Triasporin: è un farmaco sicuro? Come funziona?

Triasporin 10 mg/ml soluzione orale (Itraconazolo): sicurezza e modo d’azione

Triasporin 10 mg/ml soluzione orale (Itraconazolo) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

TRIASPORIN soluzione orale è indicato:

Per il trattamento della candidosi orale e/o esofagea dei pazienti HIV- positivi o di altri pazienti immunocompromessi.

Per la profilassi delle infezioni micotiche profonde sensibili all’itraconazolo, quando la terapia standard si ritenga inadeguata, in pazienti con tumori ematici o destinati a trapianto di midollo osseo nei quali è prevedibile la comparsa di neutropenia (i.e. < 500 cell/?l). Al momento non sono disponibili sufficienti dati di efficacia nella prevenzione dell’aspergillosi.

Considerare con attenzione eventuali linee-guida nazionali e/o locali per l’utilizzo appropriato dei farmaci antimicotici.

Triasporin 10 mg/ml soluzione orale: come funziona?

Ma come funziona Triasporin 10 mg/ml soluzione orale? Qual è il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Triasporin 10 mg/ml soluzione orale

Categoria farmacoterapeutica: Antimicotici per uso sistemico, derivati triazolici.

Codice ATC: J02A C02

Meccanismo d’azione

L’itraconazolo inibisce l’enzima fungino 14? demetilasi, causando una deplezione dell’ergosterolo e la distruzione della sintesi della membrana fungina.

Relazione Farmacocinetica/Farmacodinamica (PK/PD)

Per l’itraconazolo, e i triazoli in generale, la relazione PK/PD risulta poco chiara e complicata da una limitata conoscenza delle proprietà farmacocinetiche degli antifungini.

Meccanismo(i) di resistenza

La resistenza dei funghi agli azoli si manifesta lentamente e spesso è il risultato di una serie di mutazioni genetiche. I meccanismi che sono stati descritti sono:

Iper-espressione del gene ERG11, che codifica per la 14-alfa-demetilasi

(enzima target)

Mutazioni puntiformi del gene ERG11 che provocano una diminuzione dell’affinità della 14-alfa-demetilasi per l’itraconazolo

Iper-espressione del trasportatore di membrana del farmaco che porta

ad un aumento dell’efflusso di itraconazolo dalla cellula fungina (cioè rimozione di itraconazolo dal suo target)

Resistenza crociata. Per Candida spp. è stata osservata una resistenza

crociata tra diversi membri della classe degli azoli anche se la resistenza ad uno di questi componenti non comporta necessariamente che vi sia resistenza agli altri azoli.

Breakpoints

Per l’itraconazolo non sono ancora disponibili breakpoints per i funghi utilizzando il metodo EUCAST.

Utilizzando il metodo CLSI, sono stati stabiliti breakpoints per l’itraconazolo ricavati da infezioni micotiche superficiali e solo per le specie di Candida. I breakpoints proposti dal CLSI sono: sensibile ? 0.125 mg/L e resistente

?

1mg/L.

La prevalenza della resistenza acquisita può variare a seconda delle aree geografiche e del periodo; sarebbe opportuno avere queste informazioni a livello locale, soprattutto in caso di trattamento di infezioni gravi. Quando necessario, se, a causa della resistenza locale, l’utilità del trattamento per alcune infezioni può risultare incerta, bisogna rivolgersi al parere di un esperto.

La sensibilità in vitro dei funghi all’itraconazolo dipende dalle dimensioni dell’inoculo, dalla temperatura di incubazione, dalla fase di crescita dei funghi e dal terreno di coltura utilizzato. Per questo motivo, la concentrazione minima inibente dell’itraconazolo può variare molto.

La sensibilità riportata nella tabella sottostante è basata su MIC90 < 1 mg di itraconazolo/L. Non esistono correlazioni tra la sensibilità in vitro e l’efficacia clinica.

Specie comunemente sensibili
Aspergillus spp.
2
Blastomyces dermatitidis1
Candida albicans
Candida parapsilosis
Cladosporium spp.
Coccidioides immitis1
Cryptococcus neoformans
Epidermophyton floccosum*
Fonsecaea spp.
1
Geotrichum spp.
Histoplasma spp.
Malassezia (in passato Pityrosporum) spp.
Microsporum spp.
Paracoccidioides brasiliensis1
Penicillium marneffei1
Pseudallescheria boydii
Sporothrix schenckii
Trichophyton spp.
Trichosporon spp.
Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema
Candida glabrata3
Candida krusei
Candida tropicalis3
Funghi intrinsecamente resistenti
Absidia spp.
Fusarium spp.
Mucor spp.
Rhizomucor spp.
Rhizopus spp.
Scedosporium proliferans
Scopulariopsis spp.

1 Si possono riscontrare questi funghi in pazienti tornati da viaggi al di fuori dell’Europa

2 Sono stati segnalati ceppi di Aspergillus fumigatus itraconazolo-resistenti

3 Sensibilità intrinseca intermedia

Popolazione pediatrica

La tollerabilità e la sicurezza di itraconazolo soluzione orale è stata studiata nella profilassi delle infezioni micotiche in 103 pazienti pediatrici neutropenici di età compresa tra 0 e 14 anni (mediana 5 anni) in uno studio in aperto non controllato di fase III. La maggior parte dei pazienti (78%) era stata sottoposta a trapianto di midollo allogenico per neoplasie ematologiche. Tutti i pazienti hanno ricevuto 5 mg/kg/die di itraconazolo soluzione orale come dose singola o in dosi frazionate. Non si sono potute ricavare conclusioni formali riguardanti l’efficacia, a causa del disegno dello studio. Gli eventi avversi più comuni considerati con sicurezza come possibilmente correlati ad itraconazolo sono stati vomito, alterazione della funzione epatica e dolore addominale.


Triasporin 10 mg/ml soluzione orale: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual è il meccanismo d’azione di Triasporin 10 mg/ml soluzione orale, ma è altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherà ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo più il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Triasporin 10 mg/ml soluzione orale

Itraconazolo

Caratteristiche farmacocinetiche generali

Le concentrazioni plasmatiche di picco di itraconazolo sono raggiunte entro 2,5 ore dalla somministrazione della soluzione orale. A causa della sua farmacocinetica non-lineare, l’itraconazolo si accumula nel plasma dopo somministrazione di dosi multiple. Le concentrazioni allo steady-state sono raggiunte generalmente entro circa 15 giorni, con valori di Cmax e valori di AUC 4-7 volte più elevati di quelli osservati dopo dose singola. Valori di Cmax allo steady-state di 2 mcg/ml vengono raggiunti dopo somministrazione di una dose orale di 200 mg una volta al giorno. L’emivita terminale di itraconazolo varia generalmente da 16 a 28 ore dopo dose singola e aumenta a 34-42 ore con dosi ripetute. Non appena interrotto il trattamento, le concentrazioni plasmatiche diminuiscono fino a raggiungere valori quasi non rilevabili entro 7- 14 giorni, in funzione della dose e della durata del trattamento. La clearance plasmatica totale media di itraconazolo dopo somministrazione endovenosa è di 278 ml/min. A dosi più elevate, la clearance di itraconazolo si riduce, a causa della saturazione del metabolismo epatico.

Assorbimento

L’itraconazolo viene rapidamente assorbito dopo somministrazione della soluzione orale. I livelli plasmatici di picco di itraconazolo vengono raggiunti entro 2,5 ore dalla somministrazione della soluzione orale assunta a stomaco vuoto. La biodisponibilità assoluta osservata di itraconazolo, se assunto a stomaco pieno, è di circa il 55% ed aumenta del 30% quando la soluzione orale è assunta a stomaco vuoto. A parità di dose, l’esposizione ad itraconazolo è superiore con la formulazione in soluzione orale rispetto alla formulazione in capsule (vedere paragrafo 4.4).

