Exemestane Ranbaxy: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Exemestane Ranbaxy

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Exemestane Ranbaxy: ultimo aggiornamento pagina: (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Exemestane Ranbaxy 25 mg compresse rivestite con film

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Ogni compressa contiene 25 mg di exemestane come principio attivo. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.

03.0 Forma farmaceutica

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Compresse rivestite con film

Compresse bianche, rotonde, biconvesse, rivestite con film, con incisa una “E” su di un lato.

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Exemestane Ranbaxy è indicato nel trattamento adiuvante delle donne in post-menopausa con carcinoma mammario invasivo in fase iniziale con recettori estrogenici positivi, dopo una iniziale terapia adiuvante con tamoxifene di 2-3 anni.

Exemestane Ranbaxy è indicato nel trattamento del carcinoma mammario in fase avanzata nelle donne in stato di post-menopausa naturale o indotta la cui malattia è progredita dopo una terapia anti- estrogenica. L’efficacia non è stata dimostrata nelle pazienti con recettori estrogenici negativi.

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Pazienti adulte e anziane

La dose raccomandata di exemestane è una compressa da 25 mg da assumere una volta al giorno, dopo un pasto.

Nelle pazienti con carcinoma mammario in fase iniziale, il trattamento con exemestane deve proseguire fino al completamento di cinque anni di terapia ormonale adiuvante combinata sequenziale (tamoxifene seguito da exemestane), o per un periodo più breve in caso di recidiva del tumore.

Nelle pazienti con carcinoma mammario in fase avanzata, il trattamento con exemestane deve proseguire fino a quando è evidente la progressione del tumore.

Non sono richiesti aggiustamenti della dose per le pazienti con insufficienza epatica o renale (vedere paragrafo 5.2).

Bambini

L’uso nei bambini non è raccomandato.

04.3 Controindicazioni

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Exemestane Ranbaxy è controindicato:

nelle pazienti con nota ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti

nelle donne in pre-menopausa

nelle donne in gravidanza o in allattamento.

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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L’exemestane non deve essere somministrato alle donne in stato endocrino di pre-menopausa. Pertanto, quando clinicamente appropriato, lo stato di post-menopausa deve essere verificato valutando i livelli di LH, di FSH e di estradiolo.

L’exemestane deve essere usato con cautela nelle pazienti con compromissione della funzionalità epatica o renale.

alla somministrazione (vedere paragrafo 5.1) una riduzione della densità minerale ossea e un aumento della percentuale di fratture. Durante il trattamento adiuvante con exemestane, le donne con osteoporosi o a rischio di osteoporosi devono essere sottoposte ad un controllo della densità minerale ossea valutata mediante densitometria ossea all’inizio del trattamento. Sebbene non siano disponibili dati sufficienti che mostrino gli effetti della terapia nel trattamento della perdita di densità minerale ossea causata da exemestane, il trattamento dell’osteoporosi deve essere iniziato nelle pazienti a rischio. Le pazienti trattate con exemestane devono essere attentamente monitorate.

Gli sportivi devono essere informati del fatto che questo medicinale contiene un principio attivo che può indurre una reazione positiva ai test di controllo antidoping.

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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L’evidenza in vitro ha dimostrato che il farmaco viene metabolizzato dal citocromo P450 (CYP) 3A4 e dalle aldochetoriduttasi (vedere paragrafo 5.2) e che non inibisce nessuno dei principali isoenzimi CYP. In uno studio clinico di farmacocinetica, l’inibizione specifica del CYP3A4 da parte del ketoconazolo non ha mostrato effetti significativi sulla farmacocinetica dell’exemestane.

