Acequide: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film (Quinapril Cloridrato + Idroclorotiazide): sicurezza e modo d’azione

Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film (Quinapril Cloridrato + Idroclorotiazide) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Trattamento dell’ipertensione in pazienti nei quali è appropriato il trattamento combinato con ACE- inibitore e diuretico.

Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film: come funziona?

Ma come funziona Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film

Categoria farmacoterapeutica: Inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE-inibitori) e diuretici – Codice ATC: C09BA06

Acequide è l’associazione fissa di un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), quinapril cloridrato e di un diuretico, idroclorotiazide.

Quinapril è chimicamente denominato acido [3S-[2[R*(R*)]],3R*]-2-[2-[[(1-etossicarbonil)-3- fenilpropil]amino]-1-ossopropil]-1,2,3,4,-tetraidro-3-isochinolin-carbossilico, monocloridrato.

Idroclorotiazide è denominata 6-cloro-7-solfamoil-3,4-diidro-(2H)-1,2,4-benzitiadiazina-1,1-diossido.

Meccanismo d’azione Quinapril
– Quinapril viene deesterificato a quinaprilato (quinapril diacido) , suo principale metabolita, potente inibitore dell’ACE umano e animale.

L’ACE è una peptidildipeptidasi che catalizza la conversione dell’angiotensina I nell’angiotensina II, sostanza ad azione vasocostrittrice.

L’angiotensina II stimola anche la secrezione surrenalica di aldosterone facilitando pertanto il riassorbimento renale del sodio e dei liquidi. L’effetto favorevole di quinapril nell’ipertensione risulta dall’inibizione dell’ACE sia a livello plasmatico che tissutale, con conseguente riduzione della formazione di angiotensina II e della secrezione di aldosterone. La rimozione del feed-back negativo da parte dell’angiotensina II sul rilascio di renina induce un aumento dell’attività reninica plasmatica (PRA).

Quinapril inibisce l’aumento della pressione causato dalla somministrazione endovenosa di angiotensina I mentre non antagonizza la risposta pressoria all’angiotensina II, alla noradrenalina o all’adrenalina.

Quinapril dimostra un’azione antiipertensiva anche in presenza di valori normali di PRA.

Poichè l’ACE è identico alla chininasi II, quinapril può interferire con la degradazione della bradichinina, un peptide con potente azione vasodilatatrice e modulare la sintesi della prostaglandina E2.

Inoltre quinapril attenua la stimolazione del rilascio di neurotrasmettitori simpatici da parte dell’angiotensina II. Queste azioni possono contribuire all’effetto vasodilatatore e alla riduzione della massa ventricolare sinistra, osservata con quinapril.

In studi negli animali l’effetto antiipertensivo di quinapril si protrae oltre il suo effetto sull’ACE circolante. L’inibizione dell’ACE tissutale si correla meglio con la durata dell’effetto antiipertensivo e questo può essere associato alle caratteristiche di legame con l’enzima dimostrate dal quinapril su ACE umano purificato.

La somministrazione di 10-40 mg di quinapril a pazienti con ipertensione di ogni grado provoca una riduzione della pressione arteriosa sistolica e diastolica con effetti trascurabili sulla frequenza cardiaca. L’attività antiipertensiva si manifesta già entro 1 ora dalla somministrazione, raggiungendo la massima intensità dopo 2-4 ore. In alcuni pazienti la massima risposta antiipertensiva può richiedere da 2 a 4 settimane di terapia. Alle dosi consigliate l’azione antiipertensiva si mantiene per 24 ore.

Studi emodinamici in pazienti con ipertensione hanno dimostrato che la riduzione della pressione arteriosa indotta dal quinapril è accompagnata da una riduzione delle resistenze vascolari periferiche e renali senza variazioni negative della frequenza cardiaca, dell’indice cardiaco, del flusso ematico renale, della velocità di filtrazione glomerulare e della frazione di filtrazione.

A parità di dosaggio giornaliero, gli effetti terapeutici sono gli stessi nei giovani e negli anziani ( ? 65 anni), senza aumento di effetti collaterali in questi ultimi.

Due grandi studi randomizzati e controllati (ONTARGET (ONgoing Telmisartan Alone and in combination with Ramipril Global Endpoint Trial) e VA Nephron-D (The Veterans Affairs Nephropathy in Diabetes)) hanno esaminato l’uso della combinazione di un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dell’angiotensina II. ONTARGET è uno studio condotto in pazienti con anamnesi di patologia cardiovascolare o cerebrovascolare, o diabete mellito tipo 2 associato all’evidenza di danno d’organo. VA NEPHRON-D è uno studio condotto in pazienti con diabete mellito tipo 2 e nefropatia diabetica. Questi studi non hanno dimostrato alcun significativo effetto benefico sugli esiti e sulla mortalità renale e/o cardiovascolare, mentre è stato osservato un aumento del rischio di iperpotassiemia, danno renale acuto e/o

ipotensione rispetto alla monoterapia. Questi risultati sono pertinenti anche per gli altri ACE-inibitori e per gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, date le loro simili proprietà farmacodinamiche. Gli ACE- inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono quindi essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. ALTITUDE (Aliskiren Trial in Type 2 Diabetes Using Cardiovascular and Renal Disease Endpoints) è uno studio volto a verificare il vantaggio di aggiungere aliskiren ad una terapia standard di un ACE-inibitore o un antagonista del recettore dell’angiotensina II in pazienti con diabete mellito di tipo 2 e malattia renale cronica, malattia cardiovascolare, o entrambe. Lo studio è stato interrotto precocemente a causa di un aumentato rischio di eventi avversi. Morte cardiovascolare e ictus sono stati entrambi numericamente più frequenti nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo e gli eventi avversi e gli eventi avversi gravi di interesse (iperpotassiemia, ipotensione e disfunzione renale) sono stati riportati più frequentemente nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo.

Meccanismo d’azione Idroclorotiazide – Il meccanismo alla base dell’attività antiipertensiva dei diuretici è sconosciuto. Durante somministrazione cronica le resistenze vascolari vengono ridotte, probabilmente a causa delle variazioni nel bilancio del sodio.

Idroclorotiazide agisce aumentando l’eliminazione di sodio e cloruri e del volume di acqua corrispondente. Idroclorotiazide aumenta anche l’escrezione di potassio e bicarbonati e diminuisce l’escrezione di calcio.

Quinapril + idroclorotiazide – La somministrazione contemporanea di quinapril e idroclorotiazide provoca una maggiore riduzione della pressione arteriosa rispetto a quella indotta dai singoli farmaci: ciò è dovuto all’attivazione del sistema renina/angiotensina da parte di idroclorotiazide.

Quinapril antagonizza la perdita di potassio ed altri effetti metabolici negativi indotti da idroclorotiazide.


Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film

Quinapril – Dopo somministrazione orale, il picco plasmatico di quinapril è raggiunto entro 1 ora con una percentuale di assorbimento valutata in circa il 60% in base al recupero urinario di quinapril e dei suoi metaboliti. L’assorbimento di quinapril non è influenzato dal cibo. Quinapril è deesterificato nel suo maggiore metabolita attivo, quinaprilato, potente inibitore dell’ACE e dà luogo ad altri minori metaboliti inattivi. Quinapril ha un’emivita plasmatica apparente di circa 1 ora. Picchi plasmatici di quinaprilato si ottengono circa 2 ore dopo la somministrazione orale di quinapril. Quinaprilato è eliminato principalmente per via renale con un’emivita effettiva di accumulo di 3 ore.

Circa il 97% di quinapril o quinaprilato circolanti nel plasma è legato alle proteine.

In pazienti con insufficienza renale l’emivita apparente di eliminazione di quinaprilato aumenta col diminuire della clearance della creatinina. È stata rilevata una correlazione lineare tra la clearance plasmatica di quinaprilato e la clearance della creatinina.

Studi farmacocinetici in pazienti con nefropatie allo stadio finale in emodialisi o sotto dialisi peritoneale continua hanno indicato che la dialisi non rimuove sostanzialmente quinapril e quinaprilato.

L’eliminazione di quinaprilato è ridotta negli anziani (? 65 anni) ed è ben correlata con il livello della funzionalità renale (vedere paragrafo 4.2). Studi nel ratto hanno indicato che quinapril e i suoi metaboliti non passano la barriera ematoencefalica.

Idroclorotiazide – Dopo somministrazione orale di idroclorotiazide l’effetto diuretico si instaura entro due ore, raggiunge il massimo in circa 4 ore e dura da 6 a 12 ore. Idroclorotiazide è eliminata inalterata per via renale. L’emivita plasmatica, valutata con monitoraggio dei livelli plasmatici per almeno 24 ore, è risultata compresa tra 4 e 15 ore.

Almeno il 61% della dose orale è eliminata inalterata entro 24 ore.

Idroclorotiazide attraversa la barriera placentare ma non la barriera ematoencefalica.

