Ephelia
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto
Ephelia: ultimo aggiornamento pagina: 09/02/2018 (Fonte: A.I.FA.)
01.0 Denominazione del medicinale
EPHELIA
02.0 Composizione qualitativa e quantitativa
EPHELIA25 mcg/24 ore: ogni cerotto transdermico contiene 5 mg di estradiolo emidrato in un cerotto di 11 cm² che rilascia una quantità nominale di 25 mcg di estradiolo nelle 24 ore.
EPHELIA37,5 mcg/24 ore: ogni cerotto transdermico contiene 7,5 mg di estradiolo emidrato in un cerotto di 16,5 cm² che rilascia una quantità nominale di 37,5 mcg di estradiolo nelle 24 ore.
EPHELIA50 mcg/24 ore: ogni cerotto transdermico contiene 10 mg di estradiolo emidrato in un cerotto di 22 cm² che rilascia una quantità nominale di 50 mcg di estradiolo nelle 24 ore.
EPHELIA75 mcg/24 ore: ogni cerotto transdermico contiene 15 mg di estradiolo emidrato in un cerotto di 33 cm² che rilascia una quantità nominale di 75 mcg di estradiolo nelle 24 ore.
EPHELIA100 mcg/24 ore: ogni cerotto transdermico contiene 20 mg di estradiolo emidratoin un cerotto di 44 cm² che rilascia una quantità nominale di 100 mcg di estradiolo nelle 24 ore.
Per gli eccipienti vedi paragrafo 6.1
03.0 Forma farmaceutica
Cerotto transdermico.
EPHELIA è un cerotto transdermico costituito da una matrice polimerica autoadesiva contenente 17ßestradiolo, stratificata su un supporto spugnoso beige di forma rettangolare con angoli arrotondati; il lato adesivo è ricoperto da uno strato protettivo trasparente.
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
Terapia ormonale sostitutiva (HRT) per il trattamento dei sintomi da carenza estrogenica in donne in post-menopausa.
04.2 Posologia e modo di somministrazione
Posologia
Applicare EPHELIA 2 volte alla settimana, cioè sostituire il cerotto transdermico ogni 3 o 4 giorni.
Il trattamento inizia in genere con EPHELIA 25, ma la scelta iniziale della dose di estradiolo può essere basata sulla severità della sintomatologia clinica della paziente.
Secondo la risposta clinica al trattamento, la posologia può essere adattata alle esigenze individuali : se la paziente presenta tensione mammaria o irritabilità, la dose probabilmente è troppo alta e deve essere ridotta. Se la dose scelta non riesce a migliorare la sintomatologia da deficit estrogenico, deve essere aumentata.
Nelle donne con utero intatto, un progestinico deve essere somministrato in aggiunta per almeno 12 giorni durante ciascun ciclo per contrastare lo sviluppo di una iperplasia endometriale estrogeno-dipendente.
EPHELIA può essere usato secondo due protocolli terapeutici : somministrazione ciclica (discontinua) : da 24 a 28 giorni di trattamento, seguita da un periodo da 2 a 7 giorni di sospensione del trattamento.
Durante tale periodo di sospensione potrebbe verificarsi un sanguinamento; somministrazione continua : senza alcun periodo di interruzione del trattamento.
Un trattamento continuo, non ciclico, può essere indicato nei casi in cui la sintomatologia da deficit estrogenico si manifesta di nuovo in modo notevole durante l’intervallo libero da trattamento.
Il trattamento sequenziale con il progestinico deve essere adattato a donne con utero intatto secondo il seguente schema: nel caso in cui EPHELIA è somministrato in modo ciclico, il progestinico deve essere somministrato almeno durante gli ultimi 12 giorni di trattamento con estradiolo.
In tal modo la paziente non riceve alcuna somministrazione ormonale durante l’intervallo libero di ciascun ciclo ; nel caso in cui EPHELIA è somministrato in modo continuo (continuo sequenziale), il progestinico deve essere somministrato durante gli ultimi 12 giorni di ciascun mese.
In entrambi i casi si può avere sanguinamento alla fine del trattamento con il progestinico.
A meno che non ci sia una diagnosi precedente di endometriosi, non è raccomandata l’aggiunta di un progestinico in donne isterectomizzate. All’inizio e durante il trattamento dei sintomi post-menopausali si deve utilizzare la dose efficace più bassa per il più breve tempo possibile (vedere il paragrafo 4.4)
Modalità di somministrazione:
EPHELIA è un cerotto transdermico a matrice, autoadesivo. E’ costituito da una matrice polimerica contenente 17ß-estradiolo, inserita su un supporto spugnoso di forma rettangolare ad angoli arrotondati.
