Vasosuprina Ilfi Bugiardino. Fonte A.I.Fa.
Se sei un professionista della salute, consulta anche la Scheda Tecnica di Vasosuprina Ilfi
VASOSUPRINA ILFI 30 mg compresse a rilascio modificato isossisuprina cloridrato
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Simpaticomimetici, tocolitici-vari.
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
Minaccia di parto pretermine e minaccia di aborto.
CONTROINDICAZIONI
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Emorragia arteriosa in atto, emorragia cerebrale recente, immediato periodo post-partum.
PRECAUZIONI PER L’USO
Nel trattamento delle minacce di interruzione gravidica, è difficile un risultato favorevole quando le membrane sono rotte e la dilatazione cervicale è superiore ai 4 cm.
INTERAZIONI
Informare il medico o il farmacista se si è recentemente assunto qualsiasi altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica.
Non sono stati effettuati studi di interazione.
AVVERTENZE SPECIALI
Si sconsiglia l'impiego della isossisuprina durante l’allattamento. Si consulti col suo medico prima di assumere questo medicinale:
- In caso di storia di cardiopatia, ritmo cardiaco irregolare o angina.
Sebbene la frequenza non sia esattamente nota, alcune persone possono occasionalmente accusare dolore toracico (dovuto a problemi cardiologici come l’angina). Riferisca al suo dottore/ostetrica se accusa questo tipo di sintomi durante il trattamento con Vasosuprina, ma non interrompa il farmaco a meno che non le venga consigliato.
Gravidanza e allattamento
L’isossisuprina è indicata nel trattamento della minaccia di parto pretermine e della minaccia di aborto. Se ne sconsiglia l’impiego durante l’allattamento.
Effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari Vasosuprina non altera la capacità di guidare veicoli o usare macchinari.
DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE
Nella minaccia di parto pretermine: infusione venosa continua alla velocità di 0,2-0,5 mg/min fino all'arresto delle contrazioni; passare quindi alla somministrazione intramuscolare di 1 fiala ogni 3-8 ore ed alla terapia orale di mantenimento, fino al momento del parto.
Nella minaccia di aborto: 1-3 compresse al giorno.
Nella profilassi dell'aborto: 1-2 compresse al giorno, a partire dal secondo mese di gravidanza e per 1-2 mesi o più.
SOVRADOSAGGIO
In caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di Vasosuprina avvertite immediatamente il medico o rivolgetevi al più vicino ospedale.
Se si ha qualsiasi dubbio sull’uso di Vasosuprina rivolgersi al medico o al farmacista.
Non sono riportate gravi forme di sovradosaggio. Se dovuto a somministrazione orale è consigliabile la lavanda gastrica; in ogni caso, se ritenuto necessario, è utile l'iniezione intramuscolare di un beta bloccante non selettivo.
EFFETTI INDESIDERATI
Come tutti i medicinali Vasosuprina può causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino.
Specialmente con la somministrazione parenterale di dosi elevate possono comparire tachicardia, vertigini ed ipotensione arteriosa, più raramente nausea e vomito.
Può manifestarsi eruzione cutanea grave. In tal caso occorre interrompere il trattamento ed istituire, se del caso, una terapia idonea.
Comunicare al proprio medico o al farmacista qualsiasi effetto indesiderato non descritto nel foglio illustrativo.
Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce il rischio di effetti indesiderati.
Se uno qualsiasi degli effetti indesiderati si aggrava, o se nota la comparsa di un qualsiasi effetto indesiderato non descritto in questo foglio illustrativo, informi il medico.
SCADENZA E CONSERVAZIONE
Scadenza: vedere la data di scadenza indicata sulla confezione.
La data si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.
Attenzione: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza indicata sulla confezione.
I medicinali non devono essere gettati nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chiedere al farmacista come eliminare i medicinali che non si utilizzano più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.
Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.
COMPOSIZIONE
Ogni compressa contiene:
Principio attivo: isossisuprina cloridrato mg 30
Eccipienti: idrossipropilmetilcellulosa, lattosio, caolino, acido stearico, talco
FORMA FARMACEUTICA E CONTENUTO
20 compresse a rilascio modificato da 30 mg per uso orale in astuccio di cartoncino litografato
TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
LUSOFARMACO
Istituto Luso Farmaco d'Italia S.p.A.
Via W. Tobagi, 8 – Peschiera Borromeo (MI)
Produttore
Berlin-Chemie – Glienicker Weg, 125 – Berlino (Germania)
Revisione del foglio illustrativo da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco: Determinazione AIFA del
VASOSUPRINA ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile isossisuprina cloridrato
CATEGORIA FARMACOTERAPEUTICA
Simpaticomimetici, tocolitici-vari
INDICAZIONI TERAPEUTICHE
Per la gestione a breve termine del parto prematuro non complicato.
Per impedire il parto tra la 22a e la 37a settimana di gestazione nelle pazienti senza alcuna controindicazione medica od ostetrica alla terapia tocolitica.
CONTROINDICAZIONI
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Vasosuprina ILFI è controindicato nelle seguenti circostanze:
- qualsiasi malattia ad un’età gestazionale inferiore alle 22 settimane
- trattandosi di un agente tocolitico, nelle pazienti con cardiopatia ischemica preesistente o nei soggetti con fattori di rischio significativi per lo sviluppo di cardiopatia ischemica.
- minaccia di aborto durante il 1° e il 2° trimestre
- qualsiasi malattia della madre o del feto in cui il prolungamento della gravidanza rappresenta un pericolo, ad es. grave tossiemia, infezione intrauterina, emorragia vaginale causata da placenta previa, eclampsia o grave preeclampsia, improvviso distacco della placenta, corioamniosite o compressione del cordone ombelicale.
- morte intrauterina del feto, nota malformazione congenita letale o cromosomica letale.
Vasosuprina ILFI è controindicata anche in presenza di qualsiasi malattia preesistente in cui un agente beta-agonista avrebbe un effetto indesiderato, ad es. ipertensione polmonare e disturbi cardiaci come cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva e qualsiasi tipo di ostruzione del flusso ventricolare sinistro, ad es. stenosi aortica.
PRECAUZIONI PER L’USO
Tocolisi
Qualsiasi decisione di iniziare la terapia con Vasosuprina ILFI deve essere presa dopo avere valutato attentamente i rischi e i benefici del trattamento.
Il trattamento deve essere effettuato soltanto in strutture sanitarie adeguatamente attrezzate per eseguire un monitoraggio continuo dello stato di salute della madre e del feto. La tocolisi con beta- agonisti non è raccomandata in caso di rottura delle membrane o di dilatazione della cervice uterina superiore a 4 cm.
Vasosuprina ILFI deve essere impiegata con cautela nella tocolisi e per tutta la durata del trattamento si deve controllare la funzionalità cardiorespiratoria ed il monitoraggio elettrocardiografico (ECG).
Si devono attuare costantemente le seguenti misure di monitoraggio per la madre e, se è fattibile/opportuno, per il feto:
- pressione sanguigna e frequenza cardiaca: inizialmente ogni 5-15 minuti ed in seguito, quando le condizioni della paziente si siano stabilizzate, ad intervalli sempre più distanziati (15- 60 minuti)
- esame del torace
- ECG
- equilibrio elettrolitico – per rilevare l’eventuale presenza di edema polmonare
- livelli di glucosio e lattato – in particolare nelle pazienti diabetiche
- livelli di urea
- livelli di potassio – l’impiego di beta-agonisti è associato ad una diminuzione dei livelli sierici di potassio che aumenta il rischio di aritmie (vedere paragrafo “Interazioni”).
Il trattamento deve essere interrotto in caso di comparsa di segni di ischemia miocardica (es. dolore al torace o alterazioni rilevate all’ECG).
Vasosuprina ILFI non deve essere impiegata come agente tocolitico nelle pazienti con fattori di rischio significativi per lo sviluppo di cardiopatia o se si sospetta qualche malattia cardiaca preesistente (ad es. tachiaritmie, insufficienza cardiaca o malattie delle valvole cardiache; vedere paragrafo “Controindicazioni”). In caso di parto prematuro in una paziente con cardiopatia nota o sospetta, il cardiologo deve valutare l’adeguatezza del trattamento prima di effettuare l’infusione endovenosa di Vasosuprina ILFI.
Edema polmonare
Poiché sono stati segnalati casi di edema polmonare e ischemia miocardica in alcune madri durante o dopo il trattamento del parto prematuro con agenti beta-agonisti, si deve prestare particolare attenzione all’equilibrio dei liquidi e alla funzione cardiorespiratoria. Le pazienti con fattori predisponenti fra cui gravidanze multiple, sovraccarico di liquidi, infezione materna e preeclampsia, possono presentare un maggior rischio di sviluppo di edema polmonare. La somministrazione con una pompa a siringa, rispetto all’infusione endovenosa, ridurrà il rischio di sovraccarico di liquidi. In caso di
comparsa di segni di edema polmonare o ischemia miocardica, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento (vedere paragrafi “Dose, modo e tempo di somministrazione”e “Effetti indesiderati”).
Ipertiroidismo
Vasosuprina ILFI deve essere somministrata con cautela nelle pazienti con tireotossicosi solo dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi del trattamento
INTERAZIONI
Informi il medico, l’infermiere o il farmacista se sta assumendo, ha assunto recentemente o potrebbe assumere qualsiasi altro medicinale, anche quelli senza prescrizione medica. Questo
Anestetici alogenati
Dato l’effetto antipertensivo aggiuntivo, si riscontra un aumento dell’inerzia uterina con rischio di emorragia; inoltre, sono state segnalate gravi aritmie ventricolari dovute ad un aumento della reattività cardiaca in caso di interazione con anestetici alogenati. Il trattamento deve essere interrotto, quando è possibile, almeno 6 ore prima di qualsiasi anestesia programmata con anestetici alogenati.
Corticosteroidi
I corticosteroidi sistemici sono spesso somministrati durante il parto prematuro per migliorare lo sviluppo del polmone fetale. Sono stati segnalati casi di edema polmonare in donne trattate con beta-agonisti in concomitanza con corticosteroidi.
I corticosteroidi aumentano notoriamente la glicemia e possono ridurre i livelli sierici di potassio; di conseguenza, la somministrazione concomitante di questi farmaci deve essere effettuata con cautela insieme ad un monitoraggio continuo della paziente, in considerazione del maggior rischio di insorgenza di iperglicemia e ipopotassiemia (vedere paragrafi “Precauzioni per l’uso” e “Avvertenze Speciali”).
Farmaci antidiabetici
La somministrazione di beta-agonisti è associata ad aumento della glicemia, che può essere interpretato come una diminuzione dell’efficacia della terapia antidiabetica; di conseguenza, può essere necessario aggiustare il trattamento antidiabetico nel singolo soggetto (vedere paragrafo “Avvertenze speciali”).
Agenti che determinano la deplezione di potassio
Dato l’effetto ipokaliemico dei beta-agonisti, la somministrazione concomitante di agenti che determinano la deplezione di potassio a livello sierico, aggravando notoriamente il rischio di ipopotassiemia, fra cui diuretici, digossina, metilxantine e corticosteroidi, deve essere effettuata con cautela dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei
rischi, in relazione specialmente ad un maggior rischio di insorgenza di aritmie cardiache conseguenti all’ipopotassiemia (vedere paragrafi “Precauzioni per l’uso” e “Avvertenze Speciali”).
AVVERTENZE SPECIALI
Pressione sanguigna e frequenza cardiaca
L’infusione di beta-agonisti è associata solitamente ad aumenti della frequenza cardiaca nella madre dell’ordine di 20-50 battiti al minuto. Le pulsazioni materne devono essere monitorate e si deve valutare caso per caso la necessità di limitare tali incrementi mediante una riduzione della dose o l’interruzione del trattamento. In genere, le pulsazioni della madre non devono superare una frequenza costante di 120 battiti al minuto.
La pressione sanguigna della madre può diminuire leggermente durante l’infusione; questo effetto è più marcato sulla pressione arteriosa diastolica rispetto a quella sistolica. Le diminuzioni della pressione arteriosa diastolica rientrano solitamente nel range di 10-20 mmHg. L’effetto dell’infusione sulla frequenza cardiaca del feto è meno marcato, ma possono verificarsi aumenti fino a 20 battiti al minuto.
Per ridurre al minimo il rischio di ipotensione arteriosa associato alla terapia tocolitica, si deve prestare particolare attenzione per evitare la compressione cavale, mantenendo la paziente distesa in posizione laterale sinistra o destra per tutta la durata dell’infusione.
In caso di acidosi fetale è indispensabile il monitoraggio continuo.
Diabete
La somministrazione di beta-agonisti è associata ad un aumento della glicemia. Pertanto, i livelli di glucosio e lattato nel sangue devono essere monitorati nelle madri con diabete e il trattamento del diabete deve essere aggiustato di conseguenza per adeguarsi alle esigenze della madre diabetica durante la tocolisi (vedere paragrafo “Interazioni”).
Gravidanza e allattamento
Chiedere consiglio al medico o al farmacista prima di prendere qualsiasi medicinale.
Vasosuprina ILFI è indicata per la gestione a breve termine del parto prematuro non complicato. Ne viene sconsigliato l'impiego durante l'allattamento.
Effetti sulla capacità di guidare e di usare macchinari Vasosuprina ILFI non altera la capacità di guidare veicoli o usare macchinari.
DOSE, MODO E TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE
Nella gestione a breve termine del parto prematuro non complicato.
Il trattamento con Vasosuprina ILFI deve essere avviato soltanto da personale ostetrico/medici con esperienza nell’impiego di farmaci tocolitici. Deve essere eseguito in strutture sanitarie adeguatamente attrezzate per effettuare un monitoraggio continuo dello stato di salute della madre e del feto.
La durata del trattamento non deve essere superiore a 48 ore poiché, in base ai dati, l’effetto principale della terapia tocolitica consiste nel ritardare il parto di 48 ore al massimo; non è stato osservato alcun effetto statisticamente significativo sulla mortalità o sulla morbilità perinatale nell’ambito di studi clinici randomizzati controllati. Questo ritardo di breve durata può essere utilizzato per attuare altre misure che è noto migliorano la salute perinatale.
Vasosuprina ILFI deve essere somministrata quanto prima possibile dopo la diagnosi di parto prematuro e dopo la valutazione della paziente per escludere eventuali controindicazioni all’impiego di Isossisuprina (vedere paragrafo “Controindicazioni”). Ciò deve includere una valutazione adeguata dei parametri cardiovascolari della paziente tramite la supervisione della funzionalità cardiorespiratoria e il monitoraggio elettrocardiografico (ECG) per tutta la durata del trattamento (vedere paragrafi “Precauzioni per l’uso” e “Avvertenze Speciali”).
E’ consigliabile attuare la terapia d'attacco mediante infusione continua alla velocità di 0,05 mg/min aumentabile fino a 0,3 mg/min. La dose dovrebbe essere incrementata ad intervalli di circa 15 minuti fino al raggiungimento dell'arresto delle contrazioni uterine, oppure fino a quando non si abbia una frequenza cardiaca superiore a 120 battiti/min o sia stata raggiunta la dose massima (0,3 mg/min) (vedere paragrafi “Precauzioni per l’uso” e “Avvertenze Speciali”); una volta ottenuto l'arresto delle contrazioni uterine, è possibile proseguire il trattamento d'attacco per 12-48 ore in modo da consentire l'attuazione di altre misure che potrebbero migliorare lo stato di salute del nascituro; quando necessario la terapia può essere iniziata con la somministrazione intramuscolare di 1 fiala da 10 mg ogni 3-6 ore; le fiale per uso endovenoso vanno somministrate unicamente in aggiunta a soluzioni per fleboclisi. Il volume di liquidi somministrati deve comunque essere mantenuto al minimo possibile. Speciali avvertenze per l’infusione: la dose deve essere titolata individualmente in funzione della soppressione delle contrazioni, dell’aumento delle pulsazioni e delle variazioni della pressione sanguigna, che rappresentano fattori limitanti. Questi parametri devono essere monitorati attentamente nel corso del trattamento. La frequenza cardiaca massima della madre non deve superare i 120 battiti/min.
È essenziale controllare attentamente il livello di idratazione per prevenire il rischio di edema polmonare nella madre (vedere paragrafo “Precauzioni per l’uso”). Il volume del liquido con cui viene somministrato il farmaco deve essere ridotto al minimo. Si deve
utilizzare un dispositivo di infusione controllata, preferibilmente una pompa a siringa.
SOVRADOSAGGIO
In caso di ingestione/assunzione accidentale di una dose eccessiva di Vasosuprina avvertite immediatamente il medico o rivolgetevi al più vicino ospedale
Se si ha qualsiasi dubbio sull’uso di Vasosuprina rivolgersi al medico o al farmacista.
E' possibile la comparsa di tachicardia ed ipotensione arteriosa che regrediscono tenendo la paziente sdraiata in posizione supina laterale e somministrando quale antidoto un farmaco ad attività beta- simpaticolitica.
EFFETTI INDESIDERATI
Come tutti i medicinali Vasosuprina ILFI può causare effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino. Gli effetti indesiderati più comuni di Vasosuprina ILFI sono correlati all’attività farmacologica beta-agonista e possono essere limitati o evitati tramite un attento monitoraggio dei parametri emodinamici, fra cui pressione sanguigna e frequenza cardiaca, e un aggiustamento appropriato della dose. Questi effetti indesiderati scompaiono solitamente all’interruzione della terapia.
Patologie cardiache
Molto comune *Tachicardia
Comune *Palpitazioni, *diminuzione della pressione arteriosa diastolica
Raro *Aritmie cardiache, per esempio: fibrillazione atriale, ischemia miocardica(vedere paragrafi “Precauzioni per l’uso” e “Avvertenze Speciali”), angina pectoris, senso di oppressione toracica (con e senza alterazione degli esami elettrocardiografici o aritmie)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune *Ipopotassiemia
Raro *Iperglicemia, chetoacidosi
Patologie vascolari
Molto comune Senso di calore
Comune *Ipotensione arteriosa (vedere paragrafi “Precauzioni per l’uso” e “Avvertenze Speciali”), arrossamento cutaneo
Raro *Vasodilatazione periferica
Molto raro Vasculite
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comune *Edema polmonare
Patologie del sistema nervoso Molto comune Tremore, cefalea Comune Vertigine
Molto raro Crisi convulsive tonico-cloniche
Patologie gastrointestinali
Molto comune Nausea, vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comune Eritema
Comune Sudorazione,eruzione cutanea
Disturbi psichiatrici
Comune Nervosismo, agitazione, irrequietezza, labilità emotiva, ansietà
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune Febbre, malessere generale
Patologie epatobiliari
Raro Alterazioni della funzione epatica (aumento dei livelli sierici di transaminasi) ed epatite
Patologie endocrine
Raro Alterazioni ghiandolari (quali ipertrofia delle ghiandole salivari o parotidi)
Patologie del sistema emolinfopoietico
Raro Alterazioni della serie bianca (dopo trattamento prolungato e reversibile con la sospensione), leucopenia, agranulocitosi
Disturbi del sistema immunitario
Molto raro Shock anafilattico
Esami diagnostici
Molto raro Aumento dell’enzima creatinfosfochinasi
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto raro Rabdomiolisi
*Questi effetti sono stati riportati in associazione all’uso a breve termine dei beta-agonisti in caso di indicazioni ostetriche e sono considerati effetti di classe
Il rispetto delle istruzioni contenute nel foglio illustrativo riduce il rischio di effetti indesiderati.
Segnalazione degli effetti indesiderati
Se si manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio rivolgersi al medico o al farmacista. Gli effetti possono, inoltre, essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale si segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/responsabili-farmacovigilanza. La segnalazione degli effetti indesiderati contribuisce a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.
SCADENZA E CONSERVAZIONE
Scadenza: vedere la data di scadenza indicata sulla confezione. Attenzione: non utilizzare il medicinale dopo la data di scadenza indicata sulla confezione.
La data si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.
Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.
I medicinali non devono essere gettati nell’acqua di scarico e nei rifiuti domestici. Chiedere al farmacista come eliminare i medicinali che non si utilizzano più. Questo aiuterà a proteggere l’ambiente.
COMPOSIZIONE
Ogni fiala contiene:
Principio attivo: isossisuprina cloridrato mg 10
Eccipienti: glicerina, acqua per preparazioni iniettabili
FORMA FARMACEUTICA E PRESENTAZIONE
10 fiale da ml 2 per uso intramuscolo ed endovena in astuccio di cartoncino litografato
TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
LUSOFARMACO
Istituto Luso Farmaco d'Italia S.p.A.
Via W. Tobagi, 8 – Peschiera Borromeo (MI)
Produttore
A. Menarini Manufacturing Logistics and Services S.r.l. – Via Sette Santi, 3 – Firenze.
Revisione del foglio illustrativo da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco: Determinazione AIFA del