Distribuzione

La maggior parte di itraconazolo, nel plasma, è legato alle proteine (99,8%), in modo particolare all’albumina (99,6% per l’idrossi-metabolita). Esso ha anche una marcata affinità per i lipidi. Solo lo 0,2% dell’itraconazolo è presente nel plasma come farmaco libero. L’itraconazolo si distribuisce, nel corpo, secondo un ampio volume apparente (> 700 L), suggerendo un’ampia distribuzione tissutale. Le concentrazioni nel polmone, nel rene, nel fegato, nelle ossa, nello stomaco, nella milza e nel muscolo sono 2 o 3 volte più alte delle corrispondenti concentrazioni nel plasma, e la distribuzione nei tessuti cheratinizzati, in particolare nella cute, è fino a 4 volte più alta. Le concentrazioni nel liquido cerebrospinale sono molto più basse rispetto a quelle plasmatiche, tuttavia è stata dimostrata l’efficacia nelle infezioni del liquido cerebrospinale.

Metabolismo

L’itraconazolo è estesamente metabolizzato a livello epatico in un ampio numero di metaboliti.

Eliminazione

L’itraconazolo è escreto principalmente sotto forma di metaboliti inattivi nelle urine (35%) e nelle feci (54%) entro una settimana dalla somministrazione di una dose di soluzione orale. L’escrezione renale dell’itraconazolo e del suo metabolita attivo idrossi-itraconazolo è inferiore all’1% di una dose somministrata endovena. A seguito della somministrazione di una dose orale di farmaco radiomarcato, l’escrezione fecale di farmaco immodificato varia dal 3% al 18% della dose somministrata.

Poiché la ridistribuzione di itraconazolo dai tessuti cheratinizzati sembra essere trascurabile, l’eliminazione di itraconazolo da questi tessuti è legata al turnover epidermico. Diversamente a quanto accade nel plasma, l’itraconazolo permane nella cute per 2-4 settimane dopo la fine di un trattamento di 4 settimane e permane nella cheratina ungueale – ove si può rilevare già una settimana dopo l’inizio del trattamento – per almeno sei mesi dopo la fine di un trattamento di 3 mesi.

Popolazioni speciali

Compromissione epatica

L’itraconazolo è prevalentemente metabolizzato nel fegato.

E’ stato condotto uno studio di farmacocinetica somministrando una dose singola da 100 mg di itraconazolo capsule a 6 soggetti sani ed a 12 cirrotici. Nel gruppo dei soggetti cirrotici è stata riportata una riduzione statisticamente significativa nella Cmax media (47%) e un aumento di 2 volte dell’emivita di eliminazione (37? 17 ore vs 16? 5 ore) di itraconazolo rispetto ai soggetti sani. Tuttavia, l’esposizione totale all’itraconazolo, basata sull’AUC, era simile nei pazienti con cirrosi e nei soggetti sani. Non sono disponibili dati sull’assunzione a lungo termine di itraconazolo nei pazienti affetti da cirrosi (vedere paragrafì 4.2 e 4.4).

Compromissione renale

Sono disponibili dati limitati sull’uso di itraconazolo somministrato per via orale in pazienti con compromissione renale. Uno studio di farmacocinetica con una singola dose di itraconazolo da 200 mg (4 capsule da 50 mg) è stato condotto su tre gruppi di pazienti con compromissione renale (uremia: n=7; emodialisi: n=7; dialisi peritoneale ambulatoriale continua; n=5). Nei soggetti uremici con una clearance della creatinina media di 13 ml/min x 1,73 m2, l’esposizione, valutata sull’AUC, era leggermente ridotta rispetto ai parametri della popolazione normale. Questo studio non ha dimostrato alcun effetto significativo dell’emodialisi o della emodialisi peritoneale ambulatoriale continua sulla farmacocinetica di itraconazolo (Tmax, Cmax e AUC0-8h). La concentrazione plasmatica versus i profili temporali mostra ampie variazioni intersoggetto in tutti e tre i gruppi.

Dopo una singola dose somministrata per via endovenosa, le emivite terminali medie di itraconazolo nei pazienti con compromissione renale lieve (definita in questo studio come CrCl 50-79 ml/min), moderata (definita in questo studio come CrCl 20-49 ml/min) e grave (definita in questo studio come CrCl <20 ml/min) erano simili a quelle dei soggetti sani (range in media di 42-49 ore vs 48 ore rispettivamente nei pazienti con compromissione renale e nei soggetti sani). L’esposizione totale ad itraconazolo, valutata sulla base dell’AUC era

diminuita nei pazienti con compromissione renale moderata e grave rispettivamente di circa il 30% e 40%, rispetto ai soggetti con funzionalità renale normale.

Non sono disponibili dati sull’uso a lungo termine di itraconazolo in pazienti con compromissione renale. La dialisi non ha effetto sull’emivita o sulla clearance di itraconazolo o di idrossi-itraconazolo (vedere paragrafì 4.2 e 4.4).

Popolazione pediatrica

Sono stati condotti due studi di farmacocinetica in bambini neutropenici di età compresa tra 6 mesi e 14 anni ai quali itraconazolo soluzione orale è stato somministrato a dosi di 5 mg/kg una o due volte al giorno.

L’esposizione a itraconazolo è stata in qualche caso più alta nei bambini di età maggiore (6-14 anni) rispetto ai bambini di età inferiore. In tutti i bambini, concentrazioni plasmatiche efficaci di itraconazolo sono state raggiunte entro 3-5 giorni dall’inizio del trattamento e si sono mantenute nel corso della terapia.

Idrossipropil-?-ciclodestrina

La biodisponibilità orale dell’idrossipropil-?-ciclodestrina somministrata come solubilizzante della soluzione orale di itraconazolo è mediamente inferiore allo 0,5% ed è simile a quella dell’idrossipropil-?-ciclodestrina somministrata da sola. Questa bassa biodisponibilità dell’idrossipropil-?-ciclodestrina non viene modificata dalla presenza di cibo ed è simile sia dopo somministrazione singola che dopo somministrazioni ripetute.


Triasporin 10 mg/ml soluzione orale: è un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Triasporin 10 mg/ml soluzione orale agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Triasporin 10 mg/ml soluzione orale è un farmaco sicuro?

Prima di tutto è necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Triasporin 10 mg/ml soluzione orale: dati sulla sicurezza

Itraconazolo

Dati non clinici su itraconazolo non hanno dato indicazione di tossicità genetica, carcinogenicità primaria o compromissione della fertilità. Ad alte dosi si sono osservati effetti sulla corteccia surrenale, sul fegato e sul sistema dei fagociti mononucleati ma tali effetti sembrano avere scarsa rilevanza per l’uso clinico proposto. E’ stato riscontrato che l’itraconazolo ad alte dosi è causa di un incremento dose-correlato della tossicità materna, embriotossicità e teratogenicità nei ratti e nei topi. In cani giovani, a seguito di somministrazione cronica di itraconazolo è stata osservata una minor densità ossea minerale globale e nei ratti è stata osservata una ridotta attività delle ossa piatte, assottigliamento della zona compatta delle ossa grandi ed aumentata fragilità ossea.

Idrossipropil-?-ciclodestrina

I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di tossicità a dosi ripetute, genotossicità e tossicità riproduttiva e dello sviluppo. In uno studio di carcinogenesi nel ratto l’idrossipropil-?- ciclodestrina ha indotto adenocarcinomi nell’intestino crasso e nel pancreas esocrino. Questi risultati non sono stati osservati in un analogo studio di carcinogenicità nel topo. La rilevanza clinica degli adenocarcinomi nell’intestino crasso è bassa e il meccanismo di induzione degli adenocarcinomi nel pancreas esocrino non è considerato rilevante per l’uomo.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Triasporin 10 mg/ml soluzione orale: si può prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco è sicuro o no, è quello delle interazioni con altri farmaci.

