Amiodarone Far: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Amiodarone Far

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Amiodarone Far: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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AMIODARONE FARMA 1

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Compresse:

Una compressa contiene:

Principio attivo: amiodarone cloridrato 200 mg.

Soluzione iniettabile:

Una fiala contiene:

Principio attivo: amiodarone cloridrato 150 mg.

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse, Soluzione iniettabile.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Terapia e prevenzione di gravi disturbi del ritmo resistenti alle altre terapie specifiche: tachicardie sopraventricolari (parossistiche e non parossistiche), extrasistoli atriali, flutter e fibrillazione atriale.

Tachicardie parossistiche sopraveotricolari reciprocanti come in corso di Sindrome di Wolff-Parkinson-White. Extrasistoli e tachicardie ventricolari.

Trattamento profilattico delle crisi di angina pectoris.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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L’amiodarone ha peculiari caratteristiche farmacologiche (assorbimento orale del 50%, estesa distribuzione tissutale, lenta eliminazione, ritardata risposta terapeutica per via orale) ampiamente variabili da individuo ad individuo; per questo la via di somministrazione, il dosaggio iniziale e quello di mantenimento debbono essere valutati caso per caso, adattandoli alla gravità dell’affezione e alla risposta clinica.

I dosaggi raccomandati sono:

Trattamento dei disturbi del ritmo:

Nel caso di disturbi del ritmo pericolosi per la vita il trattamento può essere iniziato per via endovenosa, sotto stretto controllo cardiologico, alla dose standard di 5 mg/kg da somministrare in un intervallo di tempo compreso tra 20 minuti e due ore, possibilmente diluiti in 250 ml di soluzione glucosata al 5%.

Questa dose può essere ripetuta fino a raggiungere 1200 mg nelle 24 ore ad una velocità di infusione regolata sulla base della risposta clinica.

In casi di estrema urgenza si possono somministrare 150-300 mg in 10-20 ml di glucosio al 5% per endovenosa lenta in 1-3 minuti. La durata dell’iniezione non deve in alcun caso essere inferiore a 3 minuti.

Non aggiungere altri prodotti nella stessa siringa.

La terapia per via orale deve essere iniziata il più precocemente possibile dopo aver ottenuto una soddisfacente risposta clinica.

Nei casi in cui la terapia venga iniziata per via orale, il dosaggio consigliato è di 600 mg al giorno fino ad ottenere una buona risposta terapeutica, in media entro 2 settimane.

Successivamente la dose può essere gradualmente ridotta fino a stabilire la dose di mantenimento abitualmente compresa tra 100 e 400 mg al giorno.

Quando sia difficile stabilire una soddisfacente dose giornaliera di mantenimento si può ricorrere ad una terapia discontinua (es. 2-3 settimane al mese o 5 giorni alla settimana).

Trattamento profilattico delle crisi di angor:

Attacco:

600 mg al giorno per circa 7 giorni.

Mantenimento:

100 – 400 mg al giorno o in maniera discontinua (5 giorni a settimana o 2-3 settimane al mese).

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità nota verso il prodotto o allo iodio. Bradicardia sinusale, blocco senoatriale; disturbi gravi della conduzione, non protetti da elettrostimolatore (blocco atrio-ventricolari gravi, blocchi bi- o trifascicolari); malattia sinusale non protetta da elettrostimolatore (rischio di arresto sinusale); associazione con farmaci in grado di indurre torsioni di punta (vedere “Interazioni”). Distiroidismi o antecedenti tiroidei. Nei casi dubbi (antecedenti incerti, anamnesi tiroidea familiare) effettuare un esame della funzionalità tiroidea prima del trattamento.

Gravidanza, a meno di casi eccezionali, a causa degli effetti negativi del farmaco sulla tiroide del feto.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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L’amiodarone può provocare effetti indesiderabili di frequenza e gravità diverse.

Le manifestazioni osservate con maggiore frequenza non giustificano la sospensione del trattamento (vedere “Effetti indesiderati”). Tuttavia sono stati segnalati effetti collaterali gravi, in particolare a carico del polmone o lesioni da epatite cronica. Tali effetti sono rari alle dosi abituali e compaiono per lo più in relazione all’uso di dosi eccessive.

In ogni caso la riduzione della posologia o la sospensione del trattamento dovranno essere valutate in funzione sia della potenziale gravità dell’effetto collaterale che della gravità della forma cardiaca in atto.

Il farmaco, quindi, soprattutto quando impiegato per via venosa, deve essere utilizzato solo dopo aver esaminato accuratamente le condizioni del paziente al fine di valutare se i benefici attesi compensano gli ipotetici svantaggi; inoltre il paziente dovrà essere attentamente sorvegliato dal punto di vista clinico e di laboratorio per poter cogliere le manifestazioni avverse ai loro primi segni ed adottare le misure idonee.

Essendo gli effetti collaterali dell’amiodarone nella maggior parte dei casi dose-dipendenti, essi potranno essere evitati o la loro gravità potrà essere ridotta ricercando accuratamente la posologia minima di mantenimento.

In caso di contemporanea prescrizione con altri farmaci, soprattutto ad attività cardiologica, assicurarsi che non esistano interazioni medicamentose note (vedere “Precauzioni” e “Controindicazioni”).

In caso di offuscamento visivo o di diminuzione dell’acuità visiva, praticare un esame oftalmologico. La comparsa di dispnea, isolata o associata a decadimento dello stato generale (affaticamento, dimagrimento) impone un controllo radiologico polmonare (vedere “Effetti indesiderati”).

Viene consigliato un esame periodico della funzionalità tiroidea (T3, T4, test TRH-TSH) in caso di trattamento protratto o nei soggetti anziani (vedere “Effetti indesiderati”).

Il riscontro di un ipertiroidismo impone la sospensione del trattamento, generalmente sufficiente ad avviare la guarigione clinica.

In caso di ipertiroidismo di grado preoccupante, per se stesso o in funzione delle sue ripercussioni a livello cardiaco, per l’efficacia incostante degli antitiroidei di sintesi, è raccomandabile il ricorso ad una corticoterapia decisa (1 mg/kg) e sufficientemente protratta (3 mesi).

Viene raccomandato il controllo periodico della funzionalità epatica.

In caso di epatomegalia o sospetta colestasi il farmaco dovrebbe essere tempestivamente interrotto ed il paziente sottoposto a controllo ecografico. Un aumento (2-4 volte la norma) asintomatico delle sole transaminasi non sembra costituire invece indicazioni alla sospensione del farmaco.

Per questi motivi il farmaco non può essere utilizzato nei pazienti con evidenti segni clinici e di laboratorio di epatopatia in atto; nei casi più lievi esso dovrà essere impiegato solo quando indispensabile e dovrà essere sospeso allorche si manifesti un peggioramento del danno epatico.

Si tenga inoltre presente che nel paziente anziano possono essere particolarmente accentuati gli effetti dell’amiodarone sull’attività cardiaca.

Nel corso del trattamento è consigliabile evitare l’esposizione diretta alla luce solare.

Ad evitare gravi reazioni collaterali, non va assolutamente praticata una seconda iniezione endovenosa se non dopo almeno 15 minuti dalla prima.

Per la presenza di alcool benzilico il prodotto per via parenterale non deve essere somministrato ai bambini al di sotto di due anni.

In relazione al ridotto effetto inotropo negativo,l’amiodarone può venire utilizzato in caso di insufficienza cardiaca. Per via parenterale (perfusione) è necessaria prudenza in caso di insufficienza cardiaca grave (rischio di aggravamento). In ogni caso, la via i.v. diretta (bolo) è controindicata in presenza di insufficienza cardiaca.

Tenere il medicinale fuori dalla portata dei bambini.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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L’amiodarone può interferire con alcune sostanze spesso utilizzate in terapie cardiologiche concomitanti, rallentandone il metabolismo o rendendo più evidenti i loro effetti a carico dei cuore.

Sotto tale aspetto meritano una speciale menzione quei farmaci o quelle condizioni (ipokaliemia, farmaci disperdenti potassio, antiaritmici della classe 1 A e altri) che, concorrendo con l’amiodarone a prolungare l’intervallo QT, possono favorirne l’effetto proaritmico.

Le seguenti associazioni possono pertanto essere considerate delle controindicazioni, a meno che non siano giudicate assolutamente necessarie da parte del medico.

Altri antiaritmi:

Questa associazione può essere impiegata solo nei casi di aritmie pericolose per la vita e non controllabili completamente con un solo antiaritmico. Si raccomanda in ogni caso uno stretto monitoraggio cardiologico ed un opportuno aggiustamento delle dosi tenendo presente che l’amiodarone aumenta i tassi plasmatici di alcuni farmaci antiaritmici come la chinidina, la procainamide, la disopiromide e la flecainide.

Altri farmaci cardiovascolari:

Beta-bloccanti e calcioantagonisti con effetto dromotropo negativo (diltiazem, verapamil) e/o con effetto sulla ripolarizzazione (bepridil).

Farmaci che inducono ipokaliemia:

Es. alcuni diuretici e lassativi.

Si tenga presente che l’ipokaliemia in genere può rendere inefficaci i farmaci antiaritmici o esaltarne le potenzialità pro-aritmiche.

Pertanto l’ipokaliemia deve sempre essere corretta prima di iniziare la terapia con amiodarone; l’associazione con farmaci che inducono ipokaliemia deve essere pertanto condotta sotto stretto controllo del livello ematico del potassio.

Farmaci IMAO:

Associazione controindicata.

Poiché in soggetti cardiopatici è frequente e necessaria la concomitante somministrazione di digossina o di anticoagulanti orali, l’associazione con amiodarone è consentita procedendo ad un aggiustamento posologico di tali farmaci, controllando frequentemente il tempo di protrombina e l’ECG (effetti sulla frequenza e sulla conduzione atrioventricolare)

04.6 Gravidanza e allattamento

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Salvo casi eccezionali, a causa dei potenziali effetti negativi del farmaco sulla tiroide del feto, l’uso del farmaco in gravidanza è da evitare, cosi come durante l’allattamento.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Non sono noti effetti negativi dell’amiodarone sulla capacità di guidare né sull’uso di macchine.

04.8 Effetti indesiderati

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Apparato respiratorio:

Tosse e dispnea accompagnate da segni radiografici e funzionali di polmonite interstiziale (alterazione della diffusione alveolo-capillare), che richiede la sospensione della terapia e la somministrazione di farmaci corticosteroidei

Apparato gastro-enterico:

Nausea, vomito, anoressia, costipazione.

Un moderato aumento delle transaminasi, generalmente isolato ed eccezionalmente associato ad ittero, è stato riportato all’ inizio del trattamento. La regressione è costante alla sospensione del trattamento, ma spesso è sufficiente una riduzione della posologia.

Sono stati osservati alcuni casi di epatite cronica: l’istologia è quella di una epatopatia pseudo-alcoolica. Dopo sospensione del trattamento i valori biologici rientrano nella norma in qualche mese. In qualche caso eccezionale l’evoluzione può essere irreversibile (vedere “Avvertenze”).

Apparato cardiovascolare:

L’amiodarone come altri antiaritmici può causare alterazione del ritmo cardiaco. Gli effetti osservati (disturbi del ritmo ventricolare, torsioni di punta, ecc.) dipendono spesso da interazioni medicamentose o sono legati all’esistenza di fattori di rischio preesistenti (ipokaliemia).

Sono inoltre stati descritti bradicardia e alterazioni della conduzione seno-atriale e atrioventricolare.

Il farmaco per via venosa può causare ipotensione, generalmente di grado moderato e transitorio.

Casi di ipotensione grave o di collasso sono stati riportati in caso di sovradosaggio o di somministrazione troppo rapida (via i.v. diretta).

Nota:

Durante il trattamento con amiodarone l’ECG risulta modificato. Questa modificazione “cordaronica” si evidenzia con una morfologia particolare dell’onda T, che evidenzia l’allungamento della ripolarizzazione, e con l’eventuale comparsa di un’onda U. Tale modifica è segno di attività terapeutica e non di tossicità e non controindica il proseguimento della terapia.

Tiroide:

L’amiodarone può causare quadri di ipo e ipertiroidismo; più frequenti sono aumenti del T4 diminuzione del T3 con aumenti della reverse-T3,aumento del TSH in pazienti eutiroidei sul piano clinico.

Occhio:

Microdepositi corneali, di frequenza pressoche costante, quando l’impregnazione tissutale è sufficiente. Abitualmente sono asintomatici e non controindicano il proseguimento della terapia. Eccezionalmente possono accompagnarsi alla percezione di aloni colorati: tali sintomi sono strettamente soggettivi e non sono collegati a danni della vista.

Costituiti da depositi lipidici complessi, tali microdepositi corneali sono sempre reversibili dopo sospensione del trattamento.

Sono stati osservati eccezionalmente alcuni casi di nevrite ottica con offuscamento della vista e diminuzione dell’acuità visiva. Attualmente non è stata ancora stabilita una relazione con la somministrazione del prodotto. In caso di insorgenza di questi sintomi si raccomanda un esame oftalmologico.

Apparato neuropsichico:

Astenia, tremori, vertigini, parestesia, cefalea, insonnia, neuropatie periferiche, turbe della sensibilità e della motilità.

Cute e annessi:

Eruzioni cutanee da fotosensibilizzazione.

Melanodermia di colore ardesia delle parti scoperte, che regredisce lentamente dopo sospensione del trattamento.

Per via parenterale (vedi anche effetti cardiaci ed epatici):

Reazioni locali: irritazione o flebite, questo effetto può essere evitato ponendo un catetere centrale.

Sudore, nausea, vampate di calore (via i v diretta).

Disturbi vari e che si riscontrano eccezionalmente (pochi casi isolati) sono stati descritti dopo somministrazione i.v. diretta shock anafilattico, ipertensione intracranica benigna, broncospasmo e/o apnea in caso di insufficienza respiratoria, soprattutto in pazienti asmatici.

Gli effetti collaterali di minore gravità sono spesso transitori e regrediscono con il passaggio alla dose di mantenimento.

In caso di reazioni più gravi sarà necessario procedere ad una riduzione del dosaggio o alla sospensione della terapia.

04.9 Sovradosaggio

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Gli effetti secondari descritti al punto 3 sono dovuti a sovradosaggio, per cui in questi casi è sufficiente diminuire o sospendere la terapia.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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AMIODARONE FARMA 1 è una specialità contenente amiodarone, un derivato benzofuranico di sintesi ad attività antiaritmica ed antianginosa.

Le proprietà fondamentali dell’amiodarone sono:

un’attività antiadrenergica non competiti va nei confronti degli alfa e beta recettori; il meccanismo antiadrenergico dell’amiodarone non è stato completamente chiarito.

Per queste sue proprietà l’amiodarone antagonizza la tachicardia, l’ipertensione e l’accresciuto consumo di ossigeno da parte del miocardio indotto dalle amine simpaticomimetiche; ciò spiega in parte le capacità antiaritmiche e antianginose della sostanza che non si accompagnano a significative modificazioni della contrattilità miocardica un’attività sul potenziale di azione della fibrocellula cardiaca consistente in un ritardo della ripolarizzazione ottenuto mediante un prolungamento del potenziale d’azione e del periodo refrattario effettivo.

Per queste sue caratteristiche l’amiodarone è considerato un antiaritmico appartenente alla classe III.

Gli effetti dell’amiodarone sul periodo refrattario e sulla conduzione intracardiaca si manifestano con un allungamento del tratto PR e dell’intervallo QT.

Gli effetti elettrofisiologici dell’amiodarone, ben documentati a livello del nodo del seno, della muscolatura atriale e ventricolare e del sistema di conduzione, costituiscono la base farmacologica della riconosciuta efficacia del farmaco nel trattamento dei gravi disturbi del ritmo cardiaco.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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L’amiodarone dopo somministrazione orale raggiunge il picco plasmatico dopo 6-8 ore. Il farmaco si distribuisce in molti tessuti; le concentrazioni ematiche sono basse e l’equilibrio dinamico si raggiunge non prima di 6 giorni dall’inizio del trattamento. Anche l’eliminazione della sostanza procede lentamente, per via renale e biliare. Dopo 30 giorni dalla sospensione del trattamento l’organismo contiene ancora dal 16 al 34% della dose assunta. Si calcola che l’emivita del farmaco si aggiri sui 14-28 giorni.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Tossicità acuta: DL50 nel ratto 170 mg/kg i.v. e 3 g/kg os, nel topo 450 mg/kg i.p., nel cane beagle 85-150 mg/kg i.v.

Tossicità cronica: nel ratto dopo 12 mesi di trattamento a dosi di 50-100-200 mg/kg/die e nel cane dopo 9 mesi a dosi di 30-60 mg/kg/die, non sono stati rilevati fenomeni di mortalità, cali ponderali o variazioni dei parametri biologici.

Teratogenesi: Indagini effettuate nel ratto e nel coniglio (dose 100 mg/kg/die) non hanno evidenziato segni di tossicità fetale del farmaco.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Compresse:

Lattosio, amido di mais, povidone, silice colloidale, magnesio stearato.

Soluzione iniettabile:

Alcool benzilico, polisorbato 80, acqua per preparazioni iniettabili.

06.2 Incompatibilità

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Incompatibile con aminotillina, eparina e soluzioni di sodio cloruro.

06.3 Periodo di validità

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La stabilità è di 5 anni per la soluzione i niettabile e 3 anni per le compresse

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Non sono necessarie.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Scatola da 20 compresse

Scatola da 200 compresse

Scatola da 5 fiale da 150 mg

Scatola da 200 fiale da 150 mg

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Farma 1 S.r.l. – Via Privata Maria Teresa, 11 – Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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A.I.C. N. 035416015

A.I.C. N. 035416027

A.I.C. N. 035416039

A.I.C. N. 035416041

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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10.0 Data di revisione del testo

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FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)

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