Rabarbaro Cinese: proprietà curative. A cosa serve? Come si usa?

Rabarbaro Cinese

Tratto da “Piante Medicinali – Chimica, Farmacologia e Terapa” di R. Benigni, C. Capra e P.F.Cattorini

Fam. Poligonacee

Con questo nome si devono indicare solamente due specie del genere Rheum: Rheum officinale Baill.

Rheum palmatum a typicum L. e la sua varietà b tanguticum Maxim.

Rabarbaro Cinese- Ultimo aggiornamento pagina: 27/02/2018

Indice dei contenuti

  1. Generalità
  2. Componenti principali
  3. Proprietà farmacologiche
  4. Estratti e preparati vari
  5. Preparazioni usuali e Formule
  6. Bibliografia

Generalità

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rabarbarocinese

Etimologia Il nome Rheum è derivato da Rha, antico nome russo del Valga (in finnico Ray) che ha analogia col greco reos = corrente da rew = fluire, scorrere, volto in latino in Rheum. Rha, nelle antiche lingue della Moscovia, significava radice, cioè radice per antonomasia, che ha dato nome al fiume sulle rive del quale nasceva una specie di Rabarbaro (il Rapontico), assai stimata dalle genti della Sarmazia (regione compresa a nord del Ponto Eusino ad est della Theis (Tibisco), della Vistola, del Baltico e ad ovest del Caspio), della Scizia (Crimea e Kuban), dai Massageti (nomadi adoratori del Sole, abitanti il litorale del Caspio) dagli Ircani (abitatori della costa sud/est del Caspio, la Terra dei lupi).

officinale – delle officine farmaceutiche.

palmatum – per la forma delle foglie (3-5 lobi laciniati).

var. b tanguticum – del Tangut (o Sifan), regione montagnosa dell'Asia centrale fra il paese dei Mongoli del Ku-Ku-Noor e la regione cinese del Seciuan.

Nomi volgari – Rabarbaro vero, reo sinico, reubarbaro. Rhabarber (ted.), rhubarb (ingl.), rhubarbe de Chine (fr.), ruibarbo (spagn. e port.).

I nomi cinesi sono: per l'officinale e il palmatum, ta hoang, hoang liang, tsiang kiun, houo chen, fou jou, kin wen.

Secondo Guibourt, il vero Rabarbaro cinese, il ta hoang (o thai hoang), il Rha verum, il così detto, un tempo, Rabarbaro di Moscovia, perchè giungeva in occidente dal mercato di Kiatcham, via Pietroburgo, Mosca, sarebbe il palmatum. La var. b tanguticum sarebbe la specie segnalata da Marco Polo.

Habitat – Rheum officinale Baill. – Alte steppe del Thibet s/e, altipiani sabbiosi e rocciosi della Cina centrale (2000-3000 m. sm.). Valloni umidi delle montagne dello Yunnan, Szechwan, Hupei ecc.

Rheum palmatum a typicum L. – Thibet n/e, Cina occidentale, Kansu. la var. b tanguticum Maxim. nel Tangut, regioni deserte e montagnose del Ku-ku-Noor (in cinese Cing-Hai = Lago Azzurro) (3040 m. sm.) e nelle radure poste a 3300-3700 m. sm. [Przewalsskii Michailovic (1853) e Tafel (1905)].

Grandi piante erbacee perenni.

Parti usate I rizomi e le radici (Rhei rhizoma F.U.).

Nota Tutte le altre droghe, offerte come Rabarbaro cinese, ricavate dal:

Rheum australe Colebroche (Don), proveniente dall'Himalaja centrale, detto Rabarbaro del Nepal.

Rheum Collinianum Baill. (ibrido fra officinale e palmatum della Cina e del Tibet).

Rheum compactum L. (sin. R. piramidale) della Mongolia e della Siberia or.

Rheum Emodi Wallich. dell’Himalaja (Thibet, Nepal), specie vicina al R. australe Don.

Rheum Franzenbachii Munth, della Mongolia.

Rheum nobile Hook. dell’Himalaja.

Rheum Ribes Gronov. della Persia or. del versante or. del Libano, coltivato in Siria.

Rheum hybridum Murr. (ibrido fra palmatum e rhaponticum).

Rheum undulatum L. di origine cinese e coltivato a scopo orticolo.

Rheum Rhaponticum L. la specie selvaggia cinese, Siberia Altaica, Asia Minore, Urali, Caucaso.

Rheum Webbianum Bot. Ingl. dell 'Himalaja.

Rheum leucorrhizum LJ. del deserto dei Kirghisi/e.

sono da considerare sofisticazioni.

Componenti principali

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Composti antracenici, in forma ridotta ed ossidata, in parte liberi ed in parte combinati in forma glucosidica:

1) Crisofaneina, C21H20O9, (1), che per idrolisi produce crisofanolo ed una molecola di glucosio, la cui posizione nel glucoside non è stata definita.

2) Crisofanolo (acido crisofanico, rumicina, archinina), C15H10O4, (2) nella quantità del 3-4% (3).

3) Alizarina, C14H8O4, trovata in piccole quantità (4).

4) Emodina (frangula-emodina, reum-emodina, acido frangulinico, archina), C15H10O5, ottenuta da rizomi di Rabarbaro officinale (5) e dal Rheum palmatum (6) .

5) Isoemodina (rabarberone), C15H10O5, identificata nel Rheum palmatum e nel Rh. officinale ( 6) (7 ).

6) Aloemodina (rottlerina), C15H10O5, l'antrachinone tipico dell'Aloe, è stato trovato anche nei rizomi del Rabarbaro cinese (8) (9).

7) Reocrisina, C22H22O10, monoglucoside del fiscione, (1), la cui presenza nel Rabarbaro cinese deve essere confermata da più recenti ricerche.

8) Fiscione (metiletere dell'emodina, metilemodina, parietina, reocrisidina, «acido metilcrisofanico», acido fiscico) , C16H12O5 separato dal Rabarbaro con il nome di acido metilcrisofanico (10) e di reocrisidina (1), è stato recentemente trovato nel Rheum palmatum (9).

9) Reina (acido cassinico), C15H8O6, estratta da rizomi di Rabarbaro di origine cinese (11) e del Rheum palmatum (7). La presenza della reina come dimero («direina») segnalata da Wagner e Kohler (12) è stata negata e la struttura di acido 1,8-diossi-antrachinone-3-carbossilico è stata confermata da Nawa e coll. (13).

10) Glucosidi (1) (9) (13a) (14) (15) dell’emodina (9) (14) (15), dell’aloemodina (9) (15), del fiscione (9) (13a) (14) e della reina(9) (13a) (14) (15), dei quali non è stata sinora precisata la composizione. Quali componenti dei glucosidi sono stati identificati gli zuccheri, glucosio, fruttosio e ramnosio.

rabarbarocinese Figura 1

rabarbarocinese Figura 2

Il contenuto di composti antracenici, secondo Maurin (16) varia da 2,5 a 4,5%, secondo Semmel (17), da 2,4% a 3,6%. Schratz e Tombergs (18) in 300 diversi campioni di Rabarbaro hanno trovato titoli di derivati antracenici varianti da 0,5 a 4,5% con una media del 3 % ed hanno inoltre rilevato un rapporto tra composti antrachinonici ed antranolici pari a 2:1 circa: il contenuto di antracenderivati dei rizomi in estate ed in inverno è risultato essere pressapoco uguale. Nel Rheum palmatum, secondo le analisi di Fairbairn e Lou (19), è stato trovato un contenuto di composti antracenici totali oscillanti tra 2,95% e 3,18% e un titolo

rabarbarocinese Figura 3

di reina variante tra 0,97% e 1,07%: Auterhoff (20) ha rilevato la presenza di 3,47 % di derivati antracenici, 1,18% di reina e 1,26% di derivati antranolici totali.

Schratz e Vethacke (9) mediante saggi spettrofotometrici hanno trovato da 3,0 a 7,5% di antrachinoni totali con un valore medio di 5 %.

Nella tabella 1 i campioni I e II si riferiscono a rizomi di Rheum palmatum; il I era costituito da droga fresca, il II era una polvere immagazzinata da tre anni. Risulta evidente l’assenza di antranoli nella droga vecchia.

Il contenuto di reina è inversamente proporzionale al contenuto di crisofanolo; il titolo dell’emodina subisce invece piccole variazioni (tab. 2).

rabarbarocinese Figura 4

Nel corso del ciclo vegetativo annuale notevoli sono le variazioni quantitative che i derivati antracenici subiscono nei rizomi del Rheum palmatum L. Si è osservato un aumento del contenuto in estate ed in inverno. Al contrario il rapporto tra i composti antracenici ossidati e quelli ridotti è paragonabile in tutte le stagioni (21).

Oltre ai derivati antracenici i seguenti componenti sono stati identificati nei rizomi del Rabarbaro officinale: i gallotannini glucogallina (l-galloil-b-glucosio), C13H16O10, (1) (22) e tetrarina C32H32O12 (1): la struttura della prima è stata confermata per sintesi (22), mentre quella della seconda non è nota.

rabarbarocinese Figura 5

Inoltre acido gallico (8), dl-catechina 0,027 % (23), tannino amorfo (1), 14,9% di tannino totale (24), resina, sterine (3) (8), pectine, mucillaggine, zuccheri (3), acido ossalico, principalmente come ossalato di calcio 3-15 % (25), acido cinnamico (8), glutamina (26), olio essenziale (8), enzimi — ossidasi e antraglucosidasi (25) —, ceneri 7-10% (25), anche 10,49-14,49% (27), umidità 66-75% (28).

Proprietà farmacologiche ed impiego terapeutico

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L’uso del Rabarbaro nei paesi di origine risale a lontanissime e imprecisabili epoche preistoriche. Le prime notizie su qesta droga si trovano in uno dei più antichi testi di Materia Medica: il Pen Ts’Ao, dovuto all’Imperatore cinese Sheng-Nung che visse nel 1700-1800 a.C., nel quale le proprietà medicamentose del Rabarbaro sono descritte insieme con quelle di altre 360 droghe impiegate nella medicina di allora.

In occidente il Rabarbaro è noto sin dall’epoca greco-romana ma la sua origine botanica restò ignota sin verso la fine del secolo scorso, epoca in cui la Societé de Acclimatation di Parigi potè ottenere, tramite il console francese nel Thibet, alcune pianticelle viventi di Rabarbaro che, peraltro, giunsero a destinazione in pessimo stato. Ciò nonostante dalla coltivazione di alcuni germogli di esse, si potè riprodurre la pianta che venne poi studiata e classificata dal Baillon il quale le attribuì la denominazione di Rheum officinale (Baillon).

Attualmente si trovano in commercio rizomi provenienti da numerose varietà spontanee e coltivate di Rheum, la maggior parte delle quali sono rappresentate da ibridi da cui si ottengono droghe che differiscono sia per il valore terapeutico e commerciale che per le loro caratteristiche farmacognostiche (29).

L’attività farmacologica e terapeutica del Rabarbaro è dovuta ai composti antracenici che vi sono contenuti in forma ossidata e ridotta, liberi e combinati (ved. Parte chimica), del meccanismo d’azione dei quali si è già trattato a proposito dell’Aloe, della Cascara e della Frangola.

Nel caso del Rabarbaro, lo studio farmacologico risulta particolarmente complicato, oltre per la molto complessa composizione chimica non ancora completamente nota, anche per la presenza di composti tannici dotati di azione astringente e quindi contraria a quella dei composti antracenici.

I lavori di Tschirch, eseguiti fra il 1900 e il 1904 (3) (30-33), dimostrarono già che l'azione purgativa del Rabarbaro è dovuta agli ossimetilantrachinoni e che gli antrachinoni liberi sono meno attivi di quelli combinati in forma di antraglicosidi. Ciò venne, più tardi, posto in dubbio da Tutin e Clewer (8) ma venne poi confermato successivamente da altri autori.

Casparis e Goldlin (34) dimostrarono che nel Rabarbaro sono presenti prodotti di riduzione degli antrachinoni, poichè facendo passare una corrente d’aria attraverso una soluzione alcalina contenente i principi attivi della droga, si determina un marcato aumento del contenuto degli antrachinoni e notarono, inoltre, che sottoponendo tali principi attivi all’azione di temperature elevate, essi perdono gran parte della loro attività.

Molto verosimilmente, nell'un caso e nell'altro, i composti antracenici ridotti e più attivi (derivati antronici, diantronici, antranolici), vengono ossidati e trasformati in composti antrachinonici (forme ossidate e meno attive).

Non è eccezionale il caso in cui il Rabarbaro, come pure altre droghe antraceniche (vedi Frangola), non contenga antrachinoni pur conservando la sua attività. In questo caso però sono contenuti composti antracenici ridotti e attivi, ma che non danno la reazione di Borntraeger.

Wasicky (35) trovò infatti che all'inizio della germogliazione i rizomi di Rabarbaro, pur risultando ugualmente attivi, non contengono ossimetilantrachinoni. Successivamente, lo stesso Wasicky in collaborazione con Heinz (36), provò che tale attività è dovuta alla presenza di antranoli, ciò che venne confermato dal Tukats (37) il quale potè dimostrare la presenza di antranoli nei rizomi di Rabarbaro raccolti in inverno.

Che una droga priva di antrachinoni possa ugualmente esplicare la sua azione purgativa, venne dimostrato anche da Kroeber (38) sperimentando una polvere di Rabarbaro dalla quale erano stati allontanati gli antrachinoni per estrazione con acido solforico diluito e cloroformio, ciò che prova secondo l’A., che per giudicare dall'attività purgativa di una droga non ci si può basare soltanto sul contenuto percentuale degli ossimetilantrachinoni.

Successivamente Stròm e Kilstròm (39), sperimentando comparativamente l'attività del Rabarbaro cinese e del Rabarbaro rapontico, giunsero alla stessa conclusione e cioè che dal dosaggio chimico degli antrachinoni non si può ottenere un esatto quadro della loro attività purgativa.

Siegrit (40) studiando l'attività degli antraglicosidi cristallizzati isolati da Tutin e Clewer (8), trovò, che essi sono scarsamente attivi e ne dedusse che la loro presenza nella droga non sarebbe sufficiente a giustificarne l’attività se non fossero accompagnati da altri composti attivi.

Fairbairn e Lou (19) hanno studiato comparativamente vari campioni di polvere di Rabarbaro col metodo chimico e col metodo biologico traendone la conclusione che l'attività biologica è proporzionale al contenuto di composti antracenici reinosimili combinati e ottenendo la conferma che la reina libera è praticamente priva d’azione evacuante (41). La prova di ciò sarebbe stata trovata nel fatto che allontanando tutti i derivati antracenici da un campione di Rabarbaro, tranne i 2/3 circa dei composti reinosimili combinati, la droga conserva la sua attività.

Non completamente d'accordo con gli AA. precedenti sembra essere Auterhoff (42) il quale ritiene che non dovrebbero essere trascurati altri componenti del Rabarbaro quali per esempio quelli isolati da Ballaart (43) il quale ottenne da un estratto metanolico di un Rabarbaro cinese coltivato in Olanda, una sostanza giallo-ocra, reina, crisofanolo e altri ossiantrachinoni non identificati, accanto a una resina dotata di proprietà fortemente lassativa.

Prove farmacologiche sul topo dimostrarono che la polvere di Rabarbaro, dopo estrazione con etere e acetone, non perde le sue proprietà lassative, le quali scompaiono invece dopo estrazione con alcool metilico.

L’esame farmacologico inoltre, dimostrò che l’azione lassativa di un glicoside sintetico reinosimile, è più debole di quella di cui è dotata la sostanza giallo-ocra isolata e della resina. Sembra quindi poco verosimile all’A. che l’azione lassativa della sostanza giallo-ocra possa essere attribuita principalmente alla reina.

Schmid (44), contrariamente a quanto venne affermato precedentemente da Straub (45), secondo cui gli antrachinoni rappresentano le sostanze attive delle droghe antraceniche, ritiene che la forma attiva sia invece rappresentata dai composti antranolici. Questi svolgerebbero la loro azione direttamente, mentre gli antrachinoni possono esplicare la loro attività soltanto quando vengono ridotti ad antranoli in presenza della flora intestinale.

Niculescu e coll. (46) che hanno studiato l'azione di diverse droghe antraceniche, trovarono che il Rabarbaro determina una forte evacuazione dell'intestino crasso e una pronunciata diminuzione delle contrazioni dell'intestino tenue.

La presenza di sostanze ad azione batteriostatica verso vari tipi di germi (Staph. di Oxford, Staph. aureus. Staph. albus, B. coli, B. appendicularis, B. anthracis) sono state accertate nel Rabarbaro cinese; esse mancano invece nel Rabarbaro rapontico, sia in quello indigeno che in quello di provenienza cinese, mentre sono presenti nel Rabarbaro cinese coltivato in Italia [Benigni (47)].

Terapia – Piccole dosi (g 0,05-0,20) il Rabarbaro svolge azione amarotonica e stomachica; a dosi medie (g 0,25-0,50) ha azione lassativa, mentre a dosi elevate (2-4 g) agisce, analogamente alle altre droghe antraceniche (Aloe, Cascara, Frangola, Sena, Spino cervino), come purgante catartico.

L'azione, che si svolge sull’intestino crasso, si manifesta con l'emissione, dopo 8-10 h, di feci poltacee colorate in giallo o bruno-scuro, colorazione dovuta ai principi coloranti contenuti nella droga.

Frequentemente all’azione di dosi purgative, specie se ripetute, segue stitichezza ostinata, attribuita da alcuni all’azione dell'acido reotannico.

La sostanza colorante del Rabarbaro comunica alle secrezioni sudorale, urinaria e lattea, una colorazione giallo-bruna o rosso-bruna più o meno intensa a seconda del pH delle secrezioni stesse. Le urine se acide, assumono una colorazione giallo-bruna (urine itteriche) o tendente al rosso se alcaline.

I principi attivi del Rabarbaro vengono eliminati anche con la secrezione lattea alla quale impartiscono proprietà purgative.

Come tutti i purganti antracenici, anche il Rabarbaro, somministrato a dosi purgative, determina una congestione più o meno intensa degli organi del bacino.

L’uso del Rabarbaro è controindicato nella stitichezza abituale la quale, dopo una risoluzione transitoria, viene di solito aggravata; negli stati emorroidari e in tutti i casi in cui esistano fatti congestizi o infiammatori degli organi del bacino; è controindicato inoltre nelle nutrici e nella diatesi ossalurica, per l’elevato contenuto di ossalato di calcio.

Per le sue caratteristiche di amaro aromatico, il Rabarbaro viene impiegato nella Tecnica galenica per la correzione e per l’aromatizzazione di estratti di Aloe, di Boldo, di Carciofo, di Cascara, di China, di Frangola, di Genziana, di Noce vomica, di Podofillo, di preparati eupeptici, colagoghi e coleretici, e purgativi (48).

Estratti e preparati vari

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a) Estratto fluido detannizzato per tintura (g 1 = XLVII gtt).

Dosi: g 0,05-0,20 come stomachico: g 0,2-0,5 come lassativo: g 1-4 come purgativo.

b) Estratto fluido F.U. (g 1 = XLVII gtt).

Dosi: come sopra.

c) Estratto fluido detannizzato per sciroppo (g 1 = XLI gtt).

Dosi: come sopra.

d) Estratto fluido per sciroppo (g 1 = XXXV gtt).

Dosi: come sopra.

e) Estratto molle acquoso F.U. (1 p. = 3 p. circa di droga).

Dosi: g 0,02-0,07 pro dose come stomachico; g 0,07-0,15 come lassativo; g 0,3-1,5 come purgativo.

f) Estratto molle idroalcoolico F.U. (1 p. = 3,5 p. circa di droga).

Dosi: come sopra.

g) Estratto secco acquoso (1 p. = 4 p. circa di droga).

Dosi: g 0,01-0,05 pro dose come stomachico; g 0,05-0,1 come lassativo: g 0,25-1 come purgativo.

h) Estratto secco idroalcoolico F.U. (1 p. = 4 p. circa di droga).

Dosi: come sopra.

i) Tintura F.U. al 20% di droga.

Dosi: g 0,25-1 (stomachico); g 1-2,5 (lassativo); g 5-20 (purgativo).

Preparazioni usuali e formule galeniche

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Tintura

Estratto fluido rabarbaro cinese F.U……………………. g 20

Alcool di 60°………………………………………………………… g 80

(g 2-15 pro die).

Sciroppo

Estratto fluido rabarbaro cinese per sciroppo……….. g 5

Sciroppo semplice F.U………………………………………… g 95

(a cucchiaini).

Elisir

Estratto fluido rabarbaro cinese detannizzato per tintura … g 92

Estratto fluido genziana…………………….. g 10

Tintura vaniglia ………………………………………………………… g 9

Sciroppo semplice F.U……………………………………………… g 1200

Alcool di 65° e acqua………………………………………. ana g 400

(a cucchiaini).

BIBLIOGRAFIA

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