Capoten: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Capoten compresse (Captopril): sicurezza e modo d’azione

Capoten compresse (Captopril) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Ipertensione: CAPOTEN è indicato nel trattamento dell’ipertensione. Può essere usato da solo o in associazione con altri ipotensivi, specie i diuretici tiazidici (vedere paragrafì 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).

Insufficienza cardiaca congestizia: CAPOTEN è indicato nei pazienti con scompenso cardiaco ed è da usare in associazione a diuretici e digitale.

Infarto del miocardio: CAPOTEN è indicato nel post-infarto in pazienti con disfunzione ventricolare sinistra, anche in assenza di segni e sintomi di scompenso cardiaco. La terapia a lungo termine con CAPOTEN è in grado di migliorare la sopravvivenza, ritardare l’insorgenza e la progressione dello scompenso cardiaco e ridurre il rischio di reinfarto e la necessità di rivascolarizzazione coronarica.

Nefropatia diabetica: CAPOTEN è indicato nel trattamento dei pazienti affetti da nefropatia diabetica. In questi soggetti CAPOTEN è in grado di prevenire la progressione del danno renale, migliorando la prognosi e la sopravvivenza.

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Capoten compresse: come funziona?

Ma come funziona Capoten compresse? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Capoten compresse

Categoria farmacoterapeutica: ACE-Inibitori, non associati Codice ATC: C09AA01

Meccanismo d’azione: CAPOTEN (captopril) inibisce l’enzima convertitore dell’Angiotensina I in Angiotensina II (ACE) nel sistema renina- angiotensina-aldosterone (RAA); inoltre blocca la chininasi II (identica all’ACE) responsabile della degradazione delle chinine (bradichinina), sostanze ad azione vasodilatatrice diretta o mediata da prostaglandine. Comunque, non esiste una reale correlazione tra i livelli di renina e la risposta al farmaco. Effetti: riduzione resistenze periferiche, riduzione volume circolante per riduzione aldosterone. Risultato: diminuzione della pressione arteriosa, in clino- ed ortostatismo. L’inizio della diminuzione della pressione arteriosa avviene dopo circa 15′. L’effetto massimo si ha dopo circa 90′. Gli effetti sulla riduzione della pressione del captopril e dei diuretici tiazidici si sommano. Durata effetto: dose-dipendente. Effetti clinici ed emodinamica nell’iperteso: non aumento dell’indice cardiaco; non aumento frequenza cardiaca. A livello renale: aumento flusso ematico. Studi sperimentali e clinici hanno evidenziato la capacità del Captopril di indurre una regressione dell’ipertrofia ventricolare, mantenendo una normale funzione sistolica ed inducendo un miglioramento della capacità di riempimento ventricolare nella prima fase diastolica. Insufficienza cardiaca congestizia: diminuisce le resistenze vascolari sistemiche; aumenta la portata cardiaca (per aumento della gittata); diminuisce la pressione capillare polmonare; non aumenta la frequenza cardiaca. Globalmente si ha la riduzione sia del pre-carico che del post-carico. CAPOTEN ha migliorato la sopravvivenza a lungo termine nei soggetti con infarto acuto del miocardio che evidenziavano una disfunzione ventricolare (frazione di eiezione ? 40 %) anche in assenza di segni o sintomi di scompenso cardiaco. La prognosi di tali pazienti è risultata migliorata e si è osservata una riduzione della insorgenza e della progressione di scompenso cardiaco ed anche della necessità di ospedalizzazione per tale patologia. Inoltre, nei pazienti trattati con CAPOTEN è stata osservata una minore incidenza di re-infarto. Tali effetti sono risultati additivi a quelli della terapia di base del post-infarto (trombolitici, aspirina, beta-bloccanti, ecc.), e indipendenti dall’età, sesso, sede dell’infarto ed entità della disfunzione ventricolare. Il meccanismo d’azione del CAPOTEN che può giustificare i suddetti effetti consiste nella

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riduzione della progressiva dilatazione ventricolare sinistra (rimodellamento) e del deterioramento della funzione ventricolare, unitamente ad una attività anti-ischemica ed alla inibizione dell’attivazione neuroumorale frequentemente presente in questi pazienti. Effetti metabolici: CAPOTEN non modifica il metabolismo glicidico, lipidico, ne’ altera i livelli di acido urico. Studi clinici controllati condotti in soggetti con diabete insulino-dipendente e proteinuria hanno dimostrato una riduzione del 51% del deterioramento della funzione renale ed un analogo decremento di eventi clinici (necessità di terapia dialitica, trapianto renale, morte), rispetto al gruppo di controllo. L’effetto del trattamento nel ridurre la progressione del danno renale risulta indipendente dalla riduzione della pressione arteriosa. Inoltre, in altri studi condotti su soggetti diabetici con microalbuminuria CAPOTEN ha ridotto l’entità della proteinuria e rallentato il declino della funzione renale nel corso di 2 anni di trattamento. Non si sviluppa tachifilassi (osservazione dopo 30 mesi di terapia ininterrotta).

Due grandi studi randomizzati e controllati (ONTARGET (ONgoing Telmisartan Alone and in combination with Ramipril Global Endpoint Trial) e VA Nephron-D (The Veterans Affairs Nephropathy in Diabetes)) hanno esaminato l’uso della combinazione di un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dell’angiotensina II.

ONTARGET è stato uno studio condotto in pazienti con anamnesi di patologia cardiovascolare o cerebrovascolare, o diabete mellito tipo 2 associato all’evidenza di danno d’organo. VA NEPHRON-D è stato uno studio condotto in pazienti con diabete mellito tipo 2 e nefropatia diabetica. Questi studi non hanno dimostrato alcun significativo effetto benefico sugli esiti e sulla mortalità renale e/o cardiovascolare, mentre è stato osservato un aumento del rischio di iperpotassiemia, danno renale acuto e/o ipotensione rispetto alla monoterapia.

Questi risultati sono pertinenti anche per gli altri ACE-inibitori e per gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, date le loro simili proprietà farmacodinamiche.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono quindi essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

ALTITUDE (Aliskiren Trial in Type 2 Diabetes Using Cardiovascualr and Renal Disease Endpoints) è stato uno studio volto a verificare il vantaggio di aggiungere aliskiren ad una terapia standard di un ACE-inibitore o un antagonista del recettore del’angiotensina II in pazienti con diabete mellito di tipo 2 e malattia renale cronica, malattia cardiovascolare, o entrambe. Lo studio è stato interrotto precocemente a causa di un aumentato rischio di eventi avversi. Morte cardiovascolare e ictus sono stati entrambi numericamente più frequenti nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo e gli eventi avversi e gli eventi avversi gravi di

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interesse (iperpotassiemia, ipotensione e disfunzione renale) sono stati riportati più frequentemente nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo.


Capoten compresse: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Capoten compresse, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Capoten compresse

Viene rapidamente assorbito. Le concentrazioni massime sono raggiunte circa ad un’ora dalla somministrazione. A stomaco vuoto l’assorbimento minimo medio è di circa il 75%. Questo assorbimento è ridotto fino al 35- 40% in presenza di cibo nel tratto gastro-intestinale. Circa il 25-30% di CAPOTEN assorbito si lega alle proteine plasmatiche. L’emivita ematica della radioattività dopo una dose radioattiva è probabilmente meno di 3 ore (Capropril immodificato). L’eliminazione del CAPOTEN avviene per il 75% con le urine (50% immodificato ed il rimanente sotto forma coniugata). Gran parte di una dose viene eliminata entro 12 ore.

Allattamento: In uno studio di dodici donne che assumevano captopril 100 mg per via orale 3 volte al giorno il valore medio del picco nel latte era 4,7

µg/L e si verificava 3,8 ore dopo la somministrazione della dose. Sulla base di questi dati, la massima dose giornaliera che un neonato allattato riceverebbe è inferiore allo 0,002% della dose giornaliera materna.


Capoten compresse: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Capoten compresse agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Capoten compresse è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Capoten compresse: dati sulla sicurezza

Tossicità acuta: DL50 orale 6000 mg/kg; endovenosa 1000 mg/kg; intraperitoneale 400 mg/kg nei topi. Tossicità subacuta: Cani: (trattati 4 mesi) 100 mg/kg/die e 200 mg/kg/die per via orale: nessun segno di tossicità. Ratti: (trattati 3 mesi) 50 mg/kg/die, 150 mg/kg/die e 450 mg/kg/die per via orale – Nessuna evidenza di tossicità ematochimica – Lieve riduzione ponderale, dose dipendente. Tossicità cronica: Cani (trattati 1 anno) 50 mg/kg/die, 100 mg/kg/die. Nessun effetto di tossicità. Ratti (trattati 2 anni) 50 mg/kg/die, 150 mg/kg/die e 450 mg/kg/die per via orale – Lieve riduzione ponderale dose dipendente. Lieve riduzione eritrociti, lieve leucocitosi, lieve aumento azotemia nel gruppo trattato con dosaggi maggiori. Scimmie (trattate 1 anno): nessun effetto collaterale a

50 mg/kg/die. Teratologia: Ratti: nessun effetto sulla fertilità, nessuna azione embriotossica, fetotossica o teratogenica, nessun effetto dannoso su ratte o prole fino a dosaggi di 400 mg/kg durante la gestazione. Conigli: nessuna evidenza embriotossica, tuttavia il 21, 31, 94 e 94% dei feti trattati rispettivamente con 15, 50, 150 e 450 mg/kg sono deceduti vari giorni dopo l’interruzione del trattamento.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Capoten compresse: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Capoten compresse

Capoten compresse: interazioni

ALTRI AGENTI ANTIIPERTENSIVI: il captopril è stato somministrato senza problemi di sicurezza come trattamento concomitante con altri agenti anti-ipertensivi di uso comune (ad es.: beta-bloccanti e bloccanti dei canali del calcio a lunga durata d’azione). L’uso concomitante di questi agenti può aumentare l’effetto ipotensivo di captopril. Il trattamento con nitroglicerina e altri nitrati o altri vasodilatatori deve essere usato con cautela.

AGENTI ALFA BLOCCANTI: l’uso concomitante di agenti alfa bloccanti può aumentare l’effetto antiipertensivo del captopril e aumentare il rischio di ipotensione ortostatica.

DIURETICI RISPARMIATORI DI POTASSIO O INTEGRATORI DI POTASSIO: gli

ACE inibitori riducono la perdita di potassio indotta dai diuretici. I diuretici risparmiatori di potassio (es. spironolattone, triamterene, o amiloride), integratori di potassio o sostituti contenenti sali di potassio possono portare ad aumenti significativi del potassio sierico. Se a causa di ipokaliemia accertata è indicato l’uso concomitante, questi devono essere usati con cautela e con frequenti controlli del potassio sierico (vedere paragrafo 4.4).

Diuretici (tiazidi o diuretici dell’ansa): un precedente trattamento con dosi elevate di diuretico può risultare in una deplezione del volume con rischio di ipotensione quando si inizia una terapia con captopril (vedere paragrafo 4.4). L’effetto ipotensivo può essere ridotto sospendendo il diuretico, aumentando la volemia o l’assunzione di sale oppure iniziando la terapia con una dose ridotta di captopril. Tuttavia in studi specifici con idroclorotiazide o furosemide, non sono state riscontrate interazioni farmacologiche clinicamente significative.

DUPLICE BLOCCO DEL SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA-ALDOSTERONE: i

dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafì 4.3, 4.4 e 5.1).

TRATTAMENTI DI INFARTO ACUTO DEL MIOCARDIO: captopril può essere usato insieme con acido acetilsalicilico (a dosi cardiologiche), trombolitici,

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beta-bloccanti e/o nitrati in pazienti con infarto del miocardio.

AGENTI AD ATTIVITA’ VASODILATATRICE: nitroglicerina o altri nitrati (usati per il trattamento dell’angina) o altri medicinali ad attività vasodilatatrice dovranno, se possibile, essere interrotti prima di iniziare la terapia con CAPOTEN. Se tali medicinali saranno risomministrati durante terapia con CAPOTEN, questi dovranno essere utilizzati con cautela, e ai dosaggi inferiori.

ANTIDEPRESSIVI TRICICLICI/ANTIPSICOTICI: gli ACE inibitori possono potenziare gli effetti ipotensivi di alcuni antidepressivi triciclici e antipsicotici (vedere paragrafo 4.4). Si può verificare ipotensione posturale.

ALLOPURINOLO, PROCAINAMIDE, CITOSTATICI O AGENTI

IMMUNOSOPRESSIVI: la somministrazione concomitante con ACE inibitori può portare ad un aumento del rischio di leucopenia specialmente quando questi ultimi vengono utilizzati in dosi superiori a quelle attualmente raccomandate.

AGENTI CON ATTIVITA’ SUL SISTEMA NERVOSO SIMPATICO: il sistema

nervoso simpatico può avere una importanza particolare nel regolare la pressione nei pazienti in terapia con captopril da solo o in associazione con diuretici.

Comunque, agenti con attività sul sistema nervoso simpatico (per es. agenti bloccanti gangliari o bloccanti del neurone adrenergico) dovranno essere usati con cautela. I farmaci che bloccano il sistema beta- adrenergico aggiungono alcuni effetti antiipertensivi al captopril, ma la risposta è meno che additiva.

SIMPATICOMIMETICI: possono ridurre l’effetto antiipertensivo degli ACE inibitori pertanto i pazienti devono essere attentamente monitorati.

INIBITORI DELLA SINTESI ENDOGENA DELLE PROSTAGLANDINE: è stato

riportato che l’indometacina può ridurre gli effetti antiipertensivi del captopril.

FARMACI ANTINFIAMMATORI NON STEROIDEI: è stato visto che farmaci antiinfiammatori non steroidei e ACE inibitori esercitano un effetto additivo nell’aumento del potassio sierico mentre la funzione renale può ridursi. Questi effetti sono, in linea di principio, reversibili. Raramente, può verificarsi insufficienza renale acuta, in particolare in pazienti con compromissione della funzione renale come anziani o soggetti disidratati. La somministrazione cronica di FANS può ridurre l’effetto antiipertensivo di un ACE inibitore. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve esser preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale all’inizio della terapia concomitante.

LITIO: durante la somministrazione concomitante di litio con ACE inibitori sono stati segnalati aumenti reversibili dei livelli sierici di litio e sintomi di tossicità da litio. L’uso concomitante di diuretici tiazidici può aumentare il rischio di tossicità del litio e potenziare ulteriormente il rischio di tossicità da litio con ACE-inibitori. Pertanto l’associazione di captopril con il litio non è raccomandata e, ove necessario, deve essere eseguito un attento

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controllo dei livelli sierici di litio.

ANTIDIABETICI: studi farmacologici hanno mostrato che gli ACE-Inibitori, incluso captopril, possono potenziare l’effetto ipoglicemizzante dell’insulina e degli antidiabetici orali come sulfonilurea nei pazienti diabetici. Qualora questa interazione molto rara dovesse verificarsi, può essere necessario ridurre la dose dell’antidiabetico durante il trattamento simultaneo con ACE-inibitori.

CHIMICA CLINICA: captopril può causare una falsa positività del test urinario per l’acetone.


Capoten compresse: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Capoten compresse: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

i Così come con altri antiipertensivi, la capacità di guidare e usare macchinari può essere ridotta, ad esempio all’inizio del trattamento o quando la dose viene modificata, e anche quando il medicinale è utilizzato in combinazione con alcool, questi effetti dipendono dalla suscettibilità dell’individuo.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco