Gemzar: effetti collaterali e controindicazioni

Gemzar: effetti collaterali e controindicazioni

Gemzar polvere per soluzione per infusione (Gemcitabina Cloridrato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

La gemcitabina, in combinazione con cisplatino, è indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della vescica localmente avanzato o metastatico.

La gemcitabina è indicata nel trattamento di pazienti con adenocarcinoma del pancreas localmente avanzato o metastatico.

La gemcitabina, in combinazione con cisplatino è indicata nel trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico. La gemcitabina in monoterapia puĂ² essere considerata in pazienti anziani o con performance status uguale a 2.

La gemcitabina in combinazione con carboplatino è indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma dell’epitelio dell’ovaio localmente avanzato o metastatico che hanno recidivato almeno 6 mesi dopo terapia di prima linea con platino.

La gemcitabina, in combinazione con paclitaxel, è indicata nel trattamento di pazienti con carcinoma della mammella non resecabile localmente ricorrente o metastatico che hanno recidivato dopo chemioterapia adiuvante e/o neoadiuvante. La precedente chemioterapia deve aver incluso una antraciclina a meno che questa non fosse controindicata.

Gemzar polvere per soluzione per infusione: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Gemzar polvere per soluzione per infusione ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Gemzar polvere per soluzione per infusione, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Gemzar polvere per soluzione per infusione: controindicazioni

IpersensibilitĂ  al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Allattamento (vedere paragrafo 4.6).

Gemzar polvere per soluzione per infusione: effetti collaterali

Gli effetti indesiderati associati alla terapia con gemcitabina osservati più comunemente comprendono nausea con o senza vomito, aumento dei livelli delle transaminasi epatiche (AST/ALT) e della fosfatasi alcalina, osservati in circa il 60% dei pazienti; proteinuria e ematuria osservati in circa il 50% dei pazienti; dispnea osservata nel 10-40% dei pazienti (l’incidenza più alta è stata osservata nei pazienti affetti da carcinoma polmonare); reazioni allergiche cutanee sono state osservate in circa il 25% dei pazienti e sono state associate a prurito nel 10% dei pazienti.

La frequenza e gravità delle reazioni avverse sono influenzate dalla dose, velocità di infusione e intervalli tra le dosi (vedere paragrafo 4.4). Una riduzione dellaconta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti sono reazioni avverse dose-limitanti (vedere paragrafo 4.2).

Risultati di studi clinici

Definizione della frequenza: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100 e < 1/10), non comune (≥ 1/1.000 e < 1/100), raro (≥ 1/10.000 e < 1/1.000), molto raro (<1/10.000).

La tabella sottostante fornisce la frequenza e la gravità degli effetti indesiderati che sono stati riportati da studi clinici. All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.

Classificazione Sistemica organica Frequenza
Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comune: leucopenia (Neutropenia di grado 3 = 19,3%; grado 4 = 6%). La riduzione della funzionalità midollare varia da lieve a moderata ed è più pronunciata per la conta dei granulociti (vedere paragrafo 4.2), trombocitopenia, anemia
Comune: neutropenia febbrile
Molto raro: trombocitosi
Disturbi del sistema immunitario Molto raro: reazione anafilattoide
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Comune: anoressia
Patologie del sistema nervoso Comune: cefalea, insonnia, sonnolenza
Non comune: accidente cerebrovascolare
Patologie cardiache Non comune: aritmie, prevalentemente di natura sopraventricolare, insufficienza cardiaca
Raro: infarto del miocardio
Patologie vascolari Raro: segni clinici di vasculite periferica e gangrena, ipotensione
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto comune: dispnea di solito lieve e di rapida risoluzione senza trattamento
Comune: tosse, rinite,
Non comune: polmonite interstiziale (vedere paragrafo 4.4), broncospasmo -di solito lieve e transitorio potendo richiedere trattamento parenterale
Raro: edema polmonare, sindrome da distress respiratorio dell’adulto (vedere paragrafo 4.4)
Patologie gastrointestinali Molto comune: vomito, nausea
Comune: diarrea, stomatite e ulcerazione della bocca, stipsi
Molto raro: colite ischemica
Patologie epatobiliari Molto comune: aumento delle transaminasi epatiche (AST e ALT) e della fosfatasi alcalina
Comune: aumento della bilirubina
Non comune: grave; tossicità epatica, comprendente insufficienza epatica e morte
Raro: aumento della gamma-glutamiltrasferasi (GGT)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto comune: eruzione cutanea allergica frequentemente associata a prurito, alopecia
Comune: prurito, sudorazione
Raro: reazioni cutanee gravi, comprendenti desquamazione ed eruzioni cutanee bollose, ulcerazione, formazione di vescicole ed ulcere, desquamazione
Molto raro: necrolisi tossica epidermica, sindrome di Stevens-Johnson
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune: mal di schiena, mialgia
Patologie renali e urinarie Molto comune: ematuria, lieve proteinuria
Non comune: insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4), sindrome emolitico uremica (vedere paragrafo 4.4)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune: sintomi simil-influenzali – i sintomi più comuni sono febbre, cefalea, brividi, mialgia, astenia e anoressia. Sono stati anche riportati tosse, rinite, malessere, perspirazione e difficoltà ad addormentarsi. Edema/edema periferico-incluso edema facciale. L’edema è di solito reversibile dopo interruzione del trattamento
Comune: febbre, astenia, brividi
Raro: reazioni nel sito d’iniezione- di natura tendenzialmente lieve
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Raro: tossicità da radiazioni (vedere paragrafo 4.5), recall da radiazioni

Impiego in associazione nel carcinoma della mammella

La frequenza di tossicità ematologiche di grado 3 e 4, soprattutto neutropenia, aumenta quando la gemcitabina è usata in associazione con paclitaxel. Tuttavia l’aumento di queste reazioni avverse non si associa con un aumento dell’incidenza di infezioni o di eventi emorragici. L’affaticamento e la neutropenia febbrile si verificano con maggior frequenza quando la gemcitabina viene usata in associazione con paclitaxel. L’affaticamento, che non si associa ad anemia, si risolve abitualmente dopo il primo ciclo di terapia.

Eventi avversi di grado 3 e 4 Paclitaxel versus gemcitabina in associazione a paclitaxel
Numero (%) dei pazienti
Braccio di trattamento con Paclitaxel N=259) Braccio di trattamento con Gemcitabina in associazione a Paclitaxel (N=262)
Grado 3 Grado 4 Grado 3 Grado 4
Relativi ad analisi di laboratorio
Anemia 5 (1,9) 1 (0,4) 15 (5,7) 3 (1,1)
Trombocitopenia 0 0 14 (5,3) 1 (0,4)
Neutropenia 11 (4,2) 17 (6,6)* 82 (31,3) 45 (17,2)*
Non relativi ad analisi di laboratorio
Neutropenia febbrile 3 (1,2) 0 12 (4,6) 1 (0,4)
Affaticamento 3 (1,2) 1 (0,4) 15 (5,7) 2 (0,8)
Diarrea 5 (1,9) 0 8 (3,1) 0
Neuropatia motoria 2 (0,8) 0 6 (2,3) 1 (0,4)
Neuropatia sensoriale 9 (3,5) 0 14 (5,3) 1 (0,4)

*La neutropenia di grado 4 che persiste per più di 7 giorni si verificava nel 12,6% dei pazienti nel braccio di trattamento di associazione e nel 5% dei pazienti nel braccio di trattamento con paclitaxel.

Impiego in associazione nel carcinoma della vescica

Eventi avversi di grado 3 e 4 MVAC versus Gemcitabina in associazione a cisplatino
Numero (%) dei pazienti
Braccio di trattamento con MVAC (metotrexate, vimblastina, doxorubicina e cisplatino) (N=196) Braccio di trattamento con Gemcitabina in associazione a cisplatino (N=200)
Grado 3 Grado 4 Grado 3 Grado 4
Relativi ad analisi di laboratorio
Anemia 30 (16) 4 (2) 47 (24) 7 (4)
Trombocitopenia 15 (8) 25 (13) 57 (29) 57 (29)
Non relativi ad analisi di laboratorio
Nausea e vomito 37 (19) 3 (2) 44 (22) 0 (0)
Diarrea 15 (8) 1 (1) 6 (3) 0 (0)
Infezione 19 (10) 10 (5) 4 (2) 1 (1)
Stomatite 34 (18) 8 (4) 2 (1) 0 (0)

Impiego in associazione nel carcinoma dell’ovaio

Eventi avversi di grado 3 e 4 Carboplatino versus Gemcitabina in associazione a carboplatino
Numero (%) dei pazienti
Braccio di trattamento con Carboplatino (N=174) Braccio di trattamento con Gemcitabina in associazione a carboplatino (N=175)
Grado 3 Grado 4 Grado 3 Grado 4
Relativi ad analisi di laboratorio
Anemia 10 (5,7) 4 (2,3) 39 (22,3) 9 (5,1)
Neutropenia 19 (10,9) 2 (1,1) 73(41,7) 50 (28,6)
Trombocitopenia 18 (10,3) 2 (1,1) 53 (30,3) 8 (4,6)
Leucopenia 11 (6,3) 1 (0,6) 84 (48,0) 9 (5,1)
Non relativi ad analisi di laboratorio
Emorragia 0 (0,0) 0 (0,0) 3 (1,8) (0,0)
Neutropenia febbrile 0 (0,0) 0 (0,0) 2 (1.1) (0,0)
Infezione senza neutropenia 0 (0,0) 0 (0,0) 0 (0,0) 1 (0,6)

La neuropatia sensoriale è stata anche più frequente nel braccio di trattamento in associazione rispetto a quello con impiego del solo carboplatino

Gemzar polvere per soluzione per infusione: avvertenze per l’uso

Il prolungamento del tempo di infusione ed un’aumentata frequenza di somministrazioni hanno dimostrato un aumento della tossicitĂ .

TossicitĂ  ematologica

La gemcitabina puĂ² determinare soppressione della funzionalitĂ  midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, piastrinopenia ed anemia.

Nei pazienti in terapia con gemcitabina prima di ogni somministrazione devono essere effettuate la conta delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti. In caso di riduzione della funzionalitĂ  midollare secondaria alla somministrazione del farmaco, deve essere valutata la possibilitĂ  di modificare o interrompere la terapia (vedere paragrafo 4.2). Comunque la soppressione della funzionalitĂ  midollare è di breve durata e generalmente non richiede riduzioni della dose e solo raramente puĂ² comportare interruzione del trattamento.

Gli elementi cellulari ematologici periferici possono continuare ad abbassarsi anche dopo interruzione della terapia. La terapia deve essere iniziata con cautela nei pazienti con funzionalitĂ  midollare compromessa. Come per altri trattamenti citotossici, quando la gemcitabina viene usata in combinazione o in sequenza con altri chemioterapici deve essere tenuta in considerazione la possibilitĂ  di una soppressione della funzionalitĂ  midollare cumulativa.

Compromissione epatica e renale

La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con compromissione della funzione epatica e/o renale, in quanto le informazioni insufficienti provenienti da studi clinici non consentono di raccomandare una dose precisa per questa popolazione di pazienti (vedere paragrafo 4.2).

La somministrazione di gemcitabina a pazienti con presenza di metastasi epatiche o con precedenti anamnestici di epatite, alcolismo, o cirrosi epatica puĂ² condurre ad una esacerbazione della compromissione epatica di base.

Controlli della funzionalitĂ  epatica e renale (comprendenti test virologici) devono essere effettuati periodicamente.

Radioterapia concomitante

Radioterapia concomitante (effettuata contemporaneamente o separatamente entro un intervallo di tempo ? a 7 giorni): è stata riportata tossicità (vedere paragrafo 4.5 per dettaglì e raccomandazìonì d’uso).

Vaccini vivi

Nei pazienti in trattamento con gemcitabina non sono raccomandati il vaccino per la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati (vedere paragrafo 4.5).

Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile

Segnalazioni relative alla sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES) con conseguenze potenzialmente gravi sono state riportate in pazienti che avevano ricevuto gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici. Ipertensione acuta e attività convulsiva sono state riportate nella maggior parte dei pazienti che avevano avuto la PRES, ma potrebbero anche essere presenti altri sintomi quali emicrania, letargia, confusione e cecità. La diagnosi è confermata in modo ottimale dalla risonanza magnetica (MRI). La PRES era tipicamente reversibile con appropriati provvedimenti di supporto. Nel caso la PRES dovesse svilupparsi durante la terapia con gemcitabina, questa deve essere interrotta in maniera definitiva ed attuate misure di supporto, compreso il controllo della pressione sanguigna ed un trattamento anti-convulsivo.

Manifestazioni cardiovascolari

A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con gemcitabina, si deve fare particolare attenzione nei pazienti che presentano una storia di eventi cardiovascolari.

Sindrome da aumentata permeabilitĂ  capillare

In pazienti trattati con gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici è stata riportata la sindrome da aumentata permeabilità capillare (vedere paragrafo 4.8). Questa condizione è abitualmente curabile se riconosciuta precocemente e gestita in maniera appropriata, ma sono stati riportati casi fatali. La condizione determina una iperpermeabilità capillare sistemica durante la quale liquidi e proteine passano dallo spazio intravascolare in quello interstiziale. Le caratteristiche cliniche includono edema generalizzato, aumento di peso, ipoalbuminemia, grave ipotensione, compromissione renale acuta ed edema polmonare. Se durante la terapia si sviluppa la sindrome da

aumentata permeabilitĂ  capillare la somministrazione di gemcitabina deve essere interrotta e devono essere attuate misure di sostegno. La sindrome da aumentata permeabilitĂ  capillare puĂ² verificarsi in cicli successivi ed in letteratura è stata associata con la sindrome da distress respiratorio dell’adulto.

Manifestazioni polmonari

Manifestazioni polmonari, talvolta gravi [come l’edema polmonare, la polmonite interstiziale, o la sindrome da distress respiratorio dell’adulto (ARDS)], sono state riscontrate durante terapia con gemcitabina. Se si verificano tali manifestazioni, considerare la possibilitĂ  di interrompere il trattamento con gemcitabina. L’impiego tempestivo di misure di supporto adeguate puĂ² contribuire a migliorare il quadro clinico.

Manifestazioni renali

Sindrome emolitico uremica

Nei pazienti in trattamento con gemcitabina sono state raramente riportate segnalazioni cliniche (dati successivi alla commercializzazione) compatibili con una sindrome emolitico uremica (HUS) (vedere paragrafo 4.8). La HUS è un disturbo potenzialmente letale. Il trattamento con gemcitabina deve essere interrotto ai primi segni di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell’emoglobina associata a trombocitopenia, innalzamento della bilirubinemia, della creatininemia, dell’uremia, o della LDH. Il danno renale puĂ² non essere reversibile anche dopo l’interruzione del trattamento ed in tali casi dovrĂ  essere preso in considerazione il ricorso alla dialisi.

FertilitĂ 

Studi sulla fertilità hanno dimostrato che la gemcitabina causa una ipospermatogenesi nel topo maschio (vedere paragrafo 5.3). Per questo motivo, gli uomini in trattamento con gemcitabina sono consigliati di non procreare durante il trattamento e nei 6 mesi successivi. A seguito della possibilità che il trattamento con gemcitabina causi un’infertilità irreversibile, si consiglia agli uomini di chiedere informazioni sulle modalità di crioconservazione dello sperma prima di cominciare il trattamento (vedere paragrafo 4.6).

Sodio

Gemzar 200 mg contiene 3,5 mg (<1 mmol) di sodio per flaconcino cioè sostanzialmente è privo di sodio.

Gemzar 1.000 mg contiene 17,5 mg (< 1 mmol) di sodio per flaconcino cioè sostanzialmente è privo di sodio.


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

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Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

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Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco