Tarbent – Tapentadol: Scheda Tecnica e Prescrivibilità

Tarbent

Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto

Tarbent: ultimo aggiornamento pagina: 18/06/2023 (Fonte: A.I.FA.)

01.0 Denominazione del medicinale

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Tarbent 25 mg compresse a rilascio prolungato Tarbent 50 mg compresse a rilascio prolungato Tarbent 100 mg compresse a rilascio prolungato Tarbent 150 mg compresse a rilascio prolungato Tarbent 200 mg compresse a rilascio prolungato Tarbent 250 mg compresse a rilascio prolungato

 

02.0 Composizione qualitativa e quantitativa

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Tarbent 25 mg compresse a rilascio prolungato

Ogni compressa a rilascio prolungato contiene tapentadolo fosfato equivalente a 25 mg di tapentadolo.

Tarbent 50 mg compresse a rilascio prolungato

Ogni compressa a rilascio prolungato contiene tapentadolo fosfato equivalente a 50 mg di tapentadolo.

Tarbent 100 mg compresse a rilascio prolungato

Ogni compressa a rilascio prolungato contiene tapentadolo fosfato equivalente a 100 mg di tapentadolo.

Tarbent 150 mg compresse a rilascio prolungato

Ogni compressa a rilascio prolungato contiene tapentadolo fosfato equivalente a 150 mg di tapentadolo.

Tarbent 200 mg compresse a rilascio prolungato

Ogni compressa a rilascio prolungato contiene tapentadolo fosfato equivalente a 200 mg di tapentadolo.

Tarbent 250 mg compresse a rilascio prolungato

Ogni compressa a rilascio prolungato contiene tapentadolo fosfato equivalente a 250 mg di tapentadolo.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

 

03.0 Forma farmaceutica

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a a rilascio prolungato Tarbent 25 mg

Compressa a rilascio prolungato di colore marrone, oblunga, biconvessa (6 mm x 12 mm) con linee di frattura su entrambi i lati.

La compressa può essere divisa in dosi uguali.

Tarbent 50 mg

Compresse a rilascio prolungato di colore bianco, oblunghe, biconvesse (6 mm x 13 mm) con linee di frattura su entrambi i lati.

La compressa può essere divisa in dosi uguali.

Tarbent 100 mg

Compresse a rilascio prolungato di colore giallastro, oblunghe, biconvesse (7 mm x 14 mm) con linee di frattura su entrambi i lati.

La compressa può essere divisa in dosi uguali.

Tarbent 150 mg

Compresse a rilascio prolungato di colore rossastro brillante, oblunghe, biconvesse (7 mm x 15 mm) con linee di frattura su entrambi i lati.

La compressa può essere divisa in dosi uguali.

Tarbent 200 mg

Compresse a rilascio prolungato di colore giallo, oblunghe, biconvesse (8 mm x 16 mm) con linee di frattura su entrambi i lati.

La compressa può essere divisa in dosi uguali.

Tarbent 250 mg

Compresse a rilascio prolungato di colore marrone rossastro, oblunghe, biconvesse (9 mm x 18 mm) con linee di frattura su entrambi i lati.

La compressa può essere divisa in dosi uguali.

 

04.0 INFORMAZIONI CLINICHE

04.1 Indicazioni terapeutiche

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Tarbent è indicato per il trattamento, negli adulti, del dolore cronico severo che può essere trattato in modo adeguato solo con analgesici oppioidi.

 

04.2 Posologia e modo di somministrazione

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Posologia

Il regime posologico va personalizzato in funzione dell’intensità del dolore che viene trattato, delle terapie precedenti e delle possibilità di monitorare il paziente.

Tarbent va assunto due volte al giorno, ogni 12 ore circa.

Inizio della terapia

Inizio della terapia in pazienti che, al momento, non stanno assumendo analgesici oppioidi Occorre che i pazienti inizino il trattamento con singole dosi da 50 mg di Tarbent somministrato due volte al di.

Inizio della terapia in pazienti in trattamento con analgesici oppioidi

Passando dagli oppioidi a Tarbent e scegliendo la dose iniziale, occorre tenere in considerazione la natura del precedente farmaco, via di somministrazione e la dose quotidiana media. Ciò può richiedere dosi iniziali più elevate di Tarbent nel caso di pazienti che sono in terapia con oppioidi rispetto a soggetti che non hanno in corso trattamenti con tali farmaci prima di iniziare la terapia con Tarbent.

Titolazione e mantenimento

Dopo aver instaurato la terapia, la dose va titolata su base individuale a un livello che produca un’analgesia adeguata e riduca al minimo gli effetti indesiderati sotto la stretta supervisione del medico prescrittore.

Esperienze ricavate da sperimentazioni cliniche hanno evidenziato che uno schema di titolazione con incrementi pari a 50 mg di tapentadolo compresse a rilascio prolungato due volte al di ogni 3 giorni è appropriato per ottenere un controllo adeguato del dolore nella maggior parte dei pazienti. Le compresse a rilascio prolungato da 25 mg di tapentadolo, possono essere utilizzate anche per gli aggiustamenti posologici per ottimizzare le necessità individuali dei pazienti.

Dosi giornaliere complessive di Tarbent superiori a 500 mg di tapentadolo non sono state ancora studiate, e per tale ragione non sono raccomandate.

Interruzione del trattamento

In seguito a improvvisa interruzione del trattamento con tapentadolo, possono verificarsi sintomi di astinenza (vedere paragrafo 4.8). Qualora un paziente non richieda più la terapia a base di tapentadolo, è consigliabile ridurre la dose in maniera graduale al fine di prevenire la comparsa di sintomi di astinenza.

Popolazioni particolari

Compromissione renale

Nei pazienti con compromissione renale lieve o moderato non occorre modificare il dosaggio (vedere paragrafo 5.2). Non vi sono dati relativi a studi di efficacia, controllati, in pazienti con grave compromissione renale, pertanto l’utilizzo del farmaco in questa popolazione non è raccomandato (vedere paragrafi 4.4. e 5.2) Compromissione epatica

Nei pazienti con compromissione epatica lieve non occorre modificare la dose (vedere paragrafo 5.2). Tarbent va usato con cautela nei pazienti che presentano danno epatico moderato. In questi pazienti il trattamento va iniziato con la dose minore possibile, per esempio Tarbent 25 mg, 50 mg e somministrato con frequenza non superiore a una volta ogni 24 ore. All’inizio della terapia una dose giornaliera superiore a 50 mg di tapentadolo compresse a rilascio prolungato non è raccomandata. Ulteriori trattamenti devono rispecchiare il mantenimento dell’analgesia con tollerabilità accettabile (vedere paragrafi 4.4. e 5.2).

Il tapentadolo a rilascio prolungato non è stato studiato nei pazienti con compromissione epatica grave; pertanto l’utilizzo non è raccomandato in tale popolazione (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Pazienti anziani (≥ 65 anni)

In generale, nei pazienti anziani non è richiesto un adattamento della dose; tuttavia, dato che i pazienti anziani sono più soggetti ad una riduzione della funzionalità renale ed epatica, occorre essere cauti nel selezionare il dosaggio raccomandato (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).

Popolazione pediatrica

Nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni la sicurezza e l’efficacia di Tarbent non sono state studiate; per tale ragione l’uso di Tarbent non è raccomandato in questa popolazione.

Modo di somministrazione Tarbent è per uso orale.

La compressa a rilascio prolungato non deve essere frantumata o masticata per assicurare il mantenimento del meccanismo di rilascio prolungato. Tarbent va assunto con una quantità sufficiente di liquido.

Tarbent può essere assunto con o senza cibo.

Il rivestimento (matrice) delle compresse di tapentadolo potrebbe non venir digerito completamente e pertanto potrebbe essere eliminato e ritrovato nelle feci del paziente. Comunque ciò non ha alcuna rilevanza clinica, dato che la sostanza attiva delle compresse sarà già stata assorbita.

 

04.3 Controindicazioni

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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 Nelle situazioni in cui sono controindicate molecole con attività agonista sui recettori μ-oppioidi, come pazienti con significativa depressione respiratoria (in condizioni di non monitoraggio o in assenza di apparecchiature per la rianimazione), e in pazienti con asma bronchiale o ipercapnia acuta o grave In pazienti in cui è presente o si sospetti l’ileo paralitico

Nei pazienti con intossicazione acuta da alcol, ipnotici, sostanze analgesiche ad azione centrale o sostanze attive psicotrope (vedere paragrafo 4.5)

 

04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso

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Tolleranza e disturbo da uso di oppioidi (abuso e dipendenza)

Dopo somministrazioni ripetute di oppioidi si possono manifestare tolleranza, dipendenza fisica, dipendenza psicologica e disturbo da uso di oppioidi (OUD). L’abuso o l’uso improprio intenzionale di oppioidi può portare a sovradosaggio e/o morte. Il rischio di sviluppare OUD è maggiore nei pazienti con una storia personale o familiare (genitori o fratelli/sorelle) di disturbi da uso di sostanze (incluso il disturbo da uso di alcol), in consumatori di tabacco o in pazienti con una storia personale di disturbi mentali (per es. depressione maggiore, ansia e disturbi della personalità).

I pazienti dovranno essere monitorati per individuare i segni di un comportamento di ricerca di sostanze d’abuso (per es. richieste troppo ravvicinate di nuove prescrizioni). Ciò include la valutazione di oppioidi e psicofarmaci concomitanti (come le benzodiazepine). Per i pazienti con segni e sintomi di OUD, deve essere preso in considerazione un consulto con un esperto di problemi di assuefazione.

Rischi derivanti dall’uso concomitante di farmaci ad azione sedativa come benzodiazepine e sostanze correlate L’uso concomitante di Tarbent e farmaci ad azione sedativa come le benzodiazepine, o sostanze correlate, può causare sedazione, depressione respiratoria, coma e morte. A causa di questi rischi, la prescrizione concomitante di questi farmaci ad azione sedativa deve essere riservata ai pazienti per i quali non sono possibili alternative terapeutiche. Se si decide di prescrivere Tarbent insieme a farmaci sedativi si deve prendere in considerazione la riduzione di dosaggio di uno o di entrambi i farmaci e la durata della terapia concomitante deve essere la più breve possibile.

I pazienti devono essere strettamente monitorati per la comparsa di segni e sintomi di depressione respiratoria e sedazione. Pertanto si raccomanda fortemente di informare i pazienti e chi li assiste che devono prestare attenzione a questi sintomi (vedere paragrafo 4.5).

Depressione respiratoria

A dosi elevate o nei pazienti sensibili agli agonisti del recettore mu -oppioide, Tarbent può indurre depressione respiratoria dose correlata; per questo motivo, nei pazienti con disturbi della funzione respiratoria, occorre usare cautela nel somministrare Tarbent. È necessario prendere in considerazione degli analgesici alternativi, non agonisti dei recettori mu, e, in tali pazienti, Tarbent va impiegato solo sotto attenta supervisione medica e alla più bassa dose efficace. In caso si manifesti depressione respiratoria, questa va trattata come una qualsiasi depressione respiratoria indotta da agonisti dei recettori μ- oppioidi (vedere paragrafo 4.9).

Lesioni craniche e pressione intracranica aumentata

Tarbent non va usato nei pazienti che possono essere particolarmente suscettibili agli effetti intracranici dell’accumulo del biossido di carbonio, come ad esempio coloro i quali presentano evidenze di aumento della pressione intracranica, alterazioni dello stato di coscienza o coma. Gli analgesici con attività di agonisti sui recettori μ-oppioidi possono mascherare il decorso clinico dei pazienti con lesioni craniche. Occorre avere cautela nell’impiegare Tarbent in pazienti con lesioni craniche o tumore encefalico.

Convulsioni

Nei pazienti soggetti a convulsioni Tarbent non è stato sottoposto a una valutazione sistematica, e tali soggetti sono stati esclusi dalle sperimentazioni cliniche. Tuttavia, come nel caso di altri analgesici dotati di attività agonista sui recettore mu-oppioidi, Tarbent non è raccomandato nei pazienti con anamnesi di convulsioni o a rischio di convulsioni. Inoltre, Tarbent può aumentare il rischio di convulsioni nei pazienti in terapia con farmaci che abbassano la soglia convulsivogena (vedere paragrafo 4.5).

Compromissione renale

Tapentadolo a rilascio prolungato non è stato studiato nel corso di sperimentazioni controllate di efficacia in pazienti con grave compromissione renale, pertanto l’uso in questa popolazione non è raccomandato (vedere paragrafo 4.2 e 5.2).

Compromissione epatica

Soggetti con lieve o moderata insufficienza epatica, presentano un aumento della concentrazione ematica di 2 volte e di 4.5 volte rispettivamente, comparati a soggetti con funzione epatica normale. Tarbent va usato con attenzione nei pazienti con compromissione epatica moderata (vedere paragrafi 4.2 e 5.2), specialmente all’inizio del trattamento.

Tapentadolo a rilascio prolungato non è stato studiato nei pazienti con grave compromissione epatica perciò in questa popolazione se ne sconsiglia l’utilizzo (vedere paragrafi 4.2 and 5.2).

Uso nelle malattie pancreatiche/del tratto biliare

I farmaci con attività di agonista sui recettori μ-oppiacei possono indurre spasmo dello sfintere di Oddi. Tarbent deve essere utilizzato con cautela in pazienti con disturbi del tratto biliare, pancreatite acuta inclusa.

Disturbi della respirazione correlati al sonno

Gli oppioidi possono causare disturbi della respirazione correlati al sonno, tra cui apnea centrale nel sonno (CSA) e ipossiemia correlata al sonno. L’uso di oppioidi aumenta il rischio di CSA in modo dose-dipendente. Nei pazienti che presentano CSA, prendere in considerazione la riduzione del dosaggio totale di oppioidi.

Oppioidi con azione mista agonista/antagonista

Occorre cautela nell’utilizzare Tarbent con farmaci agonisti/antagonisti dei recettori μ-oppioidi (come pentazocina, nalbufina) o agonisti parziali dei recettori μ-oppioidi (come buprenorfina). In pazienti trattati con buprenorfina per il trattamento della dipendenza da oppioidi, occorre prendere in considerazione trattamenti alternativi (come la sospensione temporanea della buprenorfina), nel caso in cui la somministrazione di mu- agonisti completi (come tapentadolo) sia necessaria in condizioni di dolore acuto. Con l’uso concomitante di buprenorfina, è stata segnalata una richiesta di dosaggi più alti del farmaco agonista completo dei recettori mu-oppioidi e pertanto, in questa situazione, è necessario uno stretto monitoraggio degli eventi avversi come la depressione respiratoria.

 

04.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione

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Medicinali ad azione centrale/depressivi sul sistema nervoso centrale (SNC), compresi l’alcol e i farmaci narcotici con azione depressiva sul SNC L’uso concomitante di Tarbent e farmaci ad azione sedativa come le benzodiazepine o altri farmaci ad azione depressiva sul SNC o sull’apparato respiratorio (altri oppioidi, farmaci antitussivi o trattamenti sostitutivi, barbiturici, antipsicotici, H1-antistaminici, alcol) aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell’effetto depressivo additivo sul SNC. Pertanto, ove si contempli una terapia combinata con Tarbent e una sostanza ad azione depressiva sul SNC o sull’apparato respiratorio, occorre prendere in considerazione la riduzione della dose di uno o di entrambi i farmaci e la durata del trattamento concomitante deve essere limitata (vedere paragrafo 4.4.). L’uso concomitante di oppioidi e gabapentinoidi (gabapentin e pregabalin) aumenta il rischio di sovradosaggio da oppioidi, depressione respiratoria e morte.

Oppioidi con azione mista agonista/antagonista

Occorre cautela nell’associare Tarbent con medicinali agonisti/antagonisti dei recettori µ-oppioidi (come pentazocina, nalbufina) o agonisti parziali dei recettori µ-oppioidi (come buprenorfina) (vedere paragrafo 4.4.).

Tarbent può indurre convulsioni ed aumentare il potenziale convulsivogeno degli inibitori del re-uptake della serotonina (SSRIs), degli inibitori del re-uptake della serotonina-noradrenalina (SNRIs), degli antidepressivi triciclici, degli antipsicotici e di altri farmaci che abbassano la soglia convulsivogena.

Sono stati riportati casi di sindrome serotoninergica in connessione temporale all’utilizzo di Tarbent in combinazione con farmaci serotoninergici come gli inibitori del re-uptake della serotonina (SSRIs), inibitori del re-uptake della serotonina-noradrenalina (SNRIs) e antidepressivi triciclici.

La sindrome serotoninergica è probabile quando si osserva una delle condizioni seguenti:

clono spontaneo

clono inducibile o oculare con agitazione o diaforesi

tremori e iperriflessia

ipertonia e temperatura corporea >38°C e clono inducibile.

La sospensione del farmaco serotoninergico porta, in genere, ad un rapido miglioramento della sintomatologia. Il trattamento dipende dalla natura e dalla gravità dei sintomi.

La principale via di metabolizzazione di tapentadolo è la coniugazione con acido glucuronico, attraverso l’enzima uridin-difosfato glucuroniltransferasi (UGT), principalmente le isoforme UGT1A6, UGT1A9 e UGT2B7. Quindi, la somministrazione concomitante con forti inibitori di questi enzimi (es. ketoconazolo, fluconazolo, acido meclofenamico) possono portare ad un aumento dell’esposizione sistemica di tapentadolo (vedere paragrafo 5.2).

Nei pazienti in trattamento con tapentadolo occorre cautela quando si inizia o si termina la somministrazione contemporanea di farmaci forti induttori enzimatici (es. rifampicina, fenobarbitale, Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), in quanto si potrebbe verificare, rispettivamente, una riduzione dell’efficacia e rischio di effetti indesiderati.

Il trattamento con Tarbent va evitato nei pazienti che stanno assumendo inibitori della monoammino ossidasi (MAO) o che li hanno assunti negli ultimi 14 giorni, a causa dei potenziali effetti additivi sulle concentrazioni sinaptiche di noradrenalina, che possono determinare eventi avversi cardiovascolari come ad esempio crisi ipertensive.

 

04.6 Gravidanza e allattamento

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Gravidanza

I dati sull’utilizzo nelle donne in gravidanza sono molto limitati.

Studi effettuati sugli animali non hanno evidenziato effetti teratogeni; tuttavia, sviluppo ritardato ed embriotossicità sono stati osservati a dosi farmacologicamente eccessive (effetti sull’attività µ- oppioide a livello del SNC collegati a dosaggi superiori al range terapeutico). Effetti sullo sviluppo post-natale sono stati riportati a dosi senza effetto avverso osservabile (NOAEL) per le madri (vedere paragrafo 5.3).

In gravidanza, Tarbent va usato solo nel caso in cui il potenziale beneficio giustifichi il possibile rischio per il feto. L’uso materno a lungo termine di oppioidi durante la gravidanza coespone il feto. Il neonato può manifestare la successiva sindrome da astinenza neonatale (SAN). La sindrome da astinenza neonatale da oppiacei può essere pericolosa per la vita se non riconosciuta e trattata. Un antidoto per il neonato dovrebbe essere prontamente disponibile.

Travaglio e parto

Negli esseri umani non si conosce l’effetto del tapentadolo sul travaglio e sul parto. L’uso di Tarbent non è raccomandato immediatamente prima o durante il parto. A causa dell’attività di μ-agonista di tapentadolo, i neonati le cui madri hanno assunto tapentadolo vanno monitorati per la depressione respiratoria.

Allattamento

Non vi sono informazioni circa l’escrezione del tapentadolo nel latte materno umano. Da uno studio eseguito su cuccioli di ratto allattati da madri alle quali era stato somministrato tapentadolo si è concluso che quest’ultimo è escreto nel latte (vedere paragrafo 5.3). Per tale ragione, non è possibile escludere dei rischi anche per il lattante. Tarbent non deve essere usato durante il periodo di allattamento al seno.

Fertilità

Non sono disponibili dati sugli effetti di Tarbent sulla fertilità umana. In uno studio sulla fertilità e sul primo sviluppo embrionale, non sono stati osservati effetti sui parametri riproduttivi nei ratti maschi o femmine (vedere paragrafo 5.3).

 

04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari

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Tarbent può avere effetti marcati sulla capacità di guida e di impiego di macchinari, perché può influenzare in maniera negativa le funzioni del sistema nervoso centrale (vedere paragrafo 4.8). Ciò è da attendersi in particolare all’inizio del trattamento, quando si verificano eventuali modifiche di dosaggio come pure in associazione con l’uso di alcol o di tranquillanti (vedere paragrafo 4.4). I pazienti devono essere informati se sia loro permesso guidare o far funzionare macchinari.

 

04.8 Effetti indesiderati

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Le reazioni avverse al farmaco riferite dai pazienti nel corso degli studi clinici controllati con placebo, condotti con tapentadolo a rilascio prolungato sono state in prevalenza di entità lieve o moderata. Gli effetti indesiderati più frequenti hanno riguardato il tratto gastrointestinale e il sistema nervoso centrale (nausea, capogiri, stipsi, cefalea e sonnolenza).

EFFETTI INDESIDERATI
Classificazione per sistemi e organi Frequenza
Molto
comu ne
Comune Non comune Raro
Disturbi del
sistema immunitario
Ipersensibilità
al farmaco *
Disturbi del metabolismo e della
nutrizione
Appetito ridotto Riduzione di peso
Disturbi psichiatrici Ansia, umore depresso, disordini del sonno, irritabilità, irrequietezza Disorientamento, stato confusionale, agitazione, disturbi della percezione,
sogni anomali, euforia
Farmaco dipenden za, pensieri anomali Delirio **
Patologie del sistema nervoso Capogiri, sonnolenz a,cefalea Disturbi dell’attenzion e, tremori, contrazioni muscolari involontarie Depressione del livello di coscienza, compromissione della memoria, deterioramento mentale, sincope, sedazione, disordine dell’ equilibrio, disartria, ipoestesia,
parestesie
Convulsioni
,
presincope, anomalie della coordinazio ne
Patologie
dell’occhi o
Disturbi visivi

La tabella sottostante riporta le reazioni avverse al farmaco identificate nel corso di studi clinici condotti con tapentadolo a rilascio prolungato o segnalate nell’esperienze post-marketing ed elencate per classe e frequenza. La frequenza è definita come molto comune (1/10); comune (1/100 e <1/10); non comune (1/1.000 e<1/100); rara (1/10.000 e <1/1.000); molto rara (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

Patologie cardiach e Aumento della frequenza cardiaca, diminuzione della frequenza
cardiaca, palpitazioni
Patologie vascolari Vampate di
calore
Riduzione della pressione arteriosa
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Depressio ne respirator ia
Patologie gastrointestinali Nause a, stipsi Vomito, diarrea, dispepsia Fastidio a livello addominale Compromi ssione dello svuotamen to
gastrico
Patologie della cute e del
tessuto sottocutaneo
Prurito, iperidrosi, eruzione
cutanea
Orticaria
Patologie renali e urinarie Difficoltà della minzione,
pollachiuria
Patologie dell’apparato
riproduttivo e della mammella
Disfunzioni sessuali
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministraz ione Astenia, affaticamento
, sensazione di variazione della temperatura corporea,
secchezza delle mucose, edema
Sindrome da astinenza, sensazione di malessere, irritabilità Sensazione di ubriachezza, sensazione di rilassamento
*Post-marketing: sono stati riportati rari eventi di angioedema, anafilassi e shock anafilattico
**Sono stati osservati casi post-marketing di delirio in pazienti con ulteriori fattori di rischio come il cancro e l’età avanzata

Studi clinici condotti con tapentadolo a rilascio prolungato della durata fino a 1 anno hanno dimostrato un basso rischio di sviluppo di sintomi da astinenza in seguito a interruzioni improvvise, e generalmente classificati di lieve entità. In ogni caso i medici devono prestare attenzione all’insorgenza di eventuali sintomi da astinenza (vedere paragrafo 4.2) e conseguentemente trattare i pazienti in caso tali sintomi dovessero palesarsi.

Il rischio di idee suicide e di tentato suicidio è noto essere più elevato in pazienti con dolore cronico. Inoltre, sostanze con una pronunciata influenza sul sistema monoaminergico sono state associate ad un aumentato rischio di suicidio in pazienti sofferenti di depressione, specialmente all’inizio del trattamento. I dati derivati dagli studi clinici e dai rapporti di post-marketing, non rilevano un aumento del rischio per tapentadolo.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

 

04.9 Sovradosaggio

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Sintomi

Per quanto concerne il sovradosaggio di tapentadolo, le esperienze sull’uomo sono molto limitate. Dati preclinici suggeriscono che, in seguito a intossicazione con tapentadolo è da attendere l’insorgenza di sintomi analoghi a quelli causati da altri analgesici centrali con attività di agonista sui recettori μ- oppioidi. Da un punto di vista clinico questi sintomi comprendono: miosi, vomito, collasso cardiovascolare, disordini dello stato di coscienza fino al coma, convulsioni e depressione respiratoria fino all’arresto respiratorio.

Gestione

La gestione del sovradosaggio deve essere incentrata sul trattamento dei sintomi conseguenti all’azione antagonista sui recettori μ-oppioidi. Quando vi sia il sospetto di un sovradosaggio di tapentadolo, occorre prestare attenzione in primo luogo occorre garantire la pervietà delle vie aeree e l’istituzione di una ventilazione assistita o controllata.

Gli antagonisti puri del recettore degli oppioidi, come il naloxone, rappresentano degli antidoti specifici per la depressione respiratoria dovuta a sovradosaggio di un oppioide. La depressione respiratoria conseguente a sovradosaggio può avere una durata superiore rispetto a quella dell’antagonista del recettore μ-oppiaceo. La somministrazione di un antagonista non costituisce un’alternativa al monitoraggio continuo delle vie aeree, della funzione respiratorie e della funzione cardiovascolare dopo sovradosaggio di un oppioide. Se la risposta agli antagonisti del recettore degli oppioidi è subottimale o soltanto di breve durata, è necessario somministrare una dose addizionale di antagonista (es. naloxone) attenendosi alle istruzioni fornite dal produttore del farmaco.

La decontaminazione gastrointestinale può essere presa in considerazione per eliminare la sostanza attiva non assorbita. La decontaminazione gastrointestinale con carbone attivato o mediante lavanda gastrica deve essere presa in considerazione entro 2 ore dall’assunzione. Prima di tentare la decontaminazione gastrointestinale, però, bisogna prestare attenzione a garantire la pervietà delle vie aeree.

 

05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE

05.1 Proprietà farmacodinamiche

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Gruppo farmacoterapeutico: analgesici; oppioidi; altri oppioidi Codice ATC: N02AX06

Tapentadolo è un potente analgesico che possiede un’attività agonista sui recettori µ-oppioidi e di inibizione della ricaptazione della noradrenalina. Il tapentadolo esercita i propri effetti analgesici in modo diretto senza alcun metabolita farmacologicamente attivo.

Il tapentadolo ha dimostrato efficacia in modelli preclinici; l’efficacia di tapentadolo nelle formulazioni a rilascio prolungato è stata valutata nel corso di studi clinici su pazienti con dolore non oncologico nocicettivo e neuropatico cronico cosi come nel dolore cronico da tumore. Gli studi in pazienti con artrosi o lombalgia cronica hanno dimostrato un’ efficacia analgesica simile a quella di un forte oppioide di confronto.

Effetti sul sistema cardiovascolare

Nel corso di uno specifico studio sugli effetti di tapentadolo sull’intervallo QT condotto nell’ uomo, non si sono evidenziati effetti dopo somministrazione di dosi multiple o oltre il dosaggio terapeutico. Analogamente tapentadolo non ha mostrato effetti rilevanti sugli altri parametri ECG (frequenza cardiaca, intervallo PR, durata QRS, morfologia dell’onda T o dell’onda U).

Dati post-marketing

Sono stati effettuati due studi post-marketing per valutare l’utilizzo pratico di tapentadolo.

L’efficacia di tapentadolo nella formulazione a rilascio prolungato, è stata verificata in uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, su pazienti affetti da dolore lombosacrale con componente neuropatica (KF5503/58). Le riduzioni dell’intensità media del dolore sono risultate simili nel gruppo trattato con tapentadolo e nel gruppo con trattamento di confronto, cioè con quelli che hanno ricevuto una combinazione di tapentadolo nella formulazione a rilascio prolungato e pregabalin compresse a rilascio immediato.

In uno studio clinico in aperto, multicentrico, randomizzato, su pazienti con dolore lombosacrale cronico di grado severo con componente neuropatica (KF5503/60), tapentadolo nella formulazione a rilascio prolungato è stato associato ad una significativa riduzione dell’intensità media del dolore.

Popolazione pediatrica

L’Agenzia Europea dei Medicinali ha prorogato l’obbligo di presentare i risultati degli studi con il medicinale di riferimento contenente tapentadolo in tutti i sottogruppi della popolazione pediatrica con dolore cronico grave (vedere paragrafo 4.2 per informazioni sull’uso pediatrico).

 

05.2 Proprietà farmacocinetiche

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Assorbimento

La biodisponibilità media assoluta di tapentadolo compresse a rilascio prolungato dopo somministrazione in singola dose (a digiuno) è del 32% circa per via di un esteso metabolismo di primo passaggio. Le concentrazioni sieriche massime di tapentadolo si osservano tra le 3 e le 6 ore dopo la somministrazione di compresse a rilascio prolungato.

In seguito a somministrazione di compresse a rilascio prolungato è stato dimostrato un incremento dei valori di AUC proporzionale alle dosi somministrate per tutto il range di dosi terapeutiche.

Uno studio, in cui tapentadolo compresse a rilascio prolungato è stato somministrato a dosi di 86 e 172 mg due volte al giorno, ha dimostrato un rapporto di accumulo di circa 1,5 per la molecola attiva, determinato dal dosaggio e dall’emivita apparente del tapentadolo. Le concentrazioni sieriche di tapentadolo allo stato stazionario vengono raggiunte al secondo giorno del regime posologico.

Effetto del cibo

Quando compresse a rilascio prolungato sono state somministrate dopo una colazione ad alto contenuto di grassi e di calorie, l’AUC e la Cmax aumentavano, rispettivamente, dell’8% e del 18%. Si è ritenuto che ciò non rivestisse rilevanza clinica dato che ricade nella normale variabilità intersoggetto relativa ai parametri PK del tapentadolo. Tarbent può essere assunto sia a stomaco pieno che a digiuno.

Distribuzione

Il tapentadolo è ampiamente distribuito in tutto l’organismo. Dopo somministrazione endovenosa, il volume di distribuzione (Vz) per il tapentadolo è 540 +/- 98 l. Il legame con le proteine plasmatiche è basso, circa il 20%.

Biotrasformazione

Nell’uomo il metabolismo del tapentadolo è esteso: circa il 97% della molecola, infatti, viene metabolizzato. La via principale di metabolismo del tapentadolo è la coniugazione con acido glucuronico con produzione di glucuronidi. In seguito a somministrazione orale, circa il 70% della dose è escreto nelle urine come forme coniugate (55% di glucuronide e 15% di solfato di tapentadolo). L’enzima primario implicato nella glucuronidazione è l’uridina difosfato glucuroniltrasferasi (UGT) (in prevalenza le isoforme UGT1A6, UGT1A9 e UGT2B7). Un totale pari al 3% della sostanza attiva è escreto nelle urine come farmaco inalterato. Il tapentadolo è inoltre metabolizzato a N- desmetiltapentadolo (13%) da CYP2C9 e CYP2C19, e a idrossitapentadolo (2%) da CYP2D6, che vengono ulteriormente metabolizzati per coniugazione; perciò il metabolismo della sostanza attiva mediato dal sistema del citocromo P450 ha un’importanza minore rispetto alla glucuronidazione.

Nessuno dei metaboliti contribuisce all’attività analgesica.

Eliminazione

L’escrezione del tapentadolo e dei suoi metaboliti avviene quasi esclusivamente (99%) per via renale. La clearance totale è di 1530 +/- 177 ml/min. L’emivita terminale è in media di 4 ore dopo somministrazione orale.

Popolazioni particolari

Pazienti anziani

In uno studio clinico condotto su soggetti anziani (età compresa tra i 65 e i 78 anni), l’esposizione media (AUC) al tapentadolo è risultata simile a quella di giovani adulti (19-43 anni di età), con una Cmax media inferiore del 16% osservata nel gruppo degli anziani rispetto ai giovani adulti.

Compromissione renale

L’AUC e la Cmax del tapentadolo sono risultati simili in soggetti con gradi variabili di funzionalità renale (da normale fino a molto compromessa). All’aumentare del livello di compromissione renale si è avuto un aumento dell’esposizione al tapentadolo-0-glucuronide. Nei soggetti con danno renale lieve, moderato e grave, le AUC del tapentadolo-0-glucuronide sono, rispettivamente, 1,5, 2,5 e 5,5 volte superiori rispetto a quelle che si rilevano in soggetti con funzionale renale nella norma.

Compromissione epatica

La somministrazione di tapentadolo ha comportato concentrazioni ematiche più elevate nei soggetti con funzione epatica ridotta rispetto agli individui con funzionalità epatica normale. In caso di compromissione epatica lieve o moderata rispetto a soggetti con funzionalità nella norma il rapporto dei parametri farmacocinetici del tapentadolo, era rispettivamente 1,7 e 4,2 per l’AUC, e 1,4 e 2,5 per la Cmax e rispettivamente 1,2 e 1,4 per il t1/2. Le percentuali di tapentadolo-0-glucuronide sono risultate inferiori nei soggetti con danno epatico più accentuato.

Interazioni farmacocinetiche

Il tapentadolo viene metabolizzato prevalentemente tramite glucuronidazione e solo una piccola quota è metabolizzata attraverso vie ossidative.

Dato che la glucuronidazione è un sistema ad alta capacità/bassa affinità, che non si satura facilmente anche in corso di malattia, e dal momento che le concentrazioni terapeutiche delle sostanze attive sono in generale ben al di sotto di quelle che occorrono per una potenziale inibizione della glucuronidazione, è poco probabile che si verifichino interazioni clinicamente rilevanti conseguenti al metabolismo di glucuronidazione. In diversi studi di interazione con paracetamolo, naproxene, acido acetilsalicilico e probenecid, è stata valutata una eventuale interferenza di queste molecole sulla glucuronidazione del tapentadolo. Gli studi con naproxene (500 mg due volte al giorno per 2 giorni) e probenecid ( 500 mg due volte al giorno per 2 giorni) hanno evidenziato incrementi dell’AUC del tapentadolo pari, rispettivamente, al 17% e al 57%. Nel complesso, in questi studi non è stato osservato alcun effetto clinicamente rilevante sulle concentrazioni sieriche di tapentadolo.

Oltre a ciò, sono stati condotti studi di interazione di tapentadolo con metoclopramide e omeprazolo al fine di valutare i possibili effetti di queste molecole sull’assorbimento di tapentadolo, ma anche queste ricerche non hanno mostrato effetti clinicamente rilevanti sulle concentrazioni sieriche di tapentadolo.

Studi in vitro non hanno rivelato alcuna capacità del tapentadolo di inibire o indurre gli enzimi del citocromo P450; pertanto, è improbabile che si manifestino interazioni clinicamente rilevanti mediate dal sistema del citocromo P450.

Il legame del tapentadolo alle proteine plasmatiche è basso (approssimativamente il 20%); per tale ragione, la probabilità di interazioni farmacocinetiche tra farmaci dovuta allo spiazzamento è bassa.

 

05.3 Dati preclinici di sicurezza

Indice

Al test di Ames, il tapentadolo non è risultato genotossico sui batteri. Riscontri ambigui sono stati osservati in un test di aberrazione cromosomica in vitro, ma quando questo è stato ripetuto i risultati sono stati chiaramente negativi. Usando i due endpoint dell’aberrazione cromosomica e della sintesi non programmata di DNA, il tapentadolo, analizzato fino alla massima dose tollerata, non è risultato genotossico in vivo. Gli studi a lungo termine sugli animali non hanno identificato un potenziale rischio cancerogeno rilevante per l’uomo.

Nei ratti il tapentadolo non presentava alcuna influenza sulla fertilità maschile o femminile ma ad alte dosi ha ridotto la sopravvivenza in utero. Non è noto se ciò è mediato per via maschile o femminile. Tapentadolo ha dimostrato di non avere effetti teratogeni nei ratti e nei conigli dopo esposizione endovenosa e sottocutanea. Tuttavia sono stati osservati ritardo dello sviluppo e tossicità embrionale, a seguito della somministrazione di dosi che portavano ad effetti farmacologici esagerati (effetti sull’attività µ-oppioide a livello del SNC dovuti a dosaggi superiori al range terapeutico). Dopo somministrazione endovenosa nei ratti, è stata notata una riduzione della sopravvivenza in utero. Il tapentadolo induceva un aumento della mortalità dei ratti neonati F1 che subivano un’esposizione diretta attraverso il latte tra i giorni 1 e 4 dopo il parto, già a dosaggi che non provocavano tossicità materna. Non sono stati osservati effetti sui parametri neurocomportamentale.

L’escrezione nel latte materno è stata studiata in cuccioli di ratto allattati da madri sottoposte a tapentadolo: i neonati erano esposti in maniera dose-dipendente al tapentadolo e al tapentadolo O- glucuronide. Se ne conclude che il tapentadolo viene escreto nel latte.

 

INFORMAZIONI FARMACEUTICHE

06.1 Eccipienti

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Nucleo della compressa Cellulosa microcristallina (E460) Ipromellosa (E464)

Silice colloidale anidra (E551) Magnesio stearato

Rivestimento della compressa Ipromellosa (E464)

Glicerolo (E422) Talco (E553b)

Cellulosa microcristallina (E460) Titanio diossido (E171)

Ossido di ferro rosso (E172) (solo dosaggi da 25, 100, 150, 200 e 250 mg) Ossido di ferro giallo (E172) (solo dosaggi da 25, 100 e 200 mg) Ossido di ferro nero (E172) (solo dosaggi da 25, 100, 150, 200 e 250 mg)

 

06.2 Incompatibilità

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Non pertinente.

 

06.3 Periodo di validità

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2 anni

 

06.4 Speciali precauzioni per la conservazione

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Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione.

 

06.5 Natura e contenuto della confezione

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Blister monodose perforati in alluminio PVC/PE/PVDC a prova di bambino. Tarbent 25 mg 20×1, 30×1, 40×1, 50×1, 54×1, 60xl o 100xl compresse a rilascio prolungato.

Tarbent 50, 100, 150, 200, 250 mg 20×1, 24×1, 30×1, 50×1, 54×1, 60xl o 100xl compresse a rilascio prolungato.

E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.

 

06.6 Istruzioni per l’uso e la manipolazione

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Il prodotto non utilizzato o materiale di scarto deve essere smaltito in conformità alla normativa locale vigente.

 

07.0 Titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio

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Zentiva Italia S.r.l.

Via P. Paleocapa, 7 20121 Milano

 

08.0 Numeri delle autorizzazioni all’immissione in commercio

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Compresse A Rilascio Prolungato" 20xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310022 – "25 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 30xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310034 – "25 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 40xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310046 – "25 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 50xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310059 – "25 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 54xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310061 – "25 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 60xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310073 – "25 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 100xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310085 – "50 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 20xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310097 – "50 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 24xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310109 – "50 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 30xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310111 – "50 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 50xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310123 – "50 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 54xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310135 – "50 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 60xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310147 – "50 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 100xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310150 – "100 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 20xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310162 – "100 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 24xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310174 – "100 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 30xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310186 – "100 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 50xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310198 – "100 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 54xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310200 – "100 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 60xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310212 – "100 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 100xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310224 – "150 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 20xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310236 – "150 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 24xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310248 – "150 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 30xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310251 – "150 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 50xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310263 – "150 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 54xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310275 – "150 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 60xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310287 – "150 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 100xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310299 – "200 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 20xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310301 – "200 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 24xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310313 – "200 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 30xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310325 – "200 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 50xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310337 – "200 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 54xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310349 – "200 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 60xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310352 – "200 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 100xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310364 – "250 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 20xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310376 – "250 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 24xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310388 – "250 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 30xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310390 – "250 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 50xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310402 – "250 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 54xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310414 – "250 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 60xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria 050310426 – "250 Mg Compresse A Rilascio Prolungato" 100xl Compresse In Blister Al/Pvc/Pe/Pvdc Divisibile Per Dose Unitaria

 

09.0 Data della prima autorizzazione/Rinnovo dell’autorizzazione

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Data della prima autorizzazione: Data del rinnovo più recente:

 

10.0 Data di revisione del testo

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Documento messo a disposizione da A.I.FA. in data: 03/01/2023