Quinapril + idroclorotiazide – La somministrazione contemporanea di quinapril e idroclorotiazide non altera la farmacocinetica dei singoli farmaci.

Allattamento

Dopo una singola dose orale di 20 mg di quinapril in sei donne che allattavano, il L/P

(rapporto latte/plasma) per quinapril era 0,12. Quinapril non era riscontrato nel latte 4 ore dopo la somministrazione della dose. Livelli nel latte di quinalaprilat erano irrilevabili (<5?g/L) in tutto il periodo esaminato. E’ stimato che un neonato allattato al seno riceverebbe circa 1,6 % della dose materna di quinapril aggiustata per il peso.


Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film: dati sulla sicurezza

Quinapril – La tossicità di quinapril è stata studiata esaurientemente nel topo, nel ratto e nel cane.

Quinapril è da ritenersi relativamente poco tossico: la DL50 per via orale è di 1440-2150 mg/Kg nel topo e di 3541-4280 mg/Kg nel ratto.

Dosaggi di quinapril compresi fra 10 e 100 mg/Kg somministrati nel ratto per periodi fino a 12 mesi non hanno determinato un aumento della mortalità e sono stati complessivamente ben tollerati; sono state osservate modeste diminuzioni dell’accrescimento corporeo e della glicemia ed aumento dell’azotemia. Nel cane trattato con dosi fino a 100 mg/Kg per 12 mesi non si è manifestato alcun effetto tossico.

Studi sulla funzione riproduttiva non hanno mostrato effetti negativi sulla fertilità dei soggetti trattati né della progenie fino alla dose di 100 mg/Kg/die (equivalente a 60 volte la dose massima giornaliera umana). Non sono stati osservati effetti di fetotossicità o di teratogenicità nei ratti fino alla dose di 300 mg/Kg/die. Quinapril non è risultato teratogeno nel coniglio; tuttavia come altri ACE-inibitori ha manifestato tossicità materna ed embriotossicità. Quinapril non è risultato cancerogeno nel topo e nel ratto a dosi fino a 75 e 100 mg/Kg/die per 104 settimane.

Sia quinapril che quinaprilato non presentano azione mutagena nel test di Ames sulla Salmonella typhimurium, con o senza attivazione metabolica. Inoltre quinapril si è dimostrato privo di effetto mutageno nel test di mutazione genica in vitro su cellule di mammifero nel test di scambio tra cromatidi fratelli su cellule di mammifero in vitro, nel test del micronucleo nel topo, nel test di aberrazione cromosomica eseguito in vitro su cellule V79 di polmone e in un test citogenetico in vivo nel midollo osseo del ratto.

Idroclorotiazide – Idroclorotiazide non è mutageno in vitro nel test di Ames fino ad una concentrazione di 5 mg per piastra usando i ceppi TA 98 e TA 100. Campioni di urine di pazienti trattati con idroclorotiazide non hanno dimostrato effetto mutageno nello stesso test.

Idroclorotiazide induce scambio fra cromatidi fratelli ma non aberrazioni cromosomiche nelle cellule di ovaio di Hamster cinese con o senza attivazione metabolica.

Idroclorotiazide induce mutazioni in cellule di linfoma murino ad alte concentrazioni e, come molti altri farmaci, induce non-disgiunzione nell’Aspergillus nidulans.

Quinapril + idroclorotiazide – In studi di tossicità acuta con la combinazione, la dose letale orale mediana è stata di 1063 mg + 664 mg per Kg nel topo e di 4640 mg + 2896 mg per Kg nel ratto.

Dopo 13 settimane nel ratto si è osservato nessun effetto letale fino a 20 mg + 12,5 mg per Kg e solo lesioni renali in accordo con quanto atteso dopo somministrazione con un ACE inibitore, alla stessa dose massimale; nel cane non si è osservata nessuna morte fino a 20 mg + 12,5 mg per Kg e lesioni renali a dosi di 1,6 mg + 1 mg per Kg.

Studi di teratogenesi sono stati condotti nel ratto e nel coniglio con dosi fino a 150 mg + 93 mg per Kg. Tossicità materna con diminuzione del peso corporeo si è osservata nel ratto e nel coniglio alle dosi rispettivamente di 50 mg + 31,3 mg per Kg e 0,5 mg + 0,31 mg per Kg.

Diminuito peso dei feti è stato riportato nel ratto a partire da dosi di 5 mg + 3,1 mg per Kg e diminuita ossificazione scheletrica è stata osservata a partire da dosi di 50 mg + 31,3 mg per Kg.

Nessuna fetotossicità è stata riportata nel coniglio fino a dosi di 0,5 mg + 0,31 mg per Kg. Nessun segno di teratogenicità è stato riportato sia nel ratto che nel coniglio.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film

Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film: interazioni

Chirurgia/Anestesia

In pazienti sottoposti a interventi di alta chirurgia o ad anestesia generale gli ACE-inibitori possono bloccare la formazione di angiotensina II secondaria alla liberazione compensatoria di renina.

Questo può condurre ad una ipotensione o persino shock ipotensivo che può essere corretto espandendo la volemia.

Prima di essere sottoposto ad un intervento chirurgico e/o ad anestesia generale, il paziente deve avvisare il medico di essere in terapia con un ACE-inibitore.

Stenosi aortica/Cardiomiopatia ipertrofica

Gli ACE-inibitori devono essere impiegati con cautela in pazienti con ostruzione del tratto uscente del ventricolo sinistro.

Neutropenia/Agranulocitosi

Gli ACE-inibitori sono stati associati ad agranulocitosi e depressione midollare, raramente in pazienti non complicati, più frequentemente in pazienti con compromissione renale, specialmente in presenza di collagenopatie vascolari, ad esempio lupus erythematosus, sclerodermia e in terapia con immunosoppressori. L’effetto risulta reversibile alla sospensione dell’ACE-inibitore.

Raramente sono stati riportati casi di agranulocitosi attribuibili a quinapril. Come con altri ACE-inibitori, è comunque opportuno eseguire controlli periodici del numero dei globuli bianchi nei pazienti con collagenopatia vascolare e/o nefropatia trattati con Acequide.

I pazienti devono riferire prontamente al medico il verificarsi di ogni infezione (per esempio mal di gola o febbre) che non si risolva entro due o tre giorni.

Proteinuria

Può verificarsi proteinuria specialmente in pazienti con compromissione della funzionalità renale preesistente o in trattamento con dosi relativamente alte di ACE-inibitori.

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS)

Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafì 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

Alterazioni degli elettroliti sierici / Alterazioni metaboliche ed endocrine

La valutazione degli elettroliti sierici deve essere effettuata ad intervalli opportuni per rilevare possibili segni di alterazioni del bilancio elettrolitico.

La determinazione degli elettroliti sierici e urinari è particolarmente importante in caso di vomito abbondante o trattamento con fluidi per via parenterale.

Come con altri ACE-inibitori, pazienti trattati con quinapril in monoterapia possono aver manifestato incrementi dei livelli di potassio sierici. L’iperkaliemia può verificarsi durante il trattamento con ACE- inibitori, specialmente in presenza di insufficienza renale e/o cardiaca, diabete mellito o l’impiego concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio e/o sostituti salini contenenti potassio (vedere paragrafo 4.5).

Laddove l’impiego concomitante dei suddetti agenti fosse ritenuto opportuno, occorre effettuare iniziali e periodiche determinazioni del potassio e di altri elettrolitici sierici.

Con Acequide, che già contiene idroclorotiazide, non è raccomandata l’aggiunta di un diuretico risparmiatore di potassio.

I pazienti devono essere avvertiti di non usare sostituti del sale contenenti potassio senza consultare il medico.

La terapia tiazidica è stata associata a segni di alterazioni del bilancio idroelettrolitico incluse ipokaliemia, iponatriemia e alcalosi ipocloremica. Tuttavia, poichè quinapril riduce la produzione di aldosterone, la sua associazione al diuretico attenua la perdita di potassio indotta da quest’ultimo.

In alcuni pazienti in terapia tiazidica, si possono verificare iperuricemia, o precipitazione della gotta. La combinazione con quinapril può attenuare l’effetto iperuricemico di idroclorotiazide.

I tiazidici aumentano l’escrezione urinaria di magnesio, provocando ipomagnesiemia e riducono l’escrezione di calcio causando eventualmente intermittenti e lievi elevazioni del calcio sierico anche in assenza di riconosciuti disturbi del metabolismo del calcio. Una ipercalcemia elevata può essere indicativa di un latente iperparatiroidismo.

Il trattamento tiazidico deve essere interrotto prima di condurre test della funzione paratiroidea.

Nei pazienti diabetici può essere richiesto un aggiustamento della dose di insulina o degli ipoglicemizzanti orali (vedere paragrafo 4.5).

I diuretici tiazidici possono indurre iperglicemia e pertanto un diabete mellito latente può diventare manifesto. L’effetto antiipertensivo del farmaco può essere aumentato nei pazienti sottoposti a simpaticectomia.

La terapia con diuretici tiazidici può essere associata con un aumento del colesterolo e dei trigliceridi plasmatici.

Medicinale contenente lattosio quindi non adatto per i soggetti con deficit di lattasi, galattosemia o sindrome da malassorbimento di glucosio/galattosio.

Gravidanza

La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.

Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafì 4.3 e 4.6).

Interazioni con altri farmaci ed altre forme di interazione

Agenti che aumentano il potassio sierico: Durante la terapia con Acequide non è raccomandato l’uso di diuretici risparmiatori di potassio, di supplementi di potassio o di sostituti del sale contenenti potassio, a causa del rischio di iperpotassiemia (vedere paragrafo 4.4 ).

Tetracicline ed altri farmaci che interagiscono con il magnesio: La somministrazione contemporanea di Acequide e tetracicline riduce l’assorbimento di quest’ultime del 28-37%. Il diminuito assorbimento delle tetracicline è dovuto alla presenza del magnesio carbonato come eccipiente nella formulazione di Acequide. Questa interazione deve essere considerata in caso di terapia contemporanea con Acequide e tetracicline.

Altri diuretici: Acequide contiene un diuretico. L’impiego concomitante di un altro diuretico può avere un effetto additivo; i pazienti in trattamento con diuretici, specialmente i pazienti sale/volume depleti, possono manifestare una eccessiva riduzione della pressione arteriosa all’inizio della terapia o all’aumento della posologia dell’ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.4).

Litio: Aumentati livelli sierici di litio e sintomi di tossicità da litio sono stati osservati in pazienti trattati contemporaneamente con litio e ACE-inibitori o con litio e diuretici tiazidici. Pertanto, durante trattamento concomitante con Acequide e sali di litio, i livelli sierici di litio devono essere monitorati frequentemente.

Anestetici: Gli ACE-inibitori possono potenziare gli effetti ipotensivi di alcuni anestetici (vedere paragrafo 4.4).

Narcotici / Antipsicotici: Si può verificare ipotensione ortostatica (vedere paragrafo 4.4).

Altri antiipertensivi: Possono verificarsi effetti additivi o potenziamento.

I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafì 4.3, 4.4 e 5.1).

Allopurinolo, citostatici o agenti immunosoppressori, corticosteroidi sistemici o procainamide: La concomitante somministrazione con ACE-inibitori può indurre un aumentato rischio di leucopenia.

Anti-infiammatori non steroidei (FANS): La somministrazione di un farmaco antiinfiammatorio non steroideo può ridurre l’effetto antiipertensivo di un ACE-inibitore. È stato inoltre descritto che FANS e ACE-inibitori esercitano un effetto additivo nell’aumento del potassio sierico, mentre la funzionalità renale può diminuire. Questi effetti, reversibili, si verificano specialmente in pazienti con compromessa funzionalità renale.

In alcuni pazienti la somministrazione di antiinfiammatori non steroidei può ridurre l’effetto diuretico, natriuretico e antiipertensivo dei tiazidici. Pertanto, quando Acequide viene usato contemporaneamente ad anti-infiammatori non steroidei, il paziente dovrà essere osservato accuratamente per verificare l’effetto antiipertensivo di Acequide.

Simpaticomimetici: Possono ridurre l’effetto antiipertensivo degli ACE-inibitori; i pazienti dovrebbero pertanto essere attentamente monitorati per avere conferma che l’effetto desiderato sia stato raggiunto.

I tiazidici possono diminuire la risposta alle amine pressorie (ad esempio noradrenalina), tuttavia non tale da precluderne il loro uso.

Alcool / Barbiturici: Può verificarsi un potenziamento dell’ipotensione ortostatica.

Farmaci antidiabetici (ipoglicemizzanti orali e insulina): Può essere richiesto un aggiustamento del dosaggio del farmaco antidiabetico.

Corticosteroidi / ACTH: Intensificano la deplezione elettrolitica, in particolare l’ipokaliemia.

Rilassanti muscolari non depolarizzanti (ad esempio tubocurarina): I tiazidici possono aumentare la risposta ai miorilassanti.

Antiacidi / Cibo: Possono ridurre la biodisponibilità degli ACE-inibitori.

Altri farmaci: Non sono state evidenziate interazioni clinicamente importanti con somministrazioni concomitanti di quinapril e propranololo, digossina, warfarina e cimetidina.


Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Acequide 20 mg + 12,5 mg compresse rivestite con film: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

La capacità di operare in attività come il manovrare macchine o guidare un veicolo a motore può risultare ridotta, specialmente all’inizio della terapia con Acequide.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco