Premelle: effetti collaterali e controindicazioni

Premelle: effetti collaterali e controindicazioni

Premelle c (Estrogeni Coniugati Naturali + Medrossiprogesterone Acetato) è un farmaco spesso utilizzato per le seguenti malattie:

Premelle C è indicato per il trattamento delle seguenti condizioni in donne con utero integro.

1. Sintomi vasomotori da moderati a gravi associati a carenza estrogenica.

2. Vaginite atrofica

3. Uretrite atrofica

4. Prevenzione e trattamento dell’osteoporosi associata a carenza estrogenica.

Premelle c: effetti collaterali

Come tutti i farmaci, perĂ², anche Premelle c ha effetti collaterali (chiamati anche “effetti indesiderati”), reazioni avverse e controindicazioni che, se spesso sono poco rilevanti dal punto di vista clinico (piccoli disturbi sopportabili), talvolta possono essere assai gravi ed imprevedibili.

Diventa quindi importantissimo, prima di iniziare la terapia con Premelle c, conoscerne le controindicazioni, le speciali avvertenze per l’uso e gli effetti collaterali, in modo da poterli segnalare, alla prima comparsa, al medico curante o direttamente all’ Agenzia Italiana per il FArmaco (A.I.FA.).

Premelle c: controindicazioni

Cancro mammario sospetto o accertato

Neoplasia estrogeno-dipendente accertata o sospetta

Gravidanza accertata o presunta

Emorragia genitale anormale non diagnosticata

Tromboflebiti, trombosi o processi tromboembolici in atto o nell’anamnesi

Disfunzioni e malattie epatiche

Ipersensibilità individuale accertata verso i componenti o sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico.

Premelle c: effetti collaterali

Gli effetti indesiderati più gravi associati all’uso degli estrogeni e dei progestinici sono indicati nel paragrafo “Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso”. I seguenti ulteriori effetti collaterali sono stati riportati a seguito di terapia estrogenica e/o progestinica:

APPARATO UROGENITALE: emorragia vaginale

APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO: tromboembolia venosa, embolia polmonare

GHIANDOLE MAMMARIE: dolore, dolorabilità al tatto, ingrossamento

APPARATO DIGERENTE: nausea, crampi addominali, flatulenza, colelitiasi, ittero colestatico, pancreatite

CUTE: alopecia, rash, prurito, irsutismo

APPARATO OCULARE: disturbi visivi

SISTEMA NERVOSO CENTRALE: cefalea, nervosismo

ALTRI EFFETTI: aumento o diminuzione del peso, edema, aggravamento della porfiria.

Premelle c: avvertenze per l’uso

Le dosi di Premelle C nella terapia ormonale sostitutiva non devono superare le dosi raccomandate.

Attualmente i dati clinici disponibili (derivati dalla valutazione dei dati emersi da cinquantuno studi epidemiologici) suggeriscono che nelle donne in postmenopausa che si sottopongano o si siano sottoposte a terapia ormonale sostitutiva (HRT), vi sia un aumento da lieve a moderato della probabilità di diagnosi di cancro mammario. Ciò può essere dovuto sia ad una diagnosi precoce nelle pazienti trattate, che ad un reale effetto della HRT, che alla combinazione di ambedue.

La probabilità di porre diagnosi di cancro mammario aumenta con la durata del trattamento e sembra ritornare al valore iniziale dopo cinque anni dalla sospensione della HRT. Il cancro mammario diagnosticato in pazienti che usino o abbiano usato recentemente HRT sembrerebbe di natura meno invasiva di quello trovato in donne non trattate.

Nelle donne di età compresa tra i cinquanta e i settanta anni, che non usano HRT, viene diagnosticato il cancro mammario a circa quarantacinque soggetti ogni mille, con un aumento legato all’età.

È stato stimato che nelle donne che fanno uso di HRT, per almeno cinque anni, il numero di casi supplementari di diagnosi di cancro mammario sarà tra due e dodici per ogni mille soggetti, ciò in relazione all’età in cui le pazienti iniziano il trattamento e alla durata dello stesso.

È importante che il medico discuta l’aumento di probabilità di diagnosi di cancro mammario con la paziente candidata a terapia a lungo termine, valutandolo in relazione ai benefici della HRT.

Le donne sottoposte a questa terapia devono sottoporsi a regolari esami delle mammelle e dovrebbero essere istruite ad effettuare l’autopalpazione.