La parte adesiva è ricoperta da un foglio protettivo trasparente.
Una volta staccato il foglio protettivo, EPHELIA deve essere immediatamente applicato sulla regione lombare, sui fianchi o sulla parte alta del braccio o della coscia, in una zona che non presenti grosse pieghe cutanee e non sia soggetta a sfregamenti con gli indumenti.
La cute deve essere asciutta, non irritata o trattata con prodotti oleosi e grassi.
EPHELIA non deve essere applicato sul seno.
Quando il cerotto viene rimosso, il cerotto successivo deve essere applicato in un posto differente.
E’ possibile fare la doccia o il bagno con il cerotto transdermico.
In caso di distacco prematuro del cerotto transdermico (sudorazione intensa, eccessivo sfregamento con gli indumenti) è raccomandato di rimetterlo sulla cute asciutta. Se questo non è possibile, un nuovo cerotto transdermico deve essere applicato e deve essere rimosso alla data inizialmente prevista. Di seguito il cambio del cerotto deve seguire lo schema terapeutico iniziale.
Dimenticare una dose può aumentare la possibilità di sanguinamenti da sospensione e piccole perdite ematiche.
04.3 Controindicazioni
Accertato, passato o sospetto carcinoma della mammella;
accertati o sospetti tumori maligni estrogeno-dipendenti (ad es. carcinoma endometriale);
sanguinamenti genitali non diagnosticati;
iperplasia endometriale non trattata;
precedente tromboembolia idiopatica o venosa in corso (trombosi venosa profonda, embolia polmonare);
processi tromboembolici arteriosi in corso o recenti (ad es. angina, infarto del miocardio);
malattia epatica acuta o storia di malattia epatica fino al ritomo alla normalità dei test di funzionalità epatica;
ipersensibilità nota al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti;
porfiria
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
Per il trattamento dei sintomi post-menopausali l’HRT deve essere iniziata solo per sintomi che influiscono negativamente sulla qualità della vita.
In tutti i casi un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici deve essere garantita almeno annualmente e l’HRT deve essere continuata solo fino a quando il beneficio supera il rischio.
Esame medico/follow-up::
Prima di iniziare o riprendere il trattamento ormonale sostitutivo (HRT), deve essere effettuata un’anamnesi personale e familiare completa.
L’esame fisico (incluso l’esame pelvico e mammario) deve tenere in considerazione l’anamnesi, le controindicazioni e le avvertenze per l’uso. Durante il trattamento, sono raccomandati controlli periodici la cui frequenza e natura devono essere adattate alla singola paziente.
Le pazienti devono essere informate di riferire al proprio medico curante qualsiasi modificazione riscontrata a carico delle mammelle (vedere di seguito Carcinoma della mammella) . Esami, inclusa la mammografia, devono essere effettuati in accordo con le pratiche di screening attualmente accettate, modificate in base alle necessità cliniche individuali.
Condizioni che necessitano una supervisione::
La paziente deve essere attentamente controllata, se una qualsiasi delle condizioni sottoriportate è in corso, si è verificata precedentemente e/o si è aggravata durante la gravidanza o un precedente trattamento ormonale. Si deve anche tenere in considerazione che queste condizioni possono ripresentarsi o aggravarsi durante il trattamento con EPHELIA, in particolare:
– Leiomioma (fibromi uterini) o endometriosi
– Storia di, o fattori di rischio per, disordini tromboembolici (vedere sotto)
– Fattori di rischio per tumori estrogeno-dipendenti, ad es. 1° grado di ereditarietà per carcinoma della mammella
– Disordini epatici (ad es. adenoma epatico)
– Diabete mellito con o senza coinvolgimento vascolare
– Colelitiasi
– Emicrania o (grave) cefalea
– Lupus eritematoso sistemico
– Storia di iperplasia endometriale (vedere sotto)
– Epilessia
– Asma
– Otosclerosi
Cause di immediata sospensione della terapia::
La terapia deve essere interrotta in caso si scopra una controindicazione e nelle seguenti situazioni:
– Ittero o deterioramento della funzionalità epatica
– Aumento significativo della pressione sanguigna
– Nuova manifestazione di cefalea tipo emicrania
Iperplasia endometriale::
Il rischio di iperplasia endometriale e carcinoma aumenta quando gli estrogeni sono somministrati da soli per periodi prolungati (vedere il paragrafo 4.8). L’aggiunta di un progestinico per almeno 12 giorni per ciclo in donne non isterectomizzate riduce fortemente questo rischio.
Per i cerotti transdermici con dosaggio maggiore di 50 mcg/die, non è stata studiata la sicurezza a livello del tessuto endometriale a seguito dell’aggiunta di un progestinico.
Sanguinamenti occasionali e piccole perdite ematiche possono verificarsi durante i primi mesi di trattamento. Se i sanguinamenti occasionali o le piccole perdite ematiche compaiono dopo qualche tempo dall’inizio della terapia, o continuano dopo che il trattamento è stato interrotto deve essere studiata la ragione, si devono effettuare delle ricerche che possono includere la biopsia endometriale per escludere la presenza di un carcinoma endometriale.
La stimolazione estrogenica non contrastata può portare ad una trasformazione premaligna o maligna dei focolai residui di endometriosi. Perciò, l’aggiunta di progestinici alla terapia estrogenica sostitutiva deve essere considerata in donne che sono state sottoposte ad isterectomia a causa di endometriosi se le donne sono a conoscenza di avere una endometriosi residuale.
Carcinoma della mammella::
Uno studio clinico randomizzato controllato verso placebo,Women’s Health Iniziative Study (WHI) e studi epidemiologici, incluso il Million Women Study (MWS) hanno riportato un aumentato rischio di carcinoma della mammella in donne che assumono estrogeni, combinazioni estrogeno-progestiniche o tibolone come HRT per diversi anni (vedere paragrafo 4.8).
Per tutte le HRT, in pochi anni di utilizzo, si manifesta un rischio aggiuntivo che aumenta in rapporto alla durata dell’assunzione ma ritorna ai livelli normali in pochi anni (al massimo 5) dopo l’interruzione del trattamento.
Nello studio MWS il rischio relativo di carcinoma della mammella associato all’utilizzo di estrogeni equini coniugati (CEE) o estradiolo (E2) è stato maggiore con l’aggiunta di un progestinico sia somministrato in modo sequenziale che continuo ed indipendentemente dal tipo di progestinico. Non c’è nessuna evidenza di un rischio differente fra le diverse vie di somministrazione.
Nello studio WHI l’uso continuo combinato di estrogeni equini coniugati e medrossiprogesterone acetato (CEE + MPA) è stato associato a carcinomi della mammella di dimensioni lievemente più grandi e che presentavano più frequentemente metastasi ai linfonodi locali rispetto al placebo.
L’HRT, soprattutto il trattamento combinato estrogeni-progestinici, aumenta la densità delle immagini mammografiche che può influenzare sfavorevolmente la rivelazione radiologica del carcinoma della mammella.
Tromboembolia venosa:
L’HRT è associata ad un più elevato rischio relativo di sviluppare tromboembolia venosa (TEV), ad es. trombosi venosa profonda o embolia polmonare. Uno studio randomizzato controllato e studi epidemiologici hanno messo in evidenza un rischio da 2 a 3 volte superiore per le donne che utilizzano HRT in confronto alle non utilizzatrici. Per quest’ultime è stato stimato che il numero di casi di TEV che si verificheranno nel corso dei successivi 5 anni è di circa 3 per 1000 donne di età compresa tra i 50 ed i 59 anni e 8 per 1000 donne di età compresa tra i 60 e i 69 anni. E’ stato stimato che in donne sane che utilizzano HRT per 5 anni, il numero di casi aggiuntivi di TEV per un periodo di 5 anni sarà tra 2 e 6 (stima migliore = 4) per 1000 donne di età compresa tra i 50 ed i 59 anni e tra 5-15 (stima migliore = 9) per 1000 donne di età compresa tra i 60 ed i 69 anni. L’insorgenza di tale evento è più probabile nel primo anno di trattamento con HRT che in tempi successivi.
I fattori di rischio generalmente riconosciuti per la TEV includono un’anamnesi personale o familiare positiva, obesità grave (BMI>30kg/m² ) e lupus eritematoso sistemico (LES). Non c’è accordo circa il possibile ruolo delle vene varicose nella TEV.
Le pazienti con storia di TEV o stati di trombofilia accertati presentano un aumentato rischio di TEV. L’HRT può far aumentare questo rischio. Una storia personale o familiare di tromboembolia o aborto spontaneo ricorrente devono essere indagati per escludere una predisposizione alla trombofilia. Fino al momento in cui non viene effettuata una completa valutazione dei fattori legati alla trombofilia o non viene iniziato un trattamento anticoagulante, l’uso di HRT in tali pazienti deve essere controindicato. Queste donne già in trattamento con anticoagulanti necessitano di un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio legato all’uso di HRT.
Il rischio di TEV può essere temporaneamente aumentato con l’immobilizzazione prolungata, gravi traumi o importanti interventi chirurgici. Come in tutti i pazienti in fase post-operatoria, si deve prestare scrupolosa attenzione alle misure profilattiche di prevenzione della TEV a seguito della chirurgia. Quando si è obbligati ad una immobilizzazione prolungata a seguito di un intervento chirurgico, in particolare di chirurgia addominale o ortopedica agli arti inferiori, si deve prendere in considerazione, se possibile, la sospensione temporanea della terapia ormonale sostitutiva (HRT) per un periodo variabile tra le 4 e le 6 settimane. Il trattamento non deve essere ripreso fino a quando la paziente non è completamente mobile.
Se la TEV si sviluppa dopo l’inizio della terapia, il farmaco deve essere sospeso.
Le pazienti devono essere informate circa la necessità di contattare immediatamente il proprio medico curante nel momento in cui accusino un potenziale sintomo legato alla tromboembolia (es. tumefazione dolorosa a carico di un arto inferiore, improvviso dolore toracico, dispnea).
Malattia arteriosa coronarica (CAD):
Gli studi clinici randomizzati controllati non hanno evidenziato benefici cardiovascolari con l’uso di estrogeni coniugati e medrossiprogesterone acetato (MPA) in regime terapeutico continuo e combinato. Due studi clinici allargati (WHI e HERS – Heart and Estrogen/Progestin Replacement Study) hanno dimostrato un possibile aumento di rischio di morbilità cardiovascolare nel primo anno di utilizzo e nessun generale beneficio. Per gli altri prodotti HRT ci sono solo dati limitati derivanti da studi randomizzati controllati che hanno valutato gli effetti sulla morbilità o mortalità cardiovascolare. Perciò non è certo se queste considerazioni si estendano anche ad altri prodotti HRT.
Ictus:
Uno studio clinico randomizzato allargato (studio WHI) ha messo in evidenza, come risultato secondario, un aumentato rischio di ictus ischemico in donne sane durante il trattamento con estrogeni coniugati combinati e MPA in regime terapeutico continuo e combinato. Per le donne che non usano HRT, si è stimato che il numero di casi di ictus che si verificheranno per un periodo di 5 anni è di circa 3/1000 per le donne di età compresa tra i 50 ed i 59 anni e 11/1000 per le donne di età compresa tra i 60 ed i 69 anni. Si è stimato che per le donne che usano estrogeni coniugati e MPA per 5 anni, il numero di casi addizionali sarà compreso fra 0 e 3 (stima migliore = 1) su 1000 utilizzatrici di età compresa tra i 50 ed i 59 anni e fra 1 e 9 (migliore stima = 4) su 1000 utilizzatrici di età compresa tra i 60 ed i 69 anni. Non è noto se un incremento del rischio venga riportato anche per altri prodotti HRT.
Carcinoma ovarico:
In alcuni studi epidemiologici l’uso a lungo termine (almeno 5-10 anni) di HRT contenenti solo estrogeni in donne isterectomizzate è stato associato ad un incremento del rischio di carcinoma ovarico. Non è certo se l’uso a lungo termine di una terapia ormonale sostitutiva combinata presenti un rischio diverso rispetto a prodotti contenenti solo estrogeni.
Altre condizioni:
Gli estrogeni possono causare ritenzione di liquidi, e quindi le pazienti con insufficienza cardiaca o renale devono essere attentamente monitorate. Le pazienti con insufficienza renale terminale devono essere seguite molto attentamente, poiché ci si aspetta che il livello di principio attivo in circolo aumenti.
Le donne con ipertrigliceridemia pre-esistente devono essere attentamente seguite durante la terapia sostitutiva con estrogeni o terapia ormonale sostitutiva, poiché, in queste condizioni, sono stati riportati rari casi di forti incrementi dei trigliceridi plasmatici che possono provocare pancreatite in associazione con la terapia estrogenica.