In uno studio di interazione con rifampicina, un potente induttore del CYP450, alla dose di 600mg al giorno e una singola dose di 25 mg di exemestane, l’AUC di exemestane si è ridotta del 54% e la Cmax del 41%. Poiché la rilevanza clinica di questa interazione non è stata valutata, la co- somministrazione di farmaci, come rifampicina, anticonvulsivanti (ad es. fenitoina e carbamazepina) e preparati erboristici contenenti Hypericum perforatum (Erba di San Giovanni) noti per indurre il CYP3A4, può ridurre l’efficacia di exemestane. L’exemestane deve essere usato con cautela con farmaci che vengono metabolizzati dal CYP3A4 e che hanno una finestra terapeutica ristretta. Non c’è esperienza clinica sull’uso concomitante di exemestane con altri farmaci antitumorali.

L’exemestane non deve essere co-somministrato con medicinali contenenti estrogeni poiché questi annullerebbero la sua azione farmacologica.

04.6 Gravidanza e allattamento

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danza

Non ci sono dati clinici con exemestane sulle gravidanze esposte. Studi negli animali hanno evidenziato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). L’exemestane è pertanto controindicato nelle donne in gravidanza.

Allattamento

Non è noto se l’exemestane viene escreto nel latte umano. L’exemestane non deve essere somministrato alle donne in allattamento.

Donne in peri-menopausa o in età fertile

Il medico deve valutare la necessità di una contraccezione adeguata con le donne in età fertile comprese le donne in peri-menopausa o che hanno raggiunto la menopausa di recente, finché il loro stato di post-menopausa non sia stato completamente stabilito (vedere paragrafi 4.3 Controindicazioni e 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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A seguito dell’uso del medicinale sono stati riportati torpore, sonnolenza, astenia e capogiri. Le

mentali richieste per l’impiego di macchinari o per la guida di veicoli possono essere ridotte.

04.8 Effetti indesiderati

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L’exemestane è stato generalmente ben tollerato in tutti gli studi clinici condotti con l’exemestane alla dose standard di 25 mg al giorno, e gli effetti indesiderati sono generalmente stati da lievi a moderati.

L’incidenza delle interruzioni del trattamento a causa di eventi avversi è stata del 7,4% nelle pazienti con carcinoma mammario in fase iniziale in trattamento adiuvante con exemestane dopo una terapia adiuvante iniziale con tamoxifene. Le reazioni avverse più comunemente riportate sono state vampate di calore (22%), artralgia (18%) e stanchezza (16%).

L’incidenza delle interruzioni del trattamento a causa di eventi avversi è stata del 2,8% nell’intera popolazione di pazienti con carcinoma mammario in fase avanzata. Le reazioni avverse più comunemente riportate sono state vampate di calore (14%) e nausea (12%).

La maggior parte delle reazioni avverse può essere attribuita alle normali conseguenze farmacologiche da deprivazione estrogenica (ad es. vampate di calore).

Le reazioni avverse riportate sono elencate di seguito per classe sistemica organica e per frequenza.

Le frequenze sono definite come: molto comuni (> 10%)

comuni (> 1%, < 10%)

non comuni (> 0,1%, < 1%)

rare (> 0,01%, < 0,1%)

Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Comuni anoressia
Disturbi psichiatrici:
Molto comuni insonnia
Comuni depressione
Patologie del sistema nervoso:
Molto comuni cefalea
Comuni capogiri, sindrome del tunnel carpale
Non comuni sonnolenza
Patologie vascolari:
Molto comuni vampate di calore
Patologie gastrointestinali:
Molto comuni nausea
Comuni dolore addominale, vomito, stipsi, dispepsia, diarrea
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Molto comuni aumento della sudorazione
Comuni eruzioni cutanee, alopecia
Patologie del sistema muscoloscheletrico e delle ossa:
Molto comuni dolore muscoloscheletrico e delle articolazioni (*)
Comuni osteoporosi, fratture
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Molto comuni stanchezza
Comuni dolore, edema periferico
Non comuni astenia

(*) Include: artralgia e, con minore frequenza, dolore agli arti, osteoartrite, dolore alla schiena, artrite, mialgia e rigidità delle articolazioni.

Patologie del sistema emolinfopoietico

Nelle pazienti con carcinoma mammario in fase avanzata sono state raramente riportate trombocitopenia e leucopenia. Una diminuzione occasionale dei linfociti è stata osservata nel 20% circa delle pazienti che assumevano exemestane, in particolare nelle pazienti con linfopenia pre-esistente; tuttavia, in queste pazienti i valori medi linfocitari non si sono modificati in modo significativo nel tempo e non è stato osservato un corrispondente aumento delle infezioni virali. Questi effetti non sono stati osservati nelle pazienti trattate negli studi nel carcinoma mammario in fase iniziale.

Patologie epatobiliari

È stato osservato un aumento dei parametri di laboratorio relativi alla funzionalità epatica, compresi gli enzimi, la bilirubina e la fosfatasi alcalina.

La tabella sottostante mostra la frequenza degli eventi avversi e delle patologie sopra specificati nello studio nel carcinoma mammario in fase iniziale (IES), indipendentemente dalla causalità, riportati nelle pazienti in terapia con il farmaco sperimentale e fino a 30 giorni dopo il termine della terapia sperimentale.

Effetti indesiderati e patologie Exemestane (N = 2249) Tamoxifene (N = 2279)
Vampate di calore 491 (21,8%) 457 (20,1%)
Stanchezza 367 (16,3%) 344 (15,1%)
Cefalea 305 (13,6%) 255 (11,2%)
Insonnia 290 (12,9%) 204 (9,0%)
Ginecologici 235 (10,5%) 340 (14,9%)
Capogiri 224 (10,0%) 200 (8,8%)
Nausea 200 (8,9%) 208 (9,1%)
Osteoporosi 116 (5,2%) 66 (2,9%)
Emorragia vaginale 90 (4,0%) 121 (5,3%)
Altro tumore primario 84 (3,6%) 125 (5,3%)
Vomito 50 (2,2%) 54 (2,4%)
Disturbi visivi 45 (2,0%) 53 (2,3%)
Tromboembolismo 16 (0,7%) 42 (1,8%)
Fratture osteoporotiche 14 (0,6%) 12 (0,5%)
Infarto del miocardio 13 (0,6%) 4 (0,2%)

Nello studio IES, la frequenza di eventi ischemici cardiaci nei bracci di trattamento con exemestane e con tamoxifene è stata rispettivamente del 4,5% vs 4,2%. Non è stata osservata alcuna differenza significativa per nessun singolo evento cardiovascolare, tra cui ipertensione (9,9% vs 8,4%), infarto del miocardio (0,6% vs 0,2%) e insufficienza cardiaca (1,1% vs 0,7%).

Nello studio IES, l’exemestane è stato associato ad una maggiore incidenza di ipercolerolemia rispetto al tamoxifene (3,7% vs 2,1%).

In un altro studio randomizzato in doppio cieco condotto in donne in post-menopausa con carcinoma mammario in fase iniziale a basso rischio trattate con exemestane (N=73) o con placebo (N=73) per 24 mesi, l’exemestane è stato associato ad una riduzione media del colesterolo HDL plasmatico mediamente del 7-9% rispetto ad un aumento dell’1% con il placebo. C’è stata anche una riduzione dell’apolipoproteina A1 del 5-6% nel gruppo exemestane rispetto allo 0-2% per il placebo. L’effetto sugli altri parametri lipidici analizzati (colesterolo totale, colesterolo LDL, trigliceridi, apolipoproteina B e lipoproteina-a) è stato molto simile nei due gruppi di trattamento. Il significato clinico di questi risultati non è chiaro.

Nello studio IES, è stata osservata una maggiore frequenza di ulcera gastrica nel braccio exemestane rispetto al braccio tamoxifene (0,7% vs <0,1%). La maggior parte delle pazienti assumenti exemestane con ulcera gastrica era in trattamento concomitante con agenti antinfiammatori non steroidei e/o aveva una precedente storia clinica.

