Bidiabe: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Bidiabe

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Bidiabe: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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BIDIABE 125 mg + 30 mg compresse

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Una compressa contiene:

Principi attivi: clorpropamide 125 mg + fenformina cloridrato 30 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Trattamento del diabete mellito tipo II non insulino-dipendente quando la dieta e l’esercizio fisico non siano da soli sufficienti a controllare la glicemia, specie nei casi di resistenza primaria o secondaria alle solfoniluree e di insulino-resistenza.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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04.3 Controindicazioni

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individualmente e deve fondarsi sui risultati dei controlli metabolici effettuati dal Medico. In linea di massima da 1 a 3 compresse al giorno ai pasti principali, secondo la prescrizione del Medico. Non deve mai essere superata la dose di 100 mg di fenformina pro-die.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Bidiabe è controindicato nei seguenti casi:

ipersensibilità ai principi attivi o altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico e/o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

stati prediabetici, diabete chetoacidosico, diabete latente o sospetto, coma e precoma

diabetico;

tasso sierico della creatinina superiore a 12 mg/l;

diabetici con precedenti di acidosi lattica;

funzionalità epatica o renale gravemente compromessa;

in corso di trattamento con diuretici o con agenti antiipertensivi suscettibili di provocare alterazioni della funzione renale;

affezioni cardiocircolatorie gravi (scompenso cardiaco) stato di shock cardiogenico o

tossicoinfettivo, turbe della circolazione arteriosa periferica);

affezioni respiratorie gravi;

insufficienza surrenalica;

alcoolismo cronico;

regimi fortemente ipocalorici e, soprattutto, stati di digiuno;

gravi malattie distrofiche;

emorragie acute gravi;

shock;

gangrena;

gravidanza.

Bidiabe, per la presenza di fenformina, è controindicato in quei pazienti che sono oggetto di accertamenti che implicano l’uso di mezzi di contrasto iodati (per esempio urografia endovenosa, colangiografia endovenosa, angiografia o tramite scanner) in quanto, in tali pazienti, esiste un rischio di insufficienza renale temporanea. In questi pazienti la somministrazione di Bidiabe deve essere interrotta almeno 48 ore prima di essere sottoposti a tali esami.

Dopo tali esami con mezzi di contrasto iodati, Bidiabe non deve essere somministrato per almeno 48 ore e inoltre si raccomanda di risomministrare il prodotto dopo essersi accertati che le condizioni metaboliche siano ritornate stabili e che la funzione renale sia stata rivalutata ed è risultata normale.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Per la presenza di un derivato solfonilureico l’uso deve essere limitato ai pazienti con diabete mellito sintomatico insorto in età adulta e non chetogenico che non possa essere controllato con la dieta, e nei quali la somministrazione di insulina non è indicata. In caso di manifestazioni ipoglicemiche, più frequenti in soggetti con funzionalità epatica o renale compromesse (vedere paragrafo 4.8) somministrare carboidrati (zucchero); nei casi più gravi, che raramente possono arrivare fino alla perdita della conoscenza, è necessario effettuare un’infusione lenta e.v. di

soluzione glucosata. In concomitanza di traumi, interventi chirurgici, malattie infettive e febbrili, può rendersi necessario instaurare temporaneamente la terapia insulinica per mantenere un adeguato controllo metabolico.

È opportuno tenere presente la possibilità di reazioni disulfiram-simili dopo ingestione di bevande alcoliche.

Il trattamento con sulfaniluree di pazienti con deficienza di G6PD può portare ad anemia emolitica. Bidiabe deve essere pertanto utilizzato con cautela in tali pazienti e deve essere considerata un’alternativa terapeutica.

Ogni trattamento (primo trattamento o passaggio da altri ipoglicemizzanti) deve essere prescritto dal Medico.

Il paziente deve attenersi rigorosamente alle prescrizioni mediche circa la posologia e la modalità di assunzione, nonché per quanto concerne il concomitante regime dietetico e l’attività fisica.

I pazienti trattati devono essere frequentemente studiati al fine di individuare eventuali fattori o condizioni capaci di indurre o aggravare uno stato di ipossia cellulare e quindi di favorire la comparsa di un’acidosi lattica, tenendo conto del fatto che il rischio di tale inconveniente è più frequente nei pazienti di età superiore ai 60 anni, negli stati di insufficienza epatica e/o renale, di insufficienza cardiorespiratoria, di intossicazione etilica, di digiuno prolungato, in caso di trattamento con diuretici, e in caso di turbe gastrointestinali.

In ogni caso i pazienti devono essere istruiti a riconoscere i sintomi premonitori dell’acidosi lattica (anoressia, nausea, febbre, vomito, crampi muscolari aumento dell’ampiezza e della frequenza del respiro, malessere, dolori addominali, diarrea, eventuale obnubilamento o perdita della coscienza) e dell’ipoglicemia (cefalea, irritabilità, turbe del sonno, depressione nervosa, tremori, forte sudorazione) onde avvertire tempestivamente il medico che deve essere altresi informato anche in caso di malattie febbrili o disturbi digestivi intercorrenti. In questo caso il medico stesso deve istituire tempestivamente gli accertamenti del caso (determinazione degli elettroliti del siero, del pH del sangue arterioso, del lattato, del piruvato, della glicemia, e della chetonemia). Poiché un disturbo anche lieve della funzionalità renale può accrescere considerevolmente il rischio di acidosi lattica è necessario controllarne ripetutamente lo stato prima dell’inizio del trattamento e poi almeno ogni otto settimane durante il primo semestre di terapia e, successivamente ogni sei mesi. Visto che l’acidosi lattica può avere esito infausto non appena si abbia il sospetto che essa si stia istaurando, è necessario interrompere la somministrazione e ricoverare d’urgenza il paziente.

L’osservazione di una acidosi metabolica con evidenza di chetoacidosi in un diabetico senza particolare stato di intossicazione esogena (da salicilici, da alcool, ecc.) è da considerarsi sospetta.

04.6 Gravidanza e allattamento

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L’impiego contemporaneo di altri farmaci o l’assunzione concomitante di bevande alcoliche può comportare indesiderato potenziamento o diminuzione dell’attività ipoglicemizzante della sulfanilurea. Non vanno pertanto assunti altri farmaci senza la prescrizione o l’approvazione del medico curante, il quale, se necessario, nello stabilirne la posologia, terrà conto di ogni eventuale interazione.

L’azione ipoglicemizzante delle sulfaniluree può essere aumentata dall’impiego concomitante di ACE-inibitori, steroidi anabolizzanti, beta-bloccanti, bezafibrato, biguanidi, antibiotici chinolonici, clofibrato, cloramfenicolo, derivati cumarinici, disopiramide, fenfluramina, fenilbutazone, feniramidolo, fluoxetina, fosfamidi, inibitori delle monoaminossidasi, miconazolo, PAS (acido para- amminosalicilico), pentossifillina (ad alte dosi per via parenterale), probenecid, salicilati, sulfinpirazone, sulfonamidi e tetracicline.

L’azione ipoglicemizzante delle sulfaniluree può invece essere diminuita dall’impiego concomitante di acetazolamide, corticosteroidi, diazossido, derivati dell’acido nicotinico (a dosi elevate), estrogeni e progestinici, derivati fenotiazinici, fenitoina, glucagone, saluretici, ormoni tiroidei, farmaci simpaticomimetici.

In corso di trattamento con beta-bloccanti ed anche con clonidina, guanetidina o reserpina, la percezione dei sintomi premonitori di una crisi ipoglicemica può essere compromessa.

In casi rari è stato osservato indesiderato potenziamento o diminuzione dell’attività ipoglicemizzante della sulfanilurea in caso di concomitante trattamento con farmaci H2-antagonisti. In pazienti trattati contemporaneamente con clonidina e reserpina sono stati osservati sia potenziamento che diminuzione dell’effetto ipoglicemizzante della sulfanilurea.

L’assunzione concomitante di bevande alcoliche può sia potenziare che diminuire l’azione ipoglicemizzante delle sulfaniluree.

La quantità di bevande alcoliche che può essere assunta dovrebbe pertanto essere discussa con il medico curante.

Alcoolismo cronico ed abuso di lassativi possono peggiorare il controllo della malattia diabetica. Occorre inoltre considerare che la componente biguanidica, presente nel prodotto, può potenziare l’azione degli anticoagulanti.

È opportuno tenere presente la possibilità di reazioni disulfiram-simili dopo ingestione di bevande alcooliche.

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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danza

In caso di gravidanza presunta od accertata Bidiabe non va somministrato. Allattamento

Durante l’allattamento Bidiabe non va somministrato.

04.8 Effetti indesiderati

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Non sono stati condotti studi sulla capacità di guidare e di usare macchinari. Tuttavia Bidiabe può causare ipoglicemia. I pazienti dovrebbero essere istruiti a riconoscere i sintomi dell’ipoglicemia ed avere cautela mentre guidano veicoli o usano macchinari.

04.9 Sovradosaggio

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Fenomeni ipoglicemici possono manifestarsi, sebbene raramente, soprattutto in soggetti debilitati o in età avanzata, in caso di sforzi fisici inconsueti, in caso di alimentazione irregolare o assunzione di bevande alcoliche, in caso di compromissione della funzionalità renale e/o epatica (vedere anche paragrafo 4.4). Possono talvolta manifestarsi intolleranze gastroenteriche, quali nausea, anoressia, gastralgie, vomito o diarrea, le quali possono richiedere l’interruzione del trattamento. Possono raramente aversi manifestazioni allergiche cutanee che sono però transitorie e in genere scompaiono con il proseguimento della terapia. In pazienti che presentino fattori predisponenti quali insufficienza renale e collasso cardiocircolatorio si può manifestare acidosi lattica che può decorrere in modo grave se non si interrompe il trattamento con fenformina e non si adottano misure adeguate.

Sono stati riferiti casi con alti livelli ematici di acido lattico, aumento del rapporto lattato/piruvato, abbassamento del pH ematico, iperazotemia che, eccezionalmente, hanno avuto un decorso sfavorevole.

L’acidosi lattica può essere favorita dalla contemporanea assunzione di alcol.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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In caso di assunzione abnorme del farmaco, può instaurarsi un quadro ipoglicemico molto grave che può arrivare al coma. È necessario, pertanto, oltre alle normali pratiche di pronto intervento, instaurare prontamente una terapia glucosata, idonea al ripristino e mantenimento di una normale glicemia.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Categoria farmacoterapeutica: Ipoglicemizzanti orali in associazione; codice ATC: A10BD01

Il BIDIABE è un farmaco in grado di indurre un soddisfacente controllo metabolico nei diabetici non controllabili con la sola dieta e nei quali la terapia con la sola solfonilurea e sola biguanide ha dimostrato una riduzione della glicemia e della glicosuria senza peraltro mai giungere a un buon equilibrio metabolico, nonché nei diabetici nei quali la monoterapia ha perso la sua efficacia.

L’associazione clorpropamide-fenformina, data la complementarietà di azione esistente fra i due farmaci e la possibilità di ottenere per determinati rapporti posologici un autentico effetto sinergico, consente la riduzione delle dosi dei singoli componenti. Infatti, grazie a una migliore utilizzazione di glucosio a livello periferico, da parte della fenformina, si evita una troppo intensa stimolazione, da parte della clorpropamide, delle -cellule pancreatiche, cui consegue un ridotto pericolo di esaurimento funzionale dell’organo.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Clorpropamide

Assorbimento

Dopo somministrazione per via orale la clorpropamide viene assorbita a livello intestinale

Distribuzione

Nel plasma si lega per il 95% alle albumine seriche, restando libera nel sangue per il 5% della dose somministrata.

L’emivita plasmatica è di circa 36 ore. Dopo somministrazioni continuate la concentrazione ematica del farmaco aumenta fino a raggiungere valori costanti entro 5-7 giorni dall’inizio del trattamento.

Metabolismo

Nell’organismo tutte le sulfaniluree vanno incontro a massiccia biotrasformazione epatica (>80% della dose somministrata) con produzione di derivati idrossilati (2-idrossi-clorpropamide e p- clorobenzene-sulfanilurea) talora ancora dotati di significativa attività ipoglicemizzante).

Eliminazione

L’eliminazione avviene prevalentemente per via urinaria, sia come farmaco inalterato sia come metabolici inattivi.

Fenformina cloridrato

Assorbimento

Dopo somministrazione per via orale la fenformina presenta una biodisponibilità variabile dal 40% al 60%. Il picco ematico (Cmax) viene raggiunto approssimativamente 2-3 ore dopo l’assunzione orale.

Distribuzione

La fenformina ha un volume di distribuzione da 5 a 10 L/kg ed un basso legame alle proteine plasmatiche (12%-20%)

Metabolismo

Nell’organismo la fenformina subisce la biotrasformazione epatica con la produzione di metabolici privi di attività.

Eliminazione

L’eliminazione avviene prevalentemente per via urinaria.

Per quanto attiene alla diversa emivita dei due gruppi attivi, la durata più protratta della clorpropamide (circa 36 ore) simula la cinetica dell’insulina che presenta costanti bassi livelli che aumentano in rapporto allo stimolo glicemico rappresentato dal pasto, specie in presenza di una solfonilurea. Questa azione viene potenziata dalla fenformina che con la sua emivita più breve (circa 3 ore) agisce in sinergismo con la clorpropamide al momento dell’assunzione del pasto, facendo utilizzare prontamente a livello periferico, il glucosio. Sia la clorpropamide che la fenformina vengono eliminate prevalentemente per via urinaria.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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I dati provenienti dagli studi sugli animali rivelano assenza di rischi per gli esseri umani sulla base di studi convenzionali di sicurezza, tossicità per somministrazioni ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità riproduttiva.

Dagli studi di tossicità acuta della fenformina, della clorpropamide e del BIDIABE (clorpropamide + femformina) è emersa l’assenza di sinergismo di tossicità dei componenti l’associazione a seguito della loro somministrazione orale ed endoperitoneale nel topo e nel ratto.

Gli studi di tossicità prolungata evidenziano che il BIDIABE è un farmaco ben tollerato che non interferisce sulle principali funzioni organiche (emopoietica, epatica e renale). Gli effetti collaterali riscontrati, generalmente a carico dell’apparato digerente, sono lievi e raramente richiedono la sospensione del trattamento. Studi specifici condotti sulla cavia hanno dimostrato che l’effetto iperlattacidemico che può essere indotto dalla fenformina non si manifesta nel caso di trattamento con BIDIABE, non solo per i bassi dosaggi della biguanide, ma anche perché tale eventuale effetto risulta antagonizzato dalla clorpropamide.

06.2 Incompatibilità

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amido di mais, silice precipitata, talco, magnesio stearato, aroma vaniglia.

06.3 Periodo di validità

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Non sono state riscontrate incompatibilità.

Periodo di validità 4 anni.

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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e Da conservarsi in luogo asciutto.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Blister di PVC rigido /alluminio Astuccio di 20 compresse.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Nessuna

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Sanofi-aventis S.p.A. – Viale L. Bodio, 37/B – 20158 Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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AIC n. 019751027.

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data prima autorizzazione: 24 Marzo 1962

Data ultimo Rinnovo 1 Giugno 2010

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-