Gli estrogeni aumentano la globulina che si lega alla tiroxina (TBG), favorendo l’incremento dell’ormone tiroideo totale circolante, come misurato dallo iodio che si lega alla proteina (PBI), dai livelli di T4 (per cromatografia o per saggio radioimmunologico) o T3 (per saggio radioimmunologico). La captazione di T3 su resina è diminuita, riflettendo l’elevazione della TBG. Le concentrazioni di T3 e T4 libere sono rimaste invariate. Si può verificare l’aumento sierico di altre proteine di legame, per es. della globulina che si lega al corticoide (CBG), della globulina che si lega agli ormoni sessuali (SHBG), che determina un incremento dei corticosteroidi e degli steroidi sessuali circolanti, rispettivamente. Le concentrazioni dell’ormone libero o biologicamente attivo sono rimaste invariate. Si può verificare l’aumento di altre proteine plasmatiche (substrato angiotensinogeno/renina, alfa-1-antitripsina, ceruloplasmina).
Non c’è alcuna evidenza definitiva di un miglioramento della funzione cognitiva. C’è qualche evidenza di un aumentato rischio di probabile demenza nelle donne che iniziano ad utilizzare la la terapia combinata CEE e MPA in modo continuo dopo i 65 anni di età dallo studio WHI.
Non si sa se questa evidenza si applichi alle donne più giovani in post-menopausa od agli altri prodotti per l’HRT.
04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione
A seguito di somministrazione transdermica, l’effetto di primo passaggio nel fegato viene evitato e così gli estrogeni somministrati per via transdermica potrebbero essere meno influenzati dagli induttori enzimatici rispetto agli ormoni somministrati per via orale.
Il metabolismo degli estrogeni può essere aumentato dall’uso concomitante di sostanze che notoriamente inducono gli enzimi farmaco-metabolizzanti, in modo specifico gli enzimi del citocromo P450, quali gli anticonvulsivanti (es. fenobarbitale, fenitoina, carbamazepina) e antiinfettivi (es. rifampicina, rifabutina, nevirapina, efavirenz).
Il ritonavir e il nelfinavir, sebbene noti come forti inibitori, per contrasto mostrano proprietà inducenti quando usati in concomitanza con ormoni steroidei.
Le preparazioni erboristiche contenenti la pianta di St. John (Hypericum Perforatum) possono indurre il metabolismo degli estrogeni.
Dal punto di vista clinico un aumentato metabolismo degli estrogeni e progestinici può portare ad una diminuzione ed a cambiamenti nel profilo mestruale.
04.6 Gravidanza e allattamento
EPHELIA non è indicato durante la gravidanza. Se la gravidanza si verifica durante il trattamento con EPHELIA il trattamento deve essere immediatamente interrotto.
I risultati della maggior parte degli studi epidemiologici per determinare la rilevante o accidentale esposizione fetale agli estrogeni non indicano alcun effetto teratogeno o fetotossico.
Allattamento:
EPHELIA non è indicato durante l’allattamento.
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari
Nessuno.
04.8 Effetti indesiderati
In studi clinici e farmacologici, si sono verificati i seguenti eventi avversi in una percentuale ≥ 10% delle pazienti trattate con EPHELIA:
– reazioni a livello del sito di applicazione con un’incidenza del 32%, considerato come grave solo dal 4%, moderato dal 19% e lieve (rossore o prurito) dal 77% delle pazienti.
– sintomi di iperestrogenismo incluso il dolore mammario con un’incidenza del 22% (considerato come lieve nel 45%, moderato nel 50% e grave nel 5% delle pazienti) e metrorragia con un’incidenza del 24,6%.
La tabella sotto riportata include l’incidenza di tutte le reazioni avverse da farmaco (ADR) osservate negli studi clinici con EPHELIA.
Sistema corporeo | ADR comuni 1% < ADR ≤ 10% | ADR non comuni 0.1% < ADR ≤ 1% | ADR rare 0.01 < ADR ≤0.1% |
Corpo nel suo insieme | Dolore addominale, addome dilatato, cefalea | Dolore alla schiena, astenia, reazione allergica, dolore pelvico | Brividi, sindrome influenzale, dolore, perdita di efficacia del farmaco |
Sistema cardiovascolare | Vene varicose, vasodilatazione | Emicrania, ipertensione | Palpitazioni, flebite |
Sistema digerente | Nausea | Flatulenza, diarrea | Vomito, costipazione, aumento dell’appetito, dolore biliare, alterazione dei test di funzionalità epatica, disturbi rettali, gastrite |
Sistema ematico e linfatico | Anemia | Eosinofilia | |
Alterazione del metabolismo e della nutrizione | Edema, aumento di peso | Iperlipemia, ipercolesterolemia | |
Sistema muscolo-scheletrico | Artralgia, mialgia, tenosinovite | ||
Sistema nervoso | Labilità emotiva, nervosismo, depressione, sonnolenza, insonnia, parestesia | Ansia, ostilità, iperchinesi, disturbi del sonno, capogiri, vertigini, diminuzione della libido | |
Sistema respiratorio | Laringite, faringite, sinusite | ||
Pelle e appendici | Prurito | Rash, acne, angioedema, dermatite fungina, melanosi | |
Organi di senso | Visione anormale, blefarite | ||
Sistema urogenitale | Iperplasia endometriale, leucorrea, aumento di volume del seno, dismenorrea, menorragia, aumento di volume di fibromi uterini | Vaginite, disturbi ovarici, moniliasi vaginale, neoplasia mammaria, neoplasia della cervice, seno fibrocistico, neoplasia uterina, incontinenza urinaria | Disturbi endometriali, lattazione femminile, ascesso mammario, disordini mestruali, dilatazione uterina, disturbi vulvo-vaginali, vulvovaginite. |
Carcinoma della mammella:
Secondo quanto evidenziato da numerosi studi epidemiologici e da uno studio randomizzato controllato verso placebo, il Women’s Health Iniziative (WHI), il rischio di carcinoma della mammella aumenta con l’aumentare della durata di utilizzo di HRT in pazienti attualmente o recentemente trattate con HRT.
Per l’HRT a base di soli estrogeni, le stime del rischio relativo (RR), da una rianalisi dei dati originali derivati da 51 studi epidemiologici (in cui più dell’80% dell’utilizzo di HRT erano a base di soli estrogeni) e dallo studio epidemiologico Million Women Study (MWS), sono simili a 1.35 (IC 95%:1.21 – 1.49) e 1.30 (IC 95%:1.21 – 1.40) rispettivamente.
Per l’HRT combinata estrogeno/progestinico, diversi studi epidemiologici hanno riportato un rischio complessivo di carcinoma della mammella più alto rispetto agli estrogeni da soli. Lo studio MWS ha riportato che, rispetto a chi non ha mai utilizzato HRT, l’uso di vari tipi di HRT combinata estrogeno/progestinico è stato associato ad un rischio di carcinoma della mammella più alto (RR = 2.00, IC 95%: 1.88 – 2.12) rispetto all’uso di estrogeni da soli (RR = 1.30, IC 95%: 1.21 – 1.40) o rispetto all’uso di tibolone (RR=1.45, IC 95%: 1.25-1.68). Lo studio WHI ha riportato una stima di rischio, rispetto al placebo, di 1.24 (IC 95%:1.01 – 1.54) dopo 5.6 anni di utilizzo di HRT combinata estrogeno/progestinico (CEE + MPA) in tutte le utilizzatrici.
I rischi assoluti calcolati dagli studi MWS e WHI sono riportati di seguito.
Lo studio MWS ha stimato, dall’incidenza media conosciuta di carcinoma della mammella nei paesi sviluppati, che:
per le donne non utilizzatrici di HRT ci si aspetta che a circa 32 su ogni 1000 sia diagnosticato carcinoma della mammella nell’età compresa tra i 50 e 64 anni; su 1000 donne utilizzatrici attuali o recenti di HRT, il numero di casi aggiuntivi durante il periodo corrispondente sarà:
per le utilizzatrici di terapia ormonale sostitutiva di soli estrogeni:
fra 0 e 3 ( miglior stima =1.5) per un utilizzo di 5 anni
fra 3 e 7 ( miglior stima =5) per un utilizzo di 10 anni
per le utilizzatrici di HRT combinata estrogeno/progestinico
fra 5 e 7 ( miglior stima =6) per un utilizzo di 5 anni
fra 18 e 20 ( miglior stima =19) per un utilizzo di 10 anni
Lo studio WHI ha stimato che, dopo un follow-up di 5.6 anni in donne in età compresa tra 50 e 79 anni, ulteriori 8 casi di carcinoma della mammella invasivo sono dovuti all’HRT combinata estrogeno/progestinico (CEE+MPA) ogni 10000 donna/ anni.
Secondo i calcoli emersi dai dati dello studio è stato stimato che:
per 1000 donne nel gruppo placebo:
circa 16 casi di carcinoma della mammella invasivo sono diagnosticati in 5 anni;
per 1000 donne che hanno usato l’HRT combinata estrogeno/progestinico (CEE+MPA) il numero di casi aggiuntivi è:
fra 0 e 9 (miglior stima = 4) per un utilizzo di 5 anni
Il numero di casi aggiuntivi di carcinoma della mammella in donne che utilizzano HRT è ampiamente simile per le donne che iniziano l’HRT, indipendentemente dall’età di inizio di utilizzo (età fra 45 e 65 ) (vedere paragrafo 4.4).
Carcinoma endometriale:
In donne con l’utero intatto, il rischio di iperplasia endometriale e di carcinoma endometriale cresce con l’aumentare della durata di trattamento con estrogeno incontrastato. Secondo i dati ottenuti da studi epidemiologici, la miglior stima di rischio è che: per donne che non utilizzano l’HRT ci si aspetta che a circa 5 su 1000 venga diagnosticato un carcinoma endometriale nell’età compresa tra i 50 e i 65 anni. A seconda della durata del trattamento e della dose di estrogeno, l’incremento di rischio di carcinoma endometriale riportato nelle utilizzatrici di estrogeno incontrastato aumenta da 2 a 12 volte rispetto alle non utilizzatrici.
L’aggiunta di un progestinico alla sola terapia estrogenica riduce ampiamente l’aumento di questo rischio.
Sono state riportate altre reazioni avverse in associazione al trattamento con estroprogestinici:
– neoplasia benigna e maligna estrogeno-dipendente, per es. carcinoma dell’endometrio
– tromboembolia venosa, per es. trombosi venosa profonda degli arti inferiori o della pelvi ed embolia polmonare, è più frequente nelle utilizzatrici di HRT rispetto alle non utilizzatrici.
Per ulteriori informazioni, vedere il paragrafo 4.3 Controindicazioni e 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso.
– Infarto del miocardio ed ictus
– Malattie della colecisti
– Alterazione della cute e del tessuto sottocutaneo: cloasma, eritema multiforme, eritema nodoso, porpora vascolare
– Probabile demenza (vedere paragrafo 4.4.)
04.9 Sovradosaggio
Gli effetti del sovradosaggio sono generalmente rappresentati da una sensazione di tensione mammaria, gonfiore pelvico o addominale, ansia, irritabilità. Questi segni scompaiono alla rimozione del cerotto transdermico o quando la dose è ridotta.
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
Codice ATC G03CA03
Estrogeni (G sistema uro-genitale e ormoni sessuali)
Estrogeni naturali per via transdermica.
Il principio attivo, 17beta-estradiolo sintetico, è chimicamente e biologicamente identico all’estradiolo endogeno umano. Esso compensa la mancata produzione estrogenica nelle donne in menopausa, e allevia i sintomi menopausali.
Il sollievo dei sintomi menopausali viene raggiunto durante le prime settimane di trattamento per tutti i dosaggi.
05.2 Proprietà farmacocinetiche
La dose media di estradiolo rilasciata nelle 24 ore è 25 mcg per EPHELIA 25, 37,5 mcg per EPHELIA 37,5, 50 mcg per EPHELIA 50, 75 mcg per EPHELIA 75, 100 mcg per EPHELIA 100.
Le concentrazioni sieriche di estradiolo proporzionali alla quantità somministrata, sono raggiunte appena 4 ore dopo l’applicazione del cerotto transdermico.
Circa 24 ore dopo l’applicazione di EPHELIA 25, 50 e 100, le concentrazioni sieriche di estrogeni raggiungono picchi medi di 36, 59, 99 pg/ml rispettivamente (coefficiente di variazione 50%).
Successivamente, la concentrazione sierica diminuisce molto lentamente e 72 ore (3 giorni) dopo l’applicazione di EPHELIA 25, 50 e 100 la concentrazione sierica media di estrogeni è di 27, 38, 58 pg/ml rispettivamente.
Tuttavia è da notare che una variabilità interindividuale nell’assorbimento può essere osservata, così come nel caso di qualsiasi somministrazione transdermica di estradiolo. Non si è osservato nessun fenomeno di accumulo del prodotto dopo 3 settimane di applicazioni ripetute.
La concentrazione sierica di estradiolo ritorna ai valori normali 8 ore dopo la rimozione del cerotto transdermico.
Il rapporto medio di E2/E1 (estradiolo/estrone) durante l’applicazione del cerotto transdermico è lo stesso di quello osservato nelle donne prima della menopausa (circa 1).
L’estradiolo è per la maggior parte legato alla SHBG nel plasma.
L’estradiolo è metabolizzato principalmente a livello epatico. I metaboliti più importanti sono l’estrone e i suoi coniugati (glucoronati e solfati). Essi sono molto meno attivi dell’estradiolo.
La maggior parte dei metaboliti sono escreti nelle urine sotto forma di glucoronati e di solfati. I metaboliti degli estrogeni comunque entrano nel circolo entero-epatico.
05.3 Dati preclinici di sicurezza
Gli studi con estradiolo sugli animali hanno mostrato effetti estrogenici attesi. Non ci sono per il prescrittore dati preclinici rilevanti aggiuntivi rispetto a quelli già inclusi negli altri paragrafi del RCP.
Durante gli studi di tollerabilità cutanea nel coniglio, specie particolarmente sensibile, il cerotto transdermico è stato classificato come lievemente irritante quando viene applicato localmente da 4 giorni a 4 settimane. Nessun potenziale di sensibilizzazione è stato osservato dopo l’applicazione locale nelle cavie.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
Componenti della matrice adesiva
Poli (etilene-acetato di vinile) (EVA) alta viscosità
Poli (etilene-acetato di vinile) (EVA) bassa viscosità
Etilcellulosa
Octildodecanolo
Glicole dipropilenico
Componenti del film protettivo
Strato spugnoso di colore beige : Poli (etilene-acetato di vinile)
06.2 Incompatibilità
Non pertinente
06.3 Periodo di validità
2 anni
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
Non conservare al di sopra dei 25°C
06.5 Natura e contenuto della confezione
Bustina (carta/alluminio) : ognuna contenente 1 cerotto transdermico in scatole da 1, 2, 4, 6, 8, 9, 18 o 24 bustine.
06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione
Nessun requisito speciale.
07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio
Ipsen S.p.A. – Via A. Figino, 16 – 20156 Milano
08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio
8 cerotti transdermici 25 mcg/24h AIC N°034344010/M
8 cerotti transdermici 37,5 mcg/24h AIC N°034344022/M
8 cerotti transdermici 50 mcg/24h AIC N°034344034/M
8 cerotti transdermici 75 mcg/24h AIC N°034344046/M
8 cerotti transdermici 100 mcg/24h AIC N°034344059/M
09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione
Data di prima autorizzazione: 07 luglio 2000
Data dell’ultimo rinnovo: 07 Novembre 2004
10.0 Data di revisione del testo
01/02/2005
FARMACI EQUIVALENTI (stesso principio attivo)
- Armonil cerotti transdermici – 8 Cer Trans 25 mcg/24 H
- Armonil-septem 25 mcg /24 ore, cerotto transdermico – 4 Cer 25 mcg/24 H
- Armonil-septem 50 mcg/24 ore – 4 Cer 50 mcg/24 H
- Climara – 4 Cerotti Transderm
- Dermestril – 8 Cer 25 mcg/24 H
- Dermestril – septem 25 mcg /24 ore, cerotto transdermico – 4 Cer25 mcg/24
- Dermestril septem 75 microgrammi/24 ore, cerotto transdermico – 4 Cer75 mcg/24
- Dermestril-septem 50 mcg /24 ore, cerotto transdermico – 4 Cer50 mcg/24
- Epiestrol – 8 Cer Transd100 mcg/24
- Estraderm mx cerotto transdermico – 8 Cer 25 mcg/die
- Estreva 0,1% gel – Gel 1 fl 50 G 0,1%
- Estring 7 5 mcg 24 ore dispositivo vaginale 1 dispositivo – 1 Disp 7,5 mcg/24 H
- Femseven 50 mcg cerotto – 4 Cer Transd 15 Cm2
- Ginaikos 1,5 mg gel – Gel 28 Bust 1,5 mg
- Sandrena 1 mg gel – Gel 28 Cont Mono 1 G
- Vagifem 10 microgrammi compresse vaginali – 18 Cpr Vag 10 mcg