Effetti indesiderati nell’esperienza post-marketing

Patologie epatobiliari: epatite, epatite colestatica.

Poiché le reazioni vengono riportate spontaneamente da parte di una popolazione di dimensione non definita, non è sempre possibile stimarne in modo affidabile la frequenza né stabilire una relazione causale con l’esposizione al farmaco.

04.9 Sovradosaggio

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Studi clinici sono stati condotti con exemestane somministrato fino a 800 mg come dose singola a

singola di exemestane che potrebbe causare sintomi potenzialmente letali. Nel ratto e nel cane è stata osservata letalità dopo dosi singole orali equivalenti rispettivamente a 2000 e 4000 volte la dose raccomandata nell’uomo, calcolata in mg/m2. Non c’è uno specifico antidoto per il sovradosaggio e il trattamento deve essere sintomatico. È indicata una terapia generale di supporto, compreso il frequente monitoraggio dei segni vitali e la stretta osservazione della paziente.

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Categoria farmacoterapeutica: inibitore steroideo dell’aromatasi; agente antineoplastico. Codice ATC: L02BG06

L’exemestane è un inibitore steroideo irreversibile dell’aromatasi, strutturalmente correlato al substrato naturale androstenedione. Nelle donne in post-menopausa, gli estrogeni sono prodotti principalmente dalla conversione di androgeni in estrogeni mediante l’enzima aromatasi nei tessuti periferici. La deprivazione estrogenica attraverso l’inibizione dell’aromatasi rappresenta un trattamento efficace e selettivo per il carcinoma mammario ormono-dipendente nelle donne in post- menopausa. Nelle donne in post-menopausa, l’exemestane per via orale ha ridotto significativamente le concentrazioni sieriche di estrogeni a partire da una dose di 5 mg, raggiungendo la soppressione massima (>90%) con una dose di 10-25 mg. Nelle pazienti in post- menopausa con carcinoma mammario trattate con la dose giornaliera di 25 mg, l’attività aromatasica corporea totale è stata ridotta del 98%.

L’exemestane non possiede alcuna attività progestinica o estrogenica. Una leggera attività androgenica, probabilmente dovuta al 17-idro derivato, è stata osservata, soprattutto ad alte dosi. In studi con dosi giornaliere multiple, l’exemestane non ha avuto effetti rilevabili sulla biosintesi surrenalica del cortisolo o dell’aldosterone, misurata prima o dopo lo stimolo con ACTH, dimostrando cosi la sua selettività per quanto riguarda gli altri enzimi coinvolti nella via steroidogenica.

La terapia sostitutiva con glucocorticoidi o mineralcorticoidi non è pertanto necessaria. Un leggero aumento non dose-dipendente dei livelli sierici di LH e FSH è stato osservato anche a basse dosi: questo effetto è tuttavia previsto per la classe farmacologica ed è probabilmente il risultato di un feedback a livello ipofisario dovuto alla riduzione dei livelli di estrogeni che stimolano la secrezione ipofisaria delle gonadotropine anche nelle donne in post-menopausa.

Trattamento adiuvante del carcinoma mammario in fase iniziale

In uno studio multicentrico randomizzato in doppio cieco condotto in 4724 pazienti in post- menopausa con carcinoma mammario primario con recettori estrogenici positivi o non noti, le pazienti che erano libere dalla malattia a seguito di una terapia adiuvante con tamoxifene per 2-3 anni sono state randomizzate per un trattamento di 3-2 anni con exemestane (25 mg al giorno) o tamoxifene (20 o 30 mg al giorno) fino al completamento di un totale di 5 anni di terapia ormonale.

Dopo una durata media della terapia di circa 30 mesi e un follow-up mediano di circa 52 mesi, i risultati hanno dimostrato che il trattamento sequenziale con exemestane dopo 2-3 anni di terapia adiuvante con tamoxifene era associato ad un miglioramento clinicamente e statisticamente significativo della sopravvivenza libera da malattia (DFS) rispetto al proseguimento della terapia con tamoxifene. L’analisi ha mostrato che, nel periodo di studio valutato, l’exemestane ha ridotto il rischio di recidiva del carcinoma mammario del 24% rispetto al tamoxifene (rapporto di rischio 0,76;

evidente a prescindere dallo stato dei nodi o da una precedente terapia.

L’exemestane ha inoltre ridotto significativamente il rischio di carcinoma mammario controlaterale (rapporto di rischio 0,57, p=0,04158).

Nell’intera popolazione dello studio, un trend verso una migliore sopravvivenza globale è stato osservato con exemestane (222 decessi) rispetto a tamoxifene (262 decessi) con un hazard ratio di 0,85 (log-rank test: p = 0,07362), che rappresenta una riduzione del 15% del rischio di decesso a favore di exemestane. Una riduzione statisticamente significativa del 23% del rischio di decesso (hazard ratio per la sopravvivenza globale pari a 0,77; Wald chi square test: p = 0,0069) è stata osservata con l’exemestane rispetto al tamoxifene quando corretto per i fattori prognostici pre-definiti (per es. ER status, stato nei nodi, chemioterapia precedente, uso di terapia ormonale sostitutiva e uso di bifosfonati).

I risultati principali di efficacia in tutte le pazienti (popolazione “intention to treat”) e nelle pazienti con recettori estrogenici positivi sono riassunti nella tabella sottostante:

Endpoint popolazione Eventi con exemestane/N (%) Eventi con tamoxifene/N (%) Hazard ratio (CI 95%) Valore di p*
Sopravvivenza libera da malattia a
Tutte le pazienti 354 /2352 (15,1%) 453 /2372 (19,1%) 0,76 (0,67-0,88) 0,00015
Pazienti ER+ 289 /2023 (14,3%) 370 /2021 (18,3%) 0,75 (0,65-0,88) 0,00030
Carcinoma mammario controlaterale
Tutte le pazienti 20 /2352 (0,9%) 35 /2372 (1,5%) 0,57 (0,33-0,99) 0,04158
Pazienti ER+ 18 /2023 (0,9%) 33 /2021 (1,6%) 0,54 (0,30-0,95) 0,03048
Sopravvivenza libera da carcinoma
mammario b
Tutte le pazienti 289 /2352 (12,3%) 373 /2372 (15,7%) 0,76 (0,65-0,89) 0,00041
Pazienti ER+ 232 /2023 (11,5%) 305 /2021 (15,1%) 0,73 (0,62-0,87) 0,00038
Sopravvivenza libera da recidiva a
distanza c
Tutte le pazienti 248 /2352 (10,5%) 297 /2372 (12,5%) 0,83 (0,70-0,98) 0,02621
Pazienti ER+ 194 /2023 (9,6%) 242 /2021 (12,0%) 0,78 (0,65-0,95) 0,01123
Sopravvivenza globale d
Tutte le pazienti 222 /2352 (94%) 262 /2372 (11,0%) 0,85 (0,71-1,02) 0,07362
Pazienti ER+ 178 /2023 (88%) 211 /2021 (104%) 0,84 (0,68-1,02) 0,07569

* Log-rank test; pazienti ER+ = pazienti con recettori estrogenici positivi;

a La sopravvivenza libera da malattia è definita come la prima comparsa di recidiva locale o a

b La sopravvivenza libera da carcinoma mammario è definita come la prima comparsa di recidiva locale o a distanza, carcinoma mammario controlaterale o morte per carcinoma mammario;

c La sopravvivenza libera da recidiva a distanza è definita come la prima comparsa di recidiva a distanza o morte per carcinoma mammario;

d La sopravvivenza globale è definita come la comparsa di morte per qualsiasi causa.

Nell’ulteriore analisi del sottogruppo di pazienti con recettori estrogenici positivi o non noti, il rapporto di rischio non corretto per la sopravvivenza globale è stato 0,83 (log-rank test: p = 0,04250), che rappresenta una riduzione clinicamente e statisticamente significativa del rischio di decesso del 17%.

I risultati di un sottostudio sull’osso hanno dimostrato che le donne trattate con exemestane dopo 2-3 anni di trattamento con tamoxifene evidenziavano una moderata riduzione della densità minerale ossea. Nello studio globale, l’incidenza delle fratture in corso di trattamento, valutata nell’arco del periodo di trattamento di 30 mesi, è stata maggiore nelle pazienti trattate con exemestane rispetto a tamoxifene (rispettivamente 4,5% e 3,3%, p=0,038).

I risultati di un sottostudio sull’endometrio indicano che dopo 2 anni di trattamento si è verificata una riduzione media del 33% dello spessore dell’endometrio nelle pazienti trattate con exemestane rispetto a nessuna variazione rilevabile nelle pazienti trattate con tamoxifene. L’ispessimento dell’endometrio, riportato all’inizio del trattamento sperimentale, si è normalizzato (< 5 mm) per il 54% delle pazienti trattate con exemestane.

Trattamento del carcinoma mammario in fase avanzata

In uno studio clinico controllato randomizzato validato da un comitato revisore, l’exemestane alla dose giornaliera di 25 mg ha mostrato un prolungamento statisticamente significativo della sopravvivenza, del tempo alla progressione (TTP) e del tempo al fallimento del trattamento (TTF) quando comparato ad un trattamento ormonale standard con megestrolo acetato nelle pazienti in post-menopausa con carcinoma mammario in fase avanzata che era progredito dopo, o durante, il trattamento con tamoxifene come terapia adiuvante o come trattamento di prima linea per la malattia in fase avanzata.

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

Dopo la somministrazione orale di exemestane, l’exemestane viene assorbito rapidamente. La frazione della dose assorbita attraverso il tratto gastrointestinale è elevata. La biodisponibilità assoluta nell’uomo non è nota, sebbene si preveda che sia limitata da un ampio effetto di primo passaggio. Un effetto simile ha determinato una biodisponibilità assoluta nel ratto e nel cane del 5%. Dopo una dose singola di 25 mg, livelli plasmatici massimi di 18 ng/ml sono raggiunti dopo 2 ore. L’assunzione concomitante di cibo aumenta la biodisponibilità del 40%.

Distribuzione

Il volume di distribuzione di exemestane, non corretto per la biodisponibilità orale, è circa 20.000 l. La cinetica è lineare e l’emivita terminale di eliminazione è di 24 ore. Il legame alle proteine plasmatiche è del 90% ed è indipendente dalla concentrazione. L’exemestane e i suoi metaboliti non

L’exemestane non si accumula in modo inatteso dopo somministrazioni ripetute.

Metabolismo e escrezione

L’exemestane viene metabolizzato mediante ossidazione della frazione metilenica in posizione 6 da parte dell’isoenzima CYP3A4 e/o riduzione del gruppo 17-cheto da parte dell’aldochetoriduttasi seguita da coniugazione. La clearance dell’exemestane, non corretta per la biodisponibilità orale, è di circa 500 l/h.

I metaboliti sono inattivi o meno attivi del composto parentale nell’inibire l’aromatasi.

exemestane marcato con

La quantità escreta immodificata nelle urine è pari all’1% della dose. Quantità uguali (40%) di 14

C venivano eliminate entro una settimana nelle urine e nelle feci.

Popolazioni speciali Età

Non è stata osservata alcuna correlazione significativa tra l’esposizione sistemica all’exemestane e l’età dei soggetti.

Insufficienza renale

Nelle pazienti con grave compromissione renale (CLcr<30ml/min), l’esposizione sistemica all’exemestane è stata 2 volte più elevata che nei volontari sani. Dato il profilo di sicurezza dell’exemestane, non si ritiene necessario alcun aggiustamento della dose.

Insufficienza epatica

Nelle pazienti con compromissione epatica moderata o grave, l’esposizione all’exemestane è 2-3 volte più elevata che nei volontari sani. Dato il profilo di sicurezza dell’exemestane, non si ritiene necessario alcun aggiustamento della dose.

05.3 Dati preclinici di sicurezza

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Studi tossicologici

I risultati degli studi tossicologici a dosi ripetute nel ratto e nel cane sono stati in generale attribuibili all’attività farmacologica dell’exemestane, come gli effetti sugli organi riproduttivi ed annessi. Altri effetti tossicologici (a carico del fegato, rene o sistema nervoso centrale) sono stati osservati solo con esposizioni considerate sufficientemente in eccesso rispetto all’esposizione massima nell’uomo, indicando una scarsa rilevanza per l’uso clinico.

Mutagenicità

L’exemestane non è stato genotossico nei batteri (test di Ames), nelle cellule V79 di criceto cinese, negli epatociti di ratto né nel test del micronucleo nel topo. Nonostante l’exemestane sia clastogenico nei linfociti in vitro, non è stato clastogenico in due studi in vivo.

Tossicologia riproduttiva

L’exemestane è stato embriotossico nel ratto e nel coniglio a livelli di esposizione sistemica simili a quelli ottenuti nell’uomo con 25 mg al giorno. Non c’è stata evidenza di teratogenicità.

Carcinogenicità

per nefropatia cronica. In uno studio di carcinogenicità a due anni nel topo è stato osservato un aumento dell’incidenza di neoplasmi epatici in entrambi i sessi alle dosi intermedie ed elevate (150 e 450 mg/kg al giorno). Questo risultato è ritenuto essere correlato all’induzione degli enzimi epatici microsomiali, effetto osservato nel topo ma non negli studi clinici. È stato inoltre notato un aumento dell’incidenza di adenomi del tubulo renale nei topi maschi alle dosi elevate (450 mg/kg al giorno). Questo cambiamento è ritenuto essere specie- e sesso-specifico e si è verificato ad una dose che rappresenta una esposizione 63 volte maggiore di quella che si verifica alla dose terapeutica nell’uomo. Nessuno di questi effetti osservati è ritenuto essere clinicamente correlato al trattamento dei pazienti con exemestane.

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Cellulosa microcristallina (E460) Silice colloidale anidra Crospovidone

Ipromellosa (E464) Mannitolo

Sodio amido glicolato Magnesio stearato Polisorbato 80

Rivestimento:

Opadry bianco OYS 9622 composto da:

Ipromellosa Glicole propilenico

Titanio diossido (E171)

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

06.3 Periodo di validità

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36 mesi

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Blister di PVC bianco/PVDC/AL contenenti 15, 20, 30, 90, 100 o 120 compresse rivestite con film. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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L’eventuale prodotto non utilizzato o di scarto deve essere smaltito secondo le normative

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Ranbaxy Italia S.p.A. Piazza Filippo Meda, 3 20121 Milano

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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compresse rivestite con film – 15 cpr. in PVC/PVDC/AL blister AIC: 040781015/M

Exemestane Ranbaxy 25 mg compresse rivestite con film – 20 cpr. in PVC/PVDC/AL blister AIC: 040781027/M

Exemestane Ranbaxy 25 mg compresse rivestite con film – 30 cpr. in PVC/PVDC/AL blister AIC: 040781039/M

Exemestane Ranbaxy 25 mg compresse rivestite con film – 90 cpr. in PVC/PVDC/AL blister AIC: 040781041/M

Exemestane Ranbaxy 25 mg compresse rivestite con film – 100 cpr. in PVC/PVDC/AL blister AIC: 040781054/M

Exemestane Ranbaxy 25 mg compresse rivestite con film – 120 cpr. in PVC/PVDC/AL blister AIC: 040781066/M

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Giugno 2011

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: ———-