Donne in terapia estrogeno-sostitutiva sola o combinata con progestinici, hanno mostrato un aumentato rischio di tromboflebite e/o malattia tromboembolica.

Un grande studio clinico prospettivo condotto sull’uomo ha mostrato che alte dosi di estrogeni (5 mg al giomo di estrogeni coniugati), paragonabili a quelle utilizzate per il trattamento del carcinoma della prostata e della mammella, aumentano il rischio di infarto del miocardio non fatale, di embolia polmonare e tromboflebite. Il medico deve essere consapevole della possibilità di disturbi trombotici (comprendenti tromboflebite, trombosi della retina, embolia cerebrale e polmonare) durante la terapia ormonale sostitutiva ed essere attento alle primissime manifestazioni di questi disturbi (emicrania o cefalea intensa, turbe della coscienza o della motilità volontaria, afasia, turbe del visus, dispnea, ecc.). Se uno qualsiasi di questi si manifestasse o vi fosse il sospetto, la terapia ormonale sostitutiva deve essere immediatamente interrotta. Non sono disponibili sufficienti informazioni riguardanti pazienti precedentemente affetti da malattia tromboembolica non associata all’uso di estrogeni.

Le pazienti con fattori di rischio per disturbi trombotici devono essere tenute sotto stretto controllo.

In generale fattori di rischio riconosciuti per il tromboembolismo venoso (VTE) includono la storia personale, la storia familiare (il verificarsi di VTE in un parente stretto, ad un’età relativamente precoce, può indicare una predisposizione genetica) e l’obesità grave. Il rischio di VTE aumenta anche con l’età. Non esiste accordo circa il possibile ruolo delle vene varicose nel VTE.

Il rischio di VTE può essere temporaneamente aumentato da immobilizzazione prolungata, da interventi chirurgici maggiori elettivi o post-traumatici o traumi maggiori. A seconda della natura dell’evento e della durata dell’immobilizzazione, dovrebbe essere presa in considerazione una temporanea interruzione della HRT.

Aumenti occasionali della pressione sanguigna, durante la terapia estrogeno-sostitutiva, sono stati attribuiti a reazioni idiosincratiche agli estrogeni. Più frequentemente, la pressione sanguigna è rimasta invariata o è diminuita. Durante l’utilizzo di estrogeni la pressione sanguigna deve essere controllata ad intervalli regolari.

Se si verificasse un’improvvisa perdita della vista, parziale o completa, o se verificasse un inizio di proptosi, diplopia, o emicrania Premelle C deve essere sospeso in attesa di una valutazione. Se tale valutazione rivelasse papilledema o lesioni vascolari retiniche, la somministrazione del farmaco deve essere definitivamente interrotta.

È stato riportato un aumento del rischio di patologia della colecisti in donne che avevano assunto estrogeni per la postmenopausa.

Prima di iniziare o riprendere la terapia ormonale sostitutiva (HRT), oltre ad eseguire una visita generale e ginecologica, dovrebbe essere valutata l’anamnesi personale e familiare della paziente, alla luce delle controindicazioni e delle avvertenze speciali e precauzioni per l’uso.

Durante il trattamento sono raccomandati controlli specialistici periodici la cui natura e frequenza va adattata alla paziente e vanno condotte ripetute visite del seno e/o mammografia in linea con i programmi di controllo consigliati per le donne sane, modificati secondo le necessità cliniche individuali.

Le valutazioni prima di iniziare il trattamento e i controlli periodici dovrebbero includere in particolare, la misurazione della pressione sanguigna, l’esame delle mammelle e degli organi addominali e pelvici. Inoltre dovrebbe essere effettuato uno striscio di Papanicolaou.

Il monitoraggio clinico di tutte le donne che assumono associazioni estroprogestiniche è essenziale. Le pazienti in trattamento con Premelle C dovrebbero essere sottoposte a controlli, almeno una volta l’anno, per escludere l’iperplasia o il cancro dell’endometrio.

Alcune pazienti possono sviluppare manifestazioni indesiderate dovute ad eccessiva stimolazione estrogenica/progestinica quali emorragia uterina anormale o eccessiva, mastodinia, ecc. In caso di emorragia vaginale anormale devono essere intraprese adeguate misure diagnostiche, compresi, se necessario, prelievi endometriali per escludere la possibilità di patologie maligne.

Leiomiomi uterini preesistenti possono aumentare di grandezza durante l’uso di Premelle C.

Le pazienti con depressione nell’anamnesi devono essere tenute sotto controllo e il farmaco deve essere sospeso nel caso la depressione si ripresentasse in modo grave.

Sulla base di dati ottenuti con l’uso di contraccettivi, se possibile, la terapia estrogenica deve essere interrotta almeno 4 settimane prima di un intervento chirurgico se questo è associato ad un aumentato rischio di tromboembolia, oppure durante periodi di immobilizzazione prolungata.

Poichè Premelle C può causare un certo grado di ritenzione idrica, le condizioni che potrebbero essere influenzate da ciò, quali asma, epilessia, emicrania e disfunzioni cardiache o renali, richiedono una attenta osservazione.

In un grande studio prospettivo condotto principalmente su donne anziane in postmenopausa (età media 67 anni al momento dell’entrata nello studio) con patologia coronarica cardiaca (CHD) documentata, il trattamento con estro-progestinici non ha ridotto la percentuale totale di recidive di eventi di CHD (morte o infarti del miocardio non fatali) durante un follow-up medio di 4,1 anni. Documentata CHD è definita dalla presenza di una o più delle seguenti condizioni: pregresso infarto miocardico, pregressa rivascolarizzazione percutanea meccanica, pregresso intervento chirurgico di innesto di by-pass coronarico, oppure evidenza angiografica di una occlusione maggiore del 50% di uno o più rami maggiori delle arterie coronarie. Durante il primo anno di trattamento, l’incidenza di eventi di CHD è stata maggiore nel gruppo trattato con ormoni rispetto al gruppo trattato con placebo, dal 3° al 5° anno di trattamento, l’incidenza è risultata più bassa nel gruppo in trattamento ormonale. Queste tendenze sono state osservate anche in uno studio epidemiologico seguente su donne in postmenopausa con CHD conclamata. Osservazioni preliminari da un grande studio in corso, randomizzato e controllato con placebo, suggeriscono la presenza di un piccolo iniziale aumento nel numero di attacchi cardiaci, ictus e VTE in donne senza CHD conclamata in trattamento con estrogeni da soli o in combinazione con progestinici rispetto alle donne trattate con placebo. Con il tempo, questa differenza sembra diminuire e potrebbe anche scomparire.

I medici devono valutare attentamente i potenziali rischi e benefici della terapia per ogni singolo paziente.

La terapia estrogenica può essere associata a massivi aumenti dei trigliceridi nel plasma conducendo a pancreatiti o ad altre complicazioni in pazienti con difetti familiari del metabolismo lipoproteico.

Premelle C dovrebbe essere usato con cautela in pazienti con disfunzioni del metabolismo osseo associate ad ipercalcemia e insufficienza renale.

È stata osservata una modificazione nella tolleranza al glucosio in alcune pazienti sottoposte a terapia con estrogeni/progestinici. Sono stati riscontrati ridotti livelli endogeni di insulina durante la terapia ormonale sostitutiva. Le pazienti diabetiche devono essere attentamente osservate durante l’assunzione di Premelle C.

Le pazienti devono essere informate che la ricomparsa dei flussi mestruali durante la terapia estrogenica sostitutiva, nelle donne in post-menopausa, non è indice di fertilità. Non ci sono dati a supporto dell’uso di Premelle C come appropriata forma di contraccezione. Le donne potenzialmente fertili che assumono Premelle C richiedono un metodo contraccettivo e devono essere informate della necessità di adottare un metodo contraccettivo non ormonale.

Dovrebbero essere strettamente controllate le pazienti con storia familiare di neoplasie e quelle che soffrano o abbiano sofferto delle patologie che seguono:

Colestasi ricorrente o prurito insistente durante la gravidanza

Alterazioni della funzionalità epatica

Insufficienza renale o cardiaca

Noduli al seno o mastopatia fibrocistica

Epilessia

– Asma

– Otospongiosi

– Diabete mellito

– Sclerosi multipla

– Lupus eritematoso sistemico


Ricordiamo che anche i cittadini possono segnalare gli effetti collaterali dei farmaci.

In questa pagina si trovano le istruzioni per la segnalazione:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/reazioni-avverse-da-farmaci/

Questo invece è il modulo da compilare e da inviare al responsabile della farmacovigilanza della propria regione:

https://www.torrinomedica.it/wp-content/uploads/2019/11/scheda_aifa_cittadino_16.07.2012.pdf

Ed infine ecco l’elenco dei responsabili della farmacovigilanza con gli indirizzi email a cui inviare il modulo compilato:

https://www.torrinomedica.it/burocrazia-sanitaria/responsabili-farmacovigilanza/

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco