Dalacin: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Dalacin c – capsule rigide (Clindamicina Cloridrato): sicurezza e modo d’azione

Dalacin c – capsule rigide (Clindamicina Cloridrato) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

DALACIN C capsule è indicato nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da germi anaerobi sensibili, nonché nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da stafilococchi, streptococchi e pneumococchi.

DALACIN C capsule si è dimostrato efficace nel trattamento di infezioni sostenute da stafilococchi resistenti ad altri antibiotici: essendo però stati isolati ceppi di stafilococchi resistenti alla clindamicina, in corso di terapia con questo antibiotico dovrebbero essere eseguiti dei test di sensibilità.

La clindamicina per via orale può essere utilizzata nelle infezioni ginecologiche e pelviche da Chlamydia trachomatis solo come terapia di mantenimento nei soggetti già trattati per via endovenosa.

La clindamicina è efficace nel trattamento delle infezioni opportunistiche da

Toxoplasma gondii e Pneumocystis jiroveci in pazienti immunocompromessi. L’impiego della clindamicina dovrebbe essere riservato a pazienti allergici alla penicillina o a pazienti per i quali a giudizio del medico la penicillina non sia indicata. Il farmaco può essere somministrato insieme ad altri antibiotici se necessario.

In considerazione della possibile insorgenza di gravi coliti, il medico prima di iniziare una terapia con DALACIN C capsule, dovrebbe valutare attentamente la possibilità,

anche in relazione alla natura dell’infezione da trattare, di utilizzare in alternativa farmaci meno tossici.

Dalacin c – capsule rigide: come funziona?

Ma come funziona Dalacin c – capsule rigide? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Dalacin c – capsule rigide

Categoria farmacoterapeutica: Antibatterici per uso sistemico – Lincosamidi. Codice ATC: J01FF01.

DALACIN C capsule contiene clindamicina cloridrato, antibiotico semisintetico ottenuto mediante sostituzione con un atomo di cloro del gruppo 7-idrossilico nella molecola della lincomicina.

Meccanismo d’azione

La clindamicina è un antibiotico della classe dei lincosamidi che inibisce la sintesi proteica batterica. Si lega alla subunità ribosomiale 50S e influenza sia l’assemblaggio dei ribosomi sia il processo di traduzione. Sebbene la clindamicina fosfata sia inattiva in vitro, l’idrolisi rapida in vivo converte questo composto nella clindamicina attiva dal punto di vista antibatterico. A dosi comuni, la clindamicina mostra un’attività batteriostatica in vitro.

Effetti farmacodinamici

L’efficacia è legata al periodo di tempo in cui il livello dell’agente è superiore alla concentrazione inibitoria minima (MIC) del patogeno (%T/MIC).

Resistenza

La resistenza alla clindamicina è spesso dovuta a mutazioni del sito di legame dell’antibiotico sull’rRNA o alla metilazione di nucleotidi specifici nell’RNA 23S della subunità ribosomiale 50S. Queste alterazioni possono determinare una resistenza crociata in vitro a macrolidi e streptogramine B (fenotipo MLSB). La resistenza è occasionalmente dovuta ad alterazioni delle proteine ribosomiali. La resistenza alla clindamicina può essere indotta dai macrolidi in isolati batterici resistenti ai macrolidi. La resistenza inducibile può essere dimostrata con un test del disco (D- zone test) o in brodo. I meccanismi di resistenza meno frequentemente incontrati comportano la modifica dell’antibiotico e dell’efflusso attivo. Vi è una resistenza crociata completa tra clindamicina e lincomicina. Come con molti antibiotici, l’incidenza della resistenza varia in base alle specie batteriche e all’area geografica. L’incidenza della resistenza alla clindamicina è maggiore tra gli isolati stafilococcici resistenti alla meticillina e gli isolati pneumococcici resistenti alla penicillina rispetto agli organismi sensibili a questi agenti.

Attività antimicrobica

È stato dimostrato che la clindamicina ha attività in vitro contro la maggior parte degli isolati dei seguenti organismi:

Batteri aerobici

Batteri gram-positivi

Staphylococcus aureus (isolati sensibili alla meticillina)

Stafilococchi coagulasi-negativi (isolati sensibili alla meticillina)

Streptococcus pneumoniae (isolati sensibili alla penicillina)

Gruppi streptococchi beta-emolitici A, B, C e G

Streptococchi del gruppo viridans

Corynebacterium spp.

Batteri gram-negativi

Chlamydia trachomatis

Batteri anaerobici Batteri gram-positivi

Actinomyces spp.

Clostridium spp. (tranne Clostridium difficile)

Eggerthella (Eubacterium) spp.

Peptococcus spp.

Peptostreptococcus spp. (Finegoldia magna, Micromonas micros)

Propionibacterium acnes

Batteri gram-negativi

Bacteroides spp.

Fusobacterium spp.

Gardnerella vaginalis

Prevotella spp.

Funghi

Pneumocystis jirovecii

Protozoi

Toxoplasma gondii

Plasmodium falciparum Breakpoints

La prevalenza della resistenza acquisita può variare geograficamente e con il tempo per specie selezionate e sono auspicabili informazioni locali sulla resistenza, in particolare nei casi di infezioni gravi. Se necessario, è opportuno consultare un esperto quando la prevalenza locale della resistenza è tale che l’utilità dell’agente in almeno alcuni tipi di infezioni è discutibile. In particolare, ciò è raccomandato nelle infezioni gravi o nella diagnosi microbiologica del fallimento della terapia con verifica del patogeno e della sua sensibilità alla clindamicina.

La resistenza è di solito definita da criteri interpretativi di sensibilità (breakpoints) stabiliti dallo European Committee on Antimicrobial Susceptibility Testing (EUCAST) per gli antibiotici somministrati sistemicamente.

Di seguito sono riportati i breakpoints dello European Committee on Antimicrobial Susceptibility Testing (EUCAST).

Breakpoints MIC
(mg/l)
Breakpoints diametro
zona (mm)a
Organismo S ? R > S ? R <
Staphylococcus
spp.
0,25 0,5 22 19
Streptococcus
Gruppi A, B, C e G
0,5 0,5 17 17
Streptococcus
pneumoniae
0,5 0,5 19 19
Streptococchi del
gruppo viridans
0,5 0,5 19 19
Anaerobi gram-
positivi
4 4 NA NA
Anaerobi gram-
negativi
4 4 NA NA
Corynebacterium
spp.
0,5 0,5 20 20
aContenuto del disco 2 ?g di clindamicina
NA = non applicabile; S = sensibile; R = resistente

Tabella 1. Criteri interpretativi della sensibilità EUCAST per la clindamicina

Nella tabella seguente sono riportati gli intervalli CQ per MIC e zona disco di EUCAST.

Tabella 2.
Intervalli di controllo qualità (CQ) accettabili EUCAST per la clindamicina da utilizzare nella valutazione dei risultati dei test della
sensibilità
Ceppo CQ Intervallo della concentrazione inibitoria minima (mcg/ml) Intervallo di diffusione su disco
(Diametri zona
in mm)
Staphylococcus
aureus
0,06-0,25 23-29
Tabella 2.
Intervalli di controllo qualità (CQ) accettabili EUCAST per la clindamicina da utilizzare nella valutazione dei risultati dei test della
sensibilità
Ceppo CQ Intervallo della concentrazione inibitoria minima (mcg/ml) Intervallo di diffusione su disco
(Diametri zona
in mm)
Streptococcus
pneumoniae
0,03-0,125 22-28


Dalacin c – capsule rigide: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Dalacin c – capsule rigide, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Dalacin c – capsule rigide

Studi di farmacocinetica, condotti nel volontario sano (24 soggetti adulti) hanno evidenziato che dopo somministrazione orale di una dose di 150 mg di clindamicina cloridrato, il farmaco viene rapidamente assorbito. E’ stato raggiunto un picco medio sierico di 2,50 mcg/ml in 45 minuti; i livelli sierici medi dopo 3 ore e dopo 6 ore erano rispettivamente 1,51 mcg/ml e 0,70 mcg/ml.

Assorbimento

L’assorbimento dopo somministrazione orale è praticamente completo (90%) e l’assunzione concomitante di cibo non modifica in modo apprezzabile le concentrazioni sieriche; i livelli ematici sono risultati uniformi e prevedibili in tutti i soggetti ed alle varie dosi. Somministrazioni ripetute di DALACIN C capsule per un periodo sino a 14 giorni non hanno evidenziato accumulo o modificazioni del metabolismo del farmaco. L’emodialisi e la dialisi peritoneale non sono efficaci nel rimuovere la clindamicina dal siero.

Le concentrazioni di clindamicina nel siero aumentano linearmente con l’incremento del dosaggio e superano la MIC (concentrazione minima inibente) per la maggior parte degli organismi indicati, per un periodo di almeno 6 ore dopo la somministrazione delle dosi terapeutiche indicate.

Distribuzione

La clindamicina si distribuisce ampiamente nei fluidi corporei e nei tessuti (compreso il tessuto osseo). L’emivita media è di 2,4 ore.

Eliminazione

Il 10% circa del farmaco è escreto in forma biologicamente attiva nelle urine e il 3,6% nelle feci; il resto viene escreto sotto forma di metaboliti bioinattivi.

La somministrazione di clindamicina e primachina in volontari HIV-positivi non ha influito significativamente sui parametri farmacocinetici della zidovudina.

Nel latte materno la clindamicina è presente in quantità compresa tra 0,7 e 3,8 mcg/ml.


Dalacin c Рcapsule rigide: ̬ un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Dalacin c Рcapsule rigide agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Dalacin c Рcapsule rigide ̬ un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Dalacin c – capsule rigide: dati sulla sicurezza

I dati di tossicità acuta relativi all’animale da esperimento sono i seguenti:

Specie animale Somministrazione DL50 (mg/kg)
Topo i.p. 361
Topo e.v. 245
Ratto o.s. 2618

La clindamicina cloridrato, somministrata al ratto Spartan Sprague Dawley ed al cane Beagle per via orale per un anno alle dosi di 30-100 e 300 mg/kg/die (3 g/die per il cane) è stata ben tollerata.

L’esame istopatologico non ha evidenziato differenze significative tra i gruppi di animali trattati con il farmaco e i controlli.

La dose di 600 mg/kg/die somministrata per OS per 6 mesi è stata ben tollerata dal ratto mentre nel cane si sono osservate manifestazioni tossiche a livello gastrointestinale (vomito, anoressia e calo ponderale).

In studi sullo sviluppo embriofetale a seguito di somministrazione per via orale del prodotto in ratti e in studi sullo sviluppo embriofetale a seguito di somministrazione per via sottocutanea del prodotto in ratti e conigli non è stata osservata alcuna tossicità dello sviluppo, se non a dosi tali da causare tossicità materna.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Dalacin c – capsule rigide: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Dalacin c – capsule rigide

Dalacin c – capsule rigide: interazioni

Antagonisti della vitamina K

Test di coagulazione aumentati (PT/INR) e/o emorragie sono stati riportati in pazienti trattati con clindamicina in associazione con antagonisti della vitamina K (es. warfarin, acenocumarolo e fluindione). Pertanto, i test di coagulazione nei pazienti in trattamento con antagonisti della vitamina K devono essere frequentemente monitorati.

La clindamicina somministrata per via iniettiva si è dimostrata in grado di indurre un blocco neuromuscolare che potrebbe potenziare l’attività di altri farmaci bloccanti neuromuscolari (per esempio: etere, tubocurarina, pancuronio). Deve essere quindi utilizzata con cautela nei pazienti che assumono tali farmaci.

È stata riportata un’azione sinergica con il metronidazolo nei confronti del

Bacteroides fragilis.

L’associazione con gentamicina può determinare occasionalmente un sinergismo e mai un antagonismo.

E’ stata dimostrata una reattività crociata fra clindamicina e lincomicina.

La somministrazione di clindamicina e primachina in volontari HIV-positivi non ha influito significativamente sui parametri farmacocinetici della zidovudina.

Alcuni antibiotici possono ridurre l’efficacia delle pillole contraccettive orali. Precauzioni contraccettive addizionali devono essere prese in considerazione durante il trattamento.


Dalacin c – capsule rigide: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Dalacin c – capsule rigide: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

La clindamicina non altera o altera in modo trascurabile la capacità di guidare veicoli e di usare macchinari.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco