Vasosuprina: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Vasosuprina

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Vasosuprina: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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VASOSUPRINA ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni fiala contiene:

Principio attivo

isossisuprina cloridrato mg 10

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1

03.0 Forma farmaceutica

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Fiale per uso intramuscolo ed endovena.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Per la gestione a breve termine del parto prematuro non complicato.

Per impedire il parto tra la 22a e la 37a settimana di gestazione nelle pazienti senza alcuna controindicazione medica od ostetrica alla terapia tocolitica.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Nella gestione a breve termine del parto prematuro non complicato

Il trattamento con Vasosuprina ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile deve essere avviato soltanto da personale ostetrico/medici con esperienza nell’impiego di farmaci tocolitici. Deve essere eseguito in strutture sanitarie adeguatamente attrezzate per effettuare un monitoraggio continuo dello stato di salute della madre e del feto.

La durata del trattamento non deve essere superiore a 48 ore poiché, in base ai dati, l’effetto principale della terapia tocolitica consiste nel ritardare il parto di 48 ore al massimo; non è stato osservato alcun effetto statisticamente significativo sulla mortalità o sulla morbilità perinatale nell’ambito di studi clinici randomizzati controllati. Questo ritardo di breve durata può essere utilizzato per attuare altre misure che è noto migliorano la salute perinatale.

Vasosuprina ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile deve essere somministrata quanto prima possibile dopo la diagnosi di parto prematuro e dopo la valutazione della paziente per escludere eventuali controindicazioni all’impiego di isossisuprina (vedere paragrafo 4.3). Ciò deve includere una valutazione adeguata dei

parametri cardiovascolari della paziente tramite la supervisione della funzionalità cardiorespiratoria e il monitoraggio elettrocardiografico (ECG) per tutta la durata del trattamento (vedere paragrafo 4.4).

Infusione venosa continua alla velocità di 0,2-0,5 mg/min fino all’arresto delle contrazioni; passare quindi alla somministrazione intramuscolare di 1 fiala ogni 3-8 ore; la dose dovrebbe essere incrementata fino al raggiungimento dell’arresto delle contrazioni uterine, oppure fino a quando non si abbia una frequenza cardiaca superiore a 120 battiti/min o sia stata raggiunta la dose massima (vedere paragrafo 4.4); una volta ottenuto l’arresto delle contrazioni uterine, è possibile proseguire il trattamento d’attacco per 12-48 ore in modo da consentire l’attuazione di altre misure che potrebbero migliorare lo stato di salute del nascituro; quando necessario la terapia può essere iniziata con la somministrazione di 1 fiala per via intramuscolare.

Speciali avvertenze per l’infusione: la dose deve essere titolata individualmente in funzione della soppressione delle contrazioni, dell’aumento delle pulsazioni e delle variazioni della pressione sanguigna, che rappresentano fattori limitanti. Questi parametri devono essere monitorati attentamente nel corso del trattamento. La frequenza cardiaca massima della madre non deve superare i 120 battiti/min.

È essenziale controllare attentamente il livello di idratazione per prevenire il rischio di edema polmonare nella madre (vedere paragrafo 4.4). Il volume del liquido con cui viene somministrato il farmaco deve essere ridotto al minimo. Si deve utilizzare un dispositivo di infusione controllata, preferibilmente una pompa a siringa.

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Vasosuprina ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile è controindicata nelle seguenti circostanze:

qualsiasi malattia ad un’età gestazionale inferiore alle 22 settimane

trattandosi di un agente tocolitico nelle pazienti con cardiopatia ischemica preesistente o nei soggetti con fattori di rischio significativi per lo sviluppo di cardiopatia ischemica

minaccia di aborto durante il 1° e il 2° trimestre

qualsiasi malattia della madre o del feto in cui il prolungamento della gravidanza rappresenta un pericolo, ad es. grave tossiemia, infezione intrauterina, emorragia vaginale causata da placenta previa, eclampsia o grave

preeclampsia, improvviso distacco della placenta o compressione del cordone ombelicale

morte intrauterina del feto, nota malformazione congenita letale o cromosomica letale.

Vasosuprina ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile è controindicata anche in presenza di qualsiasi malattia preesistente in cui un agente beta-agonista avrebbe un effetto indesiderato, ad es. ipertensione polmonare e disturbi cardiaci come cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva e qualsiasi tipo di ostruzione del flusso ventricolare sinistro, ad es. stenosi aortica.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Tocolisi

Qualsiasi decisione di iniziare la terapia con Vasosuprina ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile deve essere presa dopo avere valutato attentamente i rischi e i benefici del trattamento.

Il trattamento deve essere effettuato soltanto in strutture sanitarie adeguatamente attrezzate per eseguire un monitoraggio continuo dello stato di salute della madre e del feto. La tocolisi con beta-agonisti non è raccomandata in caso di rottura delle membrane o di dilatazione della cervice uterina superiore a 4 cm.

Vasosuprina ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile deve essere impiegata con cautela nella tocolisi e per tutta la durata del trattamento si deve controllare la funzionalità cardiorespiratoria ed il monitoraggio elettrocardiografico (ECG).

Si devono attuare costantemente le seguenti misure di monitoraggio per la madre e, se è fattibile/opportuno, per il feto:

pressione sanguigna e frequenza cardiaca: inizialmente ogni 5-15 minuti ed in seguito, quando le condizioni della paziente si siano stabilizzate, ad intervalli sempre più distanziati (15-60 minuti)

esame del torace

ECG

equilibrio elettrolitico – per rilevare l’eventuale presenza di edema polmonare

livelli di glucosio, urea e lattato – in particolare nelle pazienti diabetiche

livelli di potassio – l’impiego di beta-agonisti è associato ad una diminuzione dei livelli sierici di potassio che aumenta il rischio di aritmie (vedere paragrafo 4.5)

Il trattamento deve essere interrotto in caso di comparsa di segni di ischemia miocardica (es. dolore al torace o alterazioni rilevate all’ECG).

Vasosuprina ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile non deve essere impiegata come agente tocolitico nelle pazienti con fattori di rischio significativi per lo sviluppo di cardiopatia o se si

sospetta qualche malattia cardiaca preesistente (ad es. tachiaritmie, insufficienza cardiaca o malattie delle valvole cardiache; vedere paragrafo 4.3). In caso di parto prematuro in una paziente con cardiopatia nota o sospetta, il cardiologo deve valutare l’adeguatezza del trattamento prima di effettuare l’infusione endovenosa di Vasosuprina ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile.

Edema polmonare

Poiché sono stati segnalati casi di edema polmonare e ischemia miocardica in alcune madri durante o dopo il trattamento del parto prematuro con agenti beta-agonisti, si deve prestare particolare attenzione all’equilibrio dei liquidi e alla funzione cardiorespiratoria. Le pazienti con fattori predisponenti fra cui gravidanze multiple, sovraccarico di liquidi, infezione materna e preeclampsia, possono presentare un maggior rischio di sviluppo di edema polmonare. La somministrazione con una pompa a siringa, rispetto all’infusione endovenosa, ridurrà il rischio di sovraccarico di liquidi. In caso di comparsa di segni di edema polmonare o ischemia miocardica, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).

Pressione sanguigna e frequenza cardiaca

L’infusione di beta-agonisti è associata solitamente ad aumenti della frequenza cardiaca nella madre dell’ordine di 20-50 battiti al minuto. Le pulsazioni materne devono essere monitorate e si deve valutare caso per caso la necessità di limitare tali incrementi mediante una riduzione della dose o l’interruzione del trattamento. In genere, le pulsazioni della madre non devono superare una frequenza costante di 120 battiti al minuto.

La pressione sanguigna della madre può diminuire leggermente durante l’infusione; questo effetto è più marcato sulla pressione arteriosa diastolica rispetto a quella sistolica. Le diminuzioni della pressione arteriosa diastolica rientrano solitamente nel range di 10-20 mmHg. L’effetto dell’infusione sulla frequenza cardiaca del feto è meno marcato, ma possono verificarsi aumenti fino a 20 battiti al minuto.

Per ridurre al minimo il rischio di ipotensione arteriosa associato alla terapia tocolitica, si deve prestare particolare attenzione per evitare la compressione cavale, mantenendo la paziente distesa in posizione laterale sinistra o destra per tutta la durata dell’infusione.

In caso di acidosi fetale è indispensabile il monitoraggio continuo.

Diabete

La somministrazione di beta-agonisti è associata ad un aumento della glicemia. Pertanto, i livelli di glucosio e lattato nel sangue devono essere monitorati nelle madri con diabete e il trattamento del diabete deve essere aggiustato di conseguenza per adeguarsi alle esigenze della madre diabetica durante la tocolisi (vedere paragrafo 4.5).

Ipertiroidismo

Vasosuprina ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile deve essere somministrata con cautela nelle pazienti con tireotossicosi solo dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi del trattamento.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Anestetici alogenati

Dato l’effetto antipertensivo aggiuntivo, si riscontra un aumento dell’inerzia uterina con rischio di emorragia; inoltre, sono state segnalate gravi aritmie ventricolari dovute ad un aumento della reattività cardiaca in caso di interazione con anestetici alogenati. Il trattamento deve essere interrotto, quando è possibile, almeno 6 ore prima di qualsiasi anestesia programmata con anestetici alogenati.

Corticosteroidi

I corticosteroidi sistemici sono spesso somministrati durante il parto prematuro per migliorare lo sviluppo del polmone fetale. Sono stati segnalati casi di edema polmonare in donne trattate con beta-agonisti in concomitanza con corticosteroidi.

I corticosteroidi aumentano notoriamente la glicemia e possono ridurre i livelli sierici di potassio; di conseguenza, la somministrazione concomitante di questi farmaci deve essere effettuata con cautela insieme ad un monitoraggio continuo della paziente, in considerazione del maggior rischio di insorgenza di iperglicemia e ipopotassiemia (vedere paragrafo 4.4).

Farmaci antidiabetici

La somministrazione di beta-agonisti è associata ad aumento della glicemia, che può essere interpretato come una diminuzione dell’efficacia della terapia antidiabetica; di conseguenza, può essere necessario aggiustare il trattamento antidiabetico nel singolo soggetto (vedere paragrafo 4.4).

Agenti che determinano la deplezione di potassio

Dato l’effetto ipokaliemico dei beta-agonisti, la somministrazione concomitante di agenti che determinano la deplezione di potassio a livello sierico, aggravando notoriamente il rischio di ipopotassiemia, fra cui diuretici, digossina, metilxantine e corticosteroidi, deve essere effettuata con cautela dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi, in relazione specialmente ad un maggior rischio di insorgenza di aritmie cardiache conseguenti all’ipopotassiemia (vedere paragrafo 4.4).

04.6 Gravidanza e allattamento

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Vasosuprina ILFI è indicata per la gestione a breve termine del parto prematuro non complicato. Ne viene sconsigliato l’impiego durante l’allattamento.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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i Vasosuprina non altera la capacità di guidare veicoli o usare macchinari.

04.8 Effetti indesiderati

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Gli effetti indesiderati più comuni di Vasosuprina ILFI 10 mg/2 ml soluzione iniettabile sono correlati all’attività farmacologica beta-agonista e possono essere limitati o evitati tramite un attento monitoraggio dei parametri emodinamici, fra cui pressione sanguigna e frequenza cardiaca, e un aggiustamento appropriato della dose. Questi effetti indesiderati scompaiono solitamente all’interruzione della terapia.

Patologie cardiache

Molto comune *Tachicardia

Comune *Palpitazioni, *diminuzione della pressione arteriosa diastolica

Raro *Aritmie cardiache, per esempio: fibrillazione atriale, ischemia miocardica(vedere paragrafo 4.4), angina pectoris, senso di oppressione toracica (con e senza alterazione degli esami elettrocardiografici o aritmie)

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

Comune *Ipopotassiemia

Raro *Iperglicemia, chetoacidosi

Patologie vascolari

Molto comune Senso di calore

Comune *Ipotensione arteriosa (vedere paragrafo 4.4), arrossamento cutaneo

Raro *Vasodilatazione periferica

Molto raro Vasculite

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Non comune *Edema polmonare

Patologie del sistema nervoso Molto comune Tremore, cefalea Comune Vertigine

Molto raro Crisi convulsive tonico-cloniche

Patologie gastrointestinali

Molto comune Nausea, vomito

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Molto comune Eritema

Comune Sudorazione,eruzione cutanea

Disturbi psichiatrici

Comune Nervosismo, agitazione, irrequietezza, labilità emotiva, ansietà

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Comune Febbre, malessere generale

Patologie epatobiliari

Raro Alterazioni della funzione epatica (aumento dei livelli sierici di transaminasi) ed epatite

Patologie endocrine

Raro Alterazioni ghiandolari (quali ipertrofia delle ghiandole salivari o parotidi)

Patologie del sistema emolinfopoietico

Raro Alterazioni della serie bianca (dopo trattamento prolungato e reversibile con la sospensione), leucopenia, agranulocitosi

Disturbi del sistema immunitario

Molto raro Shock anafilattico

Esami diagnostici

Molto raro Aumento dell’enzima creatinfosfochinasi

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Molto raro Rabdomiolisi

*Questi effetti sono stati riportati in associazione all’uso a breve termine dei beta-agonisti in caso di indicazioni ostetriche e sono considerati effetti di classe (vedere paragrafo 4.4).

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili

04.9 Sovradosaggio

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E’ possibile la comparsa di tachicardia ed ipotensione arteriosa che regrediscono tenendo la paziente sdraiata in posizione supina laterale e somministrando quale antidoto un farmaco ad attività beta-simpaticolitica.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmaco terapeutica: Simpaticomimetici, tocolitici vari. Codice ATC: G02CA49

L’isossisuprina cloridrato è un 2 stimolante non selettivo,

caratterizzato anche da una modesta azione litica sui recettori  e da un’attività spasmolitica diretta da 5 a 40 volte più potente di quella della papaverina. La stimolazione dei recettori 2 adrenergici, largamente presenti a livello del miometrio, è connessa con le risposte inibitrici rilassanti a questo livello. Tale attività è stata dimostrata in vitro ed in vivo nell’animale. In vitro è stato dimostrato che nell’utero isolato di coniglio e su strisce di utero umano l’isossisuprina è in grado di sopprimere quasi completamente l’attività contrattile. Nell’animale l’isossisuprina inibisce le contrazioni uterine nel gatto e nel cane in gravidanza. L’attività inibitrice della isossisuprina interessa sia la muscolatura circolare che quella longitudinale, indipendentemente dalla specie animale e dallo stato ormonale.

I risultati ottenuti nell’animale sono stati confermati anche nell’utero umano in corso di gravidanza, in cui la somministrazione del farmaco riduce l’intensità e la frequenza delle contrazioni uterine, sia in presenza di contrattilità normale che di stati di ipertonia.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Per via orale rapido e completo assorbimento a livello intestinale. La Vasosuprina retard, per la sua particolare preparazione che consente un rilascio graduale e protratto nel tempo della sostanza attiva, permette di mantenere livelli ematici di isossisuprina terapeuticamente attivi per almeno 12 ore.

La Vasosuprina è presente nel sangue sia in forma libera che come glicuronide, entrambe eliminate esclusivamente per via renale.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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I valori della DL50 sono i seguenti: 1100 mg/kg (topo per os); 1750 mg/kg (ratto per os); 1500 mg/kg (topo s.c.); 185 mg/kg (topo i.p.); 61 mg/kg (topo e.v.).

Tossicità cronica praticamente assente con somministrazione di dosi fino a 600 mg/kg/die per 1 anno nel ratto e fino a 400 mg/kg/die nel cane.

Tossicità gravidica e fetale assente in diverse specie animali e con differenti dosi.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Glicerina, acqua per preparazioni iniettabili.

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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5 anni

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Conservare in normali condizioni ambientali.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Astuccio in cartoncino contenente 10 fiale da ml 2

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna istruzione particolare.

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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LUSOFARMACO

Istituto Luso Farmaco d’Italia S.p.A.

Via W. Tobagi, 8 – Peschiera Borromeo (MI)

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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A.I.C. n. 021279031

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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04.04.69 / 1.06.10

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-