosteroidi topici non vanno utilizzati senza prescrizione specialistica, poiché possono peggiorare infezioni non riconosciute.

Esistono situazioni che richiedono trattamento sistemico e/o invio urgente: esordio iperacuto con secrezione purulenta copiosa continua e dolore severo, sospetto di infezione da Neisseria o Chlamydia, coinvolgimento corneale (ulcerazioni, opacità), oftalmia neonatale e pazienti immunocompromessi. In caso di mancata risposta dopo 2–3 giorni di terapia appropriata o di recidive, è utile un prelievo per esame colturale e antibiogramma per guidare la scelta del farmaco. La durata della terapia topica è in genere di 5–7 giorni, con rivalutazione clinica se i sintomi persistono oltre una settimana; l’uso di lenti a contatto va sospeso fino a completa risoluzione.

Effetti collaterali degli antibiotici

L’uso di antibiotici nel trattamento della congiuntivite batterica è generalmente sicuro, ma può comportare alcuni effetti collaterali. Tra i più comuni si annoverano irritazione oculare, bruciore, prurito e arrossamento. Questi sintomi sono spesso transitori e tendono a scomparire con la continuazione del trattamento.

In rari casi, possono manifestarsi reazioni allergiche, caratterizzate da gonfiore delle palpebre, lacrimazione eccessiva o eruzioni cutanee. Se si verificano tali sintomi, è fondamentale interrompere l’uso del farmaco e consultare immediatamente un medico.

Un altro aspetto da considerare è lo sviluppo di resistenze batteriche. L’uso inappropriato o eccessivo di antibiotici può favorire la selezione di ceppi batterici resistenti, rendendo le future infezioni più difficili da trattare. È quindi essenziale seguire scrupolosamente le indicazioni mediche riguardo alla durata e alla posologia del trattamento.

Alcuni colliri antibiotici possono causare visione offuscata temporanea subito dopo l’applicazione. Per questo motivo, è consigliabile evitare attività che richiedono una visione chiara immediata, come la guida, subito dopo l’instillazione del farmaco.

Infine, l’uso prolungato di antibiotici topici può alterare la flora batterica naturale dell’occhio, aumentando il rischio di infezioni fungine o di altre complicanze. È pertanto importante utilizzare questi farmaci solo per il periodo prescritto e sotto supervisione medica.

Consigli per l’uso corretto

Per garantire l’efficacia del trattamento antibiotico e ridurre il rischio di effetti collaterali, è fondamentale seguire alcune linee guida. Innanzitutto, è essenziale lavare accuratamente le mani prima e dopo l’applicazione del collirio o dell’unguento, per prevenire ulteriori contaminazioni.

Durante l’applicazione, evitare che l’estremità del contagocce o del tubo entri in contatto con l’occhio o con altre superfici, per mantenere la sterilità del prodotto. Dopo l’instillazione, chiudere delicatamente l’occhio per alcuni secondi, permettendo al farmaco di distribuirsi uniformemente sulla superficie oculare.

È importante rispettare la frequenza e la durata del trattamento prescritte dal medico, anche se i sintomi migliorano prima del termine della terapia. Interrompere prematuramente l’uso dell’antibiotico può favorire la ricomparsa dell’infezione o lo sviluppo di resistenze batteriche.

Se si utilizzano lenti a contatto, è consigliabile sospenderne l’uso durante il trattamento, poiché possono interferire con l’efficacia del farmaco e aumentare il rischio di complicanze. Inoltre, le lenti potrebbero assorbire il principio attivo, riducendo la concentrazione disponibile per l’occhio.

Infine, conservare il collirio o l’unguento secondo le indicazioni riportate sul foglietto illustrativo, generalmente in un luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce diretta. Assicurarsi di non utilizzare il prodotto oltre la data di scadenza o dopo il periodo indicato per l’uso una volta aperto.

In conclusione, l’uso appropriato degli antibiotici nel trattamento della congiuntivite batterica è fondamentale per garantire una guarigione efficace e prevenire complicanze. È essenziale seguire le indicazioni mediche, rispettare le norme igieniche e monitorare eventuali effetti collaterali, consultando il medico in caso di dubbi o sintomi persistenti.

Per approfondire

Uso inappropriato degli antibiotici nella congiuntivite virale – Un articolo che discute l’importanza di distinguere tra congiuntivite batterica e virale per evitare l’uso non necessario di antibiotici.

Come prevenire e curare la congiuntivite – Una guida completa sulle misure preventive e terapeutiche per la congiuntivite, fornita da un gruppo ospedaliero italiano.

Collirio antibiotico: a cosa serve e come si applica – Informazioni dettagliate sull’uso corretto dei colliri antibiotici nel trattamento delle infezioni oculari.

La congiuntivite – Un approfondimento sulle diverse forme di congiuntivite e le relative opzioni terapeutiche, con particolare attenzione all’uso dei farmaci.