Triatec: รจ un farmaco sicuro? Come funziona?

Triatec (Ramipril): sicurezza e modo d’azione

Triatec (Ramipril) è un farmaco che serve per curare le seguenti malattie:

Trattamento dellโ€™ipertensione.

Prevenzione cardiovascolare: riduzione della morbilitร  e mortalitร  cardiovascolare in pazienti con:

patologie cardiovascolari aterotrombotiche conclamate (pregresse patologie coronariche o ictus, o patologie vascolari periferiche) o

diabete con almeno un fattore di rischio cardiovascolare (vedere paragrafo 5.1)

Trattamento delle patologie renali:

Nefropatia glomerulare diabetica incipiente, definita dalla presenza di microalbuminuria

Nefropatia glomerulare diabetica conclamata, definita da macroproteinuria in pazienti con almeno un fattore di rischio cardiovascolare (vedere paragrafo 5.1)

Nefropatia glomerulare non diabetica conclamata definita da macroproteinuria ? 3g/die (vedere paragrafo 5.1).

Trattamento dellโ€™insufficienza cardiaca sintomatica.

Prevenzione secondaria dopo infarto miocardico acuto: riduzione della mortalitร  dopo la fase acuta dell’infarto miocardico in pazienti con segni clinici di insufficienza cardiaca quando iniziato dopo 48 ore dallโ€™insorgenza dellโ€™infarto miocardico acuto

Triatec: come funziona?

Ma come funziona Triatec? Qual รจ il suo esatto meccanismo d’azione? Su quali organi del corpo agisce? Vediamolo insieme.

Farmacodinamica di Triatec

Categoria farmacoterapeutica: ACE-inibitori; codice A.T.C.: C09AA05 Meccanismo d’azione.

Il ramiprilato, metabolita attivo del profarmaco ramipril, inibisce l’enzima dipeptidilcarbossipeptidasi I (sinonimi: enzima di conversione della angiotensina; chininasi II). Questo enzima, a livello plasmatico e tissutale, determina la conversione della angiotensina I nella sostanza ad attivitร  vasocostrittrice angiotensina II, e la degradazione del vasodilatore bradichinina. La ridotta formazione di angiotensina II e lโ€™inibizione della degradazione della bradichinina portano a vasodilatazione.

Poichรฉ lโ€™angiotensina II stimola anche il rilascio di aldosterone, il ramiprilato causa una riduzione nella secrezione dellโ€™aldosterone.

La risposta media agli ACE inibitori dei pazienti neri (Afro-Caraibici) ipertesi (di solito questa popolazione di ipertesi ha un basso livello di renina) รจ piรน bassa rispetto a quella dei pazienti non neri.

Effetti farmacodinamici.

Proprietร  antipertensive:

La somministrazione di ramipril determina una marcata riduzione delle resistenze arteriose periferiche. Generalmente non subiscono notevoli modifiche nรจ il flusso plasmatico renale, nรจ la filtrazione glomerulare.

La somministrazione di ramipril a pazienti ipertesi provoca riduzione della pressione arteriosa sia in posizione eretta sia in posizione supina, senza aumento compensatorio della frequenza cardiaca.

Dopo una singola dose orale, nella maggior parte dei pazienti l’azione antipertensiva si manifesta dopo 1 o 2 ore dall’assunzione, raggiunge il massimo effetto dopo 3-6 ore e si protrae per almeno 24 ore.

L’effetto antipertensivo massimo del trattamento continuo con ramipril si ottiene generalmente dopo 3- 4 settimane di trattamento.

รˆ stato dimostrato che l’effetto antipertensivo si mantiene per terapie protratte fino a 2 anni. L’interruzione brusca della terapia non provoca un aumento rapido di rimbalzo della pressione arteriosa.

Insufficienza cardiaca:

Ramipril ha mostrato di essere efficace, in aggiunta alla terapia convenzionale con diuretici e glucosidi cardiaci, in pazienti con classi funzionali II-IV definite dalla New-York Heart Association. Il farmaco ha avuto effetti benefici sullโ€™emodinamica cardiaca (diminuzione della pressione di riempimento dei ventricoli sinistro e destro, riduzione della resistenza vascolare totale periferica, aumento della portata cardiaca, e miglioramento dellโ€™indice cardiaco). Riduce inoltre lโ€™attivazione neuroendocrina.

Efficacia e sicurezza clinica

Prevenzione cardiovascolare/nefroprotezione:

Eโ€™ stato condotto uno studio di prevenzione controllato con placebo (lo studio HOPE) in cui ramipril รจ stato aggiunto alla terapia standard in piรน di 9.200 pazienti. Pazienti con un aumentato rischio di patologie cardiovascolari conseguenti a patologie cardiovascolari aterotrombotiche (coronaropatia, ictus o patologie vascolari periferiche) o diabete mellito con almeno un fattore di rischio aggiuntivo (microalbuminuria documentata, ipertensione, livello del colesterolo totale elevato, basso livello di colesterolo HDL, o fumo), sono stati inclusi nello studio.

Lo studio ha mostrato che il ramipril diminuisce in maniera statisticamente significativa lโ€™incidenza dellโ€™infarto miocardico, la morte per cause cardiovascolari e lโ€™ictus, da soli o combinati (eventi primari combinati).

Studio HOPE: principali risultati

Morte

per

Ramipril

%

n = 4,645

14.0

9.9

cause 6.1

Placebo

%

n = 4,652

17.8

12.3

8.1

rischio relativo (intervallo p-value di confidenza 95%)                  

Tutti i pazienti

Evento primario combinato

Infarto del miocardio

0.78 (0.70 โ€“ 0.86)

0.80 (0.70-0.90)

0.74 (0.64-0.87)

 <0.001  

 <0.001  

<0.001

cardiovascolari

Ictus 3.4 4.9 0.68 (0.56-0.84)   <0.001  

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Endpoint secondari
Morte per ogni causa 10.4 12.2 0.84 (0.75-0.95)  0.005      
Necessitร  di rivascolarizzazione 16.0 18.3 0.85 (0.77-0.94)  0.002      
Ospedalizzazione per angina 12.1 12.3 0.98 (0.87-1.10) NS
instabile
Ospedalizzazione per 3.2 3.5 0.88 (0.70-1.10) 0.25
insufficienza cardiaca
Complicazioni collegate al 6.4 7.6 0.84 (0.72-0.98) 0.03
diabete

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Lo studio MICRO โ€“ HOPE, un sottostudio predefinito dallo studio HOPE, ha valutato lโ€™effetto dellโ€™aggiunta del ramipril 10 mg allโ€™attuale regime verso placebo in 3.577 pazienti con etร  ? 55 anni (senza limite superiore di etร ), la maggioranza con diabete di tipo 2 (e almeno un altro fattore di rischio CV) normotesi o ipertesi.

Lโ€™analisi primaria dei risultati ha mostrato che 117 (6,5%) partecipanti trattati con ramipril e 149 (8,4%) trattati con placebo hanno sviluppato nefropatia conclamata, che corrisponde a una Riduzione del Rischio Relativo (RRR) del 24%; 95% IC [3-40], p = 0,027.

Lo studio REIN, multicentrico randomizzato, in doppio cieco a gruppi paralleli, controllato con placebo, era mirato a dimostrare lโ€™effetto del trattamento con ramipril sulla velocitร  di diminuzione della funzione glomerulare (GFR) in 352 pazienti normotesi o ipertesi (18-70 anni di etร ) con proteinuria lieve (cioรจ escrezione urinaria di proteine> 1 e < 3 g/24 ore) o grave ( ? 3 g/24 ore) dovuta a nefropatia cronica di origine non diabetica. Entrambe le sottopopolazioni sono state stratificate in modo prospettico.

Lโ€™analisi principale dei pazienti affetti dalla proteinuria piรน grave (strato prematuramente separato a causa del beneficio riscontrato nel gruppo del ramipril) ha mostrato che la velocitร  media di diminuzione del GFR per mese รจ stata piรน bassa con ramipril rispetto al placebo; -0,54 (0,66) vs. -0,88 (1,03) ml/min/mese, p = 0,038. La differenza tra gruppi รจ stata 0,34 [0,03-0,65] per mese, e circa 4 ml/min/anno; il 23,1% dei pazienti nel gruppo del ramipril ha raggiunto lโ€™endpoint secondario combinato di raddoppiamento della concentrazione basale della creatinina sierica e/o di insufficienza renale terminale (ESRD) (necessitร  di dialisi o di trapianto renale) contro il 45,5% nel gruppo del placebo (p = 0,02).

Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS):

Due grandi studi randomizzati e controllati (ONTARGET (ONgoing Telmisartan Alone and in combination with Ramipril Global Endpoint Trial) e VA Nephron-D (The Veterans Affairs Nephropathy in Diabetes)) hanno esaminato l’uso della combinazione di un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dellโ€™angiotensina II.

ONTARGET รจ stato uno studio condotto in pazienti con anamnesi di patologia cardiovascolare o cerebrovascolare, o diabete mellito tipo 2 associato allโ€™evidenza di danno d’organo. VA NEPHRON-D รจ stato uno studio condotto in pazienti con diabete mellito tipo 2 e nefropatia diabetica.

Questi studi non hanno dimostrato alcun significativo effetto benefico sugli esiti e sulla mortalitร  renale e/o cardiovascolare, mentre รจ stato osservato un aumento del rischio di iperpotassiemia, danno renale acuto e/o ipotensione rispetto alla monoterapia.

Questi risultati sono pertinenti anche per gli altri ACE-inibitori e per gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, date le loro simili proprietร  farmacodinamiche.

Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono quindi essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

ALTITUDE (Aliskiren Trial in Type 2 Diabetes Using Cardiovascular and Renal Disease Endpoints) รจ stato uno studio volto a verificare il vantaggio di aggiungere aliskiren ad una terapia standard di un ACE-inibitore o un antagonista del recettore dell’angiotensina II in pazienti con diabete mellito di tipo

2 e malattia renale cronica, malattia cardiovascolare, o entrambe. Lo studio รจ stato interrotto precocemente a causa di un aumentato rischio di eventi avversi. Morte cardiovascolare e ictus sono stati entrambi numericamente piรน frequenti nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo e gli eventi avversi e gli eventi avversi gravi di interesse (iperpotassiemia, ipotensione e disfunzione renale) sono stati riportati piรน frequentemente nel gruppo aliskiren rispetto al gruppo placebo.

Prevenzione secondaria dopo infarto miocardico acuto

Lo studio AIRE ha incluso piรน di 2.000 pazienti con segni clinici transitori/persistenti di insufficienza cardiaca dopo infarto miocardico documentato. Il trattamento con ramipril รจ iniziato 3-10 giorni dopo lโ€™infarto miocardico acuto. Lo studio ha indicato che dopo un tempo medio di follow-up di 15 mesi la mortalitร  nei pazienti trattati con ramipril รจ stata del 16,9% mentre nei pazienti trattati con placebo รจ stata del 22,6%. Ciรฒ significa una riduzione assoluta di mortalitร  di 5,7% e una riduzione del rischio relativo di 27% (CI di 95% [11- 40%]).

Popolazione pediatrica

In uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo che ha coinvolto 244 pazienti pediatrici affetti da ipertensione (73% ipertensione primaria), di etร  compresa tra 6-16 anni, i pazienti hanno ricevuto in base al peso corporeo dosi basse, medie o alte di ramipril in modo da raggiungere le concentrazioni plasmatiche di ramiprilato corrispondenti ai dosaggi negli adulti di 1,25 mg, 5 mg e 20 mg. Al termine di 4 settimane, ramipril รจ risultato inefficace nel ridurre la pressione arteriosa sistolica, ma alla dose piรน elevata ha abbassato la pressione arteriosa diastolica. Sia le dosi medie che le dosi alte di ramipril hanno mostrato una significativa riduzione della pressione sistolica e diastolica nei bambini con ipertensione confermata.

Questo effetto non รจ stato osservato in uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, a dosi incrementali, interrotto dopo 4 settimane, su 218 pazienti pediatrici di etร  compresa tra 6-16 anni (75% ipertensione primaria), dove le pressioni sistolica e diastolica hanno dimostrato un modesto rebound, ma non un ritorno statisticamente significativo al valore basale, in tutti e tre i livelli di dosi di ramipril testate in base al peso [ bassa dose (0,625 mg – 2,5 mg), dose media (2,5 mg – 10 mg) o alta dose (5 mg

– 20 mg)]. Il ramipril non ha mostrato una relazione dose/risposta lineare nella popolazione pediatrica studiata.


Triatec: come si assorbe e si elimina?

Abbiamo visto qual รจ il meccanismo d’azione di Triatec, ma รจ altrettanto importante conoscere in quanto tempo viene assorbito dall’organismo per capire quanto tempo il farmaco impiegherร  ad agire, attraverso quali vie viene eliminato (ad esempio fegato o reni) per sapere quali organi va ad impegnare e, per ultimo, in quanto tempo viene eliminato per avere idea di quando non avremo piรน il farmaco nell’organismo.

Tutte queste informazioni sono indicate nel paragrafo “Farmacocinetica” che segue.

Farmacocinetica di Triatec

Assorbimento

Dopo somministrazione orale ramipril รจ rapidamente assorbito nel tratto gastrointestinale: il picco della concentrazione plasmatica di ramipril viene raggiunto entro unโ€™ora. Sulla base del recupero urinario, lโ€™assorbimento รจ pari ad almeno il 56% e non รจ influenzato in modo significativo dalla presenza di cibo nel tratto gastrointestinale. La biodisponibilitร  del metabolita attivo ramiprilato, dopo somministrazione orale di 2,5 mg e 5 mg di ramipril, รจ del 45%.

Le concentrazioni plasmatiche di picco del ramiprilato, unico metabolita attivo del ramipril, vengono raggiunte 2-4 ore dopo lโ€™assunzione di ramipril. Le concentrazioni plasmatiche del ramiprilato allo stato stazionario dopo somministrazione una volta al giorno delle consuete dosi giornaliere di ramipril vengono raggiunte entro il quarto giorno di trattamento circa.

Distribuzione

Il legame di ramipril con le proteine sieriche รจ di circa il 73% e quello del ramiprilato รจ di circa il 56%.

Biotrasformazione

Ramipril รจ quasi completamente metabolizzato a ramiprilato ed a estere della dichetopiperazina, a forma acida della dichetopiperazina e a glucuronidi del ramipril e del ramiprilato.

Eliminazione

L’escrezione dei metaboliti รจ principalmente per via renale.

Le concentrazioni plasmatiche del ramiprilato diminuiscono in maniera polifasica. A causa del suo potente e saturabile legame allโ€™ACE e della lenta dissociazione dall’enzima, il ramiprilato mostra una fase terminale di eliminazione prolungata a concentrazioni plasmatiche molto basse.

Dopo somministrazione di dosi multiple giornaliere di ramipril, lโ€™emivita effettiva delle concentrazioni del ramiprilato รจ stata di 13-17 ore per le dosi da 5-10 mg e piรน lunga per le dosi piรน basse da 1,25-2,5 mg. Questa differenza รจ legata alla capacitร  saturabile dellโ€™enzima di legare il ramiprilato.

Pazienti con insufficienza renale (vedere paragrafo 4.2)

Lโ€™escrezione renale di ramiprilato รจ ridotta nei pazienti con insufficienza renale e la clearance renale del ramiprilato รจ proporzionale alla clearance della creatinina. Ciรฒ determina concentrazioni plasmatiche elevate di ramiprilato che si riducono piรน lentamente rispetto ai pazienti con una normale funzione renale.

Pazienti con insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.2)

In pazienti con funzione epatica alterata, la metabolizzazione del ramipril a ramiprilato รจ ritardata, a causa della diminuzione dellโ€™attivitร  delle esterasi epatiche; in questi pazienti i livelli plasmatici del ramipril risultano aumentati. Le concentrazioni di picco del ramiprilato in questi pazienti, tuttavia, non sono differenti da quelle osservate nei soggetti con funzione epatica normale.

Allattamento

Una singola dose orale di ramipril ha prodotto un livello non rilevabile di ramipril e del suo metabolita nel latte materno. Tuttavia l’effetto della somministrazione di dosi multiple non รจ noto.

Popolazione pediatrica

Il profilo farmacocinetico del ramipril รจ stato studiato in 30 pazienti pediatrici ipertesi, di etร  compresa tra 2 e 16 anni, di peso ? 10 kg. Dopo somministrazioni di dosi da 0,05 a 0,2 mg/kg, il ramipril รจ stato rapidamente e in gran parte metabolizzato a ramiprilato. Picchi di concentrazione plasmatica di ramiprilato si sono verificati entro 2-3 ore. La clearance del ramiprilato รจ altamente correlata al logaritmo del peso corporeo (p < 0,01) e alla dose (p < 0,001). La clearance e il volume di distribuzione sono aumentati con lโ€™etร  dei bambini in ciascun gruppo di dosaggio. Con una dose di 0,05 mg/kg nei bambini si sono raggiunti livelli di esposizione analoghi a quelli osservati negli adulti trattati con 5 mg di ramipril. Con una dose di 0,2 mg/kg nei bambini si sono osservati livelli di esposizione superiori alla dose massima raccomandata di 10 mg al giorno negli adulti.


Triatec: รจ un farmaco sicuro?

Abbiamo visto come Triatec agisce e come si assorbe e si elimina; ma come facciamo a sapere se Triatec รจ un farmaco sicuro?

Prima di tutto รจ necessario leggere quali sono i dati sulla sicurezza che vengono riportati nella scheda tecnica del farmaco.

Si tratta di dati forniti dalla casa produttrice e basati su un certo numero di lavori scientifici eseguiti prima della commercializzazione: si tratta dei cosiddetti “Dati preclinici di sicurezza”, che riportiamo nel prossimo paragrafo.

Triatec: dati sulla sicurezza

La somministrazione orale del ramipril si รจ rivelata priva di tossicitร  acuta nei roditori e nei cani. Sono stati condotti studi che prevedevano la somministrazione orale cronica in ratti, cani e scimmie. Sono state rilevate alterazioni degli elettroliti plasmatici nelle tre specie. Come espressione dell’attivitร  farmacodinamica del ramipril, รจ stato evidenziato un ingrandimento pronunciato dell’apparato juxtaglomerulare nel cane e nella scimmia a partire da dosi giornaliere di 250 mg/kg. Ratti, cani e scimmie hanno tollerato dosi giornaliere di 2, 2,5 e 8 mg/kg rispettivamente senza effetti nocivi.

Un danno renale irreversibile รจ stato osservato nei ratti molto giovani trattati con una singola dose di ramipril.

Studi di tossicologia riproduttiva nel ratto, nel coniglio e nella scimmia non hanno rivelato proprietร  teratogene. La fertilitร  non รจ stata modificata nei ratti maschi o femmine.

La somministrazione di ramipril a ratti femmina durante il periodo di gestazione e di allattamento ha prodotto, alle dosi giornaliere di 50 mg/kg di peso corporeo o piรน alte, un danno renale irreversibile (dilatazione della pelvi renale) nella prole.

Il test di mutagenicitร , condotto utilizzando vari sistemi di prova, non ha fornito prove che il ramipril possieda proprietร  mutagene o genotossiche.


Dopo la commercializzazione di un farmaco, vengono tuttavia attuate delle misure di controllo dagli organi preposti, per monitorare comunque tutti gli effetti collaterali che dovessero manifestarsi nell’impiego clinico.

Tutti gli effetti collaterali segnalati nella fase di commercializzazione del farmaco, vengono poi riportati nella scheda tecnica nei paragrafi “effetti indesiderati” e “controindicazioni”.

Triatec: si puรฒ prendere insieme ad altri farmaci?

Un altro importante capitolo da non dimenticare per valutare se un farmaco รจ sicuro o no, รจ quello delle interazioni con altri farmaci.

Puรฒ infatti capitare che un farmaco, di per sรฉ innocuo, diventi pericoloso se associato ad alcuni altri farmaci.

Questo รจ vero anche per i prodotti erboristici: classico รจ l’esempio dell’ “Erba di San Giovanni” (Iperico) che interagisce con alcuni farmaci anticoagulanti aumentandone l’efficacia e mettendo quindi il paziente a rischio di emorragie.

Esaminiamo allora quali sono le interazioni possibili di Triatec

Triatec: interazioni

I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina- aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren, รจ associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalitร  renale (inclusa lโ€™insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafรฌ 4.3, 4.4 e 5.1).

Associazioni controindicate

Lโ€™uso concomitante di ACE inibitori con sacubitril/valsartan รจ controindicato in quanto aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafรฌ 4.3 e 4.4). Il trattamento con ramipril non deve essere iniziato prima di 36 ore dallโ€™ultima dose di sacubitril/valsartan. Sacubitril/valsartan non deve essere usato prima di 36 ore dallโ€™ultima dose di Triatec.

Trattamenti extracorporei che portano al contatto tra sangue e superfici con carica negativa quali dialisi od emofiltrazione con membrane ad alto flusso (ad esempio membrane poliacrilonitriliche) oppure aferesi delle lipoproteine a bassa densitร  per mezzo di destrano solfato sono controindicati a causa dellโ€™aumento del rischio di gravi reazioni anafilattoidi(vedere paragrafo 4.3). Se รจ richiesto questo tipo di trattamento, deve essere considerato lโ€™uso di membrane per dialisi differenti o una classe di antipertensivi differente.

Precauzioni per lโ€™uso

Sali di potassio, eparina, diuretici risparmiatori di potassio e altri principi attivi che aumentano i livelli del potassio nel sangue (inclusi gli antagonisti dellโ€™Angiotensina II, trimetoprim e in combinazione a dose fissa con sulfametoxazolo, tacrolimus, ciclosporina):

puรฒ verificarsi iperkaliemia, quindi รจ richiesto un monitoraggio attento dei livelli sierici del potassio.

Farmaci antipertensivi (ad es. diuretici) ed altri farmaci a potenziale effetto antipertensivo (ad es. nitrati, antidepressivi triciclici, anestetici, assunzione di alcool, baclofene, alfuzosina, doxazosina, prazosina, tamsulosina, terazosina): si deve prevedere un possibile potenziamento del rischio di ipotensione (vedere paragrafo 4.2 per รฌ dรฌuretรฌcรฌ).

Vasopressori simpaticomimetici ed altre sostanze (ad es. isoproterenolo, dobutamide, dopamide, adrenalina) che possono ridurre lโ€™effetto antipertensivo di TRIATEC: si raccomanda il monitoraggio della pressione arteriosa.

Allopurinolo, immunosoppressori, corticosteroidi, procainamide, citostatici e altri farmaci che possono alterare il quadro ematico: aumentato rischio di reazioni ematologiche (vedere paragrafo 4.4).

Sali di litio: lโ€™escrezione di litio puรฒ essere ridotta dagli ACE-inibitori e quindi la tossicitร  del litio puรฒ essere aumentata. I livelli sierici di litio devono essere controllati.

Antidiabetici inclusa insulina: Possono verificarsi reazioni ipoglicemiche. Pertanto si raccomanda un monitoraggio della glicemia.

Farmaci antinfiammatori non steroidei ed acido acetilsalicilico: deve essere prevista una possibile riduzione dellโ€™effetto antipertensivo di TRIATEC. Inoltre, una terapia concomitante con ACE inibitori e FANS puรฒ portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzionalitร  renale e ad un aumento della kaliemia.

Inibitori di mTOR o vildagliptin: รจ possibile un aumento del rischio di angioedema in pazienti che assumono contemporaneamente medicinali quali gli inibitori di mTOR (ad esempio, temsirolimus, everolimus, sirolimus) o vildagliptin. Occorre cautela allโ€™inizio della terapia (vedere paragrafo 4.4).

Inibitori della neprilisina (NEP): un aumento del rischio di angioedema รจ stato segnalato con lโ€™ uso concomitante di ACE inibitori e un NEP inibitore come racecadotril (vedere paragrafo 4.4).

Sacubitril/valsartan: Lโ€™uso concomitante di ACE inibitori con sacubitril/valsartan รจ controindicato in quanto aumenta il rischio di angioedema.


Triatec: posso guidare la macchina se lo prendo?

Un capitolo poco noto e molto sottovalutato รจ quello degli effetti di un farmaco sui riflessi e quindi sulla capacitร  di guidare la macchina o di effettuare lavori pericolosi.

Molti farmaci riducono la capacitร  di reazione, oppure possono causare vertigini o abbassamenti di pressione che possono essere molto pericolosi per chi guida o effettua lavori in cui le capacitร  fisiche sono importanti: basti pensare agli operai che lavorano su impalcature o che operano su macchinari come presse o forni

E’ sempre bene quindi leggere attentamente questo piccolo ma molto importante paragrafo della Scheda Tecnica del farmaco.

Triatec: effetti sulla guida e sull’uso di macchinari

Alcuni effetti indesiderati (per es. sintomi del calo pressorio quali capogiri) possono interferire con la capacitร  di concentrazione e di reazione del paziente e perciรฒ rappresentano un rischio in situazioni in cui queste capacitร  siano particolarmente importanti (per es. manovra di macchinari o guida di veicoli).

Questo puรฒ verificarsi in modo particolare allโ€™inizio del trattamento o quando si sta sostituendo unโ€™altra terapia. Dopo la prima dose o incremento di dose non รจ consigliabile guidare o usare macchinari per diverse ore.

Per approfondire l’argomento, per avere ulteriori raccomandazioni, o per chiarire ogni dubbio, si raccomanda di leggere l’intera Scheda Tecnica del Farmaco