Può infatti capitare che un farmaco, di per sé innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo è vero anche per i prodotti erboristici: classico è l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Triasporin 10 mg/ml soluzione orale

Triasporin 10 mg/ml soluzione orale: interazioni

Medicinali che possono diminuire la concentrazione plasmatica di itraconazolo

Antibatterici: isoniazide, rifabutina (vedere anche “Medìcìnalì la cuì concentrazìone plasmatìca può essere aumentata dall’ìtraconazolo”), rifampicina.

Antiepilettici: carbamazepina (vedere anche “Medìcìnalì la cuì concentrazìone plasmatìca può essere aumentata dall’ìtraconazolo”), fenobarbitale, fenitoina.

Antivirali: efavirenz, nevirapina.

Medicinali di origine vegetale: Hypericum perforatum (Erba di San Giovanni).

Medicinali che possono aumentare la concentrazione plasmatica di itraconazolo

Antibatterici: ciprofloxacina, claritromicina, eritromicina.

Antivirali: darunavir potenziato con ritonavir, fosamprenavir potenziato con ritonavir, indinavir, (vedere anche “Medìcìnalì la cuì concentrazìone plasmatìca può essere aumentata dall’ìtraconazolo”), ritonavir (vedere anche “Medìcìnalì la cuì concentrazìone plasmatìca può essere aumentata dall’ìtraconazolo”) e telaprevir.

Medicinali la cui concentrazione plasmatica può essere aumentata dall’itraconazolo

I medicinali che interagiscono sono classificati come controindicati, non raccomandati o da usare con cautela con itraconazolo tenendo conto dell’entità dell’aumento della concentrazione e del profilo di sicurezza del medicinale interagente. La potenziale interazione dei farmaci elencati è stata

“Controindicato”: in nessun caso il medicinale deve essere co- somministrato con itraconazolo per le due settimane successive l’interruzione del trattamento con itraconazolo.

“Non raccomandato”: si raccomanda di evitare l’uso del medicinale durante e per due settimane dopo l’interruzione del trattamento con itraconazolo, a meno che i benefici superino i rischi potenziali aumentati degli eventi avversi. Se non si può evitare la co-somministrazione, si raccomanda un monitoraggio clinico dei segni o sintomi di aumento o prolungamento degli effetti terapeutici o degli eventi avversi del medicinale interagente e, se necessario, ridurre la dose o interrompere il trattamento. Quando appropriato, si raccomanda di misurare la concentrazione plasmatica.

“Usare con cautela”: si raccomanda un attento monitoraggio quando il medicinale è co-somministrato con itraconazolo. Dopo la co- somministrazione, si raccomanda di monitorare attentamente i pazienti per segni o sintomi di aumento o prolungamento degli effetti terapeutici o degli eventi avversi del medicinale interagente e, se necessario, ridurre la dose. Quando appropriato, si raccomanda di misurare la concentrazione plasmatica.

Esempi di medicinali la cui concentrazione plasmatica può essere aumentata dall’itraconazolo, presentati per classe farmacologica con avvertenze riguardanti la co-somministrazione con itraconazolo:

Classe
farmacologica
Controindicato Non
raccomandato
Usare
cautela
con
Alfa-bloccanti tamsulosina
Analgesici fentanil alfentanil, buprenorfina ev e sublinguale, oxicodone metadonec
sufentanil
Antiaritmici disopiramide, dofetilide, dronedarone
chinidina
digossina
Antibatterici telitromicina, soggetti compromissione renale grave compromissione
epatica grave
in con
o
rifabutinaa telitromicina
Anticoagulanti e dabigatran apixaban, coumarinici,
Classe
farmacologica
Controindicato Non
raccomandato
Usare
cautela
con
antiaggreganti
piastrinici
ticagrelor rivaroxaban cilostazolo
Antiepilettici carbamazepinaa
Antidiabetici repaglinide,
saxagliptin
Antielmintici
Antiprotozoari
e alofantrina praziquantel
Antistaminici mizolastina,
terfenadina
ebastina bilastina
Antiemicranici alcaloidi dell’ergot come diidroergotamina, ergometrina (ergonovina), ergotamina, metilergometrina
(metilergonovina)
eletriptan
Antineoplastici irinotecan axitinib, dabrafenib, dasatinib, ibrutinib, lapatinib, nilotinib, sunitinib, trabectedina bortezomib, busulphan, docetaxel, erlotinib, gefitinib, imatinib, ixabepilone, ponatinib, trimetrexato, alcaloidi
vinca
della
Antipsicotici, Ansiolitici ed Ipnotici lurasidone, midazolam orale, pimozide, quetiapina, sertindolo, triazolam alprazolam, aripiprazolo, brotizolam, buspirone, aloperidolo, midazolam ev, perospirone,
risperidone
Antivirali simeprevir maraviroc, indinavirb, ritonavirb,
saquinavir
Beta-bloccanti nadololo
Bloccanti dei canali bepridil, felodipina altri diidropiridine,
Classe
farmacologica
Controindicato Non
raccomandato
Usare
cautela
con
del calcio lercanidipina,
nisoldipina
verapamil
Farmaci cardiovascolari, Vari aliskiren,
ivabradina, ranolazina
riociguat bosentan
Diuretici eplerenone
Farmaci
gastrointestinali
cisapride,
domperidone
aprepitant
Immunosoppressori ciclesonide, everolimus, temsirolimus budesonide, ciclosporina, desametasone, fluticasone, metilprednisolone, rapamicina (anche nota come sirolimus),
tacrolimus
Ipolipemizzanti lovastatina,
simvastatina
atorvastatina
Farmaci respiratori salmeterolo
SSRI, Triciclici
Antidepressivi correlati
e reboxetina
Farmaci urologici darifenacina
fesoterodina, in
pazienti con compromissione renale da moderata a grave, o compromissione epatica da moderata a grave,
tolterodina,
vardenafil, negli uomini di età ai inferiore o uguale a 75 anni
fesoterodina, ossibutinina, sildenafil quando indicato per la disfunzione erettile, solifenacina, tadalafil
sildenafil, quando indicato per l’ipertensione arteriosa polmonare
solifenacina, in
pazienti con
compromissione renale grave, o
Classe
farmacologica
Controindicato Non
raccomandato
Usare con
cautela
compromissione epatica da moderata a grave,
vardenafil, negli
uomini di età superiore ai 75 anni
Altri colchicina, nei
soggetti con compromissione renale o epatica
colchicina alitretinoina (formulazione orale), cinacalcet, tolvaptan,
aVedere anche
Medicinali che possono diminuire la concentrazione plasmatica di itraconazolo
b Vedere anche
Medicinali che possono aumentare la concentrazione plasmatica di itraconazolo
c E’ stata segnalata torsione di punta

Medicinali la cui concentrazione plasmatica può essere diminuita dall’itraconazolo

La co-somministrazione di itraconazolo con il FANS meloxicam può diminuire la concentrazione plasmatica di meloxicam. Si raccomanda di usare meloxicam con cautela quando co-somministrato con itraconazolo, includendo il monitoraggio per qualsiasi riduzione dell’efficacia di meloxicam con aggiustamenti del dosaggio, se necessario.

Popolazione pediatrica

Gli studi di interazione sono stati eseguiti solo negli adulti.


Triasporin 10 mg/ml soluzione orale: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato è quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacità di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacità di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacità fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Triasporin 10 mg/ml soluzione orale: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Durante la guida di veicoli e l’uso di macchinari deve essere tenuta in considerazione la possibilità che in alcune circostanze si possano verificare reazioni avverse come vertigini, disturbi della vista, e perdita dell’udito (vedere paragrafo 4